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Sull'ordine dei lavori.
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei intervenire in merito all'annuncio dato dal Ministro degli esteri, onorevole D'Alema, a proposito del riconoscimento ufficiale del Kosovo da parte dell'Italia.
Non entro, in questa sede, nel merito dei problemi seri che si apriranno in conseguenza della decisione unilaterale del Kosovo di proclamarsi indipendente. Tuttavia, vorrei sollevare un problema - a mio avviso serio ed anche grave - di rapporto tra il Governo ed il Parlamento.
Signor Presidente, vorrei ricordare che il Parlamento della Repubblica e, in particolare, la Camera dei deputati, il 29 novembre 2007 (e non vi sono state ulteriori risoluzioni successive) ha votato alcune mozioni parlamentari. Ricordo che una di esse (presentata dalla Lega Nord, riformulata ed accolta praticamente all'unanimità da tutta l'Assemblea) impegnava il Governo ad esprimere in tutte le sedi internazionali una posizione contraria a qualunque violazione del diritto internazionale.
La mozione, inoltre, impegnava il Governo a sostenere presso il gruppo di contatto e le Nazioni Unite l'assoluta necessità di considerare il 10 dicembre 2007 come una tappa importante, ma non necessariamente definitiva del negoziato.
Il terzo punto della mozione - particolarmente delicato e serio nei rapporti tra Governo e Parlamento - chiamava il Governo a coinvolgere il Parlamento dopo la conclusione definitiva della fase negoziale, qualunque ne fosse l'esito e prima di assumere posizioni ufficiali del nostro Paese definitive in merito al futuro status del Kosovo.
È chiaro ed evidente qual è stata la volontà della Camera dei deputati. Peraltro - lo ribadisco - tale volontà è stata espressa all'unanimità dall'Aula e, pertanto, non vi sono state nemmeno particolari divisioni su questo punto.
Sentire il Ministro degli affari esteri assumere un atteggiamento opposto rispetto a quello votato dalla Camera dei deputati apre un delicato problema di rapporti tra Governo e Parlamento. Noi chiediamo - ed è questo il senso della richiesta relativa all'ordine dei lavori - che il Governo venga a riferire in Aula, e che sia un Parlamento pienamente legittimato a decidere sul riconoscimento o meno del Kosovo, visto che ha assunto una posizione estremamente chiara.
Questa è la richiesta che avanziamo e preghiamo il Presidente Castagnetti di farsene carico.
PRESIDENTE. Onorevole Falomi, la informo che il Governo domani riferirà sulla questione da lei sollevata alle Commissioni esteri di Camera e Senato, che sono convocate alle 14,30. La riunione è stata decisa all'unanimità dall'ufficio di presidenza delle Commissioni.Pag. 4
È evidente che i gruppi parlamentari parteciperanno a questa iniziativa e se lo riterranno - dopo che il Governo avrà riferito domani presso le Commissioni e compatibilmente con le prerogative dell'Aula parlamentare nel periodo di scioglimento delle Camere - potranno promuovere iniziative adeguate nei confronti del Governo.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, intervengo sulla medesima questione. La ringrazio della risposta che ha dato al collega di Rifondazione Comunista su una questione delicatissima, tuttavia preme sottolineare che la previsione di una seduta congiunta delle Commissioni affari esteri si colloca all'interno di un percorso di rapporti normali e di prassi tra il Ministro degli affari esteri e le Commissioni competenti, in merito ad un argomento importante.
Non vorrei, infatti, che venisse «derubricata» un'iniziativa parlamentare che è stata ben descritta e che ha visto unito - per una volta, su un tema delicatissimo - tutto il Parlamento. Quindi, la Camera dei deputati, nell'ambito delle sue competenze, ha chiesto al Governo di tornare in Aula in tutte le occasioni in cui si presentava un percorso come quello indicato in queste settimane, ossia la decisione del Kosovo di dichiarare in maniera unilaterale la propria indipendenza. In totale spregio alle indicazioni assunte, non da una parte politica ma dall'intera Aula della Camera dei deputati, abbiamo visto il Ministro D'Alema assumersi l'onere - non l'onore - di anticipare i tempi senza alcun tipo di mandato politico, facendo dichiarazioni opposte alle indicazioni ricevute dall'Assemblea.
