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Informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi (ore 21,48).
PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, avranno luogo gli interventi dei rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Sottosegretario di Stato per l'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno Ettore Rosato.
ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sono particolarmente contento di essere oggi in quest'aula per relazionare la Camera sulla situazione verificatasi in questi giorni, iniziando col fare un quadro di quanto accaduto oggi e della situazione attuale, che - anche se è difficile usare questa parola in queste circostanze - va verso una normalizzazione. È difficile usare questa parola perché comunque oggi ci sono stati più di 300 incendi nella penisola, ma non siamo nella situazione dei giorni passati, anzi possiamo dire che essa è sotto controllo anche se oggi abbiamo vissuto alcuni momenti particolarmente complessi e difficili ad Ascoli Piceno, in provincia di Roma, in Calabria - sia a Cosenza sia a Catanzaro - a Salerno e ad Avellino. In provincia di Roma è stata anche interrotta la A1, in località Valmontone, c'è stato anche qualche altro episodio in Abruzzo e in Sardegna e a Bologna c'è stato anche un intervento sulla linea ferroviaria.
Abbiamo continuato nel rafforzamento dei dispositivi di sicurezza in collaborazione con tutte le regioni. Abbiamo inviatoPag. 155altri trenta vigili del fuoco in Abruzzo come supporto, in Calabria è stato conservato il dispositivo di ulteriori cento vigili del fuoco; la forestale e i vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni, insomma le regioni hanno mobilitato in maniera massiccia tutto il sistema di volontariato e devo dire che anche molte amministrazioni comunali hanno compiuto un grande sforzo per mettere in campo tutte le risorse del volontariato e del personale a loro disposizione per dare un segnale di grande attenzione rispetto a questa emergenza particolarmente grave che ha colpito il nostro Paese.
È una situazione straordinaria quella che si è venuta a creare, derivata essenzialmente da due fattori, uno di carattere climatico dovuto ad un mix tra le temperature molto alte - che tutti abbiamo percepito - e il vento che le ha accompagnate e una situazione di siccità diffusa sul territorio. L'altro elemento è stato quello criminale, che sicuramente ha contribuito in maniera rilevantissima ed ha accompagnato e trovato terreno fertile nella situazione climatica.
Non sono certo in quest'aula per fare il profilo dei piromani perché ci hanno provato in molti, dico però che esistono tante tipologie umane deviate, persone che ci guadagnano, che ci godono, che hanno un grande senso di incoscienza e probabilmente le indagini sono indirizzate anche in questo senso, ma in qualche località c'è anche la mano della criminalità organizzata. Quello che senz'altro va rimarcato è che gli incendi sono per la stragrande maggioranza di natura dolosa e questo è un problema su cui dobbiamo avere la capacità di confrontarci con grande attenzione. In questi giorni ci sono stati almeno dieci arresti - secondo le ultime notizie che ci sono giunte - ma ci sono state anche moltissime segnalazioni all'autorità giudiziaria, che ci auguriamo possano portare, nel caso in cui le persone segnalate siano effettivamente ritenute colpevoli, al loro arresto.
Il culmine dell'emergenza si è registrato il 24 luglio, lo ricordiamo tutti. Quel giorno, solo per fornire qualche elemento utile a quantificare la drammaticità della situazione, sono pervenute solo ai centralini dei vigili del fuoco 40 mila chiamate, con 2 mila interventi da parte degli stessi vigili.
A ciò si aggiungano le chiamate al centralino del 1515 del Corpo forestale, gli interventi del Corpo forestale, quando non erano coordinati con quelli dei vigili del fuoco. Cento sono state le richieste al C.O.A.U., la sala operativa nazionale del coordinamento della protezione civile, dei mezzi e della flotta aerea, con il doppio dei picchi massimi registrati nel 2003, l'anno più caldo negli ultimi cinquant'anni (questo per dare un segnale della situazione che si è determinata).
Affermo ciò, con la consapevolezza che il Paese si era preparato a fronteggiare una situazione, così come ogni anno, perché non è che gli incendi estivi rappresentino una novità. La straordinarietà degli incendi dell'estate in corso è data da questi picchi, che si sono concentrati in queste giornate e che si sono estesi su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, il Presidente del Consiglio ha dettato gli indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione 2007 fin dal 1o giugno 2007, inviando una nota a tutte le regioni ed a tutti i ministeri coinvolti ai fini della predisposizione, nel rispetto delle competenze attribuite dalla legge n. 353 del 2000, delle misure necessarie a fronteggiare questa emergenza.
In tale nota si rimarcava, in particolare, il nocciolo e l'essenza del lavoro da portare avanti: mi riferisco al lavoro congiunto che consente di costruire una forte sinergia nello svolgimento di questa attività, nella quale si registrano una parcellizzazione di competenze - dobbiamo dircelo - soprattutto operative e l'intervento di diversi soggetti: dal volontariato alle amministrazioni regionali con la protezione civile regionale. Vi sono poi le competenze dei vigili del fuoco, della forestale, del dipartimento nazionale di protezione civile, nelle sue funzioni, in particolare, di controllo e di governo della flotta aerea.Pag. 156
Tutto questo deve funzionare con un forte spirito di collaborazione istituzionale e affermo che questo spirito si è riscontrato in maniera importante. Si sono registrate certo, come sempre, alcune difficoltà operative, ma ogni anno si cerca di fare in proposito dei passi avanti. Credo che anche quest'anno qualche passo avanti importante si sia compiuto.
L'attività di prevenzione e quella di spegnimento - lo prevede la legge - compete alle regioni. In questi anni tutte le regioni - lo dico con riferimento a quelle governate dal centrosinistra e dal centrodestra, prima o dopo, perché poi questa non è un'attività che ha di per sé un colore politico - si stanno impegnando su questo fronte.
È importante rimarcare sempre che si tratta di un'attività, nella quale gli investimenti che si sono effettuati spesso vedono il loro frutto quando gli incendi si riescono a governare, non quando non ci si riesce, naturalmente. Quindi, investire in questo ambito significa fare in modo che vi siano dei frutti, che il territorio venga preservato e non «mangiato», come è successo in questo caso in maniera così evidente.
Tuttavia, questa è stata - e lo è ancora - un'estate particolarmente calda. Non vorrei entrare in tutti i dettagli che riguardano i fatti accaduti nelle diverse località, ma credo sia importante fornire alcuni elementi; mi riferisco, in particolare a quelli più gravi che hanno riguardato la Puglia.
Quando parlo della Puglia mi riferisco, in particolare, al Gargano, alle situazioni più critiche della zona di Vieste e Peschici, ma anche dei comuni di Vico, Lesina e Mattinata, di tutta l'area del Subappennino Dauno, in cui, purtroppo, le vittime sono passate da due a tre, come sicuramente avete tutti saputo, con la morte di Domenico De Nittis, ustionato grave, che non ha superato la fase critica.
Naturalmente, si sono sollevate - ahimè - nel nostro Paese non mancano mai - polemiche sui soccorsi. In merito a tale aspetto, credo di dovervi fornire alcuni elementi conoscitivi: ve lo dico con grande serenità; mi sono recato anche sul posto e vi assicuro che ho riscontrato un grande impegno da parte di tutte le istituzioni, a cominciare da quello profuso nel comune di Peschici (in particolare, nella stanza del sindaco, erano presenti, oltre il sottoscritto, Bertolaso, il comandante dei carabinieri, il rappresentante della prefettura ed il comandante provinciale dei vigili del fuoco). L'intento era quello di far funzionare il sistema per quanto riguarda l'attività di spegnimento e di arginamento dell'incendio e, soprattutto in quel caso, perché la fase era quella avanzata di soccorso, di assistenza a tutti coloro (oltre tremilacinquecento persone tra i comuni di Peschici e di Vieste) che cercavano di trovare una sistemazione.
La prima parola che voglio spendere, al di là del lavoro dei soccorritori su cui mi soffermerò successivamente, è rivolta a tutti quei cittadini, a tutti quei pescatori, a tutti quei capitani di barca che, in quel giorno, con grandissima generosità, senza ricevere disposizioni o ordini da nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi), sono intervenuti con una solerzia, una generosità veramente incredibili.
