Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (Approvato dal Senato) (A.C. 3044).
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 1).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge
(Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 2).
Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, signor Ministro, noi del gruppo di Forza Italia abbiamo cercato di fornire un contributo positivo alla modifica e al perfezionamento della legislazione vigente. Dobbiamo rammaricarci, però, ancora una volta che si sia voluta seguire la strada del decreto-legge quando un provvedimento legislativo ordinario è ancora in itinere, per cui si è strozzato il dibattito e si è impedita quella concertazione che avrebbe potuto essere molto più efficace ed esaustiva rispetto ai problemi posti.
Ricordo che la legislazione proposta dall'allora Ministro Lunardi, che tanto successo ha conseguito, è nata da una grande concertazione all'interno del Paese e con i Paesi europei. Il Ministro Lunardi, che faceva parte del Governo Berlusconi, individuò in una carenza legislativa italiana il gap che ci divideva dall'Europa (migliaia di morti in più per gli incidenti stradali in Italia, migliaia e migliaia di feriti in più e molte spese attuariali assicurative che appesantivano tutto il comparto). Il Ministro, quindi, portò avanti un discorso di concertazione europea e nazionale, si aprì al dibattito politico e accompagnò quella misura legislativa con un battage mediatico e un approccio culturale che ritengo siano stati entrambi alla base del successo di quel provvedimento.
Varata la legge, Lunardi accompagnò la legge sul campo l'applicazione pratica delle norme in essa contenute con un dispiegamento capillare e diffuso su tutto il territorio nazionale delle forze di polizia, alle quali fu dato opportuno sostegno, anche finanziario, per far capire al Paese che non si scherzava. Furono conseguiti risultati eccezionali, che restano nella nostra storia.
Poi, a poco a poco, qualcosa è cambiato.
Da una parte, il Ministero dell'interno e le prefetture non hanno dato regolare corso ai provvedimenti sulla patente a punti (soprattutto, alle sanzioni, che sono state ritardate e molte volte hanno prestato il fianco al grottesco, quando sono risultati al volante vecchietti di ottant'anni che non riescono neanche a fare due passi a casa loro!) Dall'altra parte, è stato diminuito il finanziamento alle forze di polizia, creando in loro anche una disaffezione operativa.
Signor Ministro, ritengo, inoltre, che sia stata attribuita una competenza in materia a comuni e province che non meritavano di entrare nella partita e che hanno appesantito il dialogo con la pubblica opinione. È ciò che si verifica quando un comune colloca i suoi vigili e i suoi autovelox, non su una strada comunale, ma su una strada nazionale, e non nel punto più pericoloso, bensì in quello più insidioso per carpire la buona fede degli automobilisti (ad esempio, su un viale nel quale si può procedere indifferentemente, senza recare turbativa al traffico sia a 50 che a 70 chilometri all'ora). I sindaci, pur di far cassa, non hanno pensato di organizzare il controllo nei punti pericolosi, ma nelle parti facili!
Spesso il loro fine non è stata la riduzione degli incidenti, ma l'inpinguamento degli entroiti comunali.
Le amministrazioni provinciali hanno impiegato i loro corpi di polizia per il perseguimento degli automobilisti, trascurando invece compiti istituzionali, quali la difesa dei boschi e delle foreste, e l'organizzazione dei servizi di monitoraggio dell'inquinamento ambientale.
Come di dice, hanno intralciato da una parte e latitato dall'altra.
Tutto ciò ha creato nell'opinione pubblica una disaffezione nei confronti della legge, perché l'automobilista si è sentito braccato come un Robin Hood del XXI secolo. Tant'è vero, signor Ministro, che quando un automobilista individua una macchina della polizia, dei vigili o della polizia provinciale, la segnala con il lampeggiatore agli altri automobilisti che provengono dalla direzione opposta. Segno evidente che i provvedimenti non sono condivisi.
A mio avviso la legge, per poter diventare veramente efficace e raggiungere gli scopi che il legislatore e il Governo si propongono, deve essere innanzitutto sentitaPag. 3propria dalla popolazione. Non esiste legge che possa avere successo se non è condivisa!
