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Si riprende la discussione (ore 10,59).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 3 - Proteste del deputato Garagnani).
Le ho già risposto!
Ha chiesto di parlare il deputato Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, vorrei sottolineare preliminarmente l'importanza di una rapida approvazione della legge comunitaria, al fine di ridurre il numero di procedure di infrazione alle quali l'Italia è esposta, evitando in tal modo che il nostro paese debba subirne di ulteriori.
Inoltre, alla luce di quanto accaduto in passato, vorrei evidenziare l'importanza di una convergenza tra maggioranza ed opposizione almeno sul voto finale di questo provvedimento per dimostrare l'impegno in favore dell'integrazione europea nonché la volontà comune del Parlamento di rispettare gli obblighi comunitari.
L'iter del testo in esame è stato complesso ed approfondito, dimostrando una eccessiva lentezza e complessità delle procedure. Pertanto, nei prossimi anni, sarà necessario assicurare sia un'accelerazione del procedimento sia un'attuazione di modifiche regolamentari.
Tengo a sottolineare l'ottima collaborazione registrata con il Governo e, in particolare, con il ministro Bonino, soprattuttoPag. 7in ordine ai passaggi e alle questioni più delicate contenute in alcuni emendamenti.
Ritengo indispensabile che, anche in Italia, sia rafforzato il ruolo del Parlamento nazionale nel recepimento degli obblighi comunitari e, in generale, nell'integrazione. Quindi, considero molto positivo il passaggio dall'allegato A all'allegato B, al fine di consentire un'attuazione attraverso il coinvolgimento diretto del Parlamento tramite le Commissioni competenti.
È inoltre da apprezzare la modifica apportata alla legge n. 11 del 2005 per quanto concerne l'informazione del Parlamento sulle procedure di infrazione e sui flussi finanziari dell'Unione europea.
Vi è stata anche un'importante modifica per consentire un recepimento più preciso, elaborando principi e criteri direttivi relativi alla direttiva sui mercati degli strumenti finanziari. Si tratta di una direttiva di grande importanza che, tenendo conto anche dei recenti scandali registratisi in Europa, assicura maggiore stabilità e trasparenza dei mercati nonché un'effettiva tutela del risparmio.
Infine, ritengo certamente molto positivo il ritorno alla previsione di 12 mesi - anziché i 18 mesi previsti dalle due ultime leggi comunitarie - quale termine generale per l'esercizio da parte del Governo della delega per recepire le direttive.
In conclusione, credo sia fondamentale adeguare il funzionamento del nostro Parlamento agli obblighi comunitari, anche alla luce dell'esperienza di altri paesi membri, delle nuove prerogative offerte ai Parlamenti nazionali dalle istituzioni europee, nonché delle conclusioni del Consiglio europeo di giugno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Presidente, ci troviamo in una strana situazione: in quest'aula vi è un collega che si chiama Migliore, uno Migliori e un altro Miglioli.
L'altro giorno, mi sono ritrovato firmatario di un'interrogazione abortista e vi è una errata corrige che lo testimonia. In compenso, il collega Migliore pare abbia firmato appelli anticastristi. Quindi, sussiste una situazione un po' particolare della quale nessuno ha colpa (Applausi).
Pertanto, ritengo di non essere io a dover parlare, ma non escludo che altri colleghi a me vicini lo vogliamo fare.
PRESIDENTE. Se non incorriamo in un altro errore, ha chiesto di parlare il deputato Bocchino, che credo non abbia vicinanze che consentano cattive interpretazioni... Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, effettivamente ho chiesto di parlare. Ci rivolgiamo al ministro Bonino perché c'è un elemento all'interno della legge comunitaria che ci preoccupa molto e che, purtroppo, non consentirà un facile esame da parte dell'Assemblea se non prima di un chiarimento da parte del ministro...
Signor Presidente, mi scusi, gli onorevoli Gasparri e La Russa danno fastidio parlando; mi aiuti, per cortesia...
PRESIDENTE. Non vorrei intervenire nelle contraddizioni interne di un partito, ma il deputato Bocchino mi invita a chiedere al presidente La Russa di consentirgli di svolgere il suo intervento...
IGNAZIO LA RUSSA. Ha ragione, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, deputato Bocchino.
ITALO BOCCHINO. Sono indisciplinati...
Come dicevo, chiediamo al ministro Bonino alcuni chiarimenti. Nel recepire una serie di direttive comunitarie, la Commissione affari costituzionali, con una nostra opposizione molto dura su questo argomento, ha introdotto una norma che ha come obiettivo lo smantellamento della legge Fini-Bossi sull'immigrazione. Premetto che chi, seppure casualmente e con uno scarto ridotto, ha vinto le elezioni e ha la maggioranza in Parlamento ha tuttoPag. 8il diritto di modificare la normativa vigente sull'immigrazione, ma ha anche il dovere di venire in Parlamento e di presentare un progetto complessivo su un argomento così delicato come quello dell'immigrazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,07)
ITALO BOCCHINO. Invece, non avendo da una parte il coraggio di intervenire, e dall'altra la possibilità di mettere insieme tutte le forze della coalizione, si tenta di minare l'attuale normativa di fatto depotenziandola, destrutturandola e lasciando un vuoto normativo.
