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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione (Già articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 17 aprile 2007) (2272-ter-A) (ore 14,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione.
Ricordo che nella seduta del 1o ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche della relatrice e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2272-ter-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-ter sezioni 2 e 3).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni riassuntive o per principi, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo.
A tal fine, il gruppo della Lega Nord Padania è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.Pag. 2
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento, le seguenti proposte emendative: Aprea 1.38, volto a fissare in un anno il periodo di imbarco obbligatorio per i cadetti dell'Accademia italiana della Marina mercantile; Goisis 1.92, volto ad attribuire a soggetti privati la facoltà di chiedere il trattamento di parità, al fine di ottenere il riconoscimento del valore di servizio pubblico delle iniziative di istruzione e formazione da essi promosse; Zeller 1.108 e 1.109, concernenti l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole di lingua tedesca della provincia di Bolzano; Raiti 1.61, che consente ai dirigenti scolastici la permanenza in servizio fino al settantesimo anno di età; Barbieri 1.010, concernente le modalità di conclusione dei corsi universitari; Cordoni 1.012, concernente il procedimento di riscatto, ricongiunzione e computo ai fini pensionistici del personale dipendente della scuola; De Simone 1.013, in materia di disciplina applicabile per il riconoscimento del titolo di studio in possesso di cittadini stranieri non appartenenti a Paesi dell'Unione europea (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-ter sezione 1).
Avverto altresì che la Commissione ha testé presentato l'emendamento 1.211, il cui testo è in distribuzione.
NICOLA BONO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo ad esaminare un provvedimento che definire un mostro sarebbe dir poco: esso è infatti il risultato del rimaneggiamento di vari provvedimenti, fra i quali un disegno di legge Bersani ed un provvedimento legislativo della Commissione cultura, ampiamente amputato da un decreto-legge emanato dal Governo dopo che ne è stata avviata la discussione in Assemblea.
Signor Presidente, ci troviamo, quindi, davanti ad una situazione paradossale dal punto di vista procedurale. L'attuale testo che la Camera è chiamata ad esaminare contiene una serie di commi e di articoli che sono stati già esaminati, votati, quindi inseriti, in sede di conversione in legge, la scorsa settimana, del decreto-legge n. 147 del 2007 concernente iniziative urgenti per l'avviamento dell'anno scolastico.
Sul piano procedurale, con una ricognizione del tutto informale - e, quindi, di valutazione diretta e non certificata da alcuna struttura ufficiale della Camera - il relatore di maggioranza ha predisposto un certo numero di emendamenti soppressivi delle parti che sarebbero state votate la settimana scorsa in sede di conversione in legge del citato decreto-legge.
Si tratta, al riguardo, di una procedura che mi permetto di contestare: ho pertanto sollevato un richiamo al Regolamento perché si tratta di un fatto regolamentare che non è contemplato dal nostro Regolamento, ma che pone, signor Presidente, un problema paradossale.
Vi è un aspetto politico gravissimo - che poi rileverò alla fine del mio intervento -, ma vi è, anzitutto, da valutare come procedere di fronte ad una situazione del genere. Una cosa, infatti, è stralciare articoli da un disegno di legge per poi inserirli in un altro disegno di legge (operazione che, comunque, comporta un lavorio da parte degli uffici della Presidenza della Camera, che devono fornire la documentazione in merito alle proposte di stralcio); altra cosa è che il relatore presenti emendamenti soppressivi che, in quanto tali, costituiscono valutazioni di merito prive del conforto e del supporto di una valutazione da parte degli uffici della Camera, creando un forte vulnus per quanto attiene alla procedibilità.
Nessuno può sentirsi garantito da tale circostanza, tant'è vero che, come lei potrà osservare dallo stampato del fascicolo degli emendamenti, in esso ricorrono molti emendamenti soppressivi presentati, da tempo, dai gruppi di opposizione seguiti poi da un emendamento della Commissione, predisposto dal relatore di maggioranza, anch'esso soppressivo, ma non per le medesime valutazioni, bensì solo perché si tratta di un argomento già trattato.Pag. 3
Questo è un modo sbagliato di procedere, perché potremmo trovarci davanti alla dimenticanza, da parte del relatore, di qualche passaggio, comma o elemento già approvato in precedenza dalla Camera, e quindi avremmo due leggi che contengono la stessa norma, visto che non c'è stata e non c'è alcuna, per così dire, certificazione da parte degli uffici.
O peggio - ed è questo il vero paradosso - ci ritroveremmo a bocciare, con emendamenti formali soppressivi, ciò che solo una settimana fa avevamo approvato.