Il nostro sforzo, pertanto, va in questa direzione e perciò mi lamento, ancora una volta, del fatto che si sia voluta privilegiare la legislazione d'urgenza, perché un dibattito più appropriato e articolato avrebbe spianato la strada a una comprensione vera delle misure previste.
Da ultimo, vorrei offrire alcuni suggerimenti al signor Ministro, in quanto credo che il decreto-legge in esame sia diverso dal decreto-legge in materia di pubblica istruzione, anch'esso oggetto di esame da parte dell'Assemblea in questi giorni. In quest'ultimo, ho notato l'emergere di una volontà di Governo tesa a distruggere la legislazione precedente (ossia la riforma Moratti), che può essere condivisa o meno, ma che comunque rappresenta una grande riforma per la quale siamo stati giustamente apprezzati da tutta l'Europa.
In ogni provvedimento del Governo Prodi in materia di istruzione c'è sempre un attacco alla riforma Moratti. Un grande Paese, invece, deve fare tesoro dei provvedimenti legislativi buoni migliorandoli, non cancellandoli.
Debbo dare atto che il decreto in esame questo vizio capitale non lo possiede.
Un suggerimento, signor Ministro, che vorrei dare è che si attivi anche un controllo fisso nei punti difficili, in quanto spessissimo i controlli episodici e volanti si tengono dove il traffico scorre tranquillo, mai all'altezza di alcuni semafori e di alcune curve pericolose dove, specie di notte - perché i teppisti della strada si esibiscono in maniera cinematografica soprattutto di notte -, si verificano gli incidenti più drammatici e più gravi. Questo accorgimento, a mio avviso, allevierebbe di molto il bilancio dei morti e dei feriti nel nostro Paese.
Vorrei, inoltre, svolgere una considerazione riguardo al ritiro delle patenti. Quando, infatti, si trova un automobilista in stato di ebbrezza alcolica o in stato di agitazione psicomotoria per l'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, si ritira la patente, ma quando viene riconsegnata al soggetto interessato, se vi è stata l'ebbrezza alcolica, è difficile capire se il soggetto interessato sia ancora in preda al consumo vizioso di alcool. Per quanto riguarda, invece, la tossicodipendenza e le sostanze psicotrope, l'uso di cocaina, ad esempio, può essere monitorato anche a distanza di vari giorni e.
Mi domando, dunque, come il Ministro intenda comportarsi. Forse non ho ben compreso il provvedimento a tale riguardo, ma credo che non sia una questione di subliminale importanza, bensì di valenza cruciale. Mi chiedo, infatti, se la patente possa essere riconsegnata al tossicodipendente cronico. È evidente che su questo aspetto deve essere aperto un dibattito. Ci dobbiamo domandare, infatti, se abbiamo il diritto di intervenire nel settore delle libertà individuali o se le libertà individuali non debbano essere poste al servizio dell'interesse collettivo, che è volto alla salvaguardia delle vite umane, con una stringente normativa specifica.
Per concludere, il gruppo di Forza Italia continuerà ad offrire anche nei prossimi mesi il suo contributo per un miglioramento condiviso delle norme sulla circolazione stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, ancora una volta riceviamo un decreto-legge in scadenza; ancora una volta il Parlamento viene ridotto semplicemente a svolgere un ruolo di presa d'atto, non potendo dibattere, modificare o correggere un decreto-legge relativo ad un aspetto assolutamente essenziale: la sicurezza dei cittadini.
Signor Ministro, carissimi colleghi, in via preliminare vorrei che analizziate con cura un lavoro svolto dal Servizio studi della Camera sulla produzione normativa in poco più di un anno di legislatura di questo Parlamento, che ha approvato circa quarantadue leggi (ventitré delle quali, pari al 54,8 per cento, semplicemente di conversione di decreti-legge), quattro leggi di bilancio, alcune leggi di ratifica e alcunePag. 4leggi ordinarie (pochissime, pari solamente al 20 per cento circa), che, però, si sono perse nel passaggio tra i due rami del Parlamento.
