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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3194-A)
PRESIDENTE. Il deputato Pedrini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/113.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/3194/113 è riferito all'articolo 26-ter e riguarda il problema dell'acqua, della sua privatizzazione, o meglio dell'auspicio della non privatizzazione.
Il problema della regolamentazione attuale, riceve indicazioni e proteste da parte del territorio. In alcuni ambiti territoriali ottimali (ATO) senza certezza di investimenti relativi alle strutture dei nostri acquedotti, si assisterebbe ad aumenti che vanno dal 100 per cento, fino addirittura al 300 per cento delle tariffe, colpendo in maniera impietosa le persone più povere, i pensionati e le pensioniPag. 33minime, che non trovano la capacità di sopportare una simile ingiustizia, lesiva dei diritti naturali e sostanziali della vita umana.
Il mercato finanziario attuale indica di scommettere sui mercati dell'«oro blu» e i titoli relativi alla distribuzione dell'acqua, sono saliti dal 30 al 94 per cento. Senza considerare i mercati finanziari, basta vedere quello che succede da noi: in alcuni aeroporti italiani, mezzo litro d'acqua - un diritto naturale - costa quanto un litro di benzina. Ricordo che questo è quello che accade in tutto il mondo: in Canada, il 76 per cento della popolazione canadese si è espressa contraria alla privatizzazione dell'acqua. La Bolivia si è mobilitata, giungendo ad un referendum popolare e alla modifica della Costituzione per il mantenimento del regime pubblicistico dell'acqua. Ma potrei parlare anche della Netherlands water law: in Olanda, all'inizio del 2004, con le iniziative del Ministero per l'ambiente, si sono introdotte norme per prevenire processi di privatizzazione che lasciassero nelle mani dei privati la fornitura di acqua, basando questa scelta proprio sulle norme che regolano la vita dei Paesi dell'Unione europea. Ma è di pochi giorni fa, la notizia (riportata da un autorevole giornale italiano) che il sindaco di Parigi, il 5 novembre, ha annunciato alla stampa che nel 2008 l'intero ciclo dell'acqua della metropoli parigina sarà nuovamente sottoposto a regime pubblicistico.
Ci troviamo di fronte ad una situazione le cui stime dicono che fino al 2020 miliardi di persone saranno senz'acqua; un miliardo e 400 milioni non hanno acqua potabile a sufficienza; 2 miliardi e mezzo non dispongono di impianti fognari; 800 milioni non hanno ancora i rubinetti dell'acqua, decine e decine di milioni, in prevalenza bambini, ogni anno muoiono per malattie, per l'impossibilità di accesso all'acqua o per l'igiene scadente o per malattie causate direttamente o indirettamente dal consumo dell'acqua. A ciò si aggiunge la stima secondo la quale entro 15 o 20 anni l'85 per cento dei nostri acquedotti sarà in mano straniera. Pertanto, mi domando se non sia il caso di intervenire per impedire che vi sia una speculazione disumana sui diritti umani, in quanto i processi di privatizzazione mettono addirittura a rischio la sicurezza umana (pensate quale potrebbe essere il problema della sicurezza nei nostri acquedotti in questo particolare momento).
Per tali ragioni, si chiede al Governo di impegnarsi per far sì che la gestione delle risorse idriche sia comunque controllata dalle amministrazioni pubbliche, considerando che - come riportano alcuni giornali - anche le società quotate a partecipazione pubblica non sono certamente migliori di quelle pubbliche in termini di efficienza.
In presenza di tale situazione si chiede che la gestione dell'acqua sia sottoposta a regime pubblicistico, e ciò deve avvenire non solo per i prossimi mesi. Occorre un intervento che fornisca la certezza matematica e la garanzia della disponibilità dei nostri acquedotti in mani pubbliche.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Lovelli: s'intende che abbia rinunziato ad illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/164.
L'onorevole Rotondo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/94.
ANTONIO ROTONDO. Signor presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/3194/94, sottoscritto anche da alcuni deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo.
Con tale ordine del giorno si affronta una questione annosa e molto complessa: la stipula di transazioni con i soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue o emoderivati infetti o che abbiano subito vaccinazioni che hanno procurato loro dei danni. Con il decreto-legge in discussione, per la prima volta, viene affrontata in maniera seria una questione così complessa. Si tratta di una risposta certamente parziale perché il problema è, lo ripeto, complesso e presenta una particolare vastità. Tuttavia, si tratta comunque di unaPag. 34risposta seria perché si riescono a stanziare fondi per tutti quei soggetti che abbiano subito danni a causa di trasfusioni o altre pratiche mediche.
Tale problematica è stata affrontata anche negli anni scorsi, sebbene in maniera molto parziale (riguardava soltanto alcuni soggetti danneggiati). Inoltre, i fondi messi a disposizione erano stati pochi. Tra l'altro, nell'uso di quei fondi è stata compiuta un'operazione, che definirei poco trasparente, in quanto ha fatto registrare il coinvolgimento di studi legali vicini agli uomini del Governo di quel tempo e il trasferimento di fondi all'estero.
Ora, per la prima volta, lo ripeto, questa tematica viene affrontata in maniera seria. Il decreto-legge in esame stanzia a tale riguardo 150 milioni di euro per l'anno 2007 e la legge finanziaria, almeno nella versione approvata dal Senato, ne prevede 180 milioni per il 2008. Si tratta, come dicevo, di una risposta parziale, in quanto, in base ad un calcolo veloce e rapido, mediante tali fondi si riescono a stipulare transazioni solo con 800 soggetti. Ricordo che, ad esempio, soli i talassemici, che vivono il dramma delle patologie legate alla trasfusione di sangue infetto, sono più di 2 mila.
