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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Misure a favore dei ricercatori del Centro italiano di studi superiori sul turismo e sulla promozione turistica di Assisi n. 2-00827)
PRESIDENTE. L'onorevole Capotosti ha facoltà di illustrare l'interpellanza Fabris n. 2-00827, concernente misure a favore dei ricercatori del Centro italiano di studi superiori sul turismo e sulla promozione turistica di Assisi (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6), di cui è cofirmatario.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi faccio appello alla vostra responsabilità per focalizzare l'attenzione sulla questione che oggi ci occupa: quella riguardante Assisi - una città con una fama che supera i confini nazionali ed europei - ed il centro studi sul turismo. Quest'ultimo nasce da un'iniziativa volontaria di un nucleo di professori dell'università degli studi di Perugia che hanno inteso sviluppare, già dal 1982, un corpo funzionalmente collegato, a latere che ha fatto del turismo una materia oggetto di studi superiori. Tale istituto è divenuto altresì un centro primario di rapporti di carattere scientifico, ma anche industriale (in quanto fornisce consulenze a realtà aziendali primarie, ma anche a molti enti pubblici) per tutto il nostro territorio nazionale.
Gli ultimi fatti relativi al centro studi mostrano che c'è stata un'iniziativa di finanziamento ad hoc da parte del Ministero verso l'università degli studi di Perugia vincolata e veicolata proprio al fine di far sì che il centro studi mantenesse la sua funzione e continuasse a svilupparsi.
In questo quadro emerge il problema dei ricercatori, del personale del centro studi, un personale uscito dall'università degli studi di Perugia, che si è formato, che ha sviluppato un'attività didattica primaria e, in qualche modo, addirittura certificata dalla stessa università.
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Oggi sembrerebbe - esprimiamoci così - che possa esserci un disimpegno dell'università rispetto al centro studi e, quindi, una messa in discussione di una realtà che costituisce - ripeto - un patrimonio non solo per la città di Assisi e per l'università degli studi di Perugia, ma a livello nazionale.
Si tratta della messa in discussione, della liquidazione e dell'apertura di un futuro buio e denso di prospettive forse angoscianti anche per tante famiglie legate, ovviamente, nelle loro attività lavorative, al centro di cui discutiamo.
Rivolgo pertanto questa interpellanza al Governo per sapere come il Ministro della ricerca scientifica intenda atteggiarsi rispetto ai ricercatori, anche in considerazione degli oltre vent'anni di attività, e come intenda atteggiarsi in ordine ai contributi in favore dell'università degli studi di Perugia in qualche modo funzionalmente connessi - non da oggi, ma, ripeto, dal lontano 1982 - al centro studi di cui si discute.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca, Luciano Modica, ha facoltà di rispondere.
LUCIANO MODICA, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca. Signor Presidente, con riferimento all'interpellanza in oggetto, si fa presente che il decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270 dispone, all'articolo 9, comma 2, che «le università attivano i corsi di studio nel rispetto dei requisiti strutturali, organizzativi e di qualificazione dei docenti dei corsi determinati con decreto del Ministro (...)».
In attuazione di tale norma - e in relazione a quanto previsto dal decreto ministeriale 26 luglio 2007, con il quale sono state individuate le linee guida per l'istituzione e l'attivazione da parte dell'università dei corsi di laurea in attuazione dei decreti sulle classi - è stato adottato il decreto ministeriale 31 ottobre 2007, n. 544, il quale prevede che le università debbano assicurare, per ciascun corso di studi, almeno un livello minimo di risorse di docenza formate da professori e ricercatori di ruolo nelle università, in modo che si possa consentire il corretto e continuo funzionamento degli stessi corsi di laurea.
In relazione a quanto sopra si evidenzia che il personale dell'associazione denominata «centro italiano di studi sul turismo e sulla promozione turistica di Assisi», che fornisce da molti anni supporto alle attività dell'università di Perugia per il corso di laurea in economia e gestione dei servizi turistici e per il corso di laurea specialistica in economia del turismo, purtroppo non rientra nelle tipologie di docenza previste dal predetto decreto ministeriale n. 544 del 2007 e non può, pertanto, essere conteggiato ai fini della verifica del possesso dei requisiti necessari.
Il Ministro, inoltre, non ritiene di poter derogare alle predette norme emanate pochissimi giorni fa senza una preventiva analisi accurata della situazione normativa e delle possibili conseguenze di estensione della deroga.
Aggiungo, anche se non faceva parte dell'oggetto dell'interpellanza urgente in esame, che la situazione di questi corsi di laurea in laurea magistrale e del centro di studi sul turismo di Assisi è all'attenzione del Ministro e dell'ateneo perugino al fine di risolvere una questione che dovrà essere risolta senza pregiudizio sia per i dipendenti del centro sia per l'università di Perugia.
PRESIDENTE. L'onorevole Capotosti ha facoltà di replicare.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, mi chiedevo se dichiarami soddisfatto o meno della risposta data dal rappresentante del Governo. Da un lato ho capito che il Ministro è occupato nel vagliare la situazione e, quindi, non esclude di potere intervenire in modo positivo, dall'altro, sembrerebbe però che la realtà normativa non consenta interventi diretti. Siccome mi riferiscono che l'IRI, l'ex IRI sarebbe disponibile a entrare in questo centro studi al posto dell'università a pochi soldi Pag. 57e mi riferiscono anche che l'Unioncamere, a livello regionale, non è stata degnata della stessa considerazione, mi interrogavo sulla vicenda perché comincio ad avere qualche perplessità. Comunque, so che il Ministro Mussi è una persona seria - ringrazio il sottosegretario per la risposta - e che certamente il valore del bene di cui oggi abbiamo discusso è ben presente al Ministero.
Detto questo, mi auguro che si possa attivare e proseguire un confronto, che so in essere, per arrivare a una soluzione che non mortifichi un'iniziativa, anche culturale, di rilievo e che, anzi, le dia la possibilità di continuare a svilupparsi economicamente in modo soddisfacente e consequenziale all'attenzione che per oltre venti anni tante personalità, anche illustri, del mondo accademico hanno voluto spendere. Ringrazio il Governo e aspettiamo di vedere come si evolve la vicenda.