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Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 16,58).
GAETANO FASOLINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, desidero rappresentare all'Assemblea una storia che offende la dignità di una cittadina nobile e prosperosa, lede i diritti civili di categorie deboli e mette in crisi l'economia del territorio, oltre a configurare varie implicazioni di ordine igienico-sanitario.
Parlo della chiusura degli edifici che ospitano la stazione ferroviaria di Capaccio Scalo, in provincia di Salerno. Desidero solo ricordare che già da qualche anno la vicina stazione ferroviaria di Paestum è pressoché chiusa, per cui lo scalo di Capaccio accoglie tutti i viaggiatori che si riferiscono all'importante centro archeologico della provincia di Salerno, che è uno dei siti più famosi e senz'altro un giacimento culturale di interesse mondiale.
A seguito di tale inaspettata decisione della società Trenitalia, viaggiatori di ogni Paese, nazionali ed internazionali, pendolari e locali, saranno costretti a sostare sulle banchine all'aria aperta, a sopportare il sole cocente, il freddo, la pioggia, la grandine, il vento. A causa delle modifiche funzionali conseguenti alla chiusura degli edifici, i disabili e gli anziani non potranno più prendere il treno, saranno interdetti i parcheggi e verranno inoltre chiusi i servizi igienici.
Rivolgo una richiesta al Ministro Bianchi, il quale, tra l'altro, è venuto in quei luoghi pochi mesi fa, durante la campagna amministrativa a Capaccio-Paestum, promettendo ristrutturazioni e miglioramento delle relazioni su ferro centrate sulle stazioni di Paestum e di Capaccio Scalo a guisa (mi permetto di dire, signor Presidente Bertinotti) dei Ministri della prima Repubblica.
Sono promesse preelettorali, alle quali sono seguiti provvedimenti gravissimi di segno contrario che tolgono ulteriore competitività al trasporto nel territorio.
Vorrei ancora rappresentare, avviandomi alle conclusioni, che in tale area è deficitario anche il trasporto su gomma, per cui questo ulteriore colpo alle infrastrutture pone veramente in ginocchio l'economia della cittadina, incentrata com'è sul turismo e in attività produttive diversificate.
Mi rivolgo, pertanto, al Ministro Bianchi affinché voglia intervenire rapidamente su Trenitalia e far rientrare unaPag. 73decisione, che mi sembra cervellotica e, soprattutto, contraria agli interessi di quelle popolazioni.
Vorrei anche pregare il Presidente della Camera di intervenire presso il Governo perché la decisione di chiudere gli edifici venga ritirata, anche per prevenire eventuali disordini che potrebbero manifestarsi a causa della collera popolare.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo è presente ed ha ascoltato le sue parole.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, potrei limitarmi ad un burocratico sollecito di risposta ad una mia interrogazione. Infatti, ho rivolto al Ministro dell'ambiente un'interrogazione attinente ad una situazione che riguarda la terra umbra, peraltro anche da lei, signor Presidente, frequentata e conosciuta. Si tratta, precisamente, della sorte di un corso d'acqua denominato Rio Fergia in una località compresa tra i comuni di Nocera Umbra e Gualdo Tadino.
Ho rivolto, ormai da qualche mese, un'apposita interrogazione al Ministro Pecoraro Scanio, il quale tarda a fornire la risposta, mentre la situazione sta letteralmente precipitando.
Non più tardi di ieri mattina mi sono recato sul monte che sovrasta i territori di Gualdo Tadino e Nocera Umbra per essere a fianco alla popolazione dei due comuni, che senza alcuna distinzione di partito e di opinione politica, si sta battendo per difendere l'acqua del prezioso Rio Fergia, contro una delibera della giunta regionale dell'Umbria che, caparbiamente, intende autorizzare una multinazionale alla trivellazione e al prelievo d'acqua dallo stesso.
Si rischia seriamente - si ha grande preoccupazione a tal proposito - che ciò possa portare all'impoverimento di un corso d'acqua intorno al quale si sono sviluppati una cultura, una tradizione, un'economia e un insediamento civile da lunghissimi anni.
Ho già levato, come parlamentare della Repubblica, al di là di ogni speculazione di parte, un monito affinché non si intenda risolvere in termini di ordine pubblico una situazione che vede una popolazione composta di anziani, giovanissimi e cittadini per bene, difendere un bene pubblico, come l'acqua, che dovrebbero essere le autorità amministrative ed i governi locali a tutelare e che rischiano, invece, di minacciare.
Alla luce di questa situazione ho ritenuto, insieme ad altri rappresentanti elettivi del popolo, di essere a fianco alla popolazione di Nocera Umbra e di Gualdo Tadino nella difesa di quel pregiatissimo bene pubblico che è l'acqua e insisto affinché il Ministro dell'ambiente, a nome del Governo, risponda alla mia interrogazione e si intervenga sulle autorità regionali, perché non ritengano di fare intervenire la forza pubblica contro una popolazione locale assolutamente onesta e inerme per difendere un provvedimento che risulta censurabile e non accettato dalla stessa. La ringrazio dell'attenzione.
PRESIDENTE. Segnalerò al Governo il suo rilievo.
ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, voglio portare all'attenzione del Parlamento quanto successo in Kenya, nei confronti del produttore cinematografico Francesco Papa e del suo collaboratore, nonché volto famoso nel mondo del cinema per gli effetti speciali, Silvano Scasseddu.
Come i deputati sanno, i due si trovano agli arresti a Malindi. Infatti, mentre giravano delle azioni di un film, armati di pistole giocattolo, sono stati arrestati, come se fossero stati detentori di armi vere. Quindi, rischiano una pena detentivaPag. 74da 7 a 15 anni. Credo che sia opportuno, signor Presidente, chiedere che il Governo riferisca all'Assemblea su tale vicenda, per conoscere quali azioni stia mettendo in atto, affinché questi due protagonisti dell'arte del cinema possano presto tornare liberi per rientrare in Italia e per poter così svolgere il loro ruolo e la loro professione. Credo che una solidarietà nei loro confronti vada espressa dal Parlamento; chiedo soprattutto che vengano posti in essere tutti gli atti necessari per la loro liberazione.
PRESIDENTE. Segnaleremo al Governo questa sua sollecitazione.