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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3194-A)
PRESIDENTE. Dobbiamo ora passare all'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/3194/20, non accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/3194/20, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 356
Votanti 354
Astenuti 2
Maggioranza 178
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 195).
Prendo atto che i deputati Dato, Santori e Viola hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che avrebbe voluto esprime voto favorevole.
Saluto gli studenti del liceo scientifico Ulisse Dini di Pisa, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9/3194/21, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/3194/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 214).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Armosino n. 9/3194/22, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/3194/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 220).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Azzolini n. 9/3194/23, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Azzolini n. 9/3194/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 393
Astenuti 3
Maggioranza 197
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 216).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Baiamonte n. 9/3194/24, non accettato dal Governo.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, vorrei pregare il sottosegretario, in ordine al mio ordine del giorno n. 9/3194/24 relativo all'articolo 4 del decreto-legge in esame concernente le cosiddette regioni poco virtuose, di rivedere la sua posizione. È, infatti, prevista - e su tale punto siamo d'accordo - la nomina di un commissario ad acta, ma non siamo d'accordo sul fatto che i cittadini siano penalizzati doppiamente perché si aumenta la tassazione, ossia l'IRPEF e l'IRAP. Pertanto, la prego di rivedere la posizione del Governo ed assumere altre decisioni.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 17,15)
GIACOMO BAIAMONTE. In ogni caso, signor sottosegretario, auspico un ripensamento in ordine al parere espresso sul mio ordine del giorno, ovvero mi indichi se vi siano delle modifiche da apportare. Si tratta di un tema importante per la sanità italiana e per le regioni che si trovano in simili condizioni.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baiamonte n. 9/3194/24, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baiamonte n. 9/3194/24, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 245).
Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/3194/25, accolto come raccomandazione dal Governo.
SIMONE BALDELLI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.Pag. 74
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardo n. 9/3194/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/3194/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 434
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 239).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Biancofiore n. 9/3194/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 240).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boscetto n. 9/3194/29, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno si chiede al Governo di conformarsi al dettato dell'articolo 77 della Costituzione in materia di decreti-legge che prevede, come presupposto degli stessi, la straordinaria necessità ed urgenza.
Abbiamo chiesto al Governo di conformarsi alle sentenze del 1995 e alla recente sentenza n. 171 del 2007 della Corte costituzionale. Se il Governo non accetta l'ordine del giorno in esame, vuol dire che non intende conformarsi alla Costituzione, né adeguarsi alle sentenze della Corte costituzionale.
Chiediamo al rappresentante del Governo di modificare il parere precedentemente espresso e di accettare il nostro ordine del giorno. Diversamente, vuol dire che il Governo della Repubblica non vuole conformarsi alla Costituzione e non vuole adeguarsi alle sentenze, anche recentissime, della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/3194/29, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 246).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brancher n. 9/3194/30, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Campa n. 9/3194/31, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, mi scusi se ho alzato la mano per chiedere la parola con un momento di ritardo, ma vorrei segnalare ai colleghi che l'ordine del giorno Campa n. 9/3194/31 è volto ad evidenziare l'importanza di un'opera storica, il MOSE.
Per la prima volta si è realizzato un intervento che salvaguarda la città di Venezia. Impegnare il Governo perché si attivi affinché questa opera straordinaria possa raggiungere il suo obiettivo, non mi sembra particolarmente gravoso e credo che ognuno di noi debba domandarsi se sia giusto respingere un ordine del giorno che invita il Governo ad adottare ulteriori iniziative normative volte a destinare risorse aggiuntive per i lavori del MOSE.
Siamo di fronte ad una città importante, che tutto il mondo apprezza e ci invidia, ricca di storia, di arte, di grande cultura e significato. Votare l'ordine del giorno in esame credo sia un dovere per ognuno di noi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa n. 9/3194/31, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carlucci n. 9/3194/32, accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/3194/33, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
FIORELLA CECCACCI RUBINO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, non accetto che il mio ordine del giorno sia stato accolto come raccomandazione e chiedo di porlo in votazione perché il provvedimento in esame non prevede alcun sostegno per il settore dello spettacolo dal vivo che ormai da tempo è in condizioni di grave difficoltà. È necessario garantire a questo settore, che coinvolge oltre 200 mila addetti nel nostro Paese, un contributo che si avvicini a quello di altre nazioni europee; basti citare che, a fronte di meno di 100 milioni di euro della quota fissa per il teatro italiano di prosa, la dotazione della sola commedia francese raggiunge i 150 milioni circa e che per lo spettacolo dal vivo francese sono stati stanziati per il 2007 635 milioni di euro. Potrei riportare anche altri dati analoghi per la Gran Bretagna, per la Spagna, per la Germania. Secondo uno studio della Commissione europea del 2006, il mercato culturale e creativo ha prodotto un fatturato complessivo di 655 miliardi di euro, contribuendo in tal modo a produrre il 2,6 per cento del PIL europeo e impiegando quasi sei milioni di persone, pari al 3,1 per cento degli occupati totali della comunità.Pag. 76
In Italia, purtroppo, assistiamo invece ad un totale disinteressamento delle problematiche di questo settore. La crisi che affligge da anni lo spettacolo in generale, ma soprattutto il teatro, richiederebbe immediati interventi, non solo di ordine economico, ma anche di ordine programmatico e normativo, perché il vero problema in Italia è la chiusura di un sistema, quello pubblico, che ha portato alla marginalizzazione di artisti di valore e di giovani talenti, per favorire invece delle lobby ideologiche e molto spesso, purtroppo, occupando il potere delle strutture pubbliche che hanno concentrato su di sé la gran parte dei finanziamenti.
Questa situazione di chiusura ha portato all'esasperazione numerose imprese teatrali operanti a livello nazionale nel settore della prosa, della musica, della danza e dell'esercizio teatrale, le quali hanno presentato il primo agosto 2007 un reclamo all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, al fine di sollecitare un'indagine conoscitiva riguardante le modalità ed i criteri degli interventi finanziari di sostegno pubblico dello spettacolo dal vivo, con particolare riferimento al rispetto della normativa di tutela della libera concorrenza e del mercato. Su questo reclamo ho già predisposto un'interrogazione urgente perché ritengo che non sia più tollerabile che lo Stato, attraverso società e fondazioni partecipate (alcune, pensate, controllate al cento per cento) finisca per attirare la gran parte dei finanziamenti pubblici disponibili a danno degli operatori privati. Praticamente lo Stato dà a se stesso i soldi che servirebbero per lo sviluppo dello spettacolo dal vivo, centrale non solo per la nostra economia, ma anche per la nostra cultura nazionale. Ritengo che tutto ciò sia una vergogna e non sia più tollerabile, considerando che vi sono migliaia di lavoratori e di imprese dello spettacolo che vivono in uno stato di estremo disagio.
Per tale motivo chiedo al Governo un impegno fattivo volto a destinare, già con questo provvedimento, risorse più adeguate in favore di un settore, quello dello spettacolo dal vivo, e ad adottare a breve iniziative normative volte a definire dei criteri di assegnazione dei finanziamenti pubblici più trasparenti che premino effettivamente chi investe nel settore e i giovani talenti che sono le reali vittime di questa politica cieca (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei tranquillizzare l'onorevole Ceccacci Rubino: per quanto riguarda i fondi per lo spettacolo, il Governo è impegnato a trovare una quota di risorse, perché oggettivamente le considerazione da lei svolte meritano di essere valutate. Per questo motivo vi è la disponibilità del Governo ad accogliere come raccomandazione il suo ordine del giorno, togliendo ovviamente la parte relativa alle premesse. Mi meraviglio del fatto che lei non l'abbia accettata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, stavo per censurare il rappresentante del Governo perché non fornisce una risposta all'onorevole Ceccacci...
PRESIDENTE. Questo punto è superato. La ringrazio.
GABRIELE BOSCETTO. ... l'ha fornita e lo ringrazio. Si comporti così su tutti i nostri ...
PRESIDENTE. Grazie, deputato Boscetto.
Passiamo ai voti.
Indìco ...
FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, ho alzato la mano!
Pag. 77PRESIDENTE. Mi scusi, revoco l'indizione della votazione. Prego, deputata Ceccacci Rubino.
FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/3194/33.
PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/3194/33, accolto come raccomandazione dal Governo e accettano la riformulazione dal medesimo proposta.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cicu n. 9/3194/34, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, lei mi ha tolto la parola mentre stavo svolgendo una riflessione. Mi deve spiegare perché l'ha fatto.
PRESIDENTE. Perché eravamo in fase di votazione.
GABRIELE BOSCETTO. Stavo dicendo al Governo di rispondere alle nostre istanze. Lei ha tolto la parola ad un deputato di opposizione; questo è assolutamente censurabile, soprattutto per un uomo come lei che noi stimiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, non le ho tolto la parola, l'ho soltanto interrotta perché la sua motivazione era ampiamente comprensibile. Comunque le chiedo scusa.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, lei ha fatto una cosa peggiore che togliermi la parola; mi ha tolto il collegamento audio! La cosa peggiore che possa accadere ad un deputato è quella di «tagliargli» la voce; non lo faccia più Presidente, la prego (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cicu n. 9/3194/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che l'ordine del giorno Costa n. 9/3194/35 è stato accettato dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36 accolto come raccomandazione dal Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, preciso che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36, se riformulato, eliminando nel dispositivo le parole: «ed integralmente».
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36.
Pag. 78ELISABETTA GARDINI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, siamo di fronte ad uno dei casi in cui un avverbio stravolge completamente il senso dell'ordine del giorno da noi presentato. Lei si renderà conto che se noi eliminiamo dal dispositivo la parola «integralmente», accettiamo che, di fatto, il provvedimento del 5 per mille possa essere un provvedimento del 3 per mille.
Colleghi, vi chiedo di riflettere su questa presa di posizione da parte del Governo che è veramente incomprensibile! Tenete conto che non siamo soltanto noi dell'opposizione a deprecare la vostra attitudine a sminuire il provvedimento del 5 per mille che, come ben sapete, ha avuto tanto successo presso i cittadini italiani, i quali hanno aderito in massa a questo ordinamento istituito dal Governo Berlusconi. Sono più di 16 milioni gli italiani che vi hanno aderito, dimostrando la volontà di disporre di una sia pur piccolissima parte delle loro tasse.
Si tratta di un principio importante, perché sancisce una sorta di sovranità popolare alla quale noi italiani siamo molto legati, anche perché consideriamo che il primo articolo della Costituzione, che recita: «La sovranità appartiene al popolo (...)», è una delle disposizioni costituzionali che nella storia della Repubblica è stata più compressa.
Vorrei ricordarvi che tutto il mondo del volontariato è sempre stato in agitazione per l'applicazione da voi fatta della norma a cui l'ordine del giorno si riferisce, poiché, ogni volta, in occasione della predisposizione dei provvedimenti di carattere finanziario da voi varati, veniva soppressa, poi introdotta nuovamente, e poi ancora ne veniva fissato un tetto.
Ho delle petizioni sottoscritte da associazioni e da ricercatori che chiedono proprio che sia istituzionalizzato come strumento e che non siano previsti tetti o analoghe riduzioni, altrimenti sembra proprio che a voi dia fastidio che i soldi sfuggano al controllo del Palazzo.
Cito le parole di una persona che non potete certo ascrivere all'opposizione, ovvero Carlo Garbagnati, vicepresidente di Emergency, il quale, alla domanda circa la causa di tanta ostilità verso tale strumento, risponde: «Perché sottrae occasione di clientelismo; vogliono mantenersi la possibilità di elargire fondi a loro discrezione».
Non voglio entrare in polemica, in quanto vorrei con tutto il cuore che su questo strumento - così bene accolto dagli italiani e che tanto interesse ha suscitato nel mondo del volontariato e della ricerca, ovvero nei settori che stanno a cuore a tutte le parti politiche di maggioranza e di opposizione - vi decideste, questa volta, di dimostrare che il vostro interesse è almeno pari a quello dei cittadini e dei mondi interessati dall'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, insieme ai miei colleghi deputati, l'ordine del giorno in esame e invitare, come ha fatto l'onorevole Gardini, i deputati di questa legislatura (e anche coloro che per anni si sono battuti con un'ampia maggioranza bipartisan per introdurre la libertà di scelta finanziaria da parte dei cittadini con il 5 per mille) a valutare positivamente e integralmente l'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36.
Cari colleghi, molti di voi ricorderanno che, nella scorsa legislatura, proprio su tale argomento, vi fu non solo un'ampia discussione, ma una amplissima maggioranza a favore dell'introduzione di questo meccanismo, volto a consentire al cittadino di destinare liberamente una parte dei propri proventi fiscali a favore di chi si prende cura dei suoi bisogni nel territorio e in perfetta applicazione non teorica, ma pratica del principio di sussidiarietà.Pag. 79
Tutti abbiamo approvato e applaudito l'assenza di tetti e i cittadini sono stati invogliati, finalmente, a decidere, in qualche modo e in quota parte, dove indirizzare la risposta ai propri bisogni secondo un criterio di controllo, oltreché di intelligenza, in quanto controllavano e verificavano chi fossero i più pronti a rispondere alle loro esigenze.
Oggi, dopo l'approvazione dei provvedimenti al Senato, è stato fissato un tetto addirittura di 100 milioni di euro, misura allucinante rispetto alla quantità di scelte da parte dei cittadini che si aggira tra i 400 e i 600 milioni di euro. Invito francamente a considerare in maniera assolutamente positiva l'ordine del giorno in esame e non parlo come espressione di una posizione politica, ma a fronte della grande esperienza degli ultimi anni, anche dello straordinario interesse che i cittadini hanno manifestato nei confronti della scelta del Parlamento nella scorsa e in questa legislatura.
L'ordine del giorno in esame, infatti, va incontro proprio a quell'attenzione, lo dico fra virgolette, alle esigenze dei cittadini che loro stessi hanno dimostrato di avere nei confronti di un provvedimento del Parlamento e di una legge della Repubblica.
Prevedere un tetto - mi rivolgo al sottosegretario Lettieri che è stato protagonista della discussione nella scorsa legislatura - costituisce la negazione della libertà di scelta da parte del cittadino. E non si tratta del 5 per mille, in quanto, se fosse confermato il tetto di 100, si tratterebbe dello 0,5 per mille.
Quindi, siamo di fronte ad una falsificazione della norma, ad una presa in giro dei cittadini e, chiaramente, alla volontà da parte dell'erario pubblico di intascare una parte dei proventi destinati dai cittadini. Ciò è contrario allo spirito e alla libertà relativa ai proventi che i cittadini hanno in tasca.
Onorevole Lettieri, ha approvato con noi nella scorsa legislatura questo provvedimento e non può negare che qualunque tetto sia contrario alla lettera e alla spirito della norma e alla scelta dei cittadini. Almeno per rispetto nei suoi stessi confronti dovrebbe essere tanto sincero da invitare l'Aula a votare a favore dell'ordine del giorno in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luciano Rossi. Ne ha facoltà.
LUCIANO ROSSI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36. Ritengo veramente incomprensibile porre un limite alla solidarietà degli italiani - testimoniata con generoso altruismo - che questo Governo non può non recepire. Di conseguenza, invito l'Aula a svolgere una riflessione su un argomento così importante e delicato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, chiedo al Governo, e specialmente ai colleghi della maggioranza, un'attenzione particolare. Al Senato è già stato votato un analogo ordine del giorno relativo alla quota del 5 per mille, che rappresenta una conquista bipartisan, né di centrodestra né di centrosinistra: si tratta di un segno di maturità del Paese e di un'attuazione del principio di sussidiarietà. Ricordo solo che 16 milioni su 20 milioni di contribuenti hanno scelto la destinazione del 5 per mille, indicando il nome di un soggetto beneficiario.
