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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo ed il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali.
(Realizzazione da parte della Fondazione Mirror di un impianto sperimentale per lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali - n. 3-01189)
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01189, concernente la realizzazione da parte della Fondazione Mirror di un impianto sperimentale per lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, Signor Ministro, premesso che sul territorio del comune di Avezzano, in provincia de L'Aquila, è insediata la Micron technology Italia; che il 22 maggio scorso lei, signor Ministro, in una conferenza stampa con il presidente della Giunta della regione Abruzzo, Del Turco, ha annunciato la firma di un accordo di programma per il raddoppio dello stabilimento Micron con un contributo pubblico di 500 milioni di euro da parte del Ministero dello sviluppo economico; che, infine, la Micron, attraverso la Fondazione Mirror, ha elaborato un progetto per la depurazione delle acque, vorremmo sapere se risponda al vero che, nell'ambito dell'accordo sopraindicato, sia previsto un inceneritore sperimentale capace di smaltire 250 mila tonnellate di rifiuti tossici speciali e nocivi, snaturando così la piana del Fucino e trasformando in un ricettacolo di rifiuti speciali gran parte delle regioni italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, laPag. 26prima cosa da dire è che l'accordo di programma, cui si fa riferimento, non è ancora attuativo, perché è subordinato alla formale autorizzazione del CIPE ed anche all'autorizzazione comunitaria. In quell'atto non è prevista la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti industriali con le caratteristiche che sono state qui illustrate, ma quell'atto riguarda tre iniziative: un nuovo stabilimento per sensori di immagine a tecnologia avanzata, e due iniziative di attività di ricerca e sviluppo relative al tema dei semiconduttori.
In data 9 luglio, la Micron ha richiesto l'ammissione di ulteriori investimenti, inviando una documentazione integrativa alla prima domanda di accesso, con la breve descrizione di un progetto che riguarda, appunto, un sistema integrato di servizi ecocompatibili elaborato dalla Fondazione Mirror. In questa proposta si prevede la realizzazione di un impianto di depurazione e di recupero dell'acqua (impianto che sarebbe in seguito suscettibile di trattare rifiuti speciali di origine industriale).
Naturalmente, appena ci arriveranno le autorizzazioni comunitarie sull'accordo di programma di base, valuteremo i requisiti di ammissibilità di questa ulteriore proposta, anche in riferimento alla compatibilità ambientale dell'iniziativa.
Voglio dire, a questo proposito, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato che, con un confronto con le competenti autorità centrali e locali, predisporrebbe, nel caso, un approfondimento ispettivo per verificare la conformità di tale ulteriore progetto in relazione alla normativa vigente in campo ambientale.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare.
GIAMPIERO CATONE. Signor Ministro, la Democrazia Cristiana per le Autonomie sin da giugno ha voluto vederci chiaro su questo progetto. Ricordo che il preventivo di spesa per l'investimento di 3 miliardi di euro è, per la gran parte, destinato all'inceneritore (sulla base dei quali si calcolano i 500 milioni di euro).
Comunque, pur essendo favorevoli al raddoppio della Micron, abbiamo approfondito ciò che si nasconde dietro la denominazione di sistema «per la fornitura di servizi ecocompatibili alle attività produttive» che portano, ripeto, a 3 miliardi di euro l'investimento, ossia un impianto sperimentale di 400 mila metri quadrati (grande come sessantasette campi di calcio) per lo smaltimento di 240 mila tonnellate all'anno di rifiuti industriali pericolosi, tossici e nocivi nella piana del Fucino, la quale - ricordo - è considerata «l'orto d'Europa» e da qualche giorno ha ottenuto il marchio IGP, indicazione geografica protetta, per la carota (e credo che sia ancora da proteggere).
Credo che il nostro non sia un «no» pregiudiziale ma razionale e, dopo avere avuto modo di studiare gli effetti di tale tipo di inceneritore, studio che gli amministratori locali di sinistra avrebbero dovuto effettuare, siamo contrari alla realizzazione di un inceneritore sperimentale dimensionato per smaltire cento volte più del fabbisogno della Micron, con un sistema - torcia al plasma - che produce nanopolveri che sono la causa di tumori e di gravi altre patologie.
Signor Ministro, ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per scongiurare un pericolo grave per la salute dei cittadini abruzzesi, per il loro ambiente e soprattutto per le loro attività agricole e per la vita dei loro figli.
(Vicende relative alla crisi aziendale della Palmera - n. 3-01190)
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01190, concernente le vicende relative alla crisi aziendale della Palmera (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, signor Ministro, già il 4 ottobre dell'anno scorso abbiamo discusso in Parlamento del problema della Palmera e il Ministro Bersani ricordava quali fossero i temi in quelPag. 27momento. Oggi siamo all'epilogo, signor Ministro. La Palmera annuncia ormai la sua cessazione, vende l'azienda, lascia oltre 200 dipendenti sul lastrico, senza nessun futuro a partire, forse, dal prossimo 18 settembre, quindi martedì prossimo. In campo ci sarebbe già una trattativa con la Bolton, una multinazionale che è proprietaria anche del marchio Rio Mare, che è il simbolo del tonno in scatola. Chiediamo: la Bolton è disposta soltanto ad acquistare i marchi o a mantenere in piedi anche l'attività ad Olbia e l'occupazione dei lavoratori?
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONIO SATTA. Ho finito ed è importante, signor Presidente.
È in campo un'altra proposta operativa da parte di una società di Genova che opera nel settore del tonno, al secondo posto, che chiede l'acquisizione della società della Palmera e il mantenimento degli occupati e la lavorazione del tonno ad Olbia.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Satta. Come egli sa, il Ministero dello sviluppo economico è da tempo a conoscenza della crisi che la società Palmera sta affrontando e anche dell'importanza che tale società riveste nella trasformazione del comparto agroalimentare, più di recente nella produzione di alimenti per animali con il marchio Petreet, la cui distribuzione sul territorio è localizzata nei depositi di Olbia e Napoli.
Le vicende dell'azienda, l'ho già riferito in risposta ad una sua analoga interrogazione, sono state trattate in questo periodo direttamente dalla regione Sardegna e dal comune di Olbia, che si sono impegnati ad attivare un tavolo congiunto fra le parti per cercare soluzioni alternative, di rilancio e di sviluppo della società. Dalle notizie fornite al Ministero del lavoro risulta effettivamente che la società, in data 1o agosto 2007 ha richiesto, tramite l'associazione industriali del nord Sardegna, l'avvio delle procedure per la concessione di cassa integrazione e crisi e cioè per cessazione.
Il mio Ministero, che ha continuato a seguire le vicende di tale società e le iniziative che nel corso del tempo gli enti locali hanno posto in essere, assicura all'interpellante l'apertura di un tavolo istituzionale che possa interessare tutte le parti coinvolte, nel quale potranno essere valutate proposte alternative, eventualmente anche quella che l'interpellante ha voluto segnalare e di cui, oggi, non abbiamo formalmente comunicazione se non appunto nell'interpellanza in esame, della quale la ringrazio.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
ANTONIO SATTA. Signor Ministro, la ringrazio per la sua chiarezza e per l'onestà dell'informazione. I lavoratori che sono oggi in sciopero generale ci ascoltano, al pari delle forze sindacali e degli amministratori di Olbia. La Palmera è stata un'azienda leader nel settore della trasformazione alimentare e nel tonno, non solo in Sardegna ma nel nostro Paese.
Si tratta di una fine che la Sardegna non merita e neanche il Paese. E allora, se davvero vi è in campo anche la proposta della Società generale conserve di Genova, che è la seconda azienda nel settore della lavorazione del tonno in Italia, di acquistare l'azienda, quindi il marchio, mantenendo in piedi sia la lavorazione ad Olbia sia il mantenimento dei livelli occupazionali, credo che il Governo debba fare ogni possibile sforzo per arrivare a tale determinazione, a meno che la stessa Bolton non intenda fare la stessa cosa.
Però, signor Ministro, lei ha assunto un forte impegno nei confronti del Mezzogiorno e non può permettere, per nessun motivo, che questa azienda chiuda con risultati così nefasti.
Speriamo che il tavolo istituzionale venga convocato quanto prima e porti a risultati certi.