Con questo ordine del giorno si vuole impegnare il Governo affinché, anche in questa sede, fornisca una risposta, la più completa possibile, con i prossimi provvedimenti legislativi in campo: a partire dalla finanziaria che verrà discussa nei prossimi giorni da questa Assemblea.
Ritengo sia un compito doveroso del legislatore risolvere tale questione, la quale si trascina da troppo tempo e riguarda soggetti che vivono un dramma. Infatti, le patologie legate a tali pratiche sono gravi, arrecano danni enormi e possono portare anche alla morte.
PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/15.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno n. 9/3194/15 si vuole impegnare il Governo - voglio ricordarlo all'Assemblea - ad estendere il risarcimento, previsto per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni - misura già prevista da questo decreto-legge che si somma ad un altro intervento inserito nel disegno di legge finanziaria, così come approvato dal Senato - anche a favore delle persone affette da amelia, emimelia, focomelia e macromelia. Si tratta di malformazioni, di danneggiamenti a livello fetale causati dall'assunzione da parte delle madri di un farmaco prodotto negli anni Sessanta - il talidomide - il quale ha provocato la nascita di molti bambini focomelici in Europa.
Tutti gli Stati europei hanno risarcito i danneggiati da questo farmaco: l'Italia è l'unica che non l'ha fatto! Farlo non sarebbe un aggravio particolarmente pesante perché nel nostro Paese ci sono circa 150 persone affette da queste malformazioni, in parte totalmente invalide e in parte no. Non sarebbe, lo ripeto, un aggravio pesante per i conti pubblici.
Si tratta di persone che oggi hanno una cinquantina d'anni, le cui famiglie hanno sopportato per loro molti costi. Credo, quindi, sia giusto concedere anche ad essi un riconoscimento per i danni che hanno subito.
PRESIDENTE. La deputata Mura ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/14.
SILVANA MURA. Signor Presidente, esiste il pericolo reale che dopo tutto il dibattito che si è svolto sui costi della politica la montagna partorisca un topolino. Mi riferisco, in particolare, alla proposta del Governo, che responsabilmente aveva assunto l'impegno di ridurre del 7 per cento i contributi a favore del sostegno pubblico all'editoria. Non si capisce il perché, ma durante l'esame al Senato il testo originario del decreto-legge, nel quale si sosteneva la riduzione del 7 per cento, è poi stato modificato, prevedendo una diminuzione solo del 2 per cento.
Con quest'ordine del giorno intendiamo riportare la riduzione al 7 per cento, chePag. 35rappresenterebbe, quanto meno, un segnale concreto della volontà di questo Parlamento di ridurre i costi della politica. D'altra parte, il gruppo dell'Italia dei Valori si è battuto al riguardo già dall'inizio della legislatura, quando ancora nessuno voleva affrontare questi temi, perché ce lo imponeva il buonsenso e perché ci veniva chiesto dall'opinione pubblica, tanto di destra quanto di sinistra.
È inutile ripetere in questa occasione che il sistema politico italiano è arrivato a un livello di spreco di risorse pubbliche non più tollerabile e, scandalo dello scandalo, voglio citare proprio il finanziamento pubblico ai fogli di partito, nati e tenuti in vita solo per mungere i soldi dello Stato.
Ricordo anche che per ottenere queste risorse ogni parlamentare, associandosi ad un altro, poteva diventare, addirittura, il padrino di un'operazione di finanziamento nei confronti del giornale preferito. Tutto questo scandalo deve finire al più presto con una riforma seria del sostegno pubblico all'editoria, specie quella di partito.
Come primo provvedimento di questo risanamento, ribadiamo la necessità di riportare la riduzione dei contributi a favore del sostegno pubblico all'editoria di partito al 7 per cento, così come il Governo peraltro aveva già proposto, con la prossima legge finanziaria.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/121.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente anche noi della Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI avremmo voluto discutere attraverso l'esame degli emendamenti quanto sto illustrando in quest'ordine del giorno a mia prima firma.
Sto parlando di contributi relativi ai dipartimenti dell'informazione e dell'editoria, che stanno provvedendo a trattenere i conguagli relativi all'esercizio 2002.
Ciò avviene in applicazione di una norma di legge che non appare dotata di caratteri di sistematicità: i contributi verrebbero liquidati per l'editoria per gli esercizi 2002, 2004 e 2005 sulla base della media dei costi, mentre per il solo esercizio 2003 sulla base dei costi dell'esercizio delle imprese editrici. Si tratta di un disegno di legge presentato a quel tempo dall'onorevole Bonaiuti.
Detta situazione per noi, gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, non risponde ad alcuna ratio, perché crea dei problemi serissimi di sopravvivenza per numerose imprese editrici: ricordo che tutti questi giornali hanno già avuto depositate da società di certificazione le attestazioni di regolarità. Se si dovessero retroattivamente - unico caso al mondo - trattenere ai giornali, per l'esercizio 2008, i costi non ritenuti finanziabili, ci troveremmo diversi giornali, quasi tutti i giornali dei gruppi, quasi tutti giornali di partito, con dei falsi in bilancio, perché negli esercizi 2002, 2004 e 2005 non si poteva prevedere una legge del 2006 che retroattivamente portasse ad adottare iniziative diverse da quelle in essere in quel momento.