Non si può permettere, oggi, che l'Aula del Parlamento venga totalmente estromessa dalla discussione. Il Ministro degli affari esteri non si può ritenere legittimato - tra i primi d'Europa - a riconoscere il Kosovo indipendente (ciò sarebbe discutibile nel merito, ma sarà l'Aula a pronunciarsi); è una stelletta che il Ministro non si può apporre perché non ha ricevuto alcun tipo di mandato in questo senso dal Parlamento italiano. Pertanto, se oggi, al di là della campagna elettorale, un esponente del Partito Democratico vuole fare a meno anche delle indicazioni del Parlamento, la situazione è estremamente grave e delicata.
In conclusione, a nome del gruppo, mi riservo e incarico lei, Presidente di turno, di stigmatizzare un comportamento che è al di fuori di un'indicazione precisa, rinviando alla discussione di domani, la quale è assolutamente legittima, ma non può rappresentare una sorta di derubricazione di un impegno che l'Aula si era assunta su una situazione politica internazionale delicatissima.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo in merito al noto e drammatico caso di pedofilia che ha creato un forte allarme nel nostro Paese. Ancora una volta, col senno di poi, vi è la corsa ad inasprire le pene e a trovare chissà quali soluzioni. In realtà - ed è questo il senso del mio intervento sull'ordine dei lavori - questa persona è uscita dal carcere perché non sono stati celebrati i processi.
Pertanto, ritengo che sia dovere del Governo, nonché legittima richiesta da parte del Parlamento, che il Governo venga a riferire in Aula, per vedere come mai una persona socialmente pericolosa, o presunta tale, sia uscita dal carcere, anche a fronte di una serie di provvedimenti in via amministrativa che potevano essere adottati - quali firma, controllo, verifica -, modalità che l'inquietante comportamento del soggetto in causa avrebbe dovuto imporre alle autorità. Quando una persona socialmente pericolosa esce dal carcere per decorrenza dei termini, viPag. 5sono una serie - una «griglia» - di provvedimenti amministrativi che possono essere adottati.
Pertanto, chiedo al Presidente di turno della Camera che il Governo venga a riferire in Aula: se abbia svolto un'inchiesta in via amministrativa, cosa sia emerso, come mai per un così lungo tempo non sia stata processata questa persona e come mai non sia stata presa alcuna precauzione, così che chi ha violentato più di una volta delle bambine - secondo l'accusa -, abbia potuto poi ripetere questo vergognoso ed efferato reato.
PRESIDENTE. Il Governo, presente in Assemblea, ha potuto ascoltare direttamente la sua istanza.
TANA DE ZULUETA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Vorrei intervenire sulla questione sollevata dall'onorevole Falomi, il quale esprimeva una posizione condivisa dai quattro gruppi attualmente riuniti nella coalizione della sinistra Arcobaleno. Vorrei far presente che la decisione delle comunicazioni alle Commissioni esteri congiunte fu trasmessa agli uffici di presidenza e come tale accolta, ma non fu affatto una loro scelta, poiché una seduta congiunta è probabilmente la sede meno appropriata in quanto è una sede in cui non si possono predisporre atti di indirizzo. Per tale motivo mi associo alle osservazioni dell'onorevole Falomi e ritengo che sarebbe opportuno prevedere una seduta dell'Assemblea per trattare un tema tanto delicato e di grandissima attualità per il nostro Paese.
PRESIDENTE. Ribadisco quanto già detto sul tema all'onorevole Falomi: se i gruppi parlamentari non saranno soddisfatti dall'audizione del Ministro D'Alema che si svolgerà domani pomeriggio davanti alle due Commissioni congiunte di Camera e Senato potranno prendere, attraverso gli uffici di presidenza, le iniziative che in periodo di scioglimento delle Camere sono loro consentite.