Ministro Bonino, è accaduto che, nel disciplinare il diritto di asilo, si è fatto in modo di rendere inapplicabile l'attuale normativa sull'immigrazione. Infatti, la Commissione ha introdotto una norma secondo la quale l'asilante, nel momento in cui fa una richiesta che viene rigettata dall'apposita commissione che deve esaminarla, può fare ricorso all'autorità giudiziaria e nelle more della decisione da parte di quest'ultima non deve essere trattenuto all'interno dei CPT. Già oggi su 20 mila ingressi in Italia circa il 50 per cento fa richiesta di asilo e solo 600-700-800 di questi 10 mila ottengono asilo. Questo dimostra che già oggi il 50 per cento di coloro che entrano nel paese utilizzano come escamotage quello del diritto di asilo per avere uno status diverso da quello di clandestino, almeno nella prima fase all'interno dei CPT. Domani, con la suddetta norma, tutti i 20 mila al momento del loro ingresso in Italia faranno richiesta di asilo perché sapranno di essere liberi sul territorio nazionale nelle more della decisione da parte della magistratura e quindi potranno, di fatto, entrare in clandestinità. Quando la magistratura avrà, poi, deciso che sui 20 mila richiedenti 19.400 non hanno diritto all'asilo politico, non so come faremo a rintracciarli nel paese.
Abbiamo una legge sull'immigrazione che dice che nel paese si entra con un contratto di lavoro, avendo un reddito, pagando le tasse, avendo un alloggio: così la smantellate! Noi non abbiamo nulla contro gli asilanti, anzi, siamo molto attenti nei loro confronti, ma parliamo di 500-600 persone all'anno. In questo modo, invece, introduciamo nella clandestinità 20 mila immigrati all'anno e ciò significa farne terreno di coltura privilegiato per la criminalità organizzata, come dimostrano i dati degli arresti di quest'anno ed i dati della popolazione carceraria. Non vogliamo fare l'equazione «immigrato uguale delinquente», ma sta di fatto che il 4 per cento della popolazione corrisponde al 52 per cento degli arrestati nel primo semestre del 2006 e al 30 per cento della popolazione carceraria, ed introdurli in clandestinità significa favorirne l'ingresso nel sottobosco della criminalità.
Signor ministro, noi vogliamo una risposta chiara: va bene che ci sia il diritto dell'asilante, ma chiediamo che, nelle more della decisione da parte della magistratura, il richiedente asilo sia trattenuto all'interno dei CPT. Dopodiché, va benissimo se la magistratura deciderà che quel soggetto ha diritto all'asilo politico, ma, se deciderà in senso contrario, dobbiamo sapere dov'è questo soggetto. Altrimenti, ci troveremmo costretti a fare ostruzionismo sulla legge comunitaria, cosa che credo non abbia precedenti e che nessuno abbia intenzione di fare.
Quindi, la preghiamo, signor ministro, di darci quanto prima una risposta e di garantire che qualsiasi norma andremo ad approvare non favorirà l'ingresso in clandestinità di immigrati solo perché richiedono l'asilo pur sapendo che non ne hanno diritto (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, tra gli emendamenti proposti dalla Lega Nord, respinti in Commissione ed ora ripresentati ve ne sono due che meritano una riflessione ulteriore. In particolare, il primo riguarda l'articolo 16, che individua il Ministero per lo sviluppo economicoPag. 9come autorità pubblica nazionale competente per la cooperazione in materia di tutela dei consumatori. Attualmente si prevede la definizione di forme stabili e di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni. Sappiamo che queste forme stabili si traducono nei cosiddetti «tavoli», ossia assegnazioni di incarichi, nomine e spese.
Il problema della proliferazione di questi tavoli sta diventando davvero drammatico. Faccio riferimento, ad esempio, alle affermazioni presenti nel programma del ministro Turco, che ne prevede ben 12 nel solo campo socio-sanitario. Ciò può comportare dei problemi, innanzitutto perché esiste già tra le amministrazioni pubbliche il dovere di collaborazione e di lealtà e, quindi, non si capisce la necessità di formalizzare l'istituzione dei tavoli. Secondariamente, essi si traducono inevitabilmente in nuove spese e in stipendi fissi per i «trombati» di turno. Quindi, noi riteniamo che sia il caso di soprassedere su questa formalizzazione.
