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Seguito della discussione del disegno di legge: Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale (A.C. 3178-A) (ore 14,30).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale.
Ricordo che nella seduta del 26 novembre 2007 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo la replica del relatore di minoranza e del Governo, mentre il relatore per la maggioranza vi ha rinunciato.
(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 3178-A)
PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità La Russa ed altri n. 1 (vedi allegato A - A.C. 3178 sezione 1).
Avverto che a norma del comma 3 dell'articolo 40, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
Il deputato Lo Presti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità La Russa ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la discussione e il voto sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata da Alleanza Nazionale al provvedimento sul welfare è sicuramente l'ultima occasione che si offre alla Camera dei Deputati di svolgere il ruolo che le compete, prima dell'ormai certa posizione della questione di fiducia.
Approfitterò dunque di questa occasione per sottolineare, prima di entrare nel merito della pregiudiziale, come in questa vicenda che ha visto svilupparsi una forte, a volte violenta, contrapposizione all'interno della maggioranza, l'unico grande sconfitto sia il Parlamento. Cari colleghi deputati, non contiamo nulla: è questa la cruda realtà! Questa Assemblea è stata trattata dal Governo alla stregua di un'assemblea condominiale, anzi peggio, perché almeno in un'assemblea di condominio, ad un amministratore che vuole fare il padrone assoluto, si può replicare citandolo in tribunale.
Alla Camera dei Deputati tutti invece stanno «zitti e mosca»: nessuno parla, nessuno protesta, tranne che dai banchi dell'opposizione, per come siamo stati trattati. I veri padroni del Paese, cioè sindacati e industriali, hanno deciso e noi, cari colleghi, siamo rimasti zitti. Ratifichiamo l'accordo sul welfare come se fosse un trattato internazionale. Ma tant'è.
Perché affermiamo che il provvedimento di legge in esame è anticostituzionale? Per una serie innumerevole di motivi, e il primo è di tutta evidenza: quando mai è accaduto che venga prevista la copertura eventuale di un provvedimento che entrerà in vigore prima della legge finanziaria, nella quale è contenuto un fondo specifico per il finanziamento del Protocollo sul welfare del 23 luglio 2007? Non credo di sbagliare se dico che il quarto comma dell'articolo 81 della Costituzione è una norma immediatamente precettiva, che non ammette rinvii o sospensioni. E se in finanziaria, cari colleghi della maggioranza e signori del Governo, nel bilanciamento delle centinaia di coperture per i provvedimenti che avete previsto, dovessero saltare i conti (cosa assai probabile, visto lo stato di guerra permanente al vostro interno), cosa farete? Chiedete scusa ai lavoratori usurati, chiederete scusa agli invalidi, chiederete scusa ai «baby-pensionati»?
La cosa più sorprendente è che di tale questione non vi è alcuna traccia nelle relazioni tecniche e normative che accompagnano il provvedimento. Mi chiedo dove Pag. 24sia la Ragioneria Generale dello Stato, perché non dica nulla sulla questione e perché non una parola di spiegazione sia arrivata da quegli uffici alle obiezioni che abbiamo mosso in Commissione a proposito di quanto prevede, per esempio, l'articolo 2 del provvedimento in esame, che indica, fra le fonti principale di finanziamento per 3,5 miliardi di euro, i risparmi che dovrebbero derivare in dieci anni dall'operazione di accorpamento e di organizzazione degli enti previdenziali.
Forse non tutti sanno, cari colleghi, che questi risparmi sono in realtà una chimera, sono impossibili da realizzare nel breve periodo, e che, già a partire dall'anno prossimo, mancheranno i primi 380 milioni e, addirittura, ammesso che si dovessero realizzare, non potrebbero essere utilizzati per coprire i costi del Protocollo sul welfare.
