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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Problematiche relative al termine per la trasmissione su frequenze terrestri in tecnica analogica da parte di Retequattro alla luce della giurisprudenza costituzionale - n. 3-01453)
PRESIDENTE. Il deputato Longhi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01453, concernente problematiche relative al termine per la trasmissione su frequenze terrestri in tecnica analogica da parte di Retequattro alla luce della giurisprudenza costituzionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
ALEANDRO LONGHI. Signor Presidente, signor Ministro devo dirle che ho provato fastidio a scrivere questa interrogazione a risposta immediata. Ero abituato a scriverle quando il Governo Berlusconi faceva dei regali a Mediaset e che il mio Governo, il Governo Prodi, faccia altrettanto mi infastidisce.Pag. 64
Una sentenza della Corte costituzionale fissava al 2003 la fine delle trasmissioni sulle frequenze terrestri di Retequattro; decreti-legge e leggi del Governo Berlusconi hanno prorogato tale termine al 2008. Trovo incomprensibile che ora, nel decreto-legge fiscale, sia prevista una proroga fino al 2012. Ero a conoscenza di come si comportasse il Governo Berlusconi, ma ritengo intollerabile che il Governo Prodi faccia un regalo a Mediaset.
PRESIDENTE. Il Ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Longhi che mi fornisce l'occasione di chiarire un equivoco che, francamente, non so come si sia ingenerato.
Il motivo per cui sia nel disegno di legge appena varato dalle Commissioni parlamentari (con il voto favorevole di tutta l'Unione e con quello contrario del centrodestra) sia nel decreto-legge fiscale è stato fissato al 2012 il termine per la fine della televisione analogica è il seguente: anzitutto, perché corrisponde alla verità ed è sempre giusto dire la verità al mercato, e cioè che l'Italia, come gli altri Paesi europei che hanno molte frequenze televisive analogiche, le spegneranno nel 2012.
Perché, nella scorsa legislatura, il precedente Governo non ha detto la verità? Perché ha affermato che la televisione analogica sarebbe stata spenta subito, nel 2006? Perché, così dicendo, vi era un alibi per non riconoscere, a chi ne vantava, i diritti nella televisione analogica e si poteva evadere una sentenza della Corte costituzionale - la n. 466 del 2002 - che assegnava a ciascun editore un massimo di due reti in analogico.
Il meccanismo che ha portato anche all'approvazione di un decreto-legge nei giorni di Natale del 2003 è il seguente: i diritti in analogico, con il limite di un massimo di due reti, sarebbero scomparsi, perché con il digitale dietro l'angolo, che sarebbe arrivato dopo qualche mese, non ci sarebbe più stato bisogno di rispettare la giurisprudenza costituzionale, di cercare il pluralismo e di riconoscere a chi ha delle concessioni, ma non le frequenze per esercitarle, il loro diritto. Se l'indomani fosse finita la televisione analogica, anche i diritti analogici sarebbero finiti per tutti.
Spostando in avanti il termine relativo alla fine della televisione analogica, ci mettiamo nelle condizioni, per la prima volta in Italia, di riprendere il percorso della giurisprudenza costituzionale. Ritengo che riproporre il limite massimo di due reti, restituire a chi ha diritti di concessione, ma non le frequenze, la possibilità di esercitarli, sia un passo nella direzione giusta, che, certamente, va completato.
In che modo il Governo pensa di rispondere alla richiesta della Corte costituzionale, relativa al limite delle due reti in analogico? Con un disegno di legge, onorevole Longhi (penso che sarà discusso in Parlamento nelle prossime settimane), ed è il modo attraverso cui, finalmente, toglieremo le date finte - cioè l'alibi che ha consentito, nella scorsa legislatura, di eliminare la giurisprudenza costituzionale e i diritti nella televisione analogica - e, ponendo date vere, finalmente, rimettiamo il sistema in condizione di regolarsi, nel segno del pluralismo e delle decisioni della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Come vede, onorevole Longhi, il regalo, se qualcuno pensa di fare regali, sarebbe mantenere la situazione così com'è, dicendo che alla televisione digitale si arriva tra sei mesi e che, quindi, le sentenze della Corte costituzionale, i diritti di Europa 7, i diritti di chi non ha potuto esercitarli finora, sono cartastraccia.
PRESIDENTE. Il deputato Longhi ha facoltà di replicare per due minuti.
ALEANDRO LONGHI. Signor Ministro, la ringrazio ma devo dire che non mi trovaPag. 65completamente convinto, anche perché sono in gioco i diritti di Europa 7, che aveva vinto una gara (ed io nutro un grande rispetto per le gare e per chi le vince).
Che motivo c'era di inserire in un decreto-legge la data del 2012? Si poteva scegliere il 2010 o il 2009, perché i disegni di legge si sa quando cominciano, ma non quando finiscono. Pertanto, credo che, se realmente vi fosse stata la volontà politica di seguire quanto previsto dalla sentenza della Corte costituzionale, si sarebbero potuti stabilire termini meno prolungati nel tempo e far sì che, realmente, si tornasse ad una situazione di diritto nazionale e, se vuole, anche di diritto internazionale, dato che l'Unione europea ci ha richiamato in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).