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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - 525-bis ed abbinate sezione 1).
Riprendiamo dalla votazione dell'emendamento Sgobio 1.402.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, mi si fa notare che lei è già intervenuto ieri.
TEODORO BUONTEMPO. Non su questo emendamento, Presidente.
PRESIDENTE. Risulta che sull'emendamento Sgobio 1.402 hanno parlato i deputati La Russa, Palomba, Crapolicchio, Buontempo, Borghesi, Nespoli, Bocchino.
TEODORO BUONTEMPO. Se risulta così, mi dispiace. Io ero convinto invece...
PRESIDENTE. La prego di prenderne atto, per favore.
TEODORO BUONTEMPO. Ne prendo atto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Il nostro gruppo voterà a favore di questo emendamento, in quanto esso è in linea con quanto abbiamo sostenuto attraverso altri emendamenti presentati in Commissione ed altri ancora che siamo riusciti a segnalare, malgrado il contingentamento dei tempi.
Votiamo a favore perché questo emendamento esclude la concessione dell'indulto quando, con riferimento ai delitti contro la pubblica amministrazione, cioè a quelli ricompresi dagli articoli da 314 a 360 del codice penale, non vi sia stata la restituzione delle somme di denaro e dei beni pubblici indebitamente sottratti e quando, nel caso di reati speciali contro l'amministrazione militare - che sono sostanzialmente gli stessi tipi di reati previsti dal codice militare di pace -, non vi sia stata, anche in questo caso, la restituzione delle somme di denaro e dei beni pubblici indebitamente sottratti.
Riteniamo infatti che il beneficio dell'indulto - questo lo abbiamo sostenuto più volte, anche in altri interventi che sono stati svolti in Assemblea - vada concesso, facendo anche una valutazione...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, vorrei chiedere all'Assemblea un po' di attenzione!
Deputato Cota, prosegua pure.
ROBERTO COTA. ...per così dire meritocratica in ordine al soggetto al quale viene concesso il beneficio. Questa valutazione dev'essere rapportata alla necessità di evitare il rischio di recidiva, cioè di ricommettere il reato.
Mi pare che tutti, sia i sostenitori del provvedimento, sia coloro i quali sono più critici verso di esso, sostengano che un rischio da evitare debba proprio essere quello della ricaduta nella recidiva e vi è certamente una preoccupazione in ordine al fatto che molti dei condannati usciti di galera poi ricadono nel reato. Lo abbiamo visto commentando i dati dell'«indultino», quando un terzo dei detenuti condannati usciti di galera vi sono poi subito rientrati.
Dunque, uno dei parametri per valutare la meritorietà in ordine alla concessione dell'indulto, al fine di evitare i rischi di recidiva, è sicuramente l'impegno di restituire le somme di denaro indebitamente sottratte: in questo caso, indebitamente sottratte alla pubblica amministrazione, nell'altro caso, che abbiamo esaminato ieri, somme di denaro dovute a titolo di risarcimento del danno nei confronti della parte civile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benedetti Valentini. Ne ha a facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Mi scusi, Presidente, perché a titolo personale?
PRESIDENTE. Perché su questo emendamento per suo il gruppo aveva già parlato il deputato La Russa.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Va bene, Presidente, allora le chiedo scusa e parlo brevemente a titolo personale.
Vorrei dire che il gruppo di Alleanza Nazionale, a prescindere dalla più generale questione dell'essere favorevoli o contrari all'indulto, è tuttavia senz'altro favorevole a che qualunque misura premiale sia correlata e condizionata alla restitutio in integrum, al risarcimento, all'avvenuta attivazione del responsabile del reato per rimediare e risarcire le conseguenze dannose del proprio reato. Mi chiedo però, facendo eco alle parole di ieri del relatore che attribuiva ai vari gruppi la colpa di non essere coerenti e di non avere un unico metro di valutazione delle fattispecie, perché i colleghi che hanno presentato questa proposta emendativa - che è corretta e logica, concedendo l'indulto purché vi sia stata la restituzione delle somme di denaro dei beni pubblici indebitamente sottratti - non abbiano accettato analogo principio con riferimento al risarcimento dei danni per gravissimi reati, come i delitti contro la persona! Avrebbe dovuto esserci il risarcimento danni per fatti assai più pesanti e il principio avrebbe dovuto essere assolutamente lo stesso. Perché adottare più metri e più misure?
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Concludo, dicendo che mi appresterei quanto meno ad astenermi, per questo principio sistematico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire, in linea con le precedenti dichiarazioni di tutto il mio gruppo, che Alleanza Nazionale si asterrà su questo emendamento. Alleanza Nazionale ha deciso di non partecipare alla gara volta a definire quali emendamenti siano migliori o peggiori, perché il risarcimento del danno dovrebbe essere un principio generale per l'applicabilità dell'indulto. Ahimé, così non è stato! I nostri emendamenti tendenti a far risarcire le vittime dei reati, a favore delle quali Alleanza Nazionale si è sempre schierata, sono stati respinti e per questo - non per altro - il voto del partito che qui rappresento sarà di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
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EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei soltanto capire: mi rendo conto infatti che è sempre più difficile comprendere il comportamento dei colleghi della sinistra. Per quale motivo un dipendente della pubblica amministrazione, un militare o quant'altri, che abbia in qualche maniera arrecato danno o pregiudizio alla pubblica amministrazione, se vuole usufruire dell'indulto, deve pagare e risarcire, mentre invece tante altre persone - penso al caso Unipol, a Consorte, penso ad altri scandali, a Ricucci, a Tanzi e ai tanti amici della sinistra, compresi i no global, che sfasciano vetrine per fini moralmente leciti come la lotta all'imperialismo e al capitalismo - non devono risarcire nulla?
Poiché mi sono sentito dire spesso, nei cinque anni scorsi, che la legge è uguale per tutti e che non si fanno leggi ad personam, vorrei che l'onorevole Vacca, che non vedo, o qualche altro collega di sinistra mi spiegasse perché i dipendenti pubblici e i militari sono ...
PRESIDENTE. La prego, ha concluso il suo tempo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, colgo l'occasione in questo minuto per fare le mie rimostranze, anche perché ho atteso quasi 15 ore per questo intervento, dopo che lei mi ha dato la parola, me l'ha tolta, ha fatto il «giro» di diversi colleghi, in piena dichiarazione di voto, per poi chiudere i lavori dell'Assemblea senza che si votasse. Quindi, non ho avuto la parola e mi sono dovuto riscrivere questa mattina per poter intervenire.
La pregherei, visto che il dibattito sarà piuttosto lungo, almeno questa mattina, quanto meno di avere un po' più di rispetto per noi deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per ribadire la nostra perplessità sulle classificazioni proposte. Se dovessimo tener fede, come dobbiamo fare, alle informazioni che ci sono state rese dal Ministero, qui saremmo di fronte ad un caso che riguarda, sì e no, una cinquantina di persone e, quindi, questo emendamento si atteggerebbe sostanzialmente come un atto contra personas. Vogliamo ribadire come questa situazione sia erronea. C'è chi fa una classifica di valori che non tiene conto dei principi; ad esempio, il principio della vita dovrebbe essere sicuramente più importante in una scala ideale gerarchica rispetto a quello di cui si sta discutendo in questo momento.
Ecco perché ci chiamiamo fuori. La contrarietà di Alleanza Nazionale sull'indulto è pacifica e si basa sugli argomenti che abbiamo illustrato fin qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, anche alla luce dell'intervento svolto dall'onorevole Contento, vorrei sottolineare alla Presidenza tutto il disagio del nostro gruppo circa il fatto che su alcuni temi, come quello trattato nell'emendamento in esame, che hanno significativi effetti di ricaduta sul piano concreto, il nostro ramo del Parlamento è costretto a legiferare al buio. Infatti, il ministero non ha fornito nessun dato proiezionale circa gli effetti di ricaduta dell'approvazione o meno di questi emendamenti.
Intendo dunque rassegnare al Presidente il disagio che, al di là delle contrapposizioni politiche, viviamo per un'interlocuzione così importante e significativa su un tema così alto nell'assenza di dati e di chiarezza circa la situazione delle carceri italiane da parte del ministero competente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,Pag. 6il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, devo registrare un profondo imbarazzo in relazione al dibattito che si è sviluppato nella giornata di ieri e che si sta manifestando anche in questa prima parte della seduta odierna.
Continuiamo a seguire un percorso circa la definizione di una scala di priorità relativamente a chi o meno dovrebbe godere del provvedimento di indulto. È evidente che tali questioni meritano approfondimenti seri. Ogni emendamento proposto - anche quest'ultimo, sul quale manifesto la mia personale contrarietà - è volto ad incidere direttamente su responsabilità dirette, storie, vicende, interessi personali e pubblici che riguardano il compimento di reati che non possono essere valutati in funzione di un criterio di gradualità e di pericolosità. Ritengo che tutti i reati abbiano lo stesso ordine di valore e di diritto.
Per tale motivo, ribadisco la mia contrarietà sull'indulto e su questo confronto relativo a proposte emendative che non possono essere presentate con questa approssimazione e con questa pochezza di informazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Angela Napoli. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, sinceramente non riesco a capire cosa stia facendo l'Assemblea in merito alle posizioni che man mano va assumendo sull'insieme degli emendamenti presentati al provvedimento di indulto.
Che Alleanza Nazionale sia contraria a questa forma di indulto non v'è alcun dubbio. Tuttavia, occorre specificare che Alleanza Nazionale, nel mantenere la propria contrarietà, tiene anche un comportamento a tutela della parità di tutte le categorie.
Non possiamo assolutamente accettare che determinate categorie - come quelle previste in questo emendamento - debbano restituire il maltolto, mentre risultano favorite dall'indulto le categorie che maggiormente hanno creato la «disamministrazione» pubblica e soprattutto quelle politiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Holzmann. Ne ha facoltà.
GIORGIO HOLZMANN. Signor Presidente, nel merito di questo emendamento abbiamo già espresso, attraverso gli interventi di numerosi colleghi, anche a titolo personale, numerose perplessità per la disparità di trattamento che si determinerebbe nei confronti dei pubblici dipendenti rispetto ad altri soggetti che hanno commesso gli stessi reati, in taluni casi anche più gravi e rilevanti dal punto di vista economico.
Vorrei anche osservare che l'assenza del ministro della giustizia comporta per i parlamentari una qualche incertezza nella valutazione degli emendamenti. Infatti, in via preliminare, prima che gli emendamenti vengano posti in votazione, vorremmo conoscerne le ricadute in termini concreti sulla popolazione carceraria. In altre parole, vorremmo sapere quante persone usciranno dalle carceri e quante vi rimarranno, nel caso in cui un emendamento venisse approvato. Il ministro della giustizia dovrebbe potercelo dire di volta in volta.
Signor Presidente, è veramente difficile per noi effettuare una valutazione seria ed obiettiva su queste proposte emendative, senza indicazioni precise da parte del ministro competente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ulivi. Ne ha facoltà.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, desidero esprimere il disagio di tutto il mio gruppo per l'assenza del ministro Mastella durante l'esame di un provvedimento così importante. La prego di farsi parte attiva, affinché il ministro MastellaPag. 7partecipi ai lavori dell'Assemblea. Credo che questa richiesta vada fatta a nome non solo del mio gruppo, ma certamente anche del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, il collega Ulivi mi ha anticipato, dal momento che anche io vorrei formulare la stessa richiesta. È paradossale assistere allo spettacolo di un Governo rappresentato in Assemblea da un ministro che è dichiaratamente contrario al provvedimento in esame e non registrare, invece, la partecipazione - che dovrebbe essere obbligatoria - del ministro che dovrebbe gestire e condurre in porto il provvedimento stesso.
Le cronache di questi giorni riferiscono che vi è un forte contrasto anche all'interno del Governo su un provvedimento rispetto al quale è contraria la maggioranza degli italiani, cui noi ci rivolgiamo. In quest'aula, Alleanza Nazionale sta conducendo una battaglia per gli italiani onesti, che rifiutano compromessi in materia di giustizia. Se queste contraddizioni del Governo non vengono risolte, non si potrà mai capire esattamente quali sono le forze che dichiaratamente sostengono la legittimità e la giustizia ...
PRESIDENTE. La prego, ha oltrepassato il suo tempo!
ANTONINO LO PRESTI. ...e quali forze, invece, pretendono e vogliono riportare in strada migliaia di delinquenti.
PRESIDENTE. Invito tutti coloro che legittimamente intervengono a farlo nei termini previsti dal regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lisi. Ne ha facoltà.
UGO LISI. Signor Presidente, credevamo che in questa nuova giornata di lavori parlamentari fosse presente il ministro guardasigilli Mastella. Ieri, non è stato presente, né oggi lo vediamo nei banchi del Governo. Questo Governo si trova in gravi difficoltà se è vero, come è vero, che ieri sera il ministro Mussi ha dichiarato che, se ci saranno tagli al suo dicastero, si dimetterà.
Tuttavia, era presente il ministro Di Pietro, contrario a questo provvedimento che la maggioranza ed il suo Governo hanno portato in Assemblea. Manca il soggetto preposto al dicastero competente, ossia quello della giustizia. Chiediamo, quindi, che il ministro Mastella venga in Assemblea per meglio rappresentare le esigenze di questa maggioranza rispetto a quelle che hanno manifestato Di Pietro e l'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Airaghi. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Grazie, deputato Presidente. Prendo la parola per confermare che mi trovo perfettamente in linea con le indicazioni del gruppo di astenersi riguardo a questo emendamento, perché Alleanza Nazionale non ha alcuna intenzione di partecipare a questa specie di gioco delle parti su un provvedimento sul quale nel complesso siamo assolutamente contrari.
Tra l'altro è assolutamente inevitabile astenermi perché mi trovo in grande difficoltà nell'interpretare questo provvedimento in assenza del ministro competente, il guardasigilli Mastella. Trovo assolutamente inaccettabile e incomprensibile la mancata presenza del ministro della giustizia durante la discussione di un provvedimento principe in materia di giustizia. Capisco anche la difficoltà del ministro Mastella di collocarsi a fianco di un ministro che mostra la propria contrarietà al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei fare alcune brevi considerazioni.Pag. 8La mancanza in aula del ministro Mastella pone seri dubbi sull'efficacia dei lavori dell'Assemblea. Non è possibile approvare un provvedimento del genere senza pensare alle ricadute sugli enti locali. Qui si discute se far uscire decine di migliaia di criminali senza considerare i costi che verranno scaricati sugli enti locali. Da parte del Governo vorremmo avere chiarimenti anche su questo, perché sui giornali leggiamo di fantomatici risparmi di milioni di euro, senza prendere in considerazione che questi risparmi si tradurranno in altri costi che verranno sostenuti sia dalla collettività, perché vi saranno sicuramente reiterazioni di reati e quant'altro, sia, soprattutto, da parte degli enti locali, che dovranno mettere mano al portafoglio per trovare una soluzione, magari tramite i servizi sociali, per le persone che usciranno dal carcere.
Vogliamo avere da parte del Governo chiarimenti anche su questo punto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Presidente, mi consenta di esprimere il disagio per essere costretto in appena un minuto ad individuare due elementi fondamentali di questo nostro dibattito e stigmatizzarli. In così breve tempo è difficile concentrare il dissenso sul modo in cui si organizzano i lavori della Camera in assenza del ministro competente per materia. Credo che questa situazione abbia pochi precedenti e ponga un serio problema di equilibrio nel rapporto tra esecutivo e Parlamento.
Vi è un secondo tema importante da considerare, quello dell'emendamento che stiamo trattando. Esso vulnera uno dei principi fondamentali della nostra impostazione giuridica: quello della generalità ed astrattezza della norma. In questo caso vengono individuate delle categorie che sono penalizzate in maniera ingiustificata. Si tratta di argomenti che non possono essere trattati in un minuto, pertanto ribadisco la condizione di difficoltà oggettiva nello svolgere il nostro compito di parlamentari con l'efficienza che dovremmo garantire nella elaborazione delle proposte di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Presidente, affinché gli interventi di questa mattina non appaiano una nuova forma di ostruzionismo, dopo che ieri sera avevamo concluso il dibattito in Assemblea con un sostanziale accordo, vorrei far presente che questo atteggiamento sul primo emendamento da votare oggi deriva dal fatto che continua a persistere questa sorta di commedia degli inganni.
Il ministro competente non c'è in aula quando si tratta di un argomento di sua stretta pertinenza, mentre un ministro che trama nell'ombra contro il provvedimento in esame è presente tra questi banchi e, come abbiamo rilevato in più occasioni anche nella giornata di ieri, va a suggerire ai componenti del suo gruppo come mettere la sabbia negli ingranaggi. È evidente che questa situazione persiste ed assomiglia molto alla commedia degli inganni. Noi da questo momento inizieremo ad intervenire nel merito, ma senza che ciò sia considerato ostruzionismo. Richiamiamo, però, il Governo ad una semplice situazione di serietà...
PRESIDENTE. La prego...
ROBERTO MENIA. ...che dovrebbe determinare la presenza del ministro competente. Ci verrebbe da chiedere, in questo caso, di verificare non tanto il numero legale dell'Assemblea, ma piuttosto il numero legale del Governo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che dei tanti interventi che abbiamo sentito da ieri sera a questa mattina nessuno ha evidenziatoPag. 9che la pena per chi ha commesso un reato è sì rieducativa, ma deve essere anche riabilitativa. In tale contesto troviamo quanto meno singolare che il ministro della giustizia non sia in quest'aula, visto che in quanto ministro della giustizia - lo dice la parola stessa - dovrebbe essere qui a sentire il dibattito, atteso che dovrebbe garantire e tutelare le vittime dall'ingiustizia nel considerare la riabilitazione di chi ha commesso questi reati.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sgobio 1.402, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 407
Astenuti 52
Maggioranza 204
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 361).
Prendo atto che la deputata Nicchi non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Donadi 1.477.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare, ancora una volta, l'importanza di questo emendamento che tende ad escludere dai reati ai quali estendere le misure dell'indulto tutti i reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia. Credo sia particolarmente importante che dall'Assemblea venga un segnale in questo senso. Credo infatti sia particolarmente importante che il Parlamento dia una dimostrazione di terzietà, di alterità rispetto al complesso di interessi e di ruoli che riguardano la politica nei suoi rapporti con la pubblica amministrazione e che danno origine a tanti dei reati compresi in questo capo del codice penale.
Credo che escludere dall'ambito dell'indulto reati come la corruzione, la concussione, la corruzione in atti giudiziari - cosa che, come abbiamo già detto, non inciderebbe minimamente in termini di efficacia del provvedimento di indulto riguardo alla deflazione dell'affollamento carcerario - sarebbe un segnale importante da dare fuori da quest'aula. Mi riferisco al fatto che il Parlamento, la politica, la stragrande maggioranza dell'Assemblea non fanno sconti a quei reati ai quali più volte e più spesso la politica è più vicina: quelli relativi alla pubblica amministrazione.
Concludo, quindi, annunciando ovviamente il voto favorevole dell'Italia dei Valori ed esprimendo un auspicio, rivolto in particolare ai colleghi della maggioranza di centrosinistra. Mi rendo conto dell'importanza che molti di voi, ma credete anche molti di noi, attribuiscono alla possibile approvazione di un indulto, ma credo che debba trattarsi di un provvedimento di cui, davanti a tutto il paese, possiamo andare fieri e a testa alta, e non un indulto che, poi, ci costringa a girare per le strade del nostro paese a testa bassa (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, noi voteremo questo emendamento perché pensiamo che l'indulto non sia lo strumento adatto per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario e che, anzi, abbia l'effetto - così come è stato pensato - di rimettere i delinquenti in libertà. Dunque, attraverso la presentazione di emendamenti, abbiamo cercato, ovviamente, di ridurre il danno e voteremo anche gli emendamenti presentati da altriPag. 10gruppi, volti, coerentemente, a limitare questo danno. Vorrei, tuttavia, segnalare una questione che poi riprenderò nei prossimi interventi: la presentazione degli emendamenti, per quanto ci riguarda, è proprio finalizzata a limitare il danno nell'interesse della gente, cioè delle vittime dei reati, per evitare che vengano rimesse in libertà persone che hanno ancora una forte potenzialità a delinquere.
Dico questo perché noi abbiamo un atteggiamento coerente ed invece ci stupisce l'atteggiamento di chi ricomprende tra le esclusioni alcune categorie di reati - come, ad esempio, quelli contenuti nell'emendamento Donadi 1.477 - e non ricomprende altre tipologie di reati che sono oggettivamente più gravi (ad esempio, l'omicidio, che credo sia ancora il reato più grave per eccellenza, nonostante le diverse interpretazioni che qui vengono date, ed altri tipi di reati contro la persona). Allora, se si vogliono escludere dall'applicazione dell'indulto determinati tipi di reati e non si vuole escludere l'omicidio ed altri reati più gravi, vuol dire che nella presentazione degli emendamenti e nella gestione di questo provvedimento sussiste una strumentalità non nell'interesse delle vittime, ma nell'individuare la tipologia dei reati che risponde ad altri interessi.
Voglio denunciare tutto ciò perché siamo di fronte ad un uso strumentale della tecnica legislativa e, alla fine, ad un uso strumentale della giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Deputato Presidente, onorevoli colleghi, stiamo continuando in quest'aula in un assurdo lavoro di «taglia e cuci» basato sulle inclusioni ed esclusioni di ipotesi di reato dall'ampiezza e dalla portata dell'indulto che si vorrebbe approvare. Per chi, come Alleanza Nazionale, è radicalmente contrario al provvedimento in sé, questa logica è incredibile, ma è lo stesso provvedimento dell'indulto ad essere venato da gravi questioni di equità. Infatti, già il fatto che una misura cosiddetta di clemenza si applica uniformemente, a prescindere dalla gravità del reato, comporta delle conseguenze paradossali: vi sono condannati ad una pena complessiva sino a tre anni che non scontano per nulla la pena ed altri - che, invece, hanno già scontato parte della pena - che se la vedono soltanto ridotta, senza alcuna proporzione o riferimento alla quantità complessiva della pena e, quindi, alla percentuale di sofferenza che ciascuno di questi detenuti che si vorrebbe privilegiare ha subito o dovrà subire. La circostanza poi che si proceda, attraverso questi emendamenti, ad esclusioni o inclusioni sulla base di ragionamenti assolutamente soggettivi si scontra di per sé con una logica assolutamente stringente del sistema penale italiano e di quelli degli altri paesi civili la cui volontà punitiva dello Stato e di tutto ciò che è connesso con la funzione della pena è legata al sistema delle pene edittali, cioè quelle che prevedono per ciascuna ipotesi di reato una pena da un minimo ad un massimo che poi il giudice applicherà secondo le circostanze specifiche del fatto.
