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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1042.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono svolti gli interventi sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la questione che intendo trattare è un'altra, ma non posso esimermi, se fosse stata un'interrogazione quella del collega Contento, dal dichiararmi insoddisfatto della sua risposta.
Innanzitutto, Rutelli non ha dato risposta al nostro question time. Inoltre, non è tollerabile, né rispondendo alla maggioranza, né rispondendo all'opposizione, che si confonda il question time con le comunicazioni del Governo: sono due cose diverse (Commenti del deputato Boato). Rutelli venga in un altro momento e faccia le comunicazioni che vuole...
PRESIDENTE. Cerchi anche lei, onorevole La Russa, di non esulare e si attenga alla questione che ha posto...
IGNAZIO LA RUSSA. Se vuole, la prossima volta presento il question time su questo...
PRESIDENTE. Benissimo! Lei ha chiesto la parola per un richiamo al regolamento. A quale articolo?
IGNAZIO LA RUSSA. Certamente, non ad una furberia, ma al regolamento...!
Signor Presidente, all'inizio di questa legislatura abbiamo votato e, con un solo voto determinante, quello del Presidente della Camera Bertinotti, nell'Ufficio di Presidenza è stata decisa la costituzione di altri 5 gruppi, oltre quelli esistenti, contro il parere dell'opposizione e con il voto stranamente (non era mai capitato in passato) determinante del Presidente della Camera. Tale fatto ha provocato una serie di mutamenti e, per quel che riguarda l'opposizione, di guasti. Le faccio un esempio: lei, o chi per lei, da quello scranno ha dato recentemente lettura dei nomi dei componenti della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Poiché la norma prevede che vi sia la presenza di un rappresentante per ogni gruppo, fermo restando il numero massimo dei partecipanti, nella Commissione di vigilanza si è spostato l'equilibrio tra maggioranza edPag. 58opposizione, favorendo in maniera surrettizia la maggioranza, che ha un numero più elevato di rappresentanti.
Quando svolgiamo i dibattiti in aula, il tenore degli stessi viene condizionato dal numero assai più consistente di gruppi rispetto a quelli che il regolamento prevede, perché lei sa che il regolamento prevede, normalmente, che un gruppo abbia almeno 20 parlamentari, cosa che non si verifica per nessuno dei suddetti 5 gruppi. I 5 gruppi, in totale, hanno solo 69 deputati: potrebbero al massimo essere ricompresi in tre gruppi, se fossero dello stesso partito. Non esiste più, di fatto, un vero e proprio gruppo Misto, perché tutti coloro che hanno qualche motivo per costituire un gruppo autonomo lo hanno ottenuto. Ciò è stato fatto rispettando il regolamento, per carità, nel senso che, con il voto determinante e poco opportuno del Presidente della Camera, si è arrivati legittimamente alla costituzione di tali gruppi.
Vengo alla vicenda odierna. Sollevo la questione in questo momento perché è la prima volta che l'opposizione pone in essere un'azione legittimamente ostruzionistica rispetto ad un provvedimento contingentato nei tempi. Essendo tale provvedimento contingentato, il monte ore a disposizione dell'intera Assemblea - come lei mi insegna - viene distribuito tra i gruppi, ed a ciascun gruppo è attribuita una quota fissa, a prescindere dal numero dei deputati che lo costituiscono (poi, vi è un'altra quota stabilita in base al numero dei deputati). Tale monte ore, quindi, viene suddiviso in maniera apparentemente corretta, ma surrettiziamente a favore della maggioranza, perché ripartito tra tredici gruppi, cinque dei quali non sarebbero dovuti esistere, secondo una normale applicazione del regolamento. Ciò ha fatto sì che, in un dibattito così importante, il mio gruppo, costituito da circa 70 deputati (chi mi dice 71, chi mi dice 74 deputati; facciamo 72: aggiudicato!), e che, quindi, dispone di un elevato numero di componenti, abbia ottenuto un tempo di poco superiore a quello assegnato a gruppi costituiti da pochissimi deputati.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
IGNAZIO LA RUSSA. Non c'è un tempo limite: sto esprimendo un concetto...
PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti a disposizione e li ha esauriti. La prego di concludere.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, vorrei che lei, anziché richiamare il tempo anche in questa occasione, intervenisse affinché si possa continuare a discutere in ordine ad una vicenda di cui non volete si parli, ossia in ordine al modo surrettizio con cui volete aprire le porte a qualunque immigrato che, fingendo di essere un richiedente asilo, potrà essere libero di stare in Italia senza regole e senza rispetto delle leggi. Chiediamo più tempo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, ovviamente, il contingentamento dei tempi è predisposto dalla Presidenza tenendo conto dei precedenti consolidati nelle passate legislature; e tiene conto anche del numero dei gruppi. Ad esempio, per l'esame del disegno di legge comunitaria, lo scorso anno, è stato stabilito un contingentamento complessivo di 16 ore e 25 minuti. Quest'anno, essendo aumentato il numero dei gruppi, il contingentamento è di 20 ore e 30 minuti. Quindi, si è tenuto conto dell'incremento del numero dei gruppi. Pertanto, la situazione non si è modificata.
In ogni caso, mi pare che la questione da lei sollevata potrà essere utilmente posta nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che è la sede appropriata per discuterne. In ogni caso, sappia che da parte della Presidenza - se vi è la disponibilità dei gruppi a concludere l'esame di questo provvedimento in tempi ragionevoli - non ci sarà una gestione fiscale dei tempi. Si tenga conto, peraltro, che - come lei sa - è già stato riconosciuto un ampliamento dei tempi da parte del Presidente della Camera, di cui il suo gruppo ha ampiamente beneficiato nel corso della mattinata.Pag. 59
Prego i colleghi di consentire di procedere nei nostri lavori, altrimenti, davvero, dovrò essere fiscale...
CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intervengo su una questione specifica riguardante l'ordine dei lavori e anche l'economia dei lavori del Parlamento, inteso come Camera dei deputati e Senato della Repubblica.
Stiamo discutendo sulla norma riguardante il diritto di asilo. Oltre alle riserve sollevate dall'opposizione, ho letto poco fa sulle agenzie di stampa un comunicato di un gruppo della maggioranza, l'Italia dei Valori, che afferma di non essere d'accordo con quella norma e che propone, alla fine del dibattito sul provvedimento, l'approvazione di un ordine del giorno con cui sostanzialmente si invita il Senato a modificarlo, quando lo stesso verrà trasmesso in tale sede.
Credo che si debba agire con onestà intellettuale, valorizzando ogni ramo del Parlamento, se già in questa Camera vi è un orientamento nel senso di modificare quella parte del provvedimento e vi è un gruppo della maggioranza che ufficialmente parla di un ordine del giorno volto a modificare il testo al Senato per poi trasmetterlo di nuovo alla Camera (ciò significherebbe esaminare il provvedimento alla Camera, poi al Senato e di nuovo alla Camera).
Ricordo che non siamo nella situazione in cui ci siamo trovati tante volte nelle precedenti legislature e in cui ci troveremo anche in questa legislatura: nel corso dell'esame di un provvedimento in seconda lettura, proprio per evitare la terza lettura, tante volte, anziché modificarlo, come sarebbe giusto fare, si approva un ordine del giorno e si demanda la materia ad un provvedimento successivo.
Non siamo in questa situazione. Qui siamo in sede di prima lettura di un provvedimento, abbiamo una norma che...
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, il suo è un intervento di merito: avrà occasione nel corso dell'esame...
CARLO GIOVANARDI. No, è proprio sull'ordine dei lavori. Sto spiegando che è emersa una maggioranza - se non in questa sede, al Senato - di gruppi che già da adesso dice di essere favorevole a modificare uno specifico articolo. Se noi, invece di raccogliere questo...
PRESIDENTE. Non voglio interloquire con lei, ma mi consenta: ascoltiamo anche la posizione del Governo, e poi si cercherà di continuare...
CARLO GIOVANARDI. Però, mi scusi Presidente, se non è ordine dei lavori questo, non so quale possa essere...!
PRESIDENTE. Sì, però siccome lei fa riferimento ad una questione di merito rispetto alla quale il ministro, quando esprimerà i pareri, si riserva di dare conto all'Assemblea su una posizione che può aiutare a superare queste riserve, ritengo opportuno ascoltare l'intervento del rappresentante del Governo; poi ci sarà la possibilità di intervenire nel corso dell'esame degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare anche l'onorevole Buontempo sull'ordine dei lavori: che non sia sulla questione già trattata...
TEODORO BUONTEMPO. No, il mio intervento riguarda un richiamo all'articolo 135-bis del regolamento, Presidente. Poc'anzi, lei ha dato una risposta ai colleghi di Alleanza Nazionale. Vorrei farle presente, onorevole Presidente, che il question time ha una sua autonoma regolamentazione e (Commenti)...
MARCO BOATO. Non si può continuare così!
TEODORO BUONTEMPO. È il solito Boato con il suo beato...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, potrà sollevare la questione al termine deiPag. 60lavori, giacché la stessa è estranea all'esame del provvedimento in corso.
TEODORO BUONTEMPO. Non è affatto estranea! Abbiamo superato...
PRESIDENTE. Ho già risposto all'onorevole Contento sullo stesso tema. Se lei non è soddisfatto, al termine dei lavori, potrà sollevare di nuovo la questione. Adesso dobbiamo procedere nell'esame della legge comunitaria...
TEODORO BUONTEMPO. Aspetti solo minuto, Presidente, perché il question time, tra l'altro, ha un orario preciso e il suo comportamento ci ha fatto superare quell'orario; questo non poteva avvenire. Ecco il motivo per il quale - e concludo - riprendo questo problema, poichè...
PRESIDENTE. Mi dispiace...
TEODORO BUONTEMPO. Poiché il deputato...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, non abusi della cortesia della Presidenza. Lei sa che la questione è già stata sollevata e che ho già dato una risposta al rigurado. Se ha altre osservazioni in merito, le svolga alla fine della seduta.
TEODORO BUONTEMPO. Non sto abusando. Ogni deputato interrogante...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Grazie, Presidente. Intervengo per riallacciarmi a quanto hanno sottoposto all'attenzione dell'Assemblea i colleghi di Alleanza Nazionale, a proposito del comportamento del Vicepresidente del Consiglio Rutelli oggi, nel corso del question time. Lei presiedeva (Commenti)...
MARCO BOATO. È chiusa la questione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Boato).
ANTONIO LEONE. Se, per cortesia, fa smettere Boato...! Non è lui che presiede e la deve smettere di comportarsi in questo modo! Mi deve far parlare (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevole Leone, sono io che presiedo; lei continui. Sta intervenendo su una materia in ordine alla quale ho chiesto, se vi fossero osservazioni ulteriori, di intervenire a fine seduta. La questione è chiusa: io ho dato una risposta. Se lei ritiene di sollevare ulteriori osservazioni, lo faccia a fine seduta.
ANTONIO LEONE. Non è chiusa; voglio sollevare adesso una questione...
PRESIDENTE. Adesso stiamo discutendo del disegno di legge comunitaria e la questione di cui lei si sta occupando non ha attinenza con tale provvedimento.
ANTONIO LEONE. Se mi fa parlare un secondo...! Io avevo chiesto prima di intervenire sul question time e sull'intervento di Rutelli. Poi è passato del tempo e non mi è stata data la parola, o non le è stato comunicato che l'avevo chiesta. Io non ho avuto modo di parlare, ma visto che l'argomento è molto, molto pregnante, poiché è accaduto oggi (Commenti). Tra l'altro, vi sono state una serie di argomentazioni da parte dell'onorevole Rutelli che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Non dobbiamo dimenticare - e lei era anche presente, se non sbaglio, ad una riunione della Conferenza dei capigruppo - che il Governo è stato in difficoltà, prima della pausa estiva, perché non sapeva chi far venire a rispondere al question time. Non si può venire a dire delle falsità in diretta televisiva, come ha fatto Rutelli. Peraltro, debbo evidenziare il suo arzigogolo - anche lei vi ha assistito -, vale a dire il fatto che, rispondendo a quattro interrogazioni sullo stesso tema, alla prima e alla seconda ha detto che avrebbe risposto dopo; arrivato all'ultima, ha asserito di aver già risposto, dicendo che - evidentemente - non doveva dare risposte. Quindi, ha omesso di rispondere!Pag. 61
È questo il comportamento grave che lei, signor Presidente, deve anche sottoporre...