Chiediamo quindi, con questo ordine del giorno, di adottare ulteriori iniziative volte a rideterminare, nell'esercizio finanziario 2008, i contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, relativi agli esercizi 2002, 2004 e 2005 sulla base dei costi di esercizio, e a non provvedere ad eventuali recuperi di somme laddove vi fossero differenze a carico delle imprese editrici. Se il Governo non facesse ciò, porterebbe alla chiusura di diverse piccole testate giornalistiche, sempre a favore di quelle più grandi.
Questo è quanto noi avevamo intenzione di inserire in un emendamento: non l'abbiamo potuto fare, quindi abbiamo presentato un ordine del giorno di analogo contenuto che chiediamo al Governo, vista la serietà del contenuto e la responsabilità che ci dovremo tutti quanti assumere, di accogliere. Un po' tutti i giornali di partito ed altri, che attingono a finanziamenti pubblici, si trovano in questa strana situazione relativamente ai bilanci degli esercizi 2002, 2004 e 2005 i quali, come detto, sono stati certificati da società di certificazione. Quei bilanci, se tale problematicaPag. 36non venisse risolta, diverrebbero non veritieri, falsi, con ripercussioni anche di natura penale...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. ...nei confronti di giornali che portano l'informazione dei gruppi e dei partiti.
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/139.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, spero che il Governo voglia accogliere questo ordine del giorno.
L'Italia è uno strano Paese: tardivamente riconosce il diritto al risarcimento dei danni subiti da coloro che vengono contagiati a causa di trasfusioni, vaccinazioni o epatiti post-trasfusionali. Cosa decide il legislatore? Che solo coloro per i quali si accerti entro tre anni il danno subito vengono risarciti, mentre tutti coloro per i quali l'accertamento si verifica dopo i tre anni non vengono più risarciti.
Però, onorevoli colleghi, vi sono infezioni a causa di trasfusioni per accertare le quali gli stessi medici hanno bisogno di tempi lunghissimi. Non solo: possono passare anni prima che lo stesso contagiato chieda che si verifichi se il suo male (magari l'essere claudicante o l'avere danni alla spina dorsale) dipenda da una vaccinazione, poiché una persona può non pensare che, ad esempio, il fatto che non riesce a camminare derivi da una trasfusione. Con questo ordine del giorno, dunque, si invita il Governo a ripensare il termine perentorio di tre anni e a definire pertanto una nuova proposta. Si deve accertare se il danno alla persona sia derivato da una trasfusione o da una vaccinazione oppure no: ma, nel caso in cui sia derivato da tali eventi non vi devono essere limiti nell'accertamento, proprio perché il malanno e le sue conseguenze non colpiscono in una sola forma, ma possono colpire nelle maniere più complesse, e dunque prima che l'ammalato e i medici che lo hanno in cura accertino che il malanno deriva da una trasfusione possono passare anni ed anni. Mi auguro quindi che il Governo voglia ripensare tale termine ed eventualmente richiedere una delega per stabilire sia tempi diversi sia il modo secondo cui i danni vadano accertati: mi pare dunque che si tratti di un ordine del giorno di grande buon senso. Peraltro, non è un emendamento, né una legge: è un ordine del giorno, e serve affinché il Governo si concentri nuovamente su questo problema, che ha rovinato la vita a migliaia di persone e alle loro famiglie.
PRESIDENTE. L'onorevole Minardo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/144.
RICCARDO MINARDO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/3194/144 attiene ad una questione che è affrontata dall'articolo 26 del decreto-legge al nostro esame. Tale articolo prevede l'istituzione di una serie di parchi nazionali, fra i quali anche il Parco degli Iblei. Ciò ha creato allarmismo sul territorio, in particolare fra gli operatori del settore agricolo. Considerato infatti che il territorio ibleo presenta una vocazione prettamente agricola, l'istituzione di un parco ha dato agli agricoltori il segnale che si vuole impedire lo svolgimento delle loro attività nelle aziende agricole. L'ordine del giorno che abbiamo presentato impegna dunque il Governo ad evitare che l'istituzione del Parco degli Iblei possa costituire per il territorio solo ed esclusivamente imposizione di vincoli.
Siccome il Governo può sicuramente assicurare tale possibilità - considerato che l'unico strumento a nostra disposizione è quello dell'ordine del giorno di indirizzo al Governo, dal momento che è stata posta la questione di fiducia sul provvedimento in esame - chiediamo che vi sia un impegno affinché quando si parla di istituzione del Parco degli Iblei si faccia riferimento ai vincoli comunque già esistenti con i piani agroforestali; chiediamo, cioè, un impegno a rispettare, comunque, i vincoli del piano regolatore generale deiPag. 37vari comuni del territorio ibleo e ad evitare, quindi, l'istituzione o l'imposizione di nuovi vincoli che possano bloccare l'attività agricola e zootecnica nel territorio ibleo. Chiediamo pertanto al Governo che possa realizzarsi una sinergia tra tutti i soggetti interessati all'istituzione del Parco degli Iblei, la quale non si risolva in una delimitazione solo sulla carta, suscettibile di penalizzare fortemente lo sviluppo del territorio. Per tale ragione, domandiamo l'accoglimento del mio ordine del giorno n. 9/3194/144 per portare, quantomeno, un po' di serenità e di tranquillità ai lavoratori ed agli imprenditori agricoli del territorio suddetto.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti della scuola alberghiera Dea Persefone, di Locri, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Il deputato Mazzaracchio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/140.
