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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Dichiarazioni del ministro della giustizia sulle conseguenze dello scandalo del calcio - n. 3-00113)
PRESIDENTE. L'onorevole Cota ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00113 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata, Sezione 6), di cui è cofirmatario.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, ministro, quanto è successo nel mondo del calcio con «calciopoli» è soltanto la punta di un iceberg di un sistema ormai degenerato, che ha portato il calcio molto lontano da quello che lo sport dovrebbe essere. Ecco che, dopo «calciopoli», invece di assistere ad una ferma presa di posizione da parte del Governo - magari anche con una proposta di riforma - assistiamo al solito buonismo e alle dichiarazioni più disparate dei singoli ministri e, tra queste, si segnalano quelle del ministro della giustizia a favore di un'amnistia, seppure poi parzialmente modificate con l'attenuante che lui avrebbe parlato da tifoso. Capiamo che il ministro Mastella, per così dire, ha anche una certa frequentazione con il mondo del calcio, peraltro con alcune delle persone coinvolte. Ricordo i suoi trascorsi con Moggi ai vertici del Napoli calcio; però, oggi, essendo lei ministro della giustizia, ci attendiamo una presa di posizione da parte del Governo.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, voglio risponderle con molta franchezza, innanzitutto dicendole che questa materia non è sottoposta ad una forma di ingerenza o di pressioni calcistiche. Lo dico a lei ma anche a chi, autorevolmente, prima magistrato a Milano, oggi non manifesta benevolenza rispetto a politici che si interessano di calcio o fanno pressioni. Io non ho mai fatto pressioni; ho espresso una semplice dichiarazione, senza con questo costruire indebitamente una linea di Governo, la quale non ci può essere da parte mia, poiché - semmai - essa esiste con riferimento alla politica sportiva e dello sport in genere, che è competenza del ministro Melandri. Per quanto mi riguardaPag. 41- lei ha ragione - io ho «conosciuto». Non sono come chi era nell'«orto degli ulivi» e faceva finta di non conoscere. Un conto è conoscere e un conto è condividere le responsabilità. L'avvocato Agnelli «conosceva», altri «conoscevano»: quindi in tanti conoscevamo tante persone, però nessuno è responsabile. Ho espresso la mia opinione - questo è vero - ma l'ha espressa anche il Presidente Berlusconi. Mi riferisco all'agenzia a cui ha detto che occorre che i campionati inizino allo stesso modo dello scorso anno. Come vede, ci sono posizioni differenziate all'interno degli schieramenti. Questo è molto interessante: però perché dovrebbe essere vietato a me di parlare e di esprimere la mia opinione? Le voglio dire di andare a leggersi quello che ho dichiarato: mai, mai e poi mai ho pronunciato la parola amnistia. Peraltro, debbo dirle con franchezza che chiunque s'intenda un po' di sport ricorda che l'amnistia vi è stata nel 1982, quando l'Italia vinse i campionati. Ma io non l'ho chiesta, in questo caso. Peraltro, uno come me, che è arrivato ai vertici del Ministero della giustizia, sa che l'amnistia è un fatto postumo, non può intervenire prima: non posso chiedere l'estinzione di un reato nel momento in cui ancora non c'è stata la pena per il medesimo reato che magari si determina solo con un giudizio emesso. Dunque, mai ho potuto dire una cosa di questo genere. Io ho detto e ribadisco che, dal mio punto di vista personale, non andrebbero penalizzati i tifosi e le città. Che poi ci sia il giudizio di merito e paghino i responsabili, questo mi pare evidente! Quindi, che a una responsabilità accertata consegua la responsabilità della decisione della magistratura dello sport, questo è evidente. Nessuno è recalcitrante, reticente o indulgente, al di là di ogni valutazione. Però - per l'amor di Dio - ognuno guardi alle proprie frequentazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Cota ha facoltà di replicare.
ROBERTO COTA. Non sono affatto soddisfatto della risposta. Vedo che in questa occasione, come in altre, il Governo guarda al passato. Nel 1982 eravamo in piena Prima Repubblica e mi pare che si voglia ritornare a quegli schemi. Ad ogni modo, lei, ministro Mastella, al solito fa come Ponzio Pilato. Su questo punto, invece, occorrerebbe un'assunzione di responsabilità: del resto il suo Governo si è comportato in maniera vergognosa - me lo lasci dire - strumentalizzando una vittoria della nazionale per poter realizzare un facile consenso elettorale con la kermesse e con i ministri del sorriso.
Lei francamente è stato in questo frangente un po' accantonato e non ha avuto la ribalta della scena, ad ogni modo bisogna rispondere a quanto successo con una proposta di riforma.
Le segnalo, signor ministro, perché può anche esserle d'aiuto, una proposta di legge presentata dai parlamentari della Lega Nord per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, che potrebbe essere prodromica finalmente ad una politica di riforma nell'ambito dell'ordinamento sportivo e del calcio. Le segnalo inoltre che ci sono società di calcio quotate in Borsa che hanno debiti verso il fisco per milioni di euro! La Roma ha un debito per oltre 20 milioni di euro! Questo mentre i nostri lavoratori pagano le tasse e i nostri imprenditori vengono massacrati dal vostro Governo, come sono stati massacrati con il provvedimento Bersani, alla faccia delle liberalizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)!