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Si riprende la discussione.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3194-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Di Gioia.
LELLO DI GIOIA, Relatore. Signor Presidente, credo che questa maggioranza governerà, lo farà ancora per parecchio tempo....
ANTONIO LEONE. Purtroppo!
LELLO DI GIOIA, Relatore.. ..e governerà bene! Tutto quello che è stato detto fino ad oggi da un punto di vista politico, comprese le sistematiche spallate che dovevano essere date a questo Governo, non si è verificato. La maggioranza è compatta, la legge finanziaria sarà approvata e, quindi, cominceremo a dare delle risposte positive ai cittadini italiani per le situazioni difficili che questo Governo ha dovuto affrontare.
Ritengo opportuno ricordare all'attuale opposizione, qualche tempo fa maggioranza, le situazioni che abbiamo vissuto, e, pur comprendendo che è una commedia, e quindi, di conseguenza, un gioco delle parti, credo che alcuni dati debbano essere ricordati, per fare in modo che, dopo la finanziaria, in questo Parlamento si cominciPag. 73a discutere di cose serie, delle riforme per modernizzare il nostro Paese, e non semplicemente ed esclusivamente di spallate a questo Governo.
Abbiamo trovato il Paese in una situazione economica, sociale ed infrastrutturale certamente non facile. Credo che i dati siano sotto gli occhi di tutti: non c'è bisogno di fare polemica, ma, semplicemente, di ricordarli. Abbiamo trovato un indebitamento netto che ormai arrivava quasi al 5 per cento e avevamo un debito estremamente elevato.
Abbiamo quindi dovuto, in buona sostanza, in virtù di quelli che erano il programma e le scelte politiche e di Governo di questa maggioranza, affrontare con grande determinazione gli elementi negativi della finanza pubblica. L'abbiamo fatto sapendo che avremmo dovuto scontare nei riguardi dei cittadini italiani un momento di grande difficoltà e anche di grande impopolarità.
La nostra scelta era e rimane quella di fare in modo che il debito pubblico e le finanze pubbliche ritornino in ordine, di migliorare la competitività delle aziende, di rimettere in equilibrio la questione sociale. E credo che questo stiamo facendo, che sia o meno condiviso. Il dato vero è che oggi abbiamo un indebitamento più basso di quello che era stato preventivato e che avremo nei prossimi anni un debito che scenderà al di sotto di quello che era stato previsto: in buona sostanza, abbiamo una condizione economica e dei conti pubblici sicuramente migliore rispetto agli anni passati.
Credo che dobbiamo continuare, nel prossimo futuro, con iniziative importanti, per fare in modo che si migliori sempre più la condizione del debito pubblico del nostro Paese. Sono convinto che dobbiamo incidere maggiormente su quello che è l'indebitamento netto del Paese. Siamo convinti che bisogna attuare una politica di forti liberalizzazioni, ma siamo altrettanto convinti che bisogna continuare nell'opera di riequilibrio del sistema sociale: lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Lo abbiamo fatto con il decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81: non bisogna dimenticare gli interventi infrastrutturali da esso previsti, che riguardavano ad esempio le ferrovie.
Non si può dire: non si è speso. Si sta spendendo, con grande intelligenza, e non si stanno accumulando debiti, come è stato fatto dal passato Governo, che ha messo in condizioni difficili sia le Ferrovie dello Stato sia l'ANAS.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 17,30)
LELLO DI GIOIA, Relatore. Non siamo abituati ad inaugurare le opere che non ci appartengono, siamo abituati ad inaugurare le opere che facciamo, sia nel Governo del 1996-2001 sia nel Governo attuale. Stiamo rideterminando una condizione infrastrutturale importante, e credo che questo emerga anche dalle audizioni, che abbiamo svolto, dei massimi responsabili delle società partecipate (mi riferisco alle Ferrovie dello Stato e all'ANAS): si sta rimettendo in moto il sistema Paese da un punto di vista infrastrutturale. Non possiamo inoltre dimenticare gli interventi che abbiamo operato col decreto n. 81 del 2007 sull'aumento delle pensioni e sui giovani. Si tratta di una linea che abbiamo adottato nello scorso luglio e che abbiamo continuato con il decreto in esame.