SALVATORE MAZZARACCHIO. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/3194/140 è rivolto ad impegnare il Governo a rivedere la normativa che regola la nomina dei direttori generali delle ASL, logicamente con particolare riferimento ai titoli accademici ed alle esperienze maturate (ed in alcuni settori). Tutti ci dovremmo rendere conto, infatti, che la gestione di una massa enorme di risorse finanziarie - che costituisce l'80 per cento dei bilanci regionali - finisce, in definitiva, nelle mani dei direttori generali. Credo, quindi, che tutti ci rendiamo conto dell'importanza di una maggiore attenzione nella scelta dei nomi e dei professionisti che hanno maturato in alcuni settori importanti dell'economia i requisiti - pratici, oltre che accademici - per guidare un'azienda sanitaria.
PRESIDENTE. Il deputato Di Virgilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/141.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3194/141 relativo all'indennizzo ai cittadini danneggiati da trasfusioni, vaccinazioni o emoderivati. Mi fa piacere che altri colleghi siano intervenuti su tale argomento, perché ciò indica l'esistenza di una sensibilità comune, ma anche il fatto che tale problema è ancora irrisolto. La legge n. 210 del 1992 (si tratta di una misura, dunque, risalente addirittura al 1992!) aveva già riconosciuto il diritto ad un indennizzo mensile per i cittadini che avevano subito lesioni da emotrasfusioni e vaccinazioni, mentre nel 2005 è stata approvata la legge n. 229, che aveva esteso ed aumentato tale indennizzo, ma solo ai danneggiati da vaccino: sono pertanto rimasti esclusi, pur avendone diritto, i talassemici e i trasfusi occasionali, cioè circa 2 mila persone. Non è questo il modo di venire incontro a persone che involontariamente si sono sottoposte, per necessità legate alla loro salute, a tali terapie e che, invece di recuperare la salute, addirittura sono state danneggiate in modo grave (talora si è addirittura registrata la morte di alcuni pazienti). Quanto è stato fatto nel passato rappresenta solo «pezze» apposte per risolvere tale problema, così come il collegato alla manovra finanziaria al nostro esame e lo stesso disegno di legge finanziaria mettono ulteriori «toppe», senza risolvere fino in fondo il problema.
Se si distribuiscono i 150 milioni di euro previsti dall'articolo 33 del provvedimento collegato al disegno di legge finanziaria e i 180 milioni di euro indicati nel disegno di legge finanziaria da un emendamento approvato al Senato su proposta del senatore Cursi e dell'opposizione, non risolviamo il problema. Nell'ambito del Ministero della salute erano state svolte trattative con i rappresentanti dei menzionati cittadini, così gravemente danneggiati. Si era trovato un accordo inteso a distribuire tutto il necessario, ossia un miliardo 800 milioni di euro, nell'arco di dieci anni. I cittadini avevano accettato un pagamento dilazionato in un così lungo periodo, ben comprendendo le difficoltà economiche che il nostro Paese attraversa. Ebbene, cosa fa il Governo? Propone unaPag. 38«toppa» momentanea, pari a 150 milioni di euro. Si tratta di una misura veramente irrisoria con cui si risarcisce, in modo esiguo, una quota minima dei soggetti danneggiati e già nel mio intervento nella discussione sulle linee generali, il sottosegretario Lettieri, che è persona sensibile, aveva compreso tale problema.
Con l'ordine del giorno in esame chiediamo che si torni alla primitiva formulazione, consistente in un piano decennale, e che il Governo si impegni, sin da ora, a stanziare, anno per anno, 150 milioni di euro per una durata complessiva pari a dieci anni e 180 milioni per altrettanti dieci anni, ma non solo. Come è stato rilevato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, si rende opportuna la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di indennizzo, come previsto dalla legge n. 210 del 1992, perché chi è stato danneggiato ed è riuscito a dimostrare il nesso di causalità tra il danno e la trasfusione o l'emoderivato infetto ha diritto, comunque, ad un risarcimento, indipendentemente dall'indicazione di una data. Non si può indennizzare chi è venuto a conoscenza del problema in un primo momento e non indennizzare chi ha scoperto o dimostrato dopo tale nesso di causalità. Ritengo che il Governo non possa non recepire la mia istanza, come quella di altri soggetti e di altri colleghi a favore di tale importante categoria di cittadini che da anni sopportano un'inutile attesa e conservano una speranza che non possiamo assolutamente rimuovere.
PRESIDENTE. L'onorevole Brusco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3194/64.
FRANCESCO BRUSCO. Signor Presidente, con l'ordine del giorno in esame ho inteso segnalare l'assenza di fondi da destinare al completamento della metanizzazione nel Mezzogiorno. Sono oltre 250 i comuni, ad oggi, esclusi dal beneficio di una legge ormai risalente nel tempo, la n. 784 del 1980. Di tali comuni ben 90 appartengono alla provincia di Salerno e 80 ricadono nel parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Pertanto, rivolgo un appello al Governo, tramite il sottosegretario Lettieri, parlamentare sensibile ed attento al suo ed al nostro territorio, perché si rimuova una così grave disattenzione, accogliendo completamente il contenuto dell'ordine del giorno n. 9/3194/64 di cui sono cofirmatario, individuando adeguate risorse per il completamento della metanizzazione del Mezzogiorno.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Leone?
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei intervenire per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3194/102. Ero compreso tra coloro che avevano chiesto di parlare, ma purtroppo ero assente quando lei mi ha chiamato.