Consentitemi di raccontare, in trenta secondi, la storia (l'ho vissuta di persona, non l'ho letta quindi da nessuna parte) di un bagnino che sopraggiunge in comune, indossando il costume da bagno e il suo zaino. Era tesissimo, perché era riuscito a scappare dall'incendio in maniera fortunosa, ma, dopo aver sfogato il suo nervosismo e la sua tensione anche con noi, si accorge che una signora, che parla tedesco, sta richiedendo assistenza in quella lingua. Poiché, però, nessuno conosce il tedesco, il bagnino le si avvicina e l'assiste nella telefonata ai suoi parenti. Credo che vi sono segnali di tante persone generose che hanno collaborato in prima persona, fornendo aiuto.
Poi naturalmente vi è stato l'intervento dei soccorsi, degli uomini del Corpo dei vigili del fuoco e della forestale. Quel giorno, solo sul Gargano, sono intervenute oltre 500 persone, dai carabinieri allaPag. 157capitaneria di porto, oltre che naturalmente i corpi già richiamati, con molti mezzi, con sei elicotteri.
Quando il COR regionale ha chiamato la sala operativa nazionale erano le 11,19 (credo sia opportuno segnalare questo dato): dopo quaranta minuti il primo elicottero già operava sull'area. Quindi, in una giornata così intensa, dove tutti i mezzi aerei del servizio di protezione civile erano operativi su tutto il territorio nazionale, è stata garantita la prontezza di intervento. Poiché, comunque, dobbiamo sempre migliorare il lavoro che svolgiamo, senza difendere ciò che accade, ma capendo dove è possibile apportare miglioramenti, si avverte assolutamente la necessità di qualche mezzo in più e di dislocarlo anche in maniera più periferica. Non tutti i mezzi sono equivalenti: la scelta del dipartimento di protezione civile di intervenire con gli elicotteri era dovuta al fatto che si interveniva in prossimità delle case e, quindi, l'elicottero, l'Ericsson in particolare, che ha la rilevante capacità di scaricare fino a 9 tonnellate di acqua, è più efficace del Canadair, che prevede una tipologia di intervento diversa.
In merito a tale aspetto, i nostri operatori stanno riflettendo, in particolare sotto il profilo tecnico e credo che anche questa esperienza sia stata utile. Dico che nel caso di cui si discute la situazione è stata particolare. Ho visto personalmente qualche centinaio di macchine bruciate nei campeggi: ciò dà il senso della difficoltà vissuta da quelle persone, della paura, del terrore che hanno provato, ma il fatto che siamo riusciti a limitare in questo modo il numero delle vittime vuol dire che le operazioni sono state gestite ponendo attenzione alla salvaguardia della vita umana.
Considerate che quei paesi non sono metanizzati: vi erano depositi GPL in ogni casa. I vigili del fuoco si sono dunque impegnati soprattutto su quei fronti, per evitare scoppi che avrebbero potuto rendere la situazione ancora più pericolosa.
Le condizioni climatiche erano poi assai difficili anche per i piloti e per l'operatività degli stessi elicotteri: l'elicottero del 118 della regione, ad un certo punto, non è stato più operativo poiché a tremila piedi vi erano oltre 40 gradi. La difficoltà di lavorare era dunque accresciuta dal fatto che, arrivate ad una certa temperatura, le macchine si surriscaldano. Vi è stato dunque davvero un intenso lavoro da parte di tutti i soccorritori.
Il secondo aspetto ha riguardato il soccorso alle persone coinvolte nel drammatico evento: si è data assistenza a 3.500 persone, anche grazie alla collaborazione, talora anche assai spinta, con gli albergatori. A San Giovanni Rotondo e nei comuni limitrofi sono state sistemate oltre 1.300 persone: in parte, esse sono poi tornate alle loro abitazioni; moltissime però sono volute restare nei luoghi di villeggiatura e sono tornate nei loro alberghi e nei loro campeggi entro il 26. Dunque, nel giro di due giorni, tutte le persone hanno trovato una sistemazione.
Credo che, per la valutazione di quel che è accaduto nel seguito sia utile considerare il dato delle strutture agibili: nel comune di Vieste, vi è ancora una struttura ricettiva non agibile; nel comune di Peschici, ve ne sono tre; le altre strutture sono state dichiarate agibili alla luce dei sopralluoghi dei vigili del fuoco, anche se talune presentano aree in cui l'operatività non è ancora consentita e vi è ancora una difficoltà nell'allaccio telefonico e nella fornitura dell'acqua. Comunque, va detto che da parte degli albergatori e delle istituzioni locali vi è stato un grande sforzo per ripartire immediatamente, e credo che questo vada ricordato come un dato assolutamente positivo.
Naturalmente, la crisi non ha riguardato solo la Puglia. Come ho affermato all'inizio, si sono registrate situazioni gravi in tutta Italia: nelle Marche, in Abruzzo, in Calabria. Catanzaro è stata aggredita dal fuoco su più fronti ed in più fasi (lo dico per chi non è di Catanzaro o non ha avuto l'occasione di riscontrarlo, ma il fuoco è arrivato a ridosso di tutte le case). Ciò è accaduto anche in Sardegna: a Nuoro, in particolare, vi è stata una situazione assai difficile. In alcune di queste regioni, poi, le autorità hanno dovuto sgomberare interePag. 158frazioni o case isolate: naturalmente vi è stata grande attenzione da parte dei vigili del fuoco e degli operatori in genere sulla messa in sicurezza delle case, così da salvaguardare anche il patrimonio, dopo essersi occupati della vita umana. Sono poi stati colpiti il Molise (Campomarino, ma non solo), la Basilicata, la Campania, il Lazio.
Già il 24 mattina, il Governo ha reso una dichiarazione di eccezionale rischio per la compromissione degli interessi primari del Paese, nominando Guido Bertolaso Commissario straordinario a questo fine. Oggi, poi, come tutti già sapete, vi è stata la dichiarazione dello stato di emergenza dal 1o giugno al 31 ottobre per la situazione degli incendi boschivi. A questa dichiarazione seguiranno i provvedimenti, da concertare con le regioni e con le autonomie locali, per il ristorno dei danni: ai danneggiati saranno garantiti il risarcimento dello Stato e la collaborazione delle regioni e degli enti locali. Si tratta di provvedimenti che vanno elaborati, raccogliendo tutti gli elementi e lavorando insieme alle autorità locali e alle regioni, che sono i primi attori e, per quanto ci riguarda, i primi con cui collaborare per contribuire a risolvere le questioni che dobbiamo affrontare.
Vorrei, inoltre, aggiungere alcune considerazioni e non solo sul quadro normativo. Sono convinto che sia necessario riflettere, prospettare una revisione, un'ipotesi di lavoro sul quadro normativo in ordine a certe competenze che, forse, devono funzionare meglio (a tale riguardo, le Commissioni della Camera e del Senato stanno iniziando a discutere della problematica in questione, attraverso la fase delle audizioni e prospettando alcune idee che devono, naturalmente, maturare).
Ma credo che vi sia una compartecipazione ed un lavoro comune che tutte le istituzioni debbono mettere in atto, anche sul piano operativo, che non riguardano solo le istituzioni (vale a dire regioni, comuni, province e Stato), ma anche i privati.
Vale, infatti, la pena ricordare che, in particolare in prossimità delle città, gli incendi boschivi hanno trovato grande facilità grazie alla presenza di aree non pulite e degradate: quando il ciglio di una strada non viene pulito mai, è naturalmente molto più facile che esso prenda fuoco, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quindi, anche il richiamo al privato a fare ciò che deve nella pulizia delle aree di sua competenza non costituisce semplicemente un fatto di buon vicinato o di richiamo ad un senso civico, ma una competenza di cui ciascuno è responsabile.
Dobbiamo intensificare sicuramente il lavoro di prevenzione, anche sotto il profilo della sorveglianza delle aree boscate e degli avvistamenti.
