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DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO SANDRA CIOFFI SULLE MOZIONI LA RUSSA ED ALTRI N. 1-00011, ELIO VITO ED ALTRI N. 1-00013 E SERENI ED ALTRI N. 1-00014
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, desidero, per prima cosa, sottolineare che il voto favorevole alla mozione di rifinanziamento delle missioni italiane all'estero è anche un apprezzamento ad una politica estera dell'Italia, una politica che, nel pieno rispetto dei principi costituzionali in materia e a tutela degli interessi politici ed economici del paese dà all'Italia un grande ruolo come punto di riferimento internazionale di promozione dell'equità, della giustizia e della pace. Ci teniamo perciò a precisare che non condividiamo la politica «muro contro muro», in quanto nella politica estera è in ballo l'immagine del nostro paese, per cui, pur nel rispetto del ruolo della maggioranza e dell'opposizione deve essere posto in primis l'interesse ed il ruolo dell'Italia. Abbiamo partecipato fattivamente alla definizione del testo della mozione, proposto dalla maggioranza, in materia di missioni italiane all'estero. E riteniamo che tale mozione, per quanto ci riguarda, deve costituire una linea guida per le future azioni del Governo in politica estera. Non ci sono piaciuti, teniamo a precisarlo, eccessi di distinguo nell'ambito della maggioranza, di cui non comprendiamo le motivazioni.
Pensiamo ad una politica estera che tenda sempre a valorizzare il ruolo del nostro paese in una dimensione multilaterale, multipolare e globale per promuovere una comunità internazionale basata sullo sviluppo e sulla solidarietà tra i popoli.
In questi primi mesi del Governo di centrosinistra non si può non rilevare, infatti, un grosso impegno per rilanciare la posizione dell'Italia in una dimensione europeista; l'Italia sta, finalmente, tornando ad essere protagonista, giocando un ruolo attivo non solo per la prevenzione dei conflitti e per il mantenimento della pace, ma anche per la creazione di un assetto più equilibrato non solo in ambito europeo.
Ci troviamo, però, purtroppo a dover fronteggiare una serie di gravissimi problemi da affrontare a cominciare dalle molteplici minacce alla sicurezza provocate dal terrorismo che si deve efficacemente contrastare.Pag. 140
Ecco quindi che il ruolo dell'Italia nel rapporto con le grandi organizzazioni sovranazionali, in primis l'ONU, diventa di fondamentale importanza.
Nostro impegno dovrà anche essere quello di contribuire a rilanciare e ridefinire il ruolo di tali organizzazioni favorendo anche un nuovo rapporto fra Europa e Stati Uniti, rapporto che deve essere alla pari, per confrontarsi in maniera equilibrata davanti alle diverse problematiche che si dovranno affrontare come, per esempio, quella di questi giorni drammatici di conflitto tra Libano ed Israele.
Le decisioni prese dal Governo ci trovano perfettamente d'accordo. Riteniamo, infatti, indispensabile, entro i tempi previsti dal Governo, il rientro del nostro contingente dall'Iraq, concordandone con le autorità irachene tempi e modi. Lasciare l'Iraq non dovrà, però, significare abbandonare gli iracheni, in quanto riteniamo necessario il contributo del nostro paese dal punto di vista della ricostruzione civile ed economica e dell'aiuto alla formazione, contributo però da non dare in territorio iracheno.
Per quanto riguarda le altre missioni internazionali in cui siamo impegnati - questo è ben chiaro nella nostra mozione - esse sono tutte basate su azioni mirate a favorire la sicurezza, la tutela dei diritti umani, la promozione della democrazia e la stabilizzazione e la ricostruzione nell'ambito di operazioni di peace keeping adottate in sintonia con gli organismi internazionali.
Si tratta di missioni che vedono le nostre Forze armate fortemente impegnate anche con grande umanità e professionalità, con risultati eccellenti e apprezzamenti a livello internazionale e da parte delle popolazioni locali per cui, proprio nell'ambito di una politica estera che non veda muro contro muro, non possiamo non condividere il capoverso che riguarda i Balcani nell'ambito della mozione Vito, anche se è evidente l'intento strumentale dell'atto di indirizzo.
