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Seguito della discussione del disegno di legge S. 379, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 181 del 2006: Riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri (approvato dal Senato) (A.C. 1287).
PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Passa quindi alle dichiarazioni di voto.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Dichiara che la sua componente politica non concederà la fiducia al Governo, atteso che l'Esecutivo si è dimostrato indifferente agli interessi ed alle aspettative delle popolazioni del Mezzogiorno.
GIAMPIERO CATONE (DC-PS). Osservato che il provvedimento d'urgenza in esame, sul quale preannunzia che il suo gruppo esprimerà un orientamento contrario, non migliora la funzionalità della pubblica amministrazione e, di conseguenza, non favorisce la ripresa economica del Paese, paventa i deleteri effetti derivanti dal prospettato «spacchettamento» di Ministeri.
SANDRA CIOFFI (Pop-Udeur). Nel dichiarare che il suo gruppo concederà con convinzione la fiducia al Governo, osserva che il provvedimento d'urgenza in esame consentirà di realizzare un positivo riordino delle competenze dei Ministeri, ispirato a criteri di maggiore funzionalità e razionalità, senza peraltro determinare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
LUANA ZANELLA (Verdi). Nel ritenere che l'atteggiamento strumentale assunto dall'opposizione abbia impedito un aperto e costruttivo confronto sugli strumenti per migliorare la funzionalità e l'efficienza dell'apparato governativo e, più in generale, della pubblica amministrazione, dichiara che il suo gruppo confermerà con convinzione la fiducia all'Esecutivo.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO (Com.It). Dichiara che i deputati del suo gruppo confermeranno la fiducia al Governo; richiamati quindi gli aspetti più apprezzabili del nuovo assetto organizzativo dell'Esecutivo definito dal provvedimentoPag. VId'urgenza in esame, stigmatizza il falso moralismo dell'opposizione, ricordando la logica clientelare che ha caratterizzato l'azione del precedente Governo.
LANFRANCO TURCI (RosanelPugno). Dichiara che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, resasi necessaria a seguito dell'ostruzionismo praticato dalle forze politiche di opposizione, emblematico della debolezza e della mancanza di strategia che le connota.
MASSIMO DONADI (IdV). Constatata con rammarico l'indisponibilità dell'opposizione a confrontarsi con spirito costruttivo sul merito del provvedimento d'urgenza in esame, sul quale pure esprime taluni rilievi critici, evidenzia gli aspetti più innovativi e condivisibili del nuovo assetto organizzativo del Governo, che a suo avviso consentirà di rispondere più efficacemente alle esigenze del Paese, senza perdere di vista l'obiettivo prioritario del contenimento della spesa pubblica; dichiara pertanto che i deputati del suo gruppo rinnoveranno la fiducia al Governo.
ROBERTO COTA (LNP). Lamentato che il ricorso alla questione di fiducia da parte dell'Esecutivo deriva dalla sua incapacità di affrontare il dibattito parlamentare a causa delle divisioni interne alla maggioranza, giudica impresentabile il provvedimento d'urgenza in esame, in quanto esclusivamente ispirato ad una logica meramente spartitoria che determinerà un incremento della spesa pubblica. Dichiara quindi che il suo gruppo non voterà la fiducia al Governo.
LUIGI D'AGRÒ (UDC). Rilevato che il provvedimento d'urgenza in esame suscita perplessità anche all'interno della maggioranza, ne evidenzia gli aspetti che meno rispondono all'esigenza di rendere più funzionale l'organizzazione di Governo e che determineranno peraltro un inevitabile incremento della spesa pubblica; dichiara quindi che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo, pur preannunziando un'opposizione costruttiva e funzionale alle esigenze del Paese.
GRAZIELLA MASCIA (RC-SE). Dopo aver espresso rammarico e preoccupazione per la nuova escalation militare in Libano e nella striscia di Gaza, ritiene che il nuovo assetto organizzativo del Governo recato dal provvedimento d'urgenza in esame sia funzionale alla realizzazione del programma dell'Esecutivo, espressione della diversa impostazione culturale e sociale di cui sono portatrici le forze politiche della maggioranza. Dichiara quindi che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
IGNAZIO LA RUSSA (AN). Nell'invitare la maggioranza ad ammettere che il provvedimento d'urgenza in esame si è reso necessario per soddisfare le esigenze dei partiti che sostengono il Governo, stigmatizza il fatto che l'azione dell'Esecutivo appaia in assoluto contrasto con il programma elettorale dell'Ulivo: dichiara pertanto che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo.
GIULIO TREMONTI (FI). Osserva che il provvedimento d'urgenza in esame contraddice la lettera e lo spirito della riforma Bassanini, dando luogo ad una caotica redistribuzione delle deleghe ministeriali, riflesso della confusione culturale della maggioranza. Rileva in particolare che la moltiplicazione degli incarichi di Governo comporta un aumento della burocrazia e dei costi della pubblica amministrazione. Sottolinea inoltre che il ricorso alla questione di fiducia è la conseguenza della situazione di stallo che esiste al Senato e che induce il Governo ad evitare il confronto parlamentare alla Camera. Dichiara quindi che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo.
GIANCLAUDIO BRESSA (Ulivo). Rilevato che il riordino dell'apparato ministeriale prospettato con il decreto-legge in esame è coerente con gli impegni assuntiPag. VIIdall'Unione con il corpo elettorale, sottolinea che il ricorso allo strumento fiduciario è dovuto all'ostruzionismo praticato dall'opposizione; giudica altresì paradossali le critiche formulate circa un presunto incremento dei costi della politica, indotto dalle scelte finora compiute dal Governo.
GIORGIO LA MALFA (Misto). Dichiara che i deputati Repubblicani negheranno la fiducia al Governo, atteso che il provvedimento d'urgenza in esame, contraddicendo lo spirito e la lettera della cosiddetta legge Bassanini, reca una riorganizzazione della pubblica amministrazione dettata esclusivamente da motivazioni politiche.
PRESIDENTE. Sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12,10.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).
Comunica il risultato della votazione:
Presenti e votanti 585
Maggioranza 293
Hanno risposto sì 334
Hanno risposto no 251
(La Camera approva).
Avverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate.
Sospende la seduta fino alle 14,15.
La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 14,18.
PRESIDENTE. Avverte che, essendo stata convocata per le 15 la Conferenza dei presidenti di gruppo, il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta, che sospende fino alle 15.
La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 15.