È evidente che se vi è un sistema che prevede pene diverse e graduate sulla scorta della pericolosità sociale, dell'allarme sociale, dei beni giuridici tutelati dalla norma penale, quindi, se si prevede una graduazione diversificata, quest'ultima non può successivamente essere messa in discussione, includendo ed escludendo reati nel provvedimento di clemenza in seguito ad opinioni del tutto soggettive.
Se già vi è una graduazione che riguarda la gravità delle pene, non si capisce perché alcuni reati, per i quali sono previste pene detentive più lievi, debbano essere esclusi dall'indulto ed altri, che certamente riguardano molti cittadini e che sono più odiosi dal punto di vista sociale, invece vedono l'applicazione dell'indulto nei confronti di coloro che li hanno commessi.
Allora, è questa la logica per la quale il gruppo di Alleanza nazionale si astiene su tutti gli emendamenti, compreso quelloPag. 11di cui stiamo discutendo in questo momento. È la logica stessa degli emendamenti che è sbagliata.
Mentre salutiamo finalmente l'ingresso in aula del ministro Mastella [Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] che, evidentemente, ha deciso di autosospendersi dalla sospensione e, terminati i festeggiamenti per il suo ingresso, credo di dover ribadire ancora una volta l'assoluta contrarietà di Alleanza Nazionale a questo sistema di inclusioni ed esclusioni soggettive che porta e continuerà a portare conseguenze assolutamente paradossali, assolutamente inique, assolutamente non rispondenti al sistema penale così come concepito finora.
Anche la critica per cui i precedenti provvedimenti di indulto ed amnistia, che risalgono comunque alla fine degli anni Ottanta e Novanta, hanno sempre previsto delle ipotesi di esclusione, non è un'argomentazione valida.
Se si è sbagliato in molte occasioni nel secolo e nel millennio passato, non è certamente il caso che il Parlamento italiano continui a sbagliare nel nuovo millennio e nel nuovo secolo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, approfitto per salutare anch'io il grande assente di questo dibattito. Non so se sia un'assenza voluta, dovuta o imposta dall'atteggiamento totalmente contrario di un altro ministro che non si sa se ricopre in quest'aula il ruolo di ministro o di deputato, perché ieri ha anche espresso il voto e mi riferisco al ministro delle infrastrutture (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
Vorrei confermare l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale, che conferma di non essere assolutamente appassionata ad una gara tra chi inserisce un reato e chi ne toglie un altro.
Siamo contrari al provvedimento di indulto nella sua interezza, così come formulato, e quindi ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io mi unisco al plauso per l'arrivo finalmente in aula del ministro Mastella che consentirà anche a lui di avere il polso della situazione.
Stiamo assistendo a questo stillicidio di inserimenti, aggiunte, esclusioni di reati da un provvedimento di indulto che, invece, sarebbe molto più semplicemente da rifiutare in toto.
Però, approfitto della presenza del ministro per fargli rilevare che i problemi della giustizia risiedono altrove; al riguardo, svolgo alcune brevi considerazioni. Anzitutto, mi è stato raccontato che, in occasione dello sciopero degli avvocati, nel tribunale di Rho, si è addirittura fatto ricorso, da parte dei giudici, ad un rinvio «punitivo» delle udienze. Non è possibile che, a fronte di un legittimo atteggiamento degli avvocati (che hanno scelto di fare sciopero contro un provvedimento che non condividono), il giudice abbia scelta di «punire» - punire! - l'avvocato stesso ed i suoi assistiti rinviando addirittura a novembre del 2007 l'udienza. Questi sono i problemi della giustizia!
Penso anche alla diffusione dei reati di concussione e di corruzione favorita dalla riforma Bassanini, pur adulata da una certa sinistra. Quando si parla di corruzione e concussione si pensa sempre alla classe politica; non ci si rende conto che, con la riforma Bassanini, si è aperto un vulnus enorme, si è aperto un fiume in piena. Togliendo il potere di firma ai sindaci e agli assessori e conferendolo ai capi settore, abbiamo attualmente più di 8 mila, 8 mila 100 comuni dove i capi settore sono liberi di fare quello che vogliono senza alcun controllo. Ecco, controllate anche tale questione e verificate gli effetti di certe riforme che sembranoPag. 12«fantascienza», tanto paiono perfette, ma che poi, nella realtà dei fatti, non funzionano per niente!
Quindi, molto si deve operare per migliorare il funzionamento della giustizia ed è vostro compito farlo. Vorremmo sapere cosa pensa di fare il ministro di tutti i detenuti che usciranno con questo indulto; non è possibile continuare in questo modo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, onestamente, condivido l'intervento del collega Consolo e degli altri deputati poc'anzi intervenuti; infatti, una legge di indulto non può essere un self service, dove, per così dire, ognuno si serve, ognuno inserisce e ognuno toglie. Tuttavia, malgrado la posizione contraria di Alleanza Nazionale, ciò è avvenuto e sta avvenendo e tali patti sono stati stretti all'interno di questa strana maggioranza. A proposito di questa inedita maggioranza formatasi in aula, vorrei anzi dire, e mi rivolgo anche ai colleghi che non fanno parte dell'area di Governo, che il messaggio secondo il quale chi vota a favore dell'indulto è democratico, è un progressista, è una persona per bene, mentre chi vota contro l'indulto non corrisponde a tali caratteristiche...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione, concludo subito.
Presidente, le faccio soltanto una raccomandazione: introduca una forza di interposizione tra Mastella e Di Pietro perché le dichiarazioni apparse sui giornali sono state minacciose; non vorremmo incidenti in aula!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Mentre i ministri congelati si trattengono nella loro cella frigorifera - che in questo momento è rappresentata dal banco del Governo -, noi manifestiamo, onorevole Presidente, la nostra protesta, oltre che il più vivo disagio; infatti, un gruppo da sempre inflessibile nei confronti dei fatti di peculato e di delitti contro la pubblica amministrazione, come è e resterà Alleanza Nazionale, si trova a dover esprimere correttamente, e per senso di equità e di sistema giuridico, la propria astensione dal voto su una proposta emendativa di questo genere. Invero, non ha alcun senso che, esclusi dall'indulto gravi delitti che offendono e il patrimonio e la persona e la sicurezza pubblica, debba essere semplicemente «opzionata» una esclusione per reati che non suscitano proporzionalmente maggiore allarme.
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Quindi, la nostra è una protesta vivissima per il metodo con cui si tratta della libertà delle persone. Tutto ciò è anche profondamente immorale.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Vorrei avanzarle una richiesta, signor Presidente. Oggi, sui principali quotidiani nazionali, sul tema dell'indulto notiamo alcune posizioni, assunte dal ministro Di Pietro e dal ministro Mastella, che sono evidentemente contrastanti tra loro.
Vorrei richiamare, allora, le parole del presidente Violante (spero me lo permetta), il quale, durante la scorsa legislatura, invitava il Parlamento a chiedere ai ministri che avevano valutazioni diverse su alcuni provvedimenti di intervenire in Assemblea. Chiediamo pertanto, per rispetto del Parlamento, che il ministro Mastella,Pag. 13che è qui presente, informi quest'aula riguardo alla reale posizione del suo ministero sul provvedimento in esame.
Le domanderei quindi, signor Presidente, di invitare il ministro Mastella ad intervenire, visto che è assolutamente inaccettabile che i dibattiti su questo argomento vengano svolti sui giornali, mancando di rispetto al Parlamento. Colgo dunque l'occasione per invitare il ministro Mastella - perché se non lo farà lei, Presidente, insisterò io personalmente - a riferire oggi in Assemblea sulla sua reale posizione (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Mi sembra che la sua sollecitazione sia facilmente accoglibile e, pertanto, do la parola al ministro Mastella.
Prego, ministro Mastella, ha facoltà di parlare.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Grazie, signor Presidente. Io voglio (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Vi prego, però! Dovete consentire al ministro di esporre la sua opinione in questa Assemblea.
Prego, ministro Mastella, prosegua pure il suo intervento.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Voglio dire sia a lei, signor Presidente, sia ai colleghi deputati che, innanzitutto, chiedo scusa se è sembrato che ci sia stata, da parte mia, una scarsa considerazione nei confronti di un'aula nella quale ho trascorso tanti anni della mia vita politica e parlamentare (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
Però voglio anche aggiungere, con molta nettezza, che, rispetto a quanto si sta definendo in questa circostanza, la mia preesistente idea rimane. Non è da oggi, e ricordo che, anche a seguito di alcune sollecitazioni morali che ebbero luogo in quest'aula dopo l'invito che il Presidente Casini rivolse al Santo Padre, molti avemmo qualche moto di commozione guardando «strabicamente» non ai singoli, ma alle miriadi di persone che si trovavano in condizioni di grande ed enorme difficoltà.
Vorrei anche dire, sin da subito, che nutro grande rispetto per chi la pensa diversamente da me, così come credo che altri debbano rispettare chi la pensa diversamente da loro: questa è la dialettica democratica del confronto e della tolleranza.
Sono personalmente favorevole alla concessione dell'indulto; la mia opinione è altresì favorevole, qualora vi fossero le condizioni, all'amnistia: l'ho sempre detto e lo ripeto in questa circostanza. Non è una banalità, non si tratta di usare accenti abbastanza sconsiderati, non è suscitare attese in tanti luoghi che sto visitando e che, ricordo, numerosi altri colleghi, come il collega Buemi (che ringrazio), hanno in questi anni visitato, in maniera approfondita, molto più di me.
Non c'è un'opinione del Governo, per la semplice ragione che si tratta di una materia di competenza parlamentare; tanto è vero che la normativa costituzionale stabilisce una maggioranza molto ampia e diffusa. Sarete infatti chiamati, in questa sede, a decidere con una maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera dei deputati; io stesso, nella mia veste di parlamentare, sarò chiamato ad esprimermi al Senato su tale provvedimento.
Pertanto, non vi è nessun arbitrio. Vedo divisioni a destra e a manca, ma non ho mosso osservazioni rispetto al fatto che la Lega o Alleanza Nazionale esprimano posizioni dissenzienti. Perché dovete ritenere che vi è divisione all'interno della maggioranza, quando possono benissimo esservi opinioni diversificate?
L'unica cosa che voglio dirle, signor Presidente - perché mi assenterò per dieci minuti per votare al Senato, ma poi tornerò alla Camera -, è che non accetto un principio. Ricordo che da tanti anni faccio vita politica e parlamentare e che sonoPag. 14uscito indenne da tanti cerchi di fuoco (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
Non considero mia la stagione del giustizialismo; non ho una visione hegeliana ed etica della vita politica, ma ritengo che se una persona sbaglia debba pagare, e ci può essere anche l'indulgenza, come in questo caso, da parte dello Stato. L'unico discrimine che non posso accettare è quello per cui chi è contro l'indulto è moralmente in regola, mentre chi è a suo favore ha quasi complicità con il tratto della immoralità [Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani, dei Verdi e dei Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
Mi sento moralmente uguale agli altri, così come spero gli altri si sentano moralmente uguali a me. Non ci sono eccezioni. Non ci sono configurazioni improprie, che io abbia frequentato in tanti anni di vita politica, che mi hanno determinato. Mi ritengo una persona seria, così come ritengo persone serie sia quelle che la pensano come me sia quelle che la penseranno diversamente da me.
Ritenevo, per la verità, che fosse talmente alta, almeno per quanto mi riguarda, la portata di tale provvedimento che non volevo dare vita a prese di posizioni aventi forme particolari. Qui non stiamo discutendo di una contrapposizione, né tantomeno stiamo facendo un «inciucio» tra maggioranza ed opposizione, ma si tratta di una questione più «alta», molto più nobile, di un'intesa parlamentare, che si illustra di per sé anche in altri gesti, che si crea quando il Parlamento è chiamato responsabilmente a decidere con il criterio dei due terzi.
Detto ciò, vi chiedo scusa, ma devo assentarmi per qualche minuto, ritornerò dopo avere espresso il mio voto al Senato [Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari-Udeur, de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani, dei Verdi e di deputati di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, ringrazio il ministro Mastella, a cui chiederei di posticipare di qualche minuto la sua uscita dall'aula al fine di poter ascoltare le reazioni dei colleghi al suo intervento. Vedo, però, che è andato via: glielo riferirete.
Signor Presidente, ritengo sia stato utile l'intervento del ministro Mastella, anche se lo stesso in qualche punto è stato reticente. È giusto dire, come in realtà è, che quello dell'indulto è sempre stato un provvedimento di iniziativa parlamentare e non governativa, così come è corretto che su tale provvedimento si possono creare delle maggioranze parlamentari, anche diverse, le quali debbono comunque essere, come prevede la Costituzione, più ampie di quelle che sostengono il Governo. Tuttavia, a mio avviso, il ministro Mastella è stato reticente per due motivi. In primo luogo, quando ha paragonato il mancato sostegno, che è del tutto legittimo, addirittura scontato vista la posizione assunta nella scorsa legislatura, di due gruppi di opposizione al provvedimento con quanto sta accadendo all'interno della maggioranza. Non c'è nulla di strano che i gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale votino contro il provvedimento: lo hanno già fatto nella scorsa legislatura. Tale situazione, inoltre, non è assolutamente paragonabile allo spettacolo indecoroso che stanno dando la maggioranza e il Governo con un ministro che si autosospende dal proprio incarico e che ostentatamente è presente in aula al solo fine di sottolineare la posizione, sua e di un gruppo della maggioranza, sul provvedimento d'indulto, rimarcando così la sua distanza dal ministro della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
In secondo luogo, il Governo ha scelto, in ordine alle proposte emendative presentatePag. 15al provvedimento, di rimettersi all'Assemblea per rispettare una clausola - immagino convenzionale - sui provvedimenti di iniziativa parlamentare. Tuttavia, il ministro della giustizia ha il dovere di dire al Parlamento non come voterà al Senato il senatore Mastella, ma se il Governo è favorevole o meno al provvedimento di indulto. In particolare, se il Governo, data la conoscenza che ha della situazione delle carceri e degli effetti che il provvedimento in esame avrà sulla situazione della popolazione carceraria, sulla politica di prevenzione dei reati e di sicurezza, è favorevole o meno all'indulto. Questo il ministro della giustizia non l'ha detto! Questo il Governo Prodi non l'ha detto! E ciò rappresenta un elemento di discussione che a noi manca e che non può essere sostituito dalla generica dichiarazione, fatta in questa sede dal rappresentante del Governo, di rimettersi, come detto, all'Assemblea sulle proposte emendative presentate al provvedimento.
Credo sia grande dimostrazione di senso di responsabilità da parte del nostro gruppo aver motivato da anni le ragioni per le quali abbiamo accolto l'appello che rese in questa sede il Sommo Pontefice. Conseguentemente, ritengo sarebbe grande segno di responsabilità che il Governo e, in particolare, il ministro della giustizia, pubblicamente dicessero, senza vergognarsene, di essere favorevoli al provvedimento sull'indulto. Non si tratta di qualcosa che può riguardare i singoli gruppi parlamentari, ma è una questione che deve riguardare anche le politiche in tema di giustizia del Governo.
Su questo vorremmo che, quando il ministro Mastella tornerà in aula, come ministro e non come senatore che vota a favore, esprimesse definitivamente l'opinione del Governo a tale riguardo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Come state vedendo, dopo l'intervento del Governo, sono riprese le dichiarazioni di voto a nome dei gruppi parlamentari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gasparri. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Non è possibile, perché siamo in fase di dichiarazioni di voto.
MAURIZIO GASPARRI. Intendevo intervenire sulle dichiarazioni anche del ministro Mastella, ed a quelle faccio riferimento.
PRESIDENTE. No, mi scusi, non mi riferivo a lei. Vi è stato un deputato che dall'aula ha chiesto di poter intervenire. Non mi riferivo a lei che ne ha totale facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Innanzitutto, prendiamo atto che il ministro della giustizia ha almeno manifestato la sua presenza in aula, affermando che quella in corso è una discussione che attiene ad una materia strettamente parlamentare. Tuttavia, il nostro gruppo aveva sollecitato la presenza del ministro, perché, è vero che il provvedimento all'esame nasce da un lungo, travagliato dibattito parlamentare che ha attraversato addirittura le varie legislature, ma il Governo non può chiamarsi fuori dalle considerazioni relative alla ricaduta di un provvedimento di tale natura.
Il ministro Mastella è stato, tra l'altro, promotore attivo e deciso di questo provvedimento. Abbiamo ricordato infatti più volte, in questi giorni, che proprio all'inizio del suo mandato - credo fosse il 2 giugno - si recò, in maniera abbastanza clamorosa e vistosa, seguito da telecamere, telegiornali e mezzi di comunicazione vari, al carcere di Regina Coeli, dove tenne una sorta di irrituale comizio, visto che da un ministro ci si attenderebbe una illustrazione di programmi in Parlamento. Quella esternazione di Mastella ha preceduto qualsiasi sua comunicazione al Parlamento circa le linee programmatiche che il Governo e il suo dicastero intendono seguire e non mi pare che sin qui - sonoPag. 16passati quasi due mesi da quel 2 giugno - vi siano stati fatti eclatanti in quella direzione.
Finora abbiamo appreso della volontà di abrogare questa o quella legge della precedente legislatura, ma non si è ben compreso quali siano gli intendimenti del Governo sulla politica giudiziaria, penale e carceraria.
Il ministro Mastella questa mattina non ha risolto tali quesiti: se l'è cavata dicendo che è il Parlamento che decide, ma sulle materie da me ricordate avrebbe potuto cogliere l'occasione per riferirci quali misure alternative alla detenzione carceraria possano essere ipotizzate per taluni reati.
Più volte abbiamo sollevato il problema riguardante i detenuti in semilibertà che trascorrono il giorno fuori dal carcere e che tornano presso gli istituti penitenziari soltanto per dormire. Si tratta di persone che non hanno alcun interesse a fuggire, poiché, se lo volessero, potrebbero farlo durante il giorno quando sono a piede libero. Perché non collocarli altrove? Vi sono tante strutture dismesse, caserme non utilizzate: già solo sgravando le carceri dalla presenza di queste persone in semilibertà, vi sarebbero conseguenze rilevanti ai fini di un decongestionamento della situazione carceraria.
Dunque, Presidente, abbiamo avanzato anche proposte costruttive, noi che, essendo contrari all'indulto, riteniamo che la misura della scarcerazione di 10, 12 mila persone potrebbe comportare gravi conseguenze negative. È anche per questo che non stiamo partecipando al giochino delle inclusioni e delle esclusioni, questo sì e quell'altro no, la frode alimentare forse, o quell'altro reato invece no.
Ho citato ieri più volte il relatore quando ha affermato che, ad una persona condannata per omicidio, daremmo comunque una riduzione di tre anni della pena detentiva; non si comprende perché ciò non debba accadere per altri reati, certamente meno gravi dell'omicidio, il quale è uno dei più gravi perché si tratta della soppressione della vita altrui. Una strage può essere superiore ad un omicidio, ma solo perché è un omicidio moltiplicato alla ennesima potenza, mentre tutti gli altri reati si collocano al di sotto di esso perché, per quanto gravi, e taluni ripugnanti ed ignobili, non arrivano alla soppressione della vita altrui, che ovviamente provoca un danno assolutamente irreparabile.
Non abbiamo sentito dal ministro della giustizia alcunché, se non l'ammissione, anche secondo me imbarazzante per il Governo, essendo Mastella senatore e avendo ottenuto la deroga (poiché Mastella è esperto di politica, sa che i governi possono durare come possono anche non farlo), per quanto riguarda la richiesta di dimissioni dal Senato, come è stato fatto anche per altri membri del Governo con doppio incarico, di aver ottenuto la deroga in quanto senatore, ministro e segretario di partito.
Non so se questo fosse scritto nel programma dell'Unione che voi citate sempre. Altrimenti, suggeriamo un'edizione con alcune aggiunte, come, per esempio, che il segretario di partito, il ministro o il senatore non si dimette. Mastella è dovuto andare al Senato, perché altrimenti un senatore in meno..., un Governo in meno....
Siamo di fronte, quindi, ad una pochade. Ministri che a turno si autosospendono...
PRESIDENTE. La prego...
MAURIZIO GASPARRI. Ieri da una certa ora all'altra, si è autosospeso Di Pietro (ora, forse soddisfatto da qualche proposta emendativa, sta ai banchi del Governo). Mastella si voleva dimettere. Mussi aveva altri problemi. È una cosa poco seria! Avremmo voluto che a questo dibattito si accompagnassero indicazioni precise...
PRESIDENTE. La prego, il tempo è scaduto ampiamente.
MAURIZIO GASPARRI. ...sulle conseguenze: 12 mila persone in libertà possono compiere gravi reati...
Pag. 17PRESIDENTE. La prego...
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Parola! Agli altri l'ha tolta, a lui no!
MAURIZIO GASPARRI. Tali persone costituiscono una minaccia per la gente onesta! Ecco perché siamo per il «no» a questo Governo, a Mastella e all'indulto (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, l'ha fatto larga parte dell'Assemblea con il suo applauso, ma voglio esprimere un apprezzamento per le parole che in aula ha espresso il guardasigilli Mastella e lo faccio soprattutto perché ha detto una cosa che dovrebbe essere presente in tutte le nostre coscienze di deputati, ossia che nel contrasto evidente che esiste sulla concezione dell'indulto non vi è una divisione morale; vi sono diversi convincimenti. Penso che questo sia un elemento di rispetto reciproco che dobbiamo riaffermare. Forse questo è davvero un elemento sul quale ci possiamo ritrovare tutti insieme.
