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Si riprende la discussione.
ANGELO ALESSANDRI (LNP). Lamenta che il significativo incremento nel numero dei membri del Governo, necessario per soddisfare, mediante l'applicazione del cosiddetto manuale Cencelli, le richieste avanzate dalle forze politiche della maggioranza, determina un deleterio aumento dei costi della politica. Paventa altresì i rischi derivanti dal conservatorismo istituzionale delle forze politiche della maggioranza, contrarie alla realizzazione di un vero federalismo.
JOLE SANTELLI (FI). Ricordato che il provvedimento d'urgenza in discussione è stato adottato prima che il Governo ricevesse la fiducia delle Camere, sottolinea l'eccessiva accelerazione che l'Esecutivo ha voluto imprimere al suo iter. Ritiene inoltre che la prevista moltiplicazione degli incarichi ministeriali derivi da esigenze di spartizione del potere nell'ambito del centrosinistra. Osserva infine che la nuova ripartizione di competenze tra Dicasteri sarà fonte di confusione e di inefficienza.
GIANPIERO D'ALIA (UDC). Lamentato l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza, che di fatto espropria il Parlamento della funzione legislativa, evidenzia i deleteri effetti che deriveranno dalla moltiplicazione delle deleghe attribuite a ministri e viceministri. Giudicata particolarmente grave la suddivisione delle competenze in precedenza proprie del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sottolinea l'inutilità dell'istituzione del Ministero della famiglia, a favore della quale dovrebbero essere attuate politiche trasversali con il contributo di tutte le strutture dell'Esecutivo.
STEFANO ALLASIA (LNP). Espressa preliminarmente solidarietà alla comunità ebraica romana e, più in generale, a tutte le vittime degli atti di stampo teppistico recentemente compiuti, ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione presenti profili di dubbia legittimità costituzionale, segnatamente con riferimento agli articoli 77, 81 e 97 della Carta fondamentale. Osservato, inoltre, che esso contraddice le linee ispiratrici della cosiddetta riforma Bassanini, rileva che gli emendamenti presentati dai deputati della sua parte politica sono volti a ripristinare il preesistente assetto della compagine governativa.
MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Osservato che il decreto-legge in discussione si pone in contrasto con la legge Bassanini e con la riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, paventa che la sua attuazione determinerà un significativo incremento della spesa pubblica ed ulteriori elementi di inefficienza nella pubblica amministrazione. Esprime altresì forti perplessità, in particolare, sull'attribuzione al ministro della solidarietà sociale della competenza esclusiva in tema di lotta alla tossicodipendenza e di vigilanza sui flussi migratori.
LORENZO BODEGA (LNP). Sottolineata la necessità di coinvolgere il Parlamento nella dialettica e nel confronto sulle riforme costituzionali, ritiene che l'eccessiva frammentazione delle competenze ministeriali prevista nel provvedimento d'urgenza in discussione sia funzionale ad un'esigenza di spartizione del potere nell'ambito della coalizione di maggioranza; osserva quindi che sarebbe stato preferibile ridurre piuttosto che aumentare il numero degli incarichi ministeriali.
ALESSANDRO FORLANI (UDC). Ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione sia emblematico dell'incoerenza e delle divisioni interne alla coalizione di maggioranza. Osserva inoltre che la prospettata frammentazione degli incarichi ministeriali, in controtendenza rispetto allo sforzo di innovazione e razionalizzazione compiuto dal precedente Esecutivo, trae origine dall'esigenza di recepire le richieste delle forze politiche che compongono la maggioranza, attraverso una vera e propria spartizione degli incarichi.
VALENTINA APREA (FI). Rilevato che il provvedimento d'urgenza in discussione dimostra, a suo avviso, la scarsa serietà e l'irresponsabilità della maggioranza, nonché la sua scarsa lungimiranza in ordine alle esigenze di contenimento della spesa pubblica, giudica non condivisibile, in particolare, la prevista frammentazione delle competenze in precedenza attribuite al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che appare in contrasto con la necessità di razionalizzare e modernizzare la struttura della compagine governativa.
DAVIDE CAPARINI (LNP). Osserva che il provvedimento d'urgenza in discussione, oltre a porsi in contrasto con gli articoli 77 e 81 della Costituzione, determinerà un consistente incremento della spesa pubblica ed una frammentazione delle competenze ministeriali incoerente con il principio di unitarietà e di omogeneità delle funzioni.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.