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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Intendimenti del Governo in merito all'applicazione del recente decreto-legge in materia di sicurezza - n. 3-01451)
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni ed altri. 3-01451, concernente intendimenti del Governo in merito all'applicazione del recente decreto-legge in materia di sicurezza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto, considerato che si parla di sicurezza, ci saremmo aspettati la presenza del Ministro Amato, ma sappiamo che lo stesso è troppo impegnato a dover mettere delle «pezze» a un totale, assoluto e completo fallimento della politica di questo Governo in materia di sicurezza.
È proprio per questo motivo che, al fine di evidenziare che al Governo importi poco o nulla della sicurezza dei cittadini, abbiamo presentato l'interrogazione in esame, che verte sull'ulteriore fallimento legato al decreto-legge 1o novembre 2007 n. 181 - emanato a seguito di fatti di cronaca gravissimi - che questo Governo (incapace, come al solito, di progettare alcunché, tanto meno in materia di sicurezza) ha adottato in fretta e furia, sulla spinta dell'emozione popolare dettata, ripeto, da avvenimenti gravissimi.
Il decreto-legge citato, di fatto, in circa quindici giorni ha comportato l'espulsione di soli 177 extracomunitari: esso, pertanto non funziona e noi siamo preoccupatissimi...
PRESIDENTE. Deputato Pini, concluda.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, concludo. Sappiamo benissimo che la sinistra radicale ha già dichiarato guerra - come ha fatto lo stesso Governo - in fase di conversione in legge del decreto-legge, il quale, quindi, sarà svuotato ancora di più. Chiediamo, pertanto, quali siano i reali intendimenti del Governo, ossia se lo stesso voglia continuare a far qualcosa...
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PRESIDENTE. La prego, deputato Pini, ha parlato per oltre mezzo minuto in più: ciò non è possibile e lei lo sa.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ovviamente rispondo nel merito. Le misure inserite nel «pacchetto sicurezza» si propongono di realizzare una duplice finalità: corrispondere alla domanda di sicurezza che proviene dalla collettività nazionale e, allo stesso tempo, garantire la puntuale applicazione delle disposizioni comunitarie che attribuiscono ai cittadini europei il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
In questa direzione ci si è mossi quando si è deciso di adottare un decreto-legge per conferire immediata efficacia a norme che - è bene ricordarlo - non si limitano ad attribuire ai prefetti il potere di allontanare dal territorio nazionale le persone di cui è stata accertata una specifica, concreta e individuale pericolosità. Il provvedimento d'urgenza, infatti, prevede anche la trasformazione del divieto di ingresso da contravvenzione in delitto - punito adesso con la reclusione fino a tre anni - e il rafforzamento del provvedimento di allontanamento, con l'obbligo, per chi ne è destinatario, di farsi rilasciare dal consolato italiano del proprio Paese un'attestazione di ottemperanza al provvedimento. In altre parole, sono i consolati italiani a certificare che i cittadini europei, allontanati dal nostro Paese, siano effettivamente rientrati in patria.
La pena prevista per la mancata osservanza della disposizione è l'arresto da uno a sei mesi e un'ammenda da 200 a 2.000 euro. Il decreto-legge, in sintesi, mira a rendere più celeri e certe le procedure di allontanamento dei cittadini comunitari che si rendano responsabili di attività illecite così gravi da determinare un allarme sociale. In tal modo si è anche cercato di eliminare i difetti tecnici evidenziati dal Ministro dell'interno nel decreto legislativo di recepimento della direttiva 2004/38/CE.
In applicazione del decreto-legge, dal 2 al 19 novembre scorsi, sono stati adottati 177 provvedimenti di allontanamento per motivi di pubblica sicurezza. Si tratta di una cifra non banale, tenendo conto, da una parte, che si era in fase di prima applicazione e, dall'altra, che tutti gli aspetti della procedura devono essere svolti nel rigoroso rispetto dell'ordinamento comunitario.
È evidente, altresì, che le misure introdotte hanno un effetto deterrente, ad esempio, in termini di nuovi arrivi. I provvedimenti di allontanamento devono contenere motivazioni idonee anche a superare il previsto vaglio giurisdizionale. Al fine di indicare precise e uniformi modalità applicative del provvedimento, il 2 novembre scorso il Ministro dell'interno ha rivolto a tutti i prefetti della Repubblica un atto di indirizzo: i prefetti dovranno anche assicurare un monitoraggio costante delle situazioni a rischio, privilegiando il metodo della sistematicità dei controlli e della continuità dell'azione. Tale provvedimento - concludo - è un concreto e nuovo intervento: ciò significa che esso non era mai stato predisposto in precedenza, ad esempio dai Governi in carica dal 2001 al 2006.
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di replicare per due minuti.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, non possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti, perché la risposta del Ministro Chiti non solo è insoddisfacente, ma totalmente irricevibile. Noi abbiamo chiesto quali siano le vostre intenzioni, in considerazione del fallimento di questo decreto-legge. È assolutamente inutile che lei venga in Aula, svolgendo le funzioni del Ministro Amato, che so impegnato - lo ripeto - in una riunione con i vari prefetti delle principali città, a elencarci cosa prevede il decreto-legge. Lo sappiamo benissimo: non c'è nulla a difesa dei cittadini, a dimostrazione che questo Governo se ne frega altamentePag. 61della sicurezza dei cittadini. Questo Governo adotta palliativi quando avvengono fatti gravissimi sul territorio, ma soltanto se si verificano a Roma. Dunque, se ne frega - questa è la dimostrazione - della sicurezza dei cittadini.
Al Governo interessa, invece, difendere l'immagine del «vecchio» che avanza, di Veltroni, perché quando si verifica qualcosa a Roma vi è la levata di scudi e, sull'ondata dell'emozione popolare, di cui si diceva prima, si adottano decreti-legge, mentre quando accade qualcosa a Treviso o a Milano tutto passa sotto silenzio.
Noi le abbiamo rivolto una domanda sui reali intendimenti del Governo. Lei non ci ha risposto, ma nel suo silenzio alla fine la risposta è arrivata chiarissima: voi volete continuare a tenere aperte le frontiere di questo Paese in maniera indiscriminata, solo ed esclusivamente per vostri meri calcoli elettorali. Le dichiarazioni del Presidente della Repubblica di ieri, irricevibili soprattutto per la forma, ne sono la prova del nove.
La sicurezza non è una delle priorità di questo Governo e lo state dimostrando e non solo non è una priorità, ma non è nemmeno nell'agenda politica di questo Governo. Siete schiavi di una sinistra radicale, che vuole assolutamente allargare ulteriormente la futura - speriamo di no - base elettorale dell'estrema sinistra...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANLUCA PINI. ...e non vi accorgete che siete lontanissimi dalla richiesta dei cittadini veri di questo Paese, che chiedono sicurezza e non di aprire in maniera indiscriminata le nostre frontiere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).