Tuttavia, ho sentito una nota stonata nell'intervento del capogruppo Elio Vito. Vede, onorevole Vito, lei ha detto una cosa che, dal punto di vista non solo della politica, ma anche della logica, non regge. Lei ha affermato che le divisioni presenti all'interno del centrodestra sulla questione dell'indulto non sono paragonabili a quelle presenti nel centrosinistra. E perché? Perché il centrosinistra è al Governo ed il Governo si deve pronunciare sull'amnistia.
Vede, onorevole Vito, questa sua argomentazione non regge, soltanto perché oggi voi non siete al Governo. Infatti, se foste al Governo, avreste le divisioni che attualmente esistono nell'opposizione; quindi, vi trovereste in una situazione esattamente uguale a quella del centrosinistra. Questo è un tipo di ragionamento basato soltanto sul voler comunque trovare delle contrapposizioni.
Abbiamo tanti elementi di contrapposizione. Vogliamo cercare, invece, di ridurre e non di aumentare gli elementi di contrapposizione tra maggioranza ed opposizione? Vogliamo cercare di confrontarci almeno sui temi politico-parlamentari, come l'indulto (ma può essere il caso delle riforme costituzionali, della legge elettorale e delle branche fondamentali del nostro ordinamento)? Perché ogni volta deve essere artificialmente elevata una barriera? Sono tra i più convinti e sono d'accordo con la dichiarazione che ieri ha fatto il Presidente Prodi, ossia che ci debba essere una distinzione netta tra maggioranza ed opposizione. Questa è la fisiologia del bipolarismo.
Ma questa distinzione netta non si deve trasformare - apprezzo come conduce i lavori dell'Assemblea il Presidente Bertinotti - in un «muro», nel non sentirsi, nel considerare che le argomentazioni dell'opposizione sono comunque sbagliate, che non vi è mai neanche una «favilla» che possa essere in qualche modo vista. Questo non è un modo in cui un Parlamento funziona bene, è un modo in cui un Parlamento funziona male, perché il Parlamento si deve ascoltare.
Mi voglio, infine, rivolgere al ministro Di Pietro. Non contesto assolutamente la battaglia politico-parlamentare che egli conduce. Ognuno ha le proprie convinzioni, e tali convinzioni sono perseguite con lo stile e la passione che caratterizzano ciascuna persona e ciascun deputato di quest'Assemblea. Nell'opinione pubblica la «discesa in campo» di Di Pietro ha fatto tuttavia immaginare...
PRESIDENTE. La prego, deputato Villetti...
ROBERTO VILLETTI. ...che Di Pietro sia nuovamente entrato in campo perché si voleva dare un colpo di spugna a Tangentopoli, alla vecchia Tangentopoli. Non è così, e lo so bene, perché questo Parlamento non si è mai posto il problema di Tangentopoli...
PRESIDENTE. Deputato Villetti, la prego, mi aiuti...
Pag. 18
ROBERTO VILLETTI. Concludo, signor Presidente.
Siamo di fronte ad un dibattito in cui dobbiamo comportarci tutti secondo le nostre convinzioni, ma è necessario, su questi argomenti, che si faccia chiarezza e spero...
PRESIDENTE. Per favore...
ROBERTO VILLETTI... che tutti contribuiscano a che ciò avvenga (Applausi dei deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo apprezzato l'intervento del ministro Mastella, per la sua sincerità e per il tono, anche appassionato, con cui ci ha prospettato la sua posizione. Ciò non toglie, tuttavia, che questo intervento continuiamo a giudicarlo tardivo, perché avviene dopo un'assenza totale del ministro della giustizia all'intero dibattito sull'indulto di ieri e solo dopo che il nostro gruppo, assieme ad altri gruppi di opposizione, ha dovuto sollecitare, in modo molto insistente, la Presidenza della Camera affinché richiamasse il Governo alla necessità della presenza del ministro. Non solo l'intervento di Mastella è tardivo, ma esso è anche insufficiente a chiarire qual è la posizione del Governo sulla materia di cui la Camera dei deputati sta discutendo, perché, per la verità, Mastella ci ha detto, con toni accorati, cosa pensa personalmente dell'indulto, ma non ci ha detto cosa pensa il ministro competente in materia di giustizia dell'indulto e non ci ha detto cosa ne pensa il Governo.
Continuiamo ad apprendere dai giornali, dai media, che il Governo è diviso, che il ministro Di Pietro, peraltro apprezzabile nel suo presenzialismo su questa materia, è contrario, che il ministro Mastella è favorevole, ma manca non solo la posizione politica del Governo sulla materia, ma anche la posizione tecnica dell'esecutivo sulla stessa materia. Infatti, nel corso dell'intera giornata di ieri la Camera non ha avuto con il Ministero della giustizia alcuna interlocuzione tecnica. Sono stati posti una serie di quesiti, che riguardano le situazioni delle carceri ed il numero dei detenuti che possono essere coinvolti dal provvedimento, a seconda delle tipologie di reati, ed a tutto ciò è corrisposto un assoluto silenzio dai banchi del Governo! Anche la presenza dei sottosegretari, seppur oggi un poco rafforzata, è stata caratterizzata dal silenzio assoluto.
Noi comprendiamo che il ministro Mastella deve tenere molte posizioni, compresa quella di senatore, cui evidentemente non ha voluto rinunziare. Avremmo preferito che restasse con noi, oggi, in quest'aula, per avere un interlocutore politico o, almeno, tecnico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei fare alcune precisazioni. Noi non crediamo che, con l'indulto, escano dalle carceri i delinquenti. Ne usciranno uomini e donne, italiani e italiane che stavano pagando e che il carcere stava rieducando. Molti di essi, in attesa di giudizio, sarebbero stati scagionati perché innocenti. Credo che anche sul lessico, quindi, ci dobbiamo intendere.
Inoltre, voglio esprimere anch'io il mio plauso all'intervento del Guardasigilli il quale, finalmente, si è presentato in aula. Condividiamo quanto ha affermato e non ci interessa sapere come la pensi il Governo, che dovrebbe avere più coraggio e dovrebbe venire a illustrarci la sua posizione. Tuttavia, anche a prescindere da questo, è l'indulto che si trova alla nostra attenzione.
In conclusione, vorrei descrivere questa situazione nel modo in cui la descriveva il nostro sommo poeta, Dante Alighieri. Dopo aver incontrato, nei gironi dell'inferno, demoni e dannati e, soprattutto, dopo aver visto, con l'arrivo di Mastella, belzebù seduto tra i banchi del Governo, vorrei dire: e quindi uscimmo a riveder le stelle!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, ho applaudito l'ingresso in quest'aula del ministro Mastella anche perché avevo sollecitato il suo intervento. Però, sono rimasto sconcertato da quanto è accaduto successivamente. Un ministro non può presentarsi in Assemblea, intervenire e, poi, andarsene prima di aver ascoltato le opinioni dei parlamentari nel corso del successivo dibattito, aperto dal suo intervento.
Nel merito, inoltre, nulla ha detto riguardo a quale sarebbe dovuta essere la posizione del Governo ma ha reso una dichiarazione che credo sia importante sottolineare. Secondo il ministro, infatti, l'indulto sarebbe immorale per chi lo sostiene, come se chi è contrario all'indulto avesse sostenuto mai questa tesi in questa Assemblea. Il fatto è un altro: è stato affermato che chi è favorevole all'indulto è buono e si fa carico dei problemi della popolazione carceraria, mentre chi è contrario non avrebbe queste caratteristiche umane. Io affermo, invece, che chi è contrario all'indulto vuole, semplicemente, che sia scontata la pena da parte di chi è stato condannato...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
NICOLA BONO. ...altrimenti, si mina la credibilità dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Vorrei semplicemente chiarire che il reato di strage mi pare sia un reato a consumazione anticipata e, quindi, si verifica prima che qualcuno muoia. Dal punto di vista della vita umana, non può essere considerato più grave del reato di omicidio. Il reato di strage, come quello di omicidio, comunque, nel momento in cui si accede ad un procedimento abbreviato, è punibile, al massimo, con trent'anni di reclusione. Quindi, comunque sia, l'indulto al nostro esame sarebbe sempre applicabile a quei soggetti che abbiano l'accortezza di chiedere il giudizio abbreviato.
Ciò detto, siccome l'ipotesi della liberazione delle carceri deriva, come ho più volte ricordato, non solo dall'indulto ma dall'amnistia e, soprattutto, dalla celebrazione dei processi - così si riuscirebbe a scarcerare persone certamente innocenti -, credo sia necessaria la presenza del ministro Mastella, proprio al fine di chiarire quest'ultima ipotesi che potrebbe far venire meno l'esigenza per la quale tutta l'Assemblea si sta impegnando.
Pertanto, signor Presidente, le chiederei una sospensione dei lavori - visto che il ministro Mastella ha detto che si sarebbe assentato per pochi minuti - fino a quando il ministro non possa tornare qui in aula, perché pare che, a detta di tutti, la sua presenza sia indispensabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente...
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori si potrà intervenire subito dopo la votazione dell'emendamento in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Donadi 1.477, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 505
Votanti 450
Astenuti 55
Maggioranza 226
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 404).Pag. 20
Prendo atto che il deputato Valentini non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che ne avrebbe voluto esprimere uno contrario.
Il deputato Cota aveva chiesto di parlare sull'ordine dei lavori durante le dichiarazioni di voto; prima non gli poteva essere concesso, ora ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. In parte è superata la prima argomentazione, perché è già intervenuto il collega Brigandì. Avevo chiesto di parlare dopo le dichiarazioni del ministro Mastella perché ritenevo rilevante la volontà da lui manifestata di partecipare ai nostri lavori. Ritenevo che l'impedimento legato alla sua necessità di partecipazione al voto in Senato dovesse essere accolto, ma nel senso di rinviare la discussione fino al suo ritorno in quest'aula. Mi pare infatti che la presenza del ministro della giustizia sia assolutamente rilevante.
La seconda questione, Presidente, è la seguente. Lei, ieri, con riferimento al decreto-legge n. 223 del 2006, il cosiddetto decreto Bersani, ha rimandato alla Conferenza dei presidenti di gruppo di questa mattina la calendarizzazione ed anche l'espressione della sua posizione, onde assicurare ai parlamentari la possibilità di esaminare il provvedimento con un minimo di approfondimento ed anche con un minimo di certezza dei tempi.
Allora, vorrei che lei oggi chiarisse il punto relativo alla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, perché evidentemente il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione non può rimanere fissato per le ore 12, a fronte di questa assoluta incertezza ed a fronte anche delle dichiarazioni, che io giudico molto opportune, che lei ha fatto ieri sera a tutela dei diritti di tutti i parlamentari.
PRESIDENTE. Sulla prima questione da lei sollevata, le faccio presente che abbiamo lavorato anche precedentemente, in assenza del ministro; è del tutto evidente che possiamo continuare a farlo. Il ministro, del resto, si è impegnato a tornare in quest'aula. Senza che ciò costituisca un giudizio di valore, mi pare che possiamo considerare che questo sia un atto da apprezzare.
Sulla seconda questione da lei sollevata, c'è un'intesa tra i presidenti di gruppo per lavorare a distanza ravvicinata. In ogni caso, garantisco che sarà dato, per consenso unanime di chi lavora in Commissione, il tempo necessario per sviluppare tutti gli approfondimenti.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, sono le 11,10 e la Commissione tuttora conferma che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le 12. Non so quale decisione spetti alla Conferenza dei presidenti di gruppo su questo argomento, ma se dovesse essere confermato questo termine, o se lo stesso fosse prorogato soltanto di qualche ora, noi dovremmo essere...
PRESIDENTE. Le assicuro che non sarà assunta nessuna decisione prima della Conferenza dei presidenti di gruppo.
RICCARDO PEDRIZZI. Tra l'altro, signor Presidente, avremo la necessità di predisporre gli emendamenti, anche se il ministro Bersani, oggi, in Commissione, ha detto che non ci saranno modifiche...
PRESIDENTE. Le valutazioni politiche sono estranee. Mi impegno affinché la Commissione non assuma alcuna decisione prima della conclusione dei lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Avverto che l'emendamento Donadi 1.476, in precedenza segnalato, è stato ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Donadi 1.478.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà.
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, siamo chiamati ad esaminare un emendamento con il quale si conferma la volontà dell'Italia dei Valori di contribuire ad un indulto dal quale, però, siano esclusi i reati di particolare allarme sociale. Sono previsti, in questo caso, reati di natura fiscale e finanziaria, di cui agli articoli 439, 440 e 416-ter. Desidero fare riferimento all'intervento di ieri dei deputati Licandro e Diliberto, del presidente Migliore, del presidente Violante, che hanno manifestato, in merito all'articolo 416-ter, di condividere qualche perplessità.
Per consentire un esame compiuto degli aspetti del reato previsto dall'articolo 416-ter, che è punito con la stessa pena con la quale è punito il reato di cui all'articolo 416-bis, per espresso richiamo formale, mi permetto di chiedere che si proceda alla votazione per parti separate di questo emendamento, ovviamente confermando che l'Italia dei Valori voterà a favore dell'esclusione tanto del reato previsto dall'articolo 416-ter quanto degli altri reati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo per ribadire che l'odiosità di questi reati è evidente, ma noi confermiamo l'astensione sull'emendamento in esame, non per i reati previsti, ma per il metodo scelto da Alleanza Nazionale, che è stata costretta, come partito, ad essere contraria all'indulto dal mancato accoglimento delle nostre legittime richieste.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, voglio associarmi al collega Orlando nell'espressione del voto favorevole dell'Italia dei Valori.
È vero che tutti i reati sono odiosi, ma ce ne sono alcuni che sono più odiosi degli altri. Gasparri sosteneva che, nonostante questo sia un reato odioso, l'omicidio è certamente peggiore. Allora, perché per l'uno è prevista l'esclusione e per l'altro no? Perché c'è anche un rapporto tra i benefici di questo indulto e l'entità delle pene. È evidente che un reato di omicidio può portare ad una condanna a 15, 20 o più anni, e i tre anni di beneficio sono una piccola parte di una pena che comunque viene espiata; in questo caso siamo in presenza di una pena, che va da tre a sei anni, il che significa che l'eventuale possibilità di accedere al beneficio, di fatto, porta alla sospensione della pena. Anche se una persona fosse condannata a 6 anni, avrebbe dei benefici ulteriori.
Questa è una delle motivazioni per le quali votiamo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, stiamo procedendo in una discussione che è sempre uguale, perché tutti gli emendamenti che esaminiamo confermano la stessa logica di disturbo e di scarsa serietà nei confronti di quest'aula.
L'UDC ha presentato in Commissione emendamenti volti ad integrare la lista delle esclusioni, ma abbiamo attribuito ai lavori svolti nella Commissione l'importanza che quei lavori meritano e, soprattutto, abbiamo considerato la particolare delicatezza di questo provvedimento, tanto da non cedere alla tentazione di recitare una farsa in questa Assemblea. Non abbiamo ripresentato questi emendamenti e abbiamo dato credito al risultato dell'impegno politico importante e responsabile assunto in quella Commissione.
Come affermato ieri dal relatore Buemi e come ripetuto anche dal senatore Mastella questa mattina, non esistono reati buoni e reati cattivi, non stiamo facendo una selezione tra rei che piacciono ad una parte e rei che non piacciono ad un'altra. La discussione sulla minore o maggiore gravità di un reato, sulla minore o maggiore reazione che i singoli reati - chePag. 22stiamo analizzando in maniera esasperata - producono sul cittadino è un qualcosa che fa male alle istituzioni e ai cittadini italiani.
Abbiamo il dovere, come Parlamento, di assumerci una responsabilità e ritenevo - e continuo a ritenere a nome del mio gruppo - che tale responsabilità noi l'abbiamo assunta in Commissione. Lasciamo fare opposizione - o, meglio, ostruzionismo - a chi intende farla, ma noi non cediamo a questo tipo di provocazione.
Il ministro Mastella si è recato in aula per toglierci anche l'ennesima ombra sull'argomento. Tutti abbiamo chiesto la presenza del ministro Mastella, in quanto sussiste una situazione di ambiguità derivante dal comportamento del ministro Di Pietro e del suo gruppo. Un'ambiguità evidenziata da un Governo che si rimette all'Assemblea non per scelta politica, ma per assumere una posizione di paravento, utilizzando una formalità regolamentare per non impegnarsi in quest'aula.
A questo punto, non vi è incertezza in ordine alla posizione del Governo. Il ministro ci ha riferito che l'esecutivo non ha una posizione, non vuole assumere una posizione; pertanto, la decisione di rimettersi all'Assemblea evidenzia la mancanza di volontà di assumere una decisione. Questo provvedimento - che, mi auguro, approveremo - sarà un atto che apparterrà al Parlamento ed alle coscienze - come quella di chi vi parla - che avranno deciso di assumere questo impegno nei confronti dei cittadini italiani.
Rispetto ai reati, vi è stata una scelta che non è stata basata sulle opinioni personali, sui condizionamenti politici o sul dovere di appartenenza. Si è trattato di una scelta più alta, individuando reati di una certa gravità: i reati di terrorismo, quelli di strage, i reati di associazione e quelli particolarmente odiosi, quelli a sfondo sessuale perpetrati nei confronti dei minori. Abbiamo compiuto una scelta politica chiara, che intendiamo portare avanti.
Per tale motivo, intervengo adesso e non lo farò con riferimento agli altri emendamenti che, nonostante prevedano l'inserimento di altre fattispecie, sono identici nella filosofia. Abbiamo deciso che questo provvedimento merita una scelta politica convinta e più alta dell'operazione di baratto che sta emergendo in quest'aula.
Pertanto, esprimeremo un voto contrario su tutti gli emendamenti che prevedono ulteriori casi di esclusione dall'indulto (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega Nord su questo emendamento, che ripropone temi che avevamo proposto in Commissione anche attraverso altri emendamenti che non abbiamo potuto segnalare.
Per quanto riguarda l'avvelenamento di acque o di sostanze alimentari o l'adulterazione o la contraffazione di sostanze alimentari ricomprese in questo emendamento (sugli altri reati non spendo neppure parole, perché mi sembra si identifichino da soli dal punto di vista dello scambio elettorale e con riferimento agli aspetti politico-mafiosi e, quindi, è certamente giusto escluderli dall'applicazione dell'indulto), a nostro avviso, un segnale va dato. Si tratta di reati che, in questo momento, hanno una particolare valenza nei confronti del nostro sistema produttivo e industriale.
Purtroppo, stiamo assistendo ad un diffuso mancato rispetto delle regole, soprattutto attraverso l'importazione di prodotti stranieri e, segnatamente, di prodotti cinesi. Questo tipo di prodotti invadono il nostro territorio, attentano alla sicurezza della salute dei nostri cittadini ed infliggono un duro colpo al nostro sistema produttivo e alla nostra agricoltura. Lo abbiamo più volte ribadito in tutte le sedi. E lo abbiamo segnalato nella scorsa legislatura, quando abbiamo chiesto e ottenuto,Pag. 23ad esempio, l'istituzione dell'alto commissariato per la lotta alla contraffazione, salutato in maniera positiva dal mondo produttivo.
Constatiamo che, invece, questo Governo ha scelto la strada del disinteresse. Il Presidente Prodi ha ritenuto di andare a Milano a fare una passeggiata, ma non ha speso una parola con riferimento ai problemi del nostro sistema produttivo e del rilancio della nostra agricoltura. Egli ha fatto una passeggiata e non ha assolutamente illustrato un programma convincente.
Quindi, anche per questi motivi, esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento in esame, teso a dare un segnale politico.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il deputato Palomba. Tuttavia, poiché egli ha già parlato sul complesso degli emendamenti, non ha titolo ad intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo rapidamente e chiederei un po' di attenzione all'Assemblea. Sarà disposta la votazione separata sulla parte del mio emendamento 1.478 che fa riferimento all'articolo 416-ter, riguardante lo scambio elettorale politico-mafioso. Voglio sperare che l'Assemblea, anche per smentire ombre che (sono sicuro ingiustamente) sono calate su quest'aula, voterà compatta a favore di un emendamento che esclude dall'indulto il voto di scambio mafioso. Quando c'è di mezzo la mafia, non ci sono reati più o meno gravi: c'è di mezzo la lotta alla mafia! Non si possono non escludere tali fattispecie dall'indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. È stata chiesta la votazione per parti separate dell'emendamento Donadi 1.478, nel senso di votare la parte principale, relativa all'introduzione del numero 11-bis), volto ad escludere il reato di cui all'articolo 416-ter del codice penale dal beneficio dell'indulto, separatamente dalla parte consequenziale. La richiesta può essere accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Donadi 1.478, non accettata dalla Commissione e sulla quale il Governo si rimette all' Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi polemici dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori - Vedi votazioni).
(Presenti 518
Votanti 465
Astenuti 53
Maggioranza 233
Hanno votato sì 57
Hanno votato no 408).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte consequenziale dell'emendamento Donadi 1.478, non accettata dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 525
Votanti 462
Astenuti 63
Maggioranza 232
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 410).
Prendo atto che la deputata Formisano non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1. 24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. È con un certo imbarazzo che prendo la parola, perché noi non ci spieghiamo come sia stato possibile giungere a questo risultato. Si è scelta la via di prevedere un tetto per poter applicare l'indulto, condonando tre anni di pena. Questo nella parte iniziale; nella parte finale sono previste le situazioni in cui questo indulto dovrà essere revocato. Nella parte centrale sono previsti una serie di reati per i quali viene esclusa l'applicazione dell'indulto. È stata stilata una lista in cui non viene ricompreso l'omicidio. Mi chiedo come sia stato possibile tutto ciò e quale valutazione abbia portato i colleghi, prima in Commissione e poi in Assemblea, ad escludere questo tipo di reato.