Se è pur vero che il famoso «tesoretto» è dovuto in parte alla crescita che il Paese ha avuto, è anche vero che gran parte di esso deriva dalle scelte politiche che sono intervenute per far capire ai cittadini italiani che era finito il momento dei condoni, sradicando la mentalità che faceva dire: non paghiamo le tasse perché comunque domani ci sarà un condono. Oggi la gente ha capito che non vi saranno più condoni: bisogna pagare il dovuto. Certamente questo Governo ha assunto l'impegno, già determinato all'interno della legge finanziaria, a diminuire la pressione fiscale nel prossimo anno e a indirizzare tutto l'extragettito che sarà conseguito a fare in modo che vi siano condizioni diverse per gli interventi di carattere fiscale.
Il decreto in esame interviene su aspetti importanti, riguardanti gli investimentiPag. 74sulle ferrovie e sull'ANAS. Interviene dopo oltre dieci anni in ordine ad un piano della casa che era stato metodicamente sbandierato durante il Governo di centrodestra. Invece, proprio durante quel periodo vi è stata, sistematicamente, una difficoltà abitativa che ha provocato tensioni all'interno delle città medio-grandi.
L'attuale Governo ha stanziato, in ordine a tale importante problema sociale che investe i più deboli, le giovani coppie e i giovani, 550 milioni di euro aumentando anche il numero degli interventi che riguardano il cosiddetto contratto di quartiere due, utilizzando risorse che erano già disponibili e che venivano dilazionate, negli anni passati, attraverso il famoso articolo 18 della legge 12 luglio 1991, n. 203, che riguardava l'assegnazione di alloggi agli appartenenti alle forze dell'ordine allorché fosse necessario per la lotta alla criminalità e che tuttavia non erano stati utilizzati e dovevano trovare un impiego adeguato.
Inoltre, abbiamo innescato anche un meccanismo di partecipazione per fare in modo che vi fosse una ricognizione del patrimonio pubblico e di conseguenza anche la sua ristrutturazione per essere utilizzato e locato a favore dei soggetti più deboli della nostra società, nelle aree ad alta tensione abitativa.
Come potete ben vedere, si tratta di un piano organico, che investe a favore del ceto più debole della società. In buona sostanza, diversamente da quanto avete fatto negli anni passati, stiamo tentando di dare una mano a quella società che, oggettivamente, si trova in condizioni difficili, alla gente che non ha le capacità di risolvere i problemi connessi all'abitazione.
Inoltre, stiamo iniziando con forza e determinazione a costruire un sistema basato sulla stabilità del lavoro. Stiamo effettuando e continuando la costruzione di un sistema della non precarietà. Che cosa significa avere 360 mila precari, di cui parlava l'onorevole Crosetto? Voglio solo sottolineare e ricordare all'onorevole Crosetto che sicuramente questi precari non sono sorti durante il Governo Prodi, nell'arco di 18 mesi. In effetti il Governo Prodi si fa carico di una realtà già esistente, di una diseguaglianza presente all'interno del nostro Paese e delle difficoltà che, giorno per giorno, i giovani incontrano nell'ottenere un posto di lavoro stabile. Ed è giusto che si intervenga nella precarietà e per la precarietà al fine di trovare la stabilità, pur avendo comunque la grande disponibilità - lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo - per determinare condizioni di produttività della pubblica amministrazione.
Interveniamo a favore degli indigenti e credo non sia cosa da poco elargire ancora centocinquanta euro. Abbiamo intrapreso una strada. Certamente non si tratta di una grande somma, ma è sicuramente una strada che il Governo perseguirà nel prossimo futuro.
In buona sostanza, interveniamo su tutti i settori: le infrastrutture, lo sviluppo edilizio, il sociale, e a tal fine ricordo gli interventi a favore degli asilo nido ed altri simili.
