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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Richieste di autonomia provenienti dalle regioni settentrionali - n. 3-00157)
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00157 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, Presidente Romano Prodi, il 25 giugno le popolazioni del nord hanno sentenziato che hanno bisogno di maggiore autonomia.
In tante occasioni, Presidente Prodi, lei è venuto al nord ed ha affermato che bisogna fare sacrifici. Noi pensiamo che il nord abbia esaurito la fase dei sacrifici e le chiediamo, oggi, cos'abbia intenzione di fare per dare maggiore autonomia alle regioni che l'hanno chiesto attraverso il referendum, con maggioranze assolutamente consolidate.
Signor Presidente del Consiglio, lei ci deve dire, oggi, se il nord meriti quelle competenze che gli permetterebbero di rimanere la locomotiva che serve al resto del paese.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Gibelli per l'interrogazione. Mi riallaccio a quanto ieri ci siamo detti a Milano in un colloquio, credo molto costruttivo, tra gli enti locali ed il Governo: non ci sarà sviluppo in Italia se il nord non riprende una sua forza trainante, perché nemmeno il Mezzogiorno può inserirsi in una linea di sviluppo se l'Italia del nord non sarà forte nell'innovazione e nella crescita.
Riguardo al problema specifico dell'autonomia, la soluzione proposta dal passato Governo attraverso il progetto di riforma costituzionale è stata, tuttavia, bocciata dal corpo elettorale, che è nazionale e non locale. Questo «no» ha cambiato le prospettive e ci obbliga ad una nuova analisi dei problemi. Tale «no» è stato diffuso anche in alcune aree metropolitane della stessa Lombardia e dello stesso Veneto, dando un significato particolare in queste zone al voto referendario.
In ogni caso, per quanto riguarda il problema specifico dell'utilizzazione delle risorse fiscali, lo prenderemo in particolare attenzione in sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione che il Governo ha già messo allo studio e si impegna a presentare al Parlamento. Occorrerà affrontare un nodo fondamentale, cioè l'adeguatezza delle risorse per svolgere i nuovi compiti attribuiti agli enti locali dalla riforma del Titolo V, dando reale e concreta attuazione al principio del federalismo fiscale. Su questo ci siamo impegnati ed a questo ci atteniamo.
Invece, sulle rivendicazioni di speciali forme di autonomia ogni ipotesi di statuto differenziato deve muoversi sullo sfondo delle necessità di assicurare pari dignità alle regioni. In tale quadro una modifica costituzionale che porti all'istituzione di nuove regioni a statuto speciale appare a me non praticabile. Vi è, invece, la strada dell'articolo 116, ultimo comma, della Costituzione, che prevede una forma di regionalismo differenziato, ossia la possibilità da parte di ogni singola regione di ottenere ulteriori spazi di autonomia a seconda di necessità specifiche.
Quello che ho indicato rappresenta un percorso istituzionale che richiede il completamento e la stabilizzazione della riforma federale del 2001 anche attraverso l'eventuale ricorso ad alcuni interventiPag. 60correttivi che rendano più chiaro ed evidente il disegno complessivo. Su questo tema vi sono già indagini conoscitive delle Camere e saranno svolti una serie di incontri all'esito dei quali avremo sufficienti elementi per proporre un intervento di attuazione e riforma del Titolo V.
PRESIDENTE. Signor Presidente del Consiglio...
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Ovviamente, su tutte le suddette questioni, ritengo indispensabile una larga convergenza delle forze politiche presenti in Parlamento e non una stretta maggioranza.
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione, ha facoltà di replicare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ritengo, Presidente Prodi, che le sue affermazioni siano molto gravi. Lei ha affermato che esistono cittadini di serie A nelle regioni autonome e cittadini di serie B nelle regioni che non possono aspirare a forme di autonomia. Le ricordo che la sola Lombardia ed il solo Veneto hanno un saldo attivo di 55 miliardi di euro ed è una vergogna che continuino a contribuire senza ritorno a possibilità economiche che sono alla loro portata.
Per quanto riguarda il federalismo fiscale ben venga, ma in quale quadro, Presidente del Consiglio? Al di là dei suoi proclami, le manovre economiche annunciate dal suo Governo vanno esattamente nella direzione opposta, vanno direttamente nelle tasche dei cittadini. Le proposte, come quella del ministro Bersani, vanno nella direzione di vessare e demolire parte della società del nord, fatta di piccole e medie imprese e di lavoratori autonomi, attraverso misure che vedremo produrre esproprio proletario all'interno delle casse previdenziali delle associazioni di categoria.
Quanto alle infrastrutture, lei può recarsi a Milano e dire quello che vuole. Però, mentre lei fa proclami in Lombardia, il «congelato» ministro Di Pietro, che mi pare faccia ancora parte della sua maggioranza, vuole rovesciare quanto la Casa delle libertà aveva indicato, cioè che almeno il 77 per cento delle risorse economiche fosse destinato alla parte più produttiva e più forte del paese, per mantenerla in sintonia con le esigenze dell'Europa. È evidente che, in maniera molto democristiana (mi permetta l'espressione), si torna a quel modo di dire secondo cui, certamente, bisogna fare sacrifici ma è il somaro del nord che deve pagare e tacere! È questo, infatti, l'unico modo possibile di interpretare le misure economiche che lei ha adottato.
Concludo, affermando che la Lega Nord, comunque, si impegnerà, in tutti i modi possibili, per impedire a lei ed a questo Governo, che sta demolendo la società del nord e il paese, di mangiare, per Natale, il più tipico dei dolci settentrionali, cioè il panettone (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).