Penso che la vita umana rappresenti il bene più prezioso e che, se si deve dare una valutazione in ordine ai reati più odiosi, per i quali decidere di non applicare questo sconto di pena, l'omicidio meriti senza dubbio di essere collocato in testa alla lista e non escluso. Pensiamo soltanto a quanti crimini efferati sono stati compiuti nell'ultimo periodo che sono stati oggetto di attenzione, a volte anche morbosa, da parte dei mezzi di informazione. Pensare che le persone che si sono macchiate di reati così gravi possano tornare impunemente in libertà dopo l'indulto fa veramente rabbrividire e dovrebbe far riflettere chi svolge una funzione di carattere parlamentare ed oggi deve pensare ad un provvedimento che, domani, potrà essere applicato.
Dobbiamo preoccuparci che non tornino in libertà persone che hanno commesso delitti talmente gravi ed efferati e che domani potrebbero commetterne nuovamente di analoghi. Come è possibile escludere l'omicidio da questa lista? Noi riteniamo ciò assolutamente inaccettabile. Pensiamo anche che la presentazione di emendamenti volti a ricomprendere alcune categorie di reati, come ad esempio quelli contro il patrimonio o le false comunicazioni sociali, escludendo invece il reato di omicidio, rappresenti un atto di strumentalizzazione politica e un uso strumentale delle leggi e della tecnica legislativa, per realizzare anche operazioni di giustizia politica. Noi, per correttezza, abbiamo votato tutti gli emendamenti volti a ricomprendere determinati reati nella lista perché pensiamo che l'indulto sia una misura sbagliata per tutti.
Tuttavia, un ordine di priorità, Presidente, vi deve assolutamente essere e l'omicidio va posto in testa alla lista dei reati da escludere; non va, invece, escluso dalla lista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo sia giusto ed opportuno che, votando questo emendamento, ci si renda conto, perché gli argomenti esposti dal collega Cota hanno un loro valore ed un loro peso, proprio dei criteri in base ai quali abbiamo individuato i reati da escludere dal beneficio dell'indulto. Altrimenti, è chiaro che ciascuno di noi o ciascuna parte politica fa riferimento a quei valori che gli sono più cari o che rappresentano alcune aree sociali. Quindi, è evidente che, per alcuni, determinati reati non dovrebbero essere oggetto di clemenza e, per altri, non dovrebbero esserlo altri reati.
Credo che il criterio razionale che è stato seguito sia molto chiaro, anche se purtroppo non sempre è stato tenuto presente da chi è intervenuto. Sono stati scelti, in primo luogo, per l'esclusione quei reati che rappresentano, per loro natura, tendenzialmente la ripetitività di comportamenti criminali: si tratta di coloro che sono dediti alla commissione di quei reati non in senso individuale ma oggettivamente e quel tipo di reato tende a ripetersi. Ecco perché abbiamo incluso tra i reati che non beneficiano dell'indulto i reati associativi.
Un secondo criterio è stato quello di tenere conto che alcune condotte offendono una pluralità indeterminata di soggetti: pensiamo al reato di strage. Quindi, non solo la ripetitività ma la pluralità di soggetti.
L'ultimo, ma non meno importante, criterio, che si associa agli altri, è laPag. 25particolare odiosità di alcuni reati, su cui nessuno può essere in disaccordo: mi riferisco, ad esempio, ai reati di pedofilia.
Questo è stato un criterio razionale di scelta, non è stata una scelta preferenziale per qualcuno o per qualcun altro. Ciò spiega, e concludo, perché è stato escluso il reato di omicidio, a parte che chi viene condannato per omicidio, prima di avere un indulto di tre anni, avrà certamente scontato parecchi anni.
Sulla base di tale criterio, ad esempio, esprimeremo voto favorevole sull'emendamento relativo all'usura, perché tendenzialmente il soggetto usuraio fa di quell'attività un mestiere; è rarissimo che si tratti di un episodio singolo. Al contrario, episodi anche più gravi, qualora siano episodi singolari e non rappresentino la continuità, la perpetuatio di certi comportamenti, sono rimasti esclusi. Questo è un criterio razionale al quale ci siamo ispirati e che ci pare sia applicabile a tutti i casi di esclusione compresi in questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, Alleanza Nazionale ha una linea di assoluta coerenza rispetto a questo provvedimento di clemenza. Nella linea di coerenza adottata, non può che votare a favore dell'emendamento in esame, in quanto identico al nostro emendamento Cirielli 1.454.
Nel merito, pur comprendendo le argomentazioni di natura tecnica ben esposte dal collega Pecorella, non possiamo non ricordare che tra i reati più gravi non può che essere incluso il reato di omicidio, la soppressione della vita umana. Quindi, sia per rispetto del metodo adottato nella linea di coerenza da sempre seguita da Alleanza Nazionale, sia per la vis e l'impatto di questo reato così grave, Alleanza Nazionale annuncia il voto favorevole sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, volevo rilevare che quanto ha detto l'onorevole Pecorella avrebbe dovuto portare la Commissione e il Comitato dei nove a non fare un elenco delle esclusioni. Nel momento in cui sia il relatore sia la Commissione, nel corpo centrale di questo provvedimento, prevedono un elenco delle esclusioni dal beneficio dell'indulto, è ovvio e giusto che questo elenco possa essere modificato, anche in rapporto alla gravità del delitto che si vuole inserire al suo interno.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Nel momento in cui abbiamo un elenco di reati, come l'acquisto e l'alienazione di schiavi, la violenza sessuale, gli atti sessuali, l'associazione di tipo mafioso, la strage, credo che, comunque, l'omicidio - che è il reato più grave che un uomo possa compiere - debba essere escluso dal beneficio dell'indulto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori su questo emendamento.
Onorevoli colleghi, ritengo che in Parlamento stiamo assumendo atteggiamenti assurdi. Quello che è avvenuto prima, cioè aver concesso l'indulto a fatti che riguardano la mafia, credo che degradi questa istituzione. Onorevoli colleghi, noi dobbiamo ricordare il martirio di uomini giusti, di uomini che hanno sacrificato la loro vita per le istituzioni. Dobbiamo essere il primo baluardo contro la mafia: in questo caso, è passato un principio secondo il quale accettiamo di scontare le pene a chi si macchia, comunque, di connessione mafiosa. È stato ed è un errore fondamentale, soprattutto per gliPag. 26uomini di cultura, per coloro che credono nelle istituzioni democratiche, per coloro che in quest'aula stanno spendendo la loro vita, come poc'anzi abbiamo ricordato.
Quindi, vi prego di riflettere sull'importanza degli atti che stiamo assumendo in difesa delle istituzioni. L'Italia dei Valori sta facendo non solo una battaglia politica, ma una battaglia morale - e la rivendichiamo come tale - per difendere le nostre istituzioni e i nostri cittadini. Non stiamo facendo alcun tatticismo e non stiamo cercando di strumentalizzare. Credo che questo Parlamento debba avere un momento di orgoglio nel dire che oggi stiamo portando avanti - secondo me, anche in maniera disorganica - tale provvedimento senza un confronto effettivo, profondo, ponderato, guardando più agli schieramenti che non alle nostre convinzioni personali. Tutto ciò deve farci riflettere profondamente e dobbiamo recuperare la nostra capacità di sintesi politica e di difesa delle istituzioni.
Quindi, vi prego, onorevoli colleghi, ponderate a fondo le scelte che stiamo facendo perché avranno delle ripercussioni gravissime sugli assetti del nostro paese, sugli equilibri democratici e sulla nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avendo presentato un emendamento, come il collega Consolo ha accennato, analogo a quello di cui si sta parlando, voglio solo chiarire che le argomentazioni dell'onorevole Pecorella mi sembrano speciose, ancorché ben orchestrate, perché è evidente che, in una nazione democratica e civile, dove il bene supremo della vita viene addirittura tutelato con battaglie importanti che cercano di cancellare dall'ordinamento la pena di morte, non si può poi mostrare un atteggiamento di estrema clemenza nei confronti di un reato così grave, fino al punto di concedere anche il beneficio premiale dell'indulto.
Voglio aggiungere che già gli attuali meccanismi dell'ordinamento, tra circostanze attenuanti, spesso generiche, e riti abbreviati, possono portare a condanne a volte di soli 12 anni per l'omicidio volontario e, pertanto, credo sia assolutamente opportuno che l'Assemblea lo inserisca tra i reati da escludere dal beneficio dell'indulto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che l'emendamento Lussana 1.24 sia assolutamente da approvare: escludere dal beneficio dell'indulto il reato di omicidio credo sia condivisibile.
Oggi, leggiamo sui giornali la condanna a trent'anni con rito abbreviato dell'assassino della povera Giusy Potenza; ricordo che abbiamo escluso la violenza sessuale dall'indulto, ma se una persona viene prima violentata e poi ammazzata, tale caso rientra nella fattispecie dell'applicazione dell'indulto.
Non vorrei che ciò potesse rappresentare un suggerimento per determinati assassini che compiono questi gesti efferati. Credo, pertanto, che non vi sia una coerenza in ciò che stiamo votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non volevo intervenire, ma l'onorevole Pecorella mi sollecita una risposta. Onorevole Pecorella, la sua tesi non regge; è evidente che la reiterazione dei reati avviene solo per quelli che comportano pene molto brevi, anche se non è proprio così.
Mi pare di ricordare che l'omicida del Circeo, una volta libero, abbia commesso nuovamente il reato. Quindi, non mettiamoci su questo piano, perché mi sembra assolutamente sbagliato!
Annunzio l'espressione del voto favorevole su tale emendamento, perché mi vienePag. 27in mente che ne usufruirà un tale Pietro Maso, che ha trucidato i suoi genitori a martellate e che è stato il capostipite di una serie di reati contro i genitori, contro la famiglia. Credo, quindi, sia assolutamente indecente che queste persone usufruiscano di sconti di pena.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.24, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 530
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 433).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, anche in questo caso ripropongo alcune argomentazioni che ho esposto prima. Non è possibile escludere dall'indulto alcuni reati di particolare allarme sociale.
Le fattispecie di cui all'articolo 624-bis - furto in abitazione e furto con strappo (il cosiddetto scippo) - vanno assolutamente ricomprese nell'elenco dei reati esclusi dal beneficio di indulto, sia per il loro particolare allarme sociale sia per la propensione a delinquere manifestata dalla loro commissione. Dunque, posso anche ammettere che, per una categoria molto ristretta di omicidi, si sostenga che, pur trattandosi di reati gravissimi, non denotino, tuttavia, una propensione a delinquere - ma guardate che sono proprio pochi i casi; ad esempio, i cosiddetti omicidi passionali -; assolutamente, però, un tale tipo di ragionamento non può valere per le ipotesi di furto in abitazione: chi ruba in casa d'altri, sicuramente, con tale tipo di atto, denota una particolare propensione a delinquere, che può emergere nuovamente una volta che venga rimesso in libertà beneficiando dell'indulto. Inoltre, si tratta di fattispecie di reato che hanno destato un particolare allarme sociale; pensiamo a tutti i furti in abitazione denunciati e fatti oggetto di attenzione da parte delle cronache dei giornali.
Ricordiamoci, peraltro, Presidente e colleghi, che spesso i furti in abitazioni si traducono anche in crimini più gravi allorché la vittima, in ipotesi, se ne accorga e malviventi senza scrupoli utilizzino allora le armi per ucciderla o ferirla gravemente. Noi, già nella passata legislatura, abbiamo posto l'accento su tali profili presentando il provvedimento sulla legittima difesa; infatti, si poneva l'esigenza di tutelare le vittime di questi particolari reati di forte allarme sociale, anche perché, come avevamo riscontrato, spesso costoro, da vittime, venivano sostanzialmente posti sul banco degli imputati. La legittima difesa, infatti, non veniva interpretata come invece si sarebbe dovuto fare, vale a dire propendendo, nel bilanciamento degli interessi, a favore della vittima anziché dell'autore del crimine.
A maggior ragione, dunque, oggi, noi non possiamo consentire che si applichi a questo tipo di reati uno sconto di pena generalizzato quale quello previsto dall'indulto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.25, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 443
Astenuti 70
Maggioranza 222
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 419).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prego, deputato Leone, ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ritengo che il voto sia espressione del pensiero. Se vi è libertà di pensiero, vi è anche libertà di voto: la nostra istituzione si fonda proprio su tale principio.
Ebbene, mai come in questo caso è emerso con tanta evidenza che ognuno di noi ha espresso, attraverso il voto, il proprio pensiero sul provvedimento; che però io debba essere additato agli occhi della opinione pubblica come uno sciagurato, solo e soltanto perché ho votato in un certo modo rispetto ad un altro, mi sembra sia alquanto esagerato! Essere messo alla gogna, attraverso il sito Internet del ministro Di Pietro, che ha incluso nel «suo» sito tutti i nomi di coloro i quali hanno votato in un certo modo su un'emendamento poc'anzi discusso, mi sembra un comportamento inaccettabile da parte di un ministro (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Grazie! La prego di concludere...
ANTONIO LEONE. Vorremmo sapere, quindi, se le iniziative che assume il ministro Di Pietro - a tutela di una sua certa idea delle istituzioni e della sicurezza dei cittadini - siano scisse e del tutto slegate dalle posizioni di un Governo di cui egli stesso fa ancora parte.
Egli, infatti, si siede ancora ai banchi del Governo, poi ne esce, va fuori e dice che, in questo Parlamento, si stanno commettendo nefandezze irripetibili! Torno a ripetere che ciò non è accettabile: allora, se si è «congelato», che si scongelasse e si dimettesse una volta per tutte (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale e di deputati dei gruppi de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, credo che l'onorevole Leone abbia sollevato una questione molto seria, poiché riguarda la libertà, la dignità ed il ruolo del parlamentare. Ritengo che, in queste condizioni, per il ministro delle infrastrutture si apra un serio problema in ordine al suo rapporto con il Parlamento e con i parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale e di deputati dei gruppi de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur)!
Non è infatti accettabile neanche per i deputati della sua maggioranza questa sorta di doppiopesismo morale che stamattina il ministro della giustizia, intervenendo in questa Assemblea, ha giustamente respinto.
PRESIDENTE. Grazie...
PIER FERDINANDO CASINI. Allora, onorevole Presidente, vorrei dire con molta semplicità che il ministro Di Pietro ha le sue idee, ed è legittimo che le abbia. Poiché noi vogliamo credere alla serietà della sua battaglia politica, allora abbia il coraggio morale di dimettersi dalla carica di ministro della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici diPag. 29Centro), di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania e di deputati dei gruppi de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borghesi. Ne ha facoltà (I deputati dei gruppi di opposizione scandiscono: Dimissioni! Dimissioni!)...
Vi prego di non trasformare questo dibattito (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia)...
GABRIELLA CARLUCCI. A casa! Dimissioni!
PRESIDENTE. Vi prego di contenervi, perché dopo vorrei dirvi una cosa; tuttavia, ricordo che ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il deputato Borghesi.
Prego, deputato Borghesi, ha facoltà di parlare.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, è veramente singolare questa presa di posizione dell'onorevole Casini, perché (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia)...
PRESIDENTE. Scusate, vi prego davvero...!
ANTONIO BORGHESI. Fatemi parlare! Fatemi parlare (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Scusate!
ANTONIO BORGHESI. Fatemi parlare prima!
PRESIDENTE. Per favore! Il deputato Leone ha posto un problema; su tale questione è già intervenuto il deputato Casini, ed io intendo dire successivamente qualcosa.
Il deputato Borghesi ha chiesto adesso la parola: per favore, lasciamolo parlare ed ascoltiamolo, anche perché vorrei proporre di concludere il dibattito su questo punto.
Prego, deputato Borghesi, ha facoltà di parlare.
ANTONIO BORGHESI. È veramente singolare l'intervento testé svolto. Infatti, signor Presidente, non so se l'onorevole Casini sa che tutte le nostre votazioni sono presenti sul sito Internet della Camera dei deputati, e qualsiasi cittadino italiano, accedendo a tale sito, è in grado di sapere come ognuno di noi ha votato (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
VALENTINA APREA. Ma non può farlo il ministro!
ANTONIO BORGHESI. Io sono stato messo alla berlina da altri siti Internet perché ho votato a favore della richiesta del collega Fitto di accettare la sua volontà di essere posto agli arresti domiciliari (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)! Sono stato l'unico e sono stato messo alla berlina, signor Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Scusate, per favore! Mi sembra sia stata sollevata una questione delicata, che credo meriti di essere affrontata senza clamori.
Come loro sanno, i dibattiti parlamentari ed i dati relativi alle votazioni (partecipanti, voti espressi e via dicendo) sono pubblici e sono resi noti attraverso i resoconti della Camera (Commenti del deputato La Russa)... Stavo parlando, però...!
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Allora mi fermo e le do la parola sull'ordine dei lavori, deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. La ringrazio, Presidente.
Pag. 30PRESIDENTE. Colleghi, vorrei invitarvi ad attenervi anche alle modalità con cui si è espresso, aprendo questa discussione, il deputato Leone. Prego, onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non pensavo neanche fosse necessario intervenire perché mi trovo perfettamente d'accordo con quanto detto dai colleghi Leone e Casini. Però, l'intervento svolto poc'anzi dal collega del gruppo dell'Italia dei Valori merita un'ulteriore annotazione.
Qui si confondono, a mio avviso, due cose che sono completamente diverse. Il problema non è l'informazione su come si è votato, perché ciò attiene agli organi di informazione; da sempre, infatti, questi indicano liste in cui riportano come ha votato questo o quel parlamentare. Caro collega, non è questo il problema! Qui ci troviamo di fronte ad un ministro dell'attuale Governo che sul suo sito web ha deciso di fare la lista di proscrizione dei colleghi parlamentari che votano in maniera difforme dalla sua, ma nello stesso modo in cui votano i componenti del Governo di cui egli fa parte (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Sorge, quindi, l'assoluta necessità di un chiarimento da parte dell'onorevole Di Pietro; e tale chiarimento non può essere sostituito dalle dotte parole che pronuncerà il Presidente. Noi vogliamo che sia l'onorevole ministro Di Pietro a fare una scelta: questa volta, tutte e due le cose non le può fare (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, fin dall'inizio dell'esame di questo provvedimento abbiamo assistito, come era naturale e fisiologico, ad una divisione all'interno dei due schieramenti politici; conseguentemente, è prevalsa la logica di trovare un'intesa più larga che ha comportato che nessuno schieramento politico avesse, come è naturale trattandosi di indulto, una compattezza interna. Detto ciò, noi non nascondiamo che vi è all'interno della maggioranza un problema creato dal comportamento tenuto dal ministro Di Pietro. Tale problema lo affronteremo all'interno della maggioranza.
MAURIZIO GASPARRI. Affrontalo prima del voto al Senato!
DARIO FRANCESCHINI. Crediamo che adesso vi siano le condizioni per proseguire nell'esame del provvedimento sull'indulto, non bloccandoci su un tema che affronteremo, come detto, successivamente (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, dei Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Leoluca Orlando. Ne ha facoltà (Commenti).
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, soltanto perché resti a verbale: all'interno della maggioranza c'è un problema; tale problema è determinato da alcune posizioni di merito assunte, su questo delicato provvedimento, da una parte della stessa maggioranza.
PRESIDENTE. Colleghi, ricordo loro quel che non c'è bisogno di ricordare, e cioè che i dibattiti parlamentari e i dati relativi alle votazioni - partecipanti, voti espressi e così via - sono pubblici e sono resi noti attraverso i resoconti della Camera dei deputati. Ma quello che qui è stato denunciato, e che mi riprometto con gli uffici di accertare, lo troverei, nel caso venisse confermato, deplorevole perché interviene sulle libere scelte dei deputati, che sono tutte egualmente morali (Applausi). Altra è la questione che riguarda il Governo, che esula dai nostri argomenti.Pag. 31
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leoluca Orlando 1.466.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non voglio fare una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Allora, non ha diritto alla parola! O lei parla per dichiarazione di voto o non ha diritto alla parola.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoluca Orlando 1.466, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 540
Astenuti 3
Maggioranza 271
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 487).
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Grazie, Presidente. Lei sa quanto io l'apprezzi, personalmente e politicamente. Vorrei però invitarla a riflettere sulla gravità della sua espressione, perché (Vivi Commenti)...
PRESIDENTE. Vi prego, il deputato Evangelisti ha diritto di esprimere la sua opinione. Parlando contro di me ne ha diritto, prego!
FABIO EVANGELISTI. ...se è consentito all'onorevole Franceschini di esprimere un giudizio politico che non condivido (cioè che il problema è stato creato dal ministro Di Pietro; di questo discuteremo in altra sede), il problema è invece costituito dal provvedimento che stiamo approvando (Vivi commenti)...
PRESIDENTE. La prego, io le ho concesso la parola, e siamo fuori dal regolamento...
FABIO EVANGELISTI. Non credo, signor Presidente...
PRESIDENTE. ... soltanto perché sta parlando contro di me, quindi, la prego!
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, stavo parlando in riferimento al suo intervento. Credo che lei, signor Presidente, come garante di quest'Assemblea, non possa arrivare a censurare un organo di informazione...
MARCO BOATO. Non si può, Presidente!
PRESIDENTE. Ha espresso la sua opinione. L'ha espressa!
FABIO EVANGELISTI. ...il ministro può, fino a prova contraria, in virtù della Carta costituzionale, esprimere fino in fondo il proprio pensiero. E lei dovrebbe garantire anche questo suo pensiero!
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 1.470.
ENRICO BUEMI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI, Relatore. La questione posta dall'emendamento in esame ha richiamato l'attenzione della Commissione ed ha portato, dopo un ulteriore approfondimento, pur dovendo precisare che la materia è stata già contemplata, per quanto riguarda il reato connesso con attività di mafia, nelle esclusioni, ad una modifica del parere precedentemente espresso, da contrario a favorevole.