Mi rivolgo al Governo: trattandosi di un ordine del giorno - e potendoci confrontare in sede di esame della legge finanziaria alla Camera (a tal proposito, so che vi è una certa sensibilità da parte del Governo) - con l'indicazione in esso contenuta non ci si assume alcun vincolo: si afferma che la strada che il Parlamento vuole percorrere - e che tutta la società civile ci chiede di percorrere - è quella di rendere strutturale la quota del 5 per mille e, di conseguenza, senza tetto. Dovremmo, in seguito, lavorare durante l'esame della legge finanziaria per cercare, ovviamente, le coperture necessarie perPag. 80andare in quella direzione: un voto contrario da parte dell'Aula sarebbe solo un segno di insensibilità. Lo affermo perché non vi è da fare battaglia tra maggioranza e opposizione: si tratta semplicemente di un argomento condiviso da tutti.
Concludo, signor Presidente. Sono tanti gli ordini del giorno che vengono presentati; forse, ogni tanto - ringrazio la collega Gardini per avere illustrato l'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36 - un'attenzione al contenuto degli ordini del giorno presentati permette a tutti di evitare brutte figure, su un tema, tra l'altro, condiviso: se esso non fosse tale, ovviamente, sarei d'accordo. Il Parlamento è un'istituzione e ogni tanto - e non solo - bisogna riporre attenzione anche ai segnali di indirizzo che il Parlamento vuole fornire al Governo.
Rivolgo un appello al Governo, affinché, con la massima responsabilità e sensibilità, lo stesso accetti l'ordine del giorno in esame e perché, dopo il voto, si lavori in Commissione bilancio per trovare la strada migliore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36 e di svolgere qualche riflessione. Considerato che proprio noi, nel corso delle precedenti sedute, abbiamo sollevato il problema del ritardo nell'assegnazione dei fondi del 5 per mille agli enti che ne avevano avuto beneficio dai cittadini italiani, mi sarei aspettata qualcosa di diverso, ossia una proposta da parte del Governo, al fine di accelerare la destinazione di tali fondi.
Ricordo all'Aula, signor Presidente, che un mese fa sono stati assegnati ai beneficiari i fondi della dichiarazione dei redditi del 5 per mille del 2005, quindi con due anni di ritardo. Faccio anche notare ai colleghi, sottolineandolo, che non stiamo parlando di un tema di appannaggio del centrodestra piuttosto che del centrosinistra: tra i beneficiari della quota del 5 per mille vi sono istituti di ricerca a carattere scientifico, che, attraverso tali fondi, svolgono studi sulle malattie rarissime, con riferimento ai quali il nostro Paese è sempre in ritardo.
Vi chiedo veramente con il cuore: una volta tanto, spogliandoci delle nostre casacche di partito, facciamo qualcosa di serio per i cittadini che hanno bisogno! Dimostriamo che quest'Aula può ancora decidere qualcosa in merito al beneficio che ne trarranno i cittadini del nostro Paese. Mi rivolgo a tutti i colleghi sensibili a tale argomento: non si tratta di una questione di centrodestra o di centrosinistra, ma di un tema che dovrebbe toccare la sensibilità di ognuno di noi, soprattutto di coloro che sanno a cosa serve la quota del 5 per mille.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tolotti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO TOLOTTI. Signor Presidente, la questione del 5 per mille è effettivamente importante. Va ricordato che è una delle poche misure su cui, nei fatti, si è verificato un consenso bipartisan. Proprio per questo, mi sembra che la riformulazione proposta dal Governo sia assolutamente accettabile e inviterei i colleghi presentatori ad accettarla. L'idea, infatti, che debba essere abolito il tetto può anche essere approfondita, ma in una prospettiva strutturale, che non è quella dell'ordine del giorno ad un decreto-legge.
Occorre, invece, affrontare davvero in termini di proposta strutturale, e quindi normare legislativamente, un tema che finora è stato oggetto di provvedimenti collegati alle manovre finanziarie e che deve essere sottratto alla contingenza in cui si è trovato.
A me sembra che il Governo abbia formulato una proposta accettabile. Sarebbe utile, quindi, che tutta l'Assemblea votasse una riformulazione che davvero condividiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, l'argomento in esame sta molto a cuore alla Lega, che infatti aveva presentato molti emendamenti in Commissione su questo punto.
Ciò premesso, dichiaro di apporre la mia firma, anche a nome del gruppo Lega Nord Padania, all'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36. Vorrei spiegare che non vi è solo l'aspetto personale dei singoli cittadini, che decidono di destinare la loro quota a chi ritengono più opportuno, ma anche un aspetto, se così si può dire, di carattere federalistico.
Non si devono valutare solo i bisogni dei singoli, ma vanno considerati anche quelli delle popolazioni. Dato che le persone appartenenti a uno dei vari popoli italiani, ad esempio alla popolazione piemontese o lombarda, hanno esigenze diverse, in questo modo, si soddisfa anche questo secondo tipo di esigenze e di rapporti. In sostanza, questa quota redistributiva è nata proprio per offrire ai cittadini questa opportunità.
Pertanto, sarebbe incoerente prenderli in giro, oggi, dicendo che non distribuiremo i fondi del 5 per mille, dopo aver detto, quando il meccanismo di finanziamento è stato introdotto, che una parte dei loro soldi sarebbe stata devoluta come ritenevano opportuno.
Per questi motivi, mi unisco al coro e chiedo al Governo di ripensarci e di giungere a una soluzione condivisa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, vorrei rivolgermi al sottosegretario Lettieri, che questa mattina, con abnegazione e - debbo dire - con successo, ha illustrato le motivazioni del Governo circa ogni singolo ordine del giorno presentato dai colleghi sui vari argomenti in cui si articola il decreto-legge oggetto della nostra attenzione, per chiedergli, in linea con la coerenza e l'abnegazione con le quali ha svolto il suo lavoro, di riflettere circa l'esigenza di rivedere la riformulazione proposta.
Colleghi, ci troviamo, infatti, in un grande imbarazzo, che ritengo generale, sull'applicazione di un provvedimento, salutato positivamente da tutto il Parlamento, che ha significato l'instaurazione di un rapporto fiduciario tra Stato e cittadini su un elemento essenziale dell'allocazione delle risorse, che, attraverso il prelievo fiscale, i cittadini conferiscono, come destinazione ultima, allo Stato, e che, non a caso, esalta il ruolo associativo e del volontariato in una serie significativa di settori in cui si articola la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.
Per questi motivi, al di là delle valutazioni, ovviamente positive, che il gruppo Alleanza Nazionale esprime sull'ordine del giorno in esame, invito il Governo a valutare la possibilità di rivedere la proposta di riformulazione, affinché un elemento di chiarezza e di certezza possa emergere. Ringrazio il sottosegretario Lettieri se addiverrà a questa soluzione.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, era prevedibile che un tema così delicato ed importante come quello in esame suscitasse il dibattito in Parlamento, perché - lo ripeto - l'argomento è di grande interesse e ha impegnato su questa scelta ben sedici milioni di cittadini italiani, a cui va il nostro rispetto e, se volete, anche un ringraziamento, per aver operato una scelta a sostegno del volontariato, che riteniamo debba essere sempre al centro delle nostre attenzioni.
Voglio intanto rassicurare l'onorevole Gardini e gli altri intervenuti sul fatto che, se finora non è stato rispettato il requisito dell'«integralmente», nella ripartizione,Pag. 82non è perché quei fondi siano stati dirottati ad altri settori: sono stati destinati sempre a finalità sociali, quindi, in linea di massima, rispettando il principio.
Tuttavia, propongo un'ulteriore riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno in esame nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare con sollecitudine le iniziative finalizzate al rispetto pieno delle scelte dei cittadini».
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Crimi n. 9/3194/36.
ELISABETTA GARDINI. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/3194/37, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri n. 9/3194/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 262).
Prendo atto che i deputati Lettieri, Grassi, Laratta, Minardo e Laganà Fortugno hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Ricordo che l'ordine del giorno Fallica n. 9/3194/38 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Giuseppe Fini n. 9/3194/39, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo, Floresta n. 9/3194/40, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo, e Garagnani n. 9/3194/41, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gardini n. 9/3194/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Germanà n. 9/3194/43, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Minardo e Drago hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Giacomoni n. 9/3194/44 accoltoPag. 83come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/3194/45, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/3194/45, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Prestigiacomo n. 9/3194/46, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo, Ravetto n. 9/3194/47, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo e Romele n. 9/3194/48, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/3194/49, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/3194/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rosso n. 9/3194/50, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/3194/51, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santori n. 9/3194/52, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scajola n. 9/3194/53, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 263).
Prendo atto che i deputati Dato e Minardo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/3194/54, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Stradella n. 9/3194/55, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tortoli n. 9/3194/56, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tortoli n. 9/3194/56, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 268).
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/3194/57, non accettato dal Governo.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei appellarmi ad ogni componente di questa Assemblea, soprattutto agli amici parlamentari, di tutte le forze politiche, che rappresentano la Calabria e la Sicilia. Sappiamo che si sta per avviare una fase di difficoltà per i collegamenti tra la Sicilia ed il resto dell'Italia e dell'Europa; sappiamo che le merci, soprattutto quelle riguardanti «la catena del freddo», che devono arrivare in tempo rapido sui mercati del nord Europa e su quelli italiani, subiranno dei ritardi notevolissimi, perché si realizzeranno dei lavori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, in località Bagnara Calabra. Ciò rischierà di compromettere gravemente l'intera economia siciliana.
Con il mio ordine del giorno n. 9/3194/57, si chiede - forse il Governo non ha letto bene e pensava che chiedessimo un impegno a mettere a disposizione ulteriori risorse - di adottare ulteriori iniziative, volte a provvedere finanziamenti a sostegnoPag. 85del trasporto delle merci. Si tratta, invece, di destinare ciò che nella legge finanziaria è previsto, utilizzando le risorse che sono già indicate, per far sì che il trasporto merci - e, quindi, il sistema della filiera produttiva - si indirizzi verso l'utilizzazione del trasporto marittimo. Mi sembra che tale indicazione sia esaltata nella legge finanziaria stessa.
Se il Governo vuole dare un segno forte, può intervenire nell'ambito delle disponibilità previste dalla legge finanziaria, per creare le condizioni affinché questa economia, questo popolo e questa gente non debba soffrire di una scelta probabilmente poco avveduta che è stata realizzata, dato che non sono state previste alternative al traffico.
Si tratta di creare un piano, di coinvolgere le forze sociali ed economiche delle realtà che saranno colpite e che si preparano a realizzare anche una protesta significativa, se non vi sarà la dimostrazione di una giusta e adeguata attenzione. Si tratta, quindi, di un ordine del giorno che sollecita tutti a voler dare un segnale di interessamento a questa realtà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, le argomentazioni dell'onorevole Uggè mi hanno indotto a rileggere meglio l'ordine del giorno in esame, che si può accogliere come raccomandazione. Vorrei, tuttavia, ricordare all'onorevole Uggè che nel decreto-legge in discussione sono previste risorse per prevenire e tentare di limitare i disagi cui, certamente, gli operatori economici della Sicilia e della Calabria saranno sottoposti. A tali disagi, il Governo presterà grande attenzione, per fare in modo che siano sempre limitati.
Per questo motivo, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Uggè n. 9/3194/57.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore, deputato Uggè, se, a sua volta, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/57, accolto come raccomandazione.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per aver dimostrato questa disponibilità, anche se l'accettazione del mio ordine del giorno sarebbe stata una dimostrazione più significativa. Comunque, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Poiché il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno non possono essere svolti gli altri interventi richiesti.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verdini n. 9/3194/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 262).
Prendo atto che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vitali n. 9/3194/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/3194/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/3194/61, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 487
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paroli n. 9/3194/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 260).
Chiedo al deputato Giudice se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/63, accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, dal Governo.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, desidererei l'attenzione del Governo ma, fondamentalmente, la sua, signor Presidente. L'ordine del giorno n. 9/3194/63 (che io firmo in qualità di presidente pro tempore del Comitato per la legislazione) altro non fa, nella premessa, che registrare che, nell'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, non è stato possibile recepire i suggerimenti contenuti nel parere del Comitato per la legislazione, che è stato - devo dire - votato all'unanimità.
Nel dispositivo, impegniamo il Governo «a tener conto, per il futuro, in sede di presentazione di emendamenti interamente sostitutivi oggetto di questione di fiducia, dei suggerimenti volti al perfezionamento del testo avanzati nelle sedi parlamentari proprie».
Il mio ordine del giorno n. 9/3194/63 è a tutela dell'intero Parlamento: chiedo quindi al Governo di rivedere il suo parere e chiedo a lei, signor Presidente, di metterlo comunque ai voti, perché è un ordine del giorno che vuole difendere le ragioni del Parlamento e non solo di una parte di esso.
PRESIDENTE. Sta bene, fermo restando che gli ordini del giorno sono attribuiti ai deputati che li firmano individualmentePag. 87o con un numero di firme, in ogni caso, di cui rispondono individualmente.
Ha chiesto di parlare il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ha ragione l'onorevole Giudice: non ho difficoltà a riconoscere che questo argomento è stato trattato ampiamente nella sede del Comitato per la legislazione e so che tutti i membri del Comitato lo hanno condiviso, anche se porta soltanto la sua firma perché così prevede il Regolamento parlamentare.
Pertanto, il Governo accetta l'ordine del giorno Giudice n. 9/3194/63.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione.
Prendo inoltre atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brusco n. 9/3194/64, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bruno n. 9/3194/65 non accettato dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno n. 9/3194/65, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Franzoso n. 9/3194/66, accolto come raccomandazione, Lazzari n. 9/3194/67, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo, e Fratta Pasini n. 9/3194/68, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/3194/69 non accettato dal Governo.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/3194/69, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 265).
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/3194/70, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 269).Pag. 88
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lainati n. 9/3194/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenna n. 9/3194/72, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Strizzolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/3194/73, accettato dal Governo come raccomandazione limitatamente ad dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/3194/74, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 268).
Chiedo all'onorevole Marras se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/75, non accettato dal Governo.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, in primo luogo vorrei chiedere al sottosegretario Lettieri, il quale oggi mi ha rimandato all'ordine del giorno Vacca n. 9/3194/155, due questioni che non ho ben compreso.
In primo luogo, l'ordine del giorno Vacca parla di questioni diverse rispetto al nostro, sebbene sia simile nel contenuto, in quanto la nostra è una proposta di rateizzazione paragonabile a quella già effettuata per la pesca che è stata inserita nel provvedimento in discussione.
Inoltre, l'ordine del giorno presentato dall'onorevole Vacca parla genericamente di qualcosa di non preciso e diverso, sebbene riferito alla legge n. 44 del 1988. La differenza risiede nel fatto che addirittura in alcuni punti si parla di cittadini che sarebbero tornati alla terra, mediante questa legge, lasciando il proprio lavoro. Si tratta di un'affermazione non vera, perché l'ultima volta in cui, nel 1928, qualche colono è arrivato in Sardegna è stato per le città di fondazione. Pertanto, si tratta di un'affermazione, che non so come si possa accettare, assolutamente gratuita.
Per quanto riguarda il nostro discorso, esiste, fra l'altro, una proposta di legge (a prima firma Marras e a seconda firma Cicu) che proponeva la forfetizzazione. Tuttavia, il problema è che ieri sera il Governo ha avuto un incontro - ne siamo molto contenti - con il Ministro De Castro e con l'assessore regionale all'agricoltura e ha già provveduto ad ottemperare a moltePag. 89delle richieste dell'ordine del giorno Vacca n. 9/3194/155, che lei, sottosegretario, ha accettato.