Si tratta di un provvedimento che riteniamo importante e giusto, ma che sicuramente incontra anche delle piccole difficoltà. Ma esse sono determinate da problemi procedurali e proprio su tale punto intendo chiedere al Presidente della Camera un intervento, altrimenti è del tutto incomprensibile che vi siano sistemi di valutazione diversi in ordine all'ammissibilità degli emendamenti.
Abbiamo un Senato che con grande facilità ammette alcune proposte emendative, anche di carattere microsettoriale, e accetta alcune coperture, che probabilmente bisognava verificare con più attenzione, ed una Camera che, viceversa, ha un sistema estremamente stringente. Ma, pure in tali condizioni, questo ramo del Parlamento si è reso responsabile, perché ha compreso l'importanza del decreto-legge al nostro esame e dei tempi stretti che vi erano affinchè fosse convertito definitivamente entro l'inizio di dicembre e per fare in modo che queste provvidenze possano essere utilizzate nell'anno in corso, come d'altronde abbiamo sottolineato.Pag. 75
L'obiettivo non era certamente, come è stato fatto dal Governo precedente, utilizzare il collegato come una manovra di svuotamento della stessa legge finanziaria. Abbiamo utilizzato il decreto-legge in esame senza svuotare la legge finanziaria.
Ci sono - come dicevo - dei punti che debbono essere affrontati. Mi riferisco ad alcuni interventi microsettoriali inseriti dal Senato su cui, ovviamente, anch'io ho qualche perplessità. Tuttavia, sulla manovra complessiva credo che bisogna essere particolarmente responsabili e seri nel dire che questo è un provvedimento che va nella direzione del programma che il Governo si è dato ed è il programma di inizio giusto per i problemi del Paese.
Un'ultima considerazione, signor Presidente, prima di terminare e di ringraziare. Credo che dobbiamo ragionare sul Regolamento per quanto riguarda il sistema dell'ammissibilità degli emendamenti e, quindi, chiedo al Presidente di verificare le condizioni per modificare il Regolamento oppure di fare in modo che vi siano sistemi simili sia per la Camera sia per il Senato.
Ritengo - lo dico con estrema onestà intellettuale, in quanto mi sento sicuramente impegnato e fortemente legato alla mia coalizione di centrosinistra, ma nello stesso tempo mi sento un uomo libero che rappresenta anche i dettati della Costituzione - che dobbiamo evitare di fare in modo che questo ramo del Parlamento (e la stessa Commissione bilancio) sia soggetto a situazioni di grande difficoltà. Credo che sia doveroso che la Camera dei deputati abbia la possibilità di discutere, modificare e intervenire sugli elementi che si possono ritenere non rispondenti alle idee, alle concezioni e anche alle questioni di carattere tecnico, come abbiamo fatto in Commissione, quando abbiamo verificato che alcune coperture per quello che ci riguardava e per quello che avevamo compreso erano inesatte.
In buona sostanza, ritengo di dare un assenso convinto e forte al decreto-legge in esame.
Nel concludere, vorrei ringraziare ancora una volta il Governo, che ha partecipato con grande attenzione e anche con particolare presenza sistematica ai lavori della Commissione (e anche quest'oggi ai lavori dell'Assemblea). Vorrei, inoltre, ringraziare i colleghi della Commissione sia di maggioranza sia di opposizione e, come ho detto anche nella relazione introduttiva, i funzionari della Commissione e il presidente.
Il presidente, infatti, si è reso responsabile, ovviamente in senso positivo e, dovendo affrontare una serie di emendamenti al decreto-legge non riferibili al Regolamento dell'Assemblea e a quello della Commissione, ha mantenuto ferma la barra, rispettando le regole della Commissione e la prassi costantemente seguita sia per le ammissibilità, sia per la discussione in Commissione. Egli ha avuto il coraggio e la fermezza di capire anche il momento politico che si stava attraversando e, quindi, di modificare semplicemente alcuni articoli. È stato qualcosa di particolarmente difficile e bisogna sottolinearlo e ammirare la sua fermezza.
