Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Trasmissione di notizie riguardanti Thomas Kram, in relazione al suo presunto coinvolgimento nella strage di Bologna, ed eventuali iniziative ispettive - n. 2-00830)
PRESIDENTE. Il deputato Raisi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00830, concernente la trasmissione di notizie riguardanti Thomas Kram, in relazione al suo presunto coinvolgimento nella strage di Bologna, ed eventuali iniziative ispettive (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
ENZO RAISI. Signor Presidente, illustro la mia interpellanza, molto dettagliata, che non è la prima, ma la quarta che presento sulla questione relativa a Kram. Ciò è avvenuto anche perché il rappresentante del Governo che mi ha risposto in precedenza, il sottosegretario Scotti, mi fornì a suo tempo informazioni che, documenti alla mano, non risultavano corrette: in occasione della risposta all'ultima interpellanza, infatti, il sottosegretario si scusò con me per il fatto che, Pag. 66effettivamente, si trattava di informazioni non corrispondenti ai documenti ufficiali della polizia.
Vorrei aprire una breve parentesi e spiegare il motivo per il quale insisto sulla questione relativa a Kram e perché la ritengo così importante. Tutti sanno che Kram era presente il giorno della strage di Bologna nelle vicinanze della stazione. Carlos, addirittura, in una sua intervista, ha affermato che egli fosse l'uomo uscito pochi attimi prima dello scoppio (Carlos era sodale di Kram).
Kram si è consegnato dopo ventisei anni di latitanza. È entrato in clandestinità, esattamente, il 2 agosto 1980: per essere chiari, ha avuto una latitanza simile a quella di Lo Piccolo e si è poi consegnato alla polizia tedesca, ponendo fine alla sua fuga.
Da lì è partita una serie di errate informazioni che, in qualche modo, andavano a sostenere il suo alibi. Ciò che Kram dichiara è riportato chiaramente in un'intervista che lo stesso ha rilasciato a il manifesto. Egli ha affermato di essere arrivato con un treno da Karlsruhe, diretto a Milano, dove doveva incontrare un'amica austriaca. È stato fermato dalla polizia a Chiasso, perché segnalato dalla polizia tedesca e, a causa di questo fermo, che è perdurato per diverse ore, si è attardato. Visto, poi, che la sua tappa finale era Firenze, si è fermato a Milano. Essendo arrivato tardi, è stato poi obbligato a trattenersi, casualmente, a Bologna.
Dai dati a nostra disposizione risulta, invece, che poteva andare tranquillamente a Bologna, perché ha preso un treno che, partendo da Rotterdam, se non vado errato, arriva a Karlsruhe nella notte e alle 10,20 a Chiasso (dove viene fermato effettivamente dalla polizia di frontiera).
Qui c'è il primo errore; vi è stata confusione sugli orari. La volta scorsa, abbiamo dimostrato che non esistevano gli orari riportati sia nella relazione di minoranza della Commissione Mitrokhin, redatta da un onorevole deputato dei DS, sia dalla prima risposta fornita dal sottosegretario Scotti.
Effettivamente, il sottosegretario Scotti ammise che gli orari da noi indicati (arrivo alle 10,20 e ripartenza alle 12,10 per Milano), in base ai quali egli aveva, quindi, tutto il tempo per incontrare la persona a Milano e andare poi a Firenze, erano corretti. Tuttavia, nella sua risposta, egli commette un secondo errore, quando dice che Kram viene perquisito e fermato sul treno che alle 12,10 lo porta da Chiasso a Milano.
Agli atti della Commissione Mitrokhin vi è il verbale dell'allora responsabile del posto di polizia di frontiera, il dottor Marotta, in cui si dice che Kram è stato perquisito tra le 10,20 e le 12,10. Quindi, in realtà, egli non è stato perquisito sul treno, come erroneamente affermato dal sottosegretario Scotti nella sua risposta, ma in quel lasso di tempo dalle 10,20 alle 12,10. Pertanto, in realtà, alle 12,10 riprende il treno da Milano. Attenzione: ciò è molto importante, perché su questa circostanza Kram costruisce il suo alibi nella famosa intervista rilasciata a il manifesto il 2 agosto scorso.
Inoltre, egli afferma - questo è l'altro elemento di novità che cito in questa interpellanza urgente - che a Milano doveva incontrare un sua amica austriaca.
