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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,46).
(Iniziative del Governo per riformare le istituzioni scolastiche italiane all'estero al fine di promuovere la diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero - n. 2-00788)
PRESIDENTE. L'onorevole Angeli ha facoltà di illustrare l'interpellanza La Russa n. 2-00788, concernente iniziative del Governo per riformare le istituzioni scolastiche italiane all'estero al fine di promuovere la diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE ANGELI. Signor Presidente, finalmente sono rimasto solo - non l'avrei mai pensato -, in un «deserto»... Ringrazio comunque per la presenza almeno del sottosegretario Naccarato anche se, riguardando l'interpellanza la questione delle scuole italiane all'estero, avrei desiderato essere ascoltato da qualche rappresentante del Ministero degli affari esteri o del Ministero della pubblica istruzione. Ai titolari di tali dicasteri è infatti rivolta l'interpellanza. Essa nasce dalla considerazione che la legge 3 marzo 1971, n. 153, prevede la promozione, a cura del Ministero degli affari esteri, di iniziative scolastiche nonché attività di assistenza scolastica, formazione e perfezionamento professionale dei lavoratori italiani all'estero e dei loro familiari. Tali iniziative, volte soprattutto all'organizzazione di corsi e all'impiego di sussidi finalizzati al recupero della lingua e della cultura italiane si sono spesso rivelate inadeguate rispetto ai bisogni delle realtà locali.
La richiesta di italiano, come mezzo per superare i confini espressivi dialettali e come recupero della propria identità linguistica e di appartenenza, continua ad essere fortemente sostenuta dal mondo dell'emigrazione. È comunque innegabile che mentre l'azione formativa nei confronti delle prime generazioni di emigrati era strutturata, essenzialmente, sul sistema scolastico e dava le basi per una prima alfabetizzazione in lingua italiana, per le nuove generazioni nate e vissute all'estero il rapporto con la lingua e la cultura italiane è ben diverso, configurandosi l'italiano quasi come lingua straniera di cui appropriarsi per ridefinire le proprie radici e mantenere il legame con la terra dei propri padri.
Il carattere sperimentale degli interventi sotto il profilo didattico e organizzativo ha spesso dato luogo a situazioni di disagio e difficoltà a causa della scarsa organicità e sistematicità che dovrebbero caratterizzare ogni progetto educativo. Per citare solo alcuni esempi: l'editoria italiana ha mostrato di non riservare particolare attenzione alla produzione di materiale didattico, sia cartaceo sia multimediale, destinato al mercato dell'America latina, soprattutto per quello necessario alla formazione dei bambini e adolescenti; inoltre, le procedure di formazione ed aggiornamento professionale per il corpo docente sono saltuarie e non assicurano la continuità del processo formativo.Pag. 49
La legislazione vigente, disciplinata dalla legge n. 153 del 1971, appare ormai obsoleta e necessita di una riforma, da anni richiesta in modo trasversale da tutte le forze politiche, che si armonizzi con le mutate condizioni in cui versano oggi le comunità italiane all'estero.
I finanziamenti per la promozione linguistico-culturale, previsti dalla succitata legge e destinati alle collettività italiane all'estero, non sono stati interamente erogati nel corso degli anni 2005 e 2006.
Chiedo al sottosegretario quali provvedimenti il Governo intenda adottare per riformare le istituzioni scolastiche italiane all'estero, al fine di promuovere la diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero. Intendo domandare inoltre al sottosegretario se il Governo non ritenga opportuno prevedere la possibilità che enti, previsti dalla legge, possano produrre certificazioni che siano valide lungo tutto l'excursus scolastico, e se il Governo non ritenga altresì necessario riformulare le procedure di formazione e aggiornamento del corpo docente, utilizzando anche risorse locali, attraverso accordi con università italiane e Stati esteri, al fine di garantire la continuità di un processo formativo che oggi risulta essere inadeguato.
