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Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 20,17).
DANIELE GALLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare nuovamente il Governo a fornire una risposta ad una mia interrogazione a risposta scritta (la n. 4-04234 del 3 luglio 2007), indirizzata al Ministro della giustizia e riguardante il tribunale di Borgomanero e il decentramento di parte delle funzioni dello stesso al tribunale di Novara. È chiaro che il disagio che ciò crea alla popolazione (circa 90 mila abitanti, infatti, gravitano sul centro di Borgomanero) è notevole.
Rammento al Governo, altresì, che non ho ricevuto alcuna risposta alle diciannove interrogazioni - quasi tutte a risposta scritta - che ho presentato da un anno e mezzo.
Sollecito il Governo, pertanto, a essere puntuale nel fornire le risposte, specialmente su questioni urgenti come quella riguardante il tribunale di Borgomanero.
PRESIDENTE. Onorevole Galli, la Presidenza si farà carico di sollecitare laPag. 127risposta del Governo alle interrogazioni da lei richiamate.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, vorrei fare presente a quest'Aula che ieri, 20 novembre, in molte parti del mondo - anche in Italia - si è celebrata la nona giornata del ricordo transgender (Transegender day of remembrance), con veglie, oscuramenti di siti Internet e una giornata di lutto per ricordare le persone transgender morte non per incidenti automobilistici, per malattia o per rapina, ma vittime di crimini di odio, trucidate, massacrate e sfigurate per il fatto di essere trans.
Ricordo le ultime quattro vittime in Italia, tre delle quali uccise in casa (si tratta di un numero elevato, in relazione alla nostra presenza numerica): Tatiana, originaria del Brasile, uccisa il 19 febbraio di quest'anno a Trani, con la testa sbattuta tra la portiera di un'automobile e la carrozzeria; Valentina, sgozzata in casa a Novara; Emanuela, di Pescara, brutalmente assassinata il 21 aprile di quest'anno, con la testa fracassata da sei colpi e la faccia schiacciata sotto un cuscino per soffocarne le grida di aiuto; l'ultima, Stefania, trovata a Roma nel suo appartamento, il 1o agosto di quest'anno, in un bagno di sangue e con il cranio massacrato.
Faccio appello alla sensibilità di tutte le deputate e i deputati che hanno una reazione di orrore e di condanna verso la violenza - perché non esiste una classifica di dignità delle vittime - affinché si contrasti chi compie atti di discriminazione di genere, orientamento sessuale e identità di genere, ma anche chi incita all'odio e alla violenza, armando la mano di altri con un disprezzo che, a volte, diventa complice (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno, Verdi e Misto-Socialisti per la Costituente).
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, desidero rendere noto a lei e ai colleghi che oggi abbiamo presentato al Presidente Bertinotti una lettera nella quale si richiede che il Dalai Lama - che sarà in visita in Italia a metà dicembre - sia invitato a portare un saluto nell'Aula di Montecitorio.
La richiesta è stata sottoscritta da 165 deputati di quasi tutti i gruppi parlamentari e sono sicuro che essa interpreti la volontà di molti altri che non l'hanno sottoscritta.
Ci aspettiamo che il Presidente della Camera valuti la richiesta avanzata da molti parlamentari, tenendo conto che, seppur non esista, nel caso del Parlamento italiano, una prassi consolidata di interventi di grandi personalità esterne al mondo istituzionale italiano, vi sono stati comunque esempi e precedenti di questo tipo. Ci aspettiamo che si tenga conto del fatto che una prassi può comunque essere innovata e, soprattutto, che si consideri la delicatezza del momento e la necessità di testimoniare, da parte del Parlamento e per suo tramite da parte del popolo italiano, la vicinanza alla causa tibetana.
Ricordiamo che si tratta della causa dell'autonomia e non dell'indipendenza tibetana, interpretata dal Dalai Lama sempre e costantemente con parole volte alla riconciliazione, contro il terrorismo e per la non violenza. Quindi, mi auguro che il Presidente valuti con decisione, e anche forse con un po' di coraggio, la nostra richiesta.
PRESIDENTE. Come lei stesso ha affermato, la lettera è indirizzata al Presidente della Camera, che effettuerà e renderà note le sue valutazioni.
Pag. 128GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo innanzitutto perché l'Ufficio di Presidenza prenda nota che la richiesta del collega Della Vedova viene sottoscritta anche da me, che non ho firmato in precedenza questo invito.
