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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per la piena attuazione della legge n. 482 del 1999, al fine di garantire l'avvio delle trasmissioni radio-televisive in lingua friulana - n. 2-00851)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00851, concernente iniziative per la piena attuazione della legge n. 482 del 1999, al fine di garantire l'avvio delle trasmissioni radio-televisive in lingua friulana (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor sottosegretario, numerose istituzioni pubbliche e private del Friuli e ovviamente anche i Socialisti del Nuovo PSI, che rappresento in questa Camera dei deputati, hanno manifestato un fortissimo disagio riguardo alla mancata applicazione, in sede di sottoscrizione del nuovo contratto nazionale di servizio tra il Ministero delle comunicazioni e la RAI 2007-2009, di quanto previsto dalla legge citata, la n. 482 del 1999, in tema di tutela delle minoranze linguistiche storiche, con particolare riferimento all'avvio delle trasmissioni radiotelevisive in lingua friulana.
Nel corso degli ultimi anni si sono susseguiti numerosi incontri con i presidenti della RAI e con i Ministri dellePag. 80comunicazioni e importanti esponenti delle istituzioni locali su tale argomento, e sono stati formulati numerosi appelli al riguardo da parte del presidente della regione, dal presidente della provincia di Udine, dal sindaco di Udine, dal presidente della Confemili, da autorevoli esponenti della chiesa friulana, dalla stampa locale, dai sindacati dei giornalisti e da esponenti dell'associazionismo friulano.
Negli appelli sopracitati si richiedeva che il contratto in parola recepisse i precisi adempimenti previsti dall'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 345 del 2001, recante il regolamento attuativo della legge n. 482 delle 1999.
Secondo quest'ultimo «La convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, e il conseguente contratto di servizio individuano, di preferenza nel territorio di appartenenza di ciascuna minoranza, la sede della società stessa cui sono attribuite le attività di tutela della minoranza, nonché il contenuto minimo della tutela, attraverso la prevista attuazione per ciascuna lingua minoritaria di una delle misure oggetto delle previsioni di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a), della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie».
La norma della Carta europea prevede, a sua volta tre livelli di tutela, a seconda della pur consistente diffusione delle minoranze linguistiche coinvolte: assicurare la creazione di almeno una emittente radiofonica e di un canale televisivo nelle lingue regionali o minoritarie, oppure incoraggiare e/o facilitare la creazione di almeno una emittente radiofonica o di un canale televisivo nelle lingue regionali o minoritarie, oppure ancora prendere adeguati provvedimenti affinché gli enti radiotelevisivi programmino delle trasmissioni nelle lingue regionali o minoritarie. Solamente l'effettiva attuazione di quanto previsto dal regolamento attuativo della legge n. 482 del 1999 può permettere il concreto avvio delle trasmissioni nelle lingue minoritarie riconosciute dallo Stato italiano e, in particolare, la definizione di una programmazione stabile e strutturata in lingua friulana presso la sede regionale della RAI, come richiesto dalle citate istituzioni friulane e, soprattutto, da migliaia e migliaia di cittadini di cui noi della Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI abbiamo raccolto le proteste: la invito a interpellarli, signor sottosegretario.
Al contrario, nel nuovo contratto di servizio non viene data attuazione alla citata normativa sul principio di tutela delle minoranze linguistiche. Tale decisione ha creato molto malcontento nell'opinione pubblica friulana, non solo perché perpetua la completa disapplicazione di una legge, già verificatasi in occasione del precedente contratto di servizio, ma anche perché disattende completamente il parere formulato all'unanimità nella seduta del 14 febbraio 2007 dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, dove si chiedeva la piena attuazione della legge n. 482 del 1999.
Quindi, quali sono, signor sottosegretario, le iniziative che il suo Ministero intende avviare per concordare con le istituzioni di riferimento le misure da porre in essere al fine di garantire l'avvio delle trasmissioni radio-televisive in lingua friulana, giungendo finalmente all'attuazione della legge n. 482 del 1999?
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le comunicazioni, Luigi Vimercati, ha facoltà di rispondere.
LUIGI VIMERCATI, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, in proposito si fa presente che la legge n. 482 del 1999, recante norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, prevede, all'articolo 12, che la convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria RAI, assicuri la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza oltre alla possibilità, per le regioni interessate, di stipulare apposite convenzioni con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, ovvero appositiPag. 81accordi con le emittenti locali, al fine di diffondere trasmissioni giornalistiche o programmi nelle lingue ammesse a tutela.
Nell'evidenziare che l'articolo 11 del nuovo contratto di servizio 2007/2009 (approvato con decreto del Ministro delle comunicazioni del 6 aprile 2007) fa specifico riferimento alle disposizioni della legge n. 482 del 1999 nell'ottica della valorizzazione delle istituzioni e delle culture locali, si fa presente che lo stesso articolo prevede che tra la RAI e le regioni e le province autonome possano essere stipulate specifiche convenzioni. È, inoltre, previsto che la RAI effettui, per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri e sulla base di apposite convenzioni, servizi per le minoranze culturali e linguistiche, come previsto dalla legge n. 103 del 1975, con l'impegno ad assicurare una programmazione rispettosa dei diritti delle minoranze stesse nelle zone di appartenenza. Con riferimento alle suddette convenzioni, la RAI si è impegnata, in particolare, ad effettuare trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua tedesca e ladina per la provincia autonoma di Bolzano, in lingua ladina per la provincia autonoma di Trento, in lingua francese per la regione autonoma Valle d'Aosta e in lingua slovena per la regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
Si ritiene utile ricordare, inoltre, che l'articolo 17, comma 2, lettera f) della legge n. 112 del 2004 prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo deve garantire la diffusione di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua slovena per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia (con ciò riproducendo la previsione dell'articolo 19 della legge n. 103 del 1975).
