Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
ROBERTO COTA (LNP). Nell'esprimere la netta contrarietà del suo gruppo al provvedimento d'urgenza in discussione, che appare ispirato ad una logica di mera spartizione del potere tra i partiti della maggioranza e che determinerà, tra l'altro, un consistente incremento della spesa pubblica, preannunzia la presentazione di numerosi emendamenti. Giudica peraltro grave il presumibile ricorso da parte delPag. IVGoverno alla questione di fiducia, che precluderà la possibilità di svolgere un approfondito dibattito parlamentare.
ENRICO COSTA (FI). Osservato che, a fronte della necessità di snellire la struttura burocratica statale, l'Esecutivo ha moltiplicato gli incarichi ministeriali per mere esigenze di spartizione del potere nell'ambito del centrosinistra, ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione non presenti i requisiti di straordinaria necessità ed urgenza costituzionalmente sanciti.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede, ai sensi dell'articolo 44 del regolamento, la chiusura della discussione sulle linee generali.
Sulla richiesta di chiusura della discussione intervengono i deputati ANTONIO LEONE (FI), contro, e ANTONELLO FALOMI (RC-SE), a favore.
PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
La Camera, con votazione nominale elettronica, approva la proposta di chiusura della discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ricorda che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 44 del regolamento, dopo che è stata deliberata la chiusura della discussione ha facoltà di parlare un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta.
TEODORO BUONTEMPO (AN). Richiama il disposto dell'articolo 44 del regolamento.
PAOLO UGGÈ (FI). Lamenta che l'attuazione del provvedimento d'urgenza in discussione, con il quale è stato disposto lo «spacchettamento» di taluni Ministeri, determinerà un significativo incremento dei costi della politica. Richiama altresì i positivi risultati conseguiti, per il settore dei trasporti, dal precedente Governo di centrodestra.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE (UDC). Osservato che il decreto-legge in discussione, che risponde esclusivamente ad esigenze interne alla maggioranza, riordina una materia riformata, nella tredicesima legislatura, su iniziativa di un Governo di centrosinistra, rileva che la moltiplicazione di cariche ministeriali contraddice il principio di efficienza che dovrebbe informare l'attività della pubblica amministrazione.
GIOVANNI FAVA (LNP). Lamentata la chiusura della maggioranza ad ogni forma di dialogo con l'opposizione, riterrebbe essenziale modificare le linee ispiratrici del provvedimento d'urgenza in discussione, adottato dall'Esecutivo all'esclusivo fine di salvaguardare i difficili equilibri interni alla maggioranza medesima.
TEODORO BUONTEMPO (AN). Contestata l'asserzione della maggioranza secondo la quale la posizione della questione di fiducia è motivata dall'ostruzionismo dell'opposizione, la quale è invece disponibile a procedere all'esame degli emendamenti presentati, rileva che con il provvedimento d'urgenza in discussione il Governo si è appropriato di una competenza spettante al Parlamento in tema di organizzazione della pubblica amministrazione, in violazione degli articoli 97 e 98 della Costituzione.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Parlando per un richiamo all'articolo 44, comma 2, del regolamento, giudica irrituale l'intervento svolto dal deputato Buontempo, che ritiene non debba costituire precedente.
PRESIDENTE. Precisa di aver dato legittimamente la parola al deputato Buontempo,Pag. Vil quale non era precedentemente intervenuto nella discussione sulle linee generali.
MARCO BOATO (Verdi), Relatore. Nel ringraziare i deputati intervenuti nella discussione, rileva che le deleghe dei ministri senza portafoglio derivano direttamente dalle attribuzioni del Presidente del Consiglio; osserva inoltre che il provvedimento d'urgenza in esame prevede un modello organizzativo nel quale è attribuita una posizione preminente all'articolazione per dipartimenti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Osserva che la riorganizzazione della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri determinata dal provvedimento d'urgenza in discussione è funzionale all'attuazione del programma di Governo, come si evince dall'istituzione, in particolare, dei Dicasteri della famiglia, delle politiche giovanili e della solidarietà sociale, assicurando peraltro che l'Esecutivo si sta già adoperando al fine di contenere la spesa pubblica; pur riconoscendo, inoltre, la legittimità dell'atteggiamento assunto dall'opposizione, auspica per il futuro un confronto serio e costruttivo sul merito dei provvedimenti, evitando irragionevoli contrapposizioni. Preannunzia infine l'impegno dell'Esecutivo a non esercitare le deleghe legislative previste nel provvedimento d'urgenza e ad accogliere gli ordini del giorno presentati in materia.
A nome del Governo, pone quindi la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Avverte che, a seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per le 12,30 per definire l'organizzazione del seguito del dibattito.
ANTONIO LEONE (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, rilevato che il decreto-legge in discussione è giunto all'esame dell'Assemblea pochi giorni prima della scadenza, osserva che la posizione della questione di fiducia è stata motivata dall'incapacità della maggioranza di utilizzare proficuamente il tempo a disposizione per l'iter del disegno di legge di conversione.
Stigmatizza altresì il mancato inserimento tra le interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno dell'atto ispettivo presentato dal suo gruppo in merito alla calamità naturale recentemente abbattutasi sulla regione Calabria, ritenendo che l'accaduto si configuri come una lesione delle prerogative dei parlamentari.
PRESIDENTE. Osserva che la questione sollevata dal deputato Leone potrà essere opportunamente sottoposta all'attenzione della Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata per le 12,30.
TEODORO BUONTEMPO (AN). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta il fatto che, nonostante la disponibilità dell'opposizione a svolgere un confronto costruttivo, il Governo sia ricorso alla questione di fiducia per divisioni interne alla maggioranza che lo sostiene.
ANDREA GIBELLI (LNP). Parlando sull'ordine dei lavori, espresso sconcerto per l'utilizzo strumentale della questione di fiducia da parte dell'Esecutivo, stigmatizza la strozzatura del dibattito conseguente a tale scelta, che lede gravemente i diritti dell'opposizione.
GABRIELE FRIGATO (Ulivo). Parlando sull'ordine dei lavori, pur ritenendo legittimo che l'opposizione attui pratiche ostruzionistiche, giudica il ricorso da parte del Governo alla questione di fiducia un atto di responsabilità, attesa la necessità di svolgere un dibattito approfondito su provvedimenti che saranno all'esame del Parlamento nei prossimi giorni e che rivestono estrema rilevanza per il Paese.
LUCIO BARANI (DC-PS). Parlando sull'ordine dei lavori, sottolinea che il suo gruppo non ha assunto un atteggiamento ostruzionistico.
Pag. VI