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Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Albania, dall'altra, con allegati, protocolli, dichiarazioni e atto finale, fatto a Lussemburgo il 12 giugno 2006 (A.C. 3043) (ore 15,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Albania, dall'altra,Pag. 3con allegati, protocolli, dichiarazioni e atto finale, fatto a Lussemburgo il 12 giugno 2006.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 10 ottobre 2007.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 3043)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il presidente della III Commissione, onorevole Ranieri, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore, onorevole Azzolini.
UMBERTO RANIERI, Presidente della III Commissione. Signor Presidente, esaminiamo oggi un provvedimento che ha un particolare rilievo politico per il nostro Paese: si discute della ratifica dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri e l'Albania. Tale accordo crea le condizioni per un consolidamento ulteriore delle relazioni tra l'Albania e l'Unione europea: un obiettivo al quale l'Italia è fortemente interessata, non solo per ragioni geografiche (la vicinanza dell'Albania alle coste italiane) e storiche (i rapporti e gli sviluppi nelle relazioni con questo Paese, realizzatisi nel corso del tempo), ma anche perché riteniamo che l'Albania possa assolvere a un ruolo importante nei Balcani occidentali ai fini della stabilizzazione e della sicurezza di quell'area.
Un'Albania che riuscisse, in modo sempre più incisivo, ad assolvere compiutamente e a realizzare gli obiettivi che le consentirebbero di avvicinarsi all'Unione europea, potrebbe certamente svolgere una funzione di stabilizzazione nel sud est d'Europa e, in particolare, nell'area dei Balcani occidentali. Ciò costituisce il motivo di fondo e la ragione politica che spinge l'Unione europea nel suo complesso - e l'Italia in particolare - a sostenere la prospettiva di avvicinamento dell'Albania all'Unione europea. L'Accordo di stabilizzazione e di associazione permette di compiere un passo avanti in questa direzione.
Questa generazione di accordi fu messa a punto dall'Unione europea nel 1999, a conclusione del conflitto nel Kosovo. Quando l'obiettivo della stabilizzazione di quell'area divenne una priorità della comunità internazionale e dell'Unione europea, si considerò necessario individuare uno strumento per consentire l'avvicinamento dell'intera regione dei Balcani occidentali all'Unione e lo si individuò nell'Accordo di stabilizzazione e di associazione.
L'Albania ha attraversato una fase di negoziato dell'accordo in questione con l'Unione ed è giunta poi alla stipula. Oggi discutiamo la ratifica: in verità, il nostro Paese vi è giunto con qualche ritardo, dopo che molti altri Paesi dell'Unione hanno già assolto a questo compito.
L'Accordo di stabilizzazione e di associazione prevede uno sviluppo per quanto attiene alle relazioni economiche e un impegno da parte delle autorità albanesi a dotarsi sempre più di istituzioni coerenti e in sintonia con i principi del libero mercato, ma prevede anche un'intensificazione del dialogo politico: uno sforzo teso a coinvolgere un Paese come l'Albania nelle analisi, nelle valutazioni e nelle decisioni che l'Unione europea adotta su tutte le principali questioni internazionali che impegnano l'Unione medesima.
È evidente, quindi, che la ratifica dell'Accordo e la sua implementazione da parte delle autorità albanesi consentiranno uno sviluppo ulteriore in direzione della stabilizzazione e della democratizzazione piena dell'Albania, che potrà dotarsi di istituzioni più efficaci e di stampo europeo e svolgere una funzione significativa nellaPag. 4regione, in un rapporto positivo e costruttivo con gli altri Paesi dei Balcani occidentali.
In anni ormai lontani, abbiamo guardato con preoccupazione all'evoluzione dello Stato albanese e alle vicende che lo hanno segnato in momenti di crisi particolarmente difficili e delicati.
In quei momenti l'Italia non ha mai fatto mancare un sostegno a tutti coloro che in Albania hanno lavorato per la stabilizzazione e la democratizzazione del Paese.