PRESIDENTE. Grazie...
ANTONIO LEONE. ... all'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Grazie.
ANTONIO LEONE. Concludo, ricordando che è all'attenzione della Giunta per il regolamento la questione relativa al question time sollevata dal collega La Russa, che è valida, specialmente dopo che il Presidente Bertinotti ha concesso a dismisura l'aumento dei gruppi in questa Camera.
PRESIDENTE. Grazie.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento 1.101 del Governo.
Per quanto concerne l'emendamento 1.102 del Governo, avendo recepito il parere della VIII Commissione (Ambiente), e ritenendo opportuno che la direttiva in oggetto rimanga nell'allegato B, la Commissione esprime parere contrario.
Il parere è favorevole sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, identico all'emendamento 1.201 della Commissione, di cui raccomanda l'approvazione, nonché sull'emendamento 1.103 del Governo.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.104.1, accetta l'emendamento 1.104 del Governo e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.105.
Infine, recependo il parere della Commissione bilancio, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 1.100 del Governo, in quanto non vi è copertura.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, devo rivolgerle una domanda che attiene alla procedura: devo esprimere il parere soltanto sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 o su tutti gli emendamenti presentati?
PRESIDENTE. Soltanto sugli emendamenti riferiti all'articolo 1, signor ministro.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Mi riservo, quindi, di intervenire...
Alcune voci: Voce!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Più di così non posso urlare...
PRESIDENTE. Se i colleghi garantiranno un po' di silenzio, avranno la possibilità di ascoltare il ministro!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Mi riservo, quindi, di intervenire successivamente sugli emendamenti riferiti agli articoli successivi.
Il Governo raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.101 e si rimette all'Assemblea sul suo emendamento 1.102.
Il Governo si rimette all'Assemblea anche sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento. Altrettanto vale per l'emendamento 1.201 della Commissione: si tratta di capire se il recepimento delle direttive necessiti o meno di delega legislativa.
Il Governo raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.103, perché la direttiva in esso richiamata necessita, per il suo recepimento, di una delega legislativa.
Il Governo esprime parere favorevole sul subemendamento 0.1.104.1 della Commissione, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.104, esprime parerePag. 62favorevole sull'emendamento 1.105 della Commissione e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, approfitto della possibilità di parlare sull'emendamento 1.101 del Governo per chiedere al ministro Bonino - visto che siamo paralizzati da ore sull'argomento relativo all'articolo 8-ter - di esprimersi su questo.
Il suo, signor ministro, è un atteggiamento burocratico che non si addice ad un politico raffinato come lei. Con l'Assemblea della Camera bloccata da ore a discutere su un argomento, lei si alza, prende la parola, signor ministro, e non dice, ad esempio: a proposito di tutto ciò che ho sentito e degli inviti che mi sono stati rivolti, comincio col dire che avete ragione, che avete torto, che il Governo si impegna ad una mediazione, e via dicendo.
Ho l'impressione che abbiate dimenticato che qui, in quest'aula, il Governo si impegnava, talvolta, a fare mediazioni tra maggioranza ed opposizione, in tal modo impedendo che fossero paralizzati i lavori del Parlamento. Il ministro si deve esprimere... Quando siete comodi, non c'è problema: abbiamo molto tempo... Il ministro, il Governo si deve esprimere! Non è possibile che lei dica solo se è favorevole o contraria a questi emendamenti: allora, mandi qui il direttore generale del suo ministero, ci mandi...
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, il ministro ha recepito la sua richiesta.
ITALO BOCCHINO. Noi vogliamo sapere se il ministro per le politiche europee ritiene che con questo provvedimento, che nulla ha a che vedere con la questione dell'immigrazione, si possa smantellare, senza spiegarci cosa volete in alternativa, l'attuale normativa sull'immigrazione. Lei ha il dovere di dirlo al Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Le motivazioni dell'onorevole Bocchino, che erano quelle illustrate dall'ex ministro, nostro collega, onorevole Giovanardi, penso che vadano approfondite, mettendo le carte in tavola, come si suol dire.
Il provvedimento in esame non suscita motivi particolari di opposizione, tanto meno di opposizione ostruzionistica: vi è, però, questa preoccupazione, che grava fortemente sull'iter e sul dibattito stesso di tale provvedimento.
Onorevole Bonino, al di là delle visioni politiche, lei ha la nostra stima. Assieme alle sue, nella maggioranza vi sono molte posizioni ragionevoli, le quali si sono espresse a più riprese per evitare l'abrogazione della legge Bossi-Fini: tutti ritengono possibile un mutamento, un rinnovamento e una riforma della legge medesima, ma nessuno può ragionevolmente ritenere che sia accettabile che essa venga abrogata sic et simpliciter.
Gli emendamenti da noi presentati all'articolo 8-ter, illustrati dall'onorevole Giovanardi, richiedono una risposta specifica da parte sua. Se il Governo rimetterà in discussione questo punto, siamo disponibili ad assecondare l'iter del provvedimento; è però un controsenso pensare che la Camera in questa sede esamini un ordine del giorno che verrà poi approvato, che si riveda il provvedimento al Senato per rinviarlo di nuovo alla Camera: scusate, ma iniziamo a lavorare qui, sistemiamo qui il provvedimento e consegnamolo al Senato nella versione definitiva [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale]!
PRESIDENTE. Fermo restando che il Governo si esprimerà nel merito degli emendamenti all'articolo 8-ter quando arriveremo all'esame di tale articolo (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale), mi sembra giusto dare adesso la parola al Governo, perché anticipi laPag. 63sua posizione politica rispetto alle questioni sollevate.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Colleghi, per rispetto al Parlamento, il Governo ha chiesto al Presidente se ritenesse che il Governo stesso dovesse esprimere il proprio parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 o sul complesso degli emendamenti, essendo la disponibilità totale. Il Presidente, per esigenze di procedura, ha chiesto al Governo di replicare e dare il parere sugli emendamenti all'articolo 1, cosa che ho fatto, rispettosamente.
Non ho alcun problema, invece, ad intervenire sul complesso degli emendamenti e sul dibattito svoltosi questa mattina. Vi sono parecchie questioni che sono state sollevate, ma su queste mi soffermerò alla fine; affronterò invece subito la questione riguardante l'articolo 8-ter, in particolare le lettere a) e b) del comma 1. Ero già intervenuta a nome del Governo su tali emendamenti in sede di discussione sulle linee generali, e già allora il Governo aveva espresso alcune riserve su di essi.
La situazione, oggi, colleghe e colleghi, è un'altra, e vi pregherei di ascoltarmi.
IGNAZIO LA RUSSA. Siamo qui apposta!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. A pagina 45 del disegno di legge comunitaria al nostro esame - lo dico anche al Presidente Casini -, all'articolo 8-ter, riguardante l'attuazione della direttiva 2005/85/CE del Consiglio sulla revoca dello status di rifugiato, era prevista la lettera a) del comma 1.
La lettera a) del comma 1 ha dato luogo a tutto il dibattito di questa mattina, durante il quale vari colleghi dell'opposizione hanno fatto notare come il comma potesse dare adito ad un'estensione indiscriminata del diritto d'asilo, senza neanche capire bene quale sarebbe l'ubicazione del richiedente tale diritto sino al momento dell'esaurimento della richiesta.
Vorrei fare notare che la lettera a) del comma 1 non esiste più, perché è stata bocciata dalla Commissione bilancio, al di là del parere del Governo (che si era già espresso in merito nella seduta del 25 luglio scorso). Come lei mi insegna, presidente Casini, in materia comunitaria, tale parere espresso è vincolante. Indi, bocciata dalla Commissione bilancio, quella lettera, che è stata l'oggetto dell'ampio dibattito di questa mattina, non esiste più.
IGNAZIO LA RUSSA. Esiste ancora!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Tale lettera è sostituita da un emendamento della Commissione, che potete vedere nello stampato degli emendamenti, il quale invita il Governo, nell'ambito del recepimento della direttiva, a tenere conto, nella scelta delle opzioni che la direttiva prevede, di quelle più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione.
Vorrei leggervi l'articolo 10 della Costituzione, il quale semplicemente stabilisce che «lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge». Quindi, colleghi, questa mattina abbiamo dibattuto, con grande passione, di una materia molto sensibile, che è oggetto di dibattito in moltissimi paesi europei. Tuttavia, tale materia deve essere discussa in altra sede normativa. Quindi, per questo motivo, la lettera a) del comma 1 è venuta meno: non perché il dibattito venga meno, ma perché esso si svolga in altra sede, non in questa. Tali sedi sono già state individuate, essendo l'argomento all'attenzione delle varie Commissioni: questo dibattito, scontro, confronto o dialogo - si vedrà - avverrà in altre sedi.
Dunque, colleghi e colleghe, di che cosa discutiamo oggi? Discutiamo se sia il caso di separarci di fronte ad un provvedimento così importante, che recepisce 100 direttive e fa venire meno alcune infrazioniPag. 64comunitarie: dobbiamo oggi sollevare una simile questione in merito all'opportunità di avere o meno un riferimento all'articolo 10 della Costituzione? Personalmente, riterrei ciò persino pleonastico, perché sempre le leggi e le direttive si fanno rispettando la Costituzione, altrimenti finiamo tutti davanti alla Corte costituzionale!
Quindi, il mio appello, da una parte e dall'altra, è che non si conduca una battaglia ideologica e ideale in questa sede, che infatti viene meno cadendo la lettera a) del comma 1, ma la si faccia nelle sedi opportune - gli altri disegni di legge presentati dal Governo, che sono oggi presso la Commissione affari costituzionali -, senza «prendere in ostaggio» la legge comunitaria, come modificata dalla Commissione bilancio, perché ritengo che ciò non sia utile.
Infine, sempre sull'articolo 8-ter era stata sollevata un'altra questione per quanto riguarda la lettera b), relativa al richiedente del diritto d'asilo proveniente da paese sicuro. Il Governo si è fatto carico, rispetto al testo che figura a pagina 45 dello stampato, di meglio formulare questa parte, utilizzando esattamente la disposizione che è prevista nella direttiva 2005/85/CE, all'articolo 31.
Si dice, sostanzialmente, per quanto riguarda il richiedente che arrivi da un paese cosiddetto sicuro, che la domanda di asilo è dichiarata infondata, come previsto dall'articolo 31 di detta direttiva, salvo che siano invocati gravi motivi per non ritenere sicuro quel paese nelle circostanze specifiche in cui si trova il richiedente, cioè l'onere della prova è del richiedente e non è generico.
Quindi, cari colleghi, consentitemi altre due osservazioni; tra l'altro, ve ne sono state molte altre, a cui risponderò puntualmente più avanti. In ogni caso, secondo me, tutto il dibattito che si è svolto questa mattina si riferiva ad un testo redatto certamente a luglio e modificato a seguito del parere vincolante della Commissione bilancio. Poiché il tutto è avvenuto ieri, è probabile che non vi sia ancora stata la trasmissione dell'informazione; in ogni caso la Commissione bilancio ha bocciato quell'emendamento. Indi, essendo vincolante il parere della stessa, la lettera a) non esiste più. Tant'è vero che il dibattito, lo scontro concerne ora la nuova formulazione della lettera a) che, faccio osservare all'onorevole Casini, fa un semplice riferimento all'articolo 10 della Costituzione, che mi pare pleonastico.
Interverrò successivamente su altri argomenti di rilievo come, ad esempio, quello sollevato dal collega Pili per quanto concerne la fase ascendente e la corretta applicazione della legge n. 11 del 2005; assicuro il collega che anche la fase ascendente è trattata dal comitato che è in piena attività.
