Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento (ore 17,03).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo che la Camera dei deputati non possa tacere il fatto che oggi un Ministro di questo Governo abbia autorizzatoPag. 27un'inchiesta della magistratura nei confronti di un parlamentare della Repubblica, il senatore Storace. Questo è un fatto inquietante. Il Parlamento e la magistratura possono certamente esprimere un giudizio. Tuttavia, il fatto che il Governo utilizzi una norma risalente al 1947, che modifica le disposizioni relative alla difesa dell'onore e al prestigio del Re, dando un calcio alla separazione dei poteri, umiliando i parlamentari che rappresentano la nazione e sono insindacabili nell'esercizio delle loro funzioni, e che un rappresentante del Governo autorizzi inchieste della magistratura su una manifestazione di pensiero politico (che si può gradire o meno, condannare o apprezzare) è di una pericolosità incredibile!
Con riferimento ai fatti (ripeto: lo si può condannare quanto si vuole), il senatore Storace, ha sollevato un problema di non poco conto, signor Presidente. Infatti, nell'ambito di un sistema elettorale proporzionale, i senatori a vita, come prevede la nostra Costituzione, hanno pieni poteri al pari di tutti gli altri senatori. Tuttavia, nel momento in cui vige un sistema maggioritario, dove una coalizione si presenta al popolo dicendo di voler governare il Paese qualora fosse eletta, il fatto che sette senatori a vita votino sempre per una parte del Parlamento e si esprimano sul voto di fiducia, costituisce un'alterazione della vita democratica del Paese.
Rischiamo di rimanere prigionieri (a prescindere dal fatto di essere favorevoli o contrari al ricorso alle urne) di sette senatori a vita, non eletti dal popolo!
Si tratta di sollevare una questione di democrazia, perché il Parlamento non può essere tenuto prigioniero dalla scelta di sette senatori non eletti dal popolo, in un sistema nel quale le maggioranze vengono dichiarate prima.
In questa situazione di lotta politica, il Capo dello Stato non interviene utilizzando le prerogative previste dagli articoli della nostra Costituzione, riguardanti i poteri del Presidente della Repubblica (mi riferisco in particolare all'articolo 87, che contempla i messaggi alle Camere e via dicendo), ma si esprime su una dichiarazione che - lo ripeto - condivisibile o meno, apparteneva a una valutazione del parlamentare, in un momento in cui voleva gridare un'emergenza per il Paese.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Sto per concludere. Ebbene, con riferimento a tale dichiarazione, il Capo dello Stato attribuisce l'epiteto di indegno a un parlamentare, il quale risponde che, a suo giudizio, si è indegni quando si verificano altri casi.
Concludo: onorevole Presidente, la norma che ho citato prima esisteva perché il Re era intoccabile. In questo caso non siamo in presenza di vilipendio al Capo dello Stato, che è un'altra fattispecie. Qui si tratta di offesa al Capo dello Stato.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Ciò - e concludo - non è accettabile! Ecco il richiamo sull'ordine dei lavori: credo che il Parlamento debba riflettere su questo, con riferimento al momento presente e a quanto accadrebbe domani, se un membro del Governo potesse far mettere sotto inchiesta un esponente dell'opposizione.
Signor Presidente - e concludo - ho letto le dichiarazioni rilasciate sul caso Gladio riguardanti l'ex Presidente Cossiga, che fu costretto a dimettersi alcune settimane prima della scadenza del suo mandato. Non ho tempo per riferire quanto fu affermato sul conto di Cossiga. Il Presidente Leone fu costretto a dimettersi dopo una campagna nel corso della quale, contro di lui, si era affermato di tutto.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la invito cortesemente a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione, signor Presidente, e concludo. Alla luce di questi precedenti, ciò che ha fatto il Ministro Mastella è un atto politico. Sono prove generali di regime, per impedire all'opposizione di denunciare il fatto che sette senatori tengono prigioniera la democrazia nel nostro Paese!
Pag. 28PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, prendo atto delle sue osservazioni. Le ricordo che l'autorizzazione cui lei fa riferimento è prevista dall'articolo 313 del codice penale e che il Parlamento, come lei sa, può sempre modificare le disposizioni vigenti, come quella cui lei fa riferimento.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, il nostro gruppo parlamentare ha presentato ieri, in sede di Commissione, un'interrogazione a risposta immediata sulle circostanze in cui è morto un giovane di 23 anni, detenuto nel CPT di Modena.
