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Discussione del disegno di legge: S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (Approvato dal Senato) (A.C. 3044).
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Velo.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, signori deputati, credo che il contributo più utile che posso cercare di dare a questa discussione - oltre a quello di essere il più rapido possibile, cosa che farò - è di non entrare nel merito delle singole questioni che sono state sollevate e sulle quali credo che avremo modo di tornare nel corso della discussione di merito domani, quanto di fare alcune osservazioni ed alcune considerazioni sui temi generali che sono stati posti, e soprattutto sul percorso che abbiamo intrapreso questa sera e che abbiamo davanti nei prossimi giorni.
Mi limiterò ad osservare nel merito un solo aspetto, una sola questione che certamente tornerà nelle discussioni domani e che ha una portata notevole: mi riferisco all'articolo contenuto nel disegno di legge approvato dalla Camera a fine giugno, relativo alla cosiddetta guida accompagnata. Vorrei osservare che questa indicazione non è scomparsa dal testo del disegno di legge approvato dal Senato: è stata trasferita nella delega al Governo, fa parte del pacchetto delle deleghe che con quel disegno di legge vengono attribuite al Governo. Lo dico perché è stato l'esito di una lunga discussione nell'ambito del Senato, perché questo punto in realtà all'inizio trovava una contrarietà abbastanza consistente e diffusa nella Commissione trasporti del Senato, che poi si è trasferita in Assemblea.
Le brevi considerazioni generali che vorrei svolgere sono le seguenti. La prima: a me sembra che anche questa sera, per come si è sviluppata la discussione (ma analogamente era avvenuto al momento dell'approvazione del disegno di legge, ed altrettanto analogamente debbo dire è avvenuto nel corso della discussione al Senato), emergano due punti di condivisione generale. Il primo punto è che il problemaPag. 96di cui ci stiamo occupando è di eccezionale gravità, che si configura, come molti hanno ricordato, come una vera e propria emergenza nazionale; e che quindi - è il secondo punto di condivisione - occorre operare per mettere in campo tutti i provvedimenti possibili atti a contrastare tale emergenza, a creare, più in generale, una condizione di sicurezza nella circolazione sulle nostre strade.
Questo è lo spirito che avevo avvertito fin dal mese di giugno e che ho provato ancora nelle settimane scorse in Assemblea e nella Commissione del Senato: e questo spirito credo possa essere l'elemento base su cui costruire, in termini concreti, i provvedimenti che vogliamo porre in essere.
La seconda considerazione attiene ad un profilo che è stato più volte richiamato anche in molti degli interventi di questa sera, e cioè la necessità di non separare mai gli atti di carattere preventivo dagli atti di carattere repressivo. In altri termini, regole severe sì, ma non regole severe disgiunte dalla prevenzione e dai controlli, la cui mancanza altrimenti inficia la validità di qualunque costrutto possiamo fare. In proposito, vi prego di credere - l'ho detto più volte in tutti gli interventi che ho svolto in questo periodo - che questa è stata esattamente la filosofia (uso una parola forse eccessivamente enfatica) secondo la quale ci siamo accostati a questi provvedimenti.
Mi permetto anzi di ricordare - molto sommessamente e senza volere acquisire alcuna primogenitura particolare - che tutta la discussione che si è sviluppata nei mesi scorsi e fino ad oggi è stata generata da un atto di indirizzo approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dei trasporti. Tale atto pose esattamente quattro linee di azione su cui muoversi per arrivare ad affrontare nella sua complessità questo fenomeno: la formazione, l'informazione, le regole e i controlli. Non abbiamo mai detto, neanche per un momento, che si dovesse privilegiare un aspetto rispetto all'altro; ovviamente, poi, nel momento in cui si passa all'emanazione di un atto legislativo (un decreto-legge o un disegno di legge), la componente delle regole prevale: ma solo per l'ovvia competenza di una sede rispetto ad un'altra.
L'altra attività, quella di carattere amministrativo - che non ha bisogno di supporti legislativi poiché ne ha già nel suo retroterra - la stiamo svolgendo da mesi, utilizzando proprio il programma nazionale per la sicurezza stradale e le risorse che esso ha reso disponibili, ad esempio per una campagna di sensibilizzazione: si tratta di campagne informative che stiamo in parte svolgendo e in parte stiamo predisponendo, e che hanno come destinatari i soggetti più vari, dai giovani alle discoteche, dalle scuole alle amministrazioni comunali. In questo momento, fra l'altro, si stanno distribuendo risorse a molte amministrazioni locali o per l'effettuazione di campagne di sensibilizzazione o per l'attuazione di progetti di sicurezza stradale. Allo stesso modo, abbiamo più volte svolto sollecitazioni - intervenendo con il Ministero della pubblica istruzione (spero che prima o poi arriveremo ad un punto di incontro) - sulla necessità di introdurre la materia della sicurezza stradale all'interno dei programmi di istruzione scolastica fin dalle scuole elementari.