L'altro emendamento che merita una riflessione approfondita riguarda l'articolo 18. Noi chiediamo al Governo di apporre, in sede europea, una riserva parlamentare sulle questioni riguardanti la ricerca. In particolare, ci riferiamo alla legge sulla procreazione assistita. Noi riteniamo che, soprattutto nel campo della bioetica, ci debba essere l'obbligo, non la facoltà, di consultare le Camere. Ciò è particolarmente necessario, vista l'attenzione che c'è sull'argomento.
In XII Commissione affari sociali non manca occasione perchè questo argomento venga sollevato, in particolare, dalla Rosa nel pugno, ma non solo, sia per l'abrogazione totale di questa legge, sia per la sua rivisitazione totale. Il fatto che il ministro Turco abbia identificato, come consulente in materia per la ridefinizione delle linee guida della norma, la Cossutta, che tutti sappiamo essere stata una delle più grandi avversarie di questa normativa, comporta il rischio di una modifica surrettizia della norma stessa, senza neanche passare attraverso l'esame in Commissione e attraverso le Camere.
Quindi, riteniamo necessario che su questo tema si vada con i piedi di piombo e, soprattutto, non senza consultare le Camere. Ciò è ancora più necessario ed opportuno in una situazione paradossale come quella attuale, in quanto alla Camera ci troviamo a discutere di decreti-legge, emanati dal Governo e approvati dal Senato con la posizione della questione di fiducia, facendo finta di poterli modificare, mentre sappiamo benissimo che non possono tornare al Senato, altrimenti si determina un caos come quello che è successo ieri.
Quindi, chiediamo che non si prosegua con questa linea e che si ponga la massima attenzione, in particolare, sul tema della bioetica [Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Grimoldi, che aveva chiesto di parlare, ha rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, colleghi, il mio intervento si riallaccia a quello del deputato Bocchino e riguarda, signor ministro, sempre quest'articolo l'articolo 8-ter che è stato introdotto in sede di esame in Commissione. In sostanza si è fatta un'interpretazione di quelle che dovrebbero essere normative dell'Unione europea in modo estensivo, senza cogliere con precisione il dispositivo delle direttive stesse, operando così in termini di modifica surrettizia della Bossi-Fini e senza procedere, come sarebbe legittimo, ad una proposta di modifica della stessa mediante legge.
L'onorevole Bocchino ha già detto tutto ciò che riguarda il problema dell'asilo e dei ricorsi giurisdizionali con l'impossibilità di allontanare il richiedente asilo, con tutte le conseguenze negative e le sperequazioni che verrebbero a crearsi e delle quali egli ha così utilmente parlato. Ma la prego, signor ministro, nella sua sensibilità di esaminare anche la lettera b), delPag. 10comma 1 di questo articolo 8-ter: «Nel caso in cui il richiedente asilo sia cittadino di un Paese terzo sicuro, ovvero, se apolide, vi abbia in precedenza soggiornato abitualmente, ovvero provenga da un Paese di origine sicuro, prevedere che la domanda di asilo non possa essere dichiarata infondata solo per tale motivo».
Questa norma rompe tutto un sistema consolidato in materia di esame delle richieste di asilo: se c'è una provenienza da un paese sicuro, è chiaro che non ci sono le condizioni per l'accoglimento della richiesta di asilo stessa; né si riesce a comprendere quali dovrebbero essere i motivi ulteriori che il richiedente asilo dovrebbe allegare e che chi decide sulla sua richiesta debba considerare, perché si può ipotizzare che ciascuno dei richiedenti asilo evidenzi qualche situazione di carattere personale. Ci si chiede come queste ultime, essendo dichiarate da persone provenienti da un paese sicuro, possano essere considerate e possano andare ad incidere sull'accoglimento o meno della richiesta d'asilo. Questo è un non senso che andrà a rompere il sistema attuale: già tantissimi richiedono asilo in modo pretestuoso. Quand'anche si lasciasse spazio, come vuole questa norma, al fatto che chi richiede asilo debba provenire da un paese sicuro - e chi proviene da un paese sicuro non ha il diritto di chiedere asilo - si andrebbe a cercare una motivazione ulteriore, non riuscendo in qualche modo a trovarla in quanto il sistema è: paesi sicuri e paesi non sicuri; mentre, dall'esame delle richieste relative ai provenienti dai paesi non sicuri, deriva invece un esame logicamente non corretto delle domande provenienti da coloro che vengono da paesi sicuri.
Non poter dichiarare la domanda di asilo solo per il fatto che ci sia la provenienza da un paese sicuro è un dato del tutto spurio e non accertabile nella realtà e creerà una serie di problemi agli organismi preposti, mettendo quindi in difficoltà il sistema. Questa è la posizione del gruppo di Forza Italia che la preghiamo, signor ministro, di considerare fino in fondo, esprimendo eventualmente le ragioni del suo disaccordo.