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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 12,15).
(Processo di unificazione degli ordini professionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri, con particolare riferimento all'unificazione delle relative casse previdenziali - n. 2-00876)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare l'interpellanza Catone n. 2-00876, concernente il processo di unificazione degli ordini professionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri, con particolare riferimento all'unificazione delle relative casse previdenziali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3), di cui è cofirmatario.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor sottosegretario, come sicuramente le è ben noto, il 30 novembre 2007 - solo qualche giorno fa - i consigli territoriali dei dottori commercialisti e dei ragionieri hanno proceduto alla elezione del consiglio nazionale dell'ordine unificato, denominato ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, giusto quanto disposto da un decreto ministeriale del 31 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 182 del 7 agosto 2007.
La legge 24 febbraio 2005 n. 34 prevedeva all'articolo 4 l'esercizio della delega da parte del Governo che avrebbe dovuto emanare misure volte a sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione delle due casse di previdenza finalizzata alla eventuale unificazione degli enti in questione, nel rispetto dei principi e criteri direttivi già previsti dal citato articolo 4. La delega, signor sottosegretario, è scaduta il 30 marzo 2007 e non è stata esercitata secondo le dichiarazioni dello stesso Ministro del lavoro e della previdenza sociale per l'assenza, per le casse di previdenza interessate, di progetti condivisi di unificazione.
La situazione che si sta profilando è la seguente: avvio del processo di unificazione degli ordini dei dottori commercialistiPag. 9e dei ragionieri, con l'elezione di un unico consiglio nazionale come ho testè indicato e di unici consigli territoriali, pure già eletti, ma non ancora insediati, e confusione sul destino previdenziale dei nuovi iscritti all'ordine unificato a partire dal 1o gennaio 2008.
L'inesistenza di un'intesa sulla gestione della previdenza delle due casse, che in concreto operano separatamente, non consente di fare chiarezza in ordine a quale delle due casse debbano iscriversi i nuovi professionisti, rischiando così di ingenerare confusione e conflittualità crescenti. Peraltro, i regimi previdenziali delle due categorie professionali, se pur lineari e coerenti nelle coordinate fondamentali che li determinano, presentano trend storici e prospettici caratterizzati da profonde differenze con riguardo, soprattutto, alle dinamiche demografiche e alle correlate implicazioni in termini di sostenibilità di ciascuno di essi.
La cassa dei ragionieri, infatti, presenta un saldo negativo tra nuovi iscritti e pensionati, che risulta oramai cronico e a tal proposito ha adottato una riforma volta alla autoliquidazione del proprio debito latente.
Di contro, invece, la cassa dei dottori commercialisti segnala, già da molti anni, una importante implementazione della platea degli iscritti che, in prospettiva, non potrà che aumentare ulteriormente, stante l'esistenza di oltre 60 mila iscritti al registro dei praticanti e nella conseguente certezza che i nuovi professionisti dovranno aderire a quest'ultima cassa (ex lege n. 21 del 1986), situazione anche questa fotografata nei termini di cui sopra dal citato rapporto della Commissione parlamentare.
Con la presente interpellanza urgente si intende chiedere quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire un ordinato avvio del processo di unificazione dei due ordini professionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri e dell'andamento delle successive iscrizioni alle rispettive casse e quali provvedimenti intenda assumere per evitare che il mancato esercizio della delega e il mancato raggiungimento dell'intesa tra le due casse di previdenza, possa ripercuotersi negativamente sulla gestione della previdenza dei dottori commercialisti e sulle loro pensioni presenti e future.
Si chiede, inoltre, quali iniziative intenda adottare per confermare l'iscrizione alla cassa dei dottori commercialisti dei nuovi iscritti all'albo unificato, a partire dall'1o gennaio 2008 e se non ritenga opportuno, stante la complessità delle questioni rappresentate, esaminare l'intera problematica previdenziale degli enti in questione, all'interno del disegno di legge di riforma delle professioni.
Questo, signor sottosegretario, potrebbe essere un banco di prova della difficoltà di applicazione che si incontrerà nell'unificare gli enti previdenziali per ottenere quel famoso risparmio - non condiviso dal sottoscritto né dal gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI che rappresento - previsto nel Protocollo sul welfare, legge approvata la scorsa settimana da questo ramo del Parlamento (in quel provvedimento, lo ricordo, si fa riferimento a 3,5 miliardi di euro). Se per un solo ente unificato la situazione è questa, possiamo immaginare cosa succederà per gli altri.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale, Rosa Rinaldi, ha facoltà di rispondere.
ROSA RINALDI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Signor Presidente, rispondo all'interpellanza relativa all'attuale situazione delle due casse di previdenza privatizzate dei dottori commercialisti e dei ragionieri, alla luce delle previsioni della legge n. 34 del 2005, recante Delega al Governo per l'istituzione dell'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
In particolare, come appena ricordato, l'articolo 4 della legge predetta conferisce delega al Governo ad adottare, entro due anni dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi volti - questo è importante - a «sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione» dellePag. 10casse di cui stiamo trattando, sostenendo, quindi, l'iniziativa degli organi di amministrazione.
In via preliminare, vorrei far presente che, come peraltro già rappresentato in occasione della risposta fornita ad una recente interrogazione a risposta immediata avente lo stesso oggetto, il Governo non ha potuto esercitare la delega, scaduta il 30 marzo 2007, in quanto le casse interessate, pur avendo svolto nel corso di vigenza della delega incontri ed approfondimenti volti alla verifica delle condizioni per pervenire alla redazione di un progetto di fusione da sottoporre all'approvazione degli organi competenti di ciascuna di esse, non sono pervenute alla condivisione dei parametri e criteri indicati all'articolo 4 della predetta legge.