Preannuncio che questa mia interpellanza urgente sarà la penultima, perché ne ho un'altra pronta, sempre sulla base di quanto ha dichiarato il sottosegretario Scotti. Su questo, come ho già detto, non mollerò fino alla fine, anche perché forse c'è qualcuno che vi dà queste informazioni; e ciò mi preoccupa, perché le informazioni sono fornite da esponenti delle istituzioni, forse anche dell'istituzione che ha aperto un fascicolo e dovrebbe indagare su Kram.
Forse essi non sanno che - grazie a Dio - avendo passato due anni e mezzo a guardare tutti i documenti acquisiti dalla Commissione Mitrokhin, so esattamente come si è mosso il signor Kram, cosa effettivamente ha fatto e chi effettivamente ha incontrato.Pag. 67
Lo dico anche perché forse in questo modo leggeranno la mia illustrazione dagli atti e la prossima volta staranno attenti a rispondere in un certo modo.
Ricordo che Kram viene per la prima volta segnalato, in qualche modo, dal dottor De Gennaro nel 2001 e inserito in un fascicolo con riferimento ad atti non aventi valenza di reato (non ricordo come si dice tecnicamente). Successivamente, la procura di Bologna, in qualche modo, archivia il caso.
Quando, però, nel 2004-2005, consegno alla procura di Bologna la parte della relazione della Commissione Mitrokhin che riguarda la strage di Bologna, questa è obbligata ad aprire un procedimento che, guarda caso, vede Kram non come imputato, ma come persona informata dei fatti, il che è abbastanza clamoroso.
Ritengo che vi sia un clamore tale e quale a quello che si manifestò nel 2001 quando venne aperta la pratica con una notizia non avente valore di reato.
Voglio formulare, quindi, una serie di domande che sono rivolte innanzitutto a comprendere se le persone che Kram afferma di aver incontrato siano state mai interrogate. Mi riferisco ad esempio alla cittadina austriaca residente a Varese che in qualche modo dovrebbe confermare il suo presunto alibi. Chiedo di sapere se sia mai stato interrogato anche l'autore di quell'intervista che in qualche modo crea l'alibi a Kram. Un alibi che, come ho già sostenuto in un mio precedente intervento, non sta in piedi. In quell'articolo Kram afferma che il giorno che scoppiò la bomba si trovava in una grande arteria bolognese, via Indipendenza, e da lì dopo aver assistito a quello che stava accadendo prese un taxi per andare alla stazione delle corriere. Come ho già avuto modo di dire, tutti sanno che da via Indipendenza la stazione ferroviaria non si vede e che la stazione delle corriere è a fianco di quella ferroviaria. Per quale motivo, quindi, si dovrebbe prendere un taxi per andare esattamente nel posto che si vuole evitare? Chi conosce Bologna fortunatamente capisce subito come questa persona abbia detto delle stupidaggini. Soprattutto Kram afferma che doveva andare ad incontrare questa signora austriaca, questa sua amica conosciuta a Perugia dove aveva studiato per molti anni. Chiedo se effettivamente risulta al Ministero della giustizia se questa persona sia stata mai rintracciata e se gli sia stato effettivamente chiesto se doveva incontrarsi con lui a Milano.
Chiedo anche di sapere sulla base di che cosa il sottosegretario Scotti dichiarò in una precedente occasione che Kram venne perquisito sul treno che da Chiasso lo stava portando a Milano. Stiamo parlando del famoso treno n. 307, dove Kram sostenne di essere stato perquisito a bordo. A tale riguardo, ripeto, che il verbale del dottor Marotta risulta chiaro, chiarissimo. In ordine al telex, inviato a Roma, era richiesto, in virtù delle indicazioni fornite dai tedeschi, di fermare e perquisire il sospetto. Marotta fu molto chiaro al riguardo: Kram venne fermato al suo arrivo a Chiasso alle 10,20 perquisito nel lasso di tempo di due ore e ripartì solo successivamente con il treno. Non riesco a capire chi abbia fornito le informazioni al sottosegretario Scotti in merito alla perquisizione effettuata a Kram a bordo del treno per Milano. Questo non risulta in nessun atto e qualcuno quella risposta deve averla data.