Ritengo che si tratti di un problema pesante, che sottrae al nostro Parlamento il ruolo di legislatore ed elimina la nostra capacità di dibattere, modificare e migliorare la produzione legislativa di iniziativa del Governo. Ciò che è ancora più pesante - che ritengo sia una delle cause che stanno alimentando questa ondata di antipolitica e di ostilità nei confronti del Parlamento - è il fatto che si tratta di una politica che non rispetta le regole fondamentali. Sappiamo benissimo che un decreto-legge deve avere alcune caratteristiche (l'urgenza e la straordinarietà), ma, quando un buon 60 per cento dell'attività legislativa del Parlamento è costituito da leggi di conversione di decreti-legge, credo che i principi alla base di queste norme siano assolutamente disattesi.
Fra le altre cose, signor Ministro, la preoccupazione nasce anche dall'esistenza di binari paralleli - spesso non convergenti - sui quali si inserisce la materia sulla quale legiferiamo. È stato emanato il decreto-legge Bersani sulle liberalizzazioni, che ha trattato anche temi riguardanti il suo Ministero (come la vicenda delle scuole guida) ed è stato parallelamente approvato un disegno di legge. Spesso le due cose non convergevano e addirittura in quel caso erano l'una in contraddizione con l'altra. Non dimentichiamo che, proprio di recente, la Camera ha già approvato il disegno di legge recante disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale, che ora è all'esame del Senato, che mi risulta stia apportando alcune modifiche, dopodiché il provvedimento tornerà alla Camera.
Nel frattempo, viene emanato un decreto-legge che contiene parte della materia. Signor Ministro, cito solo un esempio: nel decreto-legge sono contenuti alcuni articoli che trattano di sanzioni da applicare dal momento in cui lo stesso è entrato in vigore; sanzioni diverse, invece, sono contenute nel disegno di legge che, una volta approvato in terza lettura alla Camera, diventerà esecutivo. Ciò creerà, come avvenuto per la maggior parte delle leggi approvate da questo Parlamento, una grande confusione negli utenti ed alimenterà sicuramente una serie di contenziosi. Un decreto-legge fissa una sanzione e un disegno di legge ne fissa un'altra: è un modo schizofrenico e disordinato di legiferare su un tema fondamentale, qual è la sicurezza dei cittadini.
Signor Ministro, essendo stato il decreto-legge adottato in prossimità della pausa estiva, considerata la norma che prevede che la conversione debba avvenire entro sessanta giorni, era presumibile che il Senato e la Camera non sarebbero stati nella condizione di convertirlo attraverso un reale dibattito. Quindi, perché lo abbiamo fatto? Forse, perché l'urgenza e le disgrazie che avvenivano e che, purtroppo, continuano ad avvenire avevano costretto il Governo ad adottare provvedimenti immediati prima dell'estate? Questa sarebbe una motivazione accettabile e condivisibile, ma, quando analizziamo i singoli articoli del decreto-legge, ci rendiamo conto che, al di là dei motivi di incostituzionalità, di cui si è ampiamente parlato in occasione delle questioni pregiudiziali, non vi è l'urgenza.
Il provvedimento sulla velocità, infatti, avrebbe potuto produrre effetti maggiori nel periodo estivo, trattandosi di un periodo in cui la gente si muove maggiormente sulle strade, ma il testo del provvedimento rinvia all'emanazione di un decreto interministeriale, che deve identificare le modalità attraverso le quali le postazioni di controllo sulla rete stradale debbono essere installate, rendendo di fatto inefficaci e nulle tutte le sanzioni.
Allora, dov'è l'urgenza? Mai, se non in questa esperienza del Governo di centrosinistra nell'ultimo mese, ho visto decreti-legge la cui applicazione è rinviata nel tempo, denunciando palesemente la mancanza di un requisito essenziale per un decreto-legge quale quello dell'immediata applicazione.