(Misure per prevenire i rischi di un repentino aumento dei prezzi di prodotti di largo consumo - n. 3-01191)
PRESIDENTE. Il deputato Burchiellaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sereni n. 3-01191, concernente misure per prevenire i rischi di un repentino aumento dei prezzi di prodotti di largo consumo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3) di cui è cofirmatario.
GIANFRANCO BURCHIELLARO. Signor Presidente, signor Ministro, secondo alcune segnalazioni dell'associazione dei consumatori si profilerebbe una lunga serie di rincari, spesso ingiustificati, di prodotti di largo consumo che si andrebbero ad aggiungere a quelli già registrati in diversi servizi, come i trasporti (treni dei pendolari, benzina, bollo auto, tariffe bus e metro) o nella scuola (per l'acquisto dei libri e dei corredi scolastici).
L'eventualità di tali aumenti, in concomitanza con il caro mutui, che si sta producendo a seguito della crisi finanziaria internazionale per l'insolvenza dei cosiddetti mutui sub prime statunitensi, rischia di compromettere i bilanci familiari di tanti lavoratori e di tanti pensionati.
PRESIDENTE. Deputato Burchiellaro, concluda.
GIANFRANCO BURCHIELLARO. Le misure sin qui adottate in materia di liberalizzazione e di apertura dei mercati hanno attutito questi processi. Si chiede, quindi, quali altre iniziative intenda assumere il Governo per prevenire i paventati rischi richiamati.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, noi seguiamo con attenzione gli effetti delle misure di liberalizzazione che, in alcuni casi, hanno già determinato un processo di competizione fra gli operatori (telefonia mobile, tariffe aeree, servizi bancari, farmaci da banco) e, in altri casi, le misure devono ancora dispiegare compiutamente i propri effetti, ma segnaliamo subito, come abbiamo già dichiarato, che, dall'impatto di sole cinque fra le oltre trenta misure che abbiamo adottato, vi è stata una diretta incidenza sull'inflazione pari allo 0,23 per cento (che vuol dire, per le famiglie, tra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro).
Questo contributo (sia all'inflazione, sia alla crescita) delle misure di liberalizzazione ieri è stato riconosciuto e certificato dalla Commissione europea.
Sui generi di largo consumo, nell'ultimo periodo, ci sono tensioni internazionali relative ad alcune materie prime, in particolare i cereali, che stanno coinvolgendo le fasi a valle della filiera.
Noi, in via generale, abbiamo richiamato tutti quanti ad un'informazione e una denuncia che abbiano misura e correttezza per non determinare alibi a generali interventi dei prezzi secondo lo schema «se tutto cresce aumento anch'io».
Abbiamo, in realtà, situazioni nelle quali una diminuzione dei prezzi delle materie prime, anche in campo agroalimentare, non si è ancora tradotta in una diminuzione dei prezzi al consumo. Quindi ci sono settori nei quali la tensione esiste, altri settori nei quali la tensione non c'è, ma non si scarica ancora positivamente sui prezzi al consumo.
Noi lavoriamo, intanto, per la cosiddetta moral suasion che non si può dire non sia efficace, come si è visto, questa estate, per la benzina. Noi abbiamo dimezzato, con meccanismi di moral suasion, lo scarto tra il nostro Paese e il prezzo medio europeo e in questo settore agroalimentare avremo, il 20 settembre, un incontro di filiera. Oggi stesso, dopo lo svolgimento del question time, andrò dal Ministro De Castro per un incontro con i consumatori e la grande distribuzione.
Abbiamo chiamato le associazioni rappresentative del commercio e le camere di commercio ad incontri per verificare le criticità e devo anche dire che, in questiPag. 29giorni, ho sottoscritto con la Guardia di finanza un accordo per rendere più funzionali i controlli ispettivi su eventuali tentativi di tipo speculativo.
Ricordo, infine, che vi è un terzo pacchetto di liberalizzazioni (una terza «lenzuolata») oggi all'esame del Senato. Si tratta di 55 articoli che contengono moltissime misure...
PRESIDENTE. Ministro Bersani, concluda.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico... che vanno in direzione dei consumatori e mi auguro che prima della approvazione della finanziaria il Parlamento possa approvarlo.
PRESIDENTE. Il deputato Ruggeri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, noi siamo soddisfatti della risposta del Governo anche perché, facendo il «quadretto», l'Unione europea, proprio in questi giorni, ha affermato che l'anno scorso, nel 2006, l'inflazione era al 2,2 e oggi è all'1,9.
Tale abbassamento del livello generale dei prezzi ha una causa: l'attività del Governo in carica, su questo non ci piove. Solo avendo eliminato il canone sulle tessere dei telefoni, i prezzi delle telecomunicazioni sono scesi del 14 per cento. Quindi, questo è un Governo amico delle famiglie, dei redditi più bassi, dei pensionati.
Ricordo che, oltre a quanto ha detto il Ministro Bersani, anche il Ministro De Castro, il 20 settembre, aprirà un tavolo di concertazione con i soggetti dell'agricoltura, che hanno promosso lo sciopero e la manifestazione. C'è anche il protocollo del welfare, firmato il 23 giugno, siglato al fine di aumentare il potere d'acquisto soprattutto dei nostri pensionati e delle nostre famiglie.
Pertanto, penso che il Governo sia attento a tali problemi che non sono da sottovalutare, perché se ieri la gente non riusciva ad arrivare alla quarta settimana, adesso qualcuno ci arriva. Tuttavia, abbiamo i «furbetti dei supermercatini» e, in tale ambito, il Governo è attento, com'è stato attento alle banche, ai telefoni e alle varie caste che compongono il nostro Paese.
(Riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 - n. 3-01192)
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01192, concernente la riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor Ministro, il decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge n. 248 del 2006, in qualche modo aveva la finalità di ridurre i componenti degli organi collegiali dei vari dicasteri per tesaurizzare il risparmio. Purtroppo, lei signor Ministro, nel ricomporre la Commissione centrale delle cooperative, di fatto ha stravolto la cosiddetta «norma Basevi», che fu il fondatore del moderno sistema cooperativo, un antesignano dello sviluppo della cooperazione nel nostro Paese. Pertanto, secondo noi, è stato tradito il termine della legge che voleva puntare a risparmiare...
PRESIDENTE. Deputato D'Ulizia, la prego di concludere.
LUCIANO D'ULIZIA... anziché stravolgere una norma che ha dato degli ottimi risultati.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. La riduzione del numeroPag. 30dei componenti di tale Commissione (erano 37, mentre adesso sono 11) è stata necessariamente adottata seguendo dei criteri, ovvero il superamento della pariteticità della rappresentanza delle associazioni, per arrivare ad un principio di rappresentatività, riferita alla consistenza associativa. È stato seguito un principio generale che vale per il CNEL, per le camere di commercio, per tutti gli organi di emanazione sindacale, superando quindi un'eccezione, ed entrando nel sistema che presiede a tale tipo di nomine e di organizzazioni. Anche la presenza dei ministeri è stata ridotta da 9 a 5.
La circostanza segnalata dall'interrogante, per cui è stata nominata la Commissione centrale con procedure iniziate quando era ancora vigente quella precedente, è stata dovuta solo a ragioni tecniche, per garantire la continuità dell'attività e, naturalmente, con garanzia che la Commissione precedente potesse lavorare fino alla naturale scadenza.
A chi sostiene che in realtà non si sia realizzato un risparmio e che tale norma è stata inserita a titolo di risparmio di spesa, ricordo che, benché in questo caso non ci siano pagamenti di gettoni od altro, tuttavia le connesse spese di struttura e di segreteria sono sempre ritenute correlate al numero dei componenti e, quindi, riducendo questi apparati, abbiamo potuto e dovuto collegare tale norma anche al tema generale - affrontato nella recente legislazione - di una riduzione del carico di spese e del numero dei componenti dell'insieme di queste Commissioni. Aggiungo, per completezza di informazione, che la nuova Commissione centrale per le cooperative è stata ricostituita con decreto del 5 settembre 2007.
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di replicare.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta, pur tuttavia mi devo dichiarare assolutamente insoddisfatto.
Ministro Bersani, evidentemente noi intendiamo in diverso modo la cooperazione. Di fatto noi non lamentiamo che lei abbia intaccato anche la pariteticità della rappresentanza del movimento cooperativo, ma che il presidente della commissione centrale è stato sempre un esponente del movimento cooperativo e che lei, invece, con quel decreto ha passato la mano al Ministro dello sviluppo economico: in tal modo il presidente non sarà più un cooperatore, ma un rappresentante dal Governo.
