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Si riprende la discussione.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2267-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, rinuncio al mio intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, intervengo soltanto per esprimere il voto favorevole del gruppo dell'UDC al provvedimento in esame, che spero apra prospettive di sempre più intensa e produttiva collaborazione con la Repubblica dell'Unione indiana, una grande potenza mondiale, molto avanzata anche sotto i profili della tutela della sicurezza e militare.
Credo che un più forte rapporto di collaborazione con il nostro Paese e nelPag. 5settore della difesa possa giovare a un processo generale di distensione e ampliamento della stabilizzazione democratica del mondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siniscalchi. Ne ha facoltà.
SABINA SINISCALCHI. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea sui contenuti dell'accordo in esame, che riguarda la difesa e che prevede all'articolo 5 lo scambio di numerosi armamenti e strumenti d'arma.
Se al Senato non fosse stato approvato un ordine del giorno, vi sarebbero incluse anche le famigerate cluster bomb. Non si può sottacere il fatto che oggi il commercio mondiale di armi è estremamente fiorente, perché si assiste ad una situazione internazionale in cui i conflitti si moltiplicano e la sicurezza si allontana.
Non siamo particolarmente orgogliosi del fatto che il nostro Paese è uno dei principali esportatori di armi nei Paesi in via di sviluppo, perché tali Paesi spendono più per acquistare armi che per la salute, la nutrizione e l'istruzione delle proprie popolazioni.
È importante riflettere su questo dato: l'India, ad esempio, nostro partner in questo accordo commerciale, è il secondo importatore mondiale di armi, nonostante che il 35 per cento della popolazione viva sotto la soglia della povertà. Proprio domani si celebra la giornata mondiale di lotta alla povertà. In India un bambino su tre, ogni anno, nasce sottopeso. Bisogna dunque tenere presente tali situazioni.
Giustamente la Viceministra Sentinelli ci ha ricordato che il nostro Ministro degli affari esteri in India ha avuto rassicurazioni dal Governo che nessun arma italiana verrà utilizzata in Birmania, dove sappiamo che è in corso una gravissima repressione dell'opposizione politica.
Tuttavia oggi, come gruppo Rifondazione Comunista, possiamo votare a favore di questo accordo perché esiste in Italia una legge molto importante (la legge n. 185 del 1990), approvata dal Parlamento anche grazie alla mobilitazione della società civile. Tale legge prevede che le armi italiane non possano essere esportate in Paesi in conflitto, che violano i diritti umani e sotto embargo.
Oggi, grazie all'azione del relatore, onorevole Mattarella, e grazie all'approvazione unanime della Commissione esteri, questo accordo bilaterale non viene più sottratto al dettato, alla trasparenza e ai controlli previsti dalla legge n. 185 del 1990.
Oggi si compie un grande passo avanti per far luce su un commercio, quello delle armi, che non riguarda prodotti industriali qualsiasi, ma strumenti che provocano la morte, molto spesso di civili (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Cioffi, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, vorrei prendere atto positivamente, come giustamente ha fatto poco fa anche il collega Mellano, del parere favorevole espresso dal Governo in relazione al disegno di legge di ratifica in esame non solo sull'ordine del giorno Mellano n. 9/2267/1, ma anche sull'ampio e dettagliato ordine del giorno n. 9/2267/2, presentato dalla collega De Zulueta e sottoscritto da me e da molti altri colleghi parlamentari.
Non ritorno sull'argomento in modo dettagliato perché la Viceministro Sentinelli, che ringrazio e saluto, ha riferito all'Assemblea le posizioni ufficiali del Governo e, in particolare, del Ministro degli affari esteri, in modo tale da affrontare le preoccupazioni da noi esposte nell'ordine del giorno e da superarle.
Di ciò prendo atto positivamente, anche perché - come è stato più volte ricordato - la preoccupazione in questa materia è molto diffusa nel nostro Paese ed è stata sollevata anche, in particolare, da un'organizzazione sindacale, la CISL, che ha evidenziato tali problemi.Pag. 6
Ciò che la rappresentante del Governo Sentinelli ha affermato in quest'aula è tale da superare le nostre preoccupazioni.
Quindi, pendendo positivamente atto dell'accoglimento integrale degli ordini del giorno da parte del Governo, annunzio il voto favorevole del gruppo dei Verdi a questo disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale e sottolineare che questo accordo riveste una certa importanza anche perché la collaborazione nel campo della difesa con l'India contempla anche un'azione importante non soltanto dal punto di vista strategico, ma anche per il fatto che si tratta di una Nazione che, spesso, con i suoi vicini ha avuto e ha tuttora relazioni di discreta tensione (pensiamo, per esempio, al conflitto del Kashmir nei confronti del Pakistan).
Allo stesso tempo, però, l'Italia ha tutto l'interesse a mantenere con l'India un'assoluta qualità dei rapporti, tenuto conto dell'importanza che - anche dal punto di vista geopolitico - l'Italia (che, fino a prova contraria, è la più grande democrazia del mondo) riveste, per esempio, come fattore di contenimento, nei confronti dell'India.
Quindi, è opportuno che l'Italia mantenga con l'India relazioni di assoluta buona vicinanza e collaborazione.
Vi è, inoltre, un'indubbia possibilità di sviluppo per le nostre industrie nei confronti dell'India e, quindi, questa cooperazione va sviluppata. Confermo, pertanto, il voto favorevole di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signora Presidente, anche noi di Forza Italia siamo contenti che il Governo ci abbia rassicurato sull'ipotesi che armi di produzione italiana, attraverso l'India, non andassero a finire in Birmania, vista la situazione attuale di quel Paese.
