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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3257-A.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3257-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con l'annessa tabella 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3257 sezione 2), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Filipponio Tatarella. Ne ha facoltà.
ANGELA FILIPPONIO TATARELLA. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo di stralciare immediatamente dal testo della finanziaria approdato in Assemblea il comma 3-quinquies dell'articolo 96 introdotto in Commissione bilancio, così da non inserirlo nel maxiemendamento che il Governo si accinge a formulare e sul quale sta pensando di chiedere la fiducia.
Il comma in questione è stato introdotto per abolire progressivamente, in tre anni, il fuori ruolo previsto per i professori ordinari con anzianità in ruolo dal 1980 o da anni precedenti.
Mi rendo conto che il provvedimento è stato dettato da problemi di natura amministrativa ed economica connessi...
MARCO AIRAGHI. Presidente, il Governo?
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Airaghi, ha ragione. La sua sollecitazione è giusta.Pag. 3
Per favore, venga chiamato il rappresentante del Governo. Deputata Filipponio Tatarella, le chiedo di interrompere il suo intervento (Commenti).
Colleghi, abbiamo interrotto i lavori in attesa che arrivi un rappresentante del Governo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13.
La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13,05.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'articolo 8 del nostro Regolamento recita che il Presidente della Camera è responsabile del buon andamento dei lavori dell'Aula.
Faccio questo richiamo perché, secondo me, questa mattina non stiamo lavorando come prescrive l'articolo 8, perché non si può considerare un buon andamento dell'Aula l'essere stati convocati per le ore 11, adesso sono le 13,05 e, fino a questo momento, l'Aula ha fatto da «intervallo» ai desiderata del Governo.
La funzione della Camera e dell'Aula non è questa, semmai è il contrario! È il Governo, il quale se ne frega altamente...
PRESIDENTE. Scusate, oltre a non essere presente, vorrei che il Governo evitasse anche di produrre disturbo mentre parlano i deputati [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
TEODORO BUONTEMPO. La ringrazio, signor Presidente.
Mi rendo conto che lei, Presidente, è vittima, come noi, di una situazione difficile, però ognuno ha le sue responsabilità. Lei ha quella di assicurare il buon andamento dei lavori dell'Aula.
Alle 13,05 non si è fatto ancora nulla! Vedo il Comitato dei nove assente, anzi, sta arrivando ora! Non mi pare corretto che l'Assemblea, quindi, debba rimanere convocata, con i suoi deputati, in attesa che la maggioranza risolva i suoi problemi interni e poi si presenti ponendo la questione di fiducia sul disegno di legge finanziaria.
La pregherei, signor Presidente, di sentire il Governo e il presidente della Commissione: se il Governo intende porre la questione di fiducia, evitiamo, per favore, la farsa di stare qui dentro e di fare finta di votare gli emendamenti al disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra e Forza Italia). Ritengo che sia un dovere di ciascun parlamentare assicurare la dignità ai nostri lavori, a prescindere dal gruppo di appartenenza.
Ognuno scelga in maniera più opportuna quello che ritiene di fare, però credo che ci si debba rifiutare di rimanere in aula e fare noi da collante dei pezzi della maggioranza, perché se rimaniamo in aula ad aspettare, significa che aiutiamo la maggioranza a risolvere i suoi problemi.
Quindi, se c'è l'ipotesi, che ormai mi pare quasi acclarata, della posizione della questione di fiducia, sospenda i lavori, signor Presidente, riunisca la Conferenza dei presidenti di gruppo, senta il Governo e ci comunichi - abbiamo il diritto di saperlo! - come si intendono organizzare i lavori della legge finanziaria.
Non possiamo rimanere in aula in attesa dei ricatti, dei condizionamenti e degli aggiustamenti di un Governo che sta paralizzando l'Italia con i trasporti e con il disagio sociale e che paralizza la Camera, perché non sa come andare avanti.
In conclusione, signor Presidente, lei è responsabile del buon andamento dei lavori. So che nella sua coscienza non ritiene che questo sia un buon andamento dei lavori dell'Aula di Montecitorio.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, avremmo dovuto iniziare prima, ma iniziamoPag. 4in questo momento - confidiamo di farlo, almeno, e il mio intervento, in questo senso, sarà breve, per evitare di cominciare non alle 13, ma alle 13,30 - le procedure di approvazione del disegno di legge di bilancio.
Lei qualche giorno fa è stato oggetto di feroci critiche istituzionali, che io ho definito «insulti istituzionali», poiché questa era la natura delle critiche che provenivano da un componente del Governo della Repubblica e, peraltro, stranamente, dal sottosegretario con delega ai servizi segreti, chissà per quale ragione espressione della Presidenza del Consiglio. Lei è stato oggetto di questi insulti istituzionali per avere espresso opinioni politiche, l'orgoglio e la difesa di questa istituzione parlamentare.