Il Governo non ha fatto in tempo a rispondere alla nostra interrogazione, che abbiamo appreso la notizia che un altro immigrato, recluso in quel CPT, si è suicidato questa notte. Dunque, due morti in meno di tre giorni.
Come gruppo parlamentare Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, chiediamo che il Governo riferisca con urgenza su tali fatti, così gravi per tutto il Paese, per la democrazia e per i diritti.
Chiediamo di conoscere la dinamica e le circostanze in cui sono morte queste persone, ma soprattutto chiediamo se il Governo intenda mantenere ancora aperto un centro che è completamente fuori controllo, come dimostrano i due suicidi nel giro di tre giorni.
Infine, domandiamo dove sia finito l'impegno elettorale del Governo volto a superare i CPT, che sono luoghi di negazione dei diritti e di sospensione della vita; e chiediamo dove siano finite le indicazioni della Commissione istituita dal Ministero dell'interno, che indicava i CPT come luoghi eccessivamente repressivi e anche dispendiosi per tutti, dal punto di vista economico.
Pertanto, ribadiamo la richiesta che il Governo venga in aula a riferire urgentemente su tali fatti.
PRESIDENTE. Onorevole Frias, riferirò al Presidente del Camera, che provvederà ad investire della questione il Governo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, formulo molto sommessamente un suggerimento, senza che ciò appaia minimamente né una critica né nulla di simile nei confronti della Presidenza (atteso che abbiamo ascoltato sia un intervento dell'opposizione sia un intervento della maggioranza, non posso neppure essere tacciato di faziosità).
Vi è una regola tendenziale secondo la quale gli interventi di un certo tipo devono essere svolti al termine della seduta, ma essa nel corso del tempo sta venendo meno. Invece, sta diventando regola il fatto che tali interventi si svolgano in ogni momento della seduta.
Premesso che spetta sempre alla Presidenza apprezzare e valutare le circostanze nelle quali è possibile derogare alla regola, credo che sarebbe molto utile verificare (e la pregherei di farlo) la possibilità che tanti interventi, che nelle ultime sedute non sono stati pronunciati al termine della seduta, vengano svolti secondo la regola. Infatti, ciascuno di noi avrebbe molte questioni su cui soffermare l'attenzione; ma, queste ultime vengono sollevate solo al termine della seduta: tale regola deve essere adottata da tutti, anche per una buona economia dei nostri lavori.
Ripeto che lei avrà giustamente apprezzato il valore dei due interventi precedenti, e concordo con lei. Però, è necessaria una riflessione sulla regola, altrimenti quest'ultima diventa l'antiregola.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi permetto di dissentire circa il fatto che questa sia una regola, poiché lei sa che generalmente questo tipo di interventi viene fatto a fine seduta.
In questo caso specifico, in considerazione del fatto che stanno decorrendo iPag. 29termini regolamentari di preavviso per le votazioni elettroniche, abbiamo preferito collocare questi interventi prima di procedere secondo l'ordine dei nostri lavori.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
TEODORO BUONTEMPO. Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, perché l'intervento dell'onorevole Giachetti, probabilmente sottovalutato, a mio avviso è di una gravità enorme, sia perché la prassi......
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la Presidenza ha già risposto sulla questione sollevata dall'onorevole Giachetti.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, con riferimento all'andamento dei nostri lavori e su quanto ha affermato l'onorevole Giachetti.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, quali sono le norme che ritiene violate?
TEODORO BUONTEMPO. Ritengo violata l'applicazione della prassi secondo l'autonomia della Presidenza, quando questa lo ritiene opportuno. Inoltre, il fatto che i richiami sull'ordine dei lavori non sempre si svolgono a fine seduta: anche ieri per una questione molto più nobile è stato concesso l'intervento nel corso dei lavori.
Ricordo che l'onorevole Giachetti non è il censore della Camera dei deputati; anzi, dovrebbe impegnare i suoi parlamentari a non chiedere ciò che lui non chiede agli altri.
Il fatto che ogni tanto si alzano i due capigruppo e dicono quello che si può e quello che non si può fare è per me assolutamente inaccettabile. Era, infatti, legittimo da parte del Presidente dare la parola. Era legittimo per prassi consolidata: ho citato un caso più nobile di quello enunciato oggi, avvenuto ieri. Mi dispiace che l'onorevole Giachetti si metta sul piedistallo per stabilire le regole. Lui è componente di questa Camera: pensi al suo gruppo e non agli altri!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la ringrazio per il suo contributo, ma la Presidenza aveva già risposto.