Chiedo poi quali urgenti iniziative si intendano assumere affinché siano disponibili materiali didattici multimediali relativi a tutte le fasce scolastiche, a costi accessibili, e in grado di soddisfare le necessità delle comunità italiane all'estero, e quali siano infine i motivi per cui l'erogazione dei sussidi previsti dalla legge n. 153 del 1971 è stata sospesa e quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare al fine di saldare i contributi mancanti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come è noto l'organizzazione dei corsi di lingua e cultura italiane in tutte le aree ove risiedono i nostri connazionali è, ancora oggi, particolarmente ampia e capillare. Negli anni si è infatti proceduto ad un successivo potenziamento dei corsi di lingua italiana e all'incremento del numero degli insegnanti assegnati alle scuole italiane, proprio con le finalità di corrispondere alla crescente domanda di corsi di lingua e cultura italiane per i lavoratori italiani ed i loro congiunti. Ciò nonostante, vi è l'esigenza di aggiornare la legge n. 153 del 1971 alle nuove esigenze delle nostre comunità all'estero. Non bisogna dimenticare infatti che l'integrazione delle nostre collettività emigrate risulta ormai molto avanzata e soprattutto le ultime generazioni sono ormai, nella quasi generalità dei Paesi, completamente inserite nel tessuto sociale delle nazioni ove vivono.
Per adeguare la legge n. 153 del 1971 alle nuove esigenze di insegnamento della lingua italiana all'estero sono stati depositati in Parlamento numerose disegni di legge di modifica. Il Ministero degli affari esteri, sotto l'impulso del Viceministro Danieli, ha organizzato nel giugno scorso una conferenza alla quale sono stati invitati, tra gli altri, i rappresentanti degli enti gestori nonché i rappresentanti dei Comites e del CGIE per un esame delle varie proposte di modifica. Nel corso della riunione è emersa una larga condivisione dell'obiettivo di introdurre la possibilità di aprire i corsi anche a ragazzi non italiani di passaporto, passando così da un intervento assistenziale ad uno di carattere promozionale. Nella stessa conferenza è stata ribadita la centralità del ruolo istituzionale dello Stato attraverso il rafforzamento degli uffici scolastici consolari, nonché la selezione rigorosa dei dirigenti scolastici, ed è stato riconosciuto il ruolo degli enti gestori nell'assunzione degli insegnanti nel rispetto delle normative dei Paesi ospitanti. Si sta ora lavorando ad una legge quadro comprensiva di tutti gli interventi di promozione della lingua italiana all'estero che assicuri il coordinamento fra tutti gli attori istituzionali coinvolti.Pag. 50
Per quanto attiene alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti sono stati siglati e finanziati, con le norme della legge n. 153 del 1971, numerosi accordi sia con università all'estero sia con università italiane specializzate nell'insegnamento della lingua per gli stranieri (Venezia, Siena e Perugia).
Da anni, infatti, vengono formati gli insegnanti non di ruolo che operano all'estero grazie al contributo culturale delle istituzioni accademiche più prestigiose.
Nei Paesi ove maggiore è il costo dei materiali didattici si sta già provvedendo ad inviare biblioteche tipo composte da testi scolastici e sussidi multimediali.
Si segnala, infine, che negli anni 2005 e 2006 sono stati interamente erogati - in termini di cassa - tutti i finanziamenti per la promozione linguistico-culturale previsti dalla legge in parola.
Un discorso a parte meritano le scuole italiane statali e private paritarie all'estero e le sezioni bilingue presso le scuole straniere (che non ricadono, a rigore, nell'ambito di applicazione della legge n. 153 del 1971).
Il Ministero degli affari esteri si è da tempo fatto promotore di una prospettiva bilingue e biculturale, concretizzatasi soprattutto con la conclusione di accordi bilaterali miranti all'istituzione di sezioni bilingue presso le scuole straniere, che non siano solo circoscritte alla fascia dell'obbligo scolastico, ma estese a tutto l'arco formativo.