In buona sostanza, noi crediamo che si tratti di un decreto-legge positivo e auspichiamo che, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, terminata questa frenesia di dover dare «spallate», si possa realmente confrontarsi sui problemi seri, per far tornare in Parlamento una discussione tra parti e fare in modo che si creino condizioni per realizzare le riforme del Paese. Le riforme sono di tutti e vanno nella direzione di garantire i cittadini. Credo che dovremmo realizzarle: noi lo faremo, speriamo che anche l'opposizione lo faccia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole relatore, le questioni che lei ha posto in merito ad ipotizzate modifiche del Regolamento, come sa molto bene, devono essere discusse nella Giunta per il Regolamento. La Presidenza ha preso buona nota delle sue osservazioni e riferirà.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. SignorPag. 76Presidente, dato che il dibattito è stato davvero proficuo, interessante e anche elevato, soprattutto in alcuni interventi, mi sento in dovere di fare alcune repliche alle argomentazioni addotte, a volte in maniera polemica, ma anche molto intelligente e puntuale.
Mi corre anzitutto l'obbligo di ringraziare tutti gli intervenuti, a partire dal relatore e dai componenti della Commissione bilancio. A questo proposito devo dire, proprio per fare chiarezza, che la Commissione, il suo presidente, il relatore e l'opposizione si sono sforzati di giungere alla condivisione di alcune scelte. Tenterò di fare un'«operazione verità», onorevole Leone.
Da parte del Governo vi è stata una dichiarata disponibilità a verificare le condizioni che garantissero gli oneri da destinare alle varie coperture delle norme che si definivano. Bisogna dire che, dopo due giorni di confronto, certo non svoltosi formalmente nella Commissione ma comunque tra le varie componenti della stessa, si è preso atto dell'impossibilità di concretizzare l'intento unanimemente dichiarato. Alla fine in Commissione si decideva responsabilmente di modificare l'atteggiamento e quindi di garantire, in particolare, la copertura a quelle norme licenziate dal Senato senza copertura o con copertura inadeguata.
Si tratta ovviamente di norme importanti: sono state qui richiamate quelle relative agli incapienti, agli emotrasfusi, al biodiesel, alla vittime del terrorismo.
Credo che, già aver deciso di intervenire per garantire una copertura certa a queste quattro norme, sia stata una scelta di grande responsabilità da parte della Commissione, operata non solo per adempiere a un dovere di ordine costituzionale (l'articolo 81, comma quarto della Costituzione impone, infatti, a qualsiasi parlamentare, oltre che all'intera Camera, l'obbligo di licenziare testi che abbiano certezza di copertura finanziaria), ma per un atto di responsabilità del singolo parlamentare che, a mio avviso, in Commissione ha osservato il suo dovere in modo molto responsabile. Visto che si è fatto riferimento alla diminuzione di ruolo della Commissione, rilevo, invece, come ciò faccia onore a questo organismo e ne rilanci il ruolo, che è un ruolo proprio, non burocratico nel rispetto della Costituzione repubblicana, nel momento in cui si discute del merito di norme che riguardano fasce importanti, quali gli incapienti, i malati vittime di trasfusioni fatte in maniera sbagliata, le vittime del terrorismo o l'introduzione e l'agevolazione dell'uso del biodiesel nella nostra agricoltura e nel sistema energetico. Infatti, credo che si compiano scelte importanti. Altro che diminuzione della dignità! Certo, il confronto avrebbe potuto riguardare anche altro.
Il Governo non ha ancora posto la questione di fiducia, anzi, non l'ha mai dichiarata, per cui considereremo molto responsabilmente le dichiarazioni rese in questa sede, ma valuteremo in maniera oggettiva anche i tempi.
A tal proposito, l'onorevole Leone, che è deputato di lungo corso e di grande esperienza, anche per il suo ruolo di vicepresidente vicario di gruppo, sa bene che la convergenza di una pluralità di provvedimenti importanti che devono essere licenziati in un lasso di tempo molto ristretto dalla Camera e dal Senato, probabilmente, può anche indurre a scelte che possono non essere sempre condivisibili.
