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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per la vaccinazione gratuita delle donne contro il papillomavirus - n. 3-01455)
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01455, concernente iniziative per la vaccinazione gratuita delle donne contro il papillomavirus (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, signor Ministro, l'Italia ha a disposizione il vaccino che è in grado di impedire l'infezione da papillomavirus, che è responsabile del 70 per cento dei casi di tumore del collo dell'utero, oltre che di diverse lesioni dell'apparato genitale esterno femminile.
Tale vaccino apre le porte alla prevenzione e offre speranze concrete di sconfiggere un tipo di tumore che, fino a poco tempo fa, era considerato un big killer. Tutte le donne dai 9 ai 26 anni possono trovare tale farmaco in farmacia. Però, per disposizione del Ministero della salute potranno averlo gratuitamente soltanto le dodicenni che, nel nostro Paese, sono circa 250 mila.
Signor Ministro, vorremmo sapere se non ritenga opportuno garantire la vaccinazione gratuita anche ad altre fasce d'età escluse da tale scelta.
PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Livia Turco, ha facoltà di rispondere.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Signor Presidente, la strategia nazionale adottata per la realizzazione della campagna di vaccinazione anti-papillomavirus è condotta d'intesa con le regioni e, come lei ha affermato, è fondata su un'offerta attiva e gratuita rivolta alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita, cioè dal compimento degli 11 anni, fino al compimento dei 12.
I vantaggi di questa scelta sono, tra gli altri: indurre la migliore risposta immunitaria al vaccino, precedendo l'inizio dell'attività sessuale, con la garanzia della massima efficacia della vaccinazione; rivolgersi a ragazze che frequentano la scuola dell'obbligo, facilitando l'offerta attiva anche a gruppi a rischio di deprivazione sociale; mantenere la vaccinazione nell'ambito del patrimonio professionale delle prestazioni e delle strutture del sistema sanitario; respingere elevate coperture vaccinali in breve tempo, sfruttando le occasioni di contatto con le strutture vaccinali degli adolescenti, già target di altri interventi vaccinali; impiegare anagrafi vaccinali esistenti per la registrazione delle vaccinazioni effettuate, il follow-up e la valutazione delle coperture vaccinali, con conseguente determinazione di impatto della vaccinazione sulla popolazione in termini di guadagno di salute e risparmio della spesa sanitaria.
Questa scelta è supportata dagli studi che hanno preceduto la fase autorizzativa del vaccino presso l'Agenzia europea dei medicinali. Inoltre, dagli studi, la risposta «immune» è risultata significativamente più elevata nelle bambine tra i 9 e i 12 anni di età rispetto alle adolescenti di età superiore ai 12 anni.
È opportuno ribadire che il vaccino non ha alcun effetto terapeutico, per cui non è efficace nelle donne con infezione pregressa o in corso con uno dei ceppi vaccinali. Ne consegue che la vaccinazione, sicuramente utile, non esclude l'opportunità di continuare ad attuare programmi di screening e di investire risorse per incrementare e migliorare la copertura vaccinale.
Relativamente alle possibili strategie vaccinali future, quali l'identificazione di nuovi target in termini di età, si dovrà tenere conto delle risultanze dei più recenti e affidabili studi scientifici, clinici ed epidemiologici nazionali ed internazionali.
La scelta di questa «coorte» è stata suggerita al Ministero dal Consiglio superiore di sanità. L'Italia è uno dei primi Paesi in Europa che propone una vaccinazione pubblica per la quale è statoPag. 68previsto, nel disegno di legge finanziaria per il 2008, uno stanziamento di risorse economiche pari a 30 milioni di euro a favore delle regioni (finalizzato, appunto, ad agevolare la diffusione tra le dodicenni della vaccinazione da HPV) a valere sullo stato di previsione della spesa del Ministero della salute. Il relativo decreto ministeriale sarà adottato d'intesa con la Conferenza Stato-regioni.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare.
GIAMPIERO CATONE. Signor Ministro, sono perplesso perché, innanzitutto, mi risulta che la scuola dell'obbligo sia fino alla terza media (quindi, le ragazze di 13 anni frequentano ancora la scuola dell'obbligo); inoltre, perché esiste una ricerca dell'università Bocconi di Milano che parla di un abbassamento dell'età del primo rapporto sessuale, il quale può verificarsi a 14 anni (pertanto, ritengo che le tredicenni siano incluse).
Oltretutto, c'è un'altra indicazione del Consiglio superiore della sanità - che lei ben dovrebbe conoscere - che, in linea con le indicazioni dell'EMEA, l'agenzia europea per il farmaco, addirittura pensa di poter vaccinare donne fino ai 17 anni, scendendo così per la copertura dai quarant'anni previsti ad otto anni.
Esistono sette milioni di famiglie povere in Italia; ci sono addirittura miliardi di euro di elusione, permessa da questo Governo a grossi enti bancari e finanziari, con lo stacco delle cedole all'estero: credo, pertanto, che un farmaco che costa 188 euro e che deve essere somministrato per almeno tre volte per avere efficacia debba essere fornito dallo Stato. La spesa per vaccinare le tredicenni, infatti, ammonta a soli 100 milioni di euro, contro i miliardi di euro di cui questo Governo consente lo sperpero.
Credo che salvare la vita a 250 mila tredicenni - lo dico per essere in linea con lei sul criterio della scuola dell'obbligo, anche se non credo che in Italia, su 250 mila tredicenni, ci siano tante persone che abbiano già avuto rapporti sessuali - sia comunque un dovere dello Stato italiano, oltre che un dovere di questo Governo.
Noi oggi abbiamo l'idea che occorre prevenire e la prevenzione in questo caso è anche risparmio per lo Stato, perché prevenire i tumori, che non dovranno essere curati successivamente, costituisce sicuramente un risparmio.
Pertanto, 100 milioni di euro per vaccinare le tredicenni e le quattordicenni sono soldi ben spesi. Ci rifletta.