Se il fuoco viene avvistato rapidamente e, di conseguenza, si spegne con rapidità, si evita l'estensione dei danni che si possono determinare in maniera molto più ampia anche rispetto a quanto abbiamo riscontrato in questi giorni: la sorveglianza e l'avvistamento sono stati due punti critici.
Alcune regioni, in questo campo, insieme allo Stato debbono ancora compiere passi in avanti. Ugualmente l'attività di repressione, come ho ricordato prima, sta dando dei frutti, ma va detto che riuscire a prendere i piromani è una attività difficile, perché le tecniche utilizzate per accendere i fuochi sono le più diverse: il nucleo specializzato della forestale sta trovando numerosi inneschi, caratterizzati da grande fantasia nella loro ideazione, e ciò naturalmente deve comportare, anche da parte nostra analisi ed indagini sempre più raffinate.
Credo che dobbiamo dare, tutti insieme, il messaggio che la lotta contro i piromani sarà senza tregua, così come ho visto con favore che alcuni enti locali ed alcuni privati si costituiscono parte civile nei processi contro i piromani (naturalmente credo che ciò sia assolutamente giusto).
Parimenti dobbiamo lavorare di più con le forze in campo, rafforzando la rete sul territorio e coordinandola meglio tra tutte le amministrazioni coinvolte.Pag. 159
Io spendo sempre una parola perché credo che il numero unico europeo per l'emergenza sia un obiettivo che deve essere finalizzato all'ottimizzazione delle nostre risorse, anche in un rapporto più chiaro con i cittadini. Dicevo in un'altra occasione che non si può camminare con la guida del telefono per sapere a chi telefonare in caso di emergenza, e questo vale anche per gli incendi boschivi.
Così come abbiamo bisogno di rafforzare il rapporto con le regioni: ieri abbiamo sottoscritto, come Ministero dell'interno, la convenzione con la Sicilia, nei giorni passati lo abbiamo fatto con la Campania, la Sardegna ed il Lazio e la prossima settimana lo faremo con il Veneto, le Marche ed il Piemonte.
Un rapporto di questo tipo mette insieme le energie nelle sale operative. Le sale operative non sono funzionanti quando si moltiplicano, ma quando si semplificano: meno sale operative ci sono, più funzionanti esse sono, perché le sale operative devono racchiudere al loro interno tutti gli elementi e tutti i soggetti che debbono intervenire. Quindi, fare questo lavoro per mettere insieme le nostre energie rappresenta un elemento fondamentale (lo stiamo realizzando attraverso i rapporti di convenzione con le regioni).
Credo di poter anche dare una buona notizia, almeno io la considero tale. Oggi, il Ministro Amato ha firmato il decreto, frutto dell'intesa con le organizzazioni sindacali per l'inizio del procedimento per la stabilizzazione dei precari nei vigili del fuoco; ciò consentirà di collocare all'interno del Corpo in tutte le regioni italiane un po' di risorse nuove e importanti, in modo da creare, anche sotto questo profilo operativo, una struttura più solida a quella che è la spina dorsale del sistema di protezione civile. A ciò si deve aggiungere anche le risorse che sono state destinate a questo scopo con l'ultimo provvedimento di natura finanziaria. A quest'ultimo riguardo, desidero ringraziare chi ha lavorato in questa sede per giungere a questo risultato.
Credo si tratti di un segnale importante, che spinge nella direzione dell'intensificazione delle risorse da destinare al comparto della sicurezza. Una risposta che i cittadini si attendono da qualsiasi Governo, sia di centrosinistra sia di centrodestra; la collaborazione che si riesce ad instaurare su tali tematiche fa onore alle forze politiche e alle istituzioni.
Ritengo di aver dato un quadro di una situazione che è in continua evoluzione.
In conclusione, in apertura del mio intervento ho detto che si va verso una normalizzazione della situazione; affermo ciò, però, con grande prudenza e con la consapevolezza che quando si parla di tali problematiche, in un contesto ambientale così mutevole, non dobbiamo rilassarci ma aumentare le attenzioni, anche perché negli incendi boschivi le braci possono riaccendersi anche dopo quarantotto ore e con molta più energia, vigore e violenza distruttiva. Dobbiamo, quindi, prestare veramente grande attenzione sul territorio.
Desidero rivolgere un sentito ringraziamento a tutti gli uomini che lavorano all'interno del comparto della protezione civile e della sicurezza; dicendo ciò credo di rappresentare anche il vostro pensiero, così come quello di tutti.
Oggi si è svolto, con la partecipazione della famiglia, la commemorazione a Ciampino del pilota del Canadair deceduto l'altro giorno in Abruzzo, mentre l'altro pilota è ancora ricoverato in ospedale in coma farmaceutico e proprio domani i medici proveranno - e noi ci auguriamo che sia proprio così - a risvegliarlo. Questi uomini rischiano seriamente la vita; il loro lavoro è sicuramente pericoloso e lo svolgono al servizio di tutti quanti noi. Il momento del ricordo, svolto in più occasioni, per queste persone, che impegnano le loro risorse e le loro energie per la salvaguardia di tutti noi, rappresenta un momento importante a cui le istituzioni devono far seguire atti concreti in termini di risorse da porre a loro disposizione in modo che essi possano lavorare con la massima sicurezza e serenità.
Sperando di aver dato le informazioni che il Parlamento si attendeva, vi ringrazio per l'attenzione.
(Interventi)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO. Signor Presidente, desidero ringraziare il sottosegretario Rosato per la puntualità e la completezza delle informazioni che ha reso in questo ramo del Parlamento e lo voglio fare, a maggior ragione, perché quale rappresentante del Governo è stato uno dei primi a giungere sul Gargano, durante le ore drammatiche dell'incendio scoppiato qualche giorno fa.
I danni provocati dagli incendi che hanno colpito le regioni del Mezzogiorno, in modo particolare il territorio del Gargano e del subappennino dauno, sono ingenti. Lo ricordava il sottosegretario e lo sappiamo tutti.
Parliamo di tre vittime nel Gargano e due nel subappennino Dauno per via di incidenti stradali causati dalla presenza dell'incendio, di centinaia di feriti, di decine di alberghi e di strutture ricettive che sono state evacuate, di migliaia di sfollati tra turisti e residenti.
Si tratta di danni ingenti. Evidentemente, ci sono e ci saranno delle responsabilità, non lo so. La magistratura sta effettuando gli accertamenti necessari, tuttavia, mi attengo ai numeri, che nei giorni scorsi subito dopo gli incendi sono stati resi noti dalla protezione civile e dalla regione Puglia. Credo di poter affermare che, almeno da parte delle autorità, della prefettura, del Governo, non c'è stata una sottovalutazione del fenomeno.
Forse c'è stata una sottovalutazione degli eventi da parte di qualche comunità locale, ma tuttavia non voglio far polemiche anche se devo dire che, nei giorni successivi all'incendio, mi ha colpito una dichiarazione, apparsa sul Corriere della Sera, rilasciata da parte del presidente del Parco del Gargano il quale imputava la responsabilità dell'incendio al fatto che erano state richieste più risorse e più guardie forestali, ma queste non erano arrivate. Ciò è strano poiché lo stesso presidente l'anno precedente si vantava del fatto che ormai nel Gargano non si verificavano più incendi e che ciò era sicuramente addebitabile ai risultati che quell'ente stava raggiungendo su questo fronte. Penso che di fronte a situazioni di questo genere non si debba giocare a scaricare le responsabilità sempre sugli altri e che ciascuno debba fare la propria parte assumendosi fino in fondo le responsabilità per la funzione e le prerogative che gli sono riconosciute.
Ritengo che, per il futuro, dobbiamo assumere un grande impegno innanzitutto, per esempio, a non depenalizzare più i reati ambientali, tendenza che, invece, stava prendendo piede - lo voglio ricordare - con il passato Governo, se si guarda a tutti i condoni, che non possiamo in nessun modo più ripetere perché essi sono innanzitutto reati contro le persone, come ha dichiarato il presidente della regione Puglia nei giorni scorsi.
