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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali con riferimento allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco - n. 3-01375)
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01375, concernente iniziative per la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali con riferimento allo stabilimento FIAT di Pomigliano d'Arco (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), per un minuto.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, il 5 ottobre scorso l'amministratore delegato Marchionne ha dichiarato che per logica e razionalità la nuova Alfa 149 dovrebbe essere costruita nella stabilimento FIAT di Cassino: un'indicazione in contrasto con l'accordo dell'aprile 2003 tra le organizzazioni sindacali metalmeccaniche e l'impresa, che riconfermava il ruolo strategico dell'area industriale di Pomigliano d'Arco per il quadriennio successivo in merito alla produzione di vetture Alfa del segmento «C» e «D», e all'incremento occupazionale di mille unità e altrettante cinquecento nell'indotto.
Quest'uscita ha destato sorpresa, determinato tensione tra i lavoratori, tant'è che i sindacati unitariamente hanno deciso di procedere al blocco di ogni forma di straordinario.
Per questo chiediamo come il Governo intenda riaprire il confronto tra le parti sulla vocazione produttiva di Pomigliano d'Arco e sull'aumento dell'occupazione prevista e mai realizzata nell'accordo del 2003.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, l'onorevole Scotto solleva l'attenzione sulla situazione relativa allo stabilimento FIAT di Pomigliano d'Arco, con riferimento alle scelte strategiche operate dalla società.
La competente Direzione del lavoro di Napoli ha reso noto che la FIAT produce nello stabilimento di Pomigliano d'Arco diverse versioni dei modelli Alfa Romeo 147 e 159 GT, secondo quanto previsto dall'accordo del 2003-2007 richiamato nell'atto in discussione.
Nell'ambito del periodo di riferimento dell'accordo medesimo, nello stesso stabilimento sono stati complessivamente assunti oltre 1600 lavoratori con contratto a tempo indeterminato e con contratto di apprendistato professionalizzante. L'assessorato al lavoro della regione Campania ha, inoltre, reso noto che nel febbraio scorso la FIAT ha presentato il nuovo piano industriale avente validità fino al 2010; in quella stessa sede ha annunciato che renderà note le allocazioni dei nuoviPag. 29modelli, non prima però del prossimo mese di dicembre.
Nell'ambito della presentazione del nuovo piano industriale la società ha, inoltre, dichiarato che l'organizzazione non sarà più basata sui marchi ma su nuove piattaforme per segmenti. La società avrebbe in quella stessa sede, pur in attesa della definitiva pronuncia sulle allocazioni, preannunciato che l'assegnazione ai vari stabilimenti dei nuovi modelli, secondo questo nuovo piano organizzativo, dovrebbe riguardare prioritariamente Termini Imerese, Pomigliano d'Arco e, in parte, Mirafiori.
Infine, la società ha informato che non saranno aperti nuovi stabilimenti in Italia e che, nel contempo, non ne saranno chiusi altri nel nostro paese, e che per il biennio 2008-2010 i modelli prodotti in Italia passeranno da un milione 100 mila a un milione 500 mila unità.
Vorrei aggiungere da ultimo che ad oggi le parti sociali non hanno richiesto alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Ringrazio il signor Ministro. Riteniamo indubbiamente ambizioso l'obiettivo illustrato dall'amministratore delegato, di portare entro il 2010 la produzione automobilistica del gruppo FIAT da un milione 100 mila a un milione 500 mila unità, e siamo quindi soddisfatti della risposta del Ministro. Crediamo, allo stesso tempo, che questo nuovo piano industriale vada inserito all'interno di un quadro di rilancio produttivo e occupazionale dell'insieme degli stabilimenti. Pomigliano, da questo punto di vista, deve poter partecipare a pieno titolo a tale programma di ripresa, non relegandolo ad un ruolo marginale come appariva dalla dichiarazione del dottor Marchionne, né accontentandosi del semplice mantenimento dei livelli attuali.
È dunque necessario qualificare la missione produttiva e raggiungere pienamente gli obiettivi del 2003, compresa la sfida di contribuire al ritorno sul mercato automobilistico degli Stati Uniti. È chiaro che il rispetto degli accordi, da questo punto di vista, è essenziale, come è essenziale il coinvolgimento dei sindacati.
Per queste ragioni, è fondamentale la possibilità di costruire a Pomigliano l'Alfa 149, il modello destinato a sostituire l'Alfa 147 nel segmento C, poiché ciò comporterebbe volumi produttivi e livelli occupazionali commisurati. Al contrario, se si stabilisse di lasciare a Pomigliano soltanto la produzione dell'alta gamma dell'Alfa 159, e di non portarvi anche quella dell'Alfa 149, ciò contribuirebbe a determinare ulteriori difficoltà. In questo modo, verrebbero prodotte solo 400 auto al giorno, circa la metà dell'attuale capacità produttiva dello stabilimento. Ciò potrebbe condurre ad un rischio di ridimensionamento, oltre che mettere in discussione un'identità, una storia e una memoria che ha fatto di Pomigliano il centro principale di produzione dell'Alfa Romeo nel Mezzogiorno.