PRESIDENTE. Onorevole Leone, è vero: lei è stato chiamato, ma era assente.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, purtroppo ero assente. Le chiedo la cortesia di darmi comunque la parola. La mia illustrazione non durerà più di due o tre minuti.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Leone. Le chiedo, tuttavia, uno sforzo di sintesi.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ribadisco che il mio intervento sarà breve.
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, l'ordine del giorno n. 9/3194/102 chiede al Governo un intervento in merito ad un problema che presenta una certa rilevanza, da un punto di vista sia costituzionale sia politico. È sotto gli occhi di tutti ciò che sta accadendo nelle cosiddette aree di confine. Vi è una serie di comuni confinanti con enti omologhi appartenenti ad una regione a statuto speciale che, in conseguenza della loro appartenenza a tali regioni, godono di prebende e di una linea preferenziale inPag. 39ordine ad una serie di servizi e di opere pubbliche e che, nel complesso, hanno una migliore qualità della vita. Detti comuni confinanti con regioni a statuto speciale chiedono - a mio avviso inopinatamente - tramite referendum, nonché con altre azioni e dichiarazioni, di cambiare regione.
Infatti, si cambia per passare in una regione che ha la possibilità di fornire ai comuni interessati una serie di prebende che altrimenti tali comuni non avrebbero, ma attraverso lo strumento del referendum viene minata la geografia di alcuni nostri territori. Il Governo ha preso atto del fenomeno, tanto è vero che ha istituito un Fondo per le cosiddette aree di confine il cui ammontare, per la verità, in un primo momento era piuttosto esiguo e che successivamente è stato incrementato. Proprio sul punto si è svolta un'ampia discussione al Senato.
Il mio ordine del giorno n. 9/3194/102 è quasi una provocazione: chiede al Governo se non sia il caso di far fruire alle cosiddette aree di confine non solo quanto lo Stato, attraverso l'istituzione del Fondo, potrà loro trasferire, ma anche ed eventualmente risorse già trasferite alle regioni a statuto speciale. Attingendo anche a tale Fondo non si graverebbe più unicamente sulle tasche dello Stato, ma anche su regioni che già usufruiscono di trasferimenti che altre non hanno. Mi si potrà obiettare che si tratta di un problema di natura costituzionale e di un problema politico rilevantissimo. Tuttavia, attraverso il mio ordine del giorno, vorremmo conoscere l'opinione del Governo, non omettendo di ricordare - concludo, signor Presidente - che attraverso il sistema del Fondo, paradossalmente, potrebbe crearsi una serie di interventi a catena. Dovrete poi dirmi se ciò non sia possibile. Infatti, il comune che confina con la regione a statuto speciale è adiacente anche ad un altro (a nord, a sud, ad est o ad ovest) che potrebbe, nel momento in cui tali Fondi siano erogati, dichiarare di essere confinante con chi, già confinante, usufruisce di prebende destinate alle regioni a statuto speciale. Sembra un paradosso, ma si può innescare una reazione a catena anche per quei comuni che non si trovano a confine diretto con una regione a statuto speciale, ma che vi confinano indirettamente, attraverso il riconoscimento di prebende a comuni direttamente confinanti.
Per questo motivo chiedo al Governo di conoscere l'orientamento sul mio ordine del giorno n. 9/3194/102 e chiedo che esso venga accettato anche per iniziare una discussione (di riforma costituzionale ovvero di natura politica legata anche ad una eventuale normativa di sostegno). Vorremmo che il Governo, una volta per tutte, fosse chiaro su questa vicenda che, ormai, sta appassionando tutti gli italiani e non solo i comuni che confinano con le regioni a statuto speciale. La ringrazio, signor Presidente, per avermi dato la parola.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare che desidero sottoscrivere l'ordine del giorno Misuraca n. 9/3194/4, che chiede l'istituzione del Parco nazionale geo-minerario storico e ambientale delle zolfare di Sicilia, con riferimento al quale sono state presentate alcune proposte di legge (di cui una a mia firma) e per sollecitare il Governo all'accoglimento dello stesso.
PRESIDENTE. Ricordo che sono stati ritirati dai presentatori gli ordini del giorno Quartiani n. 9/3194/130 e Giuditta n. 9/3194/154.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
Chiedo attenzione ai banchi del Governo. Onorevole Lettieri, la sto invitando ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, prima di fornire in formaPag. 40sintetica il parere del Governo su ciascun ordine del giorno presentato, ritengo opportuno, anzi necessario, far presente che il parere contrario del Governo in molti casi è motivato o dal tenore delle premesse, di forte critica all'operato del Governo o dalla inconsistenza strumentale del dispositivo.
Mi riferisco agli ordini del giorno in cui si intende impegnare il Governo a compiere azioni o intraprendere politiche che il Governo stesso sta già perseguendo, oppure ai casi in cui l'indicazione degli obiettivi, anche se condivisibile, è prospettata prescindendo totalmente dal quadro della finanza pubblica, che siamo tutti chiamati a rispettare. Inoltre, molti ordini del giorno fanno riferimento a materie non comprese nel provvedimento e si pretenderebbe di impegnare l'Esecutivo su tutto, il che non è ovviamente possibile, al di là dei nostri singoli desideri. Questo è quanto ritengo di dover affermare.
Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Saglia n. 9/3194/1, accetta l'ordine del giorno Rusconi n. 9/3194/2, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Samperi n. 9/3194/3 e accetta l'ordine del giorno Misuraca n. 9/3194/4.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Leo n. 9/3194/5, accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/3194/6 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Poretti n. 9/3194/7 e Mellano n. 9/3194/8.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cacciari n. 9/3194/11, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sperandio n. 9/3194/12 e accetta l'ordine del giorno Forgione n. 9/3194/13, mentre invita al ritiro i presentatori dell'ordine del giorno Mura n. 9/3194/14.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/3194/15, nonché l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/3194/16, a patto che venga riformulato nel senso di eliminare il riferimento alla specifica dotazione finanziaria di 30 milioni di euro.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Donadi n. 9/3194/17, accetta l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/3194/18 e, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Adornato n. 9/3194/19.
Signor Presidente, faccio una dichiarazione che riguarda più ordini del giorno. Le premesse degli ordini del giorno contenenti giudizi politici nei confronti del Governo, ovviamente negativi, da parte dell'opposizione, non sono ovviamente accolte. Viceversa, possiamo accettare alcuni dispositivi.
PRESIDENTE. Lo deve precisare volta per volta, non può fare una dichiarazione complessiva su questo punto.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Gioacchino Alfano n. 9/3194/20, Aprea n. 9/3194/21, Armosino n. 9/3194/22, Azzolini n. 9/3194/23 e Baiamonte n. 9/3194/24, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Baldelli n. 9/3194/25 e non accetta gli ordini del giorno Bernardo n. 9/3194/26, Bertolini n. 9/3194/27, Biancofiore n. 9/3194/28 e Boscetto n. 9/3194/29.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brancher n. 9/3194/30, non accetta l'ordine del giorno Campa n. 9/3194/31, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Carlucci n. 9/3194/32 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/3194/33.
PRESIDENTE. Complessivamente o limitatamente al dispositivo?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. La prego di dirlo, grazie.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cicu n. 9/3194/34, accetta l'ordine del giorno Costa n. 9/3194/35 e accoglie come raccomandazionePag. 41l'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36, con riformulazione del dispositivo, nel senso di sopprimere l'avverbio «integralmente».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fabbri n. 9/3194/37, accetta l'ordine del giorno Fallica n. 9/3194/38, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/3194/39 e l'ordine del giorno Floresta n. 9/3194/40, sempre limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Lo deve precisare volta per volta.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo scusa, signor Presidente. Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/3194/39 e accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Floresta n. 9/3194/40.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garagnani n. 9/3194/41; non accetta l'ordine del giorno Gardini n. 9/3194/42, perché esso riguarda una materia che è già stata considerata dal Governo nella legge finanziaria, in discussione alla Camera.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Germanà n. 9/3194/43 e accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Giacomoni n. 9/3194/44; non accetta l'ordine del giorno Jannone n. 9/3194/45, così come l'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/3194/46; l'ordine del giorno Ravetto n. 9/3194/47, invece, è accolto come raccomandazione, espungendo le premesse...
PRESIDENTE. Può ripetere il parere sull'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/3194/46?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/3194/46; accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Ravetto n. 9/3194/47.
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Romele n. 9/3194/48; tuttavia, accettandolo come raccomandazione, occorre togliere il riferimento alla premessa...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Romele n. 9/3194/48 è accettato oppure è accolto come raccomandazione?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Romele n. 9/3194/48 il dispositivo è accettato, mentre il parere è contrario alle premesse; il dispositivo deve essere riformulato, laddove fa riferimento alle premesse.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/3194/49; accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Rosso n. 9/3194/50; non accetta gli ordini del giorno Santelli n. 9/3194/51, Santori n. 9/3194/52, Scajola n. 9/3194/53 e Stagno D'Alcontres n. 9/3194/54.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Stradella n. 9/3194/55, limitatamente al dispositivo.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Tortoli n. 9/3194/56, Uggè n. 9/3194/57, Verdini n. 9/3194/58, Vitali n. 9/3194/59, Elio Vito n. 9/3194/60, Zanetta n. 9/3194/61 e Paroli n. 9/3194/62, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giudice n. 9/3194/63, limitatamente al dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Brusco n. 9/3194/64, limitatamente al dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Bruno n. 9/3194/65 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Franzoso n. 9/3194/66. Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Lazzari n. 9/3194/67 e Fratta Pasini n. 9/3194/68, mentre non accetta gli ordini del giorno Angelino Alfano n. 9/3194/69, Zorzato n. 9/3194/70, Lainati n. 9/3194/71 e Lenna n. 9/3194/72.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordinePag. 42del giorno Licastro Scardino n. 9/3194/73, mentre non accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/3194/74. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Marras n. 9/3194/75 ed invita il proponente a sottoscrivere l'ordine del giorno Vacca n. 9/3194/155, in quanto la problematica sembra essere la stessa. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/3194/76, mentre accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Di Centa n. 9/3194/77.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Fasolino n. 9/3194/78, Fedele n. 9/3194/79, Gregorio Fontana n. 9/3194/80, La Loggia n. 9/3194/81 e Laurini n. 9/3194/82. Il Governo formula un invito al ritiro, e subordinatamente esprime parere contrario, sull'ordine del giorno Milanato n. 9/3194/83, mentre non accetta gli ordini del giorno Nan n. 9/3194/84, Palmieri n. 9/3194/85, Palumbo n. 9/3194/86, Pelino n. 9/3194/87, Mario Pepe n. 9/3194/88 e Pescante n. 9/3194/89.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Attili 9/3194/90, così come accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cialente n. 9/3194/91. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Maderloni n. 9/3194/92, mentre accetta l'ordine del giorno Pettinari n. 9/3194/93, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire le parole « ad adottare» con le parole «a valutare la possibilità di adottare».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rotondo n. 9/3194/94, mentre formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Sasso n. 9/3194/95 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Buffo n. 9/3194/96.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno D'Antona n. 9/3194/97, in quanto tale strumento appare volto a modificare il testo del decreto, mentre accetta l'ordine del giorno Aurisicchio n. 9/3194/98, a condizione che venga riformulato espungendo il riferimento all'anno 2007. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/3194/99.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zanotti n. 9/3194/100, a condizione che venga riformulato nel dispositivo, sostituendo le parole: «le opportune iniziative per prevedere forme di gratuità» con le seguenti: «provvedimenti atti a garantire forme di contributo per l'acquisto» (ad esempio, l'acquisto parziale).
