Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI DANTE D'ELPIDIO E RAFFAELE AURISICCHIO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3169
DANTE D'ELPIDIO. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Presidente, in queste settimane la discussione sugli altri provvedimentiPag. 32di finanza pubblica, in particolar modo la discussione svolta al Senato, ha finito per distogliere l'attenzione dall'esame dei disegni di legge di rendiconto e di assestamento che meriterebbero ben altra attenzione.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in Commissione bilancio, il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato ci fornisce una «fotografia» della situazione reale del bilancio dello Stato e degli andamenti della finanza pubblica.
Una fotografia, fatta di dati e cifre, che, alla luce della riclassificazione in missioni e programmi del bilancio dello Stato avviata dal Governo in via sperimentale con il disegno di legge di bilancio per il 2008, costituirà una base di analisi più trasparente e coerente per la valutazione delle decisioni macroeconomiche.
Analogamente meriterebbe maggiore attenzione il disegno di legge di assestamento, che costituisce lo strumento di aggiornamento a metà esercizio delle stime di finanza pubblica.
Dopo un quinquennio di crescita sostanzialmente piatta, che negli anni 2001-2005 ha fatto registrare una media dello 0,7 per cento, nel 2006 l'economia italiana ha mostrato una forte ripresa con una crescita del prodotto interno lordo pari all'1,9 per cento.
Tale crescita è stata trainata principalmente dalla domanda interna, con un contributo di 0,5 punti percentuali dato dagli investimenti e di 0,9 punti percentuali dai consumi delle famiglie.
Inoltre, grazie al forte incremento delle esportazioni in volume, anche la domanda estera netta è tornata a fornire un contributo positivo stimato in 0,3 punti percentuali.
Per quanto concerne la finanza pubblica, il valore dell'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato per il 2006 di 64.743 milioni di euro, superiore di 6.029 milioni all'indebitamento netto del 2005: in termini di rapporto percentuale rispetto al prodotto interno lordo esso si colloca al 4,4 per cento contro il 4,1 per cento del 2005.
A questo peggioramento hanno contribuito alcune uscite per oneri straordinari pari a 29.666 milioni.
Si tratta, in gran parte, del riflesso sull'indebitamento del 2006 di oneri legati a situazioni determinatesi nel corso dei precedenti esercizi riguardo sia i rimborsi dell'IVA sulle auto aziendali, dovuti dallo Stato in base alla sentenza della Corte di giustizia europea del 14 settembre 2006, sia la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della società TAV, per il finanziamento dell'alta velocità, in conseguenza dell'accollo diretto per 12.950 milioni del debito di Infrastrutture Spa disposto dalla Legge Finanziaria del 2007.
Connesso, invece, ad un intervento normativo intervenuto nel 2006, è l'onere, anch'esso di natura una tantum, originato dalla retrocessione alla società di cartolarizzazione dei crediti di contributi sociali dovuti dai lavoratori agricoli, la cui riscossione era stata temporaneamente sospesa per legge.
Al netto di tali oneri, l'indebitamento netto sarebbe stato pari al 2,4 per cento del prodotto interno lordo.
Nel 2006 si è inoltre registrata una riduzione dell'avanzo primario dello 0,2 per cento del prodotto interno lordo, ma anche in questo caso tuttavia l'avanzo primario, al netto dei suddetti oneri straordinari, sarebbe risultato pari al 2,1 per cento del prodotto interno lordo, numeri che comunque non devono essere sottovalutati soprattutto se valutati in rapporto all'azzeramento quasi totale dell'avanzo primario durante il Governo Berlusconi.
Il quadro finanziario fornito dal rendiconto e dall'assestamento costituisce un riscontro concreto dei risultati raggiunti dalle politiche del Governo sul fronte del risanamento dei conti pubblici.
Gli andamenti della finanzia pubblica si sono rilevati migliori rispetto alle previsioni, anche in ragione del favorevole andamento del gettito tributario.
È infatti la seconda volta nel corso del 2007 che registriamo un extragettito: il primo era pari a 7,4 miliardi, di cui sei miliardi e mezzo utilizzati per il decreto diPag. 33luglio che ha operato una redistribuzione del reddito, causa di un aumento del deficit dal 2,1 al 2,5 per cento; deficit comunque inferiore al 2,8 per cento previsto dalla Relazione unificata del mese di marzo e certamente inferiore al 3 per cento che è il livello previsto dal Patto di stabilità.
Da quanto si evince quindi, il nostro Paese è assolutamente in regola. I conti cominciano ad essere in ordine.
Lo sforzo che il Paese ha compiuto sul piano fiscale, soprattutto alla luce della scorsa finanziaria, necessita di provvedimenti a sostegno della crescita e per una maggiore equità, con l'avvio di politiche di riduzione della pressione fiscale per i cittadini che pagano le imposte.