Credo, altresì, che dobbiamo assumere un po' di impegni, oltre a quelli che il Governo si è già assunto con le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario poc'anzi. Il Governo ha già riconosciuto lo stato di calamità. Dobbiamo compiere uno sforzo per attivare anche strumenti di solidarietà fiscale, come abbiamo fatto in occasione del terremoto che colpì le regioni del Molise e della Puglia qualche anno fa.
Credo, inoltre, che dovremmo fare ogni sforzo, come Governo, per attivare ogni procedura utile alla richiesta di aiuti da parte del Fondo di solidarietà dell'Unione Europea, finalizzati alla ricostruzione del patrimonio naturalistico che, purtroppo, è andato distrutto o seriamente danneggiato. Dobbiamo compiere anche ogni sforzo per sollecitare, come alcuni parlamentari pugliesi e non solo affermano in una mozione che abbiamo presentato in questi giorni, tutti gli enti preposti...
PRESIDENTE. Deputato Bordo, concluda.
MICHELE BORDO. ...ad adottare - concludo, Presidente - il divieto assolutoPag. 161di appiccare le fiamme per ripulire i campi, dopo quello che è accaduto; così come credo che bisogna produrre uno sforzo, per esempio, d'accordo con regioni, province e comuni, per verificare la possibilità di sostituzioni con commissari ad acta, nei comuni e nelle province, qualora non dovessero esserci i piani delle aree bruciate...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MICHELE BORDO. Se già ora si producesse uno sforzo di questo genere, credo che simili eventi non si verificherebbero più (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la simpatia e la disponibilità del sottosegretario Rosato non possono rendermi soddisfatto delle non informazioni che ha fornito stasera all'Assemblea.
Non lo dico polemicamente, come ha fatto il collega che mi ha preceduto riferendosi ad un'altra autorità, quella del Parco del Gargano, perché il collega in questione forse non è a conoscenza della polemica in corso tra il sindaco di Foggia, di centrosinistra, e il Ministro Pecoraro Scanio, che come al solito scarica la responsabilità sui comuni e per questo viene attaccato dal sindaco che lo ha accusato di fare lo scaricabarile nei confronti dei sindaci.
Se dobbiamo attaccarci alle polemiche di piccolo cabotaggio facciamolo pure, ma non è questo lo scopo dell'informativa che, tra l'altro, abbiamo richiesto noi e, per la verità, era un po' meno ampia. Lei, sottosegretario Rosati, l'ha ampliata a tutto il territorio nazionale - e bene ha fatto - ma è sotto gli occhi di tutti che i fatti più gravi sono avvenuti in quel del Gargano, che si è trasformato in un inferno vero e proprio.
Volevamo comprendere le motivazioni di alcune dichiarazioni, come quella del capo della protezione civile Bertolaso, il quale ha affermato che il sindaco di Peschici ha accusato la lentezza degli aiuti, senza dare colpe a chicchessia. Egli - forse sarebbe il caso di dire excusatio non petita... - dichiara che la colpa è dei comuni. Da questo è derivato l'innesto di quelle polemiche a cui lei alludeva, ma sulle quali non ha dato alcuna risposta, perché non ha detto che l'allarme è scattato alle 10,12 e che gli aiuti sono arrivati dopo quattro ore! Questo lei lo deve dire, non perché se ne deve assumere la responsabilità (il Governo non c'entra nulla), ma deve prendere atto che evidentemente qualcosa non funziona. Non si può arrivare al punto di vedere bruciata una terra e poi iniziare a scaricare le colpe tra i comuni, Bertolaso, il sindaco di Foggia, quello di Peschici e il presidente della regione.
Questo non paga, ciò che paga è accertare le responsabilità, né tanto meno è di Bertolaso o di Nichi Vendola la possibilità di dire che gli incendi sono dolosi. Se la magistratura non accerta come sono avvenute le cose, non si può diffondere sui giornali la notizia che gli incendi sono stati dolosi, perché si rischia di criminalizzare una popolazione quando poi alla fine si scopre che il dolo non c'entra. Infatti, se lei ci ha riferito che per la maggior parte degli incendi, che si sono sviluppati nello stesso giorno e nelle stesse ore, non vi è stato alcun disegno criminoso comune, evidentemente può darsi anche che i roghi - mi riferisco a quelli del Gargano - possano essere avvenuti per altre ragioni, non legate ad una mano che li ha prodotti. Del resto, lei stesso, sottosegretario, ha ammesso che i fattori climatici in quella giornata si prestavano molto a provocare incendi. Perciò, come si fa a dire agli organi di stampa che vi sono stati atti criminali? Vi risparmio tutti i vari titoli dei giornali apparsi con frasi di questo genere, messe in bocca ai vari protagonisti di ciò che è accaduto.
Pertanto, il Governo ci deve dire quali sono le sue intenzioni in termini di interventi. Ben venga lo stato di calamità, ma considerato ciò che è accaduto, mi sembra il minimo! Deve mettere mani, come dicevaPag. 162il collega prima, anche alla solidarietà fiscale e a interventi di natura urgente, non lasciare alla regione Puglia e magari ai comuni quegli interventi da 100 mila euro, così com'è stato fatto. Occorre che il Governo metta la testa su ciò che è accaduto nel Gargano, che non è da addebitare necessariamente alle popolazioni, alle quali, perciò, non si può dire di provvedere da sole alla ricostruzione.
Era ciò che volevamo sentirci dire dal sottosegretario, che ringrazio - lo ribadisco - per la disponibilità. Sottosegretario, lei è stato sul posto e ha visto ciò che è avvenuto. Evidentemente vi è stato qualcosa che non ha funzionato e lei dovrebbe proseguire nell'indagine di competenza del suo Ministero, per comprendere che cosa non ha funzionato e a chi siano da addebitare le colpe del mancato funzionamento. La magistratura e la politica faranno il loro corso...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO LEONE. Forse lei ha omesso di dare anche qualche altra bella notizia arrivata dalle agenzie di stampa. Una riguarda l'assessore alla solidarietà sociale, Elena Gentile, che si è recata...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
ANTONIO LEONE. Concludo, Presidente. L'assessore si è recata in alcuni paesi del luogo e dopo aver dichiarato la solidarietà alle popolazioni del posto ha dichiarato che trascorrerà le vacanze nel Gargano, così come il Vicepresidente del consiglio Rutelli, il quale è andato a Vieste, ha incontrato i turisti e li ha invitati a godersi il Gargano. Queste sono le belle notizie!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, voglio iniziare il mio breve intervento innanzitutto esprimendo, a nome mio e del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, il sincero cordoglio alle famiglie delle vittime degli incendi che hanno devastato una parte del territorio nazionale in questi giorni e, in particolare, delle vittime dei roghi nella terra del Gargano nella giornata di martedì scorso, che per molto tempo sarà ricordata dai pugliesi - ma non solo - come il martedì di fuoco.
Voglio anche esprimere la solidarietà a tutte le popolazioni così duramente colpite e plaudire al loro coraggio, ma soprattutto alla loro capacità di reagire immediatamente e di far scattare la catena della solidarietà. I residenti di quei luoghi hanno aperto le porte delle loro case ai turisti e si sono attivati nell'opera di spegnimento e di contenimento degli incendi con grande generosità, a fianco dei vigili del fuoco e degli operatori della protezione civile: uomini e donne, volontarie e volontari, cittadini semplici che hanno reagito e hanno portato il loro aiuto.
Negli ultimi giorni interi territori del nostro Paese - è stato ricordato dal sottosegretario - tra i più belli, non solo in Puglia, ma anche in Abruzzo, in Sicilia, in Calabria e nelle regioni che sono già state ricordate, sono stati devastati dagli incendi. Tali territori hanno subito danni incalcolabili, ferite gravissime al patrimonio culturale e naturale. Inoltre, intere popolazioni e migliaia di persone, turisti e residenti, sono state vittime delle barbarie, ovvero di azioni che spesso sono vere e proprie azioni criminali. Sappiamo tutti che, spesso, dietro ai roghi appiccati - come è successo nel Gargano quasi con precisione geometrica - vi sono gli interessi degli speculatori in aree di interesse turistico. I parchi e i boschi sono martoriati a causa della loro bellezza - come è accaduto nel Gargano e nel Parco nazionale dell'Abruzzo - che alcuni vorrebbero depredare e sfruttare sino ad ucciderla e ad arrivare ad uccidere.