Il mio intervento, però, intende anche sollecitare il Governo a fornire una risposta ad una mia interrogazione, presentata quasi un anno fa, relativamente a un fatto gravissimo, o per lo meno ritenuto tale non solo dal sottoscritto, ma da tutto il gruppo Lega Nord Padania, che vede il coinvolgimento di un pubblico ministero, che è anche fratello di un personaggio balzato all'onore delle cronache nere per lo scandalo dei servizi segreti.
All'epoca vi sono state intercettazioni pubblicate da uno dei principali quotidiani nazionali, che evidenziavano uno spregio pesante da parte di questo pubblico ministero, tuttora in forza presso la procura di Forlì, nei confronti delle istituzioni.
Ho presentato una interrogazione al Ministro della giustizia - lo ripeto - quasi un anno fa, ma ad essa non è stata data risposta. Il mio sollecito nasce dal fatto che l'attuale procuratore capo della procura di Forlì, alla fine del 2007, ricoprirà un nuovo incarico presso la Corte di appello e che il reggente della procura sarà indicato per anzianità proprio in questo personaggio, che è oggetto di una interrogazione parlamentare specifica.
Nell'interrogazione si chiedeva in maniera chiara una valutazione da parte del Ministro ed eventuali provvedimenti di verifica attraverso gli ispettori, per accertare se questa persona fosse oggettivamente e soggettivamente in grado di svolgere un ruolo così delicato e imparziale come pubblico ministero, viste anche le dichiarazioni rese a mezzo stampa in numerose occasioni.
Peraltro, a tutt'oggi, nessun tipo di risposta è stata fornita. L'urgenza di una risposta non è dettata da un interesse dell'interrogante, ma è a favore dei cittadini, soprattutto della zona del forlivese, perché essi devono sapere se chi va capo di una procura ha l'equilibrio necessario e sufficiente per valutare ciò che effettivamente sta avvenendo, senza utilizzare in maniera impropria l'enorme potere concesso ai pubblici ministeri dal nuovo ordinamento.
Quindi, la sollecito a farsi carico di questa urgenza, affinché la giustizia, che ha già tanti mali, non sia aggravata di un'ulteriore pecca.
PRESIDENTE. Assicuro a lei e all'onorevole Galli, che aveva rivolto un altro sollecito relativo alla sua interrogazione, che la Presidenza si farà carico di trasmettere la vostra richiesta al Governo.
Onorevole Pini, nel caso specifico del suo intervento, dal punto di vista istituzionale non posso non aggiungere che restano salve l'autonomia della magistratura, le norme e le pratiche di autogoverno della stessa, che comportano che non sia il Parlamento o il Governo, ma il Consiglio superiore della magistratura, ad assumere decisioni di questo tipo.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ieri si è celebrata la giornata internazionale per i diritti dell'infanzia. Il Parlamento ha commesso una grave mancanza: non vi è stato alcun dibattito né alcun intervento.
Credo che sia stata una mancanza gravissima, non in linea con quanto sta facendo la Camera dei deputati, dove sono state presentate proposte di legge per istituire il garante sull'infanzia.
Il Capo dello Stato ieri è stato uno dei più sensibili tra i personaggi al vertice delle istituzioni.
Però, il Capo dello Stato avrebbe dovuto richiamare la Camera, anche attraverso un messaggio al Parlamento, chiedendo perché in Italia, nel giorno in cui l'ONU dichiara la giornata internazionalePag. 129per i minori, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica si rifiutano di calendarizzare le proposte di legge che sono state presentate per istituire la figura del garante per l'infanzia.
Non lo chiedono solo i parlamentari - tra cui il sottoscritto - che hanno presentato le proposte di legge, ma ce lo hanno ricordato l'ONU, richiamando l'Italia per questa inadempienza, e la Comunità europea, che per ben sei volte ha richiamato il Parlamento italiano al dovere di istituire la figura del garante per l'infanzia.
So bene che la programmazione dei lavori della Camera viene definita dai presidenti di gruppo e che i gruppi stessi hanno titolo per decidere cosa deve essere portato all'attenzione della Camera: non è una competenza specifica della Presidenza. Tuttavia, onorevole Leoni, nel momento in cui vi è un richiamo a livello internazionale, da parte dell'ONU e della Comunità europea, ufficialmente, considerato ciò che sta avvenendo nel mondo e sui bambini, anche in Italia (mi riferisco allo sfruttamento, alla schiavitù, alla vendita degli organi, alle violenze sessuali), credo che il Presidente della Camera potrebbe inviare una lettera ai presidenti dei gruppi parlamentari per sottolineare il fatto che la questione non verte sulla calendarizzazione della proposta di questo o quel deputato; infatti, lo stesso Governo, attraverso ben due Ministri, in convegni, conferenze stampa e dichiarazioni, ha ammesso tale nostra carenza e si era impegnato, entro l'anno scorso, a fare in modo che le proposte del Parlamento o le proposte del Governo venissero portate all'attenzione della Camera.
