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Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 249 del 2007: Misure urgenti in materia di espulsioni e di allontanamenti (A.C. 3325-A).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
ROBERTO ZACCARIA (PD-U), Relatore. Osserva che il decreto-legge in discussione introduce, da un lato, modifiche al cosiddetto decreto Pisanu, prevedendo la convalida da parte del giudice dei provvedimenti di espulsione degli stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo e, dall'altro, l'istituto dell'allontanamento del cittadino dell'Unione europea per motivi di prevenzione del terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza. Nell'illustrare quindi il contenuto del provvedimento d'urgenza in esame, ritiene che le misure da esso recate siano pienamente conformi al dettato costituzionale e non configurabili come reiterazione del decreto-legge n. 181 del 2007, precedentemente decaduto, rilevando peraltro la sussistenza di autonomi requisiti di necessità ed urgenza. Manifestato, infine, apprezzamento per il proficuo lavoro svolto dalla I Commissione, finalizzato, tra l'altro, a salvaguardare gli effetti prodotti dal precedente decreto-legge decaduto, sottolinea la particolare rilevanza delle misure definite nel provvedimento d'urgenza, del quale auspica la sollecita conversione in legge.
PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.
LUCIANO PETTINARI (SDpSE). Esprime, a nome del suo gruppo, perplessitàPag. IVsul provvedimento d'urgenza in discussione che, sebbene formulato in maniera diversa dal precedente decreto-legge non convertito, presenta profili di criticità, non risultando coerente, segnatamente sotto il profilo della gradualità, con le finalità perseguite dalla direttiva del Consiglio e del Parlamento europeo del 2004, recepita dal decreto legislativo n. 30 del 2007, disciplinanti le cause di allontanamento dal territorio nazionale di cittadini di altri Stati dell'Unione europea.
TANA DE ZULUETA (Verdi). Esprime perplessità, anche a nome del suo gruppo, sul provvedimento d'urgenza in discussione, il cui spirito non appare in sintonia con l'impegno profuso dal nostro Paese per rafforzare sia il concetto di cittadinanza europea sia la concreta e costruttiva attuazione del principio di libera circolazione; manifesta preoccupazione, peraltro, per le conseguenze che il ricorso alla decretazione d'urgenza in tale ambito ha comportato sul piano delle relazioni internazionali dell'Italia, come evidenziato anche nel parere espresso dalla III Commissione.
SANDRO GOZI (PD-U). Osserva che il provvedimento d'urgenza in discussione, rispondente alla primaria esigenza di rafforzare la sicurezza dei cittadini residenti in Italia, trae origine dalla necessità di attuare alcune norme recate dal decreto-legge n. 181 del 2007 precedentemente decaduto e di salvaguardare alcune disposizioni contenute nel cosiddetto decreto Pisanu. Nel rilevare quindi che il Governo, introducendo la possibilità di allontanamento di cittadini comunitari per esigenze di prevenzione del terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza, si avvale di una facoltà espressamente prevista dalla normativa comunitaria, ritiene che la specificazione delle fattispecie di terrorismo sia una garanzia ulteriore per ogni singolo cittadino. Nel ribadire, infine, la sussistenza dei presupposti di necessità ed urgenza sottesi all'adozione del decreto-legge in esame, auspica l'avvio di una riflessione comune sulla necessità di promuovere una efficace cooperazione internazionale in materia di sicurezza.
JOLE SANTELLI (FI). Richiamata la debolezza dell'attuale fase politica, desumibile anche dal contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, che rispecchia gli evidenti errori insiti nel precedente decreto-legge decaduto, giudica necessario ridefinire il delicato tema attinente al confine tra sicurezza pubblica e libertà personale; osservato inoltre che la prevista giurisdizionalizzazione della misura dell'espulsione rischia di comprometterne l'efficacia, sottolinea, in particolare, l'esigenza di correggere le norme di carattere penale recate dal provvedimento d'urgenza in esame.
LUIGI COGODI (RC-SE). Nel manifestare preoccupazione per le misure recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, esprime perplessità sulla sua piena rispondenza, in termini formali e sostanziali, ai profili costituzionali che disciplinano la decretazione d'urgenza, ritenendolo di fatto una reiterazione del decreto-legge n. 181 del 2007, precedentemente decaduto, e non adeguatamente supportato dai prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza. Nel giudicare lo strumento del decreto-legge sostanzialmente inidoneo a rispondere alle esigenze di sicurezza dei cittadini, auspica una riflessione comune sulle cause strutturali di ordine sociale che incidono su tale fenomeno, segnatamente l'inefficace esercizio della giustizia che non garantisce né modi né tempi certi, nonché la diffusa condizione di precariato ed il ripetersi di gravi incidenti sui luoghi di lavoro, che generano insicurezza nei cittadini.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
LUIGI COGODI (RC-SE). Dichiara, infine, che l'orientamento del suo gruppo dipenderà dalla modifica di alcune norme contenute nel provvedimento, in particolare quelle concernenti l'estensione delPag. Vcosiddetto decreto Pisanu, e le modalità di allontanamento dei cittadini comunitari per motivi di pubblica sicurezza.