Credo e crediamo che queste mani criminali, laddove vengano individuate, debbano essere perseguite e punite. I danni di tali azioni sono enormi; infatti si calcola, da prime stime, che ammontino addirittura, per ciò che riguarda il GarganoPag. 163e la Puglia, intorno agli 80 milioni di euro. La ricrescita del bosco andato distrutto richiederà circa vent'anni. Si tratta, quindi, di una ferita gravissima che merita da parte tutte le istituzioni, a partire da quelle locali e dal Governo nazionale, interventi straordinari a sostegno della rinascita del territorio colpito da una tale catastrofe; apprendiamo con soddisfazione che è stato decretato lo stato di calamità.
Tuttavia, non sempre le istituzioni, purtroppo, fanno tutto quello che è nelle loro competenze. Voglio citare il rapporto «Ecosistema Incendi 2007», redatto da Legambiente e dal Dipartimento protezione civile, in cui si afferma che solo il 6 per cento dei comuni italiani ha dato piena applicazione alla legge-quadro n. 353 del 2000 contro gli incendi boschivi, la quale pone argine, per almeno dieci anni, alla speculazione edilizia sui terreni devastati dal fuoco. Il catasto delle aree percorse dal fuoco impedisce la cementificazione delle zone colpite dagli incendi ed è stato realizzato da un comune su quattro.
È evidente che la legge n. 353 del 2000 deve essere completata con una norma che preveda il commissariamento dei comuni inadempienti, come sostenuto anche dal Ministro Pecoraro Scanio. Sollecitiamo, quindi, il Governo affinché questa norma sia prevista e attuata. Voglio ricordare, in questo momento così tragico per queste popolazioni, che dobbiamo assolutamente invertire una tendenza del Governo precedente, che non aveva al centro dell'agenda politica la tutela dell'ambiente, della costa, dei boschi e la lotta all'inquinamento delle acque. Quindi, voglio ricordare che dobbiamo invertire tale tendenza, soprattutto in questo periodo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DONATELLA DURANTI. ... in questa fase in cui incombono i cambiamenti climatici.
Concludo, Presidente, ricordando un'esperienza forse non molto conosciuta, che ha visto come protagonista Tonino Perna, presidente del Parco nazionale dell'Aspromonte, che durante il suo mandato, tra il 2000 e il 2005, ha condotto un'esperienza di prevenzione degli incendi, che ha avuto particolare efficacia...
PRESIDENTE. Deputata Duranti, concluda.
DONATELLA DURANTI. ...coinvolgendo i residenti nel territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte con contratti di responsabilità. Le popolazioni residenti tutelavano e presidiavano il loro territorio e ne avevano cura. Credo che questo possa essere uno degli esempi dei quali dobbiamo tener conto nella nostra azione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho seguito con molta attenzione l'esposizione del sottosegretario Rosato, al quale, ovviamente, devo anche rivolgere un apprezzamento per la sua generosità ed il suo impegno. C'è poco da dire, in fondo, perché vorrei evitare che queste occasioni si risolvessero in un rituale, in cui il rappresentante del Governo raccoglie e fornisce all'Assemblea notizie che sono, in parte, in suo possesso: quello che manca è, a mio avviso, un passo in avanti per comprendere quale sia il percorso per evitare queste congiunture negative e queste situazioni deflagranti e devastanti, non soltanto per il territorio, ma anche per l'uomo.
Esprimo il mio cordoglio, pertanto, ai familiari delle vittime, ma soprattutto rivolgo la mia solidarietà alle popolazioni interessate e coinvolte da questi drammi e queste tragedie.
Non v'è dubbio, onorevole sottosegretario, su quello che si debba fare. Abbiamo parlato più volte, in quest'aula, di incendi boschivi: ci siamo trovati a parlare anche di queste vicende, di questi drammi, di Paesi coinvolti e di popolazioni in fuga.Pag. 164
Non c'è dubbio che dobbiamo capire se hanno funzionato la legge quadro sulla protezione civile - della quale quest'Assemblea si è occupata più volte - ed il coinvolgimento delle regioni e dei comuni: qualcosa non ha funzionato, come ad esempio la legge sulla protezione civile, la prevenzione, il monitoraggio e, ovviamente, una strumentazione di sensori che non c'è mai stata.
Vi sono problemi che possono essere risolti con la presa di coscienza che tali drammi non sono un'eventualità, ma sono dati che fanno parte del vivere civile, del nostro mondo, della nostra esistenza: sono drammi e tragedie che si ripetono puntualmente ogni anno.
Signor sottosegretario, credo che il dibattito sugli incendi non si debba concludere in quest'aula, ma debba continuare. Non voglio strumentalizzare la situazione e dare la responsabilità a nessuno. Posso parlare della mia regione e dare atto del loro lavoro ai prefetti, ad esempio al prefetto Montanari di Catanzaro, con il quale mi sono tenuto in contatto fino a notte alta, per seguire le vicende riguardanti alcune popolazioni nel catanzarese e nella città di Catanzaro.
Non vi è dubbio, però, che vi è una lunga linea criminosa che va dal nord al sud. Tutti ne parliamo, ovviamente, quando si consumano queste vicende. Vi è un disegno criminoso: sarebbe importante sapere, quindi, cosa avviene in alcuni territori calabresi dopo gli incendi, come essi sono utilizzati, cosa si fa nei territori stessi, chi aveva interesse a provocare gli incendi ed a far scomparire boschi e vegetazioni. Si tratta di indagini che si possono e si devono fare. Per questo motivo è importante l'impegno della magistratura e l'appello ad essa e, certamente, alle forze dell'ordine. Esiste un disegno criminoso, un collegamento con la criminalità organizzata? È un quesito che pongo al sottosegretario per l'interno.
Nel mio ruolo di vicepresidente della Commissione antimafia cercherò anche di far monitorare questo aspetto, che a mio avviso è importante e significativo.
Signor Presidente, ho concluso, senza attendere il suo squillo, che costituisce per me un complesso molto forte, che mi blocca e mi condiziona anche nella mia attività di parlamentare. Vedo che lei è preoccupato, ma si tratta di un'ossessione generale che coinvolge tutti quanti (ovviamente non come un incendio, ma molto meno)!
Signor Presidente, signor sottosegretario, vediamo un po' cosa possiamo fare insieme: ci sono degli obiettivi da perseguire, non possiamo rinunziarvi, e non ci possiamo salvare l'anima con le dichiarazioni dello stato di emergenza. Il problema non concerne soltanto le risorse che stanziamo (rispetto alle quali vi è anche un'attività speculativa), ma il modo di essere, di far funzionare le norme e di modificarle quando non funzionano (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio per avermi evitato di invitarla a concludere!
Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la sua la relazione. È un'ottima relazione tecnica sui vigili del fuoco, uno spot propagandistico sul numero di pronto intervento 1515 e un atto dovuto al servizio stesso.
Vorrei, però, portare l'attenzione non tanto sulla situazione attuale dei disastri che stanno avvenendo in Italia, che è sotto gli occhi di tutti. Al riguardo, mi dispiace che lei abbia fatto un'infelice affermazione, dicendo che gli incendi che stanno avvenendo sono un'esperienza utile. È un'affermazione abbastanza incosciente: si spera sempre che certi avvenimenti non si verifichino mai, perché vi è la possibilità di trovare una soluzione anche senza arrivare a tali disastri.
Ciò che vogliamo portare all'attenzione più che altro, come gruppo della Lega Nord, è l'inchiesta - condotta anche da noi come Lega Nord - apparsa recentemente su Il Sole 24 ORE, che rappresentaPag. 165uno squarcio nel velo del Corpo forestale dello Stato, poiché ha rilevato una straordinaria e ingiustificabile disomogeneità tra il numero degli addetti in servizio nelle regioni del Mezzogiorno e quelli nelle regioni del settentrione. Brevemente, porto il caso della Sicilia, dove attualmente operano oltre 30 mila addetti su 68 mila operanti in tutto lo Stato italiano, il caso della Calabria, che ha 11 mila addetti, della Basilicata, che ne ha 7 mila, della Sardegna, che ne ha 66 mila, della Campania, che ne ha 5 mila e così via, per un totale di oltre 60 mila addetti nelle cinque regioni del sud su 68 mila forestali italiani.
