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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (A.C. 3025-A) (ore 18,30).
(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 3025-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per la VII Commissione, deputata Sasso.
ALBA SASSO, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, non vorrei replicare a lungo. Penso che continueremo a discutere dei temi e dei contenuti di questo decreto nel prosieguo del dibattito e nel corso dell'esame delle proposte emendative. Vi è però un aspetto che intendo sottolineare, anche rispetto alle osservazioni svolte da alcuni colleghi dell'opposizione. Questo provvedimento nasce da lontano, dal cosiddetto Bersani-ter, con riferimento al quale la Commissione ha voluto con forza lo stralcio delle materie relative alla scuola. Si avviò una discussione su un disegno di legge che recava come titolo: «Scuola, imprese e società», poi modificato in: «Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione».
Desidero sottolineare che, se il disegno di legge A.C. 2272-ter non è stato discusso in Assemblea a luglio, al tempo giusto per poter approvare norme urgenti per l'avvio dell'anno scolastico, non è responsabilità solo del Governo e della maggioranza, ma di tutti i gruppi politici, che hanno impedito fino all'ultimo (Commenti della deputata Aprea)...
Signor Presidente, vorrei continuare il mio intervento. Questa è una prassi comune nel rapporto con la collega Aprea in Commissione e in Assemblea...
PRESIDENTE. Mi dispiace. La prego, onorevole Aprea.
ALBA SASSO, Relatore per la VII Commissione. ...però le chiederei tregua e pazienza per permettermi di continuare. Le prometto che sarò breve. Quindi, il fatto che, per tutta una serie di motivi contingentiPag. 40e non, questo provvedimento non sia stato discusso a luglio in Assemblea ha reso necessario ed inevitabile il ricorso ad un decreto d'urgenza. Credo che gli elementi ed i temi contenuti in questo decreto abbiano tutti il carattere d'urgenza - lo dicevo prima - perché mettono la scuola, che deve programmare all'inizio dell'anno il suo programma di lavoro, nella condizione di affrontare tale programmazione con alcune norme e con alcune certezze.
Torneremo su questo aspetto nel prosieguo del dibattito in Assemblea, ma vorrei fare alcune precisazioni in relazione ad una delle questioni più delicate di questo provvedimento: mi riferisco alla reintroduzione del tempo pieno secondo il modello delle quaranta ore del progetto pedagogico unitario. Credo che sul tempo pieno si affermino molte cose senza conoscere veramente cosa abbia rappresentato questa esperienza per la scuola italiana. Desidero semplicemente ricordare che, se gli alunni del nord ottengono risultati di apprendimento più alti degli alunni del sud, ciò dipenda anche dal fatto che, al sud, non sono così generalizzati come al nord la scuola dell'infanzia e il modello del tempo pieno; con riferimento a quest'ultimo aspetto, onorevole Santolini, non significa sottrarre i bambini alle famiglie né si tratta di una rinuncia educativa da parte delle famiglie stesse, che consegnerebbero i bambini alla scuola, ma è un modello di formazione che comporta un'interazione molto stretta anche con le famiglie, che ha funzionato molto bene e che non obbliga nessuna famiglia a sceglierlo. È un modello che si sceglie: nessuno è obbligato a mandare i propri bambini e i propri ragazzi al tempo pieno o al tempo prolungato. Quindi, ritengo che la scelta compiuta da questo decreto-legge venga incontro non alle mamme che lavorano, ma al bisogno di sapere e di competenza sempre più profondo e più ampio che oggi hanno le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi di questo Paese.
Vi sono altri modelli? Sono stati sperimentati. D'altra parte, il modello del tempo pieno è ancora quello rigido, che si immagina essere stato agli inizi? Credo di no. Credo che dobbiamo dare fiducia alla scuola, alla sua autonomia, alla competenza, alla passione e alla dedizione di molti insegnanti che hanno lavorato affinché i ricordati modelli didattici risultassero profondamente educativi e profondamente formativi. Rispetto a ciò possiamo discutere a lungo, possiamo anche discutere sul fatto che, forse, questo modello ha bisogno di più investimenti e di più risorse, come anche il «quaderno bianco» sulla scuola ha messo in evidenza, e probabilmente bisogna operare anche una modifica del reclutamento e dell'assegnazione degli insegnanti alle scuole. Ricordo che il modello dell'organico funzionale continuerebbe ad essere, anche in questo caso, vincente per quanto riguarda l'assegnazione dei docenti alle scuole. Ma tale argomento ci porterebbe molto lontano.
Credo che le altre questioni sollevate troveranno, nel corso della discussione in Assemblea, un'interlocuzione con l'opposizione: discuteremo di ciò che è possibile modificare e analizzeremo gli emendamenti, ma credo che, alla fine, il provvedimento in esame affronti le questioni del tempo pieno e delle sanzioni disciplinari, che sono un tema difficile e complesso, tale da non poter essere risolto accondiscendendo agli umori più giustizialisti, ma sicuramente mantenendo, per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari, quella sufficiente dose di garantismo che rende tutti più tranquilli: i genitori, i docenti e tutto il mondo della scuola. Lavoreremo su ciò, lavoreremo affinché vi sia serietà anche nei provvedimenti disciplinari, ma lavoreremo anche - lo sanno bene tutti coloro che si occupano della scuola e tutti coloro che hanno, come dice l'onorevole Aprea, un passato nella scuola - affinché si cerchi di chiarire anche all'opinione pubblica che le vicende che, in questo terribile 2007, hanno gettato un'ombra sul mondo della scuola, sono assai limitate, essendo episodi che sicuramente vannoPag. 41stigmatizzati attraverso norme serie e rigorose, ma che non costituiscono la norma.
