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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1448 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2007 (A.C. 3062-A) (Approvato dal Senato) (ore 12,20).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3062-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3062 sezione 3).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 1 e anche sul complesso degli altri articoli perché credo che l'argomentazione fondamentale che è stata posta all'attenzione della prima parte del dibattito - anche in ordine alla ammissibilità degli articoli e degli emendamenti proposti - meriti un momento di riflessione.
Voi tutti sapete che c'è stato un accordo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo per riportare il testo della legge comunitaria alla stesura iniziale approvata dal Senato. Tale intesa non può tuttavia sottrarci all'obbligo di sottolineare, ancora una volta, l'occasione sprecata che è stata maturata sulla legge comunitaria all'esame dell'Aula. Si tratta di un'occasione sprecata con riferimento a tre livelli di attenzione dell'Aula stessa. In primo luogo, è un'occasione sprecata sul piano politico. Infatti, sapevamo tutti che su un tema così importante, come il rapporto con l'Unione europea, il Governo Prodi sarebbe stato inadeguato e non avrebbe avuto alcuna intenzione di svolgere a livello comunitario un'azione forte, in grado di far prevalere una posizione italiana autorevole. È, inoltre, un'occasione sprecata sul piano istituzionale perché sostanzialmente il Parlamento ha, ancora una volta, abdicato al suo ruolo fondamentale di legiferare e di proporre una posizione italiana che fosse, di fronte alla Commissione europea, autorevole proprio in quanto sostenuta da un voto del Parlamento.
Il ruolo parlamentare è venuto meno, da una parte, per la debolezza politica e sostanziale della maggioranza e, dall'altra, perché è evidente che ormai il «rullo compressore» della Commissione europea ha ritmi che il Parlamento non riesce a seguire, portandoci conseguentemente a subire l'imposizione europea piuttosto che a poterla condividere o agevolare con proposte e, laddove necessario, modificare con correzioni. Vi è un ulteriore aspetto fondamentale che ci induce ad affermare che, forse, il Parlamento e il Governo stesso avrebbero dovuto fare di tutto per proporre nella legge comunitaria in esame (Commenti)...
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi un po' di silenzio e un po' di rispetto per l'onorevole Pili che sta intervenendo.
MAURO PILI. La ringrazio, signor Presidente. Stavo dicendo che forse sarebbe stato necessario che lo stesso Governo e il Parlamento in termini bipartisan si mettessero nelle condizioni di proporre una posizione forte italiana al punto di condizionare e di prospettare davvero un'Europa più vicina, più efficace, più credibile, più percepibile all'opinione pubblica come costruttiva e positiva.
Tutto ciò non è avvenuto e credo che non sia collegabile soltanto ad una debolezza numerica della maggioranza che ha governato ma anche, lo ribadisco, ad unaPag. 9debolezza politica e ad una continuità storica. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è colui che ha concepito un'Europa che ordina e non coordina, un'Europa che burocratizza piuttosto che snellire, agevolare e favorire lo sviluppo economico, un'Europa che controlla i dettagli piuttosto che regolare e imporre il coordinamento di azioni importanti su tutti i piani rilevanti della gestione europea (Commenti)...
PRESIDENTE. Chiedo ai collegi di fare silenzio e di lasciar parlare l'oratore.
MAURO PILI. Concludo, signor Presidente. Credo, infatti, che le ore finali di questa legislatura corrano proprio sulla legge comunitaria e che questa sia la rappresentazione forse più corretta dell'attenzione riposta su un tema importante come quello del rapporto tra il nostro Paese e il resto d'Europa. L'Europa ci scaraventa addosso decine, centinaia di norme. Il Parlamento, silente, non riesce a costruire un argine per evitare che i cittadini ne paghino quotidianamente le conseguenze sotto ogni punto di vista e non riesce a trarre aspetti positivi che, invece, questo ramo del Parlamento potrebbe trarre per conferire vantaggi alla propria comunità.
Ritorno, solo per un attimo, alla questione fondamentale relativa alle proposte emendative dichiarate inammissibili. Si trattava di tre questioni fondamentali. Abbiamo bisogno di fare della posizione italiana all'interno della legge comunitaria la regola fondante. Non si può utilizzare la legge comunitaria soltanto per recepire direttive o regolamenti comunitari (come in questo caso) che vanno dalla timbratura delle uova al regolamento dei ciucci per i bambini dimenticando invece il ruolo fondamentale che deve avere l'Europa sullo sviluppo economico.