Quanto infine ai controlli - come è stato detto da alcuni, ma lo posso ribadire in termini di numeri - essi sono più che raddoppiati nel confronto fra il 2006 e il 2007 (per il 2007 mi riferisco al primo semestre). E non è che tali controlli siano aumentati per grazia divina: sono aumentati perché, con un accordo che vi è stato con il Ministero dell'interno, nel momento in cui abbiamo varato l'atto di indirizzo, si è chiesto che essi aumentassero. Ovviamente, tale aumento è stato abbastanza limitato; se però - come spero - la legge finanziaria per l'anno 2008 ci concederà le risorse che abbiamo chiesto in materia di sicurezza stradale, ne verrà un contributo sicuramente forte all'aumento di questi controlli. Così come un contributo forte verrà dato e viene in parte già dato dalla qualità dei controlli (rispetto alla loro quantità): in altri termini, dal fatto che iPag. 97controlli che vengono effettuati da chi vigila sulla strada sono svolti avendo a disposizione gli strumenti adatti per farlo. A parità di numero, ad esempio, vi possono così essere molti più controlli sullo stato di ebbrezza, che infatti quest'anno stimiamo passeranno da poco più di 200 mila a circa un milione.
Dico questo per sottolineare che non sfugge al Governo, né al Ministro dei trasporti, la necessità assoluta di tenere aperta tutta questa gamma di interventi, facendoli viaggiare in parallelo.
È altrettanto vero che, in questo momento, discutiamo prevalentemente di regole, e di queste ci stiamo occupando.
La terza considerazione è che, a mio modo di vedere, il percorso che è stato seguito - ossia quello del passaggio dal disegno di legge, compreso il decreto-legge che pure non ha aggiunto nulla di nuovo ai contenuti, ma ne ha solo estrapolato una piccola parte per motivi di opportunità che sono stati già ampiamente commentati, fino anche al passaggio al Senato - è stato un fatto positivo nel suo complesso.
Non è vero che il Senato ha, come dire, rigettato il provvedimento approvato dalla Camera o ne ha negato la validità: c'è una dinamica parlamentare, che tutti voi conoscete molto meglio di me. Peraltro, la discussione ha portato ad un consenso assolutamente ampio anche in quella sede: ricordo che la Commissione lavori pubblici e trasporti ha approvato all'unanimità gli emendamenti che sono stati poi riportati in Assemblea e che quest'ultima alla fine ha approvato il testo con l'astensione di tutti i gruppi della minoranza, con un solo voto negativo della componente Südtiroler Volkspartei (peraltro non con questa connotazione).
Adesso si tratta di ritrovare il modo di far tornare, nell'ambito di un rapporto con il Senato, quanto la Camera aveva già approvato e che ritiene suo patrimonio - legittimamente ed anche con grande apprezzamento da parte del Governo del contributo di crescita che la Camera ha dato al provvedimento iniziale del Governo -, facendolo collimare con quanto è emerso al Senato.
Su questo punto, ribadisco - come ho fatto già stamane in Commissione e come ho detto in precedenza - che la condivisione della richiesta che è stata avanzata relativa ad un impegno da parte del Ministro è piena e totale, perché il mio obiettivo è uno solo: riuscire a completare l'iter del provvedimento complessivo, ossia del disegno di legge (considero il decreto-legge, come dire, un passaggio di percorso che ora possiamo licenziare, approvandolo e derubricandolo dai nostri lavori). Probabilmente, dovremo inventare un meccanismo di coordinamento tra i lavori che si svolgeranno tra Commissione ed Assemblea della Camera ed il Senato, per fare in modo che quando il provvedimento al nostro esame tornerà indietro vi sia stata già una sostanziale condivisione, tale per cui si possa pensare che quello sarà l'ultimo dei passaggi.
Da questo punto di vista - lo ripeto - il mio impegno è totale, e vorrei darne atto col fatto che domani mattina, alle 9, sarò in Commissione dove potremo cominciare a discutere.
Tra l'altro, ho esaminato il merito degli emendamenti che sono stati presentati questa mattina e mi sembra che vi sia ampio spazio per discutere (non ve ne è nessuno di fronte al quale abbia esclamato: che succede?).
Sono tutti emendamenti sui quali possiamo discutere. Devo dire - ma è nella comprensione di tutti - che il problema di trovare un equilibrio esiste. Come è stato facile notare per ciascuno di voi, nel corso di tutte le discussioni, compresa quella di stasera, le critiche al provvedimento in esame sono venute nel senso di accusarlo di eccessivo permissivismo o, per così dire, di inaccettabile repressionismo.
Tale contraddizione e differenza di punti di vista permarrà; sarà compito nostro riuscire a trovare un ragionevole equilibrio tra queste posizioni in un provvedimento che spero si possa approvare al più presto in via definitiva, perché miPag. 98sembra, come è avviso di tutti, che stiamo lavorando nell'interesse dei cittadini e del Paese.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.