Se sarà necessario, interverrò in seguito anche per trattare una serie di problemi posti dai colleghi relativi ad emendamenti, peraltro dichiarati inammissibili dalla Presidenza, in materia di caccia e di energia; essi sono oggetto di discussione in altre sedi normative, in altre Commissioni.
Infine, per quanto riguarda l'emendamento all'articolo 1 concernente - credo - la direttiva 2005/64/CE, il Governo - come ho già ricordato - si rimette all'Assemblea, poiché ad avviso dello stesso basterebbe la via amministrativa. Tutto ciò, a meno che il collega si stesse riferendo ad un'altra direttiva; in tal caso, lo pregherei di specificarla.
PRESIDENTE. Ho consentito l'intervento del ministro Bonino, che è un po' informale, da un certo punto di vista, in quanto stiamo esaminando l'emendamento 1.101 del Governo. Ho, però, pregato il ministro Bonino di intervenire sulla questione posta dai colleghi proprio per verificare se sia possibile «sbloccare» il nodo politico che incontreremo quando passeremo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 8.
Quindi, invito i colleghi che interverranno sulle osservazioni svolte dal ministro Bonino a tenere conto che - lo ripeto - in questo momento stiamo cercando di sciogliere un nodo politico. Con questo spirito, consentirò i successivi interventi. Do la parola all'onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio. Ho ascoltato con molta attenzione il ministro, che ringrazio per la cortesia e la completezza delle argomentazioni che ha voluto rassegnare al Parlamento.
Debbo dire al ministro, senza polemica, di non presumere che si sia così disattenti, poiché altrimenti si potrebbe dire lo stesso del Governo.
Tanto ci siamo accorti degli emendamenti del Governo al comma 1, lettera b), e della Commissione, sempre al comma 1, lettera a), che abbiamo presentato due subemendamenti. Signor ministro, se pensa che non abbiamo visto qualcosa su cui presentiamo subemendamenti, evidentemente ha difficoltà nel suo staff, ed io non ci posso fare nulla! Noi abbiamo presentato, come detto, due subemendamenti e, quindi, siamo perfettamente a conoscenza di ciò che lei ha appena detto. Qual è il nodo politico che, mi permetta, lei non ha, non dico affrontato, ma risolto?
Onorevoli colleghi, vi pregherei di fare un po' di silenzio, perché l'argomento è delicato e necessita, per chi è interessato, di un minimo di attenzione. Signor ministro, lei ha fatto benissimo, e gliene abbiamo dato atto pubblicamente - guardi i lanci di agenzia di oggi -, a tentare di «salvare capra e cavoli», richiamando la Costituzione, in particolare l'articolo 10, eliminando un testo che, a prescindere da ciò che ha detto la Commissione bilancio, immagino che nei contenuti lei stessa ritenesse troppo forte. Debbo dire, comunque, che non è «morto» quel testo. Infatti, nell'ipotesi in cui il Parlamento respingesse l'emendamento della Commissione, ritornerebbe in vita. Poi, vi sarebbe il problema del contrasto con la valutazione espressa dalla Commissione bilancio, ma esso, come detto, ritornerebbe in vita; dunque, non è per nulla «morto». Ci troveremmo di fronte al problema del rispetto o meno di ciò che ha detto la Commissione bilancio, ma al momento - lo legga, è tra le carte che abbiamo - tale testo è tecnicamente «vivo e vegeto». Anche da tale punto di vista, mi permetto di darle questa informazione.
Ma qual è il punto che a me interessa, nello spirito che il presidente Castagnetti ci ha chiesto? Noi vogliamo sapere, sommessamente, senza spirito propagandistico, cosa succede. Lo vogliamo sapere adesso. Non vogliamo che lo decida il Governo, senza il controllo dell'opposizione. Vogliamo dare, nella delega al Governo, indicazioni precise. Questa è la differenza. Vogliamo capire se siete d'accordo con noi nel dire che, nel periodo in cui gli extracomunitari che hanno chiesto asilo dovranno rimanere - è giusto - in Italia per aspettare la decisione della magistratura, questi extracomunitari saranno liberi di «sparire» e di non essere mai più rintracciati o saranno tenuti - amichevolmente, col caffè, gli zuccherini, le brioches - in custodia, in modo da poter essere espulsi se, per caso, hanno mentito quando dicevano di provenire da un paese «cattivo» (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale). Questo è il quesito politico che poniamo!
Le riferisco, me l'ha appena detto l'ex ministro dell'interno Pisanu, che attualmente - le do i dati che lo stesso Pisanu mi ha voluto fornire telefonicamente - il 50 per cento degli immigrati, pur in assenza di una norma come questa, quindi già con la norma in vigore, che è molto più rigida, chiede asilo politico. Sarebbero il 100 per cento, se sapessero che non sono trattenuti in un luogo in cui, nel frattempo, si verifica se abbiano diritto o no all'asilo. Di tale 100 per cento di immigrati, il 50 per centro lo chiede e solo l'8 per cento è ritenuto meritevole dello status di rifugiato.
Allora, per arrivare a tale media, che sarà mantenuta anche in futuro, ossia l'8 per cento, se consentiamo al 100 per cento - o solo al 50 per cento, come oggi - di non essere, in qualche modo, controllato nel periodo in cui la magistratura decide - periodo che noi speriamo sia brevissimo, ma bastano 24 ore -, se tali immigrati non sono tenuti nella condizione di poter essere poi espulsi, lei capisce che tutta la politica dei flussi, tutta la politica dell'accoglienza, tutta la politica del Governo sulla questione, importantissima, dell'immigrazionePag. 66va a finire «a ramengo»; mi scusi il termine, ma questa è la verità! Come può constatare, in termini chiari, non polemici e non demagogici, le ho posto un problema. Come si può risolvere tale problema? Se, infatti, non si offre una soluzione, si fa parte del problema, ne sono convinto.
Credo, e glielo dico pubblicamente, che al citato emendamento della Commissione basti solo aggiungere «(...) fermo restando che nel periodo necessario saranno tenuti» - mi dica lei come e dove - «nei centri di accoglienza». Se si accede a tale riformulazione e se si invita la magistratura ed il Governo a prevedere tempi rapidissimi - noi parlavamo di 48 ore - per questa decisione, il problema è risolto. Se questo non si fa e lasciamo al Governo il compito di decidere, sapendo a quali ricatti sarà sottoposto il Governo stesso dalla parte estrema del suo schieramento, ci prendiamo in giro e apriamo le porte indiscriminatamente a tutti coloro che vorranno venire in Italia (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, aveva chiesto di parlare prima l'onorevole Giovanardi!
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi interviene nel merito, non per un richiamo al regolamento!
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche l'onorevole Giovanardi dovrebbe sapere che i richiami al regolamento hanno la precedenza sul dibattito di merito.
Presidente, le pongo in evidenza una questione che tiene conto, nel massimo rispetto, di chi intende fare ostruzionismo, che rappresenta una scelta legittima in ordine a materie che stanno particolarmente a cuore alla parte che lo pratica.
Signor Presidente, l'invito che le rivolgo fa riferimento all'articolo 8 del nostro regolamento, in tema di buon andamento dei lavori dell'Assemblea. Presidente, lei, con grande atto di disponibilità, ha consentito che il rappresentante del Governo intervenisse con una comunicazione e l'espressione di un parere in relazione ad emendamenti che dovrebbero essere esaminati più avanti. Le argomentazioni portate dal collega La Russa riguardano, com'è noto, emendamenti che saranno trattati in seguito, non ora.
Sull'emendamento su cui si è discusso finora si è svolto un dibattito generale; il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso i relativi pareri, ma tutto ciò non è stato sufficiente perché per votare quell'emendamento, come richiesto anche dal presidente Casini, era necessario che il ministro illustrasse più chiaramente la posizione del Governo. Ora che il ministro l'ha illustrata, noi rischiamo, come accaduto con l'intervento del collega La Russa, che le legittime considerazioni che si debbono fare più avanti siano anticipate. Di conseguenza, rischiamo di non procedere nei nostri lavori, e cioè rischiamo di non poter votare il primo emendamento contenuto nel fascicolo.
Presidente, la pregherei, quindi, di fare in modo che le considerazioni sull'intervento svolto dal ministro Bonino siano rinviate al momento in cui si saranno esaminati gli emendamenti che a quell'intervento si riferiscono e che si proceda ora con le dichiarazioni di voto e con le votazioni degli emendamenti seguendo l'ordine del relativo fascicolo.
PRESIDENTE. All'onorevole Giachetti rispondo che mi sono comportato in questo modo perché a me sembrava - credo che sia condivisibile questa mia opinione - che tutto ciò che può concorrere a sciogliere i nodi politici che sono alla base di atteggiamenti ostruzionistici è fatto nell'interesse dell'approvazione del provvedimento in esame e dell'economia dei lavori dell'Assemblea [Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. L'ho fatto con questo spirito. Mi rendo contoPag. 67che, a questo punto, le posizioni sono abbastanza chiare. Mi ero impegnato a dare la parola all'onorevole Giovanardi, cosa che mi accingo fare, e subito dopo chiederò al ministro se ritiene di dover fornire ulteriori precisazioni; altrimenti procederemo nell'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1, in quanto non avrebbe alcun senso procedere in maniera diversa.
Prego, onorevole Giovanardi, ha facoltà di parlare.
ROBERTO COTA. Presidente, ho chiesto anch'io di parlare!
ANDREA GIBELLI. Presidente, faccia parlare uno per gruppo!
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, ringrazio anzitutto il ministro Bonino per la cortesia mostrata nell'illustrare il punto di vista del Governo in ordine all'emendamento discusso e al testo che sarebbe eliminato a seguito della decisione assunta dalla Commissione bilancio.
Ministro Bonino, un detto popolare dice che qualche volta «è peggio il tacon che il buso». A me pare che questo sia proprio il caso, perché l'argomento in discussione è il più delicato, il più angoscioso, il più importante con cui questo paese dovrà confrontarsi nei prossimi anni. Si tratta di adottare la misura giusta rispetto ad un fenomeno complesso e angoscioso, come è appunto quello dell'immigrazione, sia quella regolare sia quella irregolare, sia quella criminale sia quella dominata dai racket.
Ministro Bonino, lei ha richiamato la Costituzione. Ciò è giusto; difatti, nell'emendamento a cui faccio riferimento, l'8-ter.201 della Commissione, si prevede che si debba tenere conto anche del disposto di cui all'articolo 10 della Costituzione. Ma tale articolo è stato scritto nel periodo compreso tra il 1946 e il 1948 e, quando i costituenti hanno trattato il diritto di asilo, avevano sicuramente in mente (è sufficiente a questo riguardo andarsi a rivedere gli atti parlamentari) Giuseppe Mazzini e i fratelli Rosselli. Avevano cioè in mente una situazione in cui l'asilo politico era collegato a situazioni particolarissime di perseguitati politici, che trovavano in paesi liberi e democratici la possibilità di continuare la loro attività politica. Oggi non stiamo parlando di quel problema, che era proprio di quegli anni, ma di milioni di persone che, venendo in Italia, possono chiedere asilo politico. Su tale problematica è in corso una discussione. In particolare, sono i perseguitati politici o sono soltanto quelli che nei loro paesi di origine hanno condizioni di vita disagiate o scarsa libertà, come avviene in Cina, a poter chieder asilo politico? Ad esempio, un miliardo e cento milioni di cinesi possono chiedere asilo politico in Italia?
Il problema che si pone è che l'emendamento a cui faccio riferimento rappresenta, a mio parere, una delega assolutamente in bianco. Tale emendamento prevede, in sostanza, che il Governo farà, nella gamma delle opzioni che la direttiva prevede, quelle scelte che siano le più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione. Ministro, lei capisce che in questo modo si espropria il Parlamento.