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Marchi n. 9/3194/101, a condizione che venga riformulato, al secondo punto del dispositivo, sostituendo le parole: «e sostenere» con le seguenti: «la possibilità di adottare».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102, mentre accetta l'ordine del giorno Galletti n. 9/3194/103, a condizione che venga riformulato nel dispositivo, sostituendo le parole: «entro la fine dell'anno 2007 la disciplina di cui al comma 1 dell'articolo 44 del provvedimento in esame» con le seguenti: «una disciplina organica in materia».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Formisano n. 9/3194/104, mentre per quanto riguarda l'ordine del giorno Peretti n. 9/3194/105 mi è stato informalmente comunicato che sarebbe stato unificato con altri ordini del giorno.
PRESIDENTE. Lei deve comunque esprimere il parere.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Allo stato, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Peretti n. 9/3194/105.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Perugia n. 9/3194/106, Antinucci n. 9/3194/107, Turci n. 9/3194/108 e Di Gioia n. 9/3194/109, a condizione che quest'ultimo venga riformulato sostituendo nel dispositivo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Crema n. 9/3194/110 e accetta l'ordine del giorno Buemi n. 9/3194/111, a condizione che venga riformulato sopprimendo l'ultimo capoverso del dispositivo.Pag. 43
Il Governo accetta l'ordine del giorno Foti n. 9/3194/112, mentre formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Pedrini n. 9/3194/113, e subordinatamente esprime parere contrario.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Astore n. 9/3194/114, mentre non accetta gli ordini del giorno Porfidia n. 9/3194/115 e Moroni n. 9/3194/116.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Migliori n. 9/3194/117 a condizione che si espunga il riferimento alla cifra di 30 milioni di euro e che il dispositivo venga riformulato nei seguenti termini: «a valutare l'opportunità di utilizzare parte delle somme in previsione per la realizzazione del nuovo Polo musicale fiorentino» (quindi, senza stabilire alcuna cifra).
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/3194/118 a condizione che si espunga il riferimento al termine del 31 dicembre 2007.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno La Russa n. 9/3194/119, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/3194/120.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/3194/121.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Catone n. 9/3194/122 e accetta l'ordine del giorno Zeller n.9/3194/123.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brugger n. 9/3194/124; accoglie, altresì, come raccomandazione l'ordine del giorno Verro n. 9/3194/125 a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare» con le seguenti «a valutare la possibilità di adottare»
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Villetti n. 9/3194/126.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Falomi n. 9/3194/127, Angelo Piazza n. 9/3194/128 e Airaghi n.9/3194/129. L'ordine del giorno Quartiani n. 9/3194/130 è stato ritirato.
Il Governo accoglie quindi come raccomandazione l'ordine del giorno Colucci n. 9/3194/131, nonché l'ordine del giorno Crosetto n. 9/3194/132 che riguarda un tema molto delicato quale è quello dei contratti derivati: al riguardo, si ricorda però che già nel testo della legge finanziaria è contenuta a tale proposito una norma predisposta dal Governo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Andrea Ricci n. 9/3194/133 e non accetta gli ordini del giorno Alberto Giorgetti n. 9/3194/134 - essendo state, le questioni relative, già affrontate nella legge finanziaria - e Ascierto n. 9/3194/135.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Taglialatela n. 9/3194/136 e Bellotti n. 9/3194/137 mentre formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/3194/138.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Buontempo n. 9/3194/139 e Mazzaracchio n. 9/3194/140, mentre accetta l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3194/141; a tale ultimo riguardo, preciso che l'argomento di cui ha parlato l'onorevole Di Virgilio, il piano decennale, mi risulta essere già stato definito dal Ministero della salute.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/3194/142.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Reina n. 9/3194/143 e accetta l'ordine del giorno Minardo n. 9/3194/144 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire le parole «non costituisca un danno per l'agricoltura» con le parole «purché non pregiudichi le attività agricole».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/3194/145.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Oliva n. 9/3194/146 e Neri n. 9/3194/147, mentre accetta gli ordini del giorno Bezzi n. 9/3194/148 e Fabris n. 9/3194/149.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Morrone n. 9/3194/150 e Satta n. 9/3194/151, mentre accetta gli ordini del giorno Rossi Gasparrini n. 9/3194/152 e Del Mese n. 9/3194/153.Pag. 44
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Vacca n. 9/3194/155, sul quale ho richiamato l'attenzione dell'onorevole Marras per trovare un'eventuale adesione sullo stesso.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Tranfaglia n. 9/3194/156, Ferdinando Benito Pignataro n. 9/3194/157 e Sgobio n. 9/3194/158.