In particolare, le difficoltà incontrate nella redazione di un progetto condiviso di unificazione sono legate sostanzialmente alle differenti situazioni patrimoniali e tecnico-attuariali delle casse interessate. Come sottolineato nell'interpellanza in discussione, la cassa dei ragionieri presenta un saldo negativo tra i nuovi iscritti e i pensionati. Tale circostanza è stata, peraltro, richiamata nel rapporto della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Di segno opposto risulta, invece, l'andamento demografico per la cassa dottori commercialisti, che vede crescere da oltre un decennio le nuove iscrizioni (oltre duemila l'anno).
Le differenti situazioni rappresentate non hanno, quindi, favorito la condivisione di un progetto comune, presupposto, ai sensi del più volte citato articolo 4 della legge n. 34 del 2005 per l'esercizio stesso della delega. Tale articolo prevede, infatti, in armonia con le disposizioni del decreto legislativo n. 509 del 1994 - che attribuisce alle cosiddette casse privatizzate autonomia gestionale, organizzativa e contabile - la «previa adozione di progetti di unificazione da parte dei competenti organi di amministrazione» delle casse in argomento, come momento propedeutico alla predisposizione del decreto legislativo attuativo.
La vigilanza esercitata dal Ministero che rappresento, nonché dal Ministero dell'economia, e delle finanze non può in tal senso dar luogo ad un potere sostitutivo in caso di inerzia. La legge delega, inoltre, non ha previsto le conseguenze originate dalla mancata unificazione in termini di copertura previdenziale degli iscritti al nuovo albo.
Dal 1o gennaio 2008, come è noto agli onorevoli interpellanti, saranno soppressi gli ordini locali e i consigli nazionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali, che confluiranno, ai sensi del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, nel nuovo ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e nel consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili.
A fronte della situazione prospettata, derivante sostanzialmente come ricordato dalla mancata adozione di un progetto comune da parte delle due casse nel periodo di vigenza delle delega (ovvero due anni a far data dal marzo 2005), sono in grado di garantire che il Governo intende percorrere tutte le strade praticabili, compresa la possibilità di intervenire normativamente, per poter giungere ad una soluzione condivisa della problematica in attenzione, coinvolgendo, nel rispetto dell'autonomia loro propria, gli enti di riferimento. In questo senso, quindi, già a partire dalle prossime giornate sarà nostra cura cominciare a mettere all'ordine del giorno una verifica in tal senso.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Rosa Rinaldi per la puntuale relazione che ha svolto. Credo che anche lei si sia resa conto che dal 1o gennaio permane l'incertezza di questi dottori commercialisti e ragionieri che, nel rispetto di una legge, si sono uniti quanto all'ordine professionale, mentre le loro casse previdenziali sono rimaste separate.Pag. 11Siamo d'accordo sul fatto che, essendo state privatizzate, ci dovevano pensare le loro amministrazioni, ma il Governo aveva il potere di esercitare la delega e aveva due anni di tempo. Lo poteva fare e non l'ha fatto, e adesso, in «zona Cesarini» o a tempo scaduto, sostiene che dal 1o gennaio si vedrà quello si potrà fare.
Certo è che ci troviamo di fronte ad un'incertezza, ad un'indeterminazione per cui un albo prestigioso, come quello dei ragionieri, si trova in un trend sia storico sia prospettico ormai negativo; una volta era florido come adesso è quello dei dottori commercialisti. I due ordini si sono uniti e si trovano in una situazione di indeterminazione oggettiva, non solo latente.
Da quanto ho capito, adesso l'iscrizione avverrà nella cassa dei dottori commercialisti, non certo in quella dei non più presenti, ma una volta prestigiosi, ragionieri, i quali negli anni Sessanta e Settanta tanto hanno dato a questa nazione e si trovano in auto-liquidazione del proprio debito latente.
C'era e c'è la necessità di un intervento forte del Governo in questo senso, anche perché potrebbe essere la «prova provata» che quanto previsto nel welfare ha difficoltà di applicazione in merito all'accorpamento delle casse previdenziali, anche se ciò non è stato realizzato in un progetto comune.
Ho sentito dal sottosegretario che non si sono raggiunti gli obiettivi per poter istituire una cassa unica, ma se una legge - e termino, signor Presidente - stabilisce che si devono unire i due ordini e viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, lo Stato deve anche pensare a tutto quello che c'è attorno, comprese le casse previdenziali, comprese le pensioni che questi dottori commercialisti e soprattutto questi ragionieri si sono pagati negli anni.
Siamo in presenza di un saldo negativo in cui, se Dio vuole, ci sono meno ragionieri e più dottori commercialisti; dico «se Dio vuole» in quanto chi ha fatto ragioneria, e poi si è laureato, è diventato un dottore commercialista: lei mi insegna che ad ogni anno di scolarità in più corrisponde un punto percentuale in più di PIL e quindi di crescita e di sviluppo della nostra nazione.
Con questa raccomandazione, ringraziandola della puntualità con cui ha risposto, esprimo un'insoddisfazione attuale e mi auguro che sia tramutata in soddisfazione pensando che dal 1o gennaio il Governo riuscirà a risolvere questo dilemma e a far sì che, oltre ad un'unificazione di fatto di questi due ordini, ci sia anche l'unificazione dei loro, ancorché privati, enti previdenziali e ci sia una sanatoria. Questo è l'invito che rivolgo al sottosegretario e, naturalmente per il suo tramite, al Governo.