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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Ipotesi di vendita da parte dell'Eni di stazioni di servizio Agip - n. 2-00826)
PRESIDENTE. Il deputato Dionisi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00826, concernente ipotesi di vendita da parte dell'Eni di stazioni di servizio Agip (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, la rete di distribuzione dell'Agip in Italia consta di oltre 4 mila stazioni di servizio e copre una quota di mercato pari circa al 30 per cento. Dopo una profondaPag. 69ristrutturazione, che ha visto la progressiva riduzione del numero delle stazioni di servizio della rete Agip e che si è praticamente conclusa con la vendita dell'IP all'Api, i risultati economici di questa rete di distribuzione sono ormai positivi da anni.
Talune notizie comparse recentemente sulla stampa specializzata nel settore petrolifero nazionale indicano un'ipotesi di vendita di circa mille stazioni di servizio e di una quota di capacità di raffinazione ad uno o più acquirenti non meglio precisati. È importante sottolineare che queste notizie, non essendo mai state smentite dall'ENI, che è proprietaria della rete Agip, hanno creato un grave allarme fra i lavoratori dell'Agip, con conseguenti forti tensioni sindacali che hanno portato all'annuncio di uno sciopero (poi rientrato) e all'avvio di incontri fra sindacato ed azienda. Tali incontri sono stati legati alla necessità di chiarire il futuro di un'azienda che rappresenta una fra le più grandi realtà industriali e commerciali del nostro Paese e che - fra dipendenti Agip addetti alle stazioni di servizio e lavoratori dell'indotto - occupa oltre 20 mila persone.
Ciò che sfugge ai lavoratori dell'Agip e che, a nostro avviso, deve essere oggetto di grande attenzione, sono le motivazioni che sarebbero alla base dell'eventuale vendita delle mille stazioni di servizio e della quota di capacità di raffinazione. Si tratta di motivazioni di carattere economico oppure di carattere strategico? E, in questo secondo caso, in quale strategia complessiva dell'azienda va inquadrata l'operazione?
Il Governo e il Parlamento non possono rimanere all'oscuro di un eventuale progetto di vendita di una parte significativa di una grande azienda che rappresenta un patrimonio di tutto il Paese e nella quale lo Stato italiano detiene - direttamente o indirettamente - una partecipazione del 30 per cento. Del resto, tutti gli azionisti delle società quotate in borsa ricevono regolarmente informazioni dettagliate e circostanziate sulle strategie e sui più importanti avvenimenti riguardanti la loro gestione.
In questo caso, dunque, tenuto conto della particolare rilevanza di una vendita come quella di cui ci stiamo occupando, è lecito presumere che il Governo - prima di tutto in quanto tale, e in secondo luogo in quanto organo dello Stato, che detiene una partecipazione rilevante nell'ENI - sia stato compiutamente informato dell'eventuale prospettata vendita delle mille stazioni di servizio e della quota di capacità di raffinazione. Pertanto, pur nella dovuta considerazione per l'autonomia della dirigenza della società, chiediamo ad esso se le ipotesi di vendita riportate dalla stampa siano fondate.
In caso negativo, chiediamo se il Governo non intenda sollecitare l'ENI a provvedere ad una smentita definitiva, volta a restituire tranquillità ai lavoratori dell'Agip. In caso affermativo, invece, chiediamo se il Governo era stato preventivamente informato dell'eventuale vendita e quali sono state le sue valutazioni sull'operazione; qualora non lo sia stato, domandiamo quali sono oggi le valutazioni che esso propone al Parlamento, di fronte alla mai smentita operazione di vendita.
Chiediamo, inoltre, quali sono le motivazioni addotte dall'azienda a supporto della decisione di procedere alla vendita e quali gli obiettivi economici e strategici che l'ENI intenderebbe raggiungere attraverso di essa. Infine, domandiamo in quale strategia complessiva dell'ENI andrebbe inquadrata l'operazione, che peraltro non mancherebbe di avere pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali e di generare squilibri complessivi nel sistema di distribuzione petrolifera del nostro Paese.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che su una questione di tale rilevanza le informazioni e le delucidazioni che ci attendiamo dovranno essere complete, esaurienti e, soprattutto, convincenti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Alfiero Grandi, ha facoltà di rispondere.
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ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, all'onorevole Dionisi, che pone il problema della vendita da parte di ENI di un numero rilevante di stazioni della rete di distribuzione Agip e di quote di capacità di raffinazione, rispondo anzitutto che il Governo non è stato informato né preventivamente né successivamente di operazioni di questa natura.
Naturalmente l'interpellanza ha consentito al Governo di accertare la situazione e sulla base di questa richiesta di informazione il dipartimento del tesoro ha chiesto informazioni dirette, attraverso ENI Spa, che ha comunicato che i fatti esposti nell'atto di sindacato ispettivo sono destituiti di fondamento in quanto non trovano alcuna rispondenza nei piani industriali della società.
Posso assicurare l'onorevole interpellante che il Governo, naturalmente, non mancherà di prestare attenzione sui fatti oggetto dell'interpellanza anche se, allo stato dei fatti e in assenza di ulteriori informazioni, prendiamo atto della risposta di ENI Spa.
PRESIDENTE. Il deputato Dionisi ha facoltà di replicare.
ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta. Prendo atto che il Governo non era informato e che ENI Spa ritiene che tali informazioni siano destituite di ogni fondamento. Invito il Governo a vigilare su tali circostanze e a prestare grande attenzione su una vicenda che riveste grande interesse per migliaia di lavoratori.
Ritengo che tale situazione vada seguita con molta attenzione perché allorché si parla, nei giornali specializzati, di vendita, nelle organizzazioni sindacali scatta l'allarme, minacciando anche uno sciopero. Si tratta, dunque, di questioni che ritengo non siano destituite di fondamento rispetto alle quali, probabilmente, assisteremo ad un cambio di strategia da parte di ENI Spa. Ne prendiamo atto ma, ripeto, saremo attenti nel seguire l'evoluzione di tale vicenda.