Pag. 32PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Alleanza Nazionale, rispetto ad un reato che non è semplicemente odioso, volendo fare una classifica di «odiosità» o di gravità dei reati in sé, ma, in un momento storico particolare e di crisi economica e sociale (di fronte al moltiplicarsi di approfittatori e di persone che mettono in crisi il sistema con un atteggiamento che va ben oltre la semplice pericolosità), mina complessivamente la pacifica convivenza e la stabilità generale dell'ordinamento, ritiene che sia stato commesso un errore, anche secondo i criteri indicati molto arditamente dal collega Pecorella, ed in generale da coloro che hanno voluto creare questa «classifica» tra reati che possono beneficiare dell'indulto e reati che non ne possono beneficiare.
Oltretutto, e soprattutto nell'Italia meridionale, il reato di usura non soltanto è collegato alle attività mafiose ma ne costituisce spesso il pressupposto. Spesso è l'amalgama nel quale si verifica la dissoluzione del tessuto sociale, soprattutto delle nostre regioni più in difficoltà dal punto di vista economico e dove spesso gli imprenditori, i commercianti e le piccole imprese, anche di tipo familiare, entrano in una rete di controllo che indirettamente li porta a costruire, a cementare e a finanziare ulteriormente il sistema mafioso.
Per questo, credo sia giusto che tale reato, per la sua peculiarità, oltre che per la sua gravità, che abbiamo già ampiamente illustrato, sia inserito tra i reati che non devono beneficiare dell'indulto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, credo che l'andamento del dibattito faccia emergere le contraddizioni presenti all'interno del patto «indultista». Queste contraddizioni si stanno manifestando in due modi.
In primo luogo, si sostiene che le scelte circa i reati da escludere sono state fatte in modo definitivo dai partecipanti al «patto» e che nessuno può migliorare questo provvedimento. Questo non è accettabile. Il Parlamento non sta compiendo un'azione fastidiosa; il Parlamento ha il diritto di contribuire al miglioramento dei testi che vengono approvati in questa sede, e mi dispiace aver sentito diverse espressioni in tal senso. In secondo luogo, all'interno dello stesso patto «indultista» emergono alcune crepe, che si sono determinate con l'approvazione dell'emendamento nostro e dell'Ulivo, che ha dimostrato come questo provvedimento non sia affatto perfetto. Il Parlamento, attraverso tale voto, ha riconosciuto che il testo scaturito da quel patto formatosi fuori del Parlamento, in Parlamento non regge!
ENRICO BUEMI, Relatore. Ma che dici!
FEDERICO PALOMBA. L'avete detto voi, questo, non lo dico io! Non lo dico io!
Presidente, non siamo in pochi a dire che questo testo può essere perfezionato. Lo hanno detto anche gli amici Comunisti Italiani, i quali hanno presentato numerose proposte emendative volte al miglioramento dello stesso.
L'odierna espressione di voto a favore della modifica di questo provvedimento, inserendo tra le esclusioni il delitto di usura, naturalmente ci trova pienamente d'accordo. Noi eravamo preoccupati che il brusio e il rumore della «lavanderia» potesse coprire le risa dei «cravattari» e le grida di dolore delle persone usurate, ma, di per sé, l'approvazione dell'inserimento tra le esclusioni del delitto dell'usura dimostra esattamente che questo testo, così come è uscito a seguito del patto, non è affatto perfetto.
Noi non abbiamo fatto ostruzionismo, abbiamo soltanto cercato di rappresentare al Parlamento e alla coscienza sociale, che è fuori di qui, le ragioni per le quali siamoPag. 33a favore della scarcerazione di tante persone sofferenti che sono in carcere, ma non siamo molto contenti se, fuori di qui, sentiamo ridere tante categorie di persone che hanno commesso reati, come i corruttori e le persone che hanno commesso atti contro la pubblica amministrazione, che naturalmente guardano con interesse ai nostri lavori.
Ecco perché, Presidente, noi possiamo dire che siamo a favore di questo emendamento; altri, non credo (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, anzitutto noi voteremo a favore di questo emendamento, perché è identico all'emendamento Lussana 1.29 da noi presentato. Riteniamo che l'usura sia un reato particolarmente grave, in ordine all'allarme sociale che desta, soprattutto con riferimento a persone che sono in uno stato di obiettiva difficoltà ed anche con riferimento ad un momento nel quale si discute della difficoltà di accedere al credito per chi svolge una attività di carattere imprenditoriale. Quindi, inserirsi in situazioni di difficoltà familiari o imprenditoriali desta, a nostro avviso, un particolare allarme sociale.
Inoltre, questo tipo di reati denota anche una particolare propensione a delinquere, per cui si ritiene possa esservi, per il solo fatto di aver commesso tale tipo di reati, un rischio di recidiva.
Detto questo, mi pare che sia stato espresso un parere favorevole sull'emendamento in questione e dunque credo che esso possa essere unanimemente approvato. È così?
PRESIDENTE. Sì, deputato Cota, il relatore ha testé detto che il Comitato dei nove ha modificato il parere manifestato in precedenza, esprimendo parere favorevole sull'emendamento Cirielli 1.470.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo che i processi per usura proseguiranno anche dopo l'approvazione di questo provvedimento. A seguito dell'approvazione del medesimo, si darebbe uno sconto di pena di tre anni a coloro che sono dediti all'usura, mentre continueranno a pagare, sulla propria pelle, le vittime dell'usura stessa. Quindi, credo che questo emendamento - e ringrazio il collega Cirielli, che lo ha presentato - meriti maggiore attenzione da parte dell'Assemblea....
ENRICO BUEMI, Relatore. Ma se abbiamo espresso parere favorevole! Cosa stai a parlare?
TEODORO BUONTEMPO. Ed è comunque ovvio che noi voteremo a favore della sua approvazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, deputato Rotondo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, sarò telegrafico nel confermare - considerato che è stato presentato dagli onorevoli Cirielli e Raisi, nostri colleghi di Alleanza Nazionale - il voto favorevole su questo emendamento e mi permetto di ricordare ai colleghi tutti che dal Comitato dei nove è stato espresso un unanime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, desidero ringraziare il relatore e la Commissione per aver accolto questoPag. 34emendamento. Come lei sa - e come i colleghi sanno - il problema dell'usura è stato posto nel corso del dibattito parlamentare, perché si tratta di un reato punito con pena lieve nella pratica e, quindi, con una pena che sarebbe comunque stata interamente condonata, a differenza di quanto accade anche per altri reati molto gravi, per i quali, essendo puniti con pene molto più pesanti, comunque queste non vengono completamente annullate dall'indulto concesso.
Quindi, ribadisco il ringraziamento al relatore ed ai colleghi. È stata un'operazione positiva, anche perché - come il relatore sa - il Governo italiano, l'attuale e quelli precedenti, sono molto impegnati nel sostenere le associazioni anti-usura e tutti coloro che sono vittime dell'usura al fine di poter far loro riprendere una attività commerciale corrente. È stato - lo ribadisco ancora - un fatto positivo, e ringrazio il relatore e la Commissione per aver espresso parere favorevole sull'emendamento in questione (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, intervengo telegraficamente solo per esprimere la soddisfazione per il parere unitario favorevole espresso sull'emendamento volto ad escludere il reato di usura dai benefici dell'indulto e per ricordare che noi Verdi presentammo, in tema di proposta di indulto, proprio l'usura tra i reati da escludere dalla concessione del beneficio (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, intervengo anch'io solo per confermare il voto favorevole del gruppo dell'UDC a questo emendamento e per spiegarne brevemente la motivazione con riferimento a ciò che ho detto poc'anzi, ossia alla responsabilità di una scelta politica. «No», dunque, alla mediazione, «sì» all'intesa responsabile.
In questo caso, l'inclusione, che contraddice l'impegno che avevo dichiarato in precedenza, a nome del gruppo cui appartengo, di non cedere alla logica dello scambio, è giustificata, perché c'è un'alta intesa politica. Siamo tutti d'accordo su questo e, quindi, abbiamo compiuto quel passaggio più nobile che credo questo provvedimento e questa istituzione meritino. Quindi, l'opinione del gruppo dell'UDC cambia, anche in questo caso responsabilmente, ed il gruppo esprimerà voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Forgione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORGIONE. Intervengo, signor Presidente per annunciare il voto favorevole dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, anche sulla base dell'intesa raggiunta in sede di Comitato dei nove. Recuperiamo, in tal modo, anche un danno che, rispetto a questo reato, ha causato in passato la legge in materia di prescrizioni. Vorrei ricordare anche che per il reato di usura lo Stato è impegnato nel risarcimento delle vittime. Quindi, ci sarebbe stata una contraddizione anche rispetto al complessivo provvedimento che noi stiamo approvando.
Questo reato nasce da una condizione sociale drammatica di impoverimento che colpisce i piccoli esercenti e le piccole imprese. Nasce, quindi, dalla condizione sociale ma, spesso, suscita l'interesse anche della mafia che, attraverso la pratica dell'usura, acquisisce e modifica la stessa proprietà delle imprese. Ma su questo interveniamo anche attraverso la previsione dell'articolo 7 della legge n. 44 del 1999. Proprio a questo proposito, vorrei dire che, considerato il provvedimento che abbiamo approvato e rapportandolo ai reati previsti dall'articolo 416-bis del codice penale e a tutte le tipologie previstePag. 35dall'articolo 7 citato, chi parla di fare una legge «salva Provenzano» non fa onore a se stesso, né alla sua intelligenza, né alla sua storia (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de L'Ulivo e dei Verdi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.470, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
ERMINIA MAZZONI. Siamo ai voti!
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, posso dire che questo nervosismo desta qualche preoccupazione?
Su questo emendamento, intendo annunciare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori e intendo, altresì, registrare che si è raggiunto un accordo politico favorevole su di esso. Ma, allora, perché non si è raggiunto un accordo politico per escludere il reato di scambio di voto politico-mafioso che può riguardare, potenzialmente, esponenti di questo Parlamento e il personale politico?
PRESIDENTE. Per evitare nuovi incidenti, chiedo se ci sia qualcun altro che chiede di parlare per dichiarazione di voto.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. No, deputato Marinello, non può intervenire sull'ordine dei lavori.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.470, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 539
Astenuti 1
Maggioranza 270
Hanno votato sì 537
Hanno votato no 2).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sgobio 1.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Intervengo per segnalare che a me pare che la proposta contenuta in questo emendamento, con una portata maggiore, sia già stata esaminata con l'emendamento Donadi 1.476. Per velocizzare i lavori dell'Assemblea, credo si debba intendere assorbito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crapolicchio. Ne ha facoltà.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Il fatto che un emendamento contenente una proposta analoga sia stato già respinto non vuol dire che lo sarà di nuovo.
Il mio intervento non è animato da spirito ostruzionistico. L'emendamento in questione ha per oggetto l'esclusione dall'indulto dei reati societari previsti dal codice civile.
Tali reati cosiddetti societari vanno ad incidere sulla fiducia dei piccoli risparmiatori (vedi caso Parmalat), appaiono di difficile accertamento e nel contempo determinano gravi danni all'economia delPag. 36paese. La concessione dell'indulto per tali reati comporterebbe oltre il danno anche la beffa.
È di tutta evidenza che, nella massa di disperati che stanno in carcere, non si possono far rientrare coloro che commettono reati societari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, un solo secondo sull'ordine dei lavori, per fare presente che abbiamo fatto una discussione...
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, lei prenderà la parola dopo il voto sull'emendamento.
ANTONIO BORGHESI. Roba da matti!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sgobio 1.40, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 539
Votanti 478
Astenuti 61
Maggioranza 240
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 426).
Prendo atto che i deputati Caruso e Squeglia si sono erroneamente astenuti, mentre avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
Ora l'onorevole Donadi ha facoltà di parlare sull'ordine dei lavori.
MASSIMO DONADI. Era solo per precisare, rispetto a quanto è stato detto prima, e su cui anche lei ha espresso, nella pienezza delle sue facoltà, un'opinione, che sul blog del ministro Di Pietro non c'è assolutamente alcuna lista (Commenti dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
Chi ha fatto quell'intervento credo si basasse su un comunicato stampa apparso, ma non sulla verità dei fatti, perché sul nostro blog non c'è e non c'è mai stata alcuna lista (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, vorrei che non passasse inosservata una circostanza, che almeno da parte nostra è certamente da deprecare nella maniera più rigorosa e severa. Mi riferisco all'intervento del collega Orlando, il quale...
PRESIDENTE. In un intervento sull'ordine dei lavori non si può commentare un altro intervento.
ENRICO LA LOGGIA. Il mio intervento è sull'ordine dei lavori, perché...
PRESIDENTE. Allora intervenga sull'ordine dei lavori, non sull'intervento di un altro collega.
ENRICO LA LOGGIA. ...non credo che, nell'ordinato svolgersi dei lavori, possa passare inosservato - mi rivolgo alla Presidenza e alla sua notoria garanzia rispetto al corretto lavoro dell'Assemblea - un intervento in cui si è fatta un'accusa estremamente pesante, perché si è detto - questo sì che riguarda l'Assemblea e il suo ordine dei lavori - che vi sono esponenti parlamentari all'interno della Camera dei deputati che avrebbero non si sa che cosa da temere dall'approvazione o meno dell'esclusione, in questo provvedimento, dell'ipotesi di reato di scambio di voto politico mafioso dalla concessione dell'indulto.Pag. 37
Allora il collega Orlando potrebbe (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)...
PRESIDENTE. Questo è un intervento di merito.
Abbiamo discusso il punto precedente, è stata fatta un'osservazione adesso con l'intervento di Donadi e ora lei sta intervenendo. Appureremo attraverso gli uffici lo stato reale delle cose. Procediamo adesso nella discussione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sgobio 1.472, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 544
Votanti 481
Astenuti 63
Maggioranza 241
Hanno votato sì 55
Hanno votato no 426).
Avverto che l'emendamento Mantini 1.142, in precedenza segnalato, è stato ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 1.127 e Mazzoni 1.579.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, abbiamo presentato un emendamento di analogo tenore e, quindi, siamo favorevoli a questo emendamento, così com'è formulato.
Vorrei anche far presente (lo spiego brevemente visto che sono il primo ad intervenire) che i benefici dell'indulto vengono revocati di diritto - quindi non vi è una scelta discrezionale - se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni (la norma recita così) , un delitto non colposo per il quale riporti una condanna ad una pena detentiva non inferiore a due anni. Su questo poi discuteremo con l'emendamento successivo, ma noi riteniamo che il termine di cinque anni sia troppo breve. Addirittura, in Commissione, mi sembra - anche leggendo i resoconti stenografici - che questa osservazione sia stata non soltanto posta, ma anche accolta in qualche modo come meritevole di attenzione, tanto che ci si aspettava che il testo finale del provvedimento prevedesse un diverso termine: un termine di dieci anni, di sette anni, comunque un termine maggiore rispetto a quello di cinque anni. Ritengo che un minimo di controllo sulla condotta successiva di una persona che viene rimessa in libertà e usufruisce di questo sconto gratuito di pena vi debba essere, e che questo controllo e questa aspettativa da parte dello Stato relativa al fatto che si ponga sulla retta via debba durare, non solo per cinque anni, ma almeno per sette anni (tenendo conto che comunque il periodo di sette anni rappresenta già una mediazione).
Cinque anni sono pochi; sicuramente sette anni di osservazione sono meglio e danno più garanzie ai cittadini in ordine alla non reiterazione e alla non commissione di altri reati.
ERMINIA MAZZONI. Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Lei ha già parlato sul complesso degli emendamenti e, quindi, non ha diritto ad intervenire. Mi dispiace.
ERMINIA MAZZONI. Mi scusi, ma è un emendamento presentato a titolo personale!
PRESIDENTE. Ha parlato sul complesso degli emendamenti, quindi non può intervenire. Mi dispiace, ma il regolamento non l'ho fatto io. Posso solo applicarlo.
ERMINIA MAZZONI. Hanno parlato tutti sul complesso degli emendamenti!
Pag. 38PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, Alleanza Nazionale tiene particolarmente a questo emendamento e prego i colleghi di prestare per un attimo la dovuta attenzione.
Vede, Presidente, viene detto, a torto, che Alleanza Nazionale è contraria tout court all'indulto, ma così non è. Questo emendamento lo dimostra. Alleanza Nazionale è contraria a questo indulto, così come è stato formulato.
Durante la discussione in Commissione giustizia era stato fatto presente che una delle esigenze che Alleanza Nazionale rappresentava per votare l'indulto era che questo non si applicasse ai plurirecidivi. Con il presidente della Commissione, che è stato un ottimo mediatore e ha ben regolato i lavori della Commissione stessa, ma soprattutto con il relatore era stato portato avanti una sorta di gentlemen agreement, in base al quale avremmo potuto rinunciare alla richiesta - che peraltro ci sembra ovvia e scontata - che i plurirecidivi non godano dell'indulto rispetto a chi ha commesso un solo reato (che non sia comunque recidivo nel reato stesso), a condizione che il termine entro il quale i beneficiari dell'indulto non debbano commettere altri reati fosse portato a sette anni (un compromesso rispetto al termine di dieci anni che avevamo inizialmente proposto).
La collega Mazzoni - che mi dispiace non abbia potuto spiegare la sua posizione - aveva molto insistito su questo emendamento, come anche i colleghi Lussana e Mantini. Quindi, si trattava di una proposta emendativa trasversale, in quanto ci sembrava giusto - dal momento che si escludeva l'indulto per coloro che avessero già commesso il reato - che questi signori si astenessero dal compiere reati almeno per un periodo di sette anni. Poi, all'ultimo minuto, mi pare per un voto, siamo andati in minoranza.
Chiedo dunque all'Assemblea di ristabilire questo equilibrio sostituendo, al comma 4, le parole: «cinque anni» con le seguenti: «sette anni», accogliendo l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Visto che questa Assemblea ormai ha deciso di compiere un atto politicamente molto grave ai danni dei cittadini, occorre almeno cercare di garantire quel minimo di serietà e di credibilità dell'ordinamento giuridico penale - che deve assicurare la tenuta dello Stato e della società -, riconoscendo un paio d'anni in più, per essere certi che la persona che ha potuto usufruire del provvedimento clemenziale sappia ringraziare la società e lo Stato di tale atto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, preannuncio il nostro voto favorevole sull'emendamento in esame che, d'altra parte, è identico ad uno presentato dal mio gruppo, che tuttavia non è stato segnalato.
Ci stiamo avviando alla conclusione di un dibattito aspro, nel quale spesso sono stati usati toni anche accesi, ma nel quale hanno parlato anche i silenzi di quanti sarebbero voluti intervenire, ma non lo hanno fatto o non lo hanno potuto fare, e che nella loro coscienza stanno riflettendo su ciò che sta accadendo in quest'aula.
Non sarà certo l'approvazione degli emendamenti presentati dall'onorevole Mantini e dall'Italia dei Valori o di quello sull'usura a rappresentare un lavacro complessivo di quanto accaduto, che comunque consideriamo positivo. Ad esempio, perché approvare l'esclusione dell'usura e non del delitto di estorsione che molto spesso si lega ai reati di usura? Il racket delle estorsioni è strettamente collegato al racket dell'usura! Allora, perché l'usura sì e le estorsioni no? Non sarà questo che ci salverà l'anima da un giudizio complessivo su questo provvedimento.Pag. 39
Inoltre, all'interno della stessa logica seguita dal patto indultista - vale a dire quello volto ad escludere i reati connessi con la mafia -, non si riesce a capire perché proprio l'articolo 416-ter del codice penale (voto di scambio mafioso) sia stato respinto prima in Commissione e poi in aula, malgrado sullo stesso si siano espressi a favore anche altri gruppi, persone e personalità che poi hanno cambiato idea (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
Mi è parso di capire che in quest'aula serpeggiano sentimenti diversi nei confronti del provvedimento nel suo complesso. Sono quei sentimenti che ci danno speranza e che si sono espressi ieri, in occasione dell'approvazione degli emendamenti presentati dall'onorevole Mantini e dall'Italia dei Valori, con un grande applauso liberatorio. A quello facciamo riferimento come elemento di speranza di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vorrei fare una precisazione di carattere personale o, se si vuole, in dissenso rispetto ad una frase pronunciata dal collega Consolo. Per quanto è a mia conoscenza, Alleanza Nazionale si è sempre pronunciata contro qualsiasi tipo di indulto: prevenire, recuperare e reprimere con la certezza della pena chi delinque è sempre stata la nostra caratterizzante posizione politica. C'è una destra certamente democratica, ma intransigente sui principi in cui crede, e ritengo di far parte di quella destra, finché ciò sarà possibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, parlo a nome del gruppo dell'UDC ed anche in sostituzione della collega Mazzoni che non è potuta intervenire, sebbene si stia esaminando un suo emendamento. Ritengo che quest'ultimo introduca una disposizione di particolare valore ai fini di qualificare ancor più la portata di questo provvedimento, di cui non sono lontano dal riconoscere alcune contraddizioni, come quelle evidenziate poco fa dal collega Mattarella.
È chiaro che, essendosi dovuto raggiungere un certo livello di compromesso tra tante forze politiche, ci siano anche elementi contraddittori. Tuttavia, temo che, se ciò non fosse stato fatto, difficilmente saremmo potuti arrivare a quel provvedimento di clemenza che da più parti era stato giustamente auspicato.
Allora, credo che lo stesso provvedimento di clemenza debba in qualche modo responsabilizzare, nei confronti della società e dello Stato, chi venga a fruire del beneficio stesso. È importante che chi vede ridotto il proprio periodo di detenzione in carcere attraverso questo provvedimento sappia che tale beneficio non è del tutto gratuito: egli stesso dovrà dare qualcosa allo Stato e dovrà dimostrarsi degno della fiducia e dell'indulgenza esercitata dall'ordinamento nei suoi confronti.