Quindi, vi sono due problemi: avete una cinghia di trasmissione che non funziona e non vi parlate. Non è difficile pensarlo, perché lo vediamo in mille altre situazioni. Constato che vi sono grandi difficoltà. Tra l'altro, il partito che ha presentato l'ordine del giorno Vacca n. 9/3194/155 non si è mai interessato nella sua storia ai problemi dell'agricoltura.
Quindi, non ci riconosciamo nell'ordine del giorno Vacca che è stato accettato, mentre ci riconosciamo nel nostro ordine del giorno che avrebbe dovuto almeno essere accolto dal Governo come raccomandazione, perché proponeva la possibilità di una rateizzazione già fatta con una proposta accolta dall'Unione europea, sulla base della quale due mesi fa abbiamo presentato una proposta di legge. Quindi, era doveroso tenere un atteggiamento diverso.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'ordine del giorno in discussione può essere accolto come raccomandazione. Tuttavia, vorrei semplicemente ricordare all'onorevole Marras che vi erano le migliori intenzioni nel chiedere ad alcuni deputati di dialogare sullo stesso problema, in quanto appartenenti alla medesima regione. Se ciò non accade, il Governo si fa carico comunque di testimoniare il proprio interesse e la volontà di risolvere i problemi che riguardano la regione Sardegna.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marras n. 9/3194/75, accolto dal Governo come raccomandazione.
GIOVANNI MARRAS. No, signor Presidente, non insisto.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Della Vedova n. 9/3194/76, non accettato dal Governo insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Vedova n. 9/ 3194/76, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 269).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Centa n. 9/3194/77, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fasolino n. 9/3194/78, non accettato dal Governo.
GAETANO FASOLINO. Si, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, sono veramente stupito per il mancato accoglimento di questo ordine del giorno. In sostanza, esso impegna il Governo ad evitare qualsiasi ulteriore storno dalle disponibilità del FAS (Fondo aree sottoutilizzate), che praticamente è un fondo per il Mezzogiorno. Tale fondo fu istituito dal Governo Berlusconi e, in questo modo, viene praticamente cancellato dall'agenda degli interventi per il Mezzogiorno.
Inoltre, in un capoverso successivo, l'ordine del giorno impegna il Governo aPag. 90prestare maggiore attenzione alla spesa per il Mezzogiorno. Per quale motivo un ordine del giorno siffatto non viene accolto dal Governo?
Vorrei chiedere al rappresentante del Governo qui presente di poter rivalutare la questione, accogliendo l'ordine del giorno almeno come raccomandazione, altrimenti chiedo all'Assemblea, quindi a tutti i parlamentari presenti, soprattutto a quelli del centrosinistra, di far sentire la loro voce in favore del Mezzogiorno d'Italia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fasolino n. 9/3194/78, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 489
Astenuti 7
Maggioranza 245
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 261).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fedele n. 9/3194/79, non accettato dal Governo.
LUIGI FEDELE. Si, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, purtroppo con questo sistema che è portato ormai avanti da tempo, nel senso di porre sempre la questione di fiducia su argomenti importanti, non abbiamo potuto presentare degli emendamenti, ma credo che questo ordine del giorno sia indispensabile e lo voglio quindi illustrare brevemente.
Credo che non ci potesse essere un modo più dannoso - per non dire dissennato - di trovare la copertura per questo decreto-legge tagliando i fondi FAS, ossia proprio quelli per le aree sottosviluppate. È impensabile che questo Governo abbia ipotizzato di provvedere alla copertura finanziaria di questo decreto-legge, tagliando, per il 2007, 1.100 milioni di euro destinati al sud, ma è ancor più grave che addirittura l'intera copertura per il 2008-2009 sia a carico del FAS.
Se possibile - anche se credo sia difficile - la gravità maggiore sta nella giustificazione di tale scelta, ossia perché si ritiene che le disponibilità del FAS per il sud siano ridondanti.
Vorrei chiedere a questo Governo in che mondo vive! Vorrei chiedere se questi Ministri visitano il sud, se siano mai stati in Calabria, in Sicilia e nelle altre regioni del sud: altro che fondi ridondanti! Se quei pochi fondi esistenti vengono anche tagliati, credo che sia veramente la fine! Anche da questi comportamenti si nota l'interesse di questo Governo per il sud!
Nella precedente legge finanziaria erano già previsti pochissimi fondi e quest'anno ne sono previsti ancora di meno. Il collega Uggè prima ricordava quanto siano scarsi anche i fondi per l'area dello Stretto e per il suo attraversamento, per le gravi difficoltà di comunicazione esistenti a causa dei lavori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Ora, anche le risorse del FAS vengono ridotte al minimo!
Avete voluto evitare proprio la realizzazione del ponte sullo Stretto e avete tagliato quei fondi indispensabili per lo sviluppo del sud, con questa grande opera e con le altre infrastrutture ad esso collegate, ed ora infliggete quest'altro colpo micidiale.
Credo che ciò non possa essere accettato e pertanto ci eravamo rivolti al Governo, almeno con un ordine del giorno, affinché questo discorso venisse recepito in qualche modo.
Del resto, non siamo i soli: anche la Corte dei conti in questi ultimi mesi ha rivolto delle critiche aspre al Governo Prodi perché, proprio nel 2006, si sonoPag. 91avute minori risorse per gli investimenti previsti per il sud e, per giunta, le risorse non vengono spese - ad arte - al fine di tentare di stornarle per altri scopi a livello nazionale.
Per questo motivo, ci permettiamo di invitare il Governo a ripensarci e ad evitare che ulteriori tagli al FAS vengano fatti proprio a danno del sud.
Concludendo, voglio rivolgermi non solo ai colleghi del centrodestra, che sono molto attenti a queste problematiche, ma anche a quelli del centrosinistra, che voteranno questo decreto-legge prevedendo che i tagli necessari per la copertura vengano fatti a scapito delle regioni del sud.
Altro che interesse del Governo e di Prodi per il sud! Tra l'altro, ricordo bene le parole che il Presidente Prodi ha usato in campagna elettorale, anche nella mia regione, la Calabria, che ha definito la «regione prediletta».
Visto come vanno le cose, non vorremmo essere prediletti da questo Governo, ma vorremmo essere diseredati, perché, forse, le cose andrebbero meglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Fasolino n. 9/3194/78 e per ringraziare il collega della sua onestà intellettuale e del suo impegno, che, purtroppo, si scontra con l'incapacità di questo Governo di comprendere le reali necessità del Mezzogiorno, della Sicilia...
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma siamo passati all'ordine del giorno Fedele n. 9/3194/79.
ROBERTO SALERNO. Mi scusi, signor Presidente, comunque, sempre con riferimento all'ordine del giorno Fasolino n. 9/3194/78, dicevo che esso si scontra con l'incapacità del Governo di comprendere le vere necessità della nazione, soprattutto delle aree del Mezzogiorno, dopo avere annullato l'impegno del Governo precedente...
PRESIDENTE. La prego...
ROBERTO SALERNO. ...di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina. Siamo al disastro delle infrastrutture!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedele n. 9/3194/79, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 486
Astenuti 5
Maggioranza 244
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 279).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo, modificando il proprio avviso, intende accogliere come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3194/80, perché esso rispetta - ripeto - le indicazioni del Comitato per la legislazione, che sono puntuali, mentre la parte motiva non è condivisibile, anche per le considerazioni di natura squisitamente politica.
Pag. 92
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3194/80, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno La Loggia n. 9/3194/81.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/3194/81, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 287).
Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Laurini n. 9/3194/82, non accettato dal Governo.
GIANCARLO LAURINI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, la ratio di questo ordine del giorno è facilmente comprensibile, perché attiene alle modalità di utilizzazione dello strumento della decretazione d'urgenza, di cui in passato si è fatto molto e si fa sempre più abuso, al di là dei limiti ben precisi segnati dalla Costituzione.
L'articolo 77 della Costituzione prevede l'utilizzo dello strumento del decreto-legge soltanto laddove ci sia veramente urgenza di ovviare ad una determinata situazione e di intervenire legislativamente. Dunque, lo strumento previsto dal decreto-legge deve poter essere di immediata applicazione e, quindi, rispondere coerentemente all'esigenza immediata e all'urgenza.
È evidente che in questo decreto-legge vi sono una serie di norme che assolutamente non possono trovare immediata applicazione e che, quindi, si collocano al di là e al di fuori dell'articolo 77 della Costituzione.
Si chiede al Governo, pertanto, di evitare per il futuro l'utilizzo dello strumento del decreto-legge in queste condizioni, perché si viola la Costituzione e non si fa un servizio al buon funzionamento delle nostre istituzioni.
Ciò inoltre è evidentemente offensivo per la dignità del Parlamento, che invece deve operare con lo strumento tecnico della legislazione ordinaria, evitando di essere stretto e limitato nella sua possibilità di riflessione, di valutazione e di dibattito, così come avviene, purtroppo, quando si tratta di discutere la conversione in legge di un decreto-legge.
Quindi ritengo che tale invito possa essere accolto dal Governo. Mi meraviglia che il Governo non abbia accettato questo ordine del giorno e mi permetto di sollecitare, ancora una volta, una rimeditazione del punto, perché non è un problema né di maggioranza né di opposizione ma, più semplicemente, di buon funzionamento delle istituzioni parlamentari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laurini n. 9/3194/82, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 263).Pag. 93
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Milanato n. 9/3194/83 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Milanato n. 9/3194/83, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 268).
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/3194/84, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/3194/85, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palumbo n. 9/3194/86, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 472
Astenuti 19
Maggioranza 237
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pelino n. 9/3194/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/3194/88, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 262).
Prendo atto che il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Mariani ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pescante n. 9/3194/89.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, mi è sfuggita la sua osservazione: il parere del Governo è favorevole?
PRESIDENTE. Il Governo ha espresso parere contrario.
MARIO PESCANTE. Ciò giustifica il mio intervento, signor Presidente, nel senso che questo ordine del giorno aveva una valenza programmatica: in realtà, era anche un invito al Governo a cambiare la sua politica sportiva.
Il Governo, in un anno e mezzo di attività, si ha la sensazione - mi deve passare l'espressione - che abbia solo strumentalizzato lo sport a fini celebrativi in occasione dei mondiali di calcio, occupandosi esclusivamente di uno sport che dà visibilità, platea, palcoscenico e luci accese: mi riferisco ai provvedimenti che riguardano il calcio professionistico e il calcio spettacolo,
Ma la politica sportiva è tutt'altra cosa! Credo che sia opinione comune ritenere che la nostra società vive dei problemi seri per quanto riguarda il disagio giovanile: droga, alcool, violenza, bullismo nelle scuole. Lo sport non è la panacea di tutti i mali, ma avrebbe potuto sicuramente svolgere un'azione per circoscrivere un disagio che pare irrefrenabile. Questo tipo di politica sportiva è un dovere per lo Stato, ma non si possono concentrare tutte le energie del Governo sul calcio professionistico, sui diritti televisivi, sugli stadi e, infine, anche sulla candidatura per gli europei di calcio, che poi è fallita.
Che cosa si fa, invece, per lo sport vero, l'altro sport, quello che insegna agli atleti le regole di comportamento e del fair play, regole che, ahimè, e le ultime vicende lo dimostrano, poco hanno a che vedere con quello che accade negli stadi del professionismo e dello spettacolo? Nulla, signor Presidente.
È per questo motivo che ho invitato il Governo a prestare attenzione al cosiddetto «altro sport», in particolare con riferimento alle società sportive e all'impiantistica di base. Per quanto riguarda le prime, il passato Governo aveva attuato una politica di sostegno e di supporto - si tratta di 80 mila società, che svolgono una funzione di supplenza nei confronti della scuola e spesso anche della famiglia - mentre il disegno di legge finanziaria non presta alcuna attenzione a questo mondo straordinario (ove, peraltro, operano oltre seicentomila dirigenti volontari). Per quel che riguarda il secondo aspetto, invece, vedo circolare solo leggi che si occupano dei sedici stadi di calcio dell'attività professionistica: è così che si vuole realizzare la politica sportiva nel nostro Paese? Non occupandosi delle carenze dell'impiantistica di base (nel sud, nelle zone depresse del nord e così via), ma solo dello sport spettacolo?
Il mio era semplicemente un invito ed un auspicio affinché gli stanziamenti previsti prestassero maggiore attenzione nei confronti dello sport dilettantistico e degli impianti sportivi di base. Sono, dunque, davvero sorpreso e meravigliato che il mio ordine del giorno non sia stato accettato: esso conteneva un auspicio ed un invito a cambiare la politica del Governo nell'ambito della legge finanziaria, l'ultima - si augura il mondo dello sport - di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
Pag. 95PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, desidero modificare il parere espresso: il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pescante n. 9/3194/89 limitatamente al dispositivo. L'originario mancato accoglimento era, infatti, determinato dal giudizio contenuto nella parte motiva, ma il Governo è attento al mondo dello sport ed in particolare a quello dei dilettanti, cioè dei nostri ragazzi e delle nostre famiglie.
Per quanto riguarda poi un eventuale dibattito da svolgersi sullo sport e sulle cosiddette grandi società, per le quali in passato si è tentato di operare il cosiddetto «spalmadebiti», mi riservo di intervenire in altra occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo pertanto ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pescante n. 9/3164/89, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.
MARIO PESCANTE. Sì, signor Presidente, insisto assolutamente. Non si può trasformare in raccomandazione un ordine del giorno che affronta un tema di questa delicatezza. Se il Governo è davvero così sensibile alle tematiche dello sport, credo che una raccomandazione sia inutile!
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, desidero aggiungere la mia firma all'ordine del giorno presentato dall'onorevole Pescante. Chiedo al Governo come sia possibile che non riesca ad accettare un ordine del giorno di questo tipo (per quanto poi può essere efficace un ordine del giorno), che si rivolge soprattutto a quel mondo dello sport cui faceva riferimento il collega Pescante: un mondo - quello dei dilettanti - che non ha né risorse né diritti televisivi. Tutto quel che il Governo fa è accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione: credo che questa posizione sia vergognosa!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo ad accettare questo ordine del giorno, limitatamente al dispositivo, ove questo sia riformulato nel senso di aggiungere la parola «dilettantistico». In questo modo, noi potremmo votarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, sono stato preceduto dall'onorevole Pedrini. Come si può non accettare il dispositivo di questo ordine del giorno?
Ricordo che il rappresentante del Governo prima ha espresso un parere contrario ma dopo, per grazia ricevuta, quando gli abbiamo richiamato la realtà dello stato della nostra impiantistica, dove giocano i nostri ragazzi, e le condizioni dei campi sportivi che hanno bisogno di manutenzione e di sicurezza, ha detto di poterlo accogliere come raccomandazione.
Signor sottosegretario, ciò non le fa sicuramente onore per la carica che ricopre, ed io mi associo al deputato Pedrini, che finalmente ha avuto un sussulto di orgoglio ed ha detto che non è possibile non votare l'ordine del giorno al nostro esame una volta aggiunta la parola «dilettante». Mi rivolgo a lei, sottosegretario: lei è veramente un «dilettante»!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luciano Rossi. Ne ha facoltà.