Nel corso degli ultimi anni, abbiamo apprezzato gli sforzi compiuti dalle autorità albanesi per contribuire al consolidamento dei caratteri democratici della realtà del Paese e all'assunzione piena dei principi e dei valori di uno Stato di diritto, oltre che per consentire all'Albania di dotarsi delle istituzioni necessarie per lo sviluppo di un'economia libera e di mercato.
Abbiamo anche apprezzato una dialettica politica che in quel Paese ha consentito l'avvicendarsi di coalizioni diverse al Governo di Tirana, in modo democratico e sulla base di un meccanismo di alternanza rispettato da entrambi gli schieramenti che si sono confrontati per la conquista del Governo dell'Albania.
Recentemente, sono stati compiuti ulteriori passi in questa direzione. Le elezioni amministrative si sono svolte, anche secondo le valutazioni degli osservatori della comunità internazionale, in modo coerente con il rispetto della libertà politica e della possibilità di esprimersi liberamente in occasione dei suffragi.
In sostanza, siamo consapevoli del permanere delle difficoltà e degli elementi di fragilità che ancora caratterizzano la realtà istituzionale albanese, tuttavia desideriamo sottolineare con fiducia i passi avanti compiuti. Ovviamente, chiediamo alle autorità albanesi una maggiore determinazione nella lotta contro la criminalità organizzata e i fenomeni di corruzione nella vita pubblica, che ancora condizionano, spesso gravemente, lo sviluppo democratico del Paese, così come auspichiamo che in quella realtà sia tutelata una piena libertà dei media, dei mezzi di informazione, che è essenziale per poter partecipare a pieno titolo a un processo di avanzamento verso l'Unione europea.
Con questo animo, quindi, che non sottovaluta i problemi e le difficoltà presenti nella situazione albanese, ma che è consapevole anche dei passi avanti compiuti, si ritiene che un ampio consenso sulla ratifica di questo accordo di stabilizzazione e associazione possa essere importante e utile per l'Albania e per il rafforzamento di impegnative e serie relazioni, su tutti i piani, tra il nostro Paese e l'Albania.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
PATRIZIA SENTINELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, l'atto in esame è di particolare rilevanza e significato politico, in quanto dà sostanza all'impegno dell'Italia nel rafforzamento dei rapporti tra l'Unione europea e lo Stato albanese e, su un piano più generale, nel favorire l'avvicinamento dei Paesi dei Balcani occidentali all'Unione europea.
Dunque la ratifica, da parte del Parlamento, dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Albania, dall'altra, è un atto molto significativo, anche perché è atteso con viva trepidazione, direi, dal Governo albanese e dalla stessa Unione europea.
L'Italia sostiene da tempo la necessità di una progressiva e piena integrazione dei Balcani occidentali nell'Unione europea e l'Accordo, una volta ratificato, costituirà un importante segnale di incoraggiamento per il Governo albanese a proseguire sulla via delle riforme, esattamente nella direzione che veniva segnalata anche dall'onorevole Ranieri, presidente della Commissione affari esteri, che ha discusso a lungo del provvedimento in esame.
Peraltro, come veniva ricordato, siamo un po' in ritardo: pertanto sarebbe utile - e perciò richiamo anche l'attenzione del Parlamento su tale aspetto - imprimere un'accelerazione all'iter parlamentare, talePag. 5da consentire anche all'Italia di procedere rapidamente all'espletamento delle procedure nazionali, e di lanciare, sia a Tirana sia ai nostri partner europei, un segnale particolarmente significativo del nostro interesse per il rafforzamento dei rapporti, già intensi, tra il nostro Paese, i partner a noi vicini e l'intera Unione europea.
Peraltro, voglio anche ricordare che sia il Governo sia il Parlamento, attraverso i presidenti delle Commissioni affari esteri di Camera e Senato, hanno assicurato le autorità albanesi circa la comune volontà di procedere speditamente nella procedura di ratifica.