Signor sottosegretario, non voglio essere polemico e chiaramente sono molto ansioso di ascoltare la sua risposta alla mia interpellanza, però lei esercita la professione di avvocato e sa meglio di me come una coincidenza possa essere casuale, ma molte coincidenze e tutte rivolte a creare un alibi a Kram forse non rappresentino più coincidenze.
Mi preoccupano - lo voglio dire in questa sede parlamentare - queste informazioni che voi trasmettete all'Assemblea e sulle quali venite puntualmente smentiti; mi dispiace che rispondiate sulla base di informazioni che vengono fornite da organi istituzionali che forse sono gli stessi che dovrebbero indagare su Kram. È importante sapere se nel frattempo la posizione di Kram sia mutata o sia rimasta effettivamente quella di una persona informata sui fatti; in quest'ultimo caso ciò Pag. 68sarebbe un fatto clamoroso. Non possiamo dimenticarci che stiamo parlando di un terrorista, presente il giorno della strage di Bologna, al quale viene trovato in tasca un riferimento a un'altra terrorista che quel giorno era stata segnalata, la Freulich, e che due anni dopo viene arrestata con esplosivo compatibile con quello scoppiato alla stazione di Bologna. Non possiamo dimenticarci, inoltre, le prove fornite dalla Commissione Mitrokhin sul collegamento con Carlos e sul loro incontro un mese dopo a Budapest. Non possiamo scordarci che allorché Kram finalmente si consegna all'autorità e prova a dare un alibi questo viene smantellato pezzo per pezzo. Voglio sapere se lei è a conoscenza di quella persona, che Kram doveva incontrare a Milano, e se essa sia stata interrogata. Dopo la sua risposta le spiegherò il perché di questa mia domanda.
Se una tale persona non ha cambiato la sua posizione giudiziaria vuol dire che da parte di qualche istituzione non vi è la volontà di andare fino in fondo nel capire perché quel giorno a Bologna c'era Kram. Non essendo vero che sia stato presente a Bologna, perché arrivato in ritardo grazie a tutta una serie di coincidenze che però abbiamo smantellato, Kram ci deve spiegare cosa ci faceva quel giorno Bologna.
È questo ciò che chiedo con un continuo, preciso e puntuale intervento sulla vicenda basato sui documenti ufficiali forniti dalla polizia e dalle forze dell'ordine. Non sto facendo ipotesi.
Infatti, è Marotta che dice che Kram è stato perquisito in quel lasso di tempo. Mi domando, dunque, come può un sottosegretario, suo collega, dirmi che questi, invece, viene perquisito sul treno di Milano. Infatti, prima si sbaglia sugli orari e lasciamo passare; poi, gli ho dimostrato - tabelle alla mano - che tali orari erano quelli corretti. Infine, però, - ecco la domanda che le rivolgo - su quali presupposti si è basata la risposta del sottosegretario Scotti secondo la quale Kram era stato perquisito sul treno 307? Sono molto ansioso nell'attendere tali risposte, perché - lo ripeto - come lei può immaginare e ha già capito, il mio è un tassello che sto mettendo sul punto e che si avvia verso la conclusione di una ricerca condotta in modo molto dettagliato anche grazie al contributo di persone che hanno lavorato per anni su questo tema e che mi sembra abbiano chiarito bene, perlomeno, quale era l'ambito nel quale sono successi certi eventi.
Però, ciò che mi preoccupa - lo dico da parlamentare - è la continua reticenza da parte delle istituzioni nel dare informazioni che puntualmente vengono smentite dai documenti ufficiali.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 18,30)
ENZO RAISI. Dunque ciò mi preoccupa - glielo dico molto sinceramente - perché non voglio addebitare colpe al Governo. È presente lei, ma sono sicuro che, anche se fosse stato presente il segretario Scotti, avrei detto lo stesso anche a lui: non imputo al Governo, naturalmente, una volontà politica di non andare avanti su questa vicenda. Imputo tale volontà, però, a chi mi fornisce l'informazione che a me, in qualche modo, sta iniziando a preoccupare. Concludo su questo punto e attendo la risposta del sottosegretario.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, sulla prima parte dell'interpellanza, relativa alla contraddizione in cui sarebbe caduto il Governo nella risposta precedente ed analogo atto ispettivo, si ricorda quella parte della discussione che insorse a proposito della risposta resa il 25 gennaio 2007, circa l'impossibilità che un treno potesse, per di più nel 1980, percorre il tratto Karlsruhe-Chiasso in appena un'ora e mezza; proprio in rapporto a tali dubbi, nella successiva risposta dell'11 ottobre si chiarì che evidentemente nell'incipit della risposta del 25 gennaio, non si era fatto cenno alla diversità dei Pag. 69treni, e cioè, il 201 partito da Karlsruhe e, successivamente, il 307. Inoltre, si chiarì che nel riportare il contenuto della nota della polizia di frontiera di Chiasso, risultava comunque dalla risposta la duplicità dei treni utilizzati, per cui la discussione in ordine al - oppure ai - treni di cui il Kram si era avvalso risultava superata.