Non si tratta di una questione tecnica o di numeri, ma di impostazione politica! Che cosa si è voluto realizzare? Si è voluto che il movimento cooperativo perdesse in qualche modo la propria autonomia. Noi non accettiamo questo discorso, lo contestiamo! Il movimento cooperativo deve mantenere la sua autonomia! Vedremo poi, quando ci sarà da valutare la questione che riguarda, purtroppo, i nostri amici Fassino e D'Alema, come ce la sbroglieremo in questa situazione.
Mi dichiaro, lo ripeto, insoddisfatto perché, anche se lei qui, signor Ministro, lo ha negato, ma c'è stato un taglio politico. Si vuole sottomettere la cooperazione ad un governo estraneo alle proprie logiche e alla propria cultura. Noi denunciamo questo in Parlamento: la cooperazione non può essere sottomessa ad una logica diversa, che non sia quella della propria missione, dei propri soci, del ruolo che essa svolge in questa società e in Europa.
(Iniziative normative in materia di conferimento a magistrati di incarichi ulteriori rispetto allo svolgimento delle funzioni giurisdizionali - n. 3-01193)
PRESIDENTE. Il deputato Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01193, concernente iniziative normative in materia di conferimento a magistrati di incarichi ulteriori rispetto allo svolgimento delle funzioni giurisdizionali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Ministro, il TAR del Lazio haPag. 31accolto la richiesta delle aziende concessionarie dell'opera ferroviaria TAV, bloccando l'attuazione del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7. Al presidente del Tribunale amministrativo regionale del Lazio è stato attribuito anche l'incarico di arbitro designato da società, che fanno parte dei consorzi ricorrenti contro l'attuazione del decreto-legge citato che revoca le concessioni e prevede nuove gare pubbliche per realizzare la tratta ferroviaria.
Le domande che rivolgo al Governo sono le seguenti: com'è possibile che al magistrato siano conferiti ulteriori incarichi rispetto alle funzioni che gli competono? Qual è, inoltre, il compenso da questi ricevuto, quale arbitro, dalle società ricorrenti contro l'articolo 12 del decreto-legge n. 7 del 2007?
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. I criteri per l'autorizzazione allo svolgimento di ogni incarico da parte dei magistrati, compresi quelli relativi alla presidenza dei collegi arbitrali e anche l'eventuale rilascio di tali autorizzazioni, sono affidati dalla legge alla competenza, per ciascuna magistratura, dei rispettivi organi di autogoverno.
L'organo di autogoverno della giustizia amministrativa è il relativo Consiglio di presidenza di cui fanno parte, tra gli altri, quattro membri non magistrati eletti dal Parlamento. Tale organo ha completato il quadro normativo che disciplina la materia. In particolare si prevedono, oltre a un limite numerico individuale di incarichi arbitrali autorizzabili, specifici tetti retributivi, parimenti annuali, oltre i quali nessun incarico è più autorizzabile.
Specifiche indagini preventive sono inoltre svolte al fine di verificare l'insussistenza di condizioni di incompatibilità rispetto alle parti del singolo provvedimento, mentre - voglio sottolineare alla sua attenzione questo punto - per il periodo successivo al rilascio dell'autorizzazione è il singolo magistrato a dover valutare l'eventuale ricorrenza delle condizioni per l'applicazione degli istituti dell'astensione obbligatoria e facoltativa, di cui al primo e secondo comma dell'articolo 51 del codice di procedura civile, ferma la possibilità per le parti di avvalersi dell'istituto della ricusazione.
La vigilanza sulla correttezza della condotta dei magistrati spetta al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Sarà dunque l'organo di autogoverno, nell'ambito della sua autonomia, a procedere alle eventuali verifiche circa il rispetto, nel caso specifico, dei suddetti criteri e limiti in materia di incarichi extragiudiziali. Analoghe regole sono previste per la giurisdizione contabile e per l'Avvocatura dello Stato.
Per quanto si riferisce ai compensi percepiti dai magistrati amministrativi, l'articolo 8 della legge n. 137 del 2002 ha istituito un fondo perequativo nel quale viene versata la metà del compenso corrisposto al magistrato, che ne trattiene la restante metà, al netto degli oneri fiscali. In ogni caso, il Governo non solo è disponibile, ma intende approfondire il tema sollevato dall'onorevole interrogante riguardante le possibili sovrapposizioni di incarichi dei magistrati, anche con iniziative di carattere normativo.
Per effetto del sistema sopra descritto, si è riscontrato che il compenso netto percepito dal presidente De Lise per la presidenza del collegio arbitrale Cepav contro ANAS, specificamente autorizzato, è stato pari a 41 mila 550 euro. Viceversa, non è ancora noto il compenso definitivo relativo alla presidenza del collegio arbitrale riguardante la questione Ircav, parimenti autorizzata, in quanto il relativo ammontare non risulta ancora determinato, mentre sono stati erogati acconti...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. ... salvo conguaglio negativo o positivo. Il compenso definitivo, secondo lePag. 32regole generali, sarà oggetto di pubblicità. Infine, in merito all'ordinanza di rimessione alla Corte di giustizia delle Comunità europee, il Governo ha proposto appello al Consiglio di Stato contro tale ordinanza.
PRESIDENTE. Il deputato Zipponi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Ministro, le risposte intervengono parzialmente sul quesito posto. Pertanto, mi permetto solo di dire che il Governo aveva finalmente trovato una soluzione all'annosa vicenda in base alla quale l'Italia, finora, è stato l'unico Paese europeo a realizzare la più grande opera pubblica - l'alta velocità ferroviaria - senza gara pubblica e spendendo molto più degli altri Paesi.
L'ordinanza sottoscritta dal presidente del TAR del Lazio, che appunto svolse l'incarico di arbitro relativamente a vicende che riguardano le aziende ricorrenti, si pone ai limiti di quanto consentito dall'ordinamento con riferimento ad un provvedimento giurisdizionale e probabilmente li oltrepassa. Infatti, l'ordinanza sospende l'operatività di un atto di urgenza avente forza e valore di legge già convertito dal Parlamento, quindi tende ed invadere anche la sfera del potere legislativo. Occorre, dunque, valutare quali siano le azioni che il Governo può intraprendere e se esistano gli estremi per sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Sul punto lei ha già risposto. In ogni caso, la questione impone un deciso intervento in tempi brevi al fine di tutelare il buon andamento e la trasparenza nella realizzazione di un'opera pubblica da 12 miliardi di euro, nonché al fine di prevenire ed eliminare situazioni ed episodi che possono far dubitare i cittadini dell'imparzialità del magistrato, tanto più gravi e insidiosi quando coinvolgono le massime cariche della giustizia amministrativa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURIZIO ZIPPONI. Con le nuove gare sarà possibile costruire anche un positivo rapporto con le popolazioni, cercando soluzioni alternative ...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO ZIPPONI. ... e compatibili con l'ambiente e il territorio in cui si vogliono realizzare tali opere (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar - n. 3-01194)
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01194, concernente misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, la situazione politica e sindacale dei diritti umani nell'ex Birmania, oggi denominata Myanmar, è sempre più grave e drammatica. Tutti conoscono la vera e propria persecuzione contro Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da diciassette anni agli arresti domiciliari. Sempre più pesante è, in generale, la feroce repressione contro i dissidenti e gli oppositori politici.
I diritti politici e civili sono ogni giorno calpestati, le risoluzioni dell'ONU e del Parlamento europeo vengono ignorate e nell'ex Birmania si pratica sistematicamente il lavoro forzato. Pochi giorni fa sei giovani sindacalisti sono stati condannati a scontare dai venti ai ventotto anni di carcere per un seminario sui diritti del lavoratore. È quindi necessario che tutta la comunità internazionale, e il Governo italiano in particolare, intervengano in ogni modo in tutte le sedi per garantire il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e per il ripristino della democrazia nell'ex Birmania.
PRESIDENTE. Il Ministro per rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Boato, il Governo condivide il suo richiamo all'attenzione e alla preoccupazione. L'Italia sta seguendo con grande attenzione ed apprensione gli sviluppi della vicenda, anche alla luce dei disordine delle ultime settimane e degli arresti di numerosi esponenti dell'opposizione, da lei ricordati.