LUCIANO ROSSI. Signor Presidente, aggiungo in maniera convinta la mia firma all'ordine del giorno Pescante n. 9/3194/89Pag. 96ed evidenzio la grandissima superficialità che il Governo sta testimoniando su un argomento così importante che riguarda lo sport italiano ed il dilettantismo: si tratta di una insensibilità totale ed incomprensibile, che sconfina nell'ignoranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaghi. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Signor Presidente, anch'io intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Pescante n. 9/3194/89 e, contestualmente, per chiedere cortesemente al Governo di valutare in modo più approfondito la possibilità di accogliere non come raccomandazione, ma di accettare completamente, almeno la parte dispositiva dell'ordine del giorno. Infatti, la difesa e la tutela delle attività sportive - in particolare delle attività sportive dilettantistiche - è un'opera assolutamente doverosa da parte del Governo nazionale, che deve fornire ai nostri giovani (ed anche ai meno giovani) questa grande opportunità che dà un tocco di salute e di pulizia alla nostra nazione, tenuto conto che l'attività sportiva di cui si discute è così importante per tenere i giovani lontani da altre diverse tentazioni che, purtroppo, la società offre.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la proposta dell'onorevole Pedrini mi sembra accoglibile, e dunque il parere del Governo può diventare favorevole, nel senso di accettare l'ordine del giorno in esame, limitatamente al dispositivo, a condizione che venga aggiunta la parola: «dilettantistico».
Ricordo all'onorevole che ha usato nei miei confronti il termine «dilettante» che bisogna sapere che ciò è un onore, perché significa che egli mi considera giovanissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico - L'Ulivo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Pescante accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/89.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Attili n. 9/3194/90, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cialente n. 9/3194/91, accolto come raccomandazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori ritirano l'ordine del giorno Maderloni n. 9/3194/92, non accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Pettinari n. 9/3194/93 accedono alla riformulazione proposta dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rotondo n. 9/3194/94, accolto come raccomandazione.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, mi permetto di insistere e chiedo al Governo di rivedere la sua posizione sul mio ordine del giorno. Stiamo parlando di una questione di tale delicatezza ed importanza su cui bisogna fare assoluta chiarezza. Vorrei che il rappresentante del Governo rileggesse meglio il dispositivo, perché ciò che è scritto nel dispositivo dell'ordine del giorno non è altro che ciò che è stato deciso e valutato in maniera positiva al Senato - e mi riferisco al merito - in sede di discussione del disegno di legge finanziaria.
Il problema sorto al Senato riguardava la copertura finanziaria di un piano pluriennale volto ad individuare i fondi per stipulare le transazioni con i soggetti che avevano subito danni a seguito di trasfusioni di sangue infetto, di emoderivati o di vaccinazioni obbligatorie.
Siccome il problema non risiedeva nel merito ma era legato alla copertura finanziaria,Pag. 97poiché nel dispositivo dell'ordine del giorno non si parla, come è ovvio, di copertura finanziaria, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione circa il parere da esso espresso di accoglierlo come raccomandazione. Chiedo, invece, che il mio ordine del giorno venga accettato, altrimenti insisto per la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Rotondo n. 9/3194/94.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rotondo n. 9/3194/94, accettato dal Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Sasso n. 9/3194/95, limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sasso n. 9/3194/95, accettato dal Governo, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Buffo n. 9/3194/96, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Antona n. 9/3194/97, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Antona n. 9/3194/97, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 481
Astenuti 9
Maggioranza 241
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 201).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aurisicchio n. 9/3194/98.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/3194/99, accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zanotti n. 9/3194/100.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/3194/101.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102, non accettato dal Governo.
ANTONIO LEONE. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, con riferimento al mio ordine del giorno n. 9/3194/102, avevo chiesto precedentemente di intervenire per dichiarazione di voto, e vedo che tale circostanza è sfuggita.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa di ciò. Ha facoltà di parlare.
Pag. 98
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, mi richiamo a quanto ho già affermato in sede di illustrazione dell'ordine del giorno in esame. A tal proposito, vorrei richiamare l'attenzione del sottosegretario Lettieri con il quale, tra l'altro, era cominciata una sorta di trattativa in ordine alla possibilità di accoglimento, anche con riformulazioni, almeno di una parte dell'ordine del giorno in esame. Gli interventi di alcuni colleghi della maggioranza, che evidentemente hanno la capacità di intervenire su quanto il Governo deve decidere in quest'aula, hanno troncato tali trattative. In particolare, mi riferisco al collega Quartiani che ha sostenuto che tale ordine del giorno non si poteva accogliere.
Si tratta di un ordine del giorno connesso ad una questione che è sotto gli occhi di tutti e che tra non molto arriverà anche all'attenzione dell'Assemblea, nel momento in cui in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo si deciderà di sottoporre all'Assemblea stessa la questione posta con il referendum organizzato da alcuni comuni (Lamon ed altri) per l'annessione ad altra regione rispetto a quella di cui, al momento, fanno parte.
Il Governo effettivamente si è reso conto, con il provvedimento in esame, che vi è un problema relativo alle aree confinanti con alcune regioni a statuto speciale. Tali aree si vedono passare sotto il naso una serie di trasferimenti che coinvolgono i comuni limitrofi e ai quali non possono accedere perché appartengono ad una regione diversa. Ciò è tanto vero che in ordine a tale problema il Governo ha ritenuto di istituire un fondo da destinare alle aree confinanti. In ordine a tale fondo, da noi ritenuto (al Senato) non del tutto congruo e per il quale è stato determinato un aumento sostanzioso grazie ad un emendamento, avevamo presentato alcune richieste, per la verità, attraverso una serie di emendamenti presentati al decreto-legge in materia fiscale. Tuttavia, non è stato possibile discutere tali emendamenti e chiediamo che almeno si porti all'attenzione dell'Assemblea l'ordine del giorno in esame che rispecchia il contenuto di alcuni di essi.
La nostra richiesta è la seguente. Oltre all'esistenza del fondo, che accettiamo di buon grado, vorremmo misure a favore dei comuni confinanti con le regioni a statuto speciale, che fanno da «asso pigliatutto» in ordine ad una serie di trasferimenti da parte dello Stato, e vorremmo, attraverso una sorta di screening, far confluire in tale fondo anche una serie di trasferimenti destinati alle regioni.
Si tratta di immettere una parte di quanto è destinato alle regioni nel fondo previsto per destinarlo ai comuni confinanti.
Signor Presidente, ritengo che la nostra sia una proposta di buonsenso e vorrei che, con l'accoglimento dell'ordine del giorno almeno come raccomandazione, il Governo guardasse con seria attenzione al problema.
Non si tratta, infatti, di una questione che riguarda soltanto il comune di Cortina d'Ampezzo, di Lamon o il comune che ha fatto il referendum, ma di tutta una serie di comuni che possono vantare pretese, quasi «a birillo».
Infatti, le chiedo, signor Presidente, se non sia possibile un'operazione siffatta: il comune confinante con una regione a statuto speciale, attraverso il fondo previsto nel provvedimento in esame, ottiene una serie di prebende che prima non aveva. Mi dite perché il comune confinante con il comune che confina con la regione a statuto speciale non potrebbe avanzare le stesse pretese? Si avrebbe, a catena, uno sconvolgimento dei confini geografici che ci passerebbe sotto il naso (prima a voi che governate e dopo a noi).
Signor Presidente, sostanzialmente chiediamo una riflessione del Governo, la sua attenzione, nonché la possibilità che il nostro ordine del giorno sia preso in considerazione per evitare che accada quanto ho rappresentato.
Per tali motivi, chiedo all'onorevole Lettieri di rivedere il parere precedentemente espresso sul mio ordine del giorno n. 9/3194/102.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
Pag. 99ANTONIO LEONE. C'era un'altra richiesta di intervento!
PRESIDENTE. Poiché il Governo chiede di parlare, potrebbe essere inutile la discussione successiva. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102 effettivamente è stato oggetto di una discussione informale tra me, il sottosegretario D'Andrea e l'onorevole Leone. Non vi è nessun condizionamento, onorevole Leone, poiché lei sa bene che il Governo è attento ad ogni singolo deputato, senza appartenenza di schieramento, quando è necessario valutare la portata di un ordine del giorno, di un emendamento o di un articolo.
Fatta questa considerazione a latere (che lei conosceva già), il Governo è contrario al merito dell'ordine del giorno presentato per due motivi. Si è svolta una discussione seria sull'argomento nell'altro ramo del Parlamento ed anche in Commissione (anche se i lavori della Commissione bilancio sono stati un po' particolari con riferimento a questa vicenda), tant'è che la formulazione dell'articolo 35 del decreto-legge si riferisce a progetti intercomunali e al coinvolgimento delle regioni.
La parte dell'ordine del giorno che indurrebbe il Governo a distogliere fondi attualmente destinati alle regioni a statuto speciale per destinarle a tali progetti non può essere accettata.
Onorevole Leone, lei sa meglio di me che si apre la stagione delle riforme e che, andando verso il federalismo, sarà stabilita una diversa attribuzione delle risorse statali alle singole regioni probabilmente attraverso la fissazione di una certa omogeneità delle stesse.
Per questi motivi, allo stato attuale, mi sembra che una simile proposta sia perlomeno inopportuna rispetto ai tempi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paniz. Ne ha facoltà.
MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, le considerazioni del sottosegretario Lettieri mi inducono ad intervenire ulteriormente sull'argomento. Si tratta di un problema che dovrebbe interessare l'intera Aula parlamentare perché non si riferisce ad un territorio specifico, ma concerne la situazione relativa alle regioni a statuto speciale e alle regioni a statuto ordinario.
Nel caso specifico, l'ordine del giorno concentra l'attenzione sui privilegi di cui sta godendo attualmente una regione a statuto speciale: il Trentino-Alto Adige. È noto, per essere estremamente chiari, che un cittadino del Veneto ed uno del Trentino-Alto Adige versano allo Stato più o meno la stessa cifra: quattromila euro.
Con la differenza che un cittadino del Veneto riceve in restituzione meno di mille euro e un cittadino del Trentino-Alto Adige, invece, ne riceve in restituzione praticamente il doppio, circa ottomila. Di fronte a questa evidente sperequazione che turba il rispetto del principio di uguaglianza inserito nella nostra Carta costituzionale, il Governo ha opportunamente stabilito un fondo di compensazione. Ma che cosa ha fatto? Ha posto questo fondo di compensazione a carico di tutti i cittadini italiani, e non invece a carico dei cittadini del Trentino-Alto Adige che sono già di gran lunga privilegiati. Perché allora gravare su tutti i cittadini italiani e non invece su coloro che hanno così significativi privilegi? Questo è il quesito al quale l'ordine del giorno tende a dare una risposta.
Certamente, come ha ricordato il signor sottosegretario, questo problema è stato esaminato in Senato. Ma in Senato, è noto a tutti, esiste la presenza di tre senatori altoatesini che sono assolutamente decisivi con il loro voto per il mantenimento della maggioranza. Qui invece, siamo di fronte ad una problematica che possiamo risolvere in termini molto più concreti e molto più rispettosi del nostro ruolo di parlamentari. Il Governo non è tenuto ad assecondare le esigenze dell'uno o dell'altro, ma a stabilire un'affermazione di principio. Che cosa impedisce al Governo di tener conto che esistono dei privilegiPag. 100significativi a beneficio di una certa terra e di intervenire gravandola dell'onere di pagare quel fondo a favore dei territori contigui che sono fortemente svantaggiati? Io credo assolutamente nulla; anzi così facendo il Governo darebbe una risposta concreta alle esigenze di tutti quei cittadini italiani che oggi si chiedono se siano ancora di attualità certe forme di regione a statuto speciale e, soprattutto, nell'ambito delle stesse, certi privilegi che gratificano una di queste, il Trentino-Alto Adige, a distanza di quasi sessant'anni dall'accordo De Gasperi-Grüber, quando non vi sono più quelle ragioni storiche che una volta giustificavano quelle differenze.
Mantenere il rifiuto all'accoglimento di questo ordine del giorno significherebbe dare uno schiaffo non solo ai cittadini del Veneto, soprattutto a quelli delle terre alte che sono particolarmente svantaggiati dal continuo confronto con la terra del «bengodi» che hanno vicino, ma significa dare uno schiaffo a tutti i cittadini italiani che sono costretti a pagare con le loro risorse quello che altri cittadini hanno invece in maniera ingiustificata (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo per fornire un sostegno ulteriore a questo ordine del giorno, perché la soluzione per evitare di avere dei cittadini di serie «A» e dei cittadini di serie «B» è una sola: si chiama equità. Attraverso questo ordine del giorno si vuol dare un contributo proprio in termini di equità, per evitare una sperequazione, un'ingiustizia, una disparità di trattamento tra regioni confinanti. E per dare anche un segnale ai tanti cittadini e ai tanti amministratori delle regioni a statuto ordinario che talvolta si trovano in grande difficoltà a svolgere e a porre in essere i programmi che si sono dati, a differenza invece di altri amministratori, tanto per fare un esempio, del Trentino o della Val d'Aosta, che hanno dei sostegni ulteriori molto forti da parte dello Stato in termini di ritorno di risorse.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 18,45)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bezzi. Ne ha facoltà.
GIACOMO BEZZI. Signor Presidente, sono alcuni giorni che assisto - e non è mia abitudine intervenire - ai richiami nei confronti delle regioni a statuto speciale, in particolare della provincia autonoma di Trento, alla quale il mio partito appartiene.
Ringrazio il Governo perché, dato che questo ordine del giorno è anticostituzionale, fa chiarezza sul piano giuridico. A me preme però sottolineare, in particolare all'amico Paniz, che cinquant'anni fa, quando migliaia di trentini scesero in piazza, non venivano definiti come dei privilegiati. Metà della popolazione trentina ha preso le valigie ed è dovuta emigrare, come è accaduto in altre regioni italiane. Questa popolazione se ne è andata dai paesi e dalle montagne del Trentino, perché non c'era ricchezza e non c'era lavoro.
Oggi, dopo decenni di impegno a difesa dell'autonomia e per cercare di portare competenze e servizi sul territorio, grazie al lavoro svolto da anni dalla Südtiroler Volkspartie in Parlamento, siamo riusciti ad ottenere delle competenze e delle deleghe che, a mio avviso, gestiamo abbastanza bene sul territorio del Trentino, oltre a quello dell'Alto Adige.
Credo che la guerra che taluno vuole combattere nei confronti dei territori delle regioni a statuto speciale e dei comuni di montagna di tali regioni sia assurda! Invece di lamentarsi, bisognerebbe impegnarsi, come fecero cinquant'anni fa i nostri padri, per ottenere competenze anche attraverso l'articolo 116, comma 3 della Costituzione (il che non è stato mai fatto da altri territori) e assumendosi delle responsabilità. Sottolineo, inoltre, che nell'ultimoPag. 101decennio alcune competenze, come quelle relative alla scuola o alla viabilità su strada, sono state trasferite alla provincia autonoma di Trento, che se ne è assunta il costo, senza beneficiare del contributo statale.
