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Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.
PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la X Commissione permanente (Attività produttive, Commercio e Turismo) ha proceduto all'elezione dell'onorevole Maurizio Turco a presidente, in sostituzione dell'onorevole Daniele Capezzone, dimissionario dalla carica.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo proprio in relazione all'annuncio che lei ha fatto. Non voglio sottrarmi dal rivolgere gli auguri al collega Turco per aver assunto la carica di presidente della X Commissione attività produttive. Tuttavia, vorrei sottolineare e portare all'attenzione dei colleghi dell'Assemblea quanto accaduto in quella Commissione: a noi sembra un ulteriore atto di alchimia regolamentare all'interno di questo palazzo, finalizzato al mantenimento degli equilibri all'interno della maggioranza. Ciò, peraltro, è stato fatto sin dall'inizio dal Presidente Bertinotti con la proliferazione dei gruppi parlamentari in deroga.
Faccio un passo indietro, signor Presidente. Ci siamo ritrovati di fronte alle dimissioni del presidente della X Commissione attività produttive, il collega Capezzone. Sino a ieri sera erano quarantotto i componenti di quella Commissione. Tutto ciò significava che, per poter eleggere il presidente oggi, al primo scrutinio, sarebbe stato necessario che un candidato ottenesse esattamente venticinque voti.
Sta di fatto che, magicamente, prima dell'inizio delle votazioni in Commissione, i membri della stessa sono passati da quarantotto a cinquantuno. Infatti, il gruppo de La Rosa nel Pugno naturalmente ha cambiato il suo componente e iPag. 66gruppi dell'Italia dei Valori, dei Verdi e di Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo hanno inteso spostare di colpo tutti i residui membri di altre Commissioni, chissà perché, prima delle votazioni, per portare - lo ripeto - i membri da quarantotto a cinquantuno. Sta di fatto che dallo spoglio delle votazioni risulta che il collega Turco abbia ottenuto ventisette voti. Poiché sembra - ma è così - che i voti a disposizione della maggioranza fossero solo ventiquattro e che, quindi, non si sarebbe raggiunta la soglia dei venticinque, stanti i precedenti quarantotto membri della Commissione, inficiando la possibilità per il collega Turco di essere eletto, i voti per tale collega sono passati da ventiquattro a ventisette, in virtù del fatto che i membri della Commissione sono saliti da quarantotto a cinquantuno.
È stata cioè fatta un'operazione per consentire di mettere a tacere coloro i quali avevano giurato che non avrebbero votato il collega Turco, tanto è vero che alcuni sono stati addirittura sostituiti all'ultimo momento, non perché fosse possibile la sostituzione, ma perché con la famosa indicazione del presidente di gruppo si poteva tranquillamente dire che il deputato Leone potesse essere sostituito dal collega Giudice, proprio in virtù del cambiamento di un componente all'interno della Commissione.
Si vuole, quindi, mettere in rilievo che in questo Parlamento, con il beneplacito del Presidente della Camera, si continuano a compiere una serie di atti a dir poco vergognosi, per far sì che gli equilibri interni ed esterni - così come sono nati i gruppi in questo palazzo - vengano mantenuti.
L'operazione di far convergere i componenti «residui» di altre Commissioni poteva essere fatta in qualsiasi momento; dovete ammettere che evidentemente averla fatta oggi, prima dell'inizio - tant'è vero che addirittura è stato rinviato di qualche minuto l'inizio delle operazioni di voto - conferma il sospetto che si sia voluto, ancora una volta, sostituire coloro i quali non erano d'accordo con alcune scelte con altri (non solo aumentandoli di numero ma anche con delle sostituzioni) che invece potessero consentire l'elezione.
Questo ci sembra una modo di comportarsi da stigmatizzare, da parte della Presidenza e della maggioranza; naturalmente dico della Presidenza perché essa dà retta alla maggioranza, nel momento in cui vengono fatte queste operazioni. Non mi si venga a raccontare che dal punto di vista regolamentare è tutto a posto: non è a posto da un punto di vista politico!
PRESIDENTE. Sono state formulate obiezioni in ordine al fatto che alcuni gruppi parlamentari (La Rosa nel Pugno, Misto, Italia dei Valori, Verdi, Sinistra democratica. Per il socialismo europeo) abbiano chiesto, nella giornata di ieri e in quella di oggi, di assegnare alla X Commissione attività produttive, ai sensi dell'articolo 19, comma 2, del Regolamento, deputati cosiddetti «residui», ossia non rientranti nella ripartizione operata a norma del comma 1 dello stesso articolo.
Occorre in proposito tenere presente che, alla stregua del citato comma 2 dell'articolo 19, rientra nelle facoltà dei gruppi parlamentari proporre al Presidente della Camera l'assegnazione alle Commissioni permanenti dei deputati «residui». Specie in vista di elezione di componenti degli uffici di presidenza delle Commissioni, la predetta facoltà è stata costantemente esercitata nella prassi applicativa, fino al momento dell'inizio della relativa seduta, coerentemente, del resto, con il fatto che il Regolamento non prevede al riguardo alcuna limitazione temporale.
Quanto alle condizioni perché si dia corso alle richieste dei gruppi, il più volte richiamato comma 2 dell'articolo 19 si limita a richiedere che sia rispecchiata, in ciascuna Commissione, la proporzione dei gruppi medesimi. Tale previsione è stata sempre intesa nel senso di interdire soltanto le assegnazioni di deputati «residui» suscettibili di far venir meno, in una singola Commissione, la prevalenza numerica della maggioranza assembleare.
La Presidenza della Camera si è pertanto rigorosamente attenuta alle statuizioniPag. 67del Regolamento ed alla costante prassi applicativa. Desidero altresì sottolineare che, a seguito delle ricordate assegnazioni di deputati «residui» alla X Commissione, tutti i gruppi parlamentari i quali dispongono di deputati «residui» (ossia tutti quanti, ad eccezione del gruppo del Partito Democratico-L'Ulivo e del gruppo Popolari-Udeur) hanno finito per allocare tali deputati nella predetta Commissione. Si è pertanto verificata, da questo punto di vista, una condizione di sostanziale parità fra i gruppi stessi.
Dunque non vi è alcun motivo di dolersi del comportamento della Presidenza che si è attenuta alle statuizioni del Regolamento e alla prassi applicativa anche nei termini che sono stati utilizzati.