L'accordo di stabilizzazione e di associazione contiene disposizioni che coprono l'intera gamma dei rapporti con l'Unione europea e che sono destinate ad aiutare il Paese, le sue istituzioni e la sua legislazione ad avvicinarsi progressivamente all'Unione europea.
L'accordo di stabilizzazione e di associazione è un importante passaggio, che consente un'implementazione del processo di stabilizzazione e di associazione, proprio perché è centrale nella strategia dell'Unione europea verso i Paesi dei Balcani occidentali.
Attraverso tale tipo di accordo e tale implementazione del processo, l'Unione europea offre ai Paesi dell'area la prospettiva della massima integrazione possibile nel contesto politico ed economico dell'Europa, proprio mediante la conclusione di un accordo di stabilizzazione e di associazione.
Si tratta di un accordo più avanzato rispetto a quelli preesistenti - mi riferisco in particolare all'accordo di commercio e cooperazione - in quanto caratterizzato da una clausola evolutiva, che prevede la prospettiva di un'eventuale e futura adesione dei Paesi della regione all'Unione europea, sulla base dei criteri di Copenaghen.
L'Accordo di stabilizzazione e di associazione con l'Albania si prefigge di contribuire alla stabilizzazione politica appunto, ma anche a quella economica ed istituzionale del Paese. In riferimento a ciò voglio aggiungere che può contribuire alla stabilizzazione politica, economica ed istituzionale dell'intera regione dei Balcani occidentali.
La corretta attuazione dell'accordo in esame, in particolare per quanto riguarda la volontà regionale, costituisce infatti la condicio sine qua non per l'integrazione di Tirana nel contesto politico ed economico dell'Unione europea.
L'Accordo di stabilizzazione e di associazione in esame si fonda sul rispetto delle parti, dei principi democratici, dei diritti umani, dei principi del diritto internazionale, dello Stato di diritto, nonché dei principi dell'economia di mercato.
Gli obiettivi dell'associazione che l'Accordo in esame istituisce tra Unione europea e Albania sono sinteticamente i seguenti: fornirne un contesto adeguato per il dialogo politico, che consenta lo sviluppo di strette relazioni tra le parti; sostenere gli sforzi di Tirana volti a sviluppare la cooperazione economica ed internazionale; sostenere le iniziative dell'Albania volte a completare la transizione verso l'economia di mercato, promuovendo relazioni economiche armoniose tra le parti e instaurando progressivamente una zona di libero scambio tra Comunità e Albania compatibile con le disposizioni dell'Organizzazione mondiale del commercio e promuovere la cooperazione regionale.
L'Accordo in esame include inoltre disposizioni specifiche, relative alla cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni, che si prefiggono di contribuire al consolidamento delle istituzioni e dello Stato di diritto, attraverso il rafforzamento dell'amministrazione e dell'apparato giudiziario.
L'Accordo in esame contiene anche uno specifico ambito di cooperazione a livello regionale in materia di visti, controlli alle frontiere, asilo e immigrazione, prevenzione e controllo dell'immigrazione illegale e lotta alle attività e ai traffici illeciti.
Tali disposizioni, che interessano peraltro anche settori in cui il Paese è chiamato a compiere i maggiori passi in avanti, sono state recentemente completate, il 18 settembre scorso, dalla firma di un accordoPag. 6di facilitazione in materia di visti tra le Comunità europee e l'Albania, la cui entrata in vigore è prevista per la fine dell'anno, mentre il collegato accordo di riammissione tra Unione europea e Albania è già in vigore dal maggio 2006. Questo Accordo di stabilizzazione e di associazione dunque, una volta entrato in vigore, contribuirà ad un più stretto ancoraggio dell'Albania ai principi democratici e al rispetto dei diritti umani delle minoranze, che sono patrimonio comune di tutti i popoli dell'Unione europea e rappresenterà uno strumento concreto per il sostegno del processo di consolidamento delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto nella stessa Albania.