Al contrario, per motivi che spiegherò, siamo un po' meno rassicurati sul fatto che sia stato ottenuto, da alcuni colleghi, che anche questo accordo di scambio e di collaborazione nel settore degli armamenti con l'India ricada - così come, invece, non era previsto all'inizio di questi accordi - nell'ambito dei principi previsti dalla legge n. 185 del 1990. Quest'ultima, infatti, è una legge che riempie i cuori di noi tutti, ci fa felici, ci fa stare bene, fa sentire ciascuno di noi buono in questo mondo, perché non vendiamo le armi ai cattivi, non le vendiamo dove vi sono guerre e, prima di autorizzare l'esportazione di armi, la sottoponiamo a centomila controlli. Quindi, psicologicamente stiamo tutti bene salvo che, mentre noi sottoponiamo un'esportazione a centomila controlli, i nostri concorrenti - anche vicini, anche europei - i quali sono produttori maggiori dell'Italia, pur essendo teoricamente vincolati allo stesso tipo di restrizione, non la sottopongono a centomila controlli, ma solo a cinquanta, a trenta, a dieci o a un controllo! Nell'arco di pochi giorni i nostri concorrenti riescono a sapere se le loro esportazioni di armi sono autorizzate o negate dal loro Governo.
I nostri esportatori di armi, purtroppo, non sono tra i più grandi del mondo: mi piacerebbe che lo fossero, perché i lavoratori delle nostre industrie belliche (dipendenti, operai, impiegati e dirigenti di quelle industrie) avrebbero una tranquillità per il loro futuro e non necessariamente a spese della vita altrui. Invece, noi siamo tra i buoni produttori del mondo, ma non tra i primi.
Pertanto, vorrei sottolineare - ed esprimo le mie preoccupazioni anche al Governo - il fatto che la legge n. 185 del 1990 ci fa piacere, ma ci farebbe molto più piacere - lasciando ugualmente tranquilla la nostra coscienza - che la burocrazia dei Ministeri dell'interno e degli affari esteri sapesse, quando vi sono decisioni da prendere,Pag. 7che le aziende che aspettano un'autorizzazione o un rifiuto potrebbero battersi sul mercato internazionale molto meglio e più a loro agio, semplicemente seguendo le regole del mercato, se le risposte arrivassero nei tempi dovuti e non impiegassero, invece, mesi o addirittura anni, mentre i concorrenti non fermi soffiano gli ordini alle nostre aziende e ai nostri operai (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pettinari. Ne ha facoltà.
LUCIANO PETTINARI. Signor Presidente, vorrei annunciare il voto favorevole da parte del gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo e sottolineare con forza il parere favorevole espresso dal Viceministro Sentinelli sull'ordine del giorno De Zulueta n. 9/2267/2, sottoscritto anche dal nostro gruppo.
Tale parere favorevole per noi è vincolante anche rispetto al voto favorevole sul provvedimento nel suo complesso, perché la garanzia che offre l'applicazione della legge 9 luglio 1990, n. 185, a nostro avviso, è fondamentale soprattutto nei rapporti con quei Paesi che hanno fatto del traffico di armi una strada importante.
Francamente, non capisco le argomentazioni esposte poc'anzi, secondo le quali dovremmo essere preoccupati in quanto non riusciamo ad esportare molte armi in tutto il mondo. Ritengo, invece, che, grazie alla legge n. 185 del 1990, si riesca a frenare l'esportazione del nostro Paese.
Credo, altresì, che ciò rappresenti un impegno civile generale che ci spinge - proprio perché esiste questa legge e perché verrà applicata anche rispetto a questo Accordo - ad esprimere un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Venier. Ne ha facoltà.
IACOPO VENIER. Signor Presidente, se non avessi ascoltato le parole dell'onorevole Rivolta, al quale va fornita una risposta immediata in aula, mi sarei rimesso all'intervento dell'onorevole Siniscalchi.
Il gruppo di Forza Italia abbia il coraggio di presentare una proposta di abolizione della legge 9 luglio 1990, n. 185, con gli argomenti che sono stati portati in aula: trasformare il nostro Paese nel principale produttore di armi nel mondo e liberalizzare il commercio delle armi rendendolo possibile nei confronti di qualunque acquirente al mondo.
Abbia il coraggio politico di affrontare questa discussione sia in Parlamento sia nel Paese, con i soggetti che, invece, nel tempo, hanno promosso la nascita di una legge civile, che fa onore al nostro Paese e che corrisponde all'impianto costituzionale della nostra Repubblica il quale si basa proprio su un impegno, a livello internazionale, affinché la pace e il disarmo rappresentino una prospettiva all'interno della quale l'Italia possa fornire un proprio contributo.
Ringraziamo il Governo per aver accolto questo ordine del giorno e soprattutto, per avere riportato la ratifica degli accordi internazionali in materia di armamenti nel binario costituzionale e della legalità. Infatti, non sarebbe stato possibile assistere ad ulteriori strappi e - mediante questo tipo di accordi - allo svuotamento sostanziale di una legge rispetto alla quale riteniamo sia necessario confrontarsi e conformarsi.
Riteniamo, soprattutto, che tale legge debba essere attuata e che rispetto ad essa la discussione che si è svolta anche in termini di attuazione vada puntualmente rispettata, particolarmente in relazione alle questioni delegate al rispetto dei diritti umani e all'utilizzo degli armamenti prodotti nel nostro Paese, i quali possono rivelarsi portatori di distruzione, morte e degenerazione nella politica internazionale.
Infine, nel concludere, vorrei far presente che, in particolare, ritengo importante che l'approvazione dell'Accordo in esame sia legata alla vicenda birmana,Pag. 8rispetto alla quale è fondamentale che tutte le pressioni internazionali convergano nell'affermare che tale dittatura deve finire, perché a quel popolo va restituita la libertà e la piena autonomia (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.