Viene meno il merito di una discussione che, proprio perché così complessa e difficile, deve impegnarci tutti a trovare una soluzione. L'onorevole La Russa ne ha formulata una, ma ho qualche dubbio che, se i numeri sono quelli che ha fornito lui, ci sia la possibilità di trattenere, anche per una settimana o per 48 ore, decine di migliaia di persone. Dove tratteniamo decine di migliaia di persone, se prima non stabiliamo che cosa si intende per asilo politico nel 2006, non nel 1948?
Quindi, questa discussione - che è un dibattito importante - trasferiamola in una sede idonea. È venuto il ministro Amato, ha riferito che vuole modificare la legge Bossi-Fini ed ha detto anche cose intelligenti e condivisibili: in quel provvedimento organico collocheremo anche il problema del diritto d'asilo. Si tratta di una delega in bianco, che «zoppica» anche dal punto di vista costituzionale, perché è talmente dilatata che non fissa al Governo nessun parametro di riferimento,Pag. 68se non la Carta costituzionale. A questo punto, mi sembra che, con un atto di saggezza da parte di tutti, possa essere ritirata dalla Commissione, demandando il dibattito di merito alla Commissione e all'Assemblea nel successivo provvedimento, consentendoci di andare avanti tranquillamente con la legge comunitaria [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Poiché stanno «piovendo» le richieste di intervento e poiché il carattere di questa discussione è quello che abbiamo definito, darò la parola per cinque minuti, ad un rappresentante per ciascun gruppo che ne faccia richiesta. È evidente che il tempo impiegato sarà scomputato da quello attribuito ai gruppi di appartenenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, anche noi apprezziamo gli sforzi che ha fatto il ministro Bonino, però, colleghi, non dobbiamo prenderci in giro. Infatti, il ministro Bonino dice che questa materia dovrebbe essere oggetto di un successivo provvedimento. Allora, mi chiedo perché questi articoli sono stati aggiunti. Questi articoli sono stati aggiunti, a fronte di un testo che non li prevedeva, per un'iniziativa specifica che è stata presa dall'onorevole Zaccaria: quindi, non possiamo assolutamente dire che la volontà è quella di rimandare ad un altro provvedimento.
Se l'intento del Governo è quello di rimandare ad altro provvedimento, la conseguenza non può che essere quella di ritirare dal testo gli articoli 8-bis e 8-ter, che sono stati aggiunti; invece questo non è assolutamente successo. Allora, l'intento manifestato è quello di incidere, attraverso la legge comunitaria, sulla legge Bossi-Fini, nel senso di minarne le fondamenta, fondamenta di rigore e di serietà, che vengono ad ancorare la presenza sul nostro territorio di immigrati stranieri in base al rispetto di precise regole e garanzie, che è giusto che il paese ospitante abbia. Questa è la prima considerazione.
Seconda considerazione. Signor Presidente, signor ministro, come possiamo fidarci di dare una delega al Governo su questo punto, a fronte delle posizioni che il Governo stesso ha assunto su una materia così delicata? Tali posizioni sono state assunte con specifici provvedimenti, come quello sulla regolarizzazione generalizzata, o attraverso la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza in senso assolutamente estensivo.
Come possiamo fidarci, a fronte delle dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo che, a più riprese, hanno dichiarato di voler smantellare la legge Bossi-Fini e di voler aprire indiscriminatamente le frontiere? Come possiamo fidarci, di fronte ai ricatti sistematici subiti all'interno del Governo e della maggioranza da parte dell'estrema sinistra (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)? È evidente che noi non possiamo fidarci, ovviamente nell'interesse dei cittadini e delle loro esigenze, che noi qui rappresentiamo.
Vorrei svolgere un'ultima considerazione.
Ho sentito alcuni colleghi fare riferimento alla presentazione di ordini del giorno. Per serietà nei confronti del Parlamento, la vogliamo smettere di presentare ordini del giorno che sconfessano provvedimenti approvati cinque minuti prima? Non possiamo andare avanti in questo modo! Il Governo cerca sempre di trovare una scappatoia perché non sa quali pesci pigliare. Questa è la realtà! Inoltre, l'Esecutivo non è in grado di affrontare il dibattito parlamentare perché dispone di una maggioranza assolutamente non coesa e, ogni volta che un provvedimento viene presentato in Parlamento, «esplode» in quanto esistono posizioni differenziate ed assolutamente incompatibili. Devo anche dire che in questo quadro prevalgono sempre le posizioni estreme, in particolare in materia di immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
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ANTONIO LEONE. Signor Presidente, a chiunque stia in ascolto in questo momento, il dibattito che stiamo svolgendo potrebbe sembrare kafkiano. Infatti, nel momento in cui il ministro Bonino afferma che il problema è risolto - omettendo naturalmente di andare oltre, rilevando che la Commissione bilancio ha soppresso l'articolo 8-ter -, sembrerebbe che le argomentazioni poste all'attenzione dell'Assemblea da parte dei colleghi di Alleanza Nazionale, dell'UDC e della Lega siano insussistenti.
Il ministro Bonino ha infatti dichiarato che la questione non esiste proprio perché la Commissione bilancio ha soppresso l'articolo 8-ter. Ma perché il ministro Bonino non dice che la Commissione di merito ha presentato l'emendamento 8-ter.201 che, se approvato, non solo rimetterebbe in gioco l'articolo 8-ter cancellato dalla Commissione bilancio, ma addirittura aggraverebbe la situazione? Infatti nel momento in cui vi è un richiamo generico all'articolo 10 della Costituzione e si propone una norma volta a «tener conto»... Ma «tener conto» di che cosa? Il ministro Bonino deve chiarire di cosa parliamo dal punto di vista legislativo!
Che tecnica legislativa è mai questa, se non quella di indurre a ritenere che da questa parte vi sono persone che non sanno leggere né scrivere? Ebbene, noi sappiamo leggere e scrivere e siamo convinti che la questione si risolve soltanto con la soppressione di quanto previsto dall'articolo 8-ter. Tertium non datur: non esiste altra strada, signor ministro (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, non credo che dobbiamo disconoscere il senso degli argomenti prospettati dall'opposizione su questa materia. Il governo dell'immigrazione è un problema piuttosto grave per tutti i paesi, soprattutto per quelli mediterranei e fino ad ora nessuno è riuscito a risolverlo. Ci troviamo tutti quanti a discutere per individuare le misure più idonee. Ebbene, siamo di fronte a tre posizioni.
La prima è quella configurata dal testo ed è la più garantista per il richiedente, perché stabilisce garanzie di mantenimento sul territorio nazionale durante la pendenza del ricorso giurisdizionale. Il testo è stato oggetto di un'ampia discussione da parte dei colleghi della Commissione per le politiche comunitarie, che ringrazio per aver approfondito il tema. Ebbene, i colleghi sono giunti ad una seconda posizione, ovvero quella di conferire un mandato al Governo a trovare all'interno dei mezzi previsti dalla direttiva quelli più coerenti con i princìpi costituzionali.
IGNAZIO LA RUSSA. Noi no!
LUCIANO VIOLANTE. Un attimo, arriveremo anche a questo.
In seguito, i colleghi di Alleanza Nazionale hanno presentato un subemendamento con il quale si stabilisce che sostanzialmente, nelle more della decisione giurisdizionale, il soggetto richiedente l'asilo deve essere trattenuto nei centri di permanenza temporanea. Vorrei ricordare che la permanenza in tali centri ha la durata massima di 35 giorni, quando si effettua la prima richiesta, perché in base alla legge Bossi-Fini, trascorso questo lasso di tempo, la persona deve uscire. Invece, la soluzione prospettata prevede una detenzione a tempo indeterminato perché sostanzialmente non esiste alcun termine finale, se non quello della decisione giurisdizionale finale.
Onorevoli colleghi, dobbiamo metterci d'accordo perché la legge Bossi-Fini stabilisce comunque un termine per uscire mentre la vostra proposta non ne stabilisce alcuno.
Il problema di fondo è l'accelerazione delle procedure, non si tratta di tenere in galera delle persone. Non si può scaricare sul richiedente asilo la lentezza delle procedure. Su questo dovremo riflettere insieme con il Governo per cercare di accelerare le procedure riguardanti la concessionePag. 70di asilo in modo da dare certezza a questo tipo di situazioni, perché l'incertezza dello stato giuridico di queste persone è il dato che ci crea maggiori problemi. Non presumo di convincere alcuno, ma forse si può ragionare su questo punto; mi pare che fra la posizione eccessivamente «garantista» del testo originario e la posizione eccessivamente «repressiva» dei colleghi di Alleanza Nazionale, che pone una restrizione della libertà personale senza termini finali, cosa che credo sia incostituzionale, esista una posizione di mezzo che demanda la questione al Governo. Dobbiamo tenere presente che il vero problema è che in Italia non esiste una legge sull'asilo. Non l'abbiamo fatta noi quando ne abbiamo avuto la possibilità e non l'ha fatta il centrodestra, infatti - come ricorderete sicuramente - le disposizioni sull'asilo sono contenute negli articoli, inseriti all'ultimo momento, 1-bis, 1-ter, 1-quater della legge Bossi-Fini.
Varare una legge organica sull'asilo rappresenta ancora un grande problema, ma non risolviamo questo tipo di problemi senza affrontarli; nessuno di noi intende disconoscere la complessità e la gravità della situazione e la necessità di affrontarla, tuttavia, possiamo ovviare con un emendamento alla mancanza di una legge?
Domani in Commissione affronteremo una parte di questo tema nel corso della discussione della legge sulla cittadinanza; stiamo affrontando anche la questione dei flussi. Nell'ambito di questa materia ci sono terreni, quindi, sui quali potremo misurarci. Credo che senza inserire vincoli eccessivamente garantisti né porre vincoli eccessivamente restrittivi, a mio avviso costituzionalmente inaccettabili, come la limitazione senza termine finale della libertà personale, possiamo trovare una soluzione di mezzo, come quella proposta dalla Commissione, lasciando la scelta degli strumenti al Governo. Esso stabilirà quali sono gli strumenti più adeguati, ascoltando tutti, informando il Parlamento. Possiamo anche chiedere al Governo che prima di attuare questo punto della direttiva venga in Commissione a discutere. I mezzi ci sono e non intendiamo disconoscere il problema, ma non è affrontabile in questo modo e, soprattutto, onorevoli di Alleanza Nazionale, non può essere affrontato con una norma che chiude, senza termine finale, una persona richiedente asilo nei centri di permanenza temporanea. Non sarebbe più una permanenza temporanea. In questo quadro mi pare che la cosa migliore sia quella di abbandonare le due posizioni radicali, convergere sulla posizione del Governo, magari impegnando il Governo stesso, attraverso un ordine del giorno, a riferire alle Commissioni competenti sulle modalità proposte per attuare questo punto della direttiva. Ho l'impressione che questo sia il modo più serio e penetrante per affrontare il problema posto dai colleghi dell'opposizione, che non disconosciamo. Tuttavia, non possiamo accettare la soluzione da essi fornita, soprattutto dal punto di vista costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, abbiamo apprezzato, soprattutto noi che la conosciamo, le chiarificazioni rilasciate dal ministro Bonino e nel contempo le disponibilità ed i suggerimenti che sono stati sollecitati dal gruppo dell'UDC. Anche noi, quindi, come socialisti del Nuovo PSI, valutiamo con interesse la possibilità di addivenire ad una composizione di questo conflitto, che appare più ideologico che pratico. Certamente, nell'ambito della legge esiste un punto delicato: la necessità di recepire una norma comunitaria, ma anche, lo sottolineava giustamente prima l'onorevole Violante, la necessità di accettare il principio dell'asilo politico, che non è tuttora normato da alcuna legge del nostro paese.
Onorevole Giovanardi, è vero che l'articolo 10 della Costituzione si inserisce in un clima politico in cui l'asilo politico veniva concepito come asilo degli antifascisti, eravamo nel 1947-1948.
