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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Motivi alla base del trasferimento del pubblico ministero Luigi De Magistris ed eventuale sua revoca - n. 3-01249)
PRESIDENTE. L'onorevole Mancini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01249, concernente motivi alla base del trasferimento del pubblico ministero Luigi De Magistris ed eventuale sua revoca (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
GIACOMO MANCINI. Signor Ministro, la sua iniziativa di richiedere al CSM il trasferimento immediato da Catanzaro del pubblico ministero Luigi de Magistris ha suscitato impressione nell'opinione pubblica del Paese. In Calabria è sorta, in maniera spontanea, un'imponente mobilitazione di donne e uomini increduli per il fatto che, in una terra funestata dalla criminalità organizzata e stuprata dall'affarismo più famelico, lo Stato, che tante volte ha promesso attenzione concreta, decida di far sentire la sua presenza solo in questo modo.
Per giunta, la relazione degli ispettori ministeriali, sulla quale lei ha fondato la richiesta di trasferimento, imputa a De Magistris di aver rilasciato interviste ai mass media e di avere rapporti privilegiati con tre giornalisti che - e lo evidenzio con grande preoccupazione - sono stati vittime...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIACOMO MANCINI. ...di perquisizioni che molto assomigliano a intimidazioni preventive.
Nessun magistrato è stato mai trasferito solo per questo.
In questa vicenda, signor Ministro, l'impressione è che non sia in gioco solo...
PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere.
GIACOMO MANCINI. ...la permanenza di un pubblico ministero né l'impunità di un comitato di affari, ma è a rischio la credibilità delle istituzioni democratiche.
PRESIDENTE. Onorevole, ha facoltà di intervenire dopo.
GIACOMO MANCINI. Per questo motivo, le chiedo di chiarire le motivazioni della sua iniziativa.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, premetto che nella presente risposta farò riferimento soltanto alla posizione del dottor De Magistris. Fornirò, invece, le informazioni concernenti il dottor Lombardi nella risposta che darò di qui a poco all'interrogazione presentata, tra gli altri, dall'onorevole Leoni.
Riguardo al dottor De Magistris, sono state riscontrate gravi irregolarità nella gestione di alcuni procedimenti penali a lui assegnati. In particolare, tali irregolarità hanno avuto effetti negativi sul procedimento denominato «Toghe lucane» coassegnato al predetto magistrato.
Si sono rilevate, in primo luogo, gravi anomalie nel decreto di perquisizione del 5 giugno 2007 nei confronti del dottor Tufano, procuratore generale presso la Corte d'appello di Potenza e in un altro eseguito il 7 giugno 2007 ed annullato dal tribunale del riesame il 3 luglio 2007.
In particolare, è emersa la non pertinenza della motivazione del suddetto decreto, laddove vengono richiamati i procedimenti penali sforniti di attinenza e i reati ipotizzati, con conseguente illegittima diffusione dei relativi atti di indagine e violazione del diritto alla riservatezza di persone completamente estranee ai fatti e,Pag. 51tuttavia, impropriamente citate per circostanze del tutto indifferenti ai fini della motivazione dell'atto.
È, altresì, emersa la violazione del dovere di preventiva informazione nei confronti del procuratore della Repubblica, capo dell'ufficio e codelegato alla trattazione del procedimento.
Nell'ambito di altri procedimenti penali sono state, inoltre, rilevate l'omissione della richiesta di convalida di un provvedimento di fermo nei confronti di più indagati nonché l'adozione di un decreto di perquisizione anch'esso in violazione del dovere di informazione verso il capo dell'ufficio.
Sono state poi rilevate analoghe anomalie nella gestione di altro delicato procedimento penale a lui coassegnato, denominato «Poseidone», ove il magistrato ha omesso di iscrivere nel registro degli indagati i nominativi di un generale della Guardia di finanza e di un parlamentare, nonostante il compimento di atti di indagine nei loro confronti, e non ha informato gli altri magistrati coassegnatari in merito alle iniziative assunte.
Egli, inoltre, benché non più legittimato a procedere poiché era intervenuta la revoca della codelega, compì un ulteriore ed importante atto del procedimento, disponendo la trasmissione degli atti, ai sensi dell'articolo 11 del codice di procedura penale, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno, sottraendone così la disponibilità ai magistrati coassegnatari.