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Diliberto n. 9/3194/159 - che pone un problema giusto -, a condizione che venga riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento alla cifra di 20 mila euro, e pertanto di impegnare il Governo a riscrivere una organica normativa dopo aver valutato la fase di applicazione della norma contenuta nell'attuale decreto.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Belillo n. 9/3194/160, a condizione che venga riformulato nel senso di sostituire nel dispositivo le parole «alla gratuità dei libri di testo» con le seguenti «a forme di contributo per l'acquisto dei libri di testo».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Napoletano n. 9/3194/161; accoglie altresì come raccomandazione l'ordine del giorno Longhi n. 9/3194/162 a condizione che venga riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento alla cifra di 10 milioni e 600 mila euro. Il Governo accetta, limitatamente alla prima parte del dispositivo, l'ordine del giorno Cesini n. 9/3194/163.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lovelli n. 9/3194/164, mentre non accetta gli ordini del giorno Garavaglia n. 9/3194/165 e Bodega n. 9/3194/166.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fava n. 9/3194/167, mentre non accetta gli ordini del giorno Montani n. 9/3194/170 e Stucchi n. 9/3194/171.
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Cota n. 9/3194/172, a condizione che venga riformulato nel senso di sostituire la previsione circa il parere delle Commissioni parlamentari competenti con l'invio al Parlamento.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Alessandri n. 9/3194/173, Filippi n. 9/3194/175 e Fugatti n. 9/3194/176, mentre accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Allasia n. 9/3194/177.
Il Governo altresì non accetta gli ordini del giorno Lussana n. 9/3194/178 e Giancarlo Giorgetti n. 9/3194/179, mentre accoglie come raccomandazione - il problema posto è infatti serio - l'ordine del giorno Dussin n. 9/3194/180 a condizione che venga riformulato nel senso di eliminare nella premessa i giudizi negativi, e di far riferimento nel dispositivo ai deliberati del CIPE e agli impegni programmatici del Governo, altrimenti il parere del Governo è contrario.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pini n. 9/ 3194/181.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/3194/182. Il Governo, invece, accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/3194/183, tranne le premesse.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3194/184.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Gibelli n. 9/3194/185, il Governo non accetta le premesse mentre accoglie come raccomandazione il dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Caruso n. 9/3194/186; mentre non accetta gli ordini del giorno Bocciardo n. 9/3194/187, Goisis n. 9/3194/188, Grimaldi n. 9/3194/189.
Il Governo, invece, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cordoni n. 9/3194/190 e, infine, accetta l'ordine del giorno Franci n. 9/3194/191.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso che entro la giornata di oggi dovessero concludersi le tre fasi della illustrazione, dell'espressione del parere e delle votazioni sugli ordini del giorno.
Abbiamo terminato le prime due ma, come avete visto e come si può prevedere dalla complessità dei pareri e dalle numerose proposte di riformulazione, la fase delle votazioni non sarà una fase veloce. È vero,Pag. 45dunque, che abbiamo di fronte il pomeriggio ma sarebbe meglio se cominciassimo già ora la fase - la prego, onorevole Leone - delle votazioni.
Vi è la richiesta del gruppo parlamentare di Forza Italia, che deve tenere una riunione degli organi del suo gruppo, di concludere la parte antimeridiana della seduta alle ore 13,30. Possiamo venire incontro a tale richiesta, procedendo all'inizio della fase delle votazioni. Sospenderemo quindi la seduta dopo la prima o la seconda votazione.
Secondo la prassi, e ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Saglia n. 9/3194/1, accolto come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Rusconi n. 9/3194/2 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Samperi n. 9/3194/3, accolto come raccomandazione dal Governo.
FILIPPO MISURACA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accettato l'ordine del giorno n. 9/3194/4 a mia prima firma, ma poiché trattasi di un ordine del giorno estremamente importante che ha visto la condivisione anche dei colleghi della maggioranza, vorrei che anche il Parlamento fosse coinvolto per l'autorevolezza della sua decisione e quindi insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misuraca n. 9/3194/4, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 462
Astenuti 10
Maggioranza 232
Hanno votato sì 425
Hanno votato no 37).
Constato l'assenza del deputato Leo: s'intende che abbia rinunciato al suo ordine del giorno n. 9/3194/5.
Ricordo che l'ordine del giorno Turco n. 9/3194/6 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Poretti n. 9/3194/7 e Mellano n. 9/3194/8, accolti come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Cacciari n. 9/13194/11 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sperandio n. 9/3194/12, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Forgione n. 9/3194/13 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mura n. 9/3194/14.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3194/15.
PRESIDENTE. Sottosegretario Lettieri, è in esame l'ordine del giorno Mura 9/3194/14.
Pag. 46MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intendo solo precisare che il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/3194/15.
PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che il Governo modifica il parere sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3194/15 e lo accetta.
Prendo altresì atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mura n. 9/3194/14, formulato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Borghesi 9/3194/15 è stato accettato dal Governo.
Constato l'assenza dell'onorevole Evangelisti: s'intende che abbia rinunciato al suo ordine del giorno n. 9/3194/16.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, l'onorevole Evangelisti è dovuto partire a causa di un lutto in famiglia; pertanto chiedo, se possibile, di aggiungere la mia firma al suo ordine del giorno n. 9/3194/16.
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, mi dispiace ma non è possibile apporre una firma al solo scopo di poter mettere in votazione l'ordine del giorno.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Donadi n. 9/3194/17, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/3194/18 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Adornato n. 9/3194/19 non accettano la riformulazione proposta dal Governo e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adornato n. 9/3194/19, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 482
Astenuti 4
Maggioranza 242
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 264).
Prendo atto che le deputate Lenzi e Incostante hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Come preannunciato, rinvio il seguito dell'esame degli ordini del giorno al prosieguo della seduta.