Quindi non vi è l'urgenza né la necessità di intervenire. È diventato un metodo, un sistema per saltare di fatto i passaggiPag. 5parlamentari e per agevolare l'approvazione delle leggi, reprimendo e soffocando il dibattito parlamentare. Credo che questo sia l'elemento più grave ed inquietante di questo modo di legiferare.
Signor Ministro, abbiamo presentato vari emendamenti. Alcuni sono certamente discutibili, ma altri sono assolutamente corretti, perché cercano disperatamente di allineare e di correggere il contenuto del decreto-legge - che oggi ci accingiamo velocemente a convertire, considerato che scadrà martedì della prossima settimana - attraverso una sinergia con il disegno di legge da noi già approvato, che presto il Senato rimanderà alla Camera.
Condivido l'auspicio, che lei in passato ci aveva fatto intravedere, di adottare un testo unico per riordinare l'intera materia, su cui si è legiferato in maniera - lo ripeto - disorganica e spesso disattenta.
Faccio soltanto un esempio. Abbiamo trattato un'importante questione come quella delle autoscuola che sono la base per la costruzione di una nuova generazione attenta alla guida, con il decreto Bersani, ma non capisco che cosa avesse a che fare una materia così delicata con un provvedimento come il decreto Bersani. Si possono liberalizzare determinati settori, ma non credo che si possa liberalizzare la sicurezza.
Tutte queste norme, signor Ministro, dovranno essere riprese in un testo unico che riordini l'intera materia e fornisca al cittadino una facilità di lettura delle stesse, senza costringerlo a cercare di ricomporre un puzzle con tasselli sparsi nei vari testi normativi, nelle circolari, negli emendamenti della legge finanziaria, negli emendamenti dei decreti-legge: è una materia che oggi va riordinata.
Le porto un esempio, signor Ministro, in aggiunta a quello che ho richiamato sul tema delle sanzioni: mi riferisco all'esame del tasso alcolico del guidatore. Nel caso in cui il tasso alcolemico sia dello 0,80 - mi pare, non vorrei sbagliarmi, ma sto cercando di chiarire il principio - sono previste ammende che arrivano fino all'arresto; nel caso in cui tale tasso alcolico sia ancora maggiore, cioè arrivi all'1,50, ci troviamo di fronte a sanzioni che sono addirittura meno forti rispetto alle precedenti.
Tale modo di legiferare, spesso contraddittorio, credo che non dipenda tanto dal merito, ma spesso dal metodo, perché quando si legifera «a spizzichi e bocconi» è facile entrare in contrasto, creare dissonanze, andare incontro a discrasie e disposizioni che sono poco compatibili. Ciò non avverrebbe se il dibattito fosse più ampio, se gli spazi di confronto fossero maggiori, se si legiferasse per testi unici e quindi per materia, con competenze non incrociate tra Ministeri, con il Ministro delle attività produttive che vuole legiferare in termini di sicurezza stradale, togliendo a lei, signor Ministro, una competenza che dovrebbe essere esclusivamente sua.
Pertanto, mi auguro che a tale maniera di legiferare si possa apportare una correzione e porre la parola «fine» all'abuso dei decreti-legge, stigmatizzato da un famoso professore universitario in un libro intitolato: L'emergenza infinita. La decretazione d'urgenza in Italia.
Non si può sempre legiferare in stato di emergenza e in situazioni di eccezionalità: bisogna legiferare con ordine, con correttezza, con serenità e aprendo un forte confronto con il Parlamento.
Infatti, ricordatevi che la nostra continua ad essere una Repubblica parlamentare, e il ruolo del Parlamento è quello di legiferare, non certo quello di prendere atto delle decisioni del Governo e subirne l'urgenza, la violenza e il «ricatto» della scadenza delle norme.