MARIO PEPE (FI). Evidenziate preliminarmente le deleterie conseguenze derivate dalle politiche attuate dal Governo, tra le quali la sensibile diminuzione della sicurezza dei cittadini, ritiene, in particolare, che il provvedimento d'urgenza in discussione, attesa peraltro l'insufficienza delle risorse finanziarie stanziate, sia inidoneo ad incidere sulla criminalità connessa all'immigrazione, anche in considerazione della mancata introduzione di rigorosi controlli. Manifestata, altresì, contrarietà all'attribuzione al tribunale in composizione monocratica, anziché al giudice di pace, delle competenze in materia di convalida dei provvedimenti di espulsione o di allontanamento, sottolinea la particolare gravità della condizione dei minori nei campi nomadi e del connesso problema dell'aumento della criminalità minorile, esprimendo perplessità riguardo alla declaratoria di inammissibilità che ha avuto ad oggetto un'apposita proposta emendativa da lui presentata all'articolo 7 nel corso dell'esame in sede referente. Auspica infine che il nuovo Parlamento possa dedicarsi ad un serio programma di riforma dello Stato e di tutela dell'ambiente, della salute e della sicurezza dei cittadini.
SERGIO D'ELIA (SocRad-RnP). Nel condividere pienamente la richiesta del deputato Gerardo Bianco, in base alla quale si sarebbe dovuto procedere ad uno specifico dibattito parlamentare volto a fornire indicazioni politiche al Presidente della Camera prima che questi si recasse al Quirinale per le consultazioni - dibattito che auspica possa ancora svolgersi -, ritiene che la sfiducia al Governo sia derivata anche dal fatto che la composizione del Senato non appare conforme a quanto previsto dalla vigente normativa elettorale. Ricorda, quindi, che la sua parte politica ha deciso di non prendere parte alle consultazioni avviate dal Capo dello Stato. Nel sottolineare, inoltre, che il provvedimento d'urgenza in discussione è stato adottato sull'onda di emergenze che trovano scarso riscontro nella realtà, ritiene necessario predisporre normative che sanciscano il principio della responsabilità penale individuale, nel rispetto dei vincoli comunitari. Esprime, infine, perplessità su un decreto-legge che rafforza inopinatamente i poteri dell'Esecutivo in materia di ordine pubblico a detrimento della funzione giurisdizionale e delle garanzie individuali costituzionalmente riconosciute.
GIANPIERO D'ALIA (UDC). Osservato che il carattere frammentario delle iniziative assunte dal Governo in materia di sicurezza rende difficoltosa una valutazione complessiva degli effetti da esse derivanti, ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione, evidentemente ispirato dall'esigenza di sottrarre le questioni più controverse ad un approfondito dibattito parlamentare, non risponda ai principi affermati dalla Corte costituzionale in tema di reiterazione dei decreti-legge. Sottolinea quindi il carattere ideologico delle disposizioni da esso recate, che giudica inidonee a soddisfare il bisogno di sicurezza dei cittadini, preannunziando quindi l'orientamento contrario del suo gruppo. In particolare, pur condividendo la previsione della stabilizzazione della disciplina in materia di espulsione per ragioni di prevenzione del terrorismo, già contenuta nel cosiddetto decreto-legge Pisanu, nonché la sua estensione ai cittadini comunitari, giudica generica e contraddittoria la formulazione dell'articolo 4, nonché pasticciata l'attribuzione al tribunale in composizione monocratica delle competenze già affidate al giudice di pace in tema di convalida dei provvedimenti di espulsione o di allontanamento.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
ROBERTO ZACCARIA (PD-U), Relatore. Sottolineato il carattere assolutamente chiaro dell'impianto di sistema risultante dai provvedimenti adottati dalPag. VIGoverno in materia di sicurezza, ritiene che, mediante le diverse tipologie di intervento utilizzate per affrontare tale delicato argomento, si sia raggiunto un convincente bilanciamento tra le esigenze di sicurezza e prevenzione e la tutela di diritti fondamentali.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Ringrazia preliminarmente i deputati intervenuti nel corso della discussione, sottolineando le diversità sul piano contenutistico tra il provvedimento d'urgenza in esame ed il decreto-legge precedentemente emanato ma non convertito in legge. Osserva in particolare che le norme concernenti l'allontanamento di cittadini dell'Unione europea sono pienamente coerenti con la disciplina comunitaria vigente. Ritiene inoltre che non sia censurabile sul piano della legittimità costituzionale il fatto che ulteriori disposizioni in materia, non caratterizzate dai requisiti della necessità e dell'urgenza, siano state inserite in distinti decreti legislativi correttivi. Ribadito che il provvedimento d'urgenza in discussione non è frutto di scelte emergenziali e contingenti, ma si inserisce in un più articolato ed organico complesso di interventi, ricorda l'apprezzabile opera svolta dal Governo per scongiurare l'insorgenza di fenomeni di intolleranza e di xenofobia. Nel confermare infine l'opportunità del previsto trasferimento di competenze dal giudice di pace al tribunale in composizione monocratica, esprime apprezzamento per il proficuo lavoro svolto dal relatore e dalla Commissione durante l'esame in sede referente.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Nel ringraziare preliminarmente il relatore e i componenti la Commissione per il proficuo lavoro svolto, ribadisce che il decreto-legge in discussione presenta autonomi requisiti di straordinaria necessità ed urgenza. Rileva, altresì, che gli specifici parametri indicati nel provvedimento circoscrivono al massimo la discrezionalità dell'autorità amministrativa e di quella giudiziaria relativamente all'emanazione e alla convalida dei provvedimenti di allontanamento e che l'attribuzione di quest'ultima competenza al tribunale in composizione monocratica, anziché al giudice di pace, è funzionale all'esigenza di garantire maggiore celerità al procedimento.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Sospende la seduta fino al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 19,05.