Pertanto, è importante estendere quel periodo nel corso del quale, in caso di commissione di un nuovo reato doloso di una certa rilevanza, il beneficio precedentemente ottenuto viene perduto, dovendosi nuovamente scontare gli anni di pena. Credo sia un segnale importante rivolto proprio a chi beneficia di questo provvedimento. Tale beneficio non è qualcosa del tutto gratuito e scontato, ma è condizionato. Allungando il periodo di controllo della condotta del beneficiario da parte dello Stato, si valorizza e si rafforza il concetto di responsabilizzazione (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
Pag. 40
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, ci aspettiamo un voto largamente convergente dall'Assemblea su questo emendamento, e non solo perché è stato presentato da più gruppi. Taluni - come, ad esempio, l'onorevole Violante nella seduta di ieri - hanno sottolineato che il meccanismo del comma 4 offriva maggiori garanzie per calibrare il concetto dell'atto di clemenza con quello della sicurezza da proiettare più sul futuro che non sul passato. Si tratta, quindi, non di attribuire al soggetto che sta scontando la pena una prognosi necessariamente negativa sul suo futuro «curriculum», quanto piuttosto di agire nella prospettiva, affidandosi proprio a questo meccanismo, che non si commettano più delitti entro il periodo successivo alla concessione del beneficio, per poter godere dello stesso senza vederselo revocare.
Ebbene, l'allungamento del periodo di osservazione fa parte di questa garanzia che, mi pare, l'onorevole Violante, ed altri che con lui consentivano, prospettavano come il miglior meccanismo. Ci aspettiamo, dunque, che al nostro voto favorevole si unisca anche quello di chi si è espresso in questi termini nella seduta di ieri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 1.127 e Mazzoni 1.579, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 536
Astenuti 4
Maggioranza 269
Hanno votato sì 127
Hanno votato no 409).
Prendo atto che i deputati Casini, Forlani e Riccardo Conti hanno espresso erroneamente un voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole.
Prendo atto che le deputate Mistrello Destro e Pelino non sono riuscite a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.144.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, siamo giunti all'ultimo emendamento. Vi è stata una discussione anche abbastanza accesa, ma su questo punto vorrei invitare i colleghi di tutti gli schieramenti a riflettere sul contenuto di questo emendamento. In base al testo che state per approvare si potrebbe verificare che un soggetto beneficiario dell'indulto, ove nei cinque anni successivi commetta un reato per il quale viene comminata una pena detentiva di due anni e quindici giorni, si veda revocato l'indulto, mentre un altro soggetto che riporta cinque condanne ad un anno ed otto mesi ciascuna non si vedrebbe revocato l'indulto.
Questo è scritto nella norma. Infatti, si prevede che venga revocato l'indulto a chi commette un delitto non colposo per il quale riporti una condanna a pena detentiva non inferiore a due anni. Il caso di chi commette un delitto per il quale è stata comminata una pena complessivamente superiore a due anni non è assimilato ad un altro caso, quello in cui un soggetto commetta nei cinque anni più delitti non colposi che complessivamente considerati comportano una pena detentiva superiore ai due anni. Quindi, un soggetto che ha commesso un delitto ed è stato condannato a due anni e quindici giorni si vede revocato l'indulto, un altro soggetto che è stato condannato dieci volte ad un anno di reclusione o, addirittura, ad un anno e otto mesi non si vede revocato l'indulto.
Capite, quindi, che a nostro avviso non solo le situazioni debbono essere parificate, ma se dobbiamo andare a giudicarePag. 41in ordine alla gravità del comportamento è certamente più grave il comportamento di chi commette più reati, venendo a sforare il tetto dei due anni in cinque anni rispetto al comportamento di chi commette un reato sfondando il tetto dei due anni con quell'unica condotta. È evidente che chi commette una pluralità di reati ha una particolare propensione a delinquere, anche tenendo conto del fatto che la pluralità di reati, con le norme oggi esistenti nel nostro codice, che consentono comunque di applicare il vincolo della continuazione, presuppone certamente una pluralità di condotte criminose autonome ed indipendenti le une dalle altre, con disegni criminosi autonomi ed indipendenti gli uni rispetto agli altri.
Questo emendamento limita il danno e non riesco a capire con quale motivazione possa essere respinto dall'Assemblea. Vi prego veramente di riflettere su quello che state per approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, questo emendamento, anche se parzialmente diverso, risponde alla logica dell'emendamento testé votato: si tratta di lavorare sul comportamento preventivo che riteniamo di dover adottare. Trovo assolutamente singolare che dopo una battaglia così eclatante portata avanti in quest'aula ed anche, impropriamente, fuori da essa, l'Italia dei Valori non abbia appoggiato un emendamento - sicuramente hanno votato contro in Commissione - di maggiore garanzia nei confronti dei cittadini, della collettività per la quale dicono di battersi. Noi volevamo semplicemente prevedere uno spazio temporale maggiore ed una maggiore severità nei confronti di coloro che reiterano nel reato.
Questo tipo di emendamento risponde alla finalità complessiva del provvedimento: restituire alle strutture penitenziarie le condizioni per garantire i diritti fondamentali della persona alle persone ristrette, perché persone rimangono, e rimettere le strutture penitenziarie in condizione di garantire la funzione di recupero della detenzione. Quello su cui avremmo voluto lavorare con questo emendamento e con il precedente è, invece, semplicemente il comportamento giustamente severo dello Stato nei confronti di coloro che beneficiano dell'indulto. Mi sembra una contraddizione che, però, è la conferma della denuncia che ho fatto più volte in quest'aula di un propagandismo fatto su questo provvedimento che è assolutamente fuori luogo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non ho capito l'intervento precedente, ma il gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore dell'emendamento in esame perché lo condivide.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è l'ultimo emendamento che votiamo e mi offre l'occasione, prima della dichiarazione di voto finale che il gruppo affida all'onorevole Consolo, di svolgere una brevissima considerazione.
Abbiamo annunciato un voto contrario all'indulto ed annuncio, invece, il voto favorevole sull'emendamento in esame con il convincimento che le ragioni per cui il Parlamento intende concedere un atto di clemenza non siano quelle più volte enunciate. Ci è stato detto che questo provvedimento serve a svuotare le carceri, serve a far sì che le condizioni dei detenuti siano migliori. A noi non sembra sia questo lo sforzo a cui tende la maggioranza favorevole all'indulto, altrimenti avrebbe risposto positivamente alle nostre pressanti richieste per individuare risorse per migliorare le condizioni di vita dei detenuti.
Comunque, molte migliaia di detenuti resteranno in carcere, e per loro nonPag. 42valgono quelle condizioni tristi che sono state più volte denunciate per giustificare la scarcerazione di un numero considerevole di essi. Sicuramente, quando si nega l'approvazione di emendamenti come quello che abbiamo appena votato, non ci è sembrato che le ragioni fossero quelle di svuotare le carceri. Per quale motivo a chi è stato scarcerato per indulto non si concede l'obbligo di doversi astenere dal commettere reati non per cinque ma per sette anni? Nella stessa maniera non comprendiamo le ragioni per cui non si possa approvare un emendamento come questo, il quale reca che, nei cinque anni successivi alla concessione dell'indulto, la persona che ne ha beneficiato non debba commettere reati non colposi, quindi dolosi, che, complessivamente, raggiungano una pena di entità uguale o superiore a due anni.
In altre parole, ci sembra che la ragione addotta, quella dello svuotamento delle carceri, sia una scusa, altrimenti non vi dovrebbe essere nessuna ragione per non approvare emendamenti come questi.
Allora, ci sembra che prevalga ancora una volta il comprensibile atteggiamento di tutela di Caino, mentre continui a rimanere assente qualunque attenzione per Abele. Noi vogliamo che questo Parlamento, che si dimostra così attento alle ragioni di chi ha commesso reati anche gravissimi e vuole alleviargli la pena, sia almeno altrettanto attento alle ragioni dei cittadini perbene, a coloro che non desiderano che migliaia di persone escano e che, se questo emendamento non verrà approvato, avranno anche la libertà di commettere un numero rilevante di reati, purché nessuno di essi sia sanzionato con una pena superiore a due anni, senza che nemmeno l'indulto gli venga revocato.
Allora, cari colleghi, nel dare ancora una volta indicazione favorevole per questo emendamento e nel rifarmi sin d'ora alla dichiarazione di voto finale dell'onorevole Consolo, credo che le ragioni che hanno indotto Alleanza Nazionale a dire «no» - non all'istituto dell'indulto, era questo che prima voleva dire l'onorevole Consolo, perché noi non abbiamo mai chiesto che gli istituti dell'amnistia o dell'indulto vengano abrogati dal nostro ordinamento positivo -, derivino dal fatto che questi provvedimenti debbano intervenire quando vi siano ragioni eccezionali e ben diverse da quelle addotte per dar vita a questo provvedimento, sul quale il nostro gruppo esprimerà un voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, colleghi, la dichiarazione di voto finale del nostro gruppo verrà svolta tra poco dal collega Crapolicchio, ma, poiché si tratta dell'ultimo emendamento, vorrei svolgere alcune considerazioni politiche sull'iter che abbiamo alle spalle e su quanto stiamo per votare. Noi siamo sempre stati convintamente a favore dell'indulto perché riteniamo che la capienza carceraria di 40 mila detenuti oggi sia intollerabilmente arrivata a 62 mila detenuti e la civiltà di un paese si giudica anche, per certi versi soprattutto, dal modo con cui punisce. Quindi, siamo a favore dell'indulto anche perché, parlandoci con molta chiarezza, tra quelle 62 mila persone detenute è del tutto evidente che vi sono tossicodipendenti, extracomunitari, marginalità e devianza sociale; certamente, ci sono pochissime persone che appartengono alla classe dirigente.
Poiché è prevista una maggioranza qualificata, capisco che, per raggiungere questo obiettivo, si debbano fare delle trattative, dei patti, si debba scendere a compromessi e che alcuni di essi possano piacere di più o di meno: appunto, sono compromessi.
Tuttavia, colleghi, vi è un limite oltre il quale è difficile procedere. Tale limite, a mio avviso, non è stato rappresentato dalla bocciatura a larga maggioranza, purtroppo, dei nostri emendamenti, come di altri relativi ai reati contro la pubblica amministrazione, ma di quell'emendamento (è stato un limite che, secondo me, non doveva essere superato e si potevaPag. 43tranquillamente fare tutti insieme) che si proponeva di escludere dall'indulto l'articolo 416-ter e cioè il voto di scambio politico-mafioso (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e dell'Italia dei Valori).
Fa specie - lo dico senza alcuna volontà polemica, credetemi - che un autorevole collega che si è candidato, cosa nota, a presiedere la Commissione antimafia abbia preso la parola per giustificare il voto contrario a quell'emendamento.
Noi ci riempiamo tutti la bocca, chi con maggiore e chi con minore convinzione, sul tema della battaglia alla malavita organizzata. Noi segretari dei partiti dell'Unione ci siamo recati a Locri per offrire una testimonianza ai ragazzi e alle ragazze di quel paese, dicendo delle cose, assumendo degli impegni ...
MAURIZIO GASPARRI. Avete preso i voti dalla mafia a Locri!
OLIVIERO DILIBERTO. ... dopo di che, noi tutti, anche coloro che sono andati in un'altra direzione, ci rendiamo corresponsabili del fatto che il voto di scambio mafioso non sia stato escluso dall'indulto.
Cari colleghi, noi che siamo a favore dell'indulto, non possiamo essere a favore di questo indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
Io non ho condiviso la battaglia che ha condotto in quest'aula una persona che, peraltro, stimo, il ministro Di Pietro. Se si sceglie di non far parte di un Governo, si è fatta una scelta: non si può stare da una parte e dall'altra e lo dico con molta serenità (Applausi di deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Non ho condiviso questa battaglia, perché non si può essere pregiudizialmente contro; in quest'aula, con un atteggiamento diverso, forse, tutti insieme saremmo riusciti a migliorare questo provvedimento e, quindi, a votare tutti insieme a favore dell'indulto.
Non ci siamo riusciti! Tuttavia, il gruppo dei Comunisti italiani non si sente di votare contro l'indulto, perché siamo favorevoli all'indulto in linea di massima. Siamo contro questo indulto!
Pertanto, preannunzio l'astensione del gruppo dei Comunisti italiani in sede di votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani e di deputati dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, nel preannunziare il nostro voto contrario sull'emendamento in esame, vorrei brevissimamente interloquire con il collega La Russa intervenuto poco fa.
Credo sia del tutto legittima la posizione assunta dai gruppi contrari a questo provvedimento e debbo anche dare atto che questi gruppi, in particolare la Lega ed Alleanza Nazionale, salvo la serata di ieri che è stata un po' confusa e difficile, hanno espresso la loro posizione in forma non ostruzionistica.
Vorrei anche dare atto alla lealtà con cui non solo i gruppi della maggioranza, eccetto l'Italia dei valori, ma anche i gruppi di Forza Italia e dell'UDC hanno mantenuto il senso di responsabilità e di convergenza manifestato in Commissione giustizia e che, doverosamente, si è proiettato in quest'aula.
Rispetto però alle questioni sollevate dal collega La Russa, credo vi siano due considerazioni da svolgere.
Credo di poter dire che tutta l'Unione sia assolutamente favorevole ad affrontare rapidamente, una volta approvato il provvedimento di indulto, in sede governativa e parlamentare una serie di provvedimenti organici in materia di giustizia in generale ed, in particolare, in materia processuale-penalistica e penalistica e di ordinamento penitenziario.
Da questo punto di vista, è solo per ragioni di brevità che non elenco in questo momento le iniziative già in atto.
Vorrei però chiedere al collega La Russa, pacatamente perché pacato è stato anche il suo intervento, se non ritenga diPag. 44dover fare qualche riflessione sulla gestione dell'amministrazione della giustizia - e, in particolare, della questione carceri - nei cinque anni trascorsi. Mi rivolgo a lui come anche ai colleghi della Lega, forza politica che esprimeva l'allora ministro della giustizia Castelli.
Ebbene, se siamo giunti ad una situazione del «pianeta» carcere che tutti definiscono spaventosa e se siamo giunti ad un sovraffollamento senza precedenti, non solo in tutta la storia repubblicana ma anche in quella precedente, forse, qualche responsabilità, nella gestione dei problemi delle carceri, nei cinque anni trascorsi, vi è stata. Se, secondo un dato consegnatoci dal ministro Mastella qualche tempo fa, quest'anno si è arrivati a tradurre in carcere oltre 9 mila persone soltanto per violazione della cosiddetta legge Bossi-Fini - e, quindi, per una fattispecie (il reato di ingresso clandestino in Italia) che non configurava un'ipotesi criminosa per l'innanzi - forse esiste una qualche responsabilità della precedente maggioranza di Governo. Se si adotta una legislazione assolutamente proibizionista in materia di tossicodipendenze, e non tanto con riferimento ai trafficanti, il che è ovviamente giusto, quanto piuttosto rispetto ai tossicodipendenti, considerato che i tossicodipendenti in carcere sono un terzo dei detenuti, forse qualche responsabilità di natura legislativa esiste.
Comunque, accogliamo positivamente l'invito ad affrontare in modo organico, una volta approvato l'indulto, i problemi della giustizia e, in particolare, quelli delle carceri, sotto i diversi profili a tutti noi noti. Ovviamente, mi lascia alquanto sconcertato quanto si è dichiarato poc'anzi; infatti, un gruppo che finora ha condiviso l'itinerario comune, ha preannunciato l'astensione dal voto; a maggior ragione, è dunque importante che tutti gli altri gruppi della maggioranza, e quelli dell'opposizione che hanno condiviso questo itinerario comune - reso necessario dall'articolo 79 della Costituzione -, garantiscano il massimo di partecipazione alla votazione finale nella quale è necessario il raggiungimento del quorum dei due terzi dei componenti di questa Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe e colleghi, oltre ovviamente a corrermi l'obbligo di indicare, su questo emendamento, il nostro voto contrario, anch'io prenderò la parola per svolgere alcune brevissime considerazioni su alcune affermazioni fatte in questa sede. Non capisco, invero, con quale altro intento dette affermazioni siano state rese se non con quello di «affossare» la possibilità che questa Assemblea vari il provvedimento di indulto.
Sono tuttavia convinto che l'impegno e la responsabilità che si devono esprimere su un provvedimento di tale genere consentano a tutta l'Assemblea - e, in particolare, anche al nostro gruppo, pur chiamato in causa in maniera indecorosa - di andare oltre e di procedere all'approvazione di un provvedimento che necessita del raggiungimento del quorum dei due terzi dei componenti. Ma, al riguardo, vorrei far presente al collega Diliberto che chi porta con sé una cultura del sospetto e della delazione indica ed è meritevole di ben altre storie all'interno non solo di questo paese. E penso che vada respinto non soltanto da questo gruppo ma coralmente da questa Assemblea l'atteggiamento vessatorio ed intimidatorio che in questa sede è stato tenuto da alcuni colleghi deputati.
L'autorevolezza del nostro collega e compagno Forgione nella lotta alla mafia, infatti, è testimoniata da anni e anni di battaglie, e mi rivolgo a chi lo conosce meglio, come il collega Leoluca Orlando (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de L'Ulivo, de La Rosa nel Pugno e dei Verdi)!
Mi sto riferendo alle scorte che ha avuto, agli scontri pubblici e alle minacce ricevute, e qui i messaggi trasversali non funzionano! Potete anche essere controPag. 45questo indulto - ma quello in esame è l'unico provvedimento di indulto che può essere approvato -, ma almeno affermate con chiarezza che avversate una persona a causa delle sue opinioni politiche. Non offendete, dunque, né lui, né il nostro partito (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de L'Ulivo e de La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.144, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 554
Votanti 536
Astenuti 18
Maggioranza 269
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 421).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha erroneamente espresso un voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Avverto che, consistendo la proposta di legge in un solo articolo, si procederà non alla votazione dello stesso, ma direttamente alla votazione finale, ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 525-bis ed abbinate sezione 2).
L'onorevole Buontempo ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Contento n. 9/525-bis-A/2, di cui è cofirmatario.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ho presentato assieme al collega Contento l'ordine del giorno in esame anche per consentire di dare seguito ad una serie di dichiarazioni rese sia in Assemblea da esponenti della maggioranza, sia perfino dal Governo sui giornali.
Attraverso l'ordine del giorno Contento n. 9/525-bis-A/2, infatti, si chiede al Governo di impegnarsi affinché siano rese disponibili, anche con il prossimo disegno di legge finanziaria, le risorse finanziarie necessarie sia per ammodernare e ristrutturare le carceri, sia per costruire nuovi istituti penitenziari.
Chiedo altresì all'esecutivo (anche se non pretendo una risposta nella giornata odierna) se sia vero che, da dieci anni a questa parte, siano state costruite sei, sette oppure otto nuove strutture carcerarie che risultano essere, tuttavia, completamente abbandonate.
Vedo presente in Assemblea il ministro della giustizia, e vorrei pertanto domandargli se sia vero, come mi risulta, che il carcere di Pescia sia stato completato già nel 1989, ma versi in uno stato di assoluto abbandono. Vorrei sapere, inoltre, se sia vero che a Minervino, in provincia di Bari, sia stata completata la costruzione di un istituto detentivo fin dal 1996.
Qual è, allora, la torbida questione che si nasconde dietro al fatto che, mentre si sta discutendo un provvedimento di indulto per alleggerire la situazione di sovraffollamento nelle carceri, contemporaneamente non si faccia nulla per aprire quelle già esistenti? A Volturara Appula, in provincia di Foggia, inoltre, vi è un'altra struttura carceraria che, dopo il completamento della sua costruzione, risulta in stato di abbandono.
Nel frattempo, ciascuno degli edifici che ho citato si sta degradando; inoltre, stanno rubando tutti i servizi igienici presenti al loro interno e stanno portando via perfino le porte e le finestre!
Conseguentemente, quando si vorrà intervenire, si dovrà sostenere un costo maggiore. Vi sono poi altre strutture carcerarie che meritano di essere segnalate; si tratta di quelle di Castelnuovo della Daunia,Pag. 46in provincia di Foggia, completata nel 1992; di Monopoli, in provincia di Bari, anch'essa completata ma tenuta chiusa; di Codigoro e, infine, di Accadia, in provincia di Foggia. Quelle appena citate sono delle strutture carcerarie sulle quali si potrebbe intervenire velocemente in modo da creare quegli spazi, ritenuti necessari, per migliorare la condizione della popolazione carceraria.
In conclusione, ribadisco il mio «no» convinto, secco e deciso, a questo indulto che, a mio avviso, farà uscire dal carcere oltre 40 mila detenuti su una popolazione di 61 mila carcerati: in pratica, più della metà delle persone attualmente detenute usciranno dal carcere.
Per farla finita con gli atti di clemenza, ai quali poi non segue mai l'adeguamento delle strutture carcerarie, il Governo, con il presente ordine del giorno, se verrà accettato, si assumerà - almeno - l'impegno di redigere quanto prima un piano dettagliato di lavori per le strutture carcerarie.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta tutti gli ordini del giorno presentati ad eccezione dei seguenti: Alessandri n. 9/525-bis-A/16, Allasia n. 9/525-bis-A/17, Cota n. 9/525-bis-A/18, Brigandì n. 9/525-bis-A/20, Dozzo n. 9/525-bis-A/21, Dussin n. 9/525-bis-A/22, Fava n. 9/525-bis-A/23, Montani n. 9/525-bis-A/25, Caparini n. 9/525-bis-A/27, Garavaglia n. 9/525-bis-A/28, Gibelli n. 9/525-bis-A/29, Giancarlo Giorgetti n. 9/525-bis-A/30 e Filippi n. 9/525-bis-A/ 36.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno accettati dal Governo non insistono per la votazione.