La Presidenza dell'Unione europea ha diramato, a nome nostro e di tutti i partners europei, un comunicato di condanna che sollecita il rilascio degli attivisti e l'avvio di un dialogo con tutte le componenti della società civile.
Abbiamo anche effettuato, come Governo italiano, proprio in questi giorni, un passo presso l'ambasciata del Myanmar a Roma per esprimere questa preoccupazione e il disappunto per il fallimento della Convenzione nazionale che era stata convocata in agosto. Le attese della comunità internazionale sulla questione birmana sono, in questa fase, legate al mandato del consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari. L'Italia sostiene il mandato di Gambari, di cui condivide l'approccio complessivo che abbraccia tutti gli aspetti della problematica, inclusi i temi dell'aiuto umanitario, dei bambini, dei conflitti armati, della lotta alla droga, dell'educazione, del lavoro forzato e della sanità. La missione di Gambari, del resto, si ispira agli stessi presupposti dell'iniziativa italiana Friends of the Bangkok Process improntata al dialogo critico con la Birmania.
Riteniamo, infatti, che formule come «dialogo critico» possano costituire lo strumento più efficace per tentare di sollecitare la promozione di sviluppi democratici in Myanmar. L'Italia, inoltre, si è costantemente adoperata nell'ambito dell'Unione europea e nelle altre sedi internazionali per la liberazione della signora Aung San Suu Kyi alla vigilia del rinnovo degli arresti domiciliari del marzo scorso e, all'indomani della proroga, l'Unione europea ha espresso la sua condanna invitando il Governo birmano a rilasciare la leader della Lega nazionale per la democrazia e gli altri prigionieri politici.
Nell'ambito delle Nazioni Unite, lo scorso anno, l'Italia ha attivamente concorso alla presentazione da parte dell'Unione europea di una risoluzione su Myanmar, nella quale era stato ottenuto l'inserimento di un esplicito richiamo al lavoro forzato. Come lei credo sappia, purtroppo, il veto di Russia e Cina nel Consiglio di sicurezza impedirono a questa mozione l'effettiva attuazione.
Nel dialogo, infine, con le agenzie internazionali registriamo il confortante esito delle missioni compiute nei mesi scorsi da alti funzionari ONU competenti in materia di bambini soldato e aiuto umanitario, nonché gli sviluppi relativi alla cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro e, in particolare, la firma, il 27 febbraio scorso, del protocollo di intesa istitutivo di un meccanismo di denuncia, che auspichiamo possa costituire un valido strumento nella lotta al lavoro forzato.
Siamo d'accordo con lei perché l'Italia e l'Unione europea vogliono aumentare gli sforzi per lenire le sofferenze del popolo birmano, quindi è unanime l'obiettivo di intensificare l'aiuto rivolto alla popolazione. Le assicuro che il Governo continuerà ad impegnarsi per la ricerca di soluzioni che inneschino una dinamica positiva nella questione birmana e favoriscano l'avvio di un autentico processo democratico.
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, noi del gruppo dei Verdi ringraziamo il Ministro Chiti, che rappresenta in questa sede il Ministero degli esteri, per le valutazioni che ci ha prospettato e per la ricognizione che ha potuto svolgere anche più estesamente riguardo a tutti i drammatici problemiPag. 34di carattere politico e istituzionale relativi ai lavoratori, al lavoro forzato, alla situazione dei bambini, agli oppositori politici, ai sindacalisti che io stesso sinteticamente avevo ricordato.
Mi permetta solo, signor Ministro, di farle osservare che, a mio parere, l'espressione «dialogo critico» da lei usata - forse per comprensibili ragioni diplomatiche - è tuttavia, da un punto di vista politico, inadeguata. Devo tuttavia riconoscere che i contenuti di quanto lei ha dichiarato sono sicuramente molto forti e condivisibili. Del resto essi riprendono, giustamente, temi già posti da varie organizzazioni. Già dal 2000, con una serie di risoluzioni, l'Organizzazione internazionale del lavoro ha posto con assoluta forza tali questioni, poste anche dal Parlamento europeo con le quattordici risoluzioni che si sono succedute in questi anni (l'ultima del 21 giugno 2007). Mi riferisco anche alle denunce gravissime che il Comitato internazionale della Croce rossa, attraverso il suo Presidente Jacob Kellenberger, ha presentato ancora recentemente, il 19 luglio 2007, nonché a quelle che sono contenute, da ultimo, nel rapporto internazionale per il 2007 dell'organizzazione Amnesty International, che ha segnalato l'intensificarsi della repressione messa in atto in Myanmar, ex Birmania. Credo, inoltre, che vadano anche ricordate le iniziative non solo politiche e governative, ma anche della società civile assunte in Italia; iniziative che, dal maggio 2007, stanno portando avanti CISL, Legambiente, WWF e Greenpeace lanciando una vera e propria campagna per la Birmania. Da ultimo, è intervenuta al riguardo anche la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro su Raitre.
PRESIDENTE. Deputato Boato, concluda.
MARCO BOATO. Concludo, Presidente. Ho voluto citare anche queste iniziative politiche, sociali e culturali perché l'impegno politico e umano deve essere assunto a tutti i livelli, al fine di ripristinare la democrazia in Myanmar (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno).
(Interventi a sostegno delle attività di ricerca nel settore oncologico - n. 3-01195)
PRESIDENTE. La deputata Moroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01195, concernente interventi a sostegno delle attività di ricerca nel settore oncologico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmataria.
CHIARA MORONI. Signor Ministro, la legge finanziaria per il 2005 ha disposto l'istituzione presso la Cassa depositi e prestiti di un apposito Fondo rotativo, denominato «Fondo rotativo per il sostegno delle imprese e gli investimenti in ricerca», con una dotazione iniziale di sei miliardi di euro. La legge finanziaria per il 2006, «al fine di garantire un adeguato sostegno al potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo industriali nel settore oncologico svolte da strutture di eccellenza specializzate nel settore», ha destinato un importo pari a 50 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo rotativo. Il CIPE, in data 22 marzo 2006, ha previsto, dopo aver dato corso alla prima assegnazione di 1.100 milioni di euro, un ulteriore riparto del Fondo rotativo, assegnando al Ministero dell'università e della ricerca circa 700 milioni di euro. Nel febbraio 2007 il Ministero dell'università e della ricerca ha evidenziato la priorità per l'utilizzo della seconda tranche e ha destinato 50 milioni di euro a sostegno del riorientamento e del potenziamento dei centri di ricerca industriale nel settore farmaceutico-oncologico.
PRESIDENTE. Deputata Moroni, concluda.
CHIARA MORONI. Concludo, Presidente. Ciò premesso, vorrei sapere se il Governo ritenga di intervenire in tempi rapidi per l'assegnazione di questi fondi e garantire l'avvio del bando, che è già stato predisposto dal Ministero dell'universitàPag. 35e della ricerca, nel quale si prevede l'assegnazione di fondi per 50 milioni di euro.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzonali. Signor Presidente, come l'onorevole Moroni ricordava, il 31 agosto 2006 il Ministro dell'università e della ricerca ha emanato una direttiva contenente gli indirizzi per la destinazione della quota di 690 milioni di euro, ricompresa nell'ambito del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca istituito presso la Cassa depositi e prestiti dalla legge finanziaria per il 2005. Tali risorse sono state destinate, tra l'altro, al lancio di un programma di ricerca nel settore dell'oncologia (50 milioni di euro), così come disposto dal comma 581 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2006. Successivamente, il CIPE, nella seduta del 16 marzo 2007, ha indicato un'ulteriore priorità nell'utilizzo di queste risorse, destinandole, in una misura pari almeno a 50 milioni di euro, al sostegno di iniziative a favore del riorientamento e del rilancio dei centri di ricerca che operano nel settore farmaceutico-oncologico. In considerazione di ciò, il 18 maggio scorso il Ministro dell'università e della ricerca ha provveduto ad adeguare la direttiva del 31 agosto 2006, recependo totalmente le indicazioni provenienti dal CIPE. Pertanto, a valere sulle risorse del Fondo della Cassa depositi e prestiti, sono destinate ad interventi nel settore dell'oncologia risorse per complessivi 100 milioni di euro, da utilizzare nel modo seguente: cinquanta milioni di euro per l'attivazione di un bando ai sensi delle disposizioni del decreto legislativo n. 297 del 1999 (il bando è pronto e, nei prossimi giorni, sarà sottoposto alla preventiva e necessaria registrazione della Corte dei conti); cinquanta milioni di euro per il sostegno del riorientamento dei centri di ricerca industriale che operano nel settore dell'oncologia. Tali progetti sono di recente pervenuti al Ministero e sono in fase di valutazione. Tutto ciò non è solo auspicabile, ma sicuramente sarà adottato al più presto un provvedimento a tale riguardo.
PRESIDENTE. La deputata Moroni, ha facoltà di replicare.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta dettagliata fornita alla mia interrogazione.
Naturalmente non posso ritenermi soddisfatta, poiché la risposta fornita riguarda fatti che già conosciamo: i fondi non sono stati ancora distribuiti, nonostante siano stati stanziati da molto tempo. Ci sono cento milioni di euro che devono essere assegnati a progetti di ricerca in un settore estremamente delicato ed importante, come è quello della ricerca industriale nel settore farmaceutico e oncologico. Il bando, inoltre, dovrebbe essere stato predisposto dagli uffici del Ministero dell'università e della ricerca da molto tempo, ma ancora non è stato approvato e non è stata ancora definita la commissione che dovrà vagliare le domande che saranno presentate.
Ci sono 50 milioni di euro da assegnare ex articolo 10 del decreto ministeriale n. 593 del 2000 e ci pare assolutamente inaccettabile che i fondi stanziati dalle leggi finanziarie per il 2005 e per il 2006 - peraltro, nell'accordo di programma era stato individuato lo strumento migliore per assegnarli - siano ancora fermi presso il Ministero dell'università e della ricerca e non possano essere utilizzati in un settore strategico come quello della ricerca oncologica, già altamente sottofinanziata in questo Paese.
Ci auguriamo che il Governo intenda veramente provvedere, nel più breve tempo possibile, assegnando questi fondi agli enti e alle strutture specializzate nella ricerca in questo settore.
(Iniziative in materia di politiche di risparmio idrico - n. 3-01196)
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01196, concernente iniziative in materia di politiche di risparmio idrico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, nessun programma di Governo, neanche nei nostri Paesi occidentalizzati ed evoluti, può fare a meno di affrontare la questione dell'acqua e del risparmio idrico. In particolare, molti sono consapevoli ormai che l'acqua rappresenta la questione del futuro, anche per i nostri Paesi occidentali.
In Italia, a fronte di una diminuzione di acqua utilizzabile del 25 per cento, secondo le previsioni più aggiornate, vi sono comparti, come quello agricolo, che continuano a consumare il 65 per cento delle risorse. Nelle regioni del nord si arriva all'80 per cento delle risorse idriche utilizzate in coltivazioni intensive.
Pochi sanno che secondo i dati ufficiali, anche quelli delle organizzazioni che si occupano dell'acqua, i prelievi autorizzati, per esempio, nel bacino del Po sono più del doppio della sua normale portata d'acqua. Chiedo al Governo come intenda continuare la sua azione sul risparmio idrico.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, si apre giusto oggi la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici e quello dell'acqua è uno dei temi centrali.
Siamo reduci da un'estate che si era aperta all'insegna della grande preoccupazione sul versante della siccità, che metteva da subito l'uno contro l'altro i diversi usi, al punto che si pensava che forse avremmo avuto problemi sul versante energetico per mancanza di acqua negli invasi. Vi era un'evidente concorrenza fra gli usi.
Il Governo sta valutando iniziative per uscire da una logica troppo settorializzata nella gestione dell'acqua, fermi restando alcuni paletti che la legge ci pone, cioè la priorità degli usi civili e del mantenimento di un minimo di flusso vitale dell'acqua nei corpi idrici.
Si tratta di lavorare anche per superare una frammentazione amministrativa, che vede responsabilità diffuse fra ministeri, regioni, enti locali, autorità di bacino, consorzi di bonifica e quant'altro. C'è un gruppo di lavoro presso il mio ministero che coinvolge i Ministeri dell'ambiente, delle infrastrutture, dello sviluppo economico e degli affari regionali per cercare di coordinare questo lavoro. È indubbio che ci dobbiamo interrogare sulle alternative e contemporaneamente rafforzare il lavoro che stiamo facendo per il risparmio dell'acqua.
Nello specifico, per quanto riguarda l'agricoltura, credo che, al di là della questione amministrativa delle concessioni, il vero discorso sia quello di collegare in maniera più chiara concessioni idriche e uso della risorsa alla politica agricola comunitaria e aggiornare, di conseguenza, su questo versante il fronte della domanda irrigua.
Rimane evidente che una risorsa che diventa sempre più scarsa va tutelata con tutti i mezzi, non ultima una politica tariffaria che renda più chiare le alternative di uso e la concorrenza tra gli usi possibili, dando priorità - lo ripeto - a una gestione dell'acqua per gli usi civili e potabili che, ovviamente, sono essenziali per le nostre famiglie.
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di replicare.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta, che mi soddisfa. Il ruolo del Ministro per l'attuazione del programma di Governo èPag. 37fondamentale in questo caso, proprio perché tiene conto di varie esigenze e di settori diversi che, sulla questione dell'acqua, in molti casi, si trovano in conflitto o con interessi contrastanti.
Il programma del centrosinistra, a pagina 151, prevede una parte specifica sulla questione dell'acqua, con un riferimento specifico e puntuale alla graduazione delle tariffe (penalizzando progressivamente i consumi elevati) e una parte che propone di rivedere ed aggiornare i canoni di concessione del prelievo idrico.
Le questioni che stiamo vivendo, grazie al segnale d'allarme dell'emergenza idrica e della siccità, ci devono portare ad affrontare il tema, che è epocale, e a valutare anche misure straordinarie ed eccezionali. Occorre premere per cambiamenti culturali e per politiche agricole innovative, occorre saper conquistare, nel mondo agricolo, anche il mondo agricolo del nord di questo Paese, che si è basato su una presenza d'acqua tradizionalmente ricca e costante e che ormai, invece, deve fare i conti con esigenze idriche non corrispondenti alla portata delle acque presenti. Altrimenti, la risposta più facile e, secondo noi, più inadeguata sarà quella di costruire grandi infrastrutture molto impattanti sul territorio che non daranno risultati, perché la carenza idrica è segnalata proprio alla fonte: mancano le piogge nei momenti più necessari per la produzione agricola.
Come radicali della Rosa nel Pugno...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BRUNO MELLANO. ... anche con l'aiuto dell'associazione radicale Aglietta di Torino, da anni ci occupiamo della questione; abbiamo scritto anche un decalogo, che diffonderemo a mezzo stampa, per aiutare questo nostro Governo ad essere attivo e puntuale nelle misure che si possono adottare, che sono concrete e che possono essere attuate - in parte, già lo sono state - con il piano irriguo nazionale.
(Intendimenti del Governo in merito al piano industriale 2008-2010 di Alitalia - n. 3-01197)
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01197, concernente intendimenti del Governo in merito al piano industriale 2008-2010 di Alitalia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, il Governo, che si è annunciato in questo anno di legislatura come un Governo di risanamento, oggi compie una scelta, legata al nuovo piano industriale di Alitalia, di suicidio politico e, in termini generali, di suicidio economico.
Studi approfonditi, infatti, prevedono che con lo spostamento da Malpensa a Fiumicino della flotta aerea il Paese (non solo Alitalia) subirà un danno da 1,2 a 1,5 miliardi di euro per la perdita di sette milioni di passeggeri.
Signor Ministro, ci deve dire quali sono le scelte industriali...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA GIBELLI. ... che permettono a questo Governo di sostenere un piano industriale incompatibile con l'economia occidentale del Paese e, soprattutto, del nord d'Italia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la società Alitalia ha preso atto, alla fine dello scorso mese di luglio, della conclusione senza esito della procedura competitiva per la vendita di una quota non inferiore al 39,9 per cento, avviata dal Ministero dell'economia nel dicembre 2006. Tenuto conto della conferma da parte del Ministero dell'intenzione di cedere il controllo della società,Pag. 38essa ha predisposto un piano industriale triennale 2008-2010 denominato «di sopravvivenza e transizione», finalizzato a perseguire condizioni di sostenibilità e di continuità aziendale in breve e medio termine, nell'attesa di decisioni definitive in merito al futuro assetto proprietario della società.