Da questo punto di vista è sembrata curiosa la polemica portata avanti dall'opposizione, che chiedeva di destinare l'intero extragettito alla riduzione del debito, soprattutto se rapportata alla conclamata richiesta di riduzione della tassazione.
L'anno scorso la priorità era far quadrare i conti; quest'anno, passata l'emergenza, è necessario guardare oltre, sostenere i soggetti più deboli della società, passare dal risanamento alla crescita, ma soprattutto all'equità.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Sinistra Democratica esprime il proprio voto favorevole all'approvazione del rendiconto per il 2006 e dell'assestamento del bilancio per il 2007.
Più che un assenso di tipo tecnico-contabile quello che siamo chiamati ad esprimere è un voto essenzialmente politico perché i due strumenti al nostro esame richiamano una valutazione politica in merito alla credibilità ed all'efficacia dell'azione del Governo nella gestione finanziaria dello Stato ed in merito alla validità dell'insieme della politica economica che il Governo è impegnato ad attuare.
Il rendiconto del 2006 ci consegna risultati migliori sia rispetto al 2005 sia rispetto alle previsioni iniziali. Sono cresciute le entrate grazie ad un maggior gettito fiscale, si è stabilizzata la spesa che negli anni precedenti era cresciuta sensibilmente, sono migliorati i conti pubblici e soprattutto si è rimessa in moto l'economia con una crescita dell'1,9 per cento a fronte di un valore di poco superiore allo zero con cui si era chiuso l'anno precedente.
L'assestamento del bilancio per l'anno in corso registra un sensibile incremento delle entrate pari a più di 12 miliardi dovuto alla rigorosa linea di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale portata avanti dal Governo e dal ministro Visco. Su questo punto occorre decisamente insistere perché la dimensione della economia irregolare che sfugge al fisco è estesa e profonda, superiore alla media europea. Recuperare maggiori risorse su questo fronte può consentire di condurre più agevolmente in porto l'obiettivo del risanamento e soprattutto può favorire una redistribuzione delle risorse verso le fasce sociali con redditi medio-bassi e verso il mondo del lavoro.
La consultazione e il referendum che recentemente ha avuto luogo nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro ha evidenziato l'esistenza tra i lavoratori di un grande disagio sociale per la difficoltà a reggere la crescita del costo della vita dovuta al sommarsi dell'aumento dei prezzi dei generi e dei servizi di primaria necessità e dell'insufficienza delle retribuzioni e dei salari.
Dopo il risanamento, che è adeguatamente avviato, occorre adesso dare risposte in questa direzione.
Con questo spirito al Senato i gruppi della Sinistra hanno unitariamente proposto un emendamento per destinare le ulteriori maggiori entrate al lavoro, per ridurre la ingente pressione fiscale che grava su di esso. Questo emendamento è stato recepito dal relatore.
Conseguentemente il protocollo sul welfare non può essere considerato un punto d'arrivo immodificabile; deve continuare in Parlamento l'azione per il suo miglioramento e soprattutto da esso occorre partire per dare vita ad una organica azione di valorizzazione del lavoro e per estendere i diritti, a partire da quelli dei lavoratori precari. Occorre agire per rendere il lavoro a tempo indeterminato laPag. 34norma e per favorire la stabilizzazione dei precari nelle imprese e nella pubblica amministrazione. L'assestamento di bilancio per il 2007 presenta una variazione in aumento anche sul fronte della spesa.
Le maggiori entrate che si sono prodotte hanno consentito, infatti, il varo di una manovra espansiva che si è realizzata con il decreto dello scorso giugno e con quello fiscale collegato alla finanziaria che è già stato approvato dal Senato.
Questa manovra espansiva è servita a far fronte alle necessità delle amministrazioni centrali e delle autonomie locali, nonché a far ripartire l'economia, a rimettere in moto i cantieri, insomma a perseguire la crescita sostenendo la domanda interna che ne è stata il più importante motore.
Di questo vi era un oggettivo bisogno, vista la situazione di sostanziale stagnazione che è stata il lascito più significativo dei cinque anni di Governo del centrodestra.
Anche dal punto si vista tecnico-contabile sono state avviate significative e positive sperimentazioni i cui effetti saranno visibili negli esercizi a venire. Si tratta di misure che attraverso il metodo dello spending review servono a tenere più agevolmente sotto controllo la spesa e a riqualificarla e, attraverso la riclassificazione per missioni e programmi, a rendere più snella e comprensibile la struttura del bilancio.
In conclusione: risultati positivi nei contenuti e innovative azioni nelle metodologie. Per questo il gruppo di Sinistra Democratica condivide i provvedimenti, sottoposti al nostro esame, di rendiconto per il 2006 e di assestamento per il 2007 e voterà favorevolmente alla loro approvazione.