In questa veste, dunque, non solo come responsabile del buon andamento dei lavori, ma anche come rappresentante istituzionale del ramo del Parlamento in cui siamo chiamati a rappresentare il popolo italiano, le chiedo - e ne faccio voto nei suoi confronti - che le procedure che ci accingiamo ad avviare (con una presenza autorevole del nostro Esecutivo, ma certamente non dei responsabili dei dipartimenti economici) presentino le condizioni migliori per far sì che l'andamento dei lavori e la discussione si possano svolgere in maniera più adeguata rispetto allo scorso anno. Ciò è necessario proprio per quel rispetto che noi abbiamo condiviso con lei, anche a fronte di attacchi francamente fuori luogo ed evidentemente, a mio parere, contrari a quel principio di separazione dei poteri che prevede che l'Esecutivo non «saccheggi» il legislativo, ma proponga ad esso le discussioni.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, come è sotto gli occhi di tutti, l'avvio della seduta era previsto per le 11 di stamani: eppure, è l'una e un quarto e non abbiamo ancora cominciato i nostri lavori.
Non voglio essere come chi dice «ve lo avevo detto»; osservo però che, sull'orario di inizio di questa seduta, venerdì scorso vi è stata una febbrile trattativa che mi ha portato infine a dirvi di fare come volevate. Ed era il caso di dirlo, poiché, avendo modestamente suggerito di cominciare leggermente più tardi (alle ore 14), mi era stato posto davanti un muro, obiettando che occorreva invece cominciare alle ore 11. Tant'è, però ancora non abbiamo cominciato i nostri lavori.
Mi riallaccio agli interventi dei colleghi che hanno parlato prima di me: quando vi sono occasioni quali l'esame del disegno di legge di bilancio o del disegno di legge finanziaria, non vale la pena far arrivare i colleghi nottetempo o di mattina presto, per cominciare a votare solo nel pomeriggio, come sistematicamente accadrà anche oggi.
In questo senso, per il futuro mi appello al suo buon senso per evitare questo inconveniente: la mia non è una presa di posizione allo scopo di prendere tempo o di andare oltre certi orari per chissà quali motivi reconditi (così come qualche volta si pensa da parte di qualche collega dell'altra parte politica), ma perché esperienza e buon senso vogliono che si avviino i lavori quando è possibile sapere con sicurezza che non vi saranno intoppi.
Del resto, gli intoppi in questo caso erano prevedibili, poiché se si convoca il Comitato dei nove per esaminare il disegno di legge finanziaria alle 10,30, mi sembra evidente che non sarebbe stato possibile ipotizzare che si potesse iniziare la seduta per le 11. Solo questo desideravo dire: il mio è non un appunto nei suoi confronti, ma un invito ed un appello ad utilizzare in maniera diversa il nostro buon senso per l'andamento dei lavori.
PRESIDENTE. Accoglierei senz'altro le sollecitazioni e le argomentazioni che sono state ragionevolmente poste fin qui. I rappresentanti della Commissione sono ora in aula; presumo che la Viceministro Bastico e il sottosegretario Gianni siano in grado di rappresentare il Governo nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio.Pag. 5Proseguiamo dunque ora con tale esame: successivamente, come è stato sollecitato, affronteremo l'organizzazione dei lavori per l'esame del disegno di legge finanziaria.
Do nuovamente la parola, per dichiarazione di voto, alla deputata Filipponio Tatarella. Prego, deputata Filipponio Tatarella; ha facoltà di parlare.
ANGELA FILIPPONIO TATARELLA. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo di stralciare immediatamente dal testo del disegno di legge finanziaria approdato in Aula il comma 3-quinquies dell'articolo 96, introdotto dalla Commissione bilancio, così da non inserirlo nel maxiemendamento che il Governo si accinge a presentare e sul quale esso sta valutando di porre la questione di fiducia.
Il comma in questione è stato introdotto per abolire progressivamente in tre anni il fuori ruolo previsto per i professori ordinari con anzianità in ruolo dal 1980. Mi rendo conto che il provvedimento è dettato da problemi di natura amministrativa ed economica connessi al rifinanziamento dei fondi di funzionamento ordinario nelle università. So benissimo che i bilanci delle università non sono rosei, per usare un eufemismo, e che dunque bisogna reperire fondi, ma non credo che il fine, sia pur giusto, giustifichi qualunque mezzo.
Il mezzo prescelto è pragmaticamente inadeguato, e dunque inefficace, a risolvere, sia pure in parte, e significativamente, il problema delle scarse risorse delle università. Giuridicamente esso è in contrasto con il principio di affidamento sul quale, peraltro, vi è una copiosa giurisprudenza della Corte costituzionale.
Il principio di affidamento viene leso in quanto la norma in questione incide sulle posizioni giuridiche soggettive maturate ex ante. Per tale ragione, è prevedibile che sorgerà un contenzioso giurisdizionale. Eticamente non mi sembra corretto penalizzare una categoria di docenti che per lo più ha svolto, proprio per la lunga permanenza nell'università, funzioni e compiti di tutto rispetto e di notevole rilievo. Un po' di esprit de finesse francamente non guasterebbe. Pertanto, riformulo la mia richiesta di non introdurre nel maxiemendamento il comma 3-quinquies dell'articolo 96 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con l'annessa tabella 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 202).
Prendo atto che la deputata Meloni ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario. Prendo altresì atto che il deputato Attili ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole.
Poiché il Governo ha testé presentato un ulteriore emendamento riferito all'articolo 2, sospendo la seduta per consentire l'esame del medesimo presso il Comitato dei nove (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Misto-La Destra). Invito i gruppi a presentare eventuali subemendamenti entro le ore 13,35.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 13,35.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 13,35.