In tali sezioni viene impartito l'insegnamento non solo della lingua e letteratura italiana, ma anche di altre materie in lingua italiana ed il titolo di studio finale è riconosciuto dall'Italia e dal Paese ospitante.
Una analoga valorizzazione del carattere biculturale e bilingue è un obiettivo prioritario dell'intervento del Ministero degli affari esteri nei confronti delle scuole statali italiane all'estero e di quelle private paritarie.
Per quanto riguarda la formazione dei docenti va segnalato che anche nell'ipotesi di contratto recentemente siglato per il comparto scuola, per il quadriennio 2006-2009, viene riconfermato il diritto alla formazione per il personale docente che opera all'estero e la previsione di idonee iniziative di formazione.
Tra le iniziative messe a punto in quest'ambito vale la pena di segnalare un progetto di collaborazione tra il Ministero degli affari esteri e il Ministero della pubblica istruzione per la diffusione on line di materiali didattici adatti all'insegnamento dell'italiano a stranieri. Tali materiali sarebbero scaricabili gratuitamente grazie alla collaborazione dell'Istituto nazionale per la documentazione, l'innovazione e la ricerca educativa di Firenze, che dispone - unico ente in Italia - di una piattaforma ad attività sincrona per 3000 utenti in contemporanea e si avvale di esperti propri o individuati dal Ministero della pubblica istruzione guidando iniziative di formazione e sperimentazione didattica.
All'indirizzo http://insegnoitaliano.indire.it è già fruibile un ambiente virtuale dedicato a tutti coloro che insegnano l'italiano a stranieri, contenente materiali specifici: schede destinate agli alunni e spunti di attività didattica. Si tratta di materiale studiato tenuto conto delle necessità specifiche per l'insegnamento della lingua italiana a stranieri di vari gruppi linguistici.
Al materiale in questione sono affiancati strumenti per il miglioramento della preparazione didattica dei docenti. Il progetto INDIRE fornisce pertanto uno strumento utile per contribuire ad un auspicabile superamento della insufficienza di preparazione dei docenti e della disponibilità di materiali didattici, rispetto alla crescente domanda di insegnamento della nostra lingua.
Per quanto riguarda la certificazione di conoscenza dell'italiano, il Ministero degli affari esteri ha sottoscritto convenzioni con le università per stranieri di Siena e Perugia, l'università Roma Tre e la Società Dante Alighieri per il rilascio di tali certificazioni tramite gli istituti italiani di cultura.
Infine, per ciò che riguarda nello specifico la scarsa attenzione che l'editoriaPag. 51italiana riserva all'America latina, si può sottolineare che l'Italia sarà ospite d'onore alla fiera internazionale del libro di Guadalajara nel 2008, la più grande dell'America latina e la seconda del mondo dopo Francoforte. Anche in considerazione di questo importante evento è stato dato un impulso maggiore agli incentivi dedicati alla traduzione di libri italiani in lingua spagnola.
PRESIDENTE. L'onorevole Angeli ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE ANGELI. Signor Presidente, sono insoddisfatto della risposta alla mia interpellanza. Infatti mi chiedo per quale motivo in Argentina, dove ci sono circa 100 mila studenti tra ragazzi e adulti che imparano la nostra lingua e la cultura italiana, tantissimi enti stanno chiudendo i corsi perché non riescono a pagare i docenti. Bellissime le promesse: sapevo tutte queste cose.
Nella mia città ho un ente gestore (e ho anche un insegnante di ruolo, qua, d'italiano). Noi abbiamo bisogno di moltissimi insegnanti: è necessario, pertanto, inviare nel mondo formatori di formatori. Vi è una carenza totale di docenti in Argentina e nel mondo, dove c'è un risveglio dello studio della nostra lingua. La domanda è quanto paghiamo: non parlo del 2007, in cui non è stato versato neanche un euro, però nel 2004, 2005 e 2006 sono stati erogati degli acconti, mentre i saldi non sono ancora stati erogati né versati.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti.