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Seguito della discussione del disegno di legge: Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (A.C. 2161-A); e delle abbinate proposte di legge Pedica ed altri; Nicola Rossi ed altri; La Loggia e Ferrigno (A.C. 1505-1588-1688) (ore 10,48).
(Ripresa esame dell'articolo 17 - A.C. 2161-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2161 sezione 4), precedentemente accantonati.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Attili 17.75, in quanto lo si ritiene superato dall'emendamento 17.100 della Commissione, di cui si raccomanda l'approvazione.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Costantini 17.71, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Giudice 17.74, altrimenti il parere è contrario. La Commissione, infine, ritira il proprio emendamento 17.101 e formula un invito al ritiro sull'emendamento Costantini 17.72.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
GIANPIERO D'ALIA. Vorrei intervenire sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 17.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, la fase relativa agli interventi sul complesso degli emendamenti è da considerarsi esaurita. Il relatore ha nuovamente espresso i pareri.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Attili 17.75 formulato dal relatore.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, ringrazio la Commissione e accedo all'invito al ritiro, perché la formulazione della Commissione risolve il 90 per cento dei problemi che avevo sollevato.
Per il restante 10 per cento faremo qualcosa in un altro provvedimento.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo solo per capire come proseguire i nostri lavori oggi. Ormai sono le 12. Mancano ancora alcune votazioni sugli emendamenti, le dichiarazioni di voto e il voto finale. Alle 13,15 dovremo sospendere la seduta, perché è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice costituzionale, che ha preso ieri, tra l'altro, tre ore e mezza, quasi quattro ore. La seduta della Camera, quindi, riprenderebbe nel pomeriggio. C'è l'aspettativa, naturalmente, da parte di chi ormai è attento ai lavori, dopo le votazioni per il giudice costituzionale di non riprendere i nostri lavori.
È il caso di comprendere, anche da parte dei colleghi di maggioranza, se, una volta terminati gli emendamenti, possiamo rimandare le dichiarazioni di voto e il voto finale alla prossima settimana, anche perché - non lo dico in maniera polemica - è sotto gli occhi di tutti che sin da stamani, dal primo voto sino all'ultimo, la maggioranza non ha il numero legale, per cui non è nostra intenzione adottare forme ostruzionistiche.
Non c'è il numero legale, nonostante qualche sforzo da parte dei colleghi. Nonostante quegli sforzi, il numero legale manca ancora.
Vorrei comprendere dalla Presidenza, ma anche dalla maggioranza, se è possibile accedere a una organizzazione dei nostri lavori così come ho testé proposto.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, anche la settimana scorsa abbiamo avuto una discussione sulle nuove modalità di lavoro della Camera, che sono state introdotte dal 1o ottobre. Vorrei ricordare che ci siamo tutti impegnati a fare in modo che le attività proseguano il giovedì pomeriggio fino alle 17,30.
Casualmente, le scorse settimane si è avuta un'accelerazione ai lavori, per cui si è concluso il lavoro nella mattinata.
A me sembra che, viste l'attività che sta svolgendo il Comitato dei nove della Commissione di merito e anche la collaborazione con la quale maggioranza e opposizione hanno sino a questo momento determinato i lavori, in modo tale che è del tutto evidente che si possa proseguire sino alle 13,15 (presumibilmente anche concludendo gli emendamenti), se c'è una buona, reciproca e comune volontà di lavorare per portare a compimento questo provvedimento, nel pomeriggio, nel giro di due ore, è possibile procedere alle dichiarazioni di voto e al voto finale.
A me sembra che questa sia una modalità più appropriata di lavorare e anche più razionale.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, mi permetto di suggerire questa procedura: andiamo avanti e nel frattempo lei, signor Presidente, valuterà lo stato delle cose. Quando arriveremo alle 13,15 valuteremo cosa fare. Intanto andiamo avanti, altrimenti apriamo una discussione francamente defatigante, senza utilizzare razionalmente il tempo che abbiamo a disposizione.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, la proposta del presidente Violante mi sembra ragionevole. Andiamo avanti fino alle 13,30 - non è questo il problema - e poi valutiamo il da farsi, perché io, francamente, ritengo che l'ipotesi del collega Leone non vada a nocumento di niente, né dei nostri lavori di oggi, né di quelli della prossima settimana. Lo dico con sincerità, per evitare di trovarci a contare le schede.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, chiedo il controllo delle schede.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, prima di procedere al controllo delle tessere di votazione, debbo informarla che abbiamo provveduto a confrontarci anche con il Presidente Bertinotti, il quale riteneva opportuno - poiché i lavori del Parlamento in seduta comune, che consistono in una votazione e richiederanno comunque tempi abbastanza lunghi, sembrano aver preso il posto dei lavori pomeridiani della nostra Assemblea - rimandare a martedì le dichiarazione di voto finale e il voto finale, purché in mattinata terminiamo la votazione degli emendamenti e degli ordini del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania). Accoglieremmo così la proposta che veniva anche dal presidente Violante e dal presidente Volontè di rimandare questa discussione al momento in cui ci avvieremo a sospendere la seduta, intorno alle 13,15.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, prendo atto del parere favorevole del Governo, ma bisogna che i colleghi abbiano la pazienza di leggere il testo quale risulterebbe dalla proposta della Commissione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,10)
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Ricordo ai colleghi che la lettera b) del comma 3 riguarda la definizione delle sanzioni amministrative e pecuniarie da comminare agli operatori aerei e ai manutentori aeronautici a seguito di violazioni, nonché degli esercenti per violazione delle disposizioni vigenti in materia di assegnazione delle bande orarie.
Ieri si discusse, a proposito di alcuni emendamenti, se bisognava estendere anche al personale di volo questa previsione normativa. Si tratta, con tutta evidenza, di due situazioni alquanto diverse, perché un conto è sanzionare gli assuntori, le ditte e i soggetti, spesso societari, che espletano il servizio, un altro conto è sanzionare il personale di volo, cioè il dipendente di quei soggetti assuntori.
Mi sembra di poter indovinare che per una specie di «appiccico» o di sutura politica delle rispettive esigenze, verrebbe fuori...
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Abbiamo già votato.
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DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Perché già votato? L'emendamento 17.100 della Commissione è quello che stiamo trattando adesso e sto intervenendo su di esso.
Dopo le parole: «degli operatori aerei», si aggiungerebbero le seguenti: «anche in relazione alle responsabilità delle personale di volo». Scusate, ma non occorre essere grandi civilisti per capire che stiamo introducendo una norma - ammesso che lo facciamo - che creerà una confusione e un'incertezza del diritto non indifferente.
Anche coloro che dovranno applicare queste sanzioni, a chi le applicano e in relazione a che cosa? Stiamo sanzionando gli operatori aerei e le ditte che assumono questo tipo di lavoro come tali, oppure ci stiamo anche occupando del singolo, delle persone, dei dipendenti, del personale di volo? Aggiungere le parole: «anche in relazione» servirà anche ad operare una piccola sutura politica delle divergenze che ho ascoltato ieri, ma non risolve il problema sostanziale: o si prevede anche la sanzionabilità dei comportamenti del personale di volo, oppure la si esclude e ci si riferisce alle ditte e alle imprese. Non capisco che cosa significhi «anche in relazione», se non che l'impresa sia oggettivamente responsabile dei comportamenti errati o illeciti o inadempienti del personale che fa parte del suo organico. Alla formulazione in esame sarei quindi contrario se essa mantenesse questo tenore, così come viene proposto dalla Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi vorrei rivolgere al presidente della Commissione e alla Commissione intera, ma in generale a tutti i colleghi: stiamo legiferando su una materia, quella del trasporto aereo e delle sanzioni ai servizi aeroportuali, perdendo un po' di vista una problematica complessa relativa al trasporto aereo.
La riforma che si intende apportare al codice della navigazione (anche per quanto riguarda le sanzioni a carico dei gestori di servizi aeroportuali) con l'emendamento al nostro esame, e più in generale con l'articolo 17, non tiene infatti presente che tale codice è stato riformato da questo Parlamento solo due anni fa e che, per molti versi, le sue disposizioni non sono state ancora neppure applicate. Manca, dunque, una visione d'insieme: il Governo avrebbe dovuto fornire una spiegazione della ragione per cui taluni provvedimenti non sono stati portati avanti.
La modifica si inserisce pertanto nel contesto normativo in modo anomalo, configurando quella che mi pare davvero una brutta tecnica legislativa, e mi spiace che la I Commissione non lo abbia rilevato.
Peraltro, oltre al fatto che mancano i responsabili del Ministero dei trasporti e che manca una visione di insieme del problema, va rilevato anche che - a mio giudizio - su questo tema la I Commissione avrebbe dovuto lavorare assieme alla Commissione trasporti. Questo non è un modo normale e razionale di legiferare: è un modo complicato.