ENZO RAISI. Su quale treno? È quello il problema!
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Passando alle altre considerazioni e ai quesiti formulati si espone quanto segue. Dal telegramma inviato dall'ufficio di polizia di frontiera di Chiasso in data 1o agosto 1980, risulta che Thomas Kram, giunto alla stazione di Chiasso fu «identificato e perquisito sotto aspetto doganale con esito negativo»; a proposito di tale perquisizione, nella risposta dell'11 ottobre alla precedente interpellanza non si è specificato che il Kram era stato identificato e contestualmente sottoposto a perquisizione, bensì che era stato identificato sul treno, com'era naturale, e poi perquisito; d'altronde il telegramma della polizia non chiariva se la perquisizione fosse avvenuta sul treno oppure nel posto di polizia. Il Ministero dell'interno riferisce che: "Lo stesso ufficio di frontiera di Chiasso, il giorno successivo trasmise un'ulteriore nota, senza fare più riferimento all'orario di arrivo in Italia, per fornire la copia di una lettera manoscritta di Kram rinvenuta durante la perquisizione».
Dagli atti non risulta se, al momento dell'ingresso sul territorio nazionale, il Kram fosse in possesso di borse, valigie o altri contenitori. «La perquisizione», proseguo la lettura dell'informativa del Ministero dell'interno, «ebbe esito negativo e non è dato sapere se la lettera manoscritta fu rinvenuta all'interno di un bagaglio o sulla persona. Al riguardo, l'ufficio di frontiera di Ponte Chiasso ha riferito che il fascicolo intestato a Thomas Kram è stato distrutto nel 1997, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di Schengen».
La procura della Repubblica di Bologna, il 3 ottobre scorso, in risposta ad un'informativa sollecitata dal Ministero della giustizia ha comunicato la seguente nota: «Preliminarmente si rappresenta che presso questa procura sono tuttora in corso indagini, nell'ambito del procedimento penale n. 7823/05 (registro generale notizie di reato modello 44), riguardanti il delitto di strage commesso alla stazione ferroviaria di Bologna il 2 agosto 1980. In tale ambito, sono stati approfonditi gli accertamenti anche sulla presenza a Bologna, il 2 agosto 1980, del terrorista tedesco Kram Thomas, nato il 18 luglio 1948 a Berlino, membro dell'organizzazione terroristica tedesca Cellule rivoluzionarie».
In merito alla richiesta riguardante l'ingresso - prosegue la nota della procura della Repubblica - del cittadino tedesco Thomas Kram nel territorio nazionale, in data 1o agosto 1980, si rappresenta che la DIGOS di Bologna, con l'informativa A4/06/DIGOS/ATN del 28 luglio 2006, trasmetteva copia di un telex della polizia di frontiera di Chiasso, datato 1o agosto 1980, nel quale era riportata la seguente comunicazione: «Con treno 307 delle ore 12,08 legali odierne entrato Italia diretto Milano cittadino tedesco Kram Thomas Michael nato 18 luglio 1948 Berlino et residente Bochum (Germania) munito carta d'identità tedesca n. G7008331 rilasciata Bochum 25 marzo 1975. Predetto iscritto R.F. formula 5 est stato sottoposto at perquisizione sotto aspetto doganale con esito negativo. Medesimo est qui giunto con treno n. 201 delle ore 10,30 legali proveniente da Karlsruhe». Come si rileva, in assenza di specificazioni, la perquisizione poteva essere fatta tanto sull'uno quanto sull'altro treno.