Ritengo, quindi, che non sia opportuno iniziare una guerra di religione e che, attraverso un confronto sereno, possa essere costruito anche un rapporto di collaborazione tra territori vicini. Vi è tutta la nostra disponibilità in tal senso; in particolare, il governo della provincia autonoma di Trento ha aperto un canale di dialogo su questo aspetto. Credo che sia più positivo confrontarsi su temi che costruiscono invece che demolire, ma ricordo a tutti che i privilegi che oggi ci vengono additati, in passato tali non erano, e solo grazie all'impegno e alla serietà amministrativa del nostro territorio sono stati conquistati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, l'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102 fornisce una risposta sbagliata ad un problema reale e di natura essenzialmente centralista, perché decide dal centro che, per risolvere il problema dei territori di confine, si devono penalizzare le regioni a statuto speciale. Secondo noi ciò è sbagliato. Non è che si risolve il problema, prevedendo che da domani le regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano potranno trattenere l'80 per cento delle risorse derivanti dalla tassazione, invece del 90 per cento! Tutte le regioni devono trattenere il 90 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Il problema è questo «baraccone», non è la regione Trentino-Alto Adige o la regione Sicilia che trattiene il 100 per cento delle tasse! Altrimenti sarebbe semplice: facciamo tutti come la Sicilia e abbiamo risolto il problema! Non è questa la soluzione! La soluzione può essere quella di fare tutti come il Trentino, ossia tenere tutti il 90 per cento e riuscire a starci dentro con il 10 di tutti. Questa è una soluzione!
Ribadisco anche che equità non significa penalizzare le regioni che già oggi applicano la soluzione corretta, ma tendere tutti a quel risultato. Vi ricordo che attualmente solo quattro regioni hanno un residuo fiscale positivo, ossia danno più di quello che ricevono. Solo quattro regioni! Si tratta del Veneto, della Lombardia, dell'Emilia Romagna e del Lazio, per questioni particolari che derivano dal fatto che in tale regione vi è una grossa concentrazione di impiego pubblico.
Quindi, la soluzione è il federalismo fiscale (decideremo poi con quale percentuale attuarlo); non è penalizzando le regioni a statuto speciale che si risolve il problema (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Misto-Minoranze linguistiche)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102, sottoscritto anche dall'amico Paniz.
La tesi del collega leghista è condivisibile in linea di principio, ma in realtà, ci troviamo ad operare in uno stretto vicolo, qual è quello della legge finanziaria e della distribuzione immediata di disponibilità; dovrebbe entrare in una dinamica più ampia e normativa, non tanto e solo nello spazio più ristretto della legge finanziaria.
Pertanto, pure in subordine, nella dinamica della distribuzione della scarsa disponibilità di ricchezza, l'ordine del giorno sottoscritto dall'amico Paniz è molto importante, perciò lo sottoscrivo anch'io.
Nello stesso tempo mi scandalizzo un po' per le affermazioni del collega - se non erro della Südtiroler Volkspartei - in quanto anche io provengo da una vallata i cui abitanti, per anni, hanno semprePag. 102girato con le valigie, ovvero della Val Camonica. Casualmente, è una vallata lombarda-bresciana, i cui abitanti, unitamente a quelli delle altre vallate bresciane (la Valle Sabbia piuttosto che le altre valli), hanno sempre portato la valigia e si sono recati all'estero.
Tuttora tanti camuni girano con la valigia e non hanno compiuto azioni «bombardarole», facendo saltare i tralicci o quant'altro, ma hanno sempre rispettato la norma, la legge e la Costituzione.
Pertanto, mi rivolgo in particolare al Governo, affinché una serie di comuni lombardi, veneti e, da quanto so, anche piemontesi in ordine alla Valle d'Aosta, confinanti con la realtà del Trentino-Alto Adige, possano avere una reale soddisfazione, quantomeno per il momento, in termini di equilibrio tra i comuni italiani normali e i comuni a ridosso delle zone confinanti.
Non si faccia, pertanto, la «furbata» di assegnare alcuni contributi a tutti i comuni della provincia e, nel caso specifico, al comune che non ha nulla a che vedere con il confine vero e proprio (mi riferisco a fatti avvenuti recentemente con l'ultima finanziaria del Governo Prodi). Quindi, lancio un appello affinché si effettui un tentativo di equilibrio, purché nel rispetto della norma della Costituzione e della civile convivenza. Sono d'accordo con gli amici della Lega Nord affinché si affronti la questione del federalismo, ma, purtroppo, questa non è né la sede, né il momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giuseppe Fini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame e, soprattutto, ribadire al collega che provengo dal Polesine, ovvero dal Veneto. Si tratta di un luogo in cui, per molti anni, si era sottoposti alla pellagra, in quanto vi era solo del mais da mangiare. I nostri concittadini sono emigrati; si sono recati in Belgio e in Francia per fare i minatori e hanno dato luogo al triangolo Torino-Milano-Genova. Si tratta, quindi, di un territorio e di una società che non si è sottratta alla volontà del lavoro, allo stesso modo dei trentini. È un Veneto che vive vicino alla vostra realtà.
Molto spesso amo dire che, mentre da voi si dà il contributo per mettere i gerani sui balconi delle vostre case e dei vostri alberghi, da noi, invece, si pagano le tasse per mettere i gerani sui balconi delle nostre cittadine e dei nostri paesi delle valli di Belluno e delle valli del Veneto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
In questa occasione, quindi, non abbiamo lezioni da prendere e nulla da imparare, in quanto abbiamo dato e stiamo continuando a dare alla Nazione. Stiamo parlando, infatti, del Veneto che, per molti aspetti, è la seconda regione d'Italia, assieme alle altre quattro che contribuiscono, giorno per giorno e anno per anno, al PIL italiano ed è una regione a maggiore esportazione e, quindi, a vocazione internazionale. Oltre tutto accettate le nostre migliori comunità.
Vi sta bene accogliere Cortina d'Ampezzo e le nostre migliori località: però, quando vi capita qualche comune dell'altipiano dell'Asiago, dite che si tratta di comuni normalissimi e trovate la scusa che non sussistono collegamenti culturali, sociali e linguistici per i quali possiate accettare tali comunità.
Caro collega, io la ascolto sempre con molta attenzione e molta stima. Certamente, vi è qualcosa che stride: non voglio che si eliminino i diritti che tali regioni hanno conseguito, ma è dura essere contermini e vedere alcune aree conseguire ulteriori privilegi, che a noi del Veneto vengono sottratti. Nel mio ordine del giorno n. 9/3194/39 ho parlato di finanziamenti previsti per le metropolitane di Roma, Milano e Napoli: invece, con riferimento alla seconda regione d'Italia, per le metropolitane di superficie - quindi per i nostri lavoratori, che impiegano un'ora o un'ora e mezza sia per recarsi al lavoro sia per tornare a casa - non viene stanziato neanche un soldo! Ho preso atto che ilPag. 103Governo abbia accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno: in quest'Aula, però, tutti sanno cosa significhi una raccomandazione! Se avrò voglia, scriverò un comunicato su Il Gazzettino di Rovigo, per «sciacquarmi la bocca» e per dire che anch'io ho fatto la mia parte e sono intervenuto: questa sera, però, cari colleghi, non dormirò meglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, condividiamo la posizione assunta dal sottosegretario Lettieri e voteremo contro l'ordine del giorno in esame.
Del resto, stiamo replicando - forse molti colleghi non lo sanno - una discussione che in quest'Aula si è tenuta qualche ora fa - con gli stessi protagonisti (mi riferisco all'onorevole Paniz) - durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, quando il collega Paniz e un altro collega hanno interloquito con il Ministro Chiti, che aveva già fornito ampia risposta sulle questioni prospettate.
Vorrei aggiungere brevemente, però, tre aspetti di carattere costituzionale. Il collega Garavaglia, del resto, ha svolto un intervento in ampia parte condivisibile.
Il primo aspetto riguarda il fatto che i comuni hanno promosso il referendum in base al secondo comma dell'articolo 132 della Costituzione: è la Costituzione vigente, e non mi risulta che il progetto di revisione costituzionale del centrodestra, presentato nella scorsa legislatura - pur bocciato dal referendum del giugno dello scorso anno - avesse cambiato neppure una virgola di quell'articolo: anche il centrodestra, quindi, lo riteneva pienamente condivisibile.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che, con riferimento al federalismo fiscale (previsto dall'articolo 119 della Costituzione), al quale, giustamente, il sottosegretario - adesso - e il Ministro - prima - hanno fatto riferimento, nel corso di cinque anni del Governo di centrodestra non è stata emanata alcuna norma di attuazione dell'articolo 119 della Carta costituzionale, che pure il centrodestra ha condiviso, non avendolo modificato nel suo progetto di revisione costituzionale. È soltanto questo Governo che ha messo in cantiere l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, che costituisce la questione centrale di tale vicenda.
Il terzo aspetto di carattere costituzionale riguarda il primo e il terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione. Il primo comma conferma la scelta del Costituente del 1948, con riferimento alle cinque regioni a statuto speciale. Mi meraviglio che i colleghi del centrodestra parlino sempre del Trentino-Alto Adige/Südtirol, che, tra l'altro, è l'unica regione a statuto speciale ad avere un ancoraggio internazionale nell'accordo De Gasperi-Gruber (e mi pare di capire che Paniz vorrebbe, con una specie di ordine del giorno, violare sia un accordo internazionale, sia la Costituzione, sia una legge costituzionale: «giravoltole» del diritto, anche se si tratta di un giurista illustre).
L'altro aspetto, però, riguarda il fatto che il terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia anche ad altre regioni che lo richiedano: nel corso di cinque anni dei governi di centrodestra, nessuna regione governata dal centrodestra le ha richieste. Ma vi è di più: nella riforma costituzionale del centrodestra veniva addirittura abrogato il terzo comma dell'articolo 116, al quale adesso - a mio parere giustamente - regioni come la Lombardia e il Veneto fanno appello affinché si giunga a un processo di attribuzione di maggiori competenze.
Ci vorrebbe un minimo di coerenza politica, costituzionale e istituzionale, mentre in quest'Aula ho ascoltato veramente parole al vento, cariche di demagogia, al punto che, il collega Giuseppe Fini, il quale ha parlato in modo accorato, poco fa ha detto una sciocchezza, ossia che per esporre i gerani in Trentino-Alto Adige vengono dati contributi. Collega, queste sono le leggende metropolitane chePag. 104è meglio che lei dimentichi, perché altrimenti torna a casa ancora più amareggiato di quanto già non sia.
Preannunzio il nostro voto contrario su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ho ascoltato le parole e l'analisi del collega Boato. Ammetto di non sapere se l'entità dei trasferimenti, che è l'unica questione in gioco, abbia un «ancoraggio» costituzionale diretto, perché questo ordine del giorno chiede semplicemente di utilizzare «a copertura» una parte di quei fondi. Può darsi che vi sia un «ancoraggio» costituzionale nella definizione dell'entità, 25 milioni di euro in più o in meno, ma il collega Boato sa benissimo che a volte è bene che gli scandali emergano.
Caro Boato, credo che dietro la questione politica sollevata da questo ordine del giorno, vi sia una questione di verità, che non si può nascondere nemmeno dietro i richiami alla Costituzione e agli accordi internazionali: si tratta della sperequazione nell'attribuzione di risorse, che oggi - consentitemelo - grida vendetta.
Stiamo parlando del Veneto e di ciò che accade nei comuni che sono naturalmente invogliati a trovare un accesso alla greppia del Trentino-Alto Adige, in termini di benefici fiscali e di contributi.
Vorrei sollevare, per analogia, un'altra questione, quella della mia valle, la Valtellina, una valle alpina e un territorio interamente montano, con caratteristiche del tutto analoghe, ad esempio, alla Valle d'Aosta. Parlo d'altro, ma credo che la questione sia la stessa. Ho denunciato in quest'Aula, presentando un'interrogazione parlamentare alla quale non ho ancora ricevuto risposta, il fatto che in Valle d'Aosta la regione abbia effettuato uno stanziamento di 16 milioni di euro per una sponsorizzazione ridicola dei marchi minori della birra Heineken, di cui in Valle d'Aosta vi è un piccolo stabilimento, di meno di cento dipendenti. Vi è stato, inoltre, un ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro, per finanziare un ampliamento della struttura produttiva della Heineken a carico della regione.
È chiarissimo che, in Italia, territori che presentano analoghe problematiche, che competono dal punto di vista economico, enogastronomico e turistico sui medesimi settori di pubblico e che offrono gli stessi prodotti, vivano oggi in condizioni assolutamente sperequate. Vi è una concorrenza sleale, che è la stessa concorrenza che i comuni che hanno indetto il referendum e che cercano di accedere ai benefici delle regioni a statuto speciale subiscono.
Collega Boato, questo ormai è semplicemente inaccettabile. Capisco che ognuno difenda il proprio territorio, ma è un dato di fatto che ciò sia inaccettabile. In Italia, invece, continuiamo ad accettare che aree del tutto omogenee subiscano trattamenti così sperequati.
Il collega Garavaglia propone un altro tipo di soluzione, ossia mettere sostanzialmente tutte le regioni sullo stesso piano, ma egli sa benissimo che il trattamento riservato alle regioni a statuto speciale non è assorbibile in un semplice principio di federalismo fiscale.
Qui vi è dell'altro: vi sono contributi e trasferimenti anche a carico di quei contribuenti che, pur vivendo in aree caratterizzate da identiche problematiche socio-economiche, subiscono un trattamento così sperequato.
Pertanto, al di là dei richiami al diritto e alla Costituzione, ritengo - e chiedo di aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno - paradossale e scandaloso il trattamento che oggi viene applicato attraverso il permanere dell'istituto delle regioni a statuto speciale, con quello che ciò che comporta, e scandalosa una situazione divenuta assolutamente inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Holzmann. Ne ha facoltà.
GIORGIO HOLZMANN. Signor Presidente, confesso di comprendere le ragioniPag. 105di coloro che hanno presentato l'ordine del giorno in esame, ma nutro qualche perplessità.
Ci troviamo di fronte ad una situazione che ha generato fenomeni quali il tentativo di migrazione di comuni confinanti, soprattutto della regione Veneto, rispetto alle province di Trento e Bolzano. Tale fenomeno, che è iniziato con il comune di Lamon ed è proseguito con il comune di Cortina e con l'altopiano dei sette comuni, trae origine, più che da ragioni storiche, da ragioni di carattere economico.
Il trattamento assolutamente diverso tra i comuni che fanno parte di regioni a statuto speciale e quelli che fanno parte di regioni a statuto ordinario, evidentemente, ha provocato una disaffezione da parte delle amministrazioni comunali e il tentativo di cambiare l'assetto regionale. Ovviamente, è un fenomeno che nasce proprio dalla differenza tra gli ordinamenti regionali, che deve essere in qualche modo corretta.
La nostra forza politica si è da sempre distinta, nelle sue proposte, per un federalismo di tipo solidale, che di per sé spianerebbe la strada a una maggiore equità, anche per quanto riguarda la gestione dei territori.
La provincia di Bolzano, così come la provincia di Trento, godono di un trattamento molto privilegiato, in quanto ottengono nuovamente dallo Stato trasferimenti pari al 90 per cento delle loro imposte, il Friuli Venezia Giulia, mi pare, intorno al 60 per cento, mentre le regioni che, guarda caso, confinano con esse, e che sono le regioni più ricche e più produttive del nord d'Italia (in particolar modo il Veneto e la Lombardia), si trovano in condizioni di inferiorità.
È evidente che tale situazione non può perdurare. Si sono svolti incontri, in particolar modo tra i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano e il presidente della regione Veneto, per cercare di trovare una soluzione. Una di queste soluzioni avrebbe potuto essere l'istituzione di un fondo per garantire un trattamento migliore ai comuni delle regioni a statuto ordinario che si affacciano verso quelle a statuto speciale.
Tuttavia, a nostro modo di vedere, anche tale misura è insufficiente, perché se è vero che vi è una sorta di ingiustizia nella disparità di trattamento tra i comuni delle province autonome di Trento e di Bolzano e quelli del Friuli Venezia Giulia, rispetto a quelli confinanti del Veneto, intervenire soltanto sui comuni confinanti, per dar loro modo di trovarsi in una situazione che li potrebbe in qualche maniera avvicinare a quella delle regioni a statuto speciale, genererebbe poi un'altra disparità di trattamento, stavolta tra comuni della stessa regione.
