Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Sull'ordine dei lavori (ore 10,40).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi permetta prima di tutto di esprimere un sentimento di cordoglio per la perdita del maresciallo Paladini e rivolgere un sentimento di profonda e sincera solidarietà ai suoi familiari, amici e commilitoni.
I drammatici fatti degli ultimi giorni Afghanistan, che ancora una volta hanno listato a lutto il nostro Paese, spingono ad una profonda riflessione, necessaria quanto improrogabile, sulle strategie e sul vero senso della nostra missione. Questa tragica vicenda ci pone di fronte ad un punto di svolta. Infatti, anche in linea con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, se al momento non è possibile prendere in considerazione il ritiro o il mancato rispetto di impegni internazionali, tale tragica vicenda ci pone tuttavia nelle condizioni di dover riflettere sul senso della nostra presenza in Afghanistan, così come in Libano e in altri teatri di crisi, affinché la pace e la stabilità politica ed economica, nonché lo sviluppo della democrazia e dei diritti umani possano radicarsi nel tessuto sociale di questi Paesi.
So bene che la questione che sto per sottoporre spetta alla valutazione del Governo e del Presidente del Consiglio. Tuttavia, nel momento in cui chiedo al Governo di venire a riferire in Aula, proprio perché la questione è stata definita «politica» dal Presidente del Consiglio, vorrei chiedere se non sia il caso che questa volta - di fronte all'ennesimo lutto - sia presente in Aula il Ministro degli esteri, piuttosto che quello della difesa, per riferire sulle condizioni complessive della nostra presenza e su quelle che hanno portato alla morte del maresciallo Daniele Paladini. La presenza del Ministro degli esteri appare soprattutto necessaria affinché egli illustri quali siano gli scenari e le prospettive di risoluzione che oggi, in seguito a questa vicenda, il nostro Paese è chiamato a considerare e ad affrontare per l'incolumità dei nostri uomini e per il rispetto degli impegni internazionali.
È chiaro che tanto è stato fatto per il popolo afghano, ma molto altro deve essere realizzato. Probabilmente, però, con un approccio e una visuale diversi, con mezzi differenti, ma sicuramente con analoghi principi e medesimi obiettivi. Alla luce di tali ragioni, chiedo, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, che possa essere il Ministro D'Alema a chiarire come poter rimodulare in questi termini la missione in Afghanistan.
PRESIDENTE. Innanzitutto la Presidenza, a nome dell'Assemblea, si associa sicuramente al cordoglio per il sacrificio, davvero eroico, del maresciallo Paladini. Credo che ci sarà anche un'occasione formale per ripetere il cordoglio di tutta l'Assemblea.
Riferiremo sicuramente al Governo la sua richiesta di svolgere un'informativa su quanto è accaduto, nonché la sua richiesta specifica. Sarà poi il Governo a valutare chi lo dovrà rappresentare in questa informativa e nel dibattito che seguirà.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, naturalmente mi associo alle sue parole e a quelle del deputato Evangelisti, prima di lei, per la scomparsa del soldato italiano.Pag. 3
La questione che volevo sollevare, invece, ha a che fare con la discussione del disegno di legge di cui sta iniziando ora l'esame in Aula. Noi leggiamo sui giornali che il Governo si prepara a modificare il testo del provvedimento su cui la Commissione lavoro riferisce oggi in Assemblea e parla esplicitamente di porre su di esso la questione di fiducia. Il Presidente del Consiglio autorevolmente ha detto, lo si legge sui giornali stamattina, che ci sono delle modificazioni rispetto al protocollo che forma la base dell'accordo. Il Parlamento è chiamato a discutere di un testo che sicuramente verrà modificato, in quanto probabilmente verrà posta la questione di fiducia, e sostanzialmente in quanto la maggioranza, come reca il titolo di un giornale, è sotto assedio.
In queste condizioni, signor Presidente, io credo che la soluzione che la Presidenza debba considerare sia quella di un rinvio dell'inizio della discussione sulle linee generali, chiedendo al Governo di voler esporre al Parlamento qual è la sua visione su questo problema. Una volta chiarito questo punto, si potrebbe procedere con i tempi previsti dal nostro accordo. In tal senso la pregherei di voler disporre la sospensione dell'inizio della discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, prendo atto del significato politico del suo intervento, lo comprendo bene. Il Governo potrà eventualmente replicare nelle forme che riterrà opportuno.
Dal punto di vista procedurale, ricordo che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 14 di oggi e che il seguito dell'esame, con la discussione degli articoli e degli emendamenti, è previsto per la seduta di domani.
Noi oggi abbiamo in calendario - il calendario è fissato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo - la discussione sulle linee generali del provvedimento. Pertanto ritengo che, fermo restando il senso politico del suo intervento cui ho fatto cenno, oggi noi dobbiamo procedere secondo il calendario predisposto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.