Pur tuttavia, esaminando la situazione internazionale di oggi, non si può dire che viviamo in un mondo di democrazie! È diPag. 71ieri un colpo di Stato militare in Thailandia, un golpe militare, posto in essere dall'esercito che ha costituito una giunta militare. Se osserviamo il Mediterraneo, si evidenziano dittature quasi ovunque nei paesi arabi (e noi siamo nel bel mezzo del Mediterraneo!).
È, quindi, giusto recepire non solo la norma, ma il principio dell'asilo politico e di rifugiato politico, noi che siamo una democrazia di stampo liberale che intende garantire i diritti nel nostro paese! Tuttavia, non dobbiamo avere i paraocchi e limitarci a questo, ma osservare anche la democrazia negli altri paesi e nel mondo.
Certamente l'emendamento presentato all'articolo 8-ter, che introduceva anche una precisa dinamica con riferimento alle modalità per ottenere nel territorio nazionale il diritto ad essere considerato rifugiato politico, era tutto sommato discutibile ed è un fatto positivo che sia stato annullato dalla Commissione bilancio, facendo riferimento all'articolo 10 della Costituzione.
Quindi, per quanto ci riguarda, guardiamo positivamente alla possibilità di individuare un terreno comune in ordine a questo delicato, ma rilevantissimo problema (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Falomi. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei riprendere le parole del ministro Bonino che hanno chiarito il senso dei problemi di cui stiamo discutendo.
Questa preoccupazione, espressa dall'opposizione nella forma ostruzionistica, si riferisce di fatto - è vero anche che il testo tecnicamente vive! - ad una proposta approvata dalla Commissione nella quale si afferma semplicemente che, nel momento in cui recepisce la direttiva europea, il Governo deve trovare quelle soluzioni più rispettose possibili del dettato costituzionale.
Il fatto che il richiamo al dettato costituzionale venga visto da qualcuno addirittura come una soluzione peggiore di quella inizialmente proposta mi preoccupa molto e vorrei che i colleghi dell'opposizione riflettessero. Se la richiesta al Governo, nel momento in cui traduce la delega in un decreto legislativo, di rispettare la Costituzione è una situazione che scardina, come qualcuno ha rilevato, abroga la legge Bossi-Fini, che certamente non ci piace, evidentemente vuol dire che tale legge è incostituzionale! Non vi è altra spiegazione del problema!
GIANPIERO D'ALIA. L'articolo 76 della Costituzione!
ANTONELLO FALOMI. Vorrei che discutessimo dei problemi reali, senza approfittarci della situazione per agitare un tema la cui discussione non termina naturalmente in questa occasione perché vi sarà anche la sede dei decreti legislativi che dovranno essere esaminati dal Parlamento. In ordine ai medesimi, se il Governo non avrà ottemperato ai criteri fissati dal Parlamento, si potrà discutere. Vi saranno le occasioni che ricordava il collega Violante a proposito della questione della cittadinanza. Vi è la necessità di aprire rapidamente, di superare un vuoto ormai cinquantennale che riguarda il diritto d'asilo nel nostro paese, di porre in essere una riforma per una rivisitazione della legge sul diritto d'asilo. Vi saranno tante occasioni per discutere in ordine a ciò.
Non vi è alcun esproprio del Parlamento, né un trucco per aggirare i problemi politici! È preoccupante che l'opposizione scateni questo tipo di battaglia di fronte ad una proposta che invita il Governo a trovare le soluzioni più aderenti alla Costituzione.
CARLO GIOVANARDI. Il Parlamento deve trovare una soluzione, e non il Governo, in un sistema parlamentare!
ANTONELLO FALOMI. Inoltre, esiste la direttiva. Non siamo d'accordo sull'idea di stralciare la direttiva dalla legge comunitaria per discuterne in un'altra sede.Pag. 72Esprimo la contrarietà del mio gruppo su quest'ipotesi, anche perché ciò vorrebbe dire che anche la direttiva è in contrasto con la legge Bossi-Fini.
La direttiva del Parlamento europeo, che deve essere recepita, riguarda i problemi su cui ci siamo tutti scatenati, ossia l'accelerazione delle procedure nei confronti delle persone entrate illegalmente nel nostro paese.
Noi chiediamo soltanto che tali procedure si applichino nel rispetto delle garanzie cui hanno diritto tutti i cittadini: parliamo dello Stato di diritto! Oggi, queste garanzie non vengono rispettate! In alcuni casi, il provvedimento di accettazione è arrivato dopo l'espulsione delle persone. A quel punto, di quelle persone non c'era più traccia, non si sapeva più dove fossero.
In questo senso, il testo elaborato dalla Commissione rispondeva ad un'esigenza. Ma, lo ripeto, non stiamo cercando surrettiziamente di affrontare un tema. La posizione del gruppo di Rifondazione comunista sulla legge Bossi-Fini è nota, com'è nota la posizione dell'Unione, precisata in un programma sottoscritto da tutti i partiti. Tutti sanno, dunque, che vogliamo cambiare quelle norme: lo abbiamo detto agli elettori, lo abbiamo detto di fronte ai cittadini.
Ma non usiamo strumentalmente un provvedimento per affrontare un problema che avremo comunque occasione di affrontare. Questa è la posizione.
Vorrei che fosse chiaro che ritardare l'approvazione della legge comunitaria, prendendo a pretesto questo problema, significa ritardare il recepimento di decine di direttive. Inoltre, molte di quelle direttive, se non vengono rapidamente recepite, espongono il nostro paese a sanzioni finanziarie pesantissime! Credo che l'opposizione si stia assumendo questa responsabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, credo che, a voler depurare gli interventi dell'opposizione da quella veemenza polemica nel dibattito che, in qualche modo, è connaturata, è intrinseca rispetto al ruolo di opposizione, oggi siano stati sollevati dubbi e perplessità importanti e legittimi ai quali sono certo il Governo per primo ha intenzione di dare risposte, tenendoli nella debita considerazione.
Nonostante questo e nonostante il fatto che il testo di legge arrivi al voto di quest'Assemblea oggettivamente migliorato, in una versione migliorata attraverso la riscrittura dell'articolo 8-ter, continuano ad emergere tali dubbi, che non trovano una compiuta risposta.
La formulazione attuale dell'articolo 8-ter, che pure è stata, in qualche misura, «sterilizzata» rispetto ad un'impostazione che, oggettivamente - e mi ha fatto piacere che l'abbia riconosciuto anche il presidente Violante -, era improntata ad una cultura, ad un'impostazione, ad una visione sicuramente pregevoli, ma eccessivamente garantiste, non elimina i dubbi e le perplessità.
Sarebbe stato preferibile espungere gli articoli 8-bis e 8-ter dal testo di questo provvedimento, in modo da poter attribuire al Governo, ove si consideri anche la facoltà di controllo che il Parlamento eserciterà sull'attività legislativa dell'esecutivo, la più ampia facoltà di esercizio.
Per questo motivo, l'Italia dei Valori ha presentato un ordine del giorno nel quale, attraverso l'auspicio che il Governo si impegni a fornire una risposta concreta a tutti i legittimi timori che oggi sono stati sollevati, abbiamo condizionato il sostegno, la nostra adesione, il nostro voto favorevole al provvedimento.
Auspichiamo, comunque, che nella prosecuzione dell'iter legislativo di questo provvedimento, anche al Senato, si possano creare le condizioni, che finora non si sono determinate in questa Assemblea, per un miglioramento del testo. Indubbiamente - credo che di questo tutto il Parlamento debba avere consapevolezza - il tema dell'immigrazione e la necessità di dare risposte, che siano non soltanto culturali e ideologiche ma anche pratiche e tali da soddisfare il sentimento di disagioPag. 73sociale sempre più diffuso nel nostro paese rispetto all'amplificazione a dismisura del fenomeno dell'immigrazione clandestina, dovranno informare in modo significativo il dibattito, il confronto ed il dialogo che si dovranno svolgere nelle sedi legislative competenti e che anche il ministro Bonino auspicava (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, come lei ha affermato, stiamo svolgendo una discussione che lei ha accettato di introdurre per ragioni di opportunità politica. Tuttavia, rilevo come stiamo discutendo degli articoli aggiuntivi all'articolo 8 del provvedimento in esame quando ancora non abbiamo iniziato l'esame dell'articolo 1, sul quale, comunque, già sono stati espressi i pareri della Commissione, tramite il relatore, e del Governo. Ne prendo atto e fotografo una situazione, lasciando implicite le mie perplessità su quanto sta accadendo.
Prendo atto, altresì, con qualche sconcerto, del fatto che qualcuno vorrebbe ipotizzare anche la soppressione dell'articolo 8-bis, che riguarda l'ammissione di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica. Ormai, esiste un intero dossier giornalistico, e non soltanto giornalistico, sulla situazione catastrofica che si verifica nel nostro paese, sotto questo profilo, confrontata con quella di tutti i paesi europei che, invece, incentivano, ovviamente a fini di ricerca scientifica, la presenza di stranieri nel loro paese, e arricchiscono in tal modo le loro università, professionalità e così via. Da questo punto di vista, noi siamo di un masochismo politico, istituzionale e culturale da far paura tanto che, come ho sentito poco fa, qualcuno proponeva addirittura di sopprimere l'articolo 8-bis, finalizzato, come ripeto, alla ammissione di stranieri nel nostro paese a fini di ricerca scientifica.
Per quanto riguarda il principale articolo del disegno di legge di cui si sta discutendo, signor Presidente, vorrei rilevare incidentalmente - perché nessuno l'ha fatto finora, mi pare - l'anomalia, anche se ne prendiamo atto, come lo stesso ministro ha detto poco fa, di un parere della Commissione bilancio la quale, dopo avere affermato di prescindere dalla verifica della coerenza con la normativa comunitaria, che non compete alla Commissione bilancio, esprime un parere contrario per quanto riguarda l'articolo 8-ter, comma 1, lettera a), in riferimento a mere, generiche e non specificate ragioni di copertura finanziaria. Sono sconcertato per il fatto che nessuno in quest'Assemblea affermi che si tratta di un riferimento a standard minimi, a norme minime che la direttiva europea 2005/85/CE dispone e che noi abbiamo l'obbligo di recepire. Si tratta di norme minime che il nostro paese non ha ancora riconosciuto per una scandalosa inadempienza politica e istituzionale. Siamo rimasti l'unico paese in Europa a non avere una legislazione in materia di diritto d'asilo. A me pare che i diritti costituzionalmente garantiti e l'adempimento delle direttive comunitarie in materia di norme minime da attuare possano essere sottoposti a una censura della Commissione bilancio sotto il profilo, semplicemente, della copertura finanziaria. Detto questo, credo che non ci sia alcuna possibilità di arretrare rispetto a quanto contenuto nell'emendamento 8-ter.201 della Commissione.
Forse nessuno ha più il coraggio di indignarsi o di stupirsi, ma trovo incredibile che, in un'Assemblea del Parlamento italiano, nell'anno di grazia 2006, vi sia ancora qualcuno che ha da obiettare sul fatto che il Governo, per attuare ciò che la direttiva comunitaria prevede, debba compiere scelte il più aderenti possibile al disposto di cui all'articolo 10 della Costituzione!
Ritengo indecente, dunque, il fatto che ciò scandalizzi qualcuno, trovi opposizione di qualche deputato ed incontri addirittura l'ostruzionismo di alcuni gruppi parlamentari in quest'aula! Infatti, possiamo confrontarci e perfino scontrarci sulle scelte politiche, ma sul rispetto dei diritti fondamentali, sanciti dai principi irrinunciabiliPag. 74della Costituzione (che addirittura precedono la sua prima parte), non ci dovrebbero essere né dissenso, né discussione!
Concludo, signor Presidente, formulando alcune considerazioni rispetto alla censura operata dalla Commissione bilancio e superata dall'emendamento 8-ter.201 della Commissione. Le vorrei segnalare, infatti, che il subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1 (come vedremo in seguito), presentato dai colleghi appartenenti al gruppo di Alleanza Nazionale - su cui, peraltro, è già intervenuto il collega Violante, il quale ha tuttavia avanzato proposte che, personalmente, suscitano in me forti perplessità -, è una proposta emendativa che mi indigna sotto il profilo non solo costituzionale, ma della stessa copertura finanziaria. Essa, infatti, è totalmente passibile di censure in ordine alla copertura costituzionalmente prevista per i provvedimenti normativi.