Nella stessa informativa la DIGOS di Bologna comunicava, inoltre, che agli atti di quell'ufficio risultava copia del registro contenente il nominativo di Thomas Kram, che, dopo la mezzanotte del 1o agosto 1980, era stato registrato presso l'albergo centrale, all'epoca sito in questa via della Zecca n. 2. Precisamente nella pagina 130 - con numero progressivo 1481 - si riportavano i riferimenti alla stanza n. 21 e al documento di identificazione esibito Pag. 70dal predetto, relativo ad una patente di guida n. 20344, rilasciata in data 11 novembre 1970. Sulla base dei dati riportati nel predetto registro si rilevava, altresì, che la stanza fu assegnata al solo Thomas Kram.
Inoltre, per quanto finora accertato dalla polizia giudiziaria delegata, non risulta che Thomas Kram sia stato presente sul territorio nazionale dopo la data del 2 agosto 1980, e nemmeno si rilevano tracce della sua presenza nella città di Firenze.
Ad ogni buon conto, si evidenzia che, sulla base delle informazioni qui trasmesse dalla locale DIGOS, relative ai latitanti Thomas Kram e Adrienne Gerhauser che si erano costituiti presso la procura generale di Karlsruhe, in data 4 dicembre 2006, si procedeva ad inoltrare, alle autorità tedesche, il 12 febbraio 2007, richiesta urgente di rogatoria internazionale finalizzata principalmente all'escussione dei predetti terroristi tedeschi.
Infine, in riferimento all'attività compiuta all'epoca dagli organi inquirenti in merito alle testimonianze raccolte dai tassisti in servizio nei pressi della stazione ferroviaria la mattina del 2 agosto 1980, si rappresenta che l'azione investigativa si sviluppò anche con l'escussione di numerosi testi presenti, nei momenti antecedenti e susseguenti, all'esplosione dell'ordigno avvenuta alle ore 10,25 del 2 agosto 1980.
Tuttavia, allo stato, pur continuando le verifiche in merito alle ulteriori informazioni acquisite, si evidenzia che non si rilevano testimonianze concernenti riferimenti precisi relativi al trasporto di un turista tedesco diretto al terminal delle autocorriere di Bologna.
Ancora la procura della Repubblica di Bologna, con nota di ieri - 7 novembre - ha altresì riferito quanto segue: «Sono state esaminate nell'ambito delle indagini in corso le persone che risultavano o apparivano essere state in contatto con Kram in Italia, nel periodo dal 1979 al 1980; è stata identificata e sentita prima dell'intervista rilasciata da Kram al quotidiano il manifesto pubblicata il 1o agosto 2007 la persona in contatto epistolare con Kram nel 1980; sono state svolte e sono ancora in corso attività di indagine conseguenti al contenuto della detta intervista di Kram a il manifesto; non è stato disposto l'esame del giornalista Guido Ambrosino che ha realizzato la detta intervista; l'unico elemento certo relativo alla data e all'orario dell'ingresso di Kram in Italia il 1o agosto 1980 è il telex della polizia di frontiera di Chiasso del 1o agosto 1980, già riportato nella risposta sopra citata di questo ufficio del 3 ottobre scorso; nessuna persona è stata iscritta nel registro degli indagati di questo ufficio in relazione al procedimento di cui si tratta, sopra indicato».
Le ulteriori notizie circa la precisa ed attuale posizione processuale di Thomas Kram e i risultati degli altri accertamenti non potranno che risultare dal prosieguo delle indagini in corso da parte della procura di Bologna, anche attraverso rogatorie, così come indicato dall'ufficio nella nota innanzi riportata.
PRESIDENTE. Il deputato Raisi ha facoltà di replicare.
ENZO RAISI. Signor Presidente, non sono soddisfatto della risposta, in quanto vi sono due elementi gravi. Non sono né un magistrato, né un uomo delle forze dell'ordine, ma il telex è molto chiaro e afferma che Kram giunge a Chiasso alle 10,20 ed entra in Italia con il treno 307 delle ore 12,10, se non erro.
Ciò vuol dire che - tanto per essere chiari, stanno parlando del posto di frontiera italiano a Chiasso - non è vero che dal telex non si deduce quando Kram sia stato perquisito. È molto semplice: quando scende dal treno con il quale è arrivato a Chiasso la polizia di frontiera di Chiasso lo perquisisce; lo stesso Kram entra in Italia col treno che lo conduce a Milano.