Comunque, il dibattito vi è stato e si è svolto in modo molto libero in quest'Assemblea che, del resto, non rinuncerebbe mai a discutere. Ho calcato anch'io il pavimento di quest'aula nella precedente legislatura e so quanto valga il dibattito e il confronto che vi si può svolgere; guai a noi se dovessimo rinunciarvi!
Il dibatto che, dunque, si sta svolgendo sul provvedimento in discussione, anche se per alcuni versi in modo non del tutto soddisfacente, certamente sarà più ampio e puntuale in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria che rappresenta l'altro «pezzo» dell'intera manovra del Governo.
Come ricordato nella relazione dell'onorevole Di Gioia, la manovra di bilancioPag. 77si compone, infatti, di tre «pezzi». Ritengo che quello in esame sia quello più appetibile perché prevede risorse realmente disponibili e spendibili ed è questa la ragione per cui vi è stata anche la necessità di verificare tra le varie componenti della coalizione (perché no?) quali scelte intraprendere.
Tuttavia, con molta onestà, ritengo che non si possa partire da questo per affermare che si tratti di interventi «a pioggia»! Vi sono piccole «gocce», ma - onorevole Leone, mi consentirà di rivolgermi a lei sapendo di rivolgermi al suo gruppo - qualche «goccia» è venuta anche da destra, nell'aula del Senato dove ho seguito l'esame del provvedimento, e in Commissione. Ritengo, comunque, che si tratti di scelte giuste perché dare il sostegno all'associazione del Filo d'oro, dei sordomuti o dei ciechi, non rappresenta qualcosa di cui vergognarsi, in quanto tali associazioni sono parti importanti della società italiana, che svolgono attività rilevanti. Del resto, la parte corposa del provvedimento è destinata, invece, allo sviluppo e all'equità sociale.
La prima critica svolta da tutti gli interventi è che bisognava destinare l'extragettito alla riduzione del deficit e del debito.
Questa sarebbe stata la soluzione ottimale. Alcuni colleghi intervenuti - mi sembra gli onorevoli Alberto Giorgetti e Gardini - hanno portato l'esempio del padre che si trova un gruzzoletto non previsto; a tal proposito, ricordo che il nostro gruzzoletto lo abbiamo previsto per le politiche attivate, ma su ciò ritornerò. Con franchezza dico che l'esempio non è calzante, in quanto è vero che il papà può estinguere il mutuo, ma quando il papà ha il figlio che muore di fame ha il dovere di non farlo morire. Noi, di conseguenza, destiniamo 1,9 miliardi di euro alle fasce più deboli della società italiana.
Non rinunciamo ad una politica di rigore e di contenimento della spesa corrente, ma facciamo di questo nostro riformismo una scelta rigorosa, ma graduale. Sono stati richiamati i rilievi del Governatore della Banca d'Italia, il quale afferma, giustamente, che è necessario agire ancora per il contenimento della spesa corrente e della spesa pubblica, anche se non si è ricordato che nel bollettino della Banca d'Italia si evidenzia come, nei primi nove mesi del 2007, rispetto al 2006, le spese correnti dello Stato calano in valore assoluto di 9,3 miliardi di euro, pur in presenza di un aumento della spesa per interessi. Noi, quindi, riduciamo le spese.
Le norme contenute nella legge finanziaria per il 2007 cominciano ad avere effetto. In 16-18 mesi di Governo le soluzioni e le norme approvate incominciano a dimostrarsi efficaci e, ovviamente, devono essere attuate. Vi è anche qualche ritardo e non voglio nascondere qualche responsabilità. Si è fatto riferimento, ad esempio, all'uso dei cosiddetti fondi dormienti, i quali sono diventati oggetto di discussione a seguito dell'emendamento del senatore Rossi volto a raddoppiare i famosi 150 euro da destinare agli incapienti. Il Governo ha approvato il regolamento per fare in modo che gli istituti bancari incomincino a portare alla luce i fondi dormienti. La quantificazione esatta non è disponibile, per cui non sono stati utilizzati, ma sappiamo anche che vi è una legge approvata nella passata legislatura, ai sensi della quale quei fondi hanno una prioritaria destinazione verso il ristoro del danno subito dai tanti risparmiatori che avevano acquistato bond argentini, della Parmalat, della Cirio e quant'altro. Si tratta di una storia che, in quest'Aula, è stata più volte raccontata.