Pertanto, non siamo propensi ad avallare un provvedimento che, se da un lato risolverebbe nell'immediato un problema, dall'altro finirebbe per generare una seconda ingiustizia: non ci sembra il modo per risolvere la questione.
Siamo convinti che la riforma dello Stato in senso federale, che il nostro Governo aveva varato, aveva aperto la strada a una redistribuzione della ricchezza e delle dotazioni finanziarie tra le regioni e tale operazione, che coglie veramente il «nocciolo» del problema, avrebbe consentito anche alle amministrazioni comunali di godere di un trattamento più uniforme (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sperandio. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, amerei parlare del merito delle questioni, nel senso che nell'ordine del giorno sottoposto alla nostra attenzione, presentato dall'onorevole Leone e dall'onorevole Paniz, in realtà non si tratta di ciò di cui si sta discutendo, ma di un tema diverso.
Pertanto, il giudizio sull'ordine del giorno in esame, da parte nostra, non può che essere negativo, perché in maniera surrettizia si tenta di spostare un problema, che è quello delle zone marginali del Veneto, della Lombardia, del Piemonte e della reale difficoltà che vivono le zone di montagna, rispetto alla copertura di tale difficoltà, dal punto di vista finanziario, da parte delle regioni a statuto speciale.Pag. 106
A noi sembra che il problema dovrebbe essere, invece, posto in maniera corretta, considerando che i referendum che si sono svolti non soltanto a Cortina d'Ampezzo e a Lamon, ma anche nel comune di Sovramonte e nell'altopiano dei sette comuni (si tratta, quindi, di una realtà estremamente diffusa in Veneto), pongono un problema reale al Veneto: come rispondere alla sperequazione che, di fatto, esiste nella gestione delle risorse nelle zone in cui vi è grande difficoltà.
Ritengo che il tema debba essere di interesse e non possa essere affrontato «a spizzichi e bocconi» in chiusura di un dibattito su un altro argomento. Per tale motivo, ritengo che la Camera debba approfondire il tema e ce ne sarà l'occasione quando si discuterà della proposta di legge governativa concernente il trasferimento del comune di Lamon in Trentino-Alto Adige.
Il problema è stato ulteriormente denunciato e urlato dai successivi referendum, di cui solo l'ultimo ha avuto l'onore delle cronache, perché riguardava non solo il comune di Cortina d'Ampezzo, ma anche quello di Livinallongo del Col di Lana e di Fodom, che si trova nella provincia di Belluno.
Oggi, colleghi - per amor di Dio! - si potrebbe anche far finta che il problema consista nel fatto che le risorse del fondo sperequativo a favore dei comuni disagiati delle aree confinanti siano poste a carico delle regioni a statuto speciale. In realtà, la questione è diversa: essa deve portare il Parlamento a riconoscere alla montagna competenze proprie e l'autogoverno e, in questo processo, vanno coinvolte le regioni e le province. Ritengo che in tale contesto - all'interno di una rivisitazione delle autonomie e sentita anche la voce della regione Veneto che, significativamente, è la regione più in difficoltà rispetto alle sue aree marginali (e ci sarà un motivo!) - sia necessario trovare una risposta organica.
Per tale motivo, l'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102 presentato oggi - e mi dispiace per l'affetto che nutro nei confronti del collega Paniz - è poco pertinente, rispetto, invece, alla questione dei referendum e della difficoltà delle zone montane (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per ribadire quanto già affermato dal collega Garavaglia: il «no» della Lega Nord all'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102. Non riteniamo che togliendo qualcosa alle regioni a statuto speciale, si possa fare il bene dei comuni confinanti. Se si vuole costituire un fondo per i comuni confinanti, lo si faccia con i soldi di Roma e della fiscalità generale.
Comunque, il problema si risolve con il federalismo fiscale, dando, cioè, alle regioni a statuto ordinario le stesse competenze e gli stessi trasferimenti di fondi di cui dispongono le regioni autonome, in modo da far restare sul territorio, ad esempio, il 90 per cento delle tasse pagate. Si faccia ciò anche in Veneto. In questo modo, il problema dei comuni confinanti verrà risolto. Non si fa un favore alle regioni a statuto ordinario, togliendo qualcosa alle regioni a statuto speciale. Se si va in questa direzione, vi sarà un livellamento verso il basso dell'autonomia e del federalismo.
Il Veneto non ha bisogno dei soldi dei trentini per essere grande: ha bisogno dei suoi soldi, che sono molti, ma il problema è che Roma se li tiene. Il problema non consiste nel fatto che le regioni a statuto speciale trattengono le proprie risorse. Lasciamo al Veneto e alle altre regioni a statuto ordinario le proprie risorse e si vedrà che non ci sarà il problema dei comuni confinanti, come non ci sarà il problema della tutela della montagna, perché lì vi sono le risorse e la ricchezza per poter far crescere quelle aree.
Non cadiamo nel livellamento verso il basso dell'autonomia e del federalismo. Deve realizzarsi, invece, un livellamento verso l'alto: le ragioni a statuto speciale devono essere un modello di riferimentoPag. 107per le regioni a statuto ordinario. Quello è l'obiettivo da raggiungere. Non si risolve il problema livellando verso il basso l'autonomia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, nella sostanza concordo largamente con l'intervento del collega Gino Sperandio e ritengo che il suo intervento dovrebbe essere non solo condiviso teoricamente da parte del Governo, ma anche fatto proprio nell'azione quotidiana, come molti di noi sollecitano da mesi. Tuttavia, dobbiamo dire con amarezza che non troviamo riscontro proprio da parte del Ministero, delle regioni e degli enti locali.
Sono convinto che sia necessario (a partire da oggi, dopo ciò che sta avvenendo con i referendum che si sono tenuti e con il dibattito che è in corso in larga parte delle regioni confinanti con quelle a statuto speciale e, soprattutto, nei territori montani) dare, oggi, un segnale che sia anche l'ultimo avvertimento per il nostro Governo.
Infatti, vedi, collega Gino Sperandio, tu ed io non siamo i portavoce di una minoranza etnico-linguistica. Se pure appartenenti a due partiti che non sono il grande partito o il pilastro dell'Unione, siamo però rappresentanti della maggioranza che sostiene questo Governo. E questo Governo (che sosteniamo e al quale, ieri, abbiamo dato la nostra fiducia) deve capire che è suonata la campana dell'ultimo giro.
Questo, infatti, è un problema reale che - come anch'io condivido - va risolto negli auspici e nelle indicazioni che tu, collega Sperandio, hai dato, ma che, una volta per tutte, deve diventare un problema nazionale, che trova la condivisione, il coinvolgimento e la partecipazione attiva anche delle regioni a statuto speciale.
Nessuno di noi, infatti, vuole privare queste ultime della loro autonomia e della loro specialità, che abbiamo riconosciuto nella XIII legislatura, votando - per quanto mi riguarda - la parte ad essa relativa, nella riforma del Titolo V, ma che riteniamo, oggi, non essere più sopportabile, per la parte di discriminazione esistente nei confronti dei territori di confine e contermini. Si tratta di un problema nazionale: non è un problema di territori marginali o dei «buzzurri» di confine.
Pertanto, io voterò - a titolo personale - a favore dell'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102, pur ricordando al collega Paniz che il mio è un voto strumentale, provocatorio e che non condivide quanto è nella responsabilità di Galan, presidente della regione del Veneto.
Infatti, se il Governo centrale e il Parlamento, oggi, sono ancora sordi nei confronti di ciò che centinaia di enti locali urlano all'attenzione del Paese, dovremo dire che il presidente della grande regione del Veneto, nella modifica dello statuto, è ancora inerte e non ha colto ciò che noi, da un decennio, indichiamo e che alcuni di noi, quando furono - vero collega D'Agrò? - alla guida della regione, alcuni anni fa, avevano in maniera operosa, segnato come strada maestra.
Pertanto, Galan operi per la propria parte! Preveda, nello statuto, la specificità dei territori di confine ed un proprio fondo a loro favore! Si rivolga con forza allo Stato, dopo aver conferito, a quei territori e a quegli enti locali, poteri che oggi sono propri della regione del Veneto, in virtù dell'autonomia statutaria e del Titolo V della Costituzione riformato! Si rivolga con forza e si affianchi a noi, ai parlamentari delle aree di confine, per chiedere al Parlamento e al Governo gli interventi di propria competenza!
Allora - caro collega Maurizio Fugatti - saremo all'altezza e saremo adulti maturi per poter svolgere fino in fondo il nostro compito, ma si abbia il coraggio - cari colleghi del centrosinistra - di fare propria questa battaglia, che non è minoritaria, ma è una battaglia che, se non gestiamo con intelligenza e risolviamo entro questa legislatura, potrà essere - sì o no,Pag. 108collega Gino Sperandio? - sintomo di grandi ripercussioni anche sul piano dell'ordine pubblico.
Mi rivolgo, infine, al sottosegretario Lettieri, che rispetto e che ha dimostrato acume, equilibrio e intelligenza, non solo quest'oggi: raccolga quello che le sto dicendo io (che non sono né un irresponsabile, né un nemico dello Stato e tanto meno di questo Governo), perché quanto le dico non è una parola al vento e mi auguro che, fra qualche anno, lei non debba raccogliere qualcosa di peggio che un ultimo avvertimento (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leone. Ne ha facoltà, in quanto ha svolto il suo precedente intervento prima di quello del Governo. Tuttavia, ha disposizione un solo minuto, come lei stesso sa.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, se inizio a svolgere il mio intervento posso anche terminarlo entro un minuto. Vorrei semplicemente ribadire che mi fa piacere che l'argomento abbia ingenerato un dibattito e che ho apprezzato moltissimo l'intervento del collega Crema, che stimo tanto.
Il succo dell'ordine del giorno in discussione - che rappresenta l'inizio di un dibattito che spero prosegua - per la verità, è quello di evitare una sperequazione tra le regioni a statuto speciale e le aree di confine, se si ritiene che vi sia. Non si può creare una ulteriore sperequazione attraverso il meccanismo inventato dal Governo che prevede l'istituzione di un fondo.
Infatti, caro collega del Trentino-Alto Adige intervenuto poc'anzi, non vogliamo intaccare i trasferimenti delle regioni a statuto speciale, bensì vogliamo semplicemente fare presente che il cittadino italiano, oltre a quei trasferimenti, non deve dare nient'altro! Da quei trasferimenti si potrà prelevare quanto necessario per le aree di confine...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONIO LEONE. Concludo, Presidente. Ma non si può caricare sulle spalle di tutti i cittadini italiani un'esigenza che è nata già da una sorta di sperequazione. Ai trasferimenti stanziati alle regioni a statuto speciale si aggiunge anche quel fondo pagato dal cittadino italiano (della Puglia, della Campania e di tutte le regioni)! Era solo questo il significato.
Comunque, ben venga. Oltre alle sciocchezza dette dal collega Boato, quella detta dal collega Fini è vera. È stato detto che quanto affermato era una sciocchezza, ma è anche una questione personale, perché non si può tacciare un collega di aver detto una sciocchezza, quando si sa benissimo che ciò che ha detto il collega Fini è vero. Infatti, la provincia stanzia i contributi per materassi, lenzuola e anche per i gerani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brancher. Ne ha facoltà.
ALDO BRANCHER. Signor Presidente, in primo luogo vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno in discussione.
Inoltre, vorrei far presente che sono nato a Belluno e, pertanto, conosco la situazione di quella provincia, e che vivo a Verona e, pertanto, conosco la situazione della provincia di Verona. Il disagio di cui stiamo parlando è reale, è vero: la gente che vive in questi territori di confine si confronta. Stiamo parlando di qualcosa da prendere sul serio.
L'iniziativa del Governo risolve il problema solo parzialmente. Come dobbiamo fare? Dobbiamo seguire due strade. Bisogna sensibilizzare tutti quanti per accelerare il percorso del federalismo fiscale: non ne possiamo venire fuori diversamente!
È necessario che tutti siano consapevoli che bisogna accelerare tale iniziativa e che l'attuale Governo e la maggioranza si diano da fare, perché non vi è altra via di scampo per quanto riguarda il disagio di tali comuni di confine.
Infatti - come già è stato detto - se si conferisce un vantaggio ad un comune, adPag. 109esempio a Cortina d'Ampezzo, non comprendo perché il comune di San Vito di Cadore non debba ricevere lo stesso vantaggio. Che motivo c'è? Anche quest'ultimo dopo sarebbe situato sul confine. Inoltre, ne susseguono anche altri. Pertanto, bisogna accelerare l'iniziativa del federalismo fiscale.
In secondo luogo, vorrei dare un consiglio a certi presidenti che parlano troppo. Il presidente della provincia di Bolzano ha dato molta forza all'ingresso di Cortina d'Ampezzo nella sua provincia. Sapete perché? Perché Cortina gli porta risorse! Successivamente, però, costui distribuirà a Cortina risorse inferiori rispetto a quante ne riceverà.
Vorrei vedere se il presidente della provincia di Bolzano ha la stessa disponibilità nei confronti di un comune di 500 abitanti! Bisogna dirlo.
Pertanto, per favore, vi deve essere prudenza da parte di chi comanda, perché anche coloro che vogliono essere difesi nella propria autonomia ci pongono questo problema. Questo non è un modo di difendersi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione il dibattito in quest'aula che nel merito mi interessa in particolar modo e, nell'annunciare il mio voto di astensione in dissenso dal mio gruppo, cercherò di motivarlo.
Intanto, ringrazio il collega Leone per aver riportato l'attenzione nel merito di un provvedimento sbagliato, non, come hanno erroneamente detto i colleghi dell'opposizione e anche quelli della maggioranza, da parte dei sottoscrittori dell'ordine del giorno, ma da parte del Governo e della maggioranza di questo Parlamento. Ciò va sottolineato, perché è questo provvedimento che crea delle sperequazioni, delle divisioni e ulteriori differenze tra comuni confinanti.
Il problema, però, non sta neanche nei termini che ha enunciato il collega Boato, perché è vero che esiste una vertenza all'ONU sullo statuto d'autonomia del Trentino-Alto Adige e che c'è un accordo internazionale, i cui parametri andrebbero rivisti, ma non è questo il momento né il caso di parlarne. Quando dico che i parametri andrebbero rivisti mi riferisco alla storicità: lo sottolineo perché altrimenti le mie affermazioni vengono subito travisate e mi vengono messe in bocca parole che assolutamente non voglio dire, ossia che il percorso storico non è quello che è stato inteso.
È altrettanto vero, però - e va sottolineato - che purtroppo l'accordo De Gasperi-Gruber al quale faceva riferimento il collega Boato non è stato violato dall'onorevole Paniz o dall'onorevole Leone, bensì dai partiti di maggioranza in quella terra, in particolar modo dal partito di maggioranza al quale alcuni hanno fatto riferimento prima. Quest'ultimo, anche in questi giorni - come lei ben sa - sta violando lo statuto d'autonomia su termini quali la toponomastica, su articoli che riguardano la toponomastica o semplicemente anche la proporzionale etnica delle forze di polizia. La proporzionale etnica, per chi non lo sapesse, consiste nel ripartire praticamente i posti secondo la maggioranza dei gruppi linguistici esistenti in Alto Adige, secondo la lingua che parlano, costituendosi, di fatto, la «polizia etnica».