Prendo, altresì, atto che i presentatori insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, Alessandri n. 9/525-bis-A/16 e Allasia n. 9/525-bis-A/17, non accettati dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alessandri n. 9/525-bis-A/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 539
Votanti 534
Astenuti 5
Maggioranza 268
Hanno votato sì 60
Hanno votato no 474).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/525-bis-A/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato sì 78
Hanno votato no 459).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Prendo atto che il deputato Cota insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/18 e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Sì, Presidente, vorrei dire che da questo ordine del giorno in votazione si comprende anche lo spirito degli altri successivi ordini del giorno. Nella sua parte dispositiva si impegna il Governo a valutare la necessità di adottare adeguate iniziative normative affinché, in un momento successivo all'applicazione dell'indulto, durante il periodo di sospensionePag. 47della sentenza, possano applicarsi ai soggetti beneficiati talune delle prescrizioni e degli obblighi di cui ai commi 5, 6 e 7 dell'articolo 47 della legge 26 luglio 1975, n. 354. Si tratta delle norme e delle prescrizioni che disciplinano l'affidamento in prova al servizio sociale.
Quale è dunque la ratio del presente ordine del giorno? È quella di fare in modo che alle persone messe in libertà, e per reati particolarmente gravi ed efferati (abbiamo infatti visto che sono stati respinti gli emendamenti che consentivano ad esempio di escludere dal beneficio dell'indulto i condannati per omicidio, cioè reati con evidenza particolarmente grave), ad esempio dopo condanne per omicidio, vengano applicate a quelle persone alcune prescrizioni e alcuni controlli una volta libere.
ENRICO BUEMI, Relatore. Non può essere il Governo, non può essere il Governo, lo vuoi capire...?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Deputato Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'ordine del giorno presentato dal collega Cota della Lega Nord perché certamente, benché si ribadisca la totale contrarietà al provvedimento dell'indulto, così come è stato presentato e come risulta dall'esame dell'aula e dall'approvazione di vari emendamenti, con l'impegno che viene in esso richiesto al Governo consente di prevedere qualche cautela anche minima in ordine alla pericolosità di alcuni dei soggetti che, successivamente all'applicazione a loro favore dell'indulto, potranno continuare a delinquere.
Quindi, le misure indicate nell'ordine del giorno e che fanno riferimento all'articolo 47 della legge 26 luglio 1975, n. 354, sono certamente da sostenere e per tale motivo non possiamo che essere favorevoli ad esso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cota n. 9/525-bis-A/18, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 557
Votanti 550
Astenuti 7
Maggioranza 276
Hanno votato sì 80
Hanno votato no 470).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Brigandì n. 9/525-bis-A/20, Dozzo n. 9/525-bis-A/21 e Dussin n. 9/525-bis-A/22 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/525-bis-A/20, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 550
Votanti 546
Astenuti 4
Maggioranza 274
Hanno votato sì 81
Hanno votato no 465).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/525-bis-A/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 48
(Presenti 551
Votanti 549
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato sì 79
Hanno votato no 470).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dussin n. 9/525-bis-A/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 547
Votanti 544
Astenuti 3
Maggioranza 273
Hanno votato sì 75
Hanno votato no 469).
Prendo atto che i deputati Giacomoni e Pelino non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il deputato Fava insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/23, non accettato dal Governo, e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/525-bis-A/23 sottolinea un'esigenza emersa nel corso del dibattito. Tale necessità impone un'approfondita riflessione in merito ai presupposti indispensabili per la concessione di un provvedimento di clemenza, che riteniamo debba essere commisurato alla opportunità di un processo di integrazione nella vita sociale che quotidianamente questi soggetti saranno chiamati ad affrontare.
Crediamo anche che, da questo punto di vista, sia imprescindibile una programmazione che tenga conto che al beneficio devono essere commisurate specifiche misure per il reinserimento sociale dei detenuti. Non possiamo permetterci di correre il rischio che a questo provvedimento di clemenza faccia seguito la nascita di un problema sociale che si pone sul territorio all'indomani del rilascio dei detenuti.
In questi giorni, abbiamo letto cose aberranti. Sulla stampa di questa mattina si riportava la notizia che la procura di Milano, prima ancora della definitiva approvazione del provvedimento in oggetto, ha già iniziato la predisposizione dei documenti per quasi 2 mila detenuti che avranno la possibilità di beneficiare del provvedimento, il che, al di là di tradire un malcelato ottimismo rispetto a ciò che sarebbe accaduto questa mattina in aula, ci dà il senso di come in realtà l'attività parlamentare venga mortificata.
Crediamo sia fondamentale continuare a mantenere un atteggiamento di assoluta salvaguarda nei confronti dei cittadini, così come dobbiamo fare in modo che tutti i soggetti che, dall'oggi al domani, si trovano su una strada siano effettivamente in grado di poter beneficiare di questo provvedimento, e lo siano nella misura in cui (pur non condividendo il provvedimento; questo mi sembra ovvio) si dia loro la possibilità di essere realmente inseriti nel tessuto sociale.
Con il passare del tempo questa vicenda assume sempre di più i contorni del colpo di spugna e sempre di meno i contorni dell'atto di clemenza. Ad onor del vero, in questi giorni abbiamo assistito ad uno scontro e ad un dibattito sul tema molto vivaci, che hanno imposto diverse riflessioni (a questo punto postume) che ci dicono come, nella realtà, le esigenze della maggioranza trasversale che è andata formandosi in questo Parlamento siano articolate e - ahimè - assolutamente poco conciliabili tra loro. Ci sono diversi interessi che portano ad un'unica scelta, una scelta che anche questa - ahinoi - è a danno dei cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/525-bis-A/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 49
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 561
Votanti 556
Astenuti 5
Maggioranza 279
Hanno votato sì 83
Hanno votato no 473).
Comunico, informando il ministro degli esteri, di aver chiesto ai presidenti delle Commissioni esteri di Camera e Senato di rinviare la seduta a dopo il voto che la Camera esprimerà.
Prendo atto che l'onorevole Stucchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/24, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Montani insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/25, non accettato dal Governo, e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ENRICO MONTANI. Signor Presidente, recentemente ho visitato il carcere di Verbania, la mia città, e ho verificato di persona l'importanza di quest'ordine del giorno per i detenuti, che ovviamente hanno la possibilità di uscire e di compiere lavori di utilità civica (dipingere gli asili, le strutture sportive e quant'altro). I detenuti si riavvicinano al mondo esterno e si abituano di nuovo ad uscire e ad avere una vita normale. Ciò è importante (è stato segnalato anche dal direttore del carcere), perché si allentano di molto le tensioni spesso presenti in carcere.
Dunque, quest'ordine del giorno è importante e deve essere assolutamente votato. Esso impegna il Governo ad adottare interventi legislativi che vadano nella direzione di rendere residuale il carcere per reati di scarsa entità sociale, attraverso l'introduzione del lavoro civico non retribuito, applicabile ai detenuti che devono ancora scontare una pena detentiva non superiore a tre anni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/525-bis-A/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 562
Votanti 559
Astenuti 3
Maggioranza 280
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 372).
Prendo atto che il deputato Fugatti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/26.
Prendo altresì atto che il deputato Caparini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/525-bis-A/27, non accettato dal Governo, e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Collega Presidente, l'opportunità politica di questo provvedimento abbiamo avuto modo di evidenziarla durante il dibattito ed è del tutto evidente. L'indulto è nel programma dell'Unione, è nel programma che vi ha portato al Governo del paese, colleghi della maggioranza, e ciò cui abbiamo assistito in questi giorni e in queste ore è stato un triste spettacolo, uno spettacolo in cui il premier, ossia il garante del vostro programma, di fronte al naturale, spontaneo rifiuto, da parte dei cittadini, di questo provvedimento, si è chiamato fuori, si è - come spesso gli accade - comportato da Ponzio Pilato ed ha dichiarato che il Governo è estraneo all'iter del provvedimento stesso. Egli ha utilizzato argomentazioni strettamente correlate ai meccanismi di approvazione dell'indulto, meccanismi che, sì, prevedono la maggioranza qualificata, ma che comunque sono dovuti ad una volontà politica, quella volontà politica che muove il ministro Mastella a chiedere l'indulto e l'amnistia, al pari di altre forze della maggioranza.Pag. 50
È una maggioranza che ha proposto a quest'aula uno spettacolo impietoso, uno spettacolo che ha raggiunto toni quasi ridicoli ieri sera, uno spettacolo in cui un suo competente, il ministro Di Pietro, un componente che dovrebbe essere autorevole, faceva la spola tra i banchi della propria parte politica e quelli del Governo, orchestrando un'opposizione che ha avuto scarsissimi effetti. Al ministro Di Pietro tale opposizione ha fatto sicuramente guadagnare le prime pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali, ma credo che gli abbia anche fatto perdere molta credibilità, sia all'interno della sua maggioranza, sia tra coloro che credono che in quest'aula si debba fare politica al servizio dei cittadini, non per strappare un po' di notorietà. Lei, ministro Di Pietro, lo strumento per mettere in difficoltà la sua maggioranza e per non far passare questo provvedimento lo aveva, e glielo testimonia un parlamentare che è stato in una maggioranza, ha vissuto fasi parlamentari molto simili e che, con altri suoi colleghi, è riuscito a bloccare provvedimenti siffatti.
Il motivo addotto dalla maggior parte dei sostenitori di questo provvedimento è correlato al sovraffollamento delle carceri e, quindi, ad un compromesso di valore umanitario. Nel merito, bisogna sottolineare come non la Lega Nord, non i deputati che in quest'aula sono contrari al provvedimento, ma chi questo provvedimento lo sta attendendo o coloro che di esso subiranno le conseguenze, ossia chi le carceri le amministra, hanno, più volte, avuto occasione di sottolineare come sia completamente inefficace.
Gli effetti dell'«indultino», che è stato votato alcuni anni fa, hanno dimostrato di essere inadeguati a dare una risposta al sovraffollamento delle carceri.
Peggio: il risultato è stato quello di ottenere un riflusso che, nel breve tempo, ha congestionato ulteriormente il già debole sistema carcerario del nostro paese. Tocchiamo, così, un punto fondamentale. Noi dobbiamo essere in grado, come classe dirigente e come legislatori, di dare una risposta certa ai bisogni del paese. Quindi, dobbiamo intervenire dal punto di vista strutturale laddove sappiamo che, per quanto guarda l'accoglienza carceraria, c'è una carenza endemica, più volte denunciata, peraltro, dalla nostra parte politica.
PRESIDENTE. La prego, deputato Caparini, ha superato il tempo a sua disposizione.
DAVIDE CAPARINI. Concludo, signor Presidente.
Questo ordine del giorno si pone nella direzione che noi ci siamo più volte proposti di seguire, cioè quella di assicurare la certezza della pena e di attuare quegli strumenti...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
DAVIDE CAPARINI. ...che possano dare la certezza, ai cittadini, che chi delinque resti in carcere e sconti la sua pena.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/525-bis-A/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato sì 79
Hanno votato no 476).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto, altresì, che il presentatore insiste per la votazione del successivo ordine del giorno Garavaglia n. 9/525-bis-A/28 e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno è molto semplice. In pratica, si chiede al Governo di predisporre specifiche misure atte a garantire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso lo svolgimento di un lavoro civico non retribuito a favore delle regioni. Secondo noi, la necessità di un simile impegno è evidente e ne spiego brevemente i motivi.
Innanzitutto, a parole tutti si dichiarano d'accordo sulla necessità di rivedere il meccanismo delle pene affinché abbiano anche una valenza rieducativa maggiore. Su questo sono tutti d'accordo a parole, ma nei fatti non si fa alcunché. Davvero il Governo dovrebbe impegnarsi su questo fronte.
Il secondo motivo, ancora più importante ed ancora più pregnante in questo momento specifico, è relativo al danno inevitabile che questo provvedimento causerà al bilancio degli enti locali e, in particolare, dei comuni più piccoli.
Cercherò di essere sintetico perché questo problema è molto importante ed è stato preso sotto gamba. Noi ci auguriamo che non sia così, ma potrebbe anche darsi che ci sia un esito favorevole per questo provvedimento. In tal caso, in poco tempo, decine di migliaia di detenuti usciranno dalle carceri, tutti insieme. Il problema è che questi detenuti non torneranno semplicemente a svolgere il lavoro che svolgevano in precedenza, perché di lavoro non ne hanno. Quindi, tutti insieme - e sono tanti - si recheranno presso i servizi sociali dei rispettivi comuni di resistenza per cercare una soluzione. Questo è giusto, è giusto che si agisca così. Il punto è che, ad oggi, nei bilanci dei comuni non sono state stanziate le risorse a questo fine.
Quindi, se non si fa qualcosa di serio - non a parole, come spesso accade in questa sede - ci troveremo con un serio problema riguardo ai bilanci degli enti locali, che sarà ancor più grave se tutto questo avverrà dopo il 30 settembre, quando gli enti locali avranno già provveduto all'assestamento dei bilanci. Se tutto si definisse in tempi brevissimi, può anche darsi, infatti, che i comuni riuscirebbero a organizzarsi apportando variazioni di bilancio e tagliando risorse da altre parti per risolvere questo problema, che piove sulla loro testa come un macigno. Ho detto «se» perché, alla luce del patto di stabilità, anche con la più grande buona volontà del mondo non è detto che si riesca a «metterci una pezza».
Se invece, com'è più probabile, si arriverà anche oltre il 30 settembre, l'unica risorsa che avranno gli enti locali sarà quella di attingere al fondo di riserva, che, come tutti sappiamo, è il più risicato per ovvi motivi di quadratura del bilancio. Il risultato sarà, comunque, un danno per gli altri servizi forniti ai cittadini.
Non è giusto che, per andare contro un'ipocrita idea di buonismo, si vadano a tagliare servizi sociali ed altri servizi che i comuni molto più degnamente hanno messo in campo per i loro cittadini, senza dare un'alternativa. L'impegno che chiediamo al Governo è molto semplice. Chiediamo che ci pensi il Governo e che ci pensi questo Parlamento. Perché non dare una possibilità diversa, perché non dare un lavoro civico non retribuito ai detenuti che usciranno dalle carceri?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/525-bis-A/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 564
Votanti 562
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato sì 78
Hanno votato no 484).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Gibelli n. 9/525-bis-A/29,Pag. 52non accettato dal Governo, insiste per la votazione e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Prima di svolgere la mia dichiarazione di voto, vorrei far notare che in questi due giorni di lavori parlamentari relativi all'indulto, in tutte le occasioni, il Governo si è rimesso all'Assemblea, dicendo che si trattava di un'iniziativa parlamentare. Non capisco perché adesso, non solo con la folta presenza dei ministri in aula, ma anche con la loro espressione di voto sugli ordini del giorno, si contraddica questo principio in maniera assolutamente ipocrita.
Nel merito, non ho compreso il motivo per cui il Governo non si vuole impegnare ad adottare misure sul piano normativo - di fronte al fatto che i detenuti tossicodipendenti, che rappresentano circa il 20 per cento della popolazione carceraria, beneficeranno dell'indulto -, al fine di accompagnare questi soggetti a prendere contatto con le aziende sanitarie locali, proprio per continuare quel processo di inserimento sociale che sta alla base di tutte le iniziative di intervento parlamentare di una certa parte dell'Assemblea.
Non accettando questo ordine del giorno, si contraddicono nel merito tutte le dichiarazioni di buona volontà sulle iniziative finalizzate all'indulto. Dunque, chiedo al Governo di fornirmi elementi di merito, perché l'impegno ad assumere atti normativi, tra l'altro senza particolari condizioni, è un atto dovuto. Soprattutto, adottando queste misure, si andrebbe esattamente nella direzione sperata, che è quella di non permettere alle persone affette dalla tossicodipendenza di continuare a delinquere; quindi, si andrebbe nella direzione auspicata da quella parte politica che continua a sostenere l'iniziativa dell'indulto con queste fattispecie.
Dunque, non solo il Governo oggi contraddice se stesso rispetto all'iniziativa parlamentare sull'indulto, ma vota contro iniziative che andrebbero esattamente nella direzione auspicata dalla richiamata parte politica, che purtroppo è molto rappresentata in termini numerici in quest'aula (fino ai due terzi mi auguro di no, però, probabilmente, ci saranno queste condizioni).
Il Governo si contraddice quindi rispetto ad una richiesta di disposizioni normative che permetterebbero ai soggetti affetti da tossicodipendenze, che oggi sono in carcere, di reinserirsi nella società attraverso le strutture pubbliche a loro disposizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/525-bis-A/29, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 566
Votanti 564
Astenuti 2
Maggioranza 283
Hanno votato sì 84
Hanno votato no 480).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/525-bis-A/30, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/525-bis-A/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 559
Votanti 557
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato sì 83
Hanno votato no 474).Pag. 53
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno da Goisis n. 9/525-bis-A/31 a Pini n. 9/525-bis-A/35, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Filippi n. 9/525-bis-A/36, non accettato dal Governo, insiste per la votazione e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, inizio esponendo la parte dispositiva del mio ordine del giorno, che impegna il Governo ad effettuare un costante monitoraggio sull'applicazione della legge in esame, al fine di adottare le opportune iniziative, e a prevedere che l'indulto si applichi al cittadino straniero immigrato clandestinamente solo a condizione che abbandoni il territorio dello Stato entro 30 giorni dall'applicazione del provvedimento di indulto.
Infatti, va considerato che il provvedimento di clemenza, secondo i dati presentati dal Ministero della giustizia, dovrebbe trovare applicazione nei confronti di oltre 22 mila detenuti, dei quali una forte percentuale, come si sa, è costituita spesso e volentieri da stranieri extracomunitari ed immigrati clandestini.
Quindi, se la ratio dell'indulto è quella di svuotare le carceri, perché non attuare uno strumento che preveda che l'extracomunitario che ha commesso un reato venga scarcerato solamente a condizione che abbandoni il territorio dello Stato?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippi n. 9/525-bis-A/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 565
Votanti 564
Astenuti 1
Maggioranza 283
Hanno votato sì 85
Hanno votato no 479).
Prendo atto che i deputati Marinello e Romele non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che i successivi ordini del giorno sono stati accettati.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nardi. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 54
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crapolicchio. Ne ha facoltà.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Signor Presidente, onorevoli deputati, noi Comunisti italiani abbiamo votato lo stralcio della legge sull'amnistia e, con lo stesso spirito, oggi avremmo voluto rendere la nostra favorevole dichiarazione di voto.
Riteniamo la legge sull'indulto una legge giusta ed, in tal senso, avevamo depositato una proposta di legge. È un dato di fatto, nostro malgrado, che la situazione delle carceri italiane abbia ormai raggiunto livelli drammatici ed, in tal senso, i dati forniti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sono assai eloquenti.
Crediamo che il vertiginoso aumento della popolazione carceraria sia dovuto alla presenza di imputati e di condannati per reati di droga e per reati legati all'immigrazione clandestina. Dunque, per leggi sbagliate, come ad esempio la cosiddetta legge Bossi-Fini. La detenzione, infatti, riguarda i settori più marginali della società, una massa di soggetti senza diritti, tossicodipendenti ed immigrati clandestini, che affolla le carceri senza alcuna prospettiva di reinserimento sociale. Su questi soggetti senza diritti si è abbattuta la scure della cosiddetta tolleranza zero, veicolata dall'approvazione della legge ex Cirielli, destinata ad aumentare il numero dei disperati nelle nostre carceri.
È indubbio che l'approvazione del solo indulto non consentirà una riduzione della popolazione carceraria entro i limiti della capienza della stessa. Ovviamente, siamo consapevoli che meri atti di clemenza non potranno da soli risolvere una situazione che trae origine anche e soprattutto da una cattiva legislazione. Legislazione che in questi anni ha puntato essenzialmente ad un generale inasprimento delle pene, senza tuttavia essere accompagnata da un vero programma di recupero e di reinserimento sociale dei detenuti.
Da qui la necessità, a nostro avviso, di pianificare un programma di intervento che inverta completamente l'attuale situazione di cronica carenza di organico. Un programma capace di incentivare la presenza di medici, assistenti sociali e, in generale, del personale penitenziario attivando, se del caso, istituti di pena alternativi, che potranno aiutare il detenuto a procedere verso un'auspicabile nuova dimensione.
Crediamo, altresì, che ciò debba essere accompagnato anche da una rapida revisione delle leggi che hanno portato nelle carceri masse di disperati, a fronte di reati per i quali si sarebbero potute applicare pene alternative o, addirittura, per i quali in precedenza la detenzione non era affatto prevista.
Abbiamo cercato, inutilmente, di migliorare il testo licenziato dalla Commissione, proponendo emendamenti e votando anche proposte emendative di altre forze politiche. Detto ciò, tuttavia, non possiamo accettare nostro malgrado, se non vi saranno fatti nuovi, di subire ricatti in nome di qualche famigerato personaggio che indebitamente vuole approfittare di un legittimo atto di clemenza.
Pertanto, dichiaro che il gruppo dei Comunisti italiani - che in questa sede ho l'onore di rappresentare - si asterrà dal votare un testo così formulato, quale presupposto di un accordo scellerato, sempre che non si registrino fatti nuovi anche da parte del Governo.
Mi sia infine concesso un commento sulla reiterata bocciatura dell'emendamento che escludeva dall'indulto il voto di scambio elettorale politico-mafioso; vergogna, vergogna, vergogna (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, stiamo per approvare un provvedimento complesso e delicato, che richiede indubbiamente ponderatezza e riflessione, soprattutto per l'estensione degli anni dell'indulto, che oggi riguarda circa 40 mila persone già in carcere o alle quali si applicano sanzioni alternative al carcere e che, nei prossimi cinque o sei anni, riguarderà non meno di altre 30 mila persone.
È un provvedimento sul quale occorre riflettere attentamente, soprattutto quando se ne fa - e lo dico in senso tecnico, non etico - un uso improprio, nel senso che non stiamo prevedendo un atto di clemenza, ma un atto necessitato dall'impossibilità e dall'insostenibilità dell'attuale situazione carceraria italiana.
Indubbiamente, oggi, nelle carceri, esiste un colossale problema umanitario, al quale occorre fornire subito una risposta. Tuttavia, la risposta che questo Parlamento ha ritenuto di fornire - e ciò non ci convince - sta tutta in quel patto che più volte è affiorato durante il dibattito di questi giorni. Un patto affrettato, che non si è nemmeno tentato di raggiungere prima all'interno della maggioranza per poi proporlo all'opposizione, un patto che si è stipulato in fretta e in furia direttamente con quella parte dell'opposizione che si sapeva più incline a votare comunque un provvedimento di indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Questo non va bene!