Preannuncio, dunque, il voto contrario su questo emendamento, mancando, forse anche per una mia distrazione, un emendamento soppressivo dell'intero articolo. Mi appello, dunque, in modo reale, forte e pregnante alla I Commissione, ripetendo quel che ho già detto all'inizio, e cioè che non siamo a conoscenza di quali parti del codice della navigazione sono state fino ad oggi applicate. Di conseguenza - considerato peraltro il dato fondamentale, signor Presidente, che questa Assemblea ha approvato la riforma del codice della navigazione dopo un'attesa di 66 anni - credo che sarebbe stato dignitoso da parte del Governo chiarire questo aspetto: è vero che il Governo è attento e segue questo dibattito, ma l'articolo al nostro esame avrebbe richiesto la presenza del Ministro dei trasporti per chiarire determinati passaggi e fornire taluni elementi fondamentali.Pag. 17
Non è, dunque, giusto procedere in questa maniera, signor Presidente: si procede per alzata di mano con voti che non servono francamente a nulla, ma cercano di complicare una materia che è pure disciplinata da un testo in vigore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, noi non contestiamo il fatto che si disciplini con decreto legislativo la materia della regolamentazione dei servizi aeroportuali: è logico che si conceda una delega al Governo.
Il problema è relativo, invece, ai contenuti della delega. Quello al nostro esame è, infatti, un provvedimento omnibus, che contiene disposizioni riguardanti i settori più disparati: disposizioni che incidono potenzialmente, attraverso successivi decreti legislativi, anche in maniera assai incisiva. Quel che non è accettabile nell'articolo al nostro esame è, dunque, l'estensione della delega: dal momento, infatti, che nel testo si dice tutto e il contrario di tutto, il Parlamento di fatto non sta ponendo paletti significativi, cioè non determina come il Governo debba esercitare la delega. Il che, peraltro, a mio e a nostro avviso, configura anche una forma di violazione della norma costituzionale che prevede la necessità che la legge delega determini i principi per il decreto legislativo.
La via da seguire avrebbe, dunque, dovuto essere quella di un provvedimento ad hoc su questa materia, che desse bensì una delega al Governo, ma al contempo fissasse con la dovuta precisione i principi cardine ai quali esso avrebbe dovuto attenersi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, a me pare del tutto ovvio - mi rivolgo anche all'onorevole Benedetti Valentini - quanto viene proposto dalla Commissione. Se ponete attenzione al testo (l'ex articolo 16 diventato ora articolo 17 del provvedimento al nostro esame), in pratica noi prevediamo che vi siano operatori aerei i quali designano il personale e risponderanno anche di quanto realizza il personale.
Questa è la traduzione ovvia. Il problema politico risiede nel fatto che, come diceva il collega Benedetti Valentini, l'impostazione politica e culturale degli emendamenti che sono stati presentati ieri dal centrodestra mirava proprio a riportare la responsabilità sui soggetti che effettuano l'inadempienza.
La maggioranza, la Commissione ed il Governo hanno accettato tale filosofia, traducendola nell'emendamento 17.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 183).
Prendo atto che l'onorevole D'Elia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il proprio voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantini 17.71.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, il testo dell'emendamento Costantini 17.71 riflette l'equivocoPag. 18che mi sono permesso di sottolineare intervenendo in merito all'articolo precedente.
Infatti, la proposta emendativa dei colleghi Costantini ed altri prevede il passaggio, per il minimo ed il massimo della sanzione irrogabile, rispettivamente da 2.500 euro e 500.000 euro a 25.000 euro e un milione di euro, elevando così molto notevolmente, enormemente, le cifre in questione.
È di tutta evidenza che tali sanzioni si riferiscono non al comportamento di un singolo operatore o di un singolo dipendente (tecnicamente addetto ad una specifica mansione), ma ad un'inadempienza cospicua e rilevante di un operatore, di un assuntore del servizio.
Mi sembrerebbe francamente grottesco che il minimo di 25.000 euro ed il massimo di un milione di euro si riferiscano al comportamento di una persona o di un dipendente.
Quindi, l'equivoco, come vedete, a non risolverlo prima ce lo si ritrova tra le mani successivamente.
Sinceramente, se non interviene un chiarimento, non saprei come votare sull'emendamento in esame, perché siamo favorevoli ad un rigore maggiore anche di quello contenuto nel testo base, purché sia chiaro nei confronti e riguardo ai comportamenti di chi la sanzione debba essere indirizzata.
Mi auguro che vi sia un chiarimento, altrimenti come minimo ci asterremo, perché non intendiamo portare la corresponsabilità di un equivoco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei far notare che l'emendamento Costantini 17.71 è stato sottoscritto da esponenti della maggioranza. Dopo che la maggioranza - ed il Parlamento - hanno avallato il piano industriale di Alitalia (fallimentare nella sua struttura e politicamente devastante perché in sostanza andava a penalizzare l'aeroporto che più funzionava tra i due hub presenti sul territorio del Paese), presentare un emendamento di questo tipo che chiede rigore agli operatori e, quindi, alle compagnie aeree fa veramente ridere. Ci vuole un bel coraggio!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 17.71, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 253
Astenuti 192
Maggioranza 127
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giudice 17.74 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'emendamento Costantini 17.72 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 281
Astenuti 163
Maggioranza 141
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 35).