L'insostenibilità dell'attuale trend di perdite, che si andranno ad aggiungere a quelle fino ad oggi registrate, infatti, ha reso necessaria un'immediata elaborazione di un piano industriale la cui finalità principale è da rilevare nell'esigenza prioritaria di contenere rapidamente le perdite e l'erosione di mezzi propri, ricorrendo a iniziative di forte discontinuità rispetto al passato, sia in termini di network (modifica dell'assetto del business di Alitalia, in modo da renderlo economicamente più sostenibile), sia di contenimento dei costi.
Le iniziative previste nel piano sono, quindi, finalizzate a preservare il brand Alitalia anche attraverso la realizzazione di un posizionamento industriale in grado di favorire, in tempi ragionevolmente brevi, l'ingresso di terzi con competenze e risorse finanziarie per lo sviluppo della società. Solo in un quadro di rilancio di Alitalia potrà trovare soluzione il tema di un uso ottimale delle principali strutture aeroportuali nazionali, a partire da una razionalizzazione del sistema degli aeroporti del nord.
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di replicare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, mi spiace che il Ministro Santagata, sostituendo con un pezzo di carta il Ministro Bianchi, si sia assunto la responsabilità del Governo con delle argomentazioni che, francamente, lasciano semplicemente sbigottiti, in quanto le affermazioni che gli hanno suggerito nel testo scritto sono false! Il semplice fatto che egli abbia dichiarato in aula, oggi, che il piano di Alitalia sia volto a salvare la compagnia, facendone pagare il prezzo industriale ed economico all'aeroporto di Malpensa, che è il centro dell'economia del Paese, è un fatto così drammatico e inaudito sul piano politico che non ha alcun tipo di giustificazione.
La prospettata riduzione del network di Alitalia avrà solo la conseguenza di regalare una compagnia aerea vincolata ad un piano industriale che la mortifica; essa verrà semplicemente inglobata in un grande network - probabilmente transalpino - che la utilizzerà come compagnia regionale, mortificando gli investimenti fatti dal Paese su Malpensa, in funzione di una competitività e di un libero mercato che sono nelle «lenzuolate» di Bersani, che, di fatto, diventano dei semplici fogli di carta per piangere dopo aver gettato dalla finestra miliardi di euro.
È ingiustificato a livello industriale l'avallo...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANDREA GIBELLI. ... che il Ministro dell'economia e delle finanze darà rispetto a un piano industriale che, per il Paese, costituirà una perdita di un asset strategico che non ha alcun tipo di giustificazione e che, ancora una volta, farete pagare al nord per salvare il centralismo romano e Fiumicino (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
(Impatto dell'indulto sulla crescita della criminalità - n. 3-01198)
PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01198, concernente l'impatto dell'indulto sulla crescita della criminalità (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), che ha testé sottoscritto.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, è statisticamente dimostrato che l'indulto approvato dal Parlamento e fortemente voluto dal Governo e dalla maggioranza ha provocato un drastico aumento dei reati; per alcuni reati più gravi,Pag. 39come le rapine in banca, i furti e, talvolta, anche gli omicidi, tale indice è addirittura raddoppiato!
Il Governo deve farci capire concretamente cosa intende fare, al di là delle dichiarazioni propagandistiche. Peraltro, l'indulto ha provocato un aumento dei costi: infatti, sebbene sia stimato che circa 70 mila euro per ogni beneficiario dell'indulto, poiché non è più in galera, costituiscono un risparmio, i reati commessi dalla persona uscita di galera per via dell'indulto costano alla società circa 150 mila euro.
Inoltre, esso non è servito neanche al carcere: prima dell'indulto, infatti, le persone in carcere erano 60 mila e in un solo anno vi sono stati circa 43 mila nuovi rientri.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
EDMONDO CIRIELLI. Vorremmo, quindi, sapere quali provvedimenti intenda adottare il Governo per risolvere questo problema che, certamente, non è stato affrontato in maniera seria e, soprattutto, corretta da parte del Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, devo ancora una volta iniziare il mio intervento ricordando che la legge sull'indulto fu approvata da oltre due terzi dei componenti le Camere a seguito di un'iniziativa parlamentare e non del Governo.
Il Governo ha continuato a monitorare la situazione e, secondo gli ultimi dati del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la percentuale dei detenuti arrestati in flagranza di reato o destinatari di provvedimenti cautelari, dopo essere stati scarcerati per aver beneficiato dell'indulto, è pari al 22 per cento.
I problemi della criminalità organizzata e della microcriminalità, evidentemente, hanno radici più lontane e profonde rispetto a quelle dell'indulto e siamo convinti sia necessario contrastare il crimine e tutelare i cittadini con assoluto rigore. La sicurezza della collettività costituisce uno degli obiettivi primari del Governo e - lo posso affermare - di tutte le forze politiche presenti in Parlamento.
Il Governo sta costruendo un significativo pacchetto di misure sulla sicurezza con particolare riferimento alle città e a forme di coordinamento delle forze dell'ordine e tra i vari livelli istituzionali, impegnando in questa importante azione anche le città, i comuni e i sindaci.
Il Ministero della giustizia, per quel che lo riguarda, è attualmente impegnato nello studio di numerose modifiche normative per apportare all'ordinamento tutti i correttivi necessari per rendere più efficienti i sistemi cautelare, sanzionatorio e di prevenzione, garantendo la certezza dell'esecuzione dei provvedimenti ed assicurando tempi più celeri per arrivare alla pronuncia di merito.
Più in dettaglio, in primo luogo si prevede l'estensione ai reati di maggiore allarme sociale della disciplina già prevista dall'articolo 275 del codice di procedura penale per i reati di criminalità organizzata. In altri termini, anche in questo caso, in presenza di indizi di colpevolezza, la misura cautelare della custodia in carcere viene applicata automaticamente.
È allo studio la valorizzazione del ricorso al giudizio immediato nei confronti di quei soggetti che siano indagati per reati già loro contestati nell'applicazione di una misura coercitiva, così come l'estensione ad altri reati di particolare allarme sociale del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena detentiva in modo che alla condanna definitiva segua sempre ed immediatamente l'esecuzione della pena.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Nel concludere, vorrei far presente che, fra le altre attività, si sta lavorando per migliorare il sistema informativo del casellario giudiziario e per fornire altri strumentiPag. 40alla magistratura per l'azione di accertamento delle situazioni patrimoniali.
PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, in primo luogo non mi dichiaro soddisfatto in quanto il Governo elude le responsabilità politiche e non risponde completamente alla domanda.
Il Governo elude le responsabilità politiche perché sa bene, come tutti gli italiani, che subito dopo le elezioni il Ministro della giustizia, onorevole Mastella - per la verità accompagnato da tutti i presidenti di gruppo di maggioranza, che hanno voluto fosse posto all'ordine del giorno il provvedimento, il quale infatti è stato approvato a giugno 2006 - hanno voluto fortemente e politicamente tale provvedimento che, peraltro, quando era al Governo il centrodestra, non è stato approvato, in quanto se ne è solo discusso.
È vero che alcune forze politiche dell'opposizione hanno votato a favore dell'indulto, hanno sbagliato e oggi si dichiarano pentite. Tuttavia, il partito di Alleanza Nazionale, che rappresento - e io stesso personalmente: lo dimostrano gli atti parlamentari - è stato nettamente contrario a tale scellerato provvedimento.
Inoltre, il Governo elude la risposta perché non dice concretamente ciò che intende fare, se non le dichiarazioni generiche che il Ministro Amato ha fornito anche alla stampa, facendo propaganda, in quanto successivamente è stato smentito da una parte del Governo. Anzi, mi meraviglio del fatto che il Ministro Amato non venga a riferire in aula ciò che intende fare, ma preferisca farlo sui giornali.
Di fatto il Governo - esiste un provvedimento firmato anche dal Ministro Amato, oltre che dal Ministro della Giustizia - da un lato, ha proposto l'abolizione della riforma sulla recidiva, che era stata l'unica risposta seria contro i soggetti maggiormente delinquenti, adottata dal centrodestra, in maniera particolare dal gruppo di Alleanza Nazionale; dall'altro lato, mediante una circolare ha snaturato la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, provocando un'immigrazione incontrastata che quest'anno è aumentata...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EDMONDO CIRIELLI. ... e ne vediamo gli effetti.