E vi è stata talmente tanta fretta - una fretta così maledetta - di prevedere questo indulto che si è subito un ricatto, la personalizzazione di questo indulto, assoggettando l'approvazione di tale atto di clemenza al fatto che alcuni reati necessariamente dovessero essere inclusi. Non posso non sottolineare lo stupore per il fatto che quest'Assemblea abbia respinto l'esclusione di reati come l'estorsione, la corruzione, i reati fiscali e tanti altri. Ma non voglio insistere su questo.
Credo che tale patto abbia avvicinato di molto la valenza di questo indulto ad alcune leggi ad personam emanate nella precedente legislatura (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Ma sono anche convinto del fatto che, se le leggi ad personam approvate nella precedente legislatura sono e resteranno uno sfregio alla storia democratica di questo paese, l'unica cosa peggiore che si potrebbe fare è quella di emanare leggi contra personam, in quanto ciò equivarrebbe all'eclissi dello Stato di diritto.
Non siamo preoccupati per il fatto che qualcuno ottiene ciò che voleva. Noi siamo preoccupati per le conseguenze di carattere generale. Non possiamo accettare la tesi del relatore Buemi - più volte riecheggiata in questa sede - secondo la quale i reati sono tutti uguali e si misurano soltanto in relazione alla pena stabilita dal codice penale. Questa è un'interpretazione, che potrei definire un po' da salumeria (tre etti sono sempre tre etti, sia che si tratti di mortadella sia che si tratti di soppressa), che non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
Credo, allora, che il legislatore abbia il dovere di affrontare e gestire dinamiche sociali e politiche complesse. Ritengo debba riconoscere queste complessità e dare risposte diversificate. Non possiamo nascondere ciò che lo stesso Presidente Prodi ha detto nel discorso con il quale in quest'aula ha presentato il suo Governo, ossia che in questi anni nel paese, per quanto riguarda i mercati economici e finanziari e la gestione dei cittadini verso il fisco, vi è stato un crollo di etica (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Non possiamo dimenticare che, così facendo, realizziamo l'ennesimo colpo di spugna rispetto a tutto l'intreccio che si è determinato in questo paese tra reati finanziari, reati fiscali e reati economici, che sono costati a 800 mila famiglie di consumatori italiani, in questi dieci anni, 35 miliardi di euro. Non sto parlando di Vanna Marchi, bensì di Parmalat, di Cirio, di «bancopoli», delle tangenti (ApplausiPag. 56dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori - Commenti del deputato Ruggeri)! Abbi la correttezza di lasciarmi finire!
E veniamo alla giustificazione che ha addotto chi sembra aver siglato questo patto: i processi si faranno lo stesso, le condanne ci saranno lo stesso e la riprovazione sociale c'è tutta; più di questo cosa volete? Ma voi credete veramente che il paese, fuori di qui, dirà che siamo stati bravi? Adesso, i giudici spenderanno milioni di euro per fare le indagini e per svolgere i processi; dopodiché, diremo agli interessati: siete stati cattivi, ma per questa volta andate a casa. Credete che ci applaudiranno? O diranno che, ancora una volta, abbiamo tradito cinque anni di lotta condotta come opposizione contro queste cose? Abbiamo tradito il programma che tutti insieme abbiamo detto di voler realizzare, contro l'evasione fiscale, contro i «furbetti dei quartierino» e contro tutti questi fenomeni!
Credo che l'indulto che oggi verrà licenziato da quest'aula - l'ho già detto in un altro intervento - purtroppo non ci consentirà di uscire a testa alta. Soprattutto, è un indulto - mi sento di dirlo - che, così com'è, con la fretta con cui lo abbiamo realizzato, era evitabile. Avremmo potuto tranquillamente intervenire, a maggioranza semplice, in un tempo ancora più breve, abrogando pochi articoli della cosiddetta legge Bossi-Fini, per cui nel 2005 ci sono stati 9.500 ingressi in carcere. Infatti, la risposta al fenomeno dell'immigrazione non è il carcere (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
Avremmo potuto abrogare alcuni articoli della cosiddetta legge Fini-Giovanardi, perché la risposta alla tossicodipendenza non è il carcere (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)! Avremmo raggiunto gran parte degli obiettivi dell'indulto ed avremmo avuto molto più tempo e non questa fretta maledetta - maledetta questa fretta! - per fare un indulto giusto.
Anche dai banchi di Alleanza Nazionale si è affermato di non essere contro l'indulto comunque, ma che si potevano escludere alcune ipotesi come i recidivi, i delinquenti abituali.
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, ci stiamo avviando alla conclusione ed inviterei a consentirlo.
MASSIMO DONADI. Avremmo potuto accogliere altri emendamenti, come quelli che, per garantire un minimo di certezza della pena, subordinavano l'indulto al fatto di aver scontato almeno un terzo o un quarto della pena: non si è voluto fare!
Per questo motivo - lo diciamo forte in quest'aula e riteniamo di doverlo dire anche fuori, con tutto il paese - diremo «no» a questo orribile indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Presidente, ribadisco il voto contrario del gruppo della Lega Nord Padania a questo provvedimento, che rappresenta un colpo di spugna. Rinvio agli interventi svolti da numerosi deputati della Lega per le ragioni di merito.
Noi siamo dalla parte dei cittadini onesti, dalla parte di chi chiede maggiore sicurezza per sé, per i propri cari e per le proprie famiglie. Siamo dalla parte delle vittime dei reati, e non di chi li commette. Sono ragioni importanti, a cui si aggiungono peraltro quelle che sono venute dal dibattito e dal voto in Assemblea in questi giorni. Un'Assemblea e una maggioranza che hanno respinto quasi tutti gli emendamenti presentati dalla Lega e, in particolare, quelli che riducevano ed escludevano l'indulto per reati molto gravi contro la persona, come l'omicidio, e per i reati legati alla mafia. Questo, francamente, mi sorprende molto. Una maggioranza che, nei cinque anni del Governo Berlusconi, non ha esitato ad accusare il Governo e l'allora maggioranza di essere collusi con la mafia, approva oggi un provvedimentoPag. 57che esclude molti reati e consente l'indulto per reati di mafia previsti dall'articolo 416-ter.
ENRICO BUEMI. Bugiardo!
ROBERTO MARONI. Mi chiedo come esponenti politici che hanno fatto dell'antimafia una professione, uscendo dal Parlamento, possano continuare a guardare a viso aperto i propri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale). Onorevole Violante - mi rivolgo a lei perché riconosco il suo impegno in tutti questi anni contro la mafia - ma cosa andrà a dire ai giovani di Locri dopo aver votato questo provvedimento? Che la mafia non esiste? Oppure che è giusto rimettere in libertà cittadini che hanno commesso reati di mafia?
ENRICO BUEMI. Bugiardo!
ROBERTO MARONI. Presidente, siamo abituati agli insulti, anche se nelle passate legislature, quando c'era un atteggiamento di intolleranza nei confronti di un deputato, il Presidente della Camera interveniva con maggiore determinazione, perché gli insulti non sono accettabili (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania). Rivendico per chiunque il diritto di esprimere, soprattutto in quest'aula, le proprie opinioni senza essere insultato.
PRESIDENTE. Deputato Maroni, lei sa che gode della mia stima e di quella di tutta l'Assemblea.
ROBERTO MARONI. Grazie, la sua stima mi è sufficiente. Siamo per la certezza della pena, siamo contro i colpi di spugna, rifiutiamo e respingiamo al mittente le obiezioni che sono state avanzate. L'obiezione più importante riguarda il fatto che il colpo di spugna servirebbe per l'emergenza carceraria. Ministro Mastella, la invito a vedere ciò che il suo predecessore ha fatto in questi anni.
Negli ultimi cinque anni, la cosiddetta emergenza carceraria è stata gestita dal ministro Castelli senza indulti, senza colpi di spugna e senza problemi di ordine pubblico. Non veniteci a raccontare questa favola, soprattutto non raccontatela a chi è stato vittima dei reati e dei criminali che voi volete rimettere in libertà. In tutti i questi anni, il Governo Berlusconi è stato accusato di rimettere in libertà detenuti, di rimettere in libertà criminali con le leggi che ha approvato. Ogni giorno, la magistratura insorgeva, in particolare la componente Magistratura democratica, ed accusava il Governo di aprire le porte delle carceri, diminuendo quindi il livello di sicurezza. Non ho sentito un solo magistrato intervenire a proposito del ruolo che ha la magistratura.
Da ultimo, mi rivolgo al ministro Di Pietro: in questi giorni abbiamo assistito ad un «balletto» francamente grottesco da parte sua e di altri esponenti del Governo. Vede, ministro Di Pietro, lei aveva un modo molto semplice per opporsi a questo provvedimento, noi lo abbiamo fatto tante volte in questi anni. Quando non si è d'accordo, si dice «no»! Quando non si è d'accordo su un provvedimento che comporta - come lei ha denunciato - questioni morali, cioè questioni più importanti di quelle politiche, si ha il dovere di andare fino in fondo, non si può giocare semplicemente con le parole per avere qualche spazio in più sui giornali.
Credo che lei ed il suo gruppo avreste potuto fermare questo provvedimento togliendo la fiducia al Governo Prodi (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania). Non l'ha fatto, continua a non farlo e continua a giocare sulla pelle dei detenuti per avere qualche vantaggio politico. Questo, se mi consente, è ancora più grave che votare a favore dell'indulto (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania e di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.
Pag. 58PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, come ormai è noto dopo il dibattito lungo, aspro e sentito svoltosi in quest'aula, Alleanza Nazionale voterà contro questo indulto. Sottolineo «questo indulto», signor Presidente, perché desidero sgombrare il campo, nel mio breve intervento, da un discorso che ci vede contrari ad un indulto che non accolga le condizioni legittimamente poste dal mio gruppo.
La nostra legittima domanda è: perché l'indulto? Alleanza Nazionale ha il grande difetto di avere la memoria lunga e di ricordarsi delle vittime dei reati, che non saranno da noi mai dimenticate.
Ci si dice, con qualche ragione, che l'indulto è indispensabile perché le carceri sono sovraffollate: a fronte di 40 mila posti di capienza, ci sono 61 mila detenuti. Tuttavia, noi non abbiamo chiesto la luna: abbiamo chiesto l'impegno per nuove carceri, abbiamo chiesto che venissero esclusi dal beneficio di clemenza coloro che avevano già posto in essere attività delittuose. Avevamo chiesto che venisse previsto un fondo per le Forze dell'ordine, estendendo i benefici alle vittime dei reati terroristici e mafiosi, cioè a quanti sono morti nell'adempimento del proprio dovere in occasione di reati terroristici o mafiosi. Avevamo chiesto che venissero esclusi coloro che già avevano commesso reati in modo ripetuto, cioè i plurirecidivi. Nessuna risposta è stata data alle legittime domande avanzate da Alleanza Nazionale.
È vero, noi votiamo contro, ma lo facciamo con sofferenza, perché non siamo insensibili al problema posto dall'articolo 27 della nostra Costituzione (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Vi prego di ascoltare con attenzione...
GIUSEPPE CONSOLO. Tuttavia, non possiamo fare altro che assumere una posizione, rigida nel risultato ma non nelle premesse, a favore delle vittime dei reati, a favore di coloro che non devono vedere uscire indenni dal carcere i loro carnefici, a favore di vittime colpevoli solo di aver subito.
Questo è il mio personale pensiero, questo è il pensiero della stragrande maggioranza dei colleghi del mio partito.
PRESIDENTE. Vi prego di ascoltare senza rumoreggiare!
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, è stato approvato un documento politico, al quale Alleanza Nazionale si ispira; documento discusso, oggetto di attenzione, ma che impone a noi di Alleanza Nazionale delle riflessioni. Tutto questo è stato ascoltato con assoluta indifferenza da parte di quella che dovrebbe essere la maggioranza di quest'aula.
Per tali motivi, Alleanza Nazionale non può e non deve - ce l'ha nel proprio DNA - dimenticare per nessun motivo le vittime dei reati. Con le nostre richieste avevamo detto di porle almeno sullo stesso piano; la vittima di un reato non può certo essere collocata in posizione inferiore rispetto all'autore del reato stesso: niente. Avevamo chiesto il risarcimento del danno: niente.
Allora, che senso ha un indulto che libererebbe le carceri, come le precedenti esperienze ci hanno insegnato, esclusivamente per pochi mesi, come è successo in occasione dell'ultimo indulto votato quando era guardasigilli l'ex ministro Vassalli?Pag. 59
Signor Presidente, onorevoli colleghi, questi sono i motivi della posizione del partito al quale mi onoro di appartenere. Non è una posizione sorda e cieca, ma consapevole e determinata perché, non dimenticatelo mai, anche se può sembrare un luogo comune, nel momento in cui Alleanza Nazionale viene dai fatti portata a votare un provvedimento di clemenza, certamente, tra Caino, colui che ha commesso il reato, ed Abele, colui che l'ha subito, non può che schierarsi, per le vostre negligenze, dalla parte di Abele (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, rinuncio a svolgere la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Seguono ora, essendosi conclusi gli interventi per la dichiarazione di voto finale dei gruppi, gli interventi a titolo personale, per due minuti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone, per due minuti. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, rinuncio a svolgere la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carta, per due minuti. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monaco, per due minuti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MONACO. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo constente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Federica Rossi Gasparrini, per due minuti. Ne ha facoltà.
Vi prego, ci avviamo alla conclusione.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il mio voto difforme da quello del gruppo di appartenenza, cioè l'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur).
Quando uno Stato non garantisce un sistema carcerario umano e l'espiazione della pena in condizioni di rispetto della dignità umana, atti di clemenza come questo dell'indulto sono doverosi e ispirati al civile sentire. Reputo che si debba esprimere apprezzamento per i gruppi politici che, lavorando anche con coraggio, sono riusciti a trovare un punto di mediazione che permette di superare gli interessi di gruppo, per consentire il rispetto dei diritti di tanti cittadini, 12 mila e oltre.
Pertanto, voterò anche tenendo in considerazione il lavoro importante svolto da quest'aula ed apprezzando il valore aggiunto che l'Italia dei Valori ha, comunque, portato ai fini del miglioramento del testo.
Tuttavia, voterò a favore dell'indulto! Sarò accusata per questo di non amare la giustizia? Esiste un provvedimento, l'A.C.Pag. 60n. 1328, che ho presentato su richiesta dei giovani di Locri, che si sono chiamati «E adesso ammazzateci tutti», su richiesta del gruppo di studio Lazzati. Questo provvedimento reca il seguente titolo: Disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Verdi, e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, ovviamente non voglio ripetere quanto affermato sinora. Voglio soltanto approfittare della presenza del Capo del Governo per dire che, in questa ultima campagna elettorale, così come la coalizione che rappresenta negli ultimi cinque anni, ha utilizzato ampiamente i valori della legalità, della lotta alla corruzione, garantendo un futuro di sicurezza per i cittadini.
Ebbene, in questo breve periodo di Governo, in un momento così importante, non è stata spesa una parola, non dico dal ministro dell'interno, ma dal Capo del Governo per ribadire l'impegno affinché l'Italia sia una nazione più sicura e, soprattutto, quello, assunto in campagna elettorale, per una lotta decisa contro l'illegalità e la corruzione. Oggi, la maggioranza che lo sostiene non ha speso una sola parola, fatta eccezione per qualche gruppo, in maniera concreta nell'una e nell'altra direzione! Ecco perché, a maggior ragione, il mio voto sarà assolutamente contrario (Una voce: Dov'è il dissenso?)
PRESIDENTE. È un intervento a titolo personale!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Motta, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Nucara, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Vorrei chiederle, vista la delicatezza della votazione che ci apprestiamo ad effettuare, di procedere al controllo delle schede, perché è un elemento di certezza di voto che garantisce tutti.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'unica sofferenza che ho mentre ci si appresta a votare questo provvedimento è il pensiero che rivolgo a quelle migliaia di agenti di pubblica sicurezza, di carabinieri, delle Forze dell'ordine e di magistrati che hanno rischiato la vita per mettere in carcere le 40 mila persone che, con questo provvedimento, nonostante abbiano ricevuto una condanna definitiva, torneranno in libertà. Come tutte le statistiche dimostrano, dopo un anno, circa ilPag. 6140 per cento di costoro rientreranno in carcere, dopo aver arrecato altro danno e compiuto altri delitti.
Io voto convintamente «no»; credo che questa sia la tradizionale posizione che ha sempre assunto il gruppo di Alleanza Nazionale, e lo ha dimostrato anche nel corso di questo dibattito e di questa battaglia parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, riaffermo con orgoglio che il gruppo di Alleanza Nazionale ha sostenuto con coerenza questa battaglia parlamentare. Una coerenza che viene da un'antica storia per cui, per noi, sono prioritari i valori della legalità e del senso dello Stato; noi non abbiamo mai fatto assurgere a valore la disobbedienza alle leggi: da noi ci sono non i «disobbedienti», ma coloro che invece preferiscono che alle leggi si ubbidisca.
Ecco perché, signor Presidente, posso con orgoglio affermare che dal gruppo di Alleanza Nazionale, anche se si è avuta una lunga dialettica e casi personali nei quali taluno voleva far prevalere il senso del perdono in una battaglia che per noi era politica, ebbene, da questo gruppo, signor Presidente, non verrà neppure un voto a favore di questo provvedimento, che continuiamo a considerare ingiusto e sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, rinuncio alla mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alemanno. Ne ha facoltà.
GIOVANNI ALEMANNO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per annunciare la mia astensione dal voto su questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
Come ha già dichiarato prima il collega Menia, alcuni, come il sottoscritto, ritenevano necessario un provvedimento di clemenza per ridurre la pressione del sovraffollamento carcerario. Purtroppo, la dialettica di questi giorni, l'elenco dei reati esclusi ed inclusi in questo provvedimento non hanno dato trasparenza al provvedimento stesso, e quindi non consentono un voto favorevole su di esso (Applausi di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
(Correzioni di forma - A.C. 525-bis ed abbinate)
ENRICO BUEMI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI, Relatore. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nella proposta di legge A.C 525-bis, si propongono le seguenti correzioni di forma:
all'articolo 1, comma 1, primo periodo, dopo le parole: «È concesso indulto» deve intendersi inserita una virgola;
all'articolo 1, comma 1, primo periodo, dopo le parole: «2 maggio 2006» deve intendersi inserita una virgola;
all'articolo 1, comma 3, lettera a), n. 24, la rubrica dell'articolo 630 del codice penale deve essere modificata come segue: «(sequestro di persona a scopo di estorsione)». Si tratta di una correzione necessaria per utilizzare la corretta espressione prevista nel codice penale.
Pag. 62
A seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 1.2 e 1.238, all'articolo 1, comma 4, le parole: «I benefici di cui ai commi 1 e 2 sono revocati» sono sostituite dalle seguenti: «Il beneficio dell'indulto è revocato».
A conclusione di questi lavori, signor Presidente, mi permetta inoltre di esprimere un ringraziamento particolare al personale della Camera, in specie al personale della Commissione giustizia, che ha dato un contributo importante per la conclusione positiva dell'esame del provvedimento (Applausi).
SALVATORE RAITI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, deputato Raiti?
SALVATORE RAITI. Per dichiarazione di voto, Signor Presidente.
PRESIDENTE. Mi dispiace, deputato Raiti, ma non è ammessa (Commenti dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, poc'anzi il collega Gibelli ha chiesto il controllo delle tessere di votazione; non ho visto i colleghi segretari incaricati di tale compito. Considerata la delicatezza del voto...
PRESIDENTE. Senz'altro. La richiesta è stata già accolta.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dal relatore in riferimento alle correzioni di forma da apportare al testo del provvedimento a norma dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
(È approvata).
(Coordinamento formale - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Invito i deputati segretari ad effettuare, con la cura dovuta per una votazione così delicata, il controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Inoltre, invito, per il senso di responsabilità che ci accomuna, ciascun deputato a procedere con scrupolosa correttezza all'esercizio del proprio voto individuale.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Mi scusi, lei ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori?
ANTONIO BORGHESI. Volevo sapere il risultato della votazione precedente!
PRESIDENTE. La informo che quel voto equivaleva ad una votazione per alzata di mano: è questo il motivo per cui non ha potuto vederla sul tabellone elettronico.
Ricordo che, a norma dell'articolo 79 della Costituzione, per l'approvazione della proposta di legge in esame è necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti l'Assemblea.
Indìco dunque la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 525-bis, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione - Commenti).
Pag. 63GIACOMO STUCCHI. Doppi voti, Presidente!
TEODORO BUONTEMPO. Lusetti ha votato doppio!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Forza Italia, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani, dei Verdi e dei Popolari-Udeur - I deputati del gruppo della Lega Nord Padania gridano: Vergogna!).
(Concessione di indulto) (525-bis):
(Presenti 572
Votanti 554
Astenuti 18
Maggioranza dei due terzi
dei componenti l'Assem-
blea 420
Hanno votato sì 460
Hanno votato no 94).
Sono così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 372, 662-bis, 663-bis, 665-bis, 1122-bis, 1266-bis, 1323-bis e 1333-bis.
Prendo atto che il deputato Romele non è riuscito ad esprimere il proprio voto. Prendo atto altresì che la deputata Castiello non è riuscita ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata nella sala dei ministri.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15,35.
PRESIDENTE. Poiché sono in corso i lavori sia di Commissioni congiunte al Senato sia di altre Commissioni, sospendo ulteriormente la seduta fino alle 16. Ciò anche perché, essendo previste votazioni alla ripresa, la sospensione consentirà di essere pronti a votare per quell'ora.
Invito i gruppi parlamentari a collaborare con la loro attività, individuale e collettiva, al fine di garantire, alla ripresa dei lavori, lo svolgimento delle votazioni.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 16,05.