In conclusione, credo che si tratti di una brutta pagina della nostra storia parlamentare, perché sono circa dieci anni che il Parlamento italiano non ottempera a un suo dovere. Diventa poco serio aderire alle dichiarazioni dell'ONU e quando poi l'ONU ci chiede di tutelare i minori, che rappresentano la grave emergenza di una società moderna, la Camera latita.
Vi è un'altra strada, Presidente Leoni, che si può praticare e che può essere di competenza del Presidente della Camera e della Presidenza: portare attenzione dell'Assemblea la risoluzione dell'ONU relativa all'istituzione del garante dell'infanzia; poi, successivamente, i partiti decideranno come procedere (quale figura prevedere, i modi per la sua elezione, di quali poteri disporrà, se sarà una figura solo centrale o anche decentrata).
Il Parlamento italiano non può ignorare tale risoluzione, non può astenersi da qualunque iniziativa, rischiando magari (siccome i partiti bisticciano tra loro sulla ripartizione anche di questa carica, cioè non sono d'accordo su chi deve ricoprire tale ruolo, su come eleggerlo e su quali poteri deve avere) di fare una brutta figura a livello internazionale.
Pertanto, la ringrazio e mi auguro che il Presidente di turno della Camera voglia far presente al Presidente Bertinotti questa mia richiesta e che, comunque, si rifletta su come evitare di protrarre tale inadempienza.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Buontempo, lei stesso ha ricordato le procedure ordinarie. Io ricordo, inoltre, il fatto che vi è una Commissione parlamentare bicamerale sui problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, la cui presidente, tra l'altro, ieri ha parlato al Quirinale in occasione della cerimonia che lei ha ricordato.
Comunque, visto il valore politico del suo sollecito, lo rappresenterò al Presidente della Camera.
GIORGIO MERLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO MERLO. Signor Presidente, chiedo la sua attenzione su una questione che oggi, in giornata, ha dominato il dibattito politico e non solo, dopo la pubblicazione sul quotidiano la Repubblica di due pagine riguardanti presunte intercettazioni sui rapporti tra esponenti e dirigenti del servizio pubblico RAI ed esponenti, dirigenti e giornalisti della rete Mediaset.Pag. 130
Nel pieno rispetto delle procedure che sono già state innescate e nel pieno rispetto delle garanzie per le persone coinvolte, nessuno vuole criminalizzare nessuno e nessuno vuole ergersi a tribunale, né dare sentenze o infliggere sanzioni. Tuttavia, le notizie di oggi hanno aperto uno squarcio preoccupante sull'informazione nel nostro Paese: tutte le testate giornalistiche del servizio pubblico, stasera e in giornata, hanno aperto i loro telegiornali con questa notizia e sono piovute dichiarazioni di molti esponenti politici. Vi è molta preoccupazione nel mondo politico italiano e nel mondo dell'informazione.
Nel pomeriggio, la Commissione bicamerale parlamentare di vigilanza sulla RAI, nel suo ufficio di presidenza, ha dedicato un lungo dibattito al tema, delegando il presidente, l'onorevole Landolfi, ad assumere decisioni volte ad ottenere informazioni tempestive sull'indagine aperta dall'ufficio legale della RAI. Vi è stata, dunque, una presa di posizione precisa anche da parte della citata Commissione bicamerale.
C'è una forte preoccupazione nel mondo della RAI: oggi sono state convocate assemblee dei giornalisti e dei lavoratori; vi sono preoccupazione e indignazione e, soprattutto, sale la preoccupazione di questi lavoratori circa il tentativo - adopero sempre il condizionale - di svuotamento e di indebolimento del servizio pubblico a vantaggio della concorrenza. Si tratterebbe di un indebolimento che proviene - questo è il lato inquietante - dall'interno dell'azienda stessa.
Senza aprire un dibattito in questo momento, io le chiedo, signor Presidente, che domani, appena possibile, il Governo venga a riferire in Assemblea - lo ripeto - nel rispetto delle garanzie di tutte le persone coinvolte, per dire una parola chiara sullo stato dell'arte e, soprattutto, per tranquillizzare i lavoratori dell'informazione del servizio pubblico e tutti coloro che pagano il canone e che vogliono una RAI trasparente, autorevole, credibile e prestigiosa.