Il Governo svolga meno propaganda sui giornali e venga concretamente di più in Parlamento per presentare provvedimenti non a favore dei delinquenti, bensì a tutela delle vittime e della società!
(Misure per affrontare l'attuale congiuntura economica - n. 3-01199)
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01199, concernente misure per affrontare l'attuale congiuntura economica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, credo che il Governo debba ringraziare Almunia per la sua generosità: nel confermare la previsione di crescita per l'Italia non si è voluto infierire.
Se farà rifare i conti ai suoi esperti potrà tuttavia accertare che un tasso di crescita dello 0,4 o dello 0,3 per cento per i prossimi due trimestri non è compatibile con un tasso di crescita annuo dell'1,9, bensì con uno dell'1,8 per cento, come del resto è previsto dai principali organismi internazionali: questioni di dettaglio di qualche decimale!
Il problema più serio è invece il rallentamento di una crescita che sembra ormai aver esaurito la sua corsa. Quel tasso di sviluppo, sia esso del 1,8 o dell'1,9 per cento, è frutto del passato e non del presente. Quest'anno il trascinamento sarà pari all'1,2 per cento e ciò significa pertanto che la crescita effettiva, e non quella statistica, sarà intorno allo 0,6 - 0,7 per cento. È un lascito del passato e della precedente legislatura quello di cui si gode oggi, un lascito economico e finanziario,Pag. 41considerato il forte incremento delle entrate dovute in larga misura all'ultima legge finanziaria del Governo Berlusconi.
PRESIDENTE. Deputato Nucara, deve concludere.
FRANCESCO NUCARA. Concludo, Presidente. So bene che lei, signor Ministro, non è d'accordo con questa interpretazione, che attribuisce il successo alla lotta contro l'evasione. Ma il tempo è galantuomo e vedremo se...
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO NUCARA.... soprattutto il prossimo il Governo potrà vantare analogo successo.
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO NUCARA. Per quanto ci riguarda, ho finito, l'invito è alla...
PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro deve rispondere...
FRANCESCO NUCARA. ... ha previsto per il 2008 un tasso di crescita dell'1,9 per cento. Vediamo come ha risposto il signor Ministro.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, non per fare polemica con l'onorevole Nucara, ma al di là di quanto ci stiamo trascinando dalla scorsa legislatura, resta il fatto che nel 2006 e nel 2007 il prodotto interno lordo del nostro Paese è cresciuto a tassi vicini al 2 per cento e che la sola crescita di questo periodo supera di gran lunga la somma della crescita della scorsa legislatura.
È pur vero che ci troviamo in un momento difficile nella congiuntura internazionale, tutti sono cauti nel valutare le conseguenze della crisi finanziaria che ha investito gli Stati Uniti e quindi anch'io mi associo a tale cautela e non mi permetto di dare previsioni del Governo anche se devo constatare che la Commissione europea - che credo la più deputata, in questo momento, a stimare cifre - ha valutato un calo dello 0,1 per cento nella crescita dell'area euro e ha lasciato invariato all'1,9 per cento il tasso di crescita del nostro Paese.
È altrettanto vero che ci siamo trovati e ci troviamo in questo momento con alcuni strumenti anticiclici che iniziano la loro azione proprio in questi mesi. Mi riferisco al cuneo fiscale alle imprese, attivo da luglio e che evidentemente viene come il cacio sui maccheroni in un momento di ipotesi di frenata della domanda internazionale; 3 milioni di assegni che nel mese di ottobre saranno recapitati ai nostri pensionati più poveri e che non potranno che fare bene alla domanda interna che - segnalo - è quella che, in questo momento, ha tenuto più di altri alto il nostro prodotto lordo.
Siamo in grado di confermare pienamente le previsioni di andamento del nostro rapporto deficit-PIL, sia per il 2007 sia per il 2008, anche se la serietà vuole che il Governo segua con grande attenzione, con preoccupazione, ma anche con la serenità di chi sa di avere i conti in ordine, l'andamento dell'economia internazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di replicare.
FRANCESCO NUCARA. Grazie, signor Ministro. Dall'inizio dell'anno la congiuntura italiana ha subito una svolta, è ancora presto per dire se si tratta di una vera e propria inversione di tendenza. Dal secondo trimestre del 2005 il trend di sviluppo è risultato in crescita, l'economia italiana ha subito una battuta d'arresto con una crescita del PIL pari solo allo 0,3 per cento nel primo trimestre ed allo 0,1 nel secondo. Se a ciò aggiungiamo il forte aumento del prezzo del petrolio, che ha anch'esso subito un'inversione ciclica rispetto all'anno precedente, il quadro siPag. 42complica notevolmente come del resto annunciato proprio ieri dal management dell'ENEL.
La conclusione del mio ragionamento è che quello provvisorio di crescita dell'1,9 per cento nel 2008 è quanto mai irrealistico, è bene quindi che il Governo faccia attentamente i suoi calcoli in vista della legge finanziaria. Non dimentichiamo che ogni punto in meno di crescita significa uno 0,5 per cento di PIL di minore entrata che andrà quindi coperta con maggiori ed ulteriori tagli di spese, obiettivo che già oggi sembra essere difficile da realizzare.
Mi auguravo che lei potesse dare al Parlamento risposte adeguate, così non è stato, non precisando quali siano le più recenti valutazioni del Governo in termini di tasso di sviluppo, ma soprattutto quali siano le azioni che il Governo intende svolgere per contrastare gli andamenti negativi di una congiuntura che tutti speriamo migliore. Se, però, così non dovesse essere, sarebbe bene prepararsi al peggio.
Abbiamo sempre apprezzato le dichiarazioni del Ministro Padoa Schioppa. Purtroppo non possiamo apprezzare con altrettanto coraggio i risultati dell'opera di Padoa Schioppa, perché è evidente che la maggioranza che sostiene questo Governo non consente a Padoa Schioppa di realizzare quello che dice.
Noi condividiamo quello che dice Padoa Schioppa e avremmo pure il coraggio di sostenerlo, se Padoa Schioppa fosse sostenuto nel Governo e in Parlamento dalla maggioranza che sostiene questo Governo. Così purtroppo non è, come anche le esperienze più recenti ci testimoniano (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e questione dei «costi della politica» - n. 3-01200)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01200, concernente società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e la questione dei «costi della politica» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali Lanzillotta, intervengo, anche in vista di una trasparenza migliore, che lei ha sempre annunciato e che sappiamo essere al centro del suo interesse, per avere tale principio di trasparenza applicato anche nei confronti dell'opinione pubblica in un clima - diciamo così - di dileggio e di populismo, per sapere quanti siano i consigli di amministrazione e i componenti dei consigli di amministrazione di tutti gli enti locali, suddivisi provincia per provincia e anche per tipologia di settore, considerato che il 25 giugno 2007 è uscita una serie di articoli da cui si poteva dedurre che c'erano 3.211 società sottoposte a controllo pubblico e che esse erano aumentate del 119 per cento negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Volontè investe un tema, quello dei costi della politica, nella particolare prospettiva dell'entità numerica degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali, società sulle quali il Governo è già intervenuto in modo incisivo sul piano legislativo e su quello amministrativo, in particolare con alcune norme della legge finanziaria che hanno limitato sia il numero dei componenti sia la misura dei compensi relativi.
Infatti, l'articolo 1, comma 729, della legge finanziaria per il 2007 ha disposto che il numero complessivo dei componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate totalmente dagli enti locali, anche in via indiretta, non può essere superiore a tre, salvo che per le societàPag. 43con capitali pari o superiori ad un importo determinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per le quali il predetto numero è elevato a cinque. Per le società miste la medesima norma della finanziaria ha fissato a cinque il numero massimo dei componenti dei consigli di amministrazione designati dai soci pubblici locali, compresi quelli eventualmente designati dalle regioni.