Pertanto, signor Presidente, credo che sulla proposta emendativa avanzata dalla Commissione, anche in sintonia con il Governo, potrà registrarsi la nostra convergenza quando verrà posta in votazione, sia pure con quella angoscia politico-istituzionale e legislativa che deriva dalla nostra totale inadempienza sotto il profilo di una regolamentazione costituzionalmente compatibile del diritto di asilo; su altre soluzioni che risultino addirittura ulteriormente peggiorative, tuttavia, preannunzio che non vi è alcuna disponibilità da parte nostra. Quando il Governo dovrà assumere le proprie doverose determinazioni, invece, manifestiamo la nostra disponibilità - come precedentemente accennato dal collega Violante - affinché sia prevista l'espressione di un parere parlamentare sul decreto legislativo che verrà adottato dall'esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Li Causi. Ne ha facoltà.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, mi inserisco nel dibattito parlamentare in corso dichiarando che, sulla materia del diritto di asilo dell'immigrato clandestino, il gruppo dei Popolari-Udeur non insegue, per la storia e le radici che ci contraddistinguono, soluzioni estreme o repressive. Il problema del diritto d'asilo, infatti, è molto complesso e delicato.
Vogliamo conferire al Governo un mandato affinché, nelle more dell'adozione di una regolamentazione della materia (da affrontare, ovviamente, in sede di Commissione), non modifichi la procedura attualmente vigente. Una posizione «di centro» - come quella che, per l'appunto, ci contraddistingue - è anche quella che demanda al Governo il compito di intervenire per risolvere un problema così grave. Pertanto, il nostro atteggiamento non vuole essere né garantista, né repressivo.
Vorrei ribadire che la questione che dobbiamo affrontare è notevole e noi avvertiamo la necessità di recepire la direttiva comunitaria in oggetto, poiché non è ancora vigente nel nostro ordinamento. Noi vogliamo garantire democraticamente i diritti umani di tutti, ma vorrei osservare che non è concepibile ipotizzare che, in attesa dell'emanazione della sentenza a favore di chi richiede di beneficiare del diritto d'asilo, l'immigrato circoli liberamente dove vuole, magari senza rispettare le regole.
Pertanto, noi di centro, che siamo per la solidarietà ma non vogliamo mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, riteniamo, allo stato attuale, di astenerci su tale punto perché non possiamo essere disponibili verso una norma di un simile tenore (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. A conclusione di questi interventi, do la parola ancora al ministro Bonino, che chiude la discussione. Poi torneremo, anche formalmente, all'esame dell'emendamento 1.101 del Governo.
Prego, ministro Bonino, ha facoltà di parlare.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, colleghi, ho ascoltatoPag. 75attentamente il dibattito. Consentitemi alcune precisazioni al collega Giovanardi e ad altri, senza alcuna polemica ma solo per capirci. Quello che è avvenuto è un tentativo di risolvere le questioni del diritto d'asilo in questa sede, che è ultronea e non adeguata. Voglio anche dire al collega La Russa, che prima era presente, che questo disegno di legge comunitaria è il disegno di legge del precedente Governo che noi abbiamo solo aggiornato con le nuove direttive.
Colleghi di Forza Italia, se mi ascoltate un attimo...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltate il ministro e, soprattutto, non disturbate i lavori dell'Assemblea.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Le polemiche politiche si fanno da un'altra parte: lo dico solo per precisazione.
Nel disegno di legge comunitaria Berlusconi, che noi abbiamo ripresentato ed aggiornato con emendamenti, appariva la trasposizione della direttiva 2005/85/CE approvata dal Governo Berlusconi e inserita nella legge comunitaria per essere trasposta. Il vostro Governo l'aveva inserita nella legge comunitaria all'allegato A, cioè l'allegato che dà la delega al Governo in via amministrativa, senza più passare in Parlamento. Per iniziativa del Governo e della Commissione, di tutti i gruppi, tale direttiva è stata inserita nell'allegato B, ovvero è una delega che dovrà tornare in Parlamento con i decreti legislativi di attuazione per il parere del Parlamento stesso.
Lo dico per capire che non vi è stato alcun colpo di mano. La suddetta direttiva è stata da voi approvata, è stata da voi inserita nella legge comunitaria, da voi inserita nell'allegato A, cioè quello che prevede la delega amministrativa, e da noi, con i vostri parlamentari, posta nell'allegato B proprio perché i decreti legislativi potessero tornare in Parlamento per il parere. Ripeto, stiamo parlando di una delega al Governo i cui decreti legislativi dovranno tornare in Parlamento per il parere.
Il collega Giovanardi ha detto che si tratta di una delega troppo ampia. Scusate, veramente l'avevate proposta voi in bianco nell'allegato A, come ho appena detto, e noi l'abbiamo posta nell'allegato B perché perlomeno siamo costretti a tornare in Parlamento. La richiesta di farla passare nell'allegato B è stata fatta dai vostri parlamentari e dai parlamentari della maggioranza perché voi l'avevate posta in allegato A, senza necessità di ripassare in Parlamento. Quindi, la delega l'avevate posta voi (Commenti)!
Inoltre, non era una delega in bianco, né la vostra, né tantomeno questa, tant'è che è tenuta a seguire principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2. La proposta della Commissione dice che bisogna tenere conto anche dell'articolo 10 della Costituzione. L'onorevole La Russa non è presente, ma lo dico a voi: ho già letto l'articolo 10, ma vorrei chiarire, anche al collega Giovanardi, che secondo tale articolo lo straniero «ha il diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge».
Quindi, finché non cambierà la legge, si applicherà quella vigente: mi riferisco alla cosiddetta legge Bossi-Fini, la vostra legge! In altra sede, la legge Bossi-Fini potrà essere modificata, diventando un'altra cosa. Ma, attualmente, la delega viene esercitata in base alla legge vigente.
Colleghi, il problema non è se in questa sede si può sciogliere la questione concernente il tipo di diritto di asilo; il tipo di diritto di asilo verrà definito nella legge sul diritto d'asilo. Questa delega - che voi avete chiesto e che noi abbiamo reiterato (perché così è!) - evidentemente deve rispondere ai criteri di cui all'articolo 2 del provvedimento e alla legge vigente. Quando la legge verrà modificata parleremo di un'altra cosa; ma attualmente si deve applicare la legge vigente.
Mi rivolgo ai colleghi di Alleanza Nazionale, che hanno presentato una proposta emendativa la quale prevede che il richiedente asilo, nelle more della decisione dell'autorità che esamina il ricorso, debba restare in carcere o nei centri diPag. 76permanenza temporanea: ciò non si può scrivere, perché necessiterebbe di una riforma normativa.
Attualmente, vige la vostra legge che prevede l'espulsione immediata, che voi non avete mai applicato. La legge vigente oggi prevede l'espulsione immediata: quindi, non è questa direttiva né questa delega né il disegno di legge comunitaria a cambiare l'esistente. Lo cambierà l'eventuale delega che deve tornare all'esame del Parlamento.
Spero di essermi spiegata: abbiamo fatto nostra la vostra proposta di legge, il vostro disegno di legge comunitaria e la direttiva che voi avete approvato: l'abbiamo addirittura passata all'allegato B, come voi avete chiesto! Quindi, francamente, caduta la lettera a), non capisco né mi è chiaro il problema.
Detto ciò, non ho altro da aggiungere. Politicamente, la vicenda si può strumentalizzare in tutti i modi. Ma la verità della procedura e dei fatti è esattamente quella che ho descritto.
Dopo questa spiegazione, chiederei al Presidente di tornare ad una discussione ordinata. Ripartiamo dall'esame dell'articolo 1.
Credo di aver dato tutte le spiegazioni di merito e di procedura, nonché tutte le garanzie. Non posso impedire all'opposizione di usare strumentalmente perfino le proprie leggi e le proprie direttive. Questo è veramente troppo!
PRESIDENTE. Mi sembra che l'intervento del ministro abbia chiarito le questioni sollevate. Non consento che si riapra una discussione in materia. Quando arriveremo all'esame dell'articolo 8-ter, discuteremo di tali questioni.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, chiedo di parlare...
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al regolamento (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà... A quale articolo del regolamento si riferisce?
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi riferisco all'articolo del regolamento volto a prevedere che, dopo l'intervento del Governo, possa parlare un rappresentante per gruppo. Pertanto, le chiedo la parola su quanto detto dal ministro Bonino.
Innanzitutto, caro ministro, noi ci abbiamo messo la locomotiva, ma voi ci avete aggiunto dei vagoni! Lei non può dire che il provvedimento è nostro: voi avete preso una nostra locomotiva e avete aggiunto un vagone che non condividiamo.
In secondo luogo, non è vero - come ha affermato il presidente Violante - che vogliamo tenere l'asilante nei centri di permanenza a tempo indeterminato. Con il mio emendamento 8-ter.44 abbiamo proposto che la decisione dell'autorità giurisdizionale che esamina il ricorso sia adottata entro 48 ore. Come vedete, vogliamo liberare in sole 48 ore il richiedente asilo che ne ha veramente diritto, mentre vogliamo evitare che gli altri escano utilizzando questo escamotage.
Allora, ancora una volta, il ministro non ha risposto. È vero che vi è un richiamo alla Costituzione e anche un riferimento alle leggi vigenti, ma noi chiediamo di inserire nel provvedimento cinque parole: e, comunque, evitando l'ingresso in clandestinità dei richiedenti asilo.
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, lei ha esaurito il suo tempo.
ITALO BOCCHINO. Finisco il pensiero... Se non volete scrivere questo, è perché il vostro vero intento è di far entrare tutti i richiedenti asilo...
PRESIDENTE. Ha già esaurito il suo tempo, la prego. Adesso stiamo discutendo l'emendamento 1.101 del Governo all'articolo 1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alia per un richiamo al regolamento. Ne ha facoltà. Sentiamo qual è l'articolo del regolamento evocato...
GIANPIERO D'ALIA. Mi scusi, c'è stata una richiesta, avanzata dal collega Giovanardi,Pag. 77di stralcio dei due articoli su cui non abbiamo compreso se si vuol dar seguito o meno.
Mi era parso di capire, sia dall'intervento del gruppo dell'Italia dei Valori ed anche da quello del presidente Violante, che vi fosse la necessità di un approfondimento. Ora, siccome noi come gruppo abbiamo formalizzato questa richiesta, vorremo capire come s'intende procedere.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, non c'è stata alcuna richiesta formale o almeno noi non l'abbiamo recepita come tale. Se vi è una richiesta formale di stralcio di due emendamenti, potranno intervenire un oratore a favore ed uno contro e poi votiamo. È semplice.
Quali sono i due emendamenti di cui lei chiede lo stralcio?
GIANPIERO D'ALIA. Quelli che si riferiscono agli articoli 8-bis e 8-ter.
ROBERTO GIACHETTI. Siamo all'articolo 1!
PRESIDENTE. Adesso, onorevole D'Alia stiamo esaminando l'articolo 1, che è quello che prevede la delega. Dobbiamo prima approvare questo articolo e poi esamineremo gli altri aspetti.
Ha chiesto di parlare il presidente della XIV Commissione, onorevole Bimbi.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, ha appena finito di parlare l'onorevole Bocchino... Interverrà dopo.
Presidente Bimbi, ha la facoltà di parlare.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Io penso che - e avevo chiesto la parola per questo - l'articolo 1 riguardi i criteri generali della delega e quindi, ovviamente, vada votato prima anche dello stralcio di altri articoli. Propongo che si voti l'articolo 1, che riguarda i criteri generali della delega, perché altrimenti, finché non abbiamo la delega, non possiamo proseguire l'esame degli altri articoli. Inoltre, propongo di anticipare - come già detto - gli articoli 8-bis e 8-ter che abbiamo già discusso abbondantemente. Mi pare che questa possa essere una risposta ed una soluzione anche alle richieste a norma di regolamento. Però, finché non si è votato l'articolo 1 che riguarda i criteri generali - mi sbaglierò, Presidente - non si può procedere allo stralcio.