Signor Ministro, dobbiamo aprire un confronto più serio, perché legiferare seriamente significa offrire serie risposte ai cittadini, dando loro la capacità di leggere, interpretare e comprendere i doveri e i diritti. Altrimenti il cittadino si confonde, non comprende e si allontana sempre di più dalla politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei anch'io offrire un contributoPag. 6alla discussione, che mi sembra si svolga con grande capacità e qualità.
Ho ascoltato anche gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e credo che tutti abbiano sottolineato alcune criticità del sistema della regolamentazione della materia in esame, molto discussa in questi anni proprio per le cifre, le statistiche agghiaccianti non solo del sabato sera, ma quotidiane: mi riferisco alla casistica degli incidenti stradali e dei sinistri.
Allora, signor Ministro, stamani trovo quasi doveroso ricordarle come, in questi mesi e in questi anni, si sia legiferato molto sul fronte della guida e sul fronte della disciplina e della regolamentazione della guida del veicolo, mentre molto meno - anzi, non si è legiferato affatto - sul fronte del veicolo.
Tuttora vi è una carenza legislativa proprio sul fronte della sicurezza del veicolo. Ci occupiamo spesso del conducente ma non ci stiamo curando e non ci siamo curati in questi anni di che cosa guidiamo, di che cosa guidano i neopatentati di categoria A, B o C che possiedono patenti che comportano pesanti responsabilità.
Mi chiedo allora, signor, Ministro perché non cominciamo a legiferare sul fronte del veicolo? Lei sa, signor Ministro, che pochissimi veicoli dopo le riparazioni causate da un sinistro - ve ne sono centinaia di migliaia in Italia - devono essere sottoposti alla famosa certificazione del pubblico registro per essere nuovamente collaudati per verificare se conservano le stesse caratteristiche di quando furono costruiti, di quando erano nuovi di fabbrica. Vi sono incidenti nei quali i veicoli, dopo essere stati piegati in due, vengono addirittura raddrizzati e continuano a girare per la strada, alle volte quasi per sbieco, avendo una pericolosissima capacità di tenuta della strada o, per meglio dire, con un'assenza di tenuta della strada.
Perché, signor Ministro, lei non sembra interessato a intervenire su tale materia? È una materia importante soprattutto perché molti sinistri ledono e modificano le caratteristiche di sicurezza del veicolo e qualche volta addirittura del sistema frenante, di quello ammortizzante, del telaio principale, per cui il veicolo diventa un mezzo pericoloso a prescindere da chi sia posto alla guida.
La voglio invitare, la destra la vuole invitare a porre l'attenzione su questo aspetto che tuttora è rimasto carente dal punto di vista legislativo. Noi vorremmo addirittura auspicare che ad ogni sinistro vi sia una verifica peritale che certifichi se il veicolo conserva o meno le proprie caratteristiche se il sinistro è di un'entità tale da doverlo di nuovo collaudare. Vorremmo che vi fosse una sorta di vademecum su chi mette mano ai veicoli sinistrati per verificare se siano o meno imprese che possiedono i requisiti per riportare un veicolo alle condizioni originarie. Dobbiamo legiferare per realizzare una sorta di albo dei riparatori, una sorta di vademecum della riparazione di qualità.
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo onorevole Salerno. È presente in tribuna e assiste ai nostri lavori una delegazione guidata dal Presidente dell'Assemblea nazionale del Quebec, Michel Bissonnet, cui porgo il saluto a nome dell'intera Assemblea ricordando le intense relazioni parlamentari tra Italia e Canada (Applausi).
Prego, onorevole Salerno.
ROBERTO SALERNO. Prima di un breve commento sul testo in esame voglio domandare al Ministro: perché non introduciamo questa benedetta carta d'identità del veicolo? Prenda nota, signor Ministro; la vedo molto attento e non posso che apprezzarlo, soprattutto in un'aula che molto spesso è distratta e rivolta ad altro.
Perché non introduciamo la carta d'identità del veicolo? Oggi nei famosi libretti di circolazione, nei certificati di proprietà, esiste soltanto l'annotazione di chi compra e vende un autoveicolo ma non vi è nulla che riguardi i sinistri avuti dal veicolo, la vita del veicolo, gli incidenti subiti. Perché non viene annotato nulla nella carta di circolazione?