Questa lettura mi sembra banale! Se i magistrati inquirenti non sono capaci neanche di leggere un telex del genere, la cosa mi preoccupa.
Ma vi è un altro aspetto. Sono molto insoddisfatto di quello che la procura afferma sulle indagini in corso, innanzitutto Pag. 71perché la procura non dice una cosa fondamentale o, per lo meno, afferma che la DIGOS ha effettivamente sentito la persona che, in qualche modo, avrebbe dovuto confermare l'alibi di Kram in relazione alle indagini sulla sua presenza a Milano. So cosa ha affermato la signora, perché ho parlato con lei. Pertanto, le posso dire che è grave che la procura non abbia ancora cambiato la posizione di Kram, il quale tutt'oggi rimane persona informata sui fatti.
Dico questo perché - lei è un avvocato e conosce bene il motivo - c'è di mezzo una rogatoria e, un conto è chiedere una rogatoria per una persona inquisita di un reato molto grave come quello di strage, e un altro è chiederla per chi è «persona solo informata sui fatti». Pertanto la volontà della procura di mantenere la posizione di Kram come persona informata sui fatti - e non come imputato per strage - evidentemente pone dei problemi, in primo luogo, in termini di rogatoria e, in secondo luogo, sull'effettivo risultato che tali rogatorie possano ottenere.
Le preannuncio che presenterò un'ulteriore interpellanza sull'argomento perché lei ha citato un altro fatto molto grave che altre volte mi era stato riferito: nel 1997 è stato bruciato il fascicolo di Kram sulla base del Trattato di Schengen, in cui si prevede che i documenti non rilevanti inerenti i cittadini dell'Unione europea possono essere mandati al macero se, appunto, su di loro non ci sono pendenze particolari o questioni giudiziarie.
Nel 1997 su Kram pendeva un mandato di cattura internazionale dell'Interpol quando la polizia - o chi per lei - ha deciso di bruciare questi documenti. Esiste anche un'altra stranezza: stranamente Kram era inserito nella banca dati della polizia italiana fino al 1994 come estremista di destra, quando tutti sapevano che faceva parte delle, Cellule rivoluzionarie movimento notoriamente legato alle Brigate rosse e all'Action directe francese.
È molto strano che, fino al 1994, questa persona (che era inserita nella banca dati della polizia nazionale e ricercata dall'Interpol e, quindi, anche dai tedeschi) che tutti sapevano essere un terrorista di estrema sinistra, nella banca dati della nostra polizia nazionale - guarda caso - era indicato come estremista di destra, dato che viene modificato solo successivamente.
Perché nel 1997 - e qui le anticipo il contenuto di un'altra interpellanza che a breve presenterò, che sarà l'ultima a chiusura del cerchio - il fascicolo di Kram è stato bruciato se su di lui pende un mandato di cattura internazionale ed è nella lista dei ricercati? Il Trattato di Schengen non prevede questo. Io ho studiato e mi sono anche preparato sul tema perché appunto quella risposta mi aveva stupito. Rimandiamo alla «prossima puntata» e vorrò capire come mai è accaduto questo fatto grave.
È come se avessero bruciato il fascicolo riguardante un famoso latitante italiano perché è entrato in vigore il Trattato di Schengen: è un po' difficile da sostenere.
Ripeto: quando si è verificato questo episodio su Kram pendeva un mandato di cattura internazionale dell'Interpol ed era inserito nella banca dati della polizia italiana come terrorista ricercato. E nonostante ciò, nel 1997 bruciamo un fascicolo della polizia di frontiera? E guarda caso oggi si fa confusione. Grazie a Dio esiste quel telex del dottor Marotta che è molto chiaro, ma se non ci fosse stato, oggi su Kram e sul suo fermo a Chiasso non avremmo saputo nulla; anzi, probabilmente, qualcuno avrebbe giocato su quell'equivoco che mi ha portato a presentare due interpellanze e che finalmente oggi abbiamo chiarito.