Questa disparità è inaccettabile per noi, come partito della Lega Nord, e continueremo a portare a conoscenza tale dato. Risolvere questa disparità è un atto dovuto al Paese intero, ma non facendo assumere altri 60 mila addetti al nord, anche perché fortunatamente non ve ne è la necessità. Peraltro, tale esigenza non sussiste non perché non avvengano incendi, ma perché forse abbiamo più senso civico, e non mi riferisco alle istituzioni, bensì alla popolazione. Lei indubbiamente ha dimenticato di elogiare la Protezione civile e l'antincendio boschivo, che tuttora operano su tutto il territorio.
Quello che dovrebbe fare un Governo, soprattutto questo Governo e lei come sottosegretario per l'interno, è portare più risorse ai volontari. Infatti, sicuramente il Corpo forestale dello Stato e i vigili del fuoco hanno grossi problemi di precariato e di mezzi, ma la Protezione civile e, indubbiamente, l'antincendio boschivo, per quel che conosco nella provincia di Torino e in Piemonte, hanno enormi necessità.
È vero che si tratta di una materia di competenza della regione, però lo Stato dovrebbe metter mano al portafoglio e alle proprie tasche per finanziare i volontari, perché sono loro che riescono ad arrivare più velocemente dei mezzi di soccorso e a risolvere autonomamente i piccoli focolai. Spegnendo velocemente i piccoli focolai, si riuscirebbe sicuramente ad evitare i grandi disastri che stanno avvenendo in questi giorni nella penisola.
Non vorremmo più vedere i volontari della Protezione civile nel torinese viaggiare sulla Uno 55 con le scarpe da ginnastica. È una denuncia che rivolgo formalmente a lei, sottosegretario, per evitare che sia in provincia di Torino sia in tutta Italia si verifichino questi scempi di volontari, che dimostrano un senso civico veramente fuori dalla norma per risolvere i problemi che qualcun altro provoca.
Quanto affermato prima dal collega, secondo cui il Governo precedente ha depenalizzato i reati ambientali, può anche essere sacrosanta e vera, ma noi ricordiamo che l'attuale Governo ha proposto e ottenuto un indulto da parte del Parlamento e ha fatto scarcerare anche quei piromani che erano stati rinchiusi in carcere.
PRESIDENTE. Deve concludere.
STEFANO ALLASIA. Concludo velocemente ricordando che il gruppo della Lega Nord Padania ha presentato una proposta di legge, il cui primo firmatario è l'onorevole Gianluca Pini della cui amicizia mi onoro, concernente il conferimento di un riconoscimento al valore civile, seppur postumo, al pilota romagnolo Andrea Golfera, morto tragicamente vicino ad Acciano in Abruzzo, alla guida del suo Canadair durante il servizio antincendio. Si tratta di una richiesta formale che speriamo venga accolta velocemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche il gruppo della Sinistra democratica Per il Socialismo europeo si associa al cordoglio per le vittime di questi tragici fatti ed in particolare a quello della famiglia del pilota del Canadair, Andrea Golfera, caduto nell'adempimento del dovere.
Ho molto apprezzato il tono e gli argomenti della relazione del sottosegretario Rosato e, quindi, mi sarà permessoPag. 166di dire che i rilievi che formulerò sono tesi ad aiutare e non a disconoscere la validità del suo intervento.
In primo luogo, tutti quelli che si occupano di questi problemi sanno che l'autocombustione non esiste; possono esistere incendi accidentali in misura molto ridotta, ma in gran parte gli incendi sono dolosi.
Allora, pongo una prima domanda: in previsione di una estate così torrida è stato riunito il Comitato per la sicurezza e l'ordine democratico del Ministero dell'interno per attrezzarsi nei confronti delle iniziative delinquenziali in questo campo?
Se così non fosse consiglierei vivamente di farlo riunire perché è proprio attivando le forze dell'ordine in un'azione di prevenzione nei confronti degli ambienti che possono essere suscettibili di iniziative di questo genere che nel passato sono stati ottenuti dei risultati positivi.
In secondo luogo, il sottosegretario Rosato ha denunciato in termini, per così dire, molto soft - e va a suo onore - il problema del coordinamento; invece, io lo farò con più forza, considerato che non ho responsabilità istituzionali.
Non dobbiamo cadere in un malinteso federalismo, nel senso di aspettare che si muova qualcuno che non si muove quando in qualche modo bisogna muoversi. Vi è una specie di circo a tre piste per quanto riguarda la protezione civile: a terra vi sono i vigili del fuoco, ma possono intervenire solo se è in pericolo una persona, altrimenti la competenza spetta alle regioni e alla forestale; nei cieli vi è la Protezione civile con la sua flotta aerea, e vi sarebbero anche le flottiglie delle regioni, ma non giocano insieme.
Non sarebbe il caso di dar vita a un comitato centrale per la lotta agli incendi boschivi, in cui tutte queste amministrazioni fossero rappresentate e fossero mobilitate in modo permanente?
Faccio il seguente esempio: se noi sommassimo uno sull'altro le varie flottiglie aeree delle regioni otterremmo un corpo veramente consistente, che in certi casi di calamità dovrebbe essere utilizzato unitariamente. Lei lo ha già detto, signor sottosegretario, ma credo che proprio la tragicità degli ultimi fatti debba indurci veramente ad entrare in campo.
Secondo aspetto: dobbiamo evitare in tutti i modi che si crei un business dell'incendio, ovvero che vi sia qualcuno che ne approfitti.
Un aspetto è stato già messo in evidenza dai colleghi: quello importantissimo concernente il profilo urbanistico, per cui non vi deve essere alcuna possibilità di avvantaggiarsi dell'incendio in termini di speculazione edilizia, di cambiamento di destinazione e quant'altro. Lo dico anche perché ho avuto l'onore come Ministro dell'ambiente del Governo Ciampi di costituire il Parco del Gargano.
Ricordo - ed anche Grazia Francescato, qui presente, può ricordarlo - che per un giorno nella sede del Ministero dell'ambiente fui circondato da manifestanti «anti-parco», che addirittura volevano costringermi a non inserire nel Parco la riserva del lago di Lesina, oggi purtroppo distrutta. Allora, dobbiamo evitare assolutamente che vi possa essere chi se ne avvantaggia.
Intendo affermare un altro concetto, anche se non è popolare: non si possono avere delle economie di operai forestali che lavorano se scoppia un incendio, mentre non lavorano se lo stesso non si verifica, perché purtroppo - senza voler criminalizzare nessuno - alle volte diventa molto facile cadere in tentazione.
Dunque, bisogna tener presente che i danni - oltre alle vittime umane alle quali, ovviamente, siamo più sensibili - sono veramente di rilevante entità. Vogliamo affermare nel Mezzogiorno un'economia sana contro l'economia della criminalità, che cerca non a caso di scacciare l'economia buona, e il turismo dei parchi è un'economia sana.
I danni sono gravi e molto rilevanti. Riconosco il suo impegno, quello dei vigili del fuoco - che vorrei salutare, perché per sei anni, abbiamo lavorato insieme - e l'impegno di tutte le componenti della Protezione civile.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Spini.
VALDO SPINI. L'informativa non deve concludersi qui e, pertanto, se lei, sottosegretario, verrà in una successiva seduta con provvedimenti predisposti nel senso che abbiamo auspicato, potrà contare su tutto l'appoggio e tutto il sostegno del nostro gruppo parlamentare della Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, anche il gruppo dell'Italia dei Valori ringrazia il sottosegretario Rosato per la relazione puntuale che ha svolto in questa sede e per la tempestività della stessa. Purtroppo, anche oggi gli incendi si sono verificati. Quindi, già durante la calamità veniamo informati ad horas: questo è un riconoscimento che va al Governo e al suo rappresentante in quest'aula.