Quali sono gli interventi che abbiamo previsto? Gli interventi previsti per l'ANAS, per le ferrovie, per le metropolitane di Milano, di Roma, di Napoli e per il settore casa sono finalizzati allo sviluppo. Credo che tutto ciò faccia parte di una politica per lo sviluppo e per la crescita dell'economia del nostro Paese.
L'onorevole Crosetto ha svolto un ottimo intervento riferendosi al mutato scenario internazionale. I conti, infatti, ormai si fanno, come diceva quella parte dell'intervento di Crosetto (che condivido perfettamente), tenendo conto che la competitivitàPag. 78è tra i sistemi. Ci si deve preoccupare non solo di incoraggiare le nostre imprese ad andare in India o in Cina - cosa che pur devono fare, in quanto la internazionalizzazione delle imprese è un aspetto positivo e non negativo - ma anche di attrarre investitori seri nel nostro Paese, così che il sistema Paese possa competere.
Abbiamo effettuato questa scelta, e non dimentichiamo che dal luglio scorso, da un lato, con il decreto Bersani e, dall'altro, con la legge finanziaria, abbiamo guardato prioritariamente alle imprese con la riduzione del cuneo fiscale diventata operativa.
Lo stiamo facendo con la legge finanziaria - che mi auguro venga licenziata in Senato ad horas o «ad minutos» - per quanto riguarda non soltanto la grande impresa, ma anche la piccola impresa (attraverso il riordino dell'IRES, che viene ridotta dal 33 al 27,5 per cento, e una leggera riduzione dell'IRAP); per quanto riguarda gli artigiani, i lavoratori autonomi, i professionisti e così via, attraverso la forfettizzazione al 20 per cento per le fasce più piccole. Sono interessati circa 900 mila lavoratori autonomi: penso al piccolo artigiano e al piccolo commerciante del piccolo paese della Puglia o della mia Basilicata, che certamente vedranno eliminate tutte le incombenze di tipo burocratico e pagheranno forfettariamente il 20 per cento.
Si tratta di una scelta di riduzione dell'imposizione fiscale. Altro che Governo delle tasse! Stiamo riducendo seriamente le imposte a carico delle famiglie italiane! Lo abbiamo fatto ora (nei confronti dei lavoratori autonomi «minimi») e lo facciamo nella legge finanziaria in discussione, con la riduzione dell'ICI (che riguarda tutte le famiglie italiane, tranne quelle proprietarie di immobili rientranti nella cosiddetta categoria A/1), e così via.
Ritengo che una lettura onesta anche del testo del decreto-legge in discussione debba portare alla condivisione, al di là delle posizioni politiche che, oggettivamente, possono determinare una valutazione diversa: occorre che ognuno di noi faccia i conti con i dati.
E i dati dell'attività economica e politica di questo Governo sono più che positivi. Essi sono stati ricordati dal relatore nella sua replica: abbiamo ridotto la spesa corrente, come sostiene il Governatore della Banca d'Italia nel suo bollettino; dal luglio 2006 a tutto il 2007 le entrate sono aumentate di 23 miliardi. Questi sono i dati: il debito pubblico comincia leggermente a scendere e ci auguriamo che l'inflazione si mantenga su questi livelli. Vi sono, pertanto, situazioni che non sempre dipendono dalle politiche nazionali: ciò che è avvenuto e sta avvenendo a livello mondiale per l'aumento del prezzo del petrolio e la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti d'America sono eventi che producono oggettivamente un riverbero sull'export e sulle economie italiana ed europea. Ritengo che, in tale scenario, la politica economica del Governo sia efficace: la proseguiremo con grande tenacia e, mi auguro, sempre con il sostegno non solo della maggioranza, ma dell'intero Parlamento e, soprattutto, dell'intero Paese.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.