Non vi è dubbio, infine, che i rapporti con l'Albania possono considerarsi un tema prioritario per l'Italia e che le dinamiche interne di quel Paese vengano da noi seguite da vicino. Il nostro Paese mantiene tra le sue priorità il sostegno a Tirana volto al consolidamento politico-istituzionale e allo sviluppo economico. Nel corrente semestre tale nostra azione risulta rafforzata anche in virtù del ruolo privilegiato che ci viene accordato dalla funzione di presidenza di turno dell'Unione europea svolta, tramite la nostra ambasciata a Tirana in loco, in nome e per conto del Portogallo.
Alla luce delle considerazioni svolte, una volta entrato in vigore, l'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra Unione europea ad Albania assumerà un importante ruolo di ulteriore ancoraggio di Tirana ai valori dell'Unione europea.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, l'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee, i singoli Stati membri e l'Albania è particolarmente importante. Esprimo il sostegno del gruppo dell'Ulivo, che rappresento e di cui fanno parte i deputati del Partito democratico, sottolineando il rilievo che un tale Accordo possiede, facendo seguito a quelli analoghi intervenuti con la Macedonia e con la Croazia. Come ha sottolineato il relatore, si tratta di un Accordo con un Paese che sta compiendo un ampio e positivo percorso di rafforzamento democratico e di sviluppo civile, pur tra problemi che non mancano. Al riguardo, basterebbe riflettere sul cammino che tale Paese amico, vicino dell'Italia e con cui il nostro Paese svolge, mantiene e sviluppa importanti relazioni collaborative, ha percorso da quando, circa dieci anni fa, venne attraversato da una grave crisi dalla quale uscì anche grazie all'aiuto del nostro Paese con l'operazione Alba. Un cammino che ha portato l'Albania - come il relatore ha poc'anzi ricordato e come anche il Governo ha rammentato - verso un rafforzamento della vita democratica interna, verso uno sviluppo delle questioni civili e verso prospettive di miglioramento di cui ha sicuramente necessità, ma che sono altresì palesemente in attuazione e in crescita.
Come è stato sottolineato, l'Accordo è volto a consentire l'evoluzione di più intense, collaborative e ampie relazioni tra l'Albania e l'Unione europea, prefigura un'integrazione crescente della collaborazione tra l'Albania e l'Unione europea, che consoliderà e svilupperà i rapporti tra la stessa Albania e tutti i Paesi che fanno parte dell'Unione europea e tutto ciò rappresenta uno dei motivi per i quali noi sosteniamo la ratifica e voteremo affinché venga autorizzata. Si tratta di un Accordo che si basa su alcuni principi e valori richiamati dal relatore e dal Governo e che intendo anche io richiamare, perché sono quelli che motivano il voto favorevole che esprimeremo.
Si tratta di un Accordo che intende consolidare la democrazia e lo Stato di diritto in Albania, e che intende sviluppare la vita di tale Paese secondo il rispetto dei principi democratici, dei diritti umani e di quei principi che garantiscono la promozione della pace e la collaborazione internazionale, sia nella sede complessiva della comunità internazionale sia in sede regionale, ovverosia nell'ambito della regione balcanica, così ampiamente travagliata nella storia. Inoltre, vi sono alcuni aspettiPag. 7dell'Accordo per noi particolarmente importanti. Si tratta di quegli aspetti che attengono alla sicurezza, agli impegni collaborativi per la sicurezza e per la lotta alla corruzione.