Quando si parla di violazioni, quindi, bisogna stare assolutamente attenti, perché è chiaro che questo ordine del giorno non aveva l'intenzione di violare lo statuto d'autonomia: è facile trincerarsi dietro questioni giuridiche che effettivamente, per chi non le conosce, non sono neanche spiegabili. Si tratta piuttosto di un problema - come abbiamo detto - di sperequazione economica. È chiara la ragione per cui mi asterrò: non ho nessuna intenzione - lo dico ai colleghi della Südtiroler Volkspartei - di fare in modo che alla mia terra arrivino meno soldi, in quanto è palese che verrebbe decurtato il bilancio della nostra terra e quindi, ovviamente, non mi sta bene.Pag. 110
D'altro canto, però, bisogna essere sinceri nell'ammettere che, oggettivamente, il federalismo fiscale come lo intende la provincia autonoma di Bolzano non è lo stesso che intende la Lega Nord: mi dispiace, colleghi della Lega Nord! Quando, infatti, parliamo di federalismo fiscale, significa che non si possono avere gli stessi trasferimenti oggi esistenti; viceversa, vengono chieste le stesse competenze e gli stessi trasferimenti dalla provincia autonoma di Bolzano.
Ciò significa non partecipare al fondo di solidarietà. Purtroppo, certe cose non potete saperle: occorre vivere in quella terra per conoscerle fino in fondo.
Resta il fatto che mi auguro che vi sia un'accelerazione del federalismo fiscale, che è stato chiesto anche dalla Südtiroler Volkspartei - devo ammettere - con grande intelligenza. L'importante è che questo federalismo fiscale, così come verrà attuato in futuro, non disponga i trasferimenti secondo la capacità impositiva, perché evidentemente non sarebbe nei termini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole, la prego! Colleghi c'è la possibilità di segnalare per tempo l'intervento.
LUIGI D'AGRÒ. Mi dispiace, ma non accetto il rimprovero, perché ho segnalato il mio intervento da diverso tempo. Quindi, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, sembra che questo ordine del giorno voglia mettere i cittadini del Veneto contro quelli del Trentino-Alto Adige, negando il fatto che questo fondo di perequazione delle aree di confine nasce da un evento che vede molti comuni veneti chiedere il trasferimento in Trentino-Alto Adige per le condizioni diverse e per gli evidenti trasferimenti che avvengono in quella sede rispetto al Veneto.
Se il Governo con l'articolo 35 istituisce un fondo di 25 milioni di euro, ha capito che non si può svuotare tutta l'area di confine del Veneto solo perché c'è questo tipo di diversità di trattamento da parte della popolazione.
Faccio presente che la capacità di spesa di un cittadino del Trentino-Alto Adige - faccio una media tra la provincia di Trento e quella di Bolzano - è di circa 9 mila euro, contro i 2.500 di un cittadino veneto.
Questo ci porta anche a un altro tipo di considerazione, che non fa solo riferimento al rapporto fra regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale. Purtroppo, anche all'interno delle regioni a statuto ordinario succede che vi sia un trasferimento diverso in ragione della spesa storica.
Dovremmo sempre più avviarci verso un fondo di perequazione che effettui trasferimenti da parte dello Stato nei confronti delle autonomie locali in funzione della ragione di un trasferimento pro capite, non legato al fatto che chi ha speso di più debba continuare a ricevere ancora di più.
Faccio anche un'altra considerazione: quest'Aula pensi solo alla diversità che esiste fra le due finanziarie della regione Veneto e della regione Trentino-Alto Adige (Tecnofin per il Trentino-Alto Adige, da una parte, e Veneto Sviluppo dall'altra). In occasione di problemi che possono riguardare attività industriali, in particolare con grandi difficoltà per l'occupazione, sappiamo perfettamente che Tecnofin entra, addirittura, come una sorta di nuova partecipazione statale nella partecipazione azionaria delle aziende in crisi (ciò che non può assolutamente fare la regione Veneto), configurando, peraltro, per alcuni aspetti, un'indebita ingerenza di aiuti al sistema economico, contravvenendo anche alle disposizioni della Comunità europea sugli aiuti alle imprese.
È una provocazione e lo capisco: dire che questi 25 milioni di euro non devonoPag. 111appartenere esclusivamente alla cosiddetta fiscalità generale, ma che devono trovare una compartecipazione da parte del Trentino-Alto Adige, è una provocazione e la capisco fino in fondo! Essa pone, però, un grande problema, che deve arrivare all'attenzione del Parlamento, perché, per esempio, nella prossima finanziaria un atto forte da parte del Governo sarebbe quello di individuare già forme di perequazione diverse nei trasferimenti, che potrebbero far sì che queste diversità che sono state evidenziate nelle aree di confine abbiano, in qualche modo, un diverso rapporto.
In altri termini, quello che da molti anni denunciamo in quest'aula circa la sperequazione tra enti locali ricchi, perché hanno speso molto a suo tempo, ed enti locali poveri, perché sono stati virtuosi un tempo, dovrebbe essere sanata. Ciò potrebbe risolvere, anche in parte, le difficoltà che trovano le aree di confine venete nei confronti delle regioni contermini a statuto speciale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/3194/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 451
Astenuti 23
Maggioranza 226
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 262).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Galletti accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/103.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Formisano n. 9/3194/104.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Formisano n. 9/3194/104, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 461
Astenuti 16
Maggioranza 231
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 261).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Peretti n. 9/3194/105, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Perugia n. 9/3194/106, Antinucci n. 9/3194/107 e Turci n. 9/3194/108 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Di Gioia accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/109.
Prendo atto che l'onorevole Crema non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/110, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Buemi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/111, accettato dal Governo limitatamente ai primi due capoversi del dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Foti n. 9/3194/112 e stato accettato dal Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 112MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Pedrini n. 9/3194/113 è la seguente: «impegna il Governo ad adottare iniziative normative volte a garantire la gestione pubblica dei servizi idrici».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pedrini accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/113.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Astore n. 9/3194/114, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori hanno ritirato l'ordine del giorno Porfidia n. 9/3194/115.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Moroni n. 9/3194/116.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moroni n. 9/3194/116, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 257).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Migliori n. 9/3194/117.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, mi affido alla cortese attenzione del sottosegretario.
Ho presentato questo ordine del giorno, non a caso, perché il Ministro Chiti ha già annunciato ufficialmente da parte del Governo la disponibilità di queste risorse finalizzate alla realizzazione del nuovo Polo musicale fiorentino all'interno delle previsioni complessive di spesa per le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità nazionale.
Mi permetto quindi di insistere sul testo originario dell'ordine del giorno, perché non comprendo le ragioni per le quali il Governo voglia smentire se stesso rispetto a un annuncio già fatto.
Voglio dire al sottosegretario che questa cifra, inserita senza alcun tipo di allocazione prevista, da spendere, tra l'altro, entro il 2007, finisce per essere non una occasione di Governo, ma un'occasione propagandistica. Penso che anche per la serietà degli impegni previsti per le città, che in qualche misura sono da collocare con attenzione nella storia del processo unitario del nostro Paese, il Governo dovrebbe fare uno sforzo al riguardo.
Invito anche i colleghi fiorentini della maggioranza a una riflessione, affinché il Governo non voglia qui smentire quello che già ha detto sul territorio, rispetto al comune di Firenze e alla regione Toscana.
PRESIDENTE. Onorevole Migliori, non so se poi vorrà intervenire il sottosegretario, da lei sollecitato e forse anche dall'onorevole Spini che ha chiesto ora la parola e gliela concederò; però, lei dovrebbe dire se accetta la riformulazione.
RICCARDO MIGLIORI. No, signor Presidente, non accetto la riformulazione e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Onorevoli colleghi, siamo di fronte a una possibilità politica molto interessante: vedere le affermazioni di un Ministro suffragate anche da un ordine del giorno dell'opposizione. SiPag. 113tratta, quindi, di una presa di posizione bipartisan, che secondo me è fortemente augurabile.
Allora, lasciate che unisca anch'io le mie espressioni a quelle dell'onorevole Migliori. Se il Ministro Chiti, dall'alto della sua autorevolezza, ha ritenuto giusto che all'interno delle celebrazioni dell'Unità d'Italia si potesse ricordare il ruolo di Firenze negli anni 1859-1961 e come capitale del Regno d'Italia e il significato del Maggio musicale fiorentino, e un deputato valoroso dell'opposizione, come Riccardo Migliori, intende suffragarla con un ordine del giorno, non vedo perché noi deputati della maggioranza dovremmo frustrare questi nobili proponimenti.
Pertanto, anche io voterò a favore dell'ordine del giorno dell'onorevole Migliori nella sua originaria formulazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Migliori n. 9/3194/117, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 474
Astenuti 4
Maggioranza 238
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 272).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/3194/118.
Prendo, altresì, atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n. 9/3194/119, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/3194/119, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Vichi ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Ceccuzzi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/120, accolto come raccomandazione dal Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, desidero modificare il parere espresso sull'ordine del giorno Barani n. 9/3194/121. Il Governo accetta l'ordine del giorno purché la parte dispositiva sia modificata nel senso di sostituire le parole «ad adottare» con le parole: «a valutare».
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barani n. 9/3194/121.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Catone n. 9/3194/122.
Pag. 114
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Catone n. 9/3194/122, accolto come raccomandazione dal Governo, Zeller n. 9/3194/123, accettato dal Governo, Brugger n. 9/3194/124, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Verro accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/125, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo, inoltre, atto che l'onorevole Villetti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/126, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Falomi n. 9/3194/127, Angelo Piazza n. 9/3194/128, Airaghi n. 9/3194/129, accettati dal Governo.
TINO IANNUZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Un momento, onorevole Iannuzzi.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, desidero modificare il parere espresso sull'ordine del giorno Colucci n. 9/3194/131. Il Governo accetta l'ordine del giorno, limitatamente alla parte dispositiva, a condizione che quest'ultima sia riformulata come segue: «a valutare la possibilità di utilizzare parte delle risorse disponibili anche per i comuni che abbiano, con specifici atti deliberativi, attivato l'accordo di programma».
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo pertanto ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Colucci n. 9/3194/131, accettato dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.
SALVATORE TOMASELLI. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
TINO IANNUZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, prima non potevo darle la parola poiché dovevano pronunciarsi i firmatari. Dal momento che, avendo essi acconsentito alla riformulazione, il Governo accetta l'ordine del giorno, quest'ultimo non viene posto in votazione e non si dà dunque luogo a dibattito.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/3194/132, accolto come raccomandazione dal Governo.
GASPARE GIUDICE. No, signor Presidente, non insistiamo. Desidero però far notare all'Assemblea, con assoluta serenità, che da taluni mesi il dibattito politico in quest'aula su problemi davvero seri si svolge solo in occasione dell'esame degli ordini del giorno: siamo stati espropriati della possibilità di discussione di emendamenti e di modifiche reali ai disegni di legge. Ormai in quest'Assemblea si discute solo sugli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Andrea Ricci non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/133, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Alberto Giorgetti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/134, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberto Giorgetti n. 9/3194/134, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 265).
Prendo atto che l'onorevole Ascierto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/135, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ascierto n. 9/3194/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 265).
Prendo atto che l'onorevole Taglialatela non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/136, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo all'onorevole Bellotti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/137, accolto come raccomandazione dal Governo.
LUCA BELLOTTI. Sì, signor Presidente, insisto: non mi fido delle raccomandazioni del Governo e preferisco la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellotti n. 9/3194/137, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 267).
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/3194/138.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Buontempo n. 9/3194/139 e Mazzaracchio n. 9/3194/140, accolti come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione e che i presentatori degli ordini del giorno Di Virgilio n. 9/3194/141 e Rao n. 9/3194/142, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Reina n. 9/3194/143, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Minardo n. 9/3194/144.
RICCARDO MINARDO. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Monte n. 9/3194/145, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Oliva n. 9/3194/146, non accettato dal Governo.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che una riflessione, seppur breve, vada fatta sul significato di questo ordine del giorno,Pag. 116perché rispetto alle altre realtà insulari della nostra Nazione si è sempre sostenuta l'opportunità, addirittura la necessità, di assicurare la cosiddetta continuità territoriale, prevedendo quindi collegamenti e facilità di accesso ai mezzi di trasporto che a tale affermazione dessero un significato.
Dall'inizio di questa legislatura - e non vedo altra ragione se non il voto in dissonanza espresso dalla Sicilia rispetto al risultato elettorale - la Sicilia viene penalizzata e di riflesso, peraltro, viene penalizzata anche la Calabria che è contermine, visto che lo Stretto resta una piccola anomalia rispetto ad una continuità territoriale fisica che purtroppo non c'è.
La Sicilia viene penalizzata in tutti i modi: noi non abbiamo la possibilità di accesso facilitato al trasporto, né abbiamo - allo stato e con l'accantonamento della realizzazione del ponte sullo Stretto che è diventato, al momento, definitivo - la possibilità di un collegamento viario con il resto del Paese.
Da alcuni mesi non abbiamo più nemmeno i treni a lunga percorrenza, che probabilmente in una logica aziendalistica, laddove non assicurino la redditività delle tratte, andrebbero rivisitati, ma nel momento in cui la società per azioni che gestisce le ferrovie italiane è a totale partecipazione pubblica - cioè è fatta con i soldi dello Stato - non si giustifica il fatto che i treni a lunga percorrenza, ancorché poco remunerativi (peraltro, nessuno ha dimostrato che non siano sufficientemente remunerativi), non debbano essere mantenuti come intervento sociale e politico teso ad assicurare quella continuità territoriale che alla Sicilia viene negata.
Credo che sotto questo profilo il Governo possa e debba riconsiderare il parere contrario espresso rispetto a questa proposizione, perché diversamente, in prospettiva, il perseverare in una valutazione negativa dell'ordine del giorno in esame significa rimettere in discussione - e lo faremo sempre e comunque, se questa fosse la scelta definitiva del Governo - il principio di continuità territoriale rispetto a tutte le realtà insulari della nostra Nazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliva n. 9/3194/146, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 455
Astenuti 17
Maggioranza 228
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Neri n. 9/3194/147, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Neri, ormai ho indetto la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 275).
Prendo atto che i deputati Mura e Rao hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
SEBASTIANO NERI. Presidente, avevo chiesto di parlare.
Pag. 117PRESIDENTE. Ormai avevo aperto la votazione e non potevo concederle nuovamente la parola.
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, tutte le volte che era stata indetta la votazione e non era stata vista la richiesta di intervento, si è revocata la votazione e si è concessa la parola.
PRESIDENTE. Onorevole Neri, io la stavo guardando e ho visto che lei ha alzato la mano dopo che ho indetto la votazione. In questo caso, ciò che lei afferma non è possibile.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, constato che lei si allinea al fair play del Presidente della Camera, forte con i deboli. Abbiamo il torto di essere un piccolo gruppo e, quindi, di determinare da parte della Presidenza un atteggiamento diverso.
PRESIDENTE. No, non mi allineo, ma le racconto quanto è avvenuto. Prima le ho concesso la parola senza difficoltà.
SEBASTIANO NERI. La ringrazio per non avermi concesso la parola.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bezzi n. 9/3194/148 e Fabris n. 9/3194/149, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Morrone n. 9/3194/150 e Satta n. 9/3194/151, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Rossi Gasparrini n. 9/3194/152, Del Mese n. 9/3194/153, Vacca n. 9/3194/155, Tranfaglia n. 9/3194/156, Ferdinando Benito Pignataro n. 9/3194/157 e Sgobio n. 9/3194/158, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Diliberto accetta la riformulazione proposta, e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/159.
Prendo atto che l'onorevole Bellillo accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/160.