È il caso della nostra missione italiana in Afghanistan, paese in cui non c'è guerra come in Iraq, che è da considerarsi effettuata nell'esercizio di autotutela collettiva in applicazione dell'articolo 5 del trattato Nord Atlantico, il cui obiettivo è «Capitolazione del regime dei Talebani» e «Pacificazione e stabilizzazione del paese». Si tratta di una missione in cui il nostro paese sta contribuendo fortemente, con la sua presenza ed il ruolo determinante, a promuovere la ricostruzione dello Stato afghano su basi democratiche.
Ci fa piacere ricordare che l'Italia ha già fatto parte del «BOARD» il direttorio che coordina la ricostruzione dell'Afghanistan assumendo la leadership nel settore della riforma della giustizia dell'Afghanistan, tra cui il Ministero della giustizia, la Corte Suprema e alla Procura generale.
La presenza italiana sta portando un grande contributo per risollevare un paese in gravissima difficoltà dopo anni di regime talebano, basato su continue violazioni dei diritti umani con particolare riferimento a quelli delle donne e dei bambini.
Si è trattato e si tratta di continuare a combattere un regime che ha sempre sostenuto il terrorismo e le azioni violente da questo perpetrate anche a livello mondiale.
Nonostante l'impegno della comunità internazionale vi è, infatti, una recrudescenza del terrorismo da parte dei talebani per cui riteniamo che tale missione può continuare a contribuire a garantire condizioni di maggiore sicurezza anche per combattere la criminalità collegata alla produzione dell'oppio. Riteniamo necessario in questo ambito una verifica sull'impegno internazionale in Afganistan che ci consenta anche una valutazione su un eventuale superamento della missione Enduring freedom.
Per ciò che concerne le altre missioni, esse danno il senso del ruolo dell'Italia come forza di promozione della pace, della democrazia e della libertà, ed il nostro paese deve essere sempre pronto ad intervenire quando sono messi in gioco questi valori.
Proprio per questo ribadiamo la necessità di svolgere un forte ruolo anche perPag. 141portare avanti un'azione che rafforzi il ruolo delle organizzazioni internazionali a partire dall'ONU perché ciò potrà maggiormente contribuire a portare un contributo per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Non possiamo, però, trattando di missioni italiane all'estero, non parlare della gravissima crisi Libano Israele, dove in pochi giorni stiamo vedendo morti di civili, distruzione e dramma di popolazioni inerti.
Ieri l'informativa resa dal ministro D'Alema ci ha dato ancora una volta il senso del grande impegno del nostro paese per attivarsi con rapidità ed autorevolezza affinché si scongiuri un allargamento delle ostilità nell'area.
Ribadiamo ancora una volta che così come comprendiamo l'autodifesa, al tempo stesso condanniamo qualsiasi reazione spropositata nei confronti di un paese, ed in questo caso parliamo del Libano, che, tra l'altro, ha un governo fragile che si trova a convivere con gli estremisti di Hezbollah.
È quindi, giusto che il nostro paese intervenga in modo da non permettere che il Medio Oriente venga spinto da alcun tipo di estremismo e da attentati terroristici nel caos più profondo. Proprio per questo riteniamo necessario prevedere un contingente più massiccio che svolga non solo alla frontiera libanese, ma anche nella striscia di Gaza, come proposto da D'Alema, una operazione di pace, una vera e propria forza di peace keeping. E ciò è in perfetta sintonia con i contenuti della nostra mozione.
L'Italia deve continuare, così come ha fatto il nostro Premier al G8, a cercare di contribuire a creare le basi per un dialogo che arresti questa escalation di violenza che potrebbe non solo colpire Libano ed Israele, ma allargarsi.
Siamo quindi d'accordo con le decisioni prese dal nostro Governo e, con soddisfazione, non si può non rilevare che l'Italia sta dimostrando che ha ripreso, con vigore, l'iniziativa in politica estera, senza alcuna subordinazione. Ciò significa che il centrosinistra sta dimostrando, con vigore, con concretezza, una sua propria ed autonoma linea di politica estera, in discontinuità con il precedente Governo. Una politica estera innovativa e propositiva in sintonia con il programma dell'Unione, nel quale, pur con diverse sottolineature, tutti i partiti della maggioranza si riconoscono.
Apprezzando, quindi, il lavoro che l'Esecutivo sta facendo, dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Popolari-Udeur, sulla mozione presentata dalla maggioranza.