Quindi, l'Accordo è particolarmente importante per il nostro Paese, e riveste una duplice importanza, poiché l'Italia - in quanto tale e in quanto membro dell'Unione europea - ha un ampio interesse a che l'Accordo in esame venga velocemente ratificato. L'Accordo, in definitiva, prefigura e preannunzia l'integrazione e (quando sarà il momento) l'ingresso dell'Albania nell'Unione europea, e se colleghiamo a questo Accordo i patti con la Croazia e la Macedonia, tutto ciò prefigura e preannunzia (quando sarà il momento) l'ingresso dei Paesi dell'area balcanica occidentale nell'Unione. Considerato che la prospettiva richiamata contribuisce a mantenere in pace l'area balcanica e a creare condizioni di sviluppo nella stessa, la possibilità dell'ingresso nell'Unione europea è uno dei motivi per cui i Paesi di tale area possono avere un incentivo, una spinta e una sollecitazione a collaborare reciprocamente. La prospettiva dell'ingresso nell'Unione europea, per i Paesi balcanici (quando sarà possibile realizzarla) costituisce, dunque, la condizione per il ritrovamento, dopo molto tempo, di una pace stabile, di una collaborazione intensa e impegnativa, e di una vera convivenza serena (come è desiderata dai popoli dell'area in questione), che rappresenta un interesse primario del nostro Paese e dell'intera Europa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, a nome dei radicali e dei socialisti del gruppo La Rosa nel Pugno, anch'io intervengo solo per sottolineare l'importanza della ratifica dell'Accordo in esame, e intendo rapportare tale importanza ad una fase che, per noi radicali, vede l'Europa fare passi indietro. Infatti, rispetto al modello di Altiero Spinelli, di una grande Europa, patria comune, vi sono forti tentazioni di un ritorno all'Europa delle patrie, ai nazionalismi e agli specifici interessi di parte. Invece, il provvedimento in esame, l'Accordo la cui ratifica stiamo per autorizzare, ci fa ripensare alla forte e chiara valenza che l'Europa ha avuto in questi anni. Il grande processo di allargamento cui stiamo tentando di dare gambe e struttura deve essere letto, a nostro giudizio, come il grande successo dell'Europa di Altiero Spinelli, un'Europa che ha saputo far vivere di sé, e del proprio sogno di patria comune, le speranze di chi si è liberato di anni di regimi e di costrizioni dittatoriali, antidemocratiche e antiliberali.
Il processo in cui vogliamo inserire il nostro rapporto con l'Albania, a mio giudizio, rientra in questa grande valenza di Europa patria comune. Dobbiamo riuscire ad offrire agli amici albanesi un sicuro approdo - anche attraverso un percorso a tappe, con garanzie e con i tempi necessari - alla patria comune europea all'interno di un progetto comune. Quindi, occorre assecondare il loro percorso, che è in movimento, di adeguamento delle legislazioni, dei rapporti commerciali e diplomatici, che devono essere non solo di buon vicinato, ma anche di partnerariato e di colleganza, anche perché la nostra attenzione - più, in generale, quella della classe politica occidentale e italiana - vanno un po' all'inseguimento delle crisi e delle emergenze. Sappiamo che dietro l'angolo vi potrebbe essere una possibile crisi con il Kosovo - all'inizio di dicembre - e occorrerà ricercare la chiave da utilizzare per dipanare il problema della richiesta di indipendenza dello stesso Kosovo all'interno di un'Europa che ancora non sa offrire risposte comuni ad un problema comune.
Quindi, è necessario agganciare e costruire una rete di rapporti e relazioni non soltanto per l'attesa che abbiamo creato negli albanesi e in Albania, ma anche per un interesse comune a stabilizzare la zona e i rapporti e a far crescere l'Europa comune anche con l'Albania. Infatti, è un interesse anche nostro - dobbiamo dirlo in modo chiaro e netto ai cittadini italianiPag. 8e all'opinione pubblica -, è un interesse anche dei cittadini italiani, avere regole comuni e condivise di cittadinanza comune europea, di immigrazione, di mercato del lavoro, di convivenza civile con i vicini albanesi. È una risposta che dobbiamo agli albanesi e agli italiani e che, a mio giudizio, dobbiamo anche ai padri nobili dell'Europa comune come Altiero Spinelli e Ernesto Rossi.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3043)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il presidente della III Commissione, onorevole Ranieri.
UMBERTO RANIERI, Presidente della III Commissione. Signor Presidente, rinuncio alla replica.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
PATRIZIA SENTINELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, anch'io rinuncio alla replica.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.