Allora introduciamo una sorta di carta di identità sulla quale venga annotato ogniPag. 7sinistro, la riparazione, e se essa è avvenuta al di sotto di una soglia di sicurezza del veicolo, oppure al di sopra cosicché debba essere certificata l'idoneità successiva del veicolo.
Credo di averle fornito - signor Ministro - degli elementi per intervenire su un aspetto della materia in esame, sul quale oggi vi è la completa e assoluta assenza del legislatore, e ritengo che sia importante invece cominciare a mettervi mano, perché ne va della sicurezza e della vita delle persone.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 10,15)
ROBERTO SALERNO. Per quanto riguarda il testo - signor Ministro - come hanno già sottolineato i miei colleghi ravviso delle incongruenze e delle incoerenze.
Mi chiedo per quale motivo un neopatentato che abbia conseguito la patente B per i primi tre anni non possa guidare un veicolo al di sopra dei 50 cavalli, sapendo che adesso ormai, nell'ambito delle potenze e delle capacità delle case costruttrici, si producono veicoli al di sopra dei 50 cavalli che offrono maggior sicurezza rispetto alle piccole cilindrate.
Tutto ciò non attiene alla velocità e alla sicurezza del veicolo. Si tratta di una questione di guida e della sua disciplina.
Con tale misura obblighiamo una famiglia, al cui interno un giovane di diciotto anni prende la patente B (il quale per tre anni non può guidare l'autoveicolo di famiglia, quello di proprietà del padre), a comprare appositamente un'automobile per farla guidare o comunque darla al figlio. Non so se si comprende l'impopolarità e la non socialità di questo provvedimento.
Oggi, per esempio, un veicolo sopra i 50 cavalli è una Golf 1600 o 1400. Quale problema può esserci per quel neopatentato, nei primi tre anni, che guidi queste macchine che sono diventate il segmento più grande nel mercato automobilistico? Invece, obblighiamo la famiglia ad acquistare un'auto, costringendola ad una spesa straordinaria e non prevista.
Come si spiega un provvedimento di questo tipo, impopolare, irragionevole, infondato e - vorrei dire - quasi illegittimo?
Sottraiamo addirittura la libertà al cittadino di poter in qualche maniera usare o guidare un veicolo di proprietà della famiglia. Lo capirei se nella famiglia il babbo avesse una Porsche, oppure una Maserati o una Ferrari, ma quando non è questo il caso, e semplicemente si tratta - mi vengono in mente le macchine più comuni - ad esempio di una Croma o di una macchina di media cilindrata che superi i 50 cavalli? Si tratta allora di una misura irragionevole e infondata.
Per quanto riguarda l'impianto sanzionatorio, signor Ministro, ne condivido la serietà e la severità, salvo il fatto che poi riscontriamo delle incongruenze.
In alcuni casi, per quanto riguarda i tassi alcolemici superiori al consentito, il provvedimento in esame in qualche modo allenta e ammorbidisce le sanzioni già presenti, mentre aumenta quelle relative alle prime soglie alcolemiche.
Sono per la severità - signor Ministro - così come la destra è per la severità e la rigidità del sistema, perché dietro quella specie di - per così dire - accondiscendenza per il classico bicchiere di vino o per la classica cena che si allunga un po' anche con il cosiddetto uso italiano del caffè e del dopo caffè, dietro questa leggerezza e questo costume vi sono le tragedie.
Pertanto, noi siamo a favore della severità e della rigidità, però stiamo attenti a dare coerenza al quadro delle sanzioni in esame. L'impianto sanzionatorio, comunque, ci trova ideologicamente d'accordo dal punto di vista della ratio.
Concludo - signor Ministro - ricordando che però, ancora oggi, sempre sul fronte della guida (dove continuiamo a legiferare senza che ciò si traduca in misure concrete in materia di sicurezza e di veicoli) continuiamo a fornire i fogli rosa sulla semplice presentazione di una domanda.