Caro sottosegretario, sono molte le circostanze che mi fanno pensare che c'è qualcuno che non vuole andare fino in fondo. Ribadisco il concetto: è evidente che la procura, essendo in possesso di una serie di elementi chiari ed evidenti sul fatto che l'alibi di Kram non sta in piedi e avendo interrogato la signora - perché non lo dicono, ma io lo sapevo, in realtà, per ovvi motivi - e sapendo benissimo cosa ha risposto la signora, quanto meno dovrebbe cambiare la posizione di Kram, considerandolo una persona indagata. Invece, Pag. 72si continua a definirlo persona informata sui fatti e ritengo sia un fatto veramente clamoroso dal punto di vista giudiziario che fa pendant - mi permetta questa parola - con quanto accaduto nel 2001, quando addirittura fu inserito in un modello che riguardava le notizie non aventi valore di reato nonostante che il capo della polizia italiana (c'è proprio una lettera di De Gennaro), su indicazione dei tedeschi, gli avesse detto di cercare Kram poiché sembrava coinvolto nella strage di Bologna. C'è una lettera della polizia!
Ebbene, cosa fa la procura di Bologna? Prende questa lettera, fa finta di svolgere le indagini (perché poi in realtà non le ha fatte, e che indagine si può fare con le procure oberate?) e archivia. Se non ci fosse stata la casualità della Commissione Mitrokhin che ci ha consentito di accedere a quel fascicolo di Kram e trovare quella lettera di De Gennaro non avremmo mai saputo nulla su quella vicenda.
Caro sottosegretario, queste sono questioni veramente inquietanti, di fronte alle quali, ovviamente, non mi fermo e vado fino in fondo. Le ho già anticipato qualche aspetto e quello di Schengen è veramente clamoroso! Non so se lei ha capito quello che è successo: abbiamo bruciato il fascicolo di un terrorista ricercato dall'Interpol, che è stato latitante dal 2 agosto 1980 fino al 2005. Qualcuno ha pensato che fosse un terrorista di poco conto, ma è un personaggio di questo livello.
Tra l'altro, è uno dei pochi che l'ha fatta franca del gruppo delle Cellule rivoluzionarie, perché gli altri legati alla Stasi sono quasi tutti caduti e sono stati presi. Lui, invece, è riuscito a farla franca fino alla fine; si è consegnato quando ormai i suoi reati, più o meno, in Germania li aveva in qualche modo estinti dal punto di vista della pena; probabilmente avrà contrattato, anche perché dopo pochi giorni di galera è agli arresti domiciliari, insieme all'altro signore che era con lui.
Mi dispiace molto e l'ho già detto più volte: non so, onestamente, che ruolo Kram avesse avuto il 2 agosto 1980, però c'è un fatto che mi sembra ormai chiarito da tutti i documenti che sono emersi: la sua presenza quel giorno, a Bologna, non era casuale.
Quello che mi dispiace e mi fa paura, come cittadino italiano, è che le istituzioni pubbliche non abbiano il coraggio di andare fino in fondo. Il mio pensiero è questo: il fatto che le nuove indagini - perché, come ci è stato confermato dalla procura di Bologna, ci sono indagini sulla strage di Bologna - siano state affidate a uno dei PM che ha fatto quel processo, lei capisce, è un altro fatto irrituale.
Lei consegna una nuova parte di indagine alla stessa persona che ha seguito un processo giunto a sentenza definitiva. Mi domando come quel PM, che sarà onesto intellettualmente, possa pensare di rimettere in discussione tutto il lavoro che lui stesso ha svolto.
Il bon ton, l'intelligenza, l'etica avrebbe voluto che fosse affidata, quanto meno, a un PM diverso. No! L'abbiamo affidata allo stesso PM che ha seguito il processo per la strage di Bologna. Questi sono tutti elementi che, messi assieme, mi fanno pensare che non ci sia la volontà di andare fino in fondo.
Io continuo, però, con le mie interpellanze, che si accumulano. Ringrazio perché, comunque, risposta su risposta, viene confermato quanto avevo dichiarato. Anche il Governo deve prendere atto che le risposte giuste erano le nostre, non quelle che vi vengono date da certi uffici.
L'esempio degli orari è chiaro ed evidente e questo mi fa ben pensare che, quanto meno, alla fine di tutto questo lavoro, avrò una serie di documenti che poi consegnerò alle istituzioni che dovranno fare il loro lavoro e li consegnerò, se non altro, alla storia dei nostri concittadini, i quali devono sapere che sulla strage di Bologna, come ha detto il Presidente Napolitano nell'ultimo anniversario, non tutto è stato chiarito. Anche il Presidente Napolitano avrà questo materiale e potrà capire perché, probabilmente, quel giorno non è stato tutto chiarito.