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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure a favore dei rifugiati iracheni, con particolare riferimento all'accesso alla procedura d'asilo - n. 3-01370)
PRESIDENTE. La deputata De Zulueta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01370, concernente misure a favore dei rifugiati iracheni, con particolare riferimento all'accesso alla procedura d'asilo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, la nostra interrogazione è particolarmente tempestiva, alla luce degli eventi in Turchia e alla frontiera con l'Iraq: pertanto, ritengo opportuno un chiarimento, riguardante la certezza delle piene garanzie dei richiedenti asilo in fuga da quel Paese, al fine di raccogliere l'appello dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha chiesto all'Europa di aprire le porte ai fuggiaschi da quel Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come è noto, a seguito dell'Accordo di Schengen, la frontiera marittima tra Italia e Grecia non è più considerata interna, ma esterna, con la conseguenza che i collegamenti regolari via mare tra i due Paesi non soggiacciono ad alcun tipo di controllo di frontiera.
Nei casi citati dall'onorevole De Zulueta, quindi, tecnicamente non siamo in presenza di provvedimenti di respingimento alla frontiera, ma di riammissioni nel Paese di provenienza, effettuate sulla base dell'Accordo bilaterale Italia-Grecia sottoscritto il 30 aprile 1999, entrato in vigore il 1o febbraio 2001, la cui importanza come strumento di contrasto dell'immigrazione clandestina è universalmente riconosciuta.
In base ai principi generali della Convenzione di Dublino, peraltro, in questi casi la competenza a esaminare le eventuali richieste di asilo spetta alla Grecia, in quanto Paese membro la cui frontiera il richiedente abbia varcato illegalmente provenendo da un Paese terzo.
Ricordo, comunque, che la legislazione vigente - questo è il tema fondamentale - offre strumenti per garantire la protezione degli stranieri a rischio di persecuzione. In particolare, l'articolo 20 del testo unico sugli stranieri prevede l'adozione di un decreto del Governo per stabilire misure di protezione temporanea, da adottarsi per rilevanti esigenze umanitarie. Si tratta di uno strumento già utilizzato in passato e al quale si potrà fare di nuovo ricorso.
Inoltre, lo stesso testo unico prevede il divieto di espulsione e di respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione. Più che un problema di carenza di norme, pertanto, in questo caso vi è l'esigenza di un'armonizzazionePag. 20tra diverse fonti normative e di una loro applicazione che non conduca - come sottolineava l'onorevole De Zulueta - a conseguenze lesive dei diritti delle persone. Questo è il problema sollevato e che certamente merita attenzione. In una situazione che, come lei ricordava, si sta addirittura aggravando, vi è l'impegno a garantire agli iracheni richiedenti asilo, rifugiati o titolari di protezione umanitaria, l'esercizio dei diritti riconosciuti dalla legge e il godimento delle opportunità previste, attuate attraverso il sistema di protezione, che riunisce anche la rete dei progetti territoriali di accoglienza che realizzano gli enti locali.
È, inoltre, costante - e si potrà rafforzare - la sensibilizzazione dei prefetti delle province di frontiera per una corretta applicazione delle norme vigenti e per l'attivazione eventuale di servizi di accoglienza validi.
Infine, ricordo che, già in occasione della Conferenza di Ginevra - promossa dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati sul tema dei rifugiati iracheni, che lei ricordava - da parte italiana si è chiesta la disponibilità di dati aggiornati sul fenomeno, proprio per prevedere forme nuove e più adeguate di assistenza.
Di recente, la cooperazione allo sviluppo ha provveduto a stanziare 3 milioni di euro a favore dell'Alto Commissariato per i rifugiati, anche per attività che consentano il reinsediamento dei rifugiati iracheni nelle regioni meridionali.
Comunque, lei ha posto un problema su cui il Governo intende porre la massima attenzione e il massimo impegno.
PRESIDENTE. La deputata De Zulueta ha facoltà di replicare.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la condivisione della preoccupazione e soprattutto per essersi già mosso per venire incontro all'emergenza umanitaria generata dalla guerra in Iraq.
Stiamo parlando di oltre 4 milioni di rifugiati. La stragrande maggioranza è stata ospitata da due Paesi, la Siria e la Giordania, che sono - come ha detto l'Alto Commissariato per i rifugiati - al collasso.
Raccomando, dunque, al Governo - vedo che c'è un'attenzione in proposito - la piena attuazione della risoluzione già votata dal Parlamento europeo, che sollecita i Paesi membri dell'Unione europea, in applicazione del regolamento Dublino II, a non procedere a trasferimenti verso quegli Stati - qui parliamo della Grecia - nei quali vi è il pericolo che i diritti dei richiedenti asilo iracheni vengano lesi, ossia che venga messo in pericolo il loro diritto alla protezione. Vi ricordo, onorevoli Ministri, che il tasso di accettazione dei rifugiati iracheni in Grecia è pari allo zero.
Pertanto, la ringrazio per l'attenzione e speriamo di poter proseguire nella direzione di prestare un'ulteriore assistenza alle persone che sono dovute fuggire dalla guerra in Iraq (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).