Signor Ministro, lei non crede che i fogli rosa non debbano più essere consegnatiPag. 8a chicchessia su semplice presentazione della domanda per sostenere l'esame di iscrizione alla scuola guida, senza aver almeno prima superato un piccolo esame di segnaletica? Quel foglio rosa che viene consegnato al giovane di 18 anni, come ad una persona che non ha mai guidato, non può prescindere dalla capacità di quell'individuo di riconoscere il cartello disposto lungo una strada e di conoscerne il significato (ad esempio un senso unico o un obbligo di svolta). Forse, si può capire in modo induttivo che il cartello di stop vuol dire fermarsi, ma non è così per quello relativo al diritto di precedenza. Si tratta di una serie di conoscenze che non possiamo verificare qualora il foglio rosa viene rilasciato semplicemente su presentazione della domanda.
Pertanto, in questo modo si mette in condizione di provocare danni seri chi, su richiesta, ha ottenuto il foglio rosa. Dopodiché, come sappiamo, con il foglio rosa, chi guida può essere accompagnato da una persona come magari un nonno di una certa età o una persona disattenta che non deve in alcun modo sostituire la capacità di un istruttore di guida. Pensiamo che questo sia sufficiente a dare a quel ragazzo, a quel neopatentato che deve ancora prendere la patente la possibilità di guidare?
In conclusione, signor Ministro, siamo parzialmente d'accordo con il suo orientamento soltanto per quanto riguarda l'impianto sanzionatorio, tranne per l'incoerenza. Le voglio ricordare che fu proprio il Governo Berlusconi con un emendamento nella passata legislatura ad introdurre il ritiro della patente, cioè la revoca perpetua, per coloro che, con un tasso alcolemico due volte superiore a quello consentito, provocavano la morte di una o più persone in un incidente stradale. Fu proprio il Governo di centrodestra ad introdurre per la prima volta un elemento di grande rigidità. Fu un voto sentito, perché molto spesso i protagonisti di incidenti mortali, ubriachi oppure drogati, pur avendo provocato la morte, dopo alcuni mesi tornano di nuovo in libertà. Anche in tali ipotesi avvertiamo una carenza normativa, perché vorremmo l'introduzione di un'analogia con il codice penale. Infatti, vi è sempre un atto volontario prima di ubriacarsi o di assumere sostanze stupefacenti e quando ci si sottrae al proprio controllo: pertanto, quando si causa una morte vi è una responsabilità diretta.
Come dicevo, fu allora che introducemmo veramente una prima norma di grande severità. La invito a legiferare per ciò che concerne il veicolo: la carta di identità del veicolo, la riparazione di qualità, una sorta di albo dei riparatori di qualità, in modo da conoscere la vita del veicolo su strada da quando viene costruito a quando viene rottamato.
Proponiamo che il foglio rosa non venga più consegnato a chiunque semplicemente su presentazione di una domanda, ma che chi lo chiede venga sottoposto ad un esame, perlomeno di segnaletica stradale, e che gli vengano prescritte obbligatoriamente delle guide.
Concludendo, signor Ministro - forse non è una competenza sua ma del Ministro Di Pietro - cominciamo a terminare i grandi lavori e le grandi opere iniziate con il Governo di centrodestra. Vorrei ricordare, con un invito distinto rispetto all'intervento sul disegno di legge in esame, che il tratto Torino-Milano - signor Ministro, lei viene talvolta al nord - sta diventando come la Salerno-Reggio Calabria: si stanno infatti effettuando lavori che dureranno decine d'anni ed è inaccettabile, perché tra Torino e Milano, vive tutta un'economia industriale, artigianale e agricola che viene umiliata ed offesa da un'arteria che obbliga ad impiegare tre ore per precorrere tale tratto.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Salerno.
ROBERTO SALERNO. Troviamo, dunque, il modo per intervenire in maniera diretta, produttiva ed efficace anche su questi problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Pag. 9