Mi unisco a quanti hanno espresso condoglianze per le vittime degli incendi. Sono dell'avviso che ci sono diversi fattori - il caldo, il vento, la siccità - che aumentano certamente l'intensità dell'incendio e la sua pericolosità; vi è, poi, l'altro fattore, la criminalità. Purtroppo, sono varie le cause, ma l'incendio, in effetti, non può autodeterminarsi, non esiste l'autocombustione come qualcuno afferma. Infatti, una pagliuzza anche secca si incendia se si raggiunge la temperatura di cento gradi circa: prima non può incendiarsi, ma la temperatura non arriva a cento gradi in nessun luogo. Quindi, è evidente che c'è sempre qualcuno che incendia un bosco: sarà un depresso, un piromane malato, oppure un piromane che agisce su commessa o su ordinazione oppure per scopi di lucro diretto.
È evidente che c'è bisogno di inasprire il contrasto a tali azioni e di definire bene il delitto che viene commesso. Qualcuno parlava di delitto ambientale e stiamo lavorando proprio su questo punto: il Parlamento si deve mobilitare per inasprire le pene nei casi in cui il piromane sia individuato dalla magistratura.
Poi, vi è l'altro problema menzionato dal collega che mi ha preceduto, l'onorevole Spini: l'unificazione di coloro che intervengono nella calamità. Non mi riferisco solo al coordinamento; auspicherei qualcosa di più. Poiché tali fatti avvengono sempre ogni anno, con maggiore o minore intensità, è necessario attrezzarsi ordinariamente e non pensare che si tratti di eventi straordinari, al verificarsi dei quali viene dichiarato lo stato di calamità. Bisogna che ogni anno ci attrezziamo: dobbiamo essere preparati perché c'è un periodo, circa due mesi, in cui questi incendi si verificano in tutte le regioni, e non solo in alcune. In talune regioni il fenomeno è più frequente proprio per il caldo, il vento, la siccità, o per altri motivi. Ma si tratta di motivi aggiuntivi, perché gli incendi si verificano un po' dappertutto.
È evidente la necessità di unificare coloro che intervengono, puntando moltissimo sugli esperti, ma anche sul volontariato - che ritengo sia necessario accrescere - perché la popolazione è fondamentale. Se si viene avvisati in anticipo, si interviene e si riduce immediatamente l'effetto dell'incendio. È necessario, quindi, avere le spie sul territorio e la popolazione che si mobilita e che difende la propria casa, il proprio terreno, la propria attività, i propri animali e tutto quello che è necessario per vivere. Ritengo, pertanto, giusto tale coinvolgimento, ma prevedere l'unificazione di coloro che operano sul territorio, come i vigili del fuoco, non rappresenta un fatto straordinario. La Protezione civile è importante, ma ci deve essere la prevenzione, che deve essere guidata da un ente, che non può che essere il Governo.
Sono d'accordo con l'onorevole Spini, non è necessario il decentramento, che significa anche avere la possibilità di intervento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
Pag. 168AURELIO SALVATORE MISITI. È vero, vi sono gli aerei, ma è vero altresì che, se vi è un coordinamento a livello nazionale, le cose vanno meglio. Ringrazio il Governo, ringrazio il Presidente, che ci ha offerto l'opportunità di intervenire e auguro che questi incendi, da domani, da trecento diventino sempre meno, fino ad azzerarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, vorrei ringraziare la gente del Gargano, per la grande solidarietà che ha manifestato nei momenti di difficoltà, che quell'area ha vissuto nei giorni scorsi. Vorrei ringraziare, altresì, i numerosi sindaci e, in modo particolare, il sindaco di San Giovanni Rotondo che, con un grande gesto di solidarietà, ha aperto un conto corrente dove far affluire risorse per le aree che sono state colpite da questo gravissimo evento. Nello stesso tempo, porgo, ovviamente, ai familiari delle vittime solidarietà e profonde condoglianze.
Il problema si pone con chiarezza e con grande determinazione. Signor sottosegretario, noi apprezziamo le sue parole e, in modo particolare io le apprezzo, dal momento che ho avuto la possibilità di lavorare insieme a lei, conoscendone le capacità, le sensibilità e anche l'impegno. Il dato vero, tuttavia, è che, questa sera - se mi consente - ci ha fornito pochissime informazioni. Vorremmo sapere, per esempio, da dove partono sia i Canadair sia gli elicotteri. In un passaggio del suo intervento, lei ha sottolineato che l'elicottero ha raggiunto il luogo interessato nell'arco di quaranta minuti. Il Canadair, invece, ha raggiunto quel luogo in tempi estremamente più lunghi. Il problema è che tutti questi mezzi partono da un aeroporto che è quello di Pisa. E allora perché non rideterminare, ad esempio, una condizione in cui vi è la possibilità di riorganizzare un sistema, anche di intervento, in una realtà - quella del Mezzogiorno d'Italia - in cui vi sono anche aeroporti abilitati per poter intervenire rapidamente nelle situazioni di emergenza? Mi riferisco, ad esempio, all'aeroporto Amendola di Foggia. Ritengo che sia necessario intervenire su ciò, come atto di coordinamento, e anche su alcuni aspetti, che sono all'attenzione di tutti.
Nella realtà foggiana, ad esempio, vi è un deficit per quanto riguarda la sua struttura, cioè la struttura di cui lei ha la delega e mi riferisco ai vigili del fuoco. Vi è una caserma che, ormai, è fatiscente; da moltissimo tempo vi è un progetto all'attenzione del Ministero dell'interno e mi pare che tale progetto abbia avuto l'assenso, da un punto di vista tecnico, da parte degli organismi competenti, ma ancora oggi non vi sono i finanziamenti per poterlo realizzare. Lo stesso Corpo dei vigili del fuoco ha un numero di personale estremamente esiguo e, nella realtà della provincia di Foggia, in modo particolare per ciò che riguarda la realtà garganica, non mi sembra che vi siano presidi estremamente significativi in grado di intervenire con rapidità e celerità. Se a ciò, poi, aggiungiamo anche una grande difficoltà per quanto riguarda il sistema della prevenzione, dovuta anche agli interventi del Corpo forestale dello Stato (che anche in questo caso, mi pare, sia un po' deficitario), si capisce bene anche quali siano state le difficoltà oggettive per poter intervenire...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LELLO DI GIOIA. ...per poter rapidamente raggiungere livelli di salvaguardia. Vorrei semplicemente aggiungere un'altra cosa...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore, non può aggiungere altro.
LELLO DI GIOIA. Concludo rapidamente...
PRESIDENTE. No, subito, grazie.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, questa mattina ho letto che vi è la possibilità -Pag. 169lo diceva uno scienziato del centro di ricerca di Potenza - di individuare gli incendi, attraverso il satellite, con circa mezz'ora di anticipo. Credo che ciò sia possibile...
PRESIDENTE. Deve concludere, le assicuro.
LELLO DI GIOIA. Credo che vi sia la possibilità di realizzarlo, ma vi è la necessità che il Governo... (Applausi dei depuati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Grazie..
Ha chiesto di parlare la deputata Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, prima di tutto vorrei ringraziare il sottosegretario Rosato per le informazioni che ci ha fornito e che confermano la volontà del Governo di fare sul serio nella lotta agli incendi e di dichiarare la tolleranza zero. Infatti è così che dev'essere, anche perché l'escalation del cambiamento climatico determinerà, e sta già determinando, l'intensificarsi dei cosiddetti eventi climatici estremi: periodi di siccità prolungata - favorevoli, quindi, al propagarsi degli incendi - che si alternano a periodi di pioggia devastanti. Dato che questo sarà il futuro, non ci possiamo certo esimere dall'affrontare il problema con l'attenzione e il rigore che la questione impone. Le cifre parlano chiaro: i boschi, in Italia, ricoprono oltre 8 milioni e 759 mila ettari di territorio, il 29,1 per cento della superficie nazionale. Ben 1 milione e 100 mila ettari sono stati distrutti dal fuoco negli ultimi vent'anni: un'estensione pari all'intera regione Abruzzo. E non sono soltanto gli alberi e la flora a soffrire; cadono vittime del fuoco anche gli animali.