Il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato emanato il 26 giugno su mia proposta, di concerto con i Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze, a seguito di un'istruttoria tecnica e dopo avere acquisito il parere della Conferenza Stato-città, ed è stato pubblicato il 7 agosto scorso. Successivamente, in data 27 luglio, è stata emanata una circolare a ulteriore chiarimento della portata di queste norme. In tale circolare è stato precisato che la limitazione del numero massimo degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali è da considerarsi immediatamente operante una volta adottato il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di determinazione della soglia di capitale, che è stata fissata a 2 milioni di euro, e decorsi i tre mesi previsti dalla stessa norma della finanziaria per l'adeguamento degli statuti e dei patti parasociali da parte delle società interessate. A tale riguardo, nella circolare è stato evidenziato che se il potere di nomina degli amministratori si consuma nel momento dell'adozione della relativa determinazione da parte dell'organo assembleare e rimane soggetto al principio del tempus regit actum, diversamente gli effetti della nomina, dando luogo a un rapporto di durata, si prestano ad essere incisi dalla normativa sopravvenuta; la norma, quindi, si applica anche ai consigli in carica. Deve ritenersi, di conseguenza, che, trascorsi i tre mesi dalla data di pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il numero degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali non potrà essere superiore a quello previsto dalle norme.
Tutto ciò costituisce la risposta concreta e già molto risolutiva che il Governo ha voluto adottare nei confronti dell'espansione numerica degli organi di amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, congiuntamente agli interventi concernenti la limitazione dei compensi.
I dati sulla consistenza delle società non sono noti ad alcuno: né al Governo, che non ha il potere di acquisirli direttamente, né ad organizzazioni di categoria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. È quindi intenzione del Governo attivare, su base convenzionale con le regioni e gli enti locali, una banca dati con cui si garantisca trasparenza sia sui numeri sia sui risultati economici di tali società.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Ministro, comprendo la difficoltà che si incontra nel preparare una risposta in pochi giorni rispetto ai dati e al principio di trasparenza. Invito però lei, a nome di tutto il Governo (è da poco andato via il suo collega Santagata), ad acquisire tali dati, magari anche attraverso un passaggio in sede di Conferenza Stato-regioni o di Conferenza Stato-città-autonomie locali. È infatti fondamentale che i cittadini sappiano - al di là di quanto si legge su taluni quotidiani - quali siano l'esatta composizione e l'esatto numero dei consigli di amministrazione in ogni ente locale. Mi è stato riferito infatti che, in talune amministrazioni provinciali (anche nel caso di province non molto popolose), fra amministrazione provinciale e comunale vi sono fino ad un massimo di sessantuno società collegate: è chiaro che la maggioranza ivi presente risulta favorita alle prossime elezioni (e non voglio parlare di «colori» per evitare polemiche politiche)!
Si tratta di uno scandalo: ad oggi, dal momento che non è ancora entrata inPag. 44vigore la norma proposta ed approvata con la legge finanziaria, dobbiamo prendere atto che vi sono almeno 19.200 consiglieri di amministrazione, i quali vivono e percepiscono gettoni di presenza (signor Ministro, vedremo fra due mesi se la situazione cambierà) come se fossero amministratori di un consiglio di amministrazione che vive in competizione con altre società. Ma sappiamo benissimo che non è così, poiché in taluni servizi pubblici locali i suddetti amministratori amministrano patrimoni in condizione di sostanziale monopolio. Dobbiamo dunque uscire da una simile situazione.
Lo abbiamo detto pubblicamente e lo ripetiamo oggi: in questa battaglia siamo al suo fianco. Non al fianco del Governo, ma al suo fianco: poiché sappiamo benissimo che, su talune sue idee, non vi è una particolare sintonia nella maggioranza. Al contempo, però, la invitiamo ad essere più determinata e a fornire al più presto al Parlamento i dati precisi su questo, che è il vero scandalo della situazione amministrativa e politica del nostro Paese.
(Iniziative per l'attuazione della legge 23 dicembre 2000 n. 388 in materia di compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali - n. 3-01201)
PRESIDENTE. Il deputato Maderloni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Salvo n. 3-01201, concernente iniziative per l'attuazione della legge 23 dicembre 2000 n. 388 in materia di compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
CLAUDIO MADERLONI. Signor Presidente, il gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo europeo desidera conoscere la ragione per la quale, da circa sei anni, sedici comuni italiani sedi di impianti di lavorazione di petrolio attendono che venga data attuazione alla norma di cui all'articolo 113 della legge finanziaria per l'anno 2001. Per i prodotti energetici di tali impianti, che coprono il 50 per cento del fabbisogno italiano, lo Stato riscuote annualmente un consistente gettito dalle accise: di detto gettito nulla è mai stato riconosciuto ai comuni interessati. Un solo dato: l'API di Falconara ha versato allo Stato 775 milioni di euro e 81 milioni per il Fondo alle regioni per il solo anno 2005; nessuna parte di questo ammontare è stata riservata al comune di Falconara.
In data 18 novembre, in quest'aula, il Governo ha accolto un ordine del giorno, mio e di molti altri colleghi, con il quale si impegnava ad adottare ogni utile iniziativa per dare attuazione alla citata disposizione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLAUDIO MADERLONI. Concludo, Presidente. Nel frattempo, Taranto ha chiesto il dissesto, Falconara è in procinto di farlo...
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, la previsione dell'articolo 113 della legge n. 388 del 2000, cui fa riferimento l'interrogazione, è rimasta effettivamente inattuata per tutta la scorsa legislatura. Ciò sostanzialmente a causa delle difficoltà tecniche di applicazione, sia di interpretazione normativa, sia di attuazione amministrativa, sia di carattere finanziario, anche connesse all'identificazione dei tributi interessati e quindi alla definizione delle compartecipazioni cui la ricordata norma fa riferimento.
Nondimeno, anche recependo le sollecitazioni pervenute legittimamente nel corso di questa legislatura da parte di alcuni degli enti territoriali interessati, ho ritenuto di segnalare la questione all'attenzione dei Ministri competenti, in particolare a quelli dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, conPag. 45l'obiettivo di rendere operativa la disposizione della legge n. 388 del 2000, ben conoscendo le esigenze finanziarie dei comuni interessati. Ovviamente, l'attuazione della norma dovrà risultare coerente con i principi dell'articolo 119 della Costituzione e con le indicazioni dell'Unione europea a favore di uno sviluppo produttivo che sia sempre il più equo, sostenibile e rispettoso dell'ambiente.
Tuttavia, al momento non posso che confermare l'attenzione del Governo su questo punto e l'augurio che esso possa trovare una definizione al più presto e, qualora ciò non risultasse possibile, identificare nell'ambito della prossima legge finanziaria l'eventuale ulteriore intervento legislativo a chiarimento delle norme. In ogni caso, voglio sottolineare che il Governo si ritiene impegnato a identificare le misure idonee a compensare i disagi dei territori che ospitano impianti di produzione e di stoccaggio dei prodotti assoggettati a tributi di carattere ambientale.
PRESIDENTE. Il deputato Maderloni ha facoltà di replicare.
CLAUDIO MADERLONI. Signor Ministro, la ringrazio per la sua sensibilità e per il lavoro che sta facendo nel sollecitare altri Ministeri, però le voglio ricordare che l'articolo 113 richiamato, al comma 1 recita: «Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge» - ricordo che il provvedimento in questione è stato varato nel 2000 - «il Governo definisce, di intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997, le compartecipazioni ai tributi (...)». Non sono passati centottanta giorni, ma sei anni: capisco che il Governo di centrodestra non ha voluto dare attuazione a questa legge, ma è passato un anno e non vorrei che continuassimo a discutere su tale questione.
Non c'è necessità di approvare una nuova norma di legge da inserire nella finanziaria, ma è sufficiente, a nostro avviso, un decreto, nel quadro di un rapporto con le autonomie locali, per arrivare alla definizione della percentuale: solo di questo si tratta, infatti, e non di approvare una nuova legge. Noi avevamo molta fiducia. Sottopongo alla sua attenzione un dato: un versamento in mare di una piccola quantità di petrolio nel comune di Falconara (giustamente i giornali riportano il danno ambientale) significa che il comune di Falconara, i cittadini e le attività produttive di tale comune vanno incontro ad enormi sacrifici per quel poco che viene versato.
Quindi, la sollecito - e la ringrazio di nuovo per il suo impegno - affinché si possa dare attuazione, in tempi rapidi, ad un decreto e non ad una nuova legge.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.