Questo è il risultato di una procedura schizofrenica introdotta dall'attuale Governo, e non solo con riferimento alla materia della scuola (basti pensare al provvedimento relativo ai trasporti approvato due settimane fa dalla Camera o, anche, all'inserimento nella finanziaria di alcuni argomenti contenuti nel disegno di legge Gentiloni ancora all'esame delle Commissioni).
Non è più possibile, signor Presidente, procedere in tal maniera: così il Parlamento viene investito dei problemi ma poi ne viene espropriato dalla prevaricante azione del Governo che, con arroganza, toglie gli argomenti e li gestisce in maniera impropria attraverso decreti-legge.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Bono.
NICOLA BONO. Concludo, ma tornerò sull'argomento se non avrò soddisfazione: signor Presidente, sto ponendo un problema di correttezza dei lavori della Camera, di chiarezza delle norme e, soprattutto, di trasparenza del lavoro dei parlamentari, su cui la Presidenza si deve pronunciare.
PRESIDENTE. Ho compreso il suo rilievo, onorevole Bono, ma c'è un tempo assegnato per i richiami al Regolamento.
NICOLA BONO. Se c'è un vuoto regolamentare si colmi, ma non possiamo continuare ad andare avanti in questo modo.
PRESIDENTE. La prego, onorevole Bono, deve concludere.
NICOLA BONO. Quanto meno - e concludo -, si richiami il Governo dall'astenersi a varare decreti-legge su argomenti che sono trattati dalle Commissioni parlamentari.
EMERENZIO BARBIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei, persona notoriamente equilibrata e seria, perché sono convinto che la Presidenza della Camera abbia commesso un errore. Intendo dire che non è avvenuto nulla di grave, perché se sbagliano anche i preti a dir messa, può anche sbagliare il Presidente della Camera.
Lei ha dichiarato inammissibile il mio articolo aggiuntivo 1.010 ed immagino, in quanto non sono state fornite le motivazioni delle decisioni assunte, che tale inammissibilità sia dovuta ad estraneità di materia. Lei è certamente consapevole del fatto che la Commissione cultura della Camera, all'unanimità, da Rifondazione Comunista all'onorevole Frassinetti, ha votato una risoluzione sulle questioni delle SSIS. Con tale emendamento si tentava di rendere operante, all'interno di un qualche provvedimento di legge, la risoluzione di cui parlo, perché altrimenti questi strumenti, Presidente Leoni, restano grida manzoniane. Pertanto, abbiamo tentato di inserirla nel primo provvedimento che poteva riguardare tale materia. Devo ammettere che sentire dichiarare inammissibile l'articolo aggiuntivo a mia firma 1.010 mi ha leggermente sorpreso. Poiché la nostra risoluzione è stata letta da centinaia di ragazzi e di ragazze che sono in tali condizioni, prima di avviare una polemica su tale questione, la pregherei e la inviterei, con assoluta cortesia, a riconsiderare tale decisione.
PRESIDENTE. Devo intanto una risposta all'onorevole Bono, che non vedo più.
Pag. 4NICOLA BONO. Sono qui, signor Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, è del tutto legittima e anche, per alcuni aspetti, comprensibile una critica rispetto agli effetti che si producono quando vi è una sovrapposizione temporale, che riguarda anche i lavori della Camera, tra un decreto-legge ed un disegno di legge che insistono sulla stessa materia. Come lei sa e come ha ricordato, la Commissione ha provveduto a presentare una serie di emendamenti soppressivi, il cui scopo è esattamente quello di armonizzare il testo del disegno di legge attualmente al nostro esame con quello del disegno di legge di conversione, approvato la settimana scorsa. Lei sa che, dal punto di vista formale, l'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge non dà luogo a preclusioni di carattere formale, quindi non si possono prevedere interventi da parte della Presidenza. Tuttavia, la questione nei suoi aspetti regolamentari può essere posta ed esaminata dalla Giunta per il regolamento. Per il resto si tratta di considerazioni di natura politica che lei ha espresso e che potrà sicuramente, come peraltro ha annunciato, reiterare nel corso dell'esame del provvedimento.
Per ciò che riguarda l'intervento del deputato Barbieri, circa la dichiarazione di inammissibilità della proposta emendativa a sua firma 1.010, la Presidenza non può che confermare, in realtà, la propria decisione, perché essa riguarda una materia - lo ha affermato anche lei, onorevole Barbieri, incidentalmente nel corso del suo intervento - non trattata nel testo al nostro esame né negli emendamenti presentati in Commissione e in quella sede valutati ammissibili. Non rileva, a tal fine, il fatto che su questo argomento sia stata approvata una risoluzione. Tale fatto non cancella e non cambia le valutazioni svolte dalla Presidenza. L'ammissibilità, infatti, si misura in relazione al contenuto del disegno di legge e degli emendamenti presentati in Commissione.