La stessa legge n. 112 del 2004, all'articolo 16, comma 2, lettera e), prevede la definizione, da parte della legislazione regionale, di specifici compiti di pubblico servizio che la società RAI è tenuta ad adempiere nell'orario e nella rete di programmazione destinati alla diffusione di contenuti in ambito regionale, contemplando la possibilità di stipulare specifici contratti di servizio con la RAI non più solo su base nazionale, ma anche su base regionale.
Per quanto riguarda le emittenti private, va precisato che l'articolo 30, comma 2, del decreto legislativo n. 177 del 2005, recante il testo unico della radiotelevisione, prevede che l'esercizio della radiodiffusione nell'ambito del territorio in cui risiedono le minoranze linguistiche riconosciute, è consentito previo rilascio dell'autorizzazione da parte del Ministero delle comunicazioni, che assegna le frequenze per il funzionamento dei suddetti impianti alle stesse condizioni stabilite per le emittenti televisive a carattere comunitario.
Ne discende che le domande per l'autorizzazione a trasmettere programmi in lingua storica riconosciuta possono essere avanzate da associazioni riconosciute o non riconosciute, fondazioni e cooperative senza scopo di lucro, che si impegnano a trasmettere programmi originali autoprodotti a carattere culturale, etnico, politico e religioso per almeno il 50 per cento dell'orario di trasmissione giornaliero compreso fra le ore 7 e le ore 21, con non più del cinque per cento di pubblicità per ogni ora di diffusione.
Tutto ciò premesso, si fa presente che agli atti del Ministero risulta pervenuta una sola richiesta di autorizzazione per la trasmissione in lingua friulana (a fronte di undici richieste pervenute dalle altre zone dove insistono le minoranze linguistiche storiche).
Per completezza di informazione si comunica che, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 11 del Contratto di servizio, la Commissione paritetica Ministero delle comunicazioni-RAI, cui è attribuito il compito di definire le più efficaci modalità operative per l'applicazione della citata disposizione, nel corso di due riunioni tenutesi con i rappresentanti delle istituzioni friulane nello scorso mese di ottobre, ha preso atto di un documento presentato dalla RAI, che espone un progetto pilota sperimentale e innovativo per le trasmissioni in lingua friulana. In particolare, si delinea un potenziamento e sviluppo, siaPag. 82in termini quantitativi che qualitativi, delle trasmissioni radiofoniche e televisive della RAI in lingua friulana. Il progetto, già condiviso da rappresentanti delle istituzioni della regione Friuli-Venezia Giulia, sarà oggetto di una riunione risolutiva, che si svolgerà la prossima settimana ad Udine con i rappresentanti della RAI e del Ministero per definire le ultime modalità attuative (tra cui la possibile data di inizio della sperimentazione: 1o gennaio 2008), di realizzazione e messa in opera del suddetto progetto
Tutto ciò, ovviamente in attesa della definitiva approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge di ratifica della Carta europea delle lingue minoritarie, che consentirà la stipula di apposite convenzioni, sul modello di quanto già avviene per le lingue minoritarie di cui alla legge n. 103 del 1975.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la meticolosa e precisa risposta - soprattutto per il riferimento alla data del 1o gennaio 2008 - e per aver ricordato - anche se lo avevo già fatto io - la norma della Carta europea che prevede i tre livelli di tutela in base alla consistenza delle minoranze linguistiche: ci auguriamo che il Parlamento l'approvi quanto prima.
È significativo che questa interpellanza urgente provenga da un toscano, ossia da chi è nato dove è nata la lingua italiana. Pertanto, potrebbe essere abbastanza paradossale che si chieda che anche le minoranze linguistiche, soprattutto quelle considerate storiche e riconosciute, debbano essere tutelate. Tuttavia l'ho presentata, perché le leggi devono essere applicate e non solo interpretate. È inutile che ci sforziamo di approvare leggi volte alla tutela e al riconoscimento di lingue storiche, quando poi la Rai - che in questo caso è il soggetto «cattivo»- non si conforma a ciò che fa il Parlamento, ma è un organo a se stante che fa ciò che vuole, come dimostrano ampiamente la mia interpellanza urgente e il comportamento di tale azienda. Lei stesso, giustamente, ha affermato che ce la si può fare dal 1o gennaio 2008. Io, invece, sono sicuro che non sarà cosi, neanche del 1o gennaio 2009. Comunque, nel concludere vorrei far presente che, già nel corso della seduta, poc'anzi citata, del 14 febbraio 2007 (ossia meno di sei mesi fa) la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ha richiesto, all'unanimità, l'attuazione della legge n. 482 del 1999, facendo anche riferimento (nella stessa riunione) alla tutela delle minoranze linguistiche e ovviamente a quelle che parlano lingue riconosciute storiche.
Invece, la Rai non lo sta facendo, anche contro le richieste legittime di presidenti di regioni, province autonome e sindaci, che si stanno battendo per applicare una legge approvata dal Parlamento. Ci auguriamo che la norma della Carta europea venga attuata: essa, infatti, prevede altri tre livelli di tutela cui sono interessati anche alcuni dialetti (compreso quello toscano), di cui non devono essere perdute le radici, né ovviamente deve essere tralasciato il nostro retaggio storico-culturale. Questo è senso della mia interpellanza urgente. Comunque, signor sottosegretario, la ringrazio: lei ce l'ha messa tutta, ma la Rai è bocciata. Credo che la maggioranza degli italiani la stia bocciando in questo momento. Pertanto, non ho detto sicuramente una novità!