Questo non lo sostengo io, cari colleghi, ma la Ragioneria generale dello Stato, che ha - diciamo così - «parlato a suocera perché nuora intendesse». Un suo rappresentante, infatti, in sede di audizione sulle ipotesi di riordino da parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ha chiarito che vi è la consapevolezza che, nella fase di avvio del processo di riorganizzazione e di riordino degli enti previdenziali (cito dal testo del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva), «non si potranno verificare risparmi di spesa, quanto piuttosto si genereranno costi aggiuntivi, collegati, ad esempio, alla necessità di reperire o adattare le sedi unificate, di unificare le procedure e i sistemi informatici, di creare un sistema unificato di servizi». La Ragioneria afferma, dunque, chiaramente che, a conti fatti, in assenza di un piano industriale che è là da venire e di cui nessuno ha ancora sentito parlare, non si potranno produrre i risparmi che i colleghi della maggioranza immaginano. Come si copriranno, dunque, le spese prodotte da questo provvedimento?
Ma vi è di più. La Ragioneria intima chiaramente al Parlamento, alle forze politiche e al Governo, di non illudersi, poiché gli eventuali oneri che dovessero derivare dall'operazione di accorpamento non potranno comunque essere utilizzati per la copertura finanziaria di nuove spese. Essa precisa infatti - vi invito a leggere il testo - che «gli eventuali risparmi di spesa derivanti da tale operazione non possono essere utilizzati come fonte di copertura per eventuali disposizioni recanti oneri certi ed immediati, derivanti ad esempio dal potenziamento delle tutele e dei diritti soggettivi nell'ambito delle prestazioni sociali».
Voi, dunque, cari colleghi, che distrattamente vi state accingendo a votare sulla questione pregiudiziale di costituzionalità in esame, dovete comprendere che siamo al cospetto di un vero e proprio imbroglio: un imbroglio ben architettato, ma pur sempre un imbroglio. I fondi, infatti, non vi sono né vi saranno nel breve e medio termine. Chi pagherà, dunque, quando sarete costretti a fare marcia indietro o ad aumentare le tasse (poiché questo è previsto da una norma di salvaguardia che avete inserito nel testo: aumentare le tasse per coprire il buco che state creando con questo provvedimento)? Se ci trovassimo in un qualsiasi consiglio comunale, andreste tutti davanti alla Corte dei conti, la quale peraltro, a questo punto, speriamo che dica la sua sullo scempio che si sta per commettere.
Dopo questo voto, ahimè, calerà il silenzio: con la posizione della questione di fiducia, non si potranno più discutere gli emendamenti né si potrà approfondire la gravità della situazione che è davanti agli occhi di tutti. Penso ad esempio alle disposizioni contenute nell'articolo 32, ove si afferma chiaramente che, «dall'emanazione dei decreti legislativi attuativi delle deleghe previste» nel testo, «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Ma come è possibile che non derivino nuovi oneri da simile deleghe, tutte proiettate verso nuovi servizi, nuovi benefici, nuovi aumenti di spesa? Si tratta di una fandonia.
In conclusione, la posizione della questione di fiducia, cari colleghi, inietterà finalmente l'anestetico a Rifondazione Comunista, Pag. 25che per dovere rientrerà nei ranghi. «Usi ad obbedir tacendo», i suoi deputati dovranno votare ed inghiottire il «rospo» della fiducia su un testo che sicuramente stravolge quanto è stato prodotto dalla Commissione. Essa inietterà poi l'anestetico a chi, nelle fila del Partito Democratico e fra i moderati della maggioranza, già si preoccupa degli strali dei padroni di turno, sindacati e Confindustria, che vi hanno tirato le briglie. Ciò con buona pace di tutti coloro i quali - e sono tanti - sosterranno ancora una volta sulla propria pelle e sul proprio futuro le scelte dissennate di un Governo tanto impopolare quanto inetto.
Oggi possiamo porre un argine a tutto questo: è per queste ragioni che vi invito a votare a favore della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dal mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).