Le reiterate violazioni del dovere di preventiva informazione verso il capo dell'ufficio evidenziavano, d'altro canto, una situazione di obiettiva e grave incompatibilità nei rapporti tra procuratore e sostituto. È emerso, ancora, un rapporto gravemente scorretto con gli organi di stampa con riferimento a fatti oggetto di indagini in corso.
Il concreto comportamento del dottor De Magistris, così come emerso dalle risultanze ispettive, mi ha indotto, quindi, in sintonia con quanto prospettato dagli uffici tecnici del Ministero (si tratta di magistrati) a ritenere sussistenti i presupposti per attivare la procedura di incompatibilità ambientale e funzionale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Mi scusi, Presidente. In particolare, le ragioni dell'urgenza sono connesse alla reiterazione e gravità delle violazioni rilevate nella gestione di delicati procedimenti penali e conseguentemente alla necessità di provvedere tempestivamente a porre rimedio a tale situazione.
Per tali motivi, ho ritenuto che il predetto magistrato non possa continuare a esercitare le funzioni giudiziarie e inquirenti presso la sede di Catanzaro con il dovuto prestigio e la necessaria trasparenza.
Ricordo, del resto, che l'intero sistema disciplinare e paradisciplinare è stato oggetto di profonda riforma a seguito dell'entrata in vigore del recente decreto legislativo. Tale nuovo sistema...
PRESIDENTE. Signor Ministro, deve concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Mi scusi ancora, Presidente. Il Ministro della giustizia ha la responsabilità dell'iniziativa cautelare, volta al trasferimento d'ufficio del magistrato, in casi di procedimento disciplinare, mentre al CSM è oggi sottratta la possibilità di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale già previsto dall'articolo 2 della legge sulle guarentigie.
Il ruolo del sistema sarebbe stato destinato...
PRESIDENTE. Signor Ministro, il regolamento le assegna davvero tre minuti: lei è molto oltre. L'onorevole Mancini ha facoltà di replicare.
GIACOMO MANCINI. Signor Ministro, purtroppo la sua risposta ha aggiunto pochi elementi di novità rispetto a quello che in questi giorni è stato già detto,Pag. 52scritto e pubblicato, e per questo motivo non ha chiarito una vicenda grave che, invece, merita chiarezza.
In pochi ascoltandola avranno colto, dalle sue parole, perché il trasferimento del pubblico ministero Luigi De Magistris è diventato per lei una priorità così assoluta, incalzante, imperiosa e impellente alla quale porre rimedio con urgenza.
In Calabria, infatti, l'amministrazione della giustizia deperisce in maniera deprimente e preoccupante.
Mancano i dirigenti apicali nelle più importanti procure, non pochi magistrati sono sotto processo per reati gravissimi e altri proteggono o sono conniventi rispetto alle trame affaristiche con le quali vengono depredati ingenti finanziamenti che provengono dall'Unione europea. Un sottosegretario del suo Ministero ha recentemente definito la magistratura calabrese «un maleodorante verminaio».
Su tali vicende che sono allarmanti e che lei, signor Ministro, non può non conoscere, il suo Dicastero ed i suoi ispettori hanno scelto di non fare alcunché. Anche lei, signor Ministro, ha preferito voltare lo sguardo dall'altra parte, mentre è intervenuto con inusuale solerzia per chiedere il trasferimento di un giovane e coraggioso magistrato che è al lavoro per sollevare i coperchi di quelle pentole borbottanti in cui si incrociano interessi di istituzioni, amministratori, imprenditoria e finanza e che insieme si saldano con quelli della criminalità organizzata.
Per protestare contro questa drammatica realtà in questi giorni in Calabria sta montando una mobilitazione spontanea che mai prima si era conosciuta nella mia terra. I cittadini hanno la percezione che, operando tali devastanti scelte, si fornisca un terribile colpo al già debole tessuto democratico. Per tali motivi desta ancora maggiore preoccupazione il comportamento di molti partiti: il centrodestra l'applaude, il PD si distingue per un silenzio assordante.
PRESIDENTE. Onorevole Mancini, concluda.
GIACOMO MANCINI. È evidente che in molti manca la consapevolezza che, continuando così, si uccide la speranza di tanti calabresi di vivere in una terra libera dall'illegalità e dall'immoralità.
Signor Presidente - e concludo - il Parlamento deve intervenire per tempo per impedire che una regione intera del Paese venga sottratta alla sovranità dello Stato per essere condannata a rimanere...
PRESIDENTE. Grazie...
GIACOMO MANCINI.... protettorato delle forze dell'illegalità.