Prendo atto che l'onorevole Napoletano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/161, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al presentatore dell'ordine del giorno Longhi n. 9/3194/162 se accetti la riformulazione proposta dal Governo.
ALEANDRO LONGHI. Signor Presidente, mi sembra che vi sia una contraddizione se lo confrontiamo con l'ordine del giorno Migliori n. 9/3194/117, che sarebbe stato accolto in caso di mancanza della cifra. Nell'ordine del giorno in esame non viene indicata una cifra, ma vi è una quota di riferimento, che non indica quanto si dovrebbe stornare. Potremmo eliminare anche il riferimento a tale quota significativa dei 10 milioni e 600 mila euro, e menzionare, invece, una quota significativa dei finanziamenti destinati alla regione Liguria, al comune di Genova, per ristrutturare le ex scuderie della Villa Rossi.
Desidero, almeno, lo stesso trattamento dell'onorevole Migliori.
PRESIDENTE. Se ho inteso bene, il Governo ha proposto una riformulazione. L'onorevole Longhi non la accoglie e ne propone, a sua volta, un'altra. È così?
ALEANDRO LONGHI. Almeno provare!
PRESIDENTE. Il sottosegretario intende proporre una riformulazione simile a quella suggerita dall'onorevole Longhi?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo propone di riformulare il dispositivo nei seguenti termini: «Impegna il Governo a valutare l'opportunitàPag. 118di destinare al comune di Genova le risorse necessarie alla ristrutturazione delle ex scuderie della Villa Rossi».
PRESIDENTE. Sta bene tale riformulazione?
ALEANDRO LONGHI. Il Governo deve accettare l'ordine del giorno in esame e non accoglierlo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Questo lo decide il sottosegretario.
ALEANDRO LONGHI. Il rappresentante del Governo esprima, dunque, il parere.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Longhi, se lei accetta tale riformulazione, il parere è favorevole. Tuttavia, non si deve fare riferimento all'articolo 36 del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159.
PRESIDENTE. Onorevole Longhi?
ALEANDRO LONGHI. Accetto la riformulazione proposta dal Governo. Pertanto, si intende che, in riferimento a tale riformulazione, abbia accettato il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se non sbaglio, il Governo chiede che nella premessa sia anche soppresso il riferimento all'articolo 36 del decreto-legge.
ALEANDRO LONGHI. Signor Presidente, l'articolo 36 autorizza una spesa pari a 140 milioni di euro. Se tale indicazione viene eliminata, cosa resta?
PRESIDENTE. Onorevole Lettieri ci riassuma, per cortesia, il parere del Governo e la sua proposta di riformulazione.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, c'è un problema di specificazione perché il programma di spesa dei 140 milioni di euro per l'anno 2007... (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare il sottosegretario, per cortesia.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ritengo di poterlo accogliere come raccomandazione se si fa un riferimento specifico. Infatti, non ho avuto la possibilità di valutare le disponibilità effettive.
EMANUELE FIANO. Signor sottosegretario, l'onorevole Longhi è da quella parte!
PRESIDENTE. Onorevole Lettieri, le segnalano che il presentatore è alla sua sinistra.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo scusa. Il parere è favorevole, se riformulato nel senso precedentemente indicato e con il riferimento all'articolo 36.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore accoglie la riformulazione proposta.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa? Se il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo, l'ordine del giorno Longhi n.9/3194/162 è stato accolto e quindi non può intervenire poiché non si apre un dibattito su questo.
GUIDO CROSETTO. Mi scusi, signor Presidente, ma io non ho mai visto destinare risorse finanziarie con un ordine del giorno in modo puntuale: o si destinano con la legge finanziaria o con un'altra legge. Destinare specificamente risorse finanziarie accogliendo un ordine del giorno relativo ad un intervento specifico non è mai accaduto.Pag. 119
Per tale motivo inviterei il Governo, non avendo nulla contro l'ordine del giorno Longhi n. 9/3194/162, a non creare un precedente che trovo assurdo.
PRESIDENTE. Come vede, onorevole Crosetto, la formula del dispositivo dell'ordine del giorno Longhi n. 9/3194/162 è «valutare l'opportunità di destinare». Non si tratta, pertanto, di una destinazione puntuale, che non è possibile effettuare con un ordine del giorno.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cesini n. 9/3194/163, accettato limitatamente ai primi due capoversi del dispositivo.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/3194/164 accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore del successivo ordine del giorno Garavaglia n. 9/3194/165, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/3194/165, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Rao ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Dioguardi e De Cristofaro hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bodega n. 9/3194/166, non accettato dal Governo.
LORENZO BODEGA. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare come, da una parte, il centrosinistra vuole togliere il precariato come formula di lavoro, mentre dall'altra, consente nel caso presente ai comuni con abitanti inferiori a cinquemila, come nel precedente ordine del giorno non accettato dal Governo, di assumere ulteriore personale con la formula dei lavori socialmente utili.
Già nella dichiarazione di voto sulla questione di fiducia di ieri sono state evidenziate simili anomalie verificatesi in determinate parti della regione. Desideravo soffermarmi sull'argomento per evidenziare come vi sia una contraddizione in termini. È come se a volte i lavori socialmente utili abbiano colto alcuni obiettivi, ma tante altre volte si siano rivelati semplicemente un contenitore per «lazzaroni» e nullafacenti.
Si è presentato l'ordine del giorno Bodega n. 9/3194/166, affinché il Governo si impegnasse a combattere, come ha dichiarato nel programma e come sta facendo, tutte le formule che comunque aumentano il precariato nel mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bodega n. 9/3194/166, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Amendola ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Fava n. 9/3194/167 accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/3194/170, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/3194/171, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 455
Astenuti 6
Maggioranza 228
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Cota n. 9/3194/172, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Alessandri n. 9/3194/173 non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, sono rimasto sorpreso del parere negativo che ha formulato il sottosegretario Lettieri su questo ordine del giorno. L'ordine del giorno in esame, per chi non lo sapesse, pone all'attenzione dell'Aula il problema del reparto suinicolo in Italia. L'allevamento dei suini è un settore molto forte all'interno del comparto agroalimentare italiano e fornisce dei prodotti che tutti noi conosciamo. Purtroppo, questo settore è percorso da una grave crisi a causa dell'aumento delle materie prime del 36 per cento e della diminuzione dei prezzi alla produzione del 17 per cento.
Con questo ordine del giorno chiediamo di adottare opportuni specifici interventi per far fronte a questa crisi di mercato e favorire le intese tra le filiere per una più equa distribuzione del valore all'interno della filiera stessa, attivando tutte quelle modalità, al fine di apporre l'etichetta di origine del prodotto. Per quanto riguarda, per esempio, il prosciutto cotto, le cosce provengono dai Paesi europei (non sono di produzione italiana). Con l'ordine del giorno in esame vogliamo dare un contributo a questo comparto. Mi auguro che il Governo esprima parere favorevole, signor sottosegretario, perché penso che anche gli altri colleghi della Commissione agricoltura siano concordi con il parere favorevole a questo ordine del giorno. Pertanto, mi aspetto una modifica del parere precedentemente espresso dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.
ANGELO ALBERTO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno e chiedere che ilPag. 121Governo esprima un parere favorevole, perché si tratta di un settore che sta vivendo una crisi profonda e ha bisogno di un segnale preciso da parte del Governo. Peraltro il dispositivo, così com'è stato predisposto nell'ordine del giorno Alessandri n. 9/3194/173, lascia ampia facoltà di manovra al Governo per individuare gli strumenti più opportuni al fine di sostenere il settore. Per questo motivo ritengo che il Governo possa accogliere questa proposta.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ringrazio anche gli onorevoli Alessandri e Zucchi per aver posto un problema, non ho difficoltà a dirlo, che ho avuto modo di approfondire con i membri della Commissione agricoltura a margine della seduta antimeridiana. Il problema è reale e pertanto il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Filippi n. 9/3194/175, non accettato dal Governo.
ALBERTO FILIPPI. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, spero che il Governo cambi opinione anche nel caso dell'ordine del giorno che ho presentato. Sorrido, ma in realtà ci sarebbe da piangere. Faccio riferimento all'articolo 36 del provvedimento, dove si spendono 140 milioni per festeggiamenti per l'anniversario dei 150 anni dell'unità d'Italia.
Si spendono immediatamente questi soldi, mentre, caro Governo, abbiamo un Paese che è alla fame, con famiglie che non arrivano alla fine del mese. Nel giro di poche settimane vogliamo spendere 140 milioni. La Lega Nord ha chiesto quantomeno di non continuare a spenderne degli altri in tal modo in futuro, visto che questi ormai sono destinati.
ROBERTO MENIA. Basta! Basta! Smettila! Pagliaccio!
MAURIZIO FUGATTI. Presidente, dica qualcosa!
PRESIDENTE. Onorevole Menia, per cortesia.
ALBERTO FILIPPI. ...Qui si parla di soldi. Non entro nel merito della questione. Invece di imitare tanto i brasiliani che al momento del carnevale pensano a sprecare denaro ed a essere goliardici - chiedo l'attenzione del Governo - vediamo di evitare in futuro di aggiungere a questi quasi 300 miliardi di vecchie lire altri soldi per festeggiamenti di questo evento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippi n. 9/3194/175, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 447
Astenuti 13
Maggioranza 224
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 319).
Prendo atto che il deputato Fabbri ha segnalato che non è riuscito a votare e che le deputate Santelli e Bertolini hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fugatti n. 9/3194/176, non accettato dal Governo.
MAURIZIO FUGATTI. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno si intende intervenire su uno dei provvedimenti più odiosi in materia fiscale, tra quelli varati dall'attuale Governo; mi riferisco alla sanzione comminata per la mancata emissione dello scontrino.
Se il Governo vuole far chiudere le attività commerciali per tre o quattro scontrini non emessi - proposta sulla quale ci siamo dichiarati contrari già dal momento della presentazione del provvedimento - introduca almeno una soglia, signor sottosegretario, oltre la quale applicare la sanzione dovuta alla mancata emissione dello scontrino! Non si può far chiudere un'attività perché l'esercente non ha fatto lo scontrino per un caffè, per una pallina di gelato o per un panino!
Introduciamo una soglia (di dieci, venti o trenta euro, decidetelo voi!) anche per dare un senso di serietà al provvedimento, perché a volte la mancata emissione di uno scontrino non è dettata dalla volontà di evadere, ma da motivazioni oggettive, come accade, ad esempio, quando vi è ressa nel negozio, ci si sbaglia o la cameriera che è appena stata assunta non riesce a battere lo scontrino. Prendiamo come riferimento un valore realistico, non gli 0,85 centesimi di euro pari al costo di un caffè per cui si può chiudere un'attività! Riferiamoci ad una soglia di dieci, venti, trenta o cinquanta euro, anche se noi vorremmo eliminare del tutto tale misura.
Introdurre un limite oltre il quale far scattare la sanzione ci pare una cosa di buonsenso, necessaria anche a dare una certa garanzia alle attività commerciali, perché un gestore può violare l'obbligo di emettere lo scontrino semplicemente perché se ne dimentica o sbaglia; non vi è sempre una volontà di evadere. Introduciamo, dunque, una soglia, superata la quale scatta l'applicazione della sanzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/3194/176, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/3194/177, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo altresì atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lussana n. 9/3194/178, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lussana n. 9/3194/178, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 457
Astenuti 4
Maggioranza 229
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3194/179, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3194/179, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 459
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 252).
Pregherei l'onorevole sottosegretario di ricordare il parere del Governo sull'ordine del giorno Dussin n. 9/3194/180.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Dussin n. 9/3194/180 se riformulato, aggiungendo nel dispositivo le parole: «fermo restando le scelte operate con delibera del CIPE o altri atti governativi».
PRESIDENTE. Sottosegretario Lettieri, l'aggiunta deve essere fatta alla fine del dispositivo?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, dopo le parole: «valichi alpini».
PRESIDENTE. Se ho ben compreso, il Governo propone di aggiungere le parole alla fine del dispositivo. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Dussin n. 9/3194/180.
GUIDO DUSSIN. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, la riformulazione proposta dal Governo significa snaturare completamente l'ordine del giorno, le cui finalità sono nobili, perché si tratta di aggiungere strade di collegamento ai «corridoi» importanti del nostro Paese, senza alcuna aggiunta di risorse e operando nell'ambito delle provviste dell'ANAS. Mi sembra che ciò sia accettabile, tant'è che lei, signor sottosegretario, ha accettato il dispositivo del mio ordine del giorno. Non riesco a capire perché voglia aggiungere questa parte finale allo stesso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dussin n. 9/3194/180, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.Pag. 124
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pini n. 9/3194/181, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/3194/182, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3194/182, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/3194/183, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3194/184, accolto come raccomandazione dal Governo.
PAOLO GRIMOLDI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, insisto per la votazione per due ordini di motivi. Il primo è di carattere economico, in quanto accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione significa poco, dato che si tratta dell'interramento delle ferrovie nord nel tratto brianzolo. La realtà brianzola da sola, ogni anno, paga quasi, fra imposte dirette e indirette, 9 miliardi di euro allo Stato centrale, mentre l'interramento costerebbe circa 50 milioni e interesserebbe, tra l'altro, la città di Seveso, che da sola, tra imposte dirette e indirette, ogni anno paga 136 milioni di euro allo Stato centrale. Quindi, la sola di città di Seveso, se si tenesse i suoi soldi o almeno il loro 50 per cento, in un solo anno potrebbe realizzare l'interramento che, invece, aspetta da decenni.
Il secondo ordine di motivi, invece, è di carattere politico, in quanto Seveso è una delle poche città che questa primavera voterà per rinnovare la sua amministrazione e per eleggere il sindaco. A livello locale i partiti, rappresentati anche in aula, promettono mari e monti sull'interramento. Io, invece, insisto per la votazione, in quanto voglio vedere chi chiacchiera sull'interramento in vista delle amministrative di questa primavera e chi, invece, condivide che i soldi dei brianzoli restino in Brianza per interrare queste benedette ferrovie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3194/184, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 439
Astenuti 12
Maggioranza 220
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 248).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gibelli n. 9/3194/185, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo il motivo perPag. 125cui accoglie l'ordine del giorno solo come la raccomandazione, in quanto si tratta di un impegno generico in relazione agli investimenti programmati e legati al corridoio 5 ed è imbarazzante comprendere quale sia la posizione del Governo sulle infrastrutture.
Dato che non vi è una specificazione, ma si tratta di un impegno di carattere generale e, quindi, politico, mi chiedo dove sia il problema.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'onorevole Gibelli, come qualsiasi altro parlamentare, ha diritto ad una risposta e ad una valutazione.
La premessa è inaccettabile da parte del Governo per il pregiudizio politico negativo che lei ha ritenuto di dover esprimere. Per quanto riguarda, invece, il dispositivo, lo si accoglie come raccomandazione in quanto il Governo non è in grado, oggi, di verificare la quantificazione degli oneri finanziari necessari. Quindi, vi è un impegno di carattere assolutamente generico.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Gibelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194/185.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/3194/185, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 431
Astenuti 17
Maggioranza 216
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 250).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caruso n. 9/ 3194/186, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bocciardo n. 9/3194/187, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 438
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 242).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/3194/188, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 437
Astenuti 7
Maggioranza 219
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 242).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimaldi n. 9/3194/189, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 440
Astenuti 5
Maggioranza 221
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 240).
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cordoni n. 9/3194/190, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo, infine, che l'ordine del giorno Franci n. 9/3194/191 e stato accettato dal Governo.
È così concluso l'esame degli ordini del giorno.
Il voto finale, previe dichiarazioni di voto, avrà luogo nella seduta di domani.