PRESIDENTE. L'onorevole La Russa ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Sarò breve, Presidente: il mio non è un intervento ostruzionistico.
Io credo, Presidente, che la nostra opposizione a questo provvedimento sia chiara e riguarda certamente gli articoli 8-bis e 8-ter. È evidente che, fin quando non abbiamo risolto tale questione, i lavori prima che si arrivi alla votazione di quegli articoli ne risentiranno. Le chiedo se non sia il caso - e lo chiedo con cortesia ai capigruppo degli altri partiti maggioranza e all'onorevole Violante che ha parlato prima - di disporre adesso una sospensione dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo). Questa è la mia proposta e chiedo che venga posta ai voti.
La sospensione potrebbe consentire alla Commissione di valutare - senza bisogno che sia una nostra richiesta, ma è la stessa Commissione a farla propria - come accantonare la questione, in modo che, se vi si riesce in mezz'ora, poi in cinque minuti noi riusciamo a completare il provvedimento con gli articoli accantonati, stralciati e così via.
Mi sembra inutile prolungare questo «tira e molla» e magari poi la questione potrebbe essere meglio affrontata e risolta. Le chiedo, in termini di buonsenso, se vuole disporre una sospensione della seduta, perché il Comitato dei nove avanzi una proposta eventuale di accantonamento della questione controversa. Grazie.
PRESIDENTE. Precisato che l'articolo 1 assegna la delega al Governo, non si può tecnicamente parlare di stralcio dei successivi articoli, ma bisognerebbe che fossero presentati degli emendamenti all'articolo 1 soppressivi della direttiva specifica. Questo non è avvenuto e pertanto non è possibile tecnicamente procedere lungo la strada dello stralcio.
IGNAZIO LA RUSSA. La Commissione lo può fare!
PRESIDENTE. Lei adesso ha avanzato una proposta di sospensione della seduta. Io mi rimetto alla valutazione della Commissione su questa proposta.
Ha chiesto di parlare il presidente della XIV Commissione. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, in Commissione abbiamo già esperito un tentativo, su proposta dell'onorevole Pini, ma non siamo arrivati ad una soluzione. Pertanto, in questo momento, non vedo l'utilità di sospendere l'esame del provvedimento. In Commissione, dopo il dibattito di stamani, ho esperito anche personalmente un tentativo per trovare una via di uscita che permettesse di esprimere un voto unanime sul disegno di legge comunitaria 2006.
Ricordo che a carico dell'Italia pendono 244 procedure di infrazione, alcune delle quali ci costano 700 mila euro al giorno! Come ricordava il ministro Bonino, nel disegno di legge in esame abbiamo inserito cento direttive, salvando l'Italia almeno dalle infrazioni più gravi.
Oggi, in Commissione, durante il question time, abbiamo già esperito tentativi formali ed informali; non mi pare, quindi, che vi siano le condizioni per un'ulteriore valutazione del Comitato dei nove. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Dopo la valutazione della Commissione, posso semplicemente aggiungere che anche la Presidenza ha fatto il possibile per consentire un dialogo durante il pomeriggio. Capisco le esigenze dell'opposizione e persino quelle dell'ostruzionismo, però bisogna che, a questo punto, arriviamo al voto.
Ricordo che siamo passati alla votazione dell'emendamento del Governo 1.101, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia, con il quale mi scuso per non essermi accorto prima che desiderava intervenire. Ha facoltà di parlare, onorevole D'Alia
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, c'era comunque una richiesta di sospensione: avevamo chiesto che fosse la Commissione a presentare un emendamento.
In ogni caso, vorrei intervenire sull'articolo e sull'emendamento in esame - perché recepiamo questa cosa - e per dichiarazione di voto; però, rilevo che la richiesta di sospensione non è stata posta in votazione.
PRESIDENTE. Il parere della Commissione era contrario e la Presidenza ha ritenuto di adeguarvisi.
CARLO GIOVANARDI. Ma si deve votare!
PRESIDENTE. È discrezionale la decisione della Presidenza di sottoporre o meno alla votazione dell'Assemblea la richiesta di sospensione [Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
CARLO GIOVANARDI. Non è mai successo!
LUCA VOLONTÈ. È la prima volta che accade!
PRESIDENTE. Sentite le valutazioni della Presidenza della Commissione, e valutato l'andamento del dibattito oggi pomeriggio, la Presidenza ha ritenuto di non mettere in votazione la richiesta di sospensione.Pag. 79
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lion. Ne ha facoltà.
MARCO LION. Signor Presidente, poiché intervengo sull'emendamento del Governo 1.101, chiedo al signor ministro, per piacere, di ascoltarmi; come gruppo avremmo bisogno, infatti, di un chiarimento.
L'emendamento del Governo 1.101 sopprimere il riferimento, nell'Allegato B, alla direttiva europea relativa ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti gassosi. Viene in rilievo, dunque, il problema annoso, che ogni anno si ripresenta nelle nostre città, nelle nostre metropoli, dell'inquinamento atmosferico. Poiché la scelta è quella di non recepire la direttiva in parola, desidererei sapere dal ministro quale provvedimento intenda prendere il Governo per recepire comunque un'importante direttiva che renderebbe il nostro paese più vicino agli standard europei che alla situazione drammatica che viviamo tutti i giorni. Grazie.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Come lei vede, l'emendamento del Governo recita: «Al comma 1, allegato B, sopprimere la seguente direttiva...», il che non vuol dire che il Governo non recepisce la direttiva ma che non lo farà nell'allegato B, ovvero che la recepisce con una procedura semplificata, così come prevista dall'ultima legge n. 11 del 2005.
Le confermo dunque che la direttiva è presente nella delega e che verrà recepita, ma che lo sarà con un decreto ministeriale, cioè con una procedura accelerata e abbreviata, proprio tenuto conto dell'importanza del problema da lei posto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Non essendovi altre richieste di intervento...
GIANPIERO D'ALIA. Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazione di voto!
PRESIDENTE. Mi sembra che lei sia già intervenuto sull'emendamento in esame.
GIANPIERO D'ALIA. No, Presidente, avevo svolto un'introduzione sulla richiesta di sospensione; poi su tale richiesta lei ha dato la parola ad un altro collega e non ho potuto...
PRESIDENTE. Mi sembrava che fosse già intervenuto... In ogni caso, ha facoltà di parlare.
GIANPIERO D'ALIA. Presidente, è evidente che l'atteggiamento del Governo e della maggioranza ci mette in grande difficoltà, anche rispetto alla votazione dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti. Infatti, è assolutamente evidente che se si approvasse il testo dell'articolo 1 all'esame, che prevede il recepimento della direttiva 2005/85/CE, non sarebbe più possibile discutere di un eventuale stralcio degli articoli riguardanti i principi e i criteri direttivi delle deleghe.
È assolutamente evidente che, con grande e profonda delusione rispetto al dibattito che si è sviluppato, dobbiamo contestare il contenuto dell'articolo 1 nella parte in cui prevede il recepimento della direttiva, partendo dal presupposto, signora ministro, che qui nessuno mette in discussione l'applicazione di principi costituzionali o la validità dell'articolo 10. Si sta facendo, però, un'operazione che è del tutto in contrasto con l'articolo 76 della Costituzione.
Al di là del richiamo formale ai principi e ai criteri direttivi di cui all'articolo 2 del disegno di legge comunitaria, che riguardano il procedimento e l'attuazione amministrativa delle direttive (di tutte le direttive), con riferimento al recepimento della direttiva comunitaria, l'emendamento approvato dalla Commissione non offre né un principio né un criterio direttivo alla delega. Esso dice solo: «Caro Governo, siccomePag. 80noi siamo incapaci di affrontare questo tema nel merito, sbrogliatela e valuta tu, Governo, quale sia la norma più aderente all'articolo 10 della Costituzione da applicare alla disciplina sul diritto d'asilo». Stiamo veramente scherzando, signor Presidente? Non è mai successo! Rivolgo un invito al presidente Violante e capisco lo sforzo che è stato fatto.
Non voglio entrare nel merito della questione riguardo al fatto che nel disegno di legge si affronti il tema dell'immigrazione per non affrontarlo in Parlamento e che in Commissione esso viene esaminato parzialmente, con la modifica cioè dei regolamenti attuativi della Bossi-Fini da un lato, con la discussione sulla cittadinanza dall'altro, con una delega in bianco sulla legge sul diritto d'asilo, parte integrante delle politiche d'immigrazione.
I centri di identificazione, infatti, istituiti con la Bossi-Fini, che sono funzionali (insieme alle commissioni territoriali per il diritto d'asilo) a garantirne il diritto costituzionalmente tutelato, sono inseriti in un meccanismo complesso ed articolato, considerando che più del 50 per cento delle domande sul diritto d'asilo sono elusive della normativa sull'immigrazione. Non facciamo un bene ai rifugiati e agli asilanti ricorrendo a questa formula, che aggira la discussione sulle questioni centrali riguardanti i temi dell'immigrazione e del diritto d'asilo.
Vi pregherei di riflettere: non metteteci nelle condizioni di votare anche contro l'articolo 1 per un capriccio, mi sia consentito, perché non vi sono da parte vostra i presupposti politici per affrontare serenamente il tema in Commissione e in Assemblea [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini.
PIER FERDINANDO CASINI. No, Presidente, non per dichiarazione di voto, per la quale mi ritrovo pienamente in quella svolta dall'onorevole D'Alia. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Presidente, in aula vi è anche il presidente Violante che ha avuto anch'egli la responsabilità di presiedere la Camera.
Lei può, certamente - per cui la sua decisione non viola il regolamento - rifiutarsi di porre in votazione la richiesta di sospensione che le è stata avanzata. Però, lei sa meglio di me che nella conduzione dei lavori dell'Assemblea si seguono due principi ispiratori: il regolamento e la prassi. Vorrei allora sapere quante volte, nei cinque anni della mia Presidenza o nei cinque anni della Presidenza dell'onorevole Violante è stato negato il diritto all'Assemblea di votare su una richiesta di sospensione. Credo che i precedenti potrebbero dirci che non è mai stata seguita la prassi che lei sta usando in questo momento o, forse, sarà stato così per una volta o due al massimo.
Allora, la invito a riconsiderare, con molto rispetto per il suo ruolo e per la difficoltà del compito, la sua decisione per consentire che l'Assemblea si possa preventivamente esprimere in ordine alla richiesta di sospensione avanzata. D'altronde, si tratta di un voto, non di una dilazione dei tempi oltremisura [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia].
PRESIDENTE. La ringrazio, Presidente Casini, perché lei ha dato atto che il mio comportamento e la mia scelta erano conformi al regolamento. Quindi, questo punto è stato chiarito (del resto, non sarei stato così rigido se il mio comportamento non fosse stato conforme al regolamento). Lei ha anche detto che non ci sono precedenti in merito, ma posso ricordarle che tali precedenti ci sono, anche durante la sua presidenza. Tuttavia, il punto non è questo: è tutto il pomeriggio che mi prodigo per cercare di stemperare le tensioni e trovare un punto di incontro.
Sto cercando di agevolare il superamento di questa tensione e per questo non mi rifiuterò di procedere alla votazionePag. 81richiesta, anche se ciò potrebbe apparire come una smentita del mio comportamento precedente o sollevare delle critiche. Procederemo quindi al voto nello spirito che ho ricordato, però l'opposizione deve anche capire che è compito del Presidente arrivare, ad un certo punto, ad una conclusione perché non si può consentire, assecondare un atteggiamento che è puramente dilatorio.
Mi pare che oggi pomeriggio vi sia stato un confronto serio, siano state chiarite le posizioni. Non entro nel merito, ma ritengo che l'ultimo intervento del ministro Bonino abbia fornito ulteriori elementi per superare le incomprensioni che si erano determinate.