Credo che questa Assemblea e, di conseguenza, il Paese abbiano perso un'occasione in tale direzione. Infatti, di fronte all'avanzare di un numero sempre più cospicuo di normative comunitarie, il Paese soffre, fa allontanare l'Europa e fa avanzare i problemi che, invece, dovrebbero essere risolti con lungimiranza e con un orizzonte politico europeo, che è mancato in questa legislatura in questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, credo di esprimere a nome di tutti i colleghi che hanno lavorato in Commissione sul provvedimento in esame, la difficoltà e anche un po' di disagio per come andremo a concludere il lavoro. Tuttavia, a me pare che il dibattito che ci ha visti impegnati per diverse settimane nel tentativo di migliorare il testo licenziato dal Senato, aggiungendo anche ulteriori elementi di valutazione e di decisione, resti comunque agli atti come segno di disponibilità, attenzione e impegno che certamente consegniamo alla prossima legislatura.
In tale contesto, vi è stato un ragionamento - e penso di poter dire anche un accordo - all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo, affinché si torni al testo approvato al Senato e mi permetto di dire che nelle condizioni date mi sembra che ciò rappresenti quanto è possibile fare nel corso di questa seduta. I dati regolamentari prevedono che comunque le proposte emendative siano ancora nella nostra valutazione e mi pare che i gruppi stiano ragionando su una disponibilità al ritiro. Penso che il relatore vorrà evidenziare tali passaggi, ma vorrei sottolineare come su questi temi certamente vorremmo fare tutti di più.
Il lavoro svolto in Commissione ha sempre visto disponibilità e ricerca reciproche di miglioramento delle posizioni, degli atteggiamenti e delle decisioni finali. Mi auguro di poter consegnare alla prossima legislatura anche questo impegno, affinché attorno ai temi dell'Unione europea e dell'integrazione europea questo Parlamento - come ha fatto in passato e come storicamente è avvenuto - possa esprimersi in maniera larga e, possibilmente, unitaria. In questo momento miPag. 10sento di dire, per conto e a nome del gruppo del Partito Democratico, che aderiamo alla decisione dei presidenti di gruppo affinché sia possibile almeno approvare il testo così come è stato licenziato dal Senato e ci sembra che ciò rappresenti quanto di meglio possiamo fare in quest'ultima parte di legislatura.
FRANCA BIMBI. Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Relatore. Signor Presidente, in qualità di presidente della XIV Commissione, mi sono già rammaricata a nome di tutti del fatto che ci siamo trovati nella necessità di operare una scelta anche dolorosa e cioè quella di optare per un percorso difficile per il disegno di legge comunitaria oppure di ritornare al testo del Senato, tralasciando il lavoro positivo - non sta a me definirlo tale, ma penso che sia nella consapevolezza di tutti - svolto dalla Commissione, in particolare per due aspetti non di parte. Infatti, avevamo lavorato per introdurre nel testo uscito licenziato dalla XIV Commissione il superamento di procedimenti di infrazione, che evidentemente il nuovo Governo dovrà riprendere nel disegno di legge comunitaria per il 2008. Quindi, ciò ci metterà nella necessità di recuperare i tempi del ritardo, che purtroppo è normale nella storia dell'esame dei disegni di legge comunitaria da parte del Parlamento italiano. Avevamo, inoltre, introdotto alcune modifiche alla legge n. 11 del 2005, che avrebbero reso più forte e trasparente il rapporto tra il Parlamento e il Governo, ma che avrebbero anche portato ad un miglioramento dei tempi dell'approvazione del disegno di legge comunitaria, tema su cui tutta la Commissione ha lavorato concordemente in questi due anni, in cui ci è stato possibile lavorare.
Pertanto, la soluzione mi sembra a questo punto ottimale, perché ci consente di concludere la legislatura, avendo compiuto almeno il nostro dovere istituzionale. Come hanno rilevato in maniera diversa anche i colleghi intervenuti finora, nella nuova legislatura dovremo però affrontare nuovamente la questione delle infrazioni pregresse, del cambiamento e dell'attualizzazione necessaria della legge n. 11 del 2005, in particolare con la ratifica del nuovo Trattato dell'Unione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCA BIMBI, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Del Mese 1.30 (Nuova formulazione) e accetta l'emendamento 1.150 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Vi prego di prendere posto.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Del Mese 1.30 (Nuova formulazione) formulato dal relatore.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, accedo all'invito.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.150 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 11
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 199).
Prendo atto che il deputato Filippi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 364
Astenuti 74
Maggioranza 183
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 134).
Prendo atto che il deputato Filippi ha segnalato che non è riuscito a votare.