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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Elementi alla base della richiesta di trasferimento di due magistrati della procura di Catanzaro - n. 3-01250).
PRESIDENTE. L'onorevole Leoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01250, concernente elementi alla base della richiesta di trasferimento di due magistrati della procura di Catanzaro (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
CARLO LEONI. Signor Presidente, anche la mia interrogazione riguarda il caso Calabria. È un fatto, signor Ministro, che la decisione di proporre al CSM il trasferimento cautelare dei due magistrati sta suscitando in Calabria - e non solo in Calabria - preoccupazioni ed anche iniziative di protesta.
Si teme che dietro tale decisione vi sia, non già l'interesse per il buon funzionamento degli uffici giudiziari, ma la volontà di colpire un magistrato considerato «scomodo» perché «scomode» sarebbero le sue inchieste sull'intreccio tra affari, politica e settori della criminalità organizzata.
Attendo la sua risposta anche a questa mia interrogazione e mi auguro davvero che sia in grado di fugare quelle preoccupazioni e quei timori. Ciò anche perché, tra le ragioni fondanti della costituzione del Governo Prodi, c'è quella del pieno ripristino dei principi costituzionali diPag. 53eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e di rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura, dopo anni nei quali tali principi sono stati piegati ad interessi di parte.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Leoni, vorrei dire in premessa che, se non fossi esecutore del dettato costituzionale, credo sarei in galera o da qualche altra parte. Mi pongo legittimamente in questa condizione come del resto anche lei. Quindi, ciò vale non tanto come programma dell'Unione, ma come programma di riferimento alla «Bibbia» che per me è la Costituzione.
Quanto alle vicende, al di là del pregiudizio (perché ognuno può portare l'attenzione sui fatti con giudizio, ascoltando le motivazioni, recependole, interpretandole, dando il giusto significato ai fatti), mi sono mosso senza alcuna interferenza.
Vorrei sottolineare, peraltro, a quanti avevano ritenuto che ci fosse stato un intervento rispetto al «Why not?», che le vicende riguardano attività ispettive precedenti a tale episodio, proprio per evitare problemi di una qualche natura o magari anche che fossi colpevolizzato da lei, onorevole Leoni.
Ho adottato questo mio atto - come ho già ricordato - a seguito di interventi durati mesi e non solo alcuni giorni. Non c'è stata una tempestività ad orologio; assolutamente no! E se non lo avessi fatto sarei venuto meno ad un dovere, per quanto mi riguarda.
Peraltro, mi trovo nella condizione in cui si trovano tantissimi pubblici ministeri rispetto al giudizio della collegialità dei magistrati e, come tali, dei giudici per i quali definiscono e acquisiscono atti che sono dovuti; poi, sarà il Consiglio Superiore della Magistratura nella sua autonomia a decidere. Non ho fatto nulla di più e non vedo cosa abbia fatto di male o quale elemento di irreparabilità vi sia nel mio intervento.
È un intervento che rientra nei miei poteri; vorrei peraltro ricordare a tutti che tali poteri sono cambiati a seguito di questa nuova disciplina, di questi nuovi atti ordinativi con riferimento ai quali il Ministro della giustizia ha la possibilità, anzi il dovere di intervenire a seguito di riscontri operati con ricognizioni che appalesano alcune irregolarità. Nel caso di irregolarità poi, come capita a tanti che in Italia sono stati giudicati negli anni passati e successivamente con lungaggini enormi, vi può essere il «riparo», laddove il CSM, in questo caso giudice terzo, dovesse assumere circostanze a favore di chi, nell'attività di ricognizione, si è visto imputare fatti che sono sgradevoli per quanto riguarda i comportamenti o viceversa nel caso confermi invece il giudizio.
Per quanto mi riguarda, laddove fosse l'uno o l'altro caso, poiché non si tratta di una vicenda di natura particolare, non ho alcun elemento per essere partigiano. Mi sono attenuto a questo tipo di criterio. Credo che le vicende della procura di Catanzaro - ho avuto modo di ricordarlo - siano difficili e drammatiche. Che qualcuno possa ascrivere a me i drammi della Calabria, francamente, mi pare un po' tardivo sul piano storico (Commenti del deputato Volontè) - grazie onorevole Volontè - ed eccessivo sul piano della dinamica dei comportamenti.
Peraltro, in terra di Calabria vi sono tante persone perbene e vi sono anche quelle che non lo sono. Non vorrei che qualcuno ritenesse, mi riferisco anche all'onorevole Leoni, di ascrivere a me quelle non perbene e a lui quelle perbene.
PRESIDENTE. L'onorevole Leoni ha facoltà di replicare.
CARLO LEONI. Signor Ministro, fatico a comprendere le ragioni di tanta veemenza nella risposta. Mi sarò espresso male o più probabilmente lei non ha inteso le parole che ho pronunciato, ma nella mia interrogazione non c'era assolutamente né l'intenzione di colpevolizzare lei né quella di dire che lei si è mosso fuori dai principi costituzionali, tutt'altro!Pag. 54
L'atto che lei ha compiuto è perfettamente conforme alle leggi vigenti e ai principi costituzionali. Questo non l'ho messo in discussione!
La mia interrogazione era volta a consentire al Ministro della giustizia di chiarire ulteriormente - perché penso che l'opinione pubblica ne abbia bisogno - le ragioni dell'atto che è stato compiuto e si fonda sul fatto che - non possiamo non tenerne conto, perché siamo in una sede politica - questo intervento avviene in un determinato contesto, che figuriamoci se è ascrivibile a lei, in tutto o in parte!
Quello della regione Calabria è un contesto che ha fatto molto notizia questa estate per la strage di Duisburg: vi agiscono cosche mafiose tra le più pericolose d'Italia (e non solo d'Italia) e le sedi giudiziarie versano in quelle difficoltà oggettive e soggettive che sono note a tutti. Inoltre, vi sono magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine sotto minaccia delle cosche.
Questi sono i dati di un contesto preoccupante (lungi da me l'idea di ascriverlo in tutto o in parte alla sua responsabilità), del quale non possiamo tutti, Governo e Parlamento, non tenere conto, perché abbiamo il dovere, insieme, di dare una risposta convincente a cittadini che sono preoccupati ed a cittadini che intendono vedere riconosciuta pienamente la legalità nella propria regione, anche per vedere riconosciuta pienamente la dignità del loro essere cittadini italiani.