Dunque, in questo spirito, procediamo passando alla votazione della proposta di sospensione della seduta, su cui c'è già stato un pronunciamento del presidente Bimbi, a nome della Commissione.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione dei lavori dell'Assemblea per trenta minuti, così come sottoposta alla Presidenza.
(Segue la votazione).
La Camera respinge per 17 voti di differenza.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 del Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 482
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 221).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 del Governo, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 6
Hanno votato no 487).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento) e 1.201 della Commissione, accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 496).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 478).Pag. 82
Avverto che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sull'emendamento 1.104 del Governo, subordinatamente alla modifica dello stesso con l'aggiunta di una parte consequenziale che risulta riprodotta nel subemendamento 0.1.104.1 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.104.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 485
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 del Governo, nel testo risultante dall'approvazione del subemendamento 0.1.104.1 della Commissione sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere favorevole.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 480
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 496).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 del Governo, non accettato dalla Commissione, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 232).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 4), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.Pag. 83
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 234).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Misuraca 3.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Anche il Governo esprime parere contrario. Riteniamo che la materia possa essere meglio coordinata nella legge finanziaria.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prima di passare ai voti, avverto che è stata segnalata una doppia votazione da parte di un collega. Mi raccomando! Prego i segretari di vigilare e vigilerò anch'io, ovviamente. Cerchiamo di aiutarci e cerchiamo soprattutto di essere responsabili.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 450
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Misuraca 3.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 269).
Prendo atto che i deputati Grassi e Mele non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 6), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 484
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Grassi e Mele non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 8), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì430).
Prendo atto che il deputato Fitto non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 6-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 9).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Pini 0.6-bis.100.1, accetta l'emendamento 6-bis.100 del Governo, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Pini 6-bis.41.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prima di passare ai voti, per chiarezza, vi leggo il testo del subemendamento Pini 0.6-bis.100.1:
«All'emendamento 6-bis.100. del Governo, capoverso articolo 15-bis:
al comma 1, alinea, dopo le parole: dalle Camere aggiungere le seguenti: e alla Corte dei conti.
Al comma 2, dopo le parole: dalle Camere aggiungere le seguenti: e alla Corte dei conti».
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pini 0.6-bis.100.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 484
Hanno votato no 6).Pag. 85
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.100 del Governo, accettato dalla Commissione, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 483
Astenuti 5
Maggioranza 242
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 206).
L'emendamento Pini 6-bis.41 è pertanto precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 484
Astenuti 6
Maggioranza 243
Hanno votato sì 267
Hanno votato no 217).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Zeller 0.7.100.1. La Commissione raccomanda poi l'approvazione del suo emendamento 7.100, ed invita i presentatori a ritirare l'emendamento Zeller 7.40.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Zeller 7.40.
Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sul subemendamento Zeller 0.7.100.1 ed accetta l'emendamento 7.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zeller 0.7.100.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 282
Hanno votato no 209).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 281
Hanno votato no 205).Pag. 86
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 276
Hanno votato no 218).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pini 8.3, 8.4 e 8.2, mentre accetta l'emendamento 8.100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sugli emendamenti Pini 8.3, 8.4 e 8.2, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.100.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 8.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per evidenziare una questione di carattere esclusivamente lessicale che potrebbe emergere nell'interpretazione della direttiva che andiamo a recepire. Come è noto, la direttiva in questione recepisce i nuovi massimali assicurativi sia per i danni procurati alle persone fisiche sia per quelli riportati dagli automezzi coinvolti. È probabile, come è già successo altre volte, che in fase di traduzione della direttiva dalla lingua originale in italiano sia stato commesso un errore. L'emendamento in questione, che non ha alcuna finalità politica, intende chiarire, al fine di evitare interpretazioni un po' troppo estensive, che al comma 1, capoverso articolo 26-bis, comma 1, lettera a), numero 2), si fa riferimento solo ed esclusivamente ai mezzi coinvolti e non anche alle vittime.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 257).Pag. 87
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 8.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare l'importanza di questo emendamento - che è un ulteriore emendamento di natura tecnica che va in direzione della tutela dei consumatori, quindi degli utenti e dei fruitori delle assicurazioni - perché riteniamo che ci possa essere il rischio, nell'applicazione di questa nuova direttiva comunitaria, di un aumento indiscriminato delle tariffe assicurative. Quindi, mi rivolgo anche alla sinistra, che si è sempre dichiarata molto sensibile al rischio di aumenti tariffari per il costo della vita complessivo.
In questo caso, si richiede semplicemente che sia l'ISVAP - quindi, un istituto super partes - a vigilare affinché nell'applicazione di questa direttiva non vi siano aumenti indiscriminati da parte delle compagnie assicurative. Di conseguenza, chiedo un'attenzione particolare per questo emendamento, sottoscritto anche dal vicecapogruppo della Lega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.100 del Governo.
Ricordo che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sul testo del disegno di legge subordinatamente all'approvazione di tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 298
Astenuti 197
Maggioranza 150
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 265
Hanno votato no 223).
Passiamo all'esame dei subemendamenti presentati all'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei subemendamenti 0.8.0100.1 e 0.8.0100.2 ed accetta l'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 88EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo accetta i subemendamenti 0.8.0100.1 e 0.8.0100.2 della Commissione e raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 8.0100.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo subordinatamente alla modifica del comma 3 del capoverso nei termini previsti dal subemendamento 0.8.0100.1 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.0100.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 483
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.0100.2 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 481
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Pelino non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo nel testo subemendato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 464
Hanno votato no 15).
(Esame dell'articolo 8-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi non siamo contrari all'introduzione diPag. 89norme che semplificano le procedure di ingresso nel nostro paese di soggetti che si occupano di ricerca scientifica. Oggettivamente in passato è accaduto che nella gestione di tale tipologia di personale, le cui problematiche sono diverse da quelle dei flussi di ingresso di immigrati, vi siano stati problemi oggettivi di carattere generale. In linea di principio non siamo neanche contrari alla circostanza che la domanda possa essere accolta anche quando il soggetto si trova già in Italia, per evitare di incorrere nel meccanismo presente nella legge Bossi-Fini e consistente nell'uscita, nel successivo reingresso e così via.
Ciò che invece non riesco a comprendere è il motivo in base al quale la relatrice ha espresso parere contrario sull'emendamento Pini 8-bis.42. In esso infatti si specifica che il meccanismo di uscita e di reingresso per tali lavoratori addetti alla ricerca non si applica in caso di soggetti che risiedono e lavorano sul territorio nazionale in forza di un titolo di soggiorno valido e regolare.
Certamente non voglio immaginare che attraverso l'approvazione dell'articolo 8-bis si intenda introdurre una sanatoria camuffata, cioè a dire che i ricercatori presenti in Italia senza permesso di soggiorno vengono sanati addirittura non a seguito dell'approvazione della delega, perché la norma presente all'ultimo capoverso dell'articolo 8-bis ha contenuto immediatamente precettivo e quindi non è rivolta soltanto all'azione normativa del Governo.
Pertanto, ritengo opportuno che la relatrice, il Governo e la Commissione modifichino il parere sull'emendamento Pini 8-bis.42 per metterci nella condizione di votare tale norma che sul piano del merito condividiamo.
Se così non fosse, visto che l'interpretazione possibile è quella di una sanatoria camuffata, saremmo costretti a votare in senso contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, è stato già spiegato che tale fattispecie non ha nulla a che fare con quella di cui abbiamo parlato in precedenza. Infatti, si tratta di numeri limitatissimi e relativi ai ricercatori. Semplicemente vogliamo sottolineare l'importanza che il Governo si avvalga della possibilità di cui all'articolo 14, comma 3, della direttiva, che già prevede il requisito che le domande presentate dai cittadini di Stati terzi, già presenti sul territorio, siano conformi alla legislazione nazionale.
Quindi, non serve assolutamente a nulla aggiungere il termine «regolarmente» perché così è già pienamente stabilito dalla direttiva. Pertanto, esso risulta perfettamente pleonastico. È chiaro che la domanda verrebbe respinta se chi la presenta si trovasse in situazioni di irregolarità. Ripeto che si tratta di ricercatori per i quali sono previsti una serie di criteri che limitano moltissimo i casi di cui all'articolo 14, comma 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, chiedo al Governo di fornire spiegazione più puntuali sul fatto che non si voglia approvare l'emendamento Pini 8-bis.42.
Evidentemente, tutte le considerazioni fatte prima dal ministro Bonino cadono su questo emendamento per il semplice motivo che si sta configurando realmente il tentativo di demolire la legge Bossi-Fini. Abbiamo sentito prima l'onorevole Boato spiegarci che vi è una sorta di accanimento nei confronti di cittadini extracomunitari che chiedono di entrare nel nostro paese per fini di ricerca scientifica.
Il principio generale non è contestabile, anzi ben vengano persone che possano concorrere al miglioramento delle nostre conoscenze scientifiche. Ciò che è contestabile è il modo in cui è scritto il principio di delega e l'applicazione in concreto che noi ravvisiamo. È attraverso questa fattispecie che riteniamo venga mostrata realmente la volontà di demolire la leggePag. 90Bossi-Fini aggirandola. Ciò per il semplice motivo che all'estero esistono fior fiori di titoli di studio falsi, costruiti appositamente per aggirare la normativa attuale, dove sono contenute delle attestazioni da parte di inesistenti istituti che consentono di avere titoli assolutamente aleatori, attraverso, ad esempio, dei non riconoscimenti quando questi titoli di studio fanno riferimento a degli studi di ingegneria, di architettura o di ricerca privata, che vanno considerati come carta straccia.
La necessità di fare riferimento almeno a persone che si trovano regolarmente sul nostro territorio rappresenta una condizione minima indispensabile che pone il ministro al riparo da tutte le precisazioni fatte prima, che cadono rispetto all'applicazione in concreto. Ancora una volta si vuole utilizzare la legge comunitaria per aggirare delle norme in contraddizione con quanto dichiarato prima dal ministro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Intervengo anzitutto per aggiungere la mia firma all'emendamento 8-bis. 42 del collega Pini, illustrato dal collega D'Alia. Ritengo che in quel «regolarmente» vi sia il minimo di buon senso per introdurre una norma di questo tipo che eviti i sospetti che il collega Gibelli ha prima illustrato. Credo che aggiungere questa parola non tolga alcunché alla logica dell'articolo 8-bis, ma renda invece più chiara l'indicazione della acquisizione di capacità scientifiche effettive da parte di gente che già regolarmente vive sul territorio del nostro paese. Ritengo pertanto che questo emendamento debba essere approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, mi associo anch'io a questa richiesta, che mi sembra di buon senso. Per quanto ci riguarda, voteremo naturalmente a favore di questo articolo 8-bis che recepisce la direttiva. Se noi scriviamo che la domanda di ammissione può essere accettata anche quando il cittadino in questione si trova in Italia a titolo di studio, di turismo, di soggiorno temporaneo, ci sta bene. Non voglio fare processi alle intenzioni, ma se togliamo il termine «regolarmente» in teoria la domanda potrebbe essere accolta anche se il soggetto si trova in Italia senza alcun titolo, il che mi sembra una forzatura. Del resto lo stesso relatore e gli stessi colleghi della maggioranza hanno detto che si intende comunque che egli deve trovarsi in Italia con un titolo valido di permanenza sul nostro territorio; non vedo cosa costi allora accettare di inserire il termine «regolarmente» in modo da fugare ogni dubbio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, vorrei ricordare che esiste già l'articolo 27 del testo unico in materia che, al comma 1, prevede le modalità che consentono l'ingresso in Italia, sulla base di una specifica procedura e fuori quota, dei professori universitari e dei ricercatori destinati a svolgere in Italia un incarico accademico o un'attività retribuita di ricerca presso università, istituti di istruzione e di ricerca operanti in Italia. Per entrare in Italia i ricercatori non comunitari devono, come