Secondo una stima della LIPU, in ogni ettaro di macchia mediterranea che brucia, muoiono, in media, 400 animali; se si calcola che quest'estate sono andati in fumo ben 9 mila ettari di aree protette (e su questo accanimento sospetto sulle aree protette tornerò), si arriva a circa 3 milioni di animali sacrificati. E non dimentichiamo, naturalmente - più grave di ogni disastro - la perdita di vite umane.
Anche noi vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la vicinanza alle famiglie, e la solidarietà alle popolazioni colpite; lasciatemi dire che, davvero, i cittadini di Peschici meriterebbero una menzione d'onore e una medaglia per il coraggio che hanno dimostrato salvando migliaia di vite umane.
A combattere questo esercito in crescita di incendiari e piromani troviamo in prima linea la Protezione civile che, in questi anni, ha compiuto grandi passi avanti nel coordinamento e il Corpo forestale dello Stato. Quest'ultimo ha effettuato, negli ultimi quattro anni, ben 131.308 controlli; ha compiuto indagini su 28.327 persone, anche se, purtroppo, soltanto 63 sono state colte in flagranza di reato, perché capite bene che è ben difficile individuare il responsabile.
Inoltre, anche quando viene trascinato in dibattimento, vi è spesso un atteggiamento, per così dire, lassista nei confronti del reo perché dare fuoco continua ad essere considerato un reato di serie B. Bene ha fatto, tra parentesi, il Ministro dell'ambiente ad annunciare l'intenzione di indagare se siano stati adeguatamente puniti i pochi piromani colti sul fatto. A proposito, ricordo che il decreto-legge 4 agosto 2000 n. 220, promosso proprio da Pecoraro Scanio, prevede pene severe, dai quattro ai dieci anni. Queste leggi devono essere applicate con serietà, rigore e continuità. Così facendo, i buoni risultati non mancano. Prendiamo, ad esempio, la legge 21 novembre 2000 n. 353: funziona e come, se si garantisce la condizione fondamentale per farla funzionare, ovvero la redazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, il quale stabilisce che quei terreni, per 15 anni, non possono avere una destinazione diversa da quella precedente, scoraggiando così tutti quei criminali che appiccano le fiamme per trarne un vantaggio economico. Purtroppo, in Italia solo il 24 per cento dei comuni ha provveduto a realizzare tale catasto. In testa alla hit parade dei comuni virtuosiPag. 170troviamo la Liguria, con il 61 per cento, dove non a caso si è passati da 801 roghi nel 2003 a 379 nel 2006. La maglia nera spetta invece alla Sicilia che, non a caso, ha il record di ettari andati in fumo, 13.470 e nemmeno un municipio, si può dire zero, che abbia fatto il proprio dovere.
Dunque, poiché la norma è efficace, facciamola funzionare. È per questo motivo che noi Verdi chiediamo con forza - la proposta è stata reiterata dal Ministro dell'ambiente - che i comuni siano costretti a mettersi in regola e che laddove necessario siano ovviamente aiutati a farlo, sanzionando gli inadempienti, fino a commissariare i comuni che non compiano il loro dovere.
Ma rendere più efficaci le leggi non basta, bisogna rafforzare e coordinare meglio le forze in campo, raccordandole con le amministrazioni locali, il territorio e il volontariato, garantendo anche i fondi adeguati.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GRAZIA FRANCESCATO. A tale proposito, vorrei far presente che lo scorso Governo ha ridotto in modo vergognoso le risorse destinate alle aree protette, che non a caso quest'anno sono state il bersaglio preferito di incendiari e piromani. Quindi, dobbiamo difendere le suddette aree e fare in modo che la prevenzione sia il fulcro della battaglia contro gli incendi. Se le forze in campo non bastano, concludo signor Presidente, chiediamo al Ministro della difesa di prendere esempio da quei paesi europei dove la protezione civile si coordina con le forze militari che vengono allertate e addestrate per gli interventi immediati. La prevenzione deve essere la nostra parola d'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Vorrei in primo luogo ringraziare il sottosegretario di Stato per l'interno Rosato, per la puntuale ricostruzione degli eventi e per la tempestività con cui è giunto in quest'aula.
In questi giorni abbiamo assistito ai tragici fatti che si sono verificati in Puglia e in particolare nella bellissima Peschici, dove un terribile incendio, di natura forse dolosa, ha provocato fino ad ora tre morti e diversi feriti, per non parlare delle persone rimaste terrorizzate ed intossicate, e per non parlare del panico che tale evento ha generato nei numerosi turisti che frequentano il Gargano. A tutti loro, come a tutte le altre vittime degli incendi delle altre regioni, va la nostra personale solidarietà e vicinanza. Tutti questi eventi non potranno che avere inevitabili ripercussioni negative sull'ambiente, ma anche e soprattutto sul turismo e sull'economia locale. Come è noto, infatti, il grave problema degli incendi estivi non investe soltanto la Puglia, ma anche molte regioni italiane soprattutto nel centro-sud: la Calabria, la Campania, la Sicilia, la Sardegna, la Toscana e le Marche. Certamente le condizioni climatiche non sono favorevoli, ma molto spesso è la mano dell'uomo a trovarsi dietro la stragrande maggioranza di tali incendi.
È una mano che troppo spesso colpisce in modo doloso, a volte addirittura per trarre un'utilità economica, magari connessa ad interessi della criminalità organizzata.
Il Governo ha giustamente dichiarato lo stato di calamità per consentire alle istituzioni coinvolte di affrontare quest'emergenza con tutti gli strumenti disponibili, con la prontezza e l'efficacia che essa richiede. Si tratta, però, di un problema ciclico che si ripresenta puntualmente ogni anno con cifre spaventose: migliaia di ettari di bosco ogni anno vanno letteralmente in fumo, con enormi danni in termini sia ambientali sia economici, per non parlare dei rischi per la salute e per la stessa vita umana che tutto ciò comporta. La Protezione civile, a cui siamo grati, affronta ogni estate con estrema professionalità ed efficienza, seppur con mezzi limitati, situazioni a dir poco drammatiche,Pag. 171ma quello della Protezione civile non può essere un intervento in grado di risolvere in via definitiva ciò che ogni anno si ripresenta sotto forma di una vera e propria emergenza. Occorre che tutti facciano la propria parte: lo Stato, le regioni, gli enti locali, le forze dell'ordine e i cittadini tutti, che devono vigilare a tutela del territorio in cui vivono.
È sul fronte della prevenzione dunque che ci si deve muovere. La collega Francescato giustamente ha ricordato - e lo faccio anch'io - che il Parlamento ha già cercato di dare una risposta a questa periodica situazione emergenziale, approvando nel 2000 la legge quadro sugli incendi boschivi: la legge n. 353. Si tratta di una legge che prevede tra l'altro la costituzione, da parte degli enti locali, di un catasto delle aree bruciate - su cui ovviamente non si può ricostruire - onde consentire l'effettiva applicazione dei vincoli legati a tale status. Tuttavia, per quanto mi risulta, in numerosi comuni tale norma è rimasta praticamente lettera morta, impedendo ai vincoli stessi di poter essere applicati e quindi alla legge di esplicare la propria efficacia.
Al Governo, in conclusione, esprimiamo, come gruppo dei Popolari-Udeur, il nostro apprezzamento per l'operato svolto finora, ma chiediamo altresì che si attivi con urgenza per garantire che tutti i comuni si dotino del piano del catasto delle aree bruciate. Chiediamo ancora agli enti locali preposti che si dotino di piani appositi di emergenza, piani che evitino ritardi ingiustificati nei soccorsi, in modo da poter salvare vite umane ed evitare danni all'ambiente ed alle strutture abitative.
Non sappiamo se i soccorsi siano stati tempestivi o meno, lo stabilirà l'autorità preposta, però ci aspettiamo dal Governo una più forte politica di prevenzione e dalle forze dell'ordine ogni misura utile a contrastare e reprimere il fenomeno degli incendi dolosi, nonché ogni forma di speculazione ad esso connessa (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 23,35 per le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge n. 2900.
La seduta, sospesa alle 23,15, è ripresa alle 23,35.