Oggi è una pagina triste ed inquietante per il servizio pubblico. Credo che su questo tema, anche in Assemblea, si debba aprire un dibattito. Per tale motivo, le rivolgo - e concludo - la richiesta di invitare il Governo a riferire in Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Naturalmente, rappresenterò questa sua richiesta. La Presidenza ribadisce che la sede propria è esattamente quella della Commissione parlamentare di vigilanza.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo velocemente solo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione che ho presentato già diversi mesi fa sul problema dei precari e sui punteggi che vengono loro assegnati, che abbiano lavorato o meno in situazioni disagiate in montagna.
Con l'occasione vorrei ringraziare gli uffici, che hanno sollecitato al Governo per cinque, sei volte le stesse interrogazioni (ogni volta, arriva la comunicazione che è stato sollecitato il Governo, il quale, però, continua a non rispondere). Mi chiedo se è serietà, perché ad alcune interrogazioni che sono state sollecitate in quest'Aula, chiedendo la parola, come questa sera, cinque o sei volte addirittura, non è stata data risposta.
Penso che la Presidenza della Camera dovrebbe fare un monitoraggio - lo avevo già chiesto - sugli strumenti di sindacato ispettivo particolarmente datati, chiedendosi anche perché non si dia retta al potere legislativo, da parte dell'Esecutivo, qualunque ne sia il colore politico, quando chiede di avere dei chiarimenti. Che razza di potere ispettivo è se non si ottiene risposta?
PRESIDENTE. Naturalmente la Presidenza prende atto delle sue dichiarazioni e si attiverà nella direzione da lei sollecitata.
GIORGIO LAINATI. Chiedo di parlare.
Pag. 131PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LAINATI. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia ritiene impropria la richiesta che le ha rivolto l'onorevole Merlo pochi istanti fa. Infatti, se è vero che oggi pomeriggio abbiamo avuto una lunga discussione nell'ufficio di presidenza della Commissione bicamerale parlamentare di vigilanza sulla RAI sulle vicende che sono all'attenzione del mondo dell'informazione per quanto riguarda presunte intercettazioni tra dirigenti RAI e Mediaset, è altrettanto vero che a tranquillizzare gli 11 mila dipendenti del servizio pubblico e le migliaia di collaboratori vi sono i risultati degli ultimi cinque anni di gestione della concessionaria del servizio pubblico. Sono cinque anni, onorevole Presidente, che vedono la RAI costantemente vittoriosa rispetto alla concorrenza e, in particolare, la rete più importante - ossia, il servizio pubblico di RAI1 - ha sconfitto, in ben otto periodi di garanzia, la concorrenza di Canale 5. Dunque, già questo dovrebbe bastare per fare chiarezza.
Comunque, signor Presidente, mi sembra opportuno quanto lei ha ricordato, ossia che è la Commissione bicamerale parlamentare di vigilanza sulla RAI ad avere la responsabilità di gestire questa delicata situazione. Pertanto, ritengo - a nome di Forza Italia - di poter ribadire l'inutilità di richiedere la presenza del Ministro delle comunicazioni in questa sede.
MARCO AIRAGHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Signor Presidente, intervengo solamente per sollecitare la risposta ad una mia interrogazione presentata in Commissione già in data 16 maggio 2007: si tratta dell'interrogazione n. 5/01039 al Ministro dell'economia e delle finanze.
Mi permetto di sollecitare questa risposta, perché essa riguarda il tiro a segno nazionale di Gallarate, in particolare con riferimento ad un decreto in cui il Ministro, praticamente, mette in vendita questi terreni demaniali.
Si chiede una risposta semplicissima relativa all'interpretazione di una dicitura contenuta in tale decreto: cosa si intende con l'espressione «area esterna», indicata tra parentesi al punto 100 dell'allegato A del decreto.
Il fatto che, dopo sei mesi, il Ministro non abbia ancora trovato il tempo, tramite i suoi uffici, di rispondere a questa interrogazione, è veramente difficile da credere. Va bene che il Ministro non abbia rispetto dell'opposizione, tuttavia mi sembra da evitare che non lo abbia nei confronti dei cittadini di Gallarate, iscritti a questo storico tiro a segno.
La prego, pertanto, di sollecitare al Ministro la risposta a questa interrogazione.
PRESIDENTE. La Presidenza si attiverà senz'altro a questo scopo.