Un'ultima notazione - su tale punto credo che il sottosegretario Modica vorrà replicare - riguarda l'articolo 3: si tratta di un provvedimento contingente, che prende atto, purtroppo, che il nuovo regolamento per l'assunzione dei ricercatori non è ancora vigente, perché fermo al vaglio del Consiglio di Stato, quindi si tratta di utilizzare le somme già stanziate dalla legge finanziaria per il 2006 per non perderle e per bandire un concorso per i ricercatori secondo le norme vigenti.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per la XI Commissione, deputata Motta.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, sarò telegrafica e credo così di fare cosa gradita a tutti noi, perché la discussione è stata ampia, molto interessante e approfondita. Voglio semplicemente ribadire che mi è parso di cogliere, dalle parole dei colleghi e delle colleghe intervenuti, che, sostanzialmente, abbiamo un accordo di massima sulle misure previste dall'articolo 2. Sono convinta però che, come sempre succede in una buona dialettica parlamentare, la discussione sugli emendamenti sarà un'ulteriore occasione per approfondire una materia certamente molto delicata quale quella delle sanzioni, poiché riguarda direttamente la persona, la sua dignità, il suo percorso lavorativo, con una ricaduta anche sull'intera istituzione scuola.
Si tratta, quindi, di una materia assolutamente delicata e sono convinta che il seguito del dibattito offrirà ulteriore occasione di approfondimento e che il testo che licenzieremo - ne sono certa ed è anche un auspicio - sarà condiviso ancora più ampiamente e, se possibile, migliorato. Ritengo che le norme comprese nell'articolo 2 circa la certezza dei tempi delle decisioni e le responsabilità, che andranno a beneficio dei docenti, del personale non docente, delle famiglie e degli studenti, rispondono soprattutto ad una richiesta proveniente sì dall'istituzione scolastica, ma che a me sembra trasversale a tutta la società e a tutte le istituzioni pubbliche o private. Vi è una condivisione su tale aspetto e poiché penso sia chiaro che il Parlamento quando legifera non lo deve fare in base ai clamori dei fatti o alla gravità e all'inquietudine che certi avvenimenti sollevano e dato che il nostro Paese in molti ambiti ha bisogno di norme giuste ed eque, ritengo che questo sia il modo per risolvere, per affrontare alla radice o addirittura per prevenire determinati fenomeni. L'intento che sorregge la volontà di andare a normare un ambito così delicato non deriva solo dalla spinta emotiva di avvenimenti, ma da un'esigenza più ampia che riguarda certo gli operatori ma anche tutti coloro che frequentano il mondo della scuola come gli studenti e le famiglie. Da tale punto di vista, ritengo che la nostra discussione di questa sera ci abbia fornito un supporto e un'indicazione per procedere in questo senso e con questo spirito (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
LUCIANO MODICA, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca. Signor Presidente, colleghi deputati e deputate, a nome del Governo desidero esprimere il ringraziamento e la soddisfazione per avere assistito e partecipato ad una discussione generale su un provvedimento sulla scuola e sulle università così aperta, costruttiva, appassionata e competente da parte di tutti coloro che sono intervenuti, sia della maggioranza sia dell'opposizione. Esprimo altresì un ringraziamento alle relatrici, deputate Sasso e Motta, per il contributo che hanno apportato, sia in Commissione sia in Assemblea, e che daranno per l'approvazione di un provvedimento largamente condiviso e positivo per la scuola. La scuola e l'università meritano e meriterebbero sempre questo stesso clima di costruttività, di concretezza, diPag. 42passione politica, anche dialettica, caratterizzato dall'idea, condivisa da tutti, che stiamo discutendo di istituzioni fondamentali della nostra società.
Come rappresentante del Ministero per l'università e la ricerca, devo esclusivamente riferirmi all'unica parte del provvedimento che riguarda il nostro Dicastero, ovvero l'articolo 3 sul quale - se non mi sbaglio - tutti gli intervenuti hanno espresso un giudizio positivo. Come già ricordato dalle relatrici, si tratta di un provvedimento che inizialmente conteneva solo una norma necessaria per recuperare il denaro stanziato nella precedente legge finanziaria che non poteva essere utilizzato per assumere giovani ricercatori, essendo ancora il relativo regolamento di assunzione nelle fasi di esame degli organi di controllo. Sono 400 nuovi posti che vengono resi disponibili alle università e proporzionalmente agli enti di ricerca e che potranno essere utilizzati a partire dalla fine del 2007.
Il nostro impegno, naturalmente, è che dal 2008 - come prevede la legge finanziaria - si possano utilizzare gli altri 1.200 posti, sulla base del nuovo regolamento di assunzione, una volta che lo stesso sarà stato approvato ed emanato. Nel corso della discussione parlamentare, al comma 1 dell'articolo 3 del provvedimento in esame si è aggiunto il comma 1-bis, che reputo altrettanto importante - credo tutti lo reputino tale - e che vorrei segnalare perché rimanga anche agli atti della Camera, considerato che mi sembra che nessuno lo abbia citato. Mi riferisco al fatto che per la prima volta si intende esaminare la qualità del reclutamento operato dalle università, nonché sanzionare i comportamenti di quelle università che abbiano assunto persone che successivamente non abbiano dimostrato di avere una produttività scientifica e didattica all'altezza del ruolo che hanno ricoperto. Si tratta di un primo passo nella direzione di quella valutazione della qualità delle attività dei docenti universitari, che deve diventare, a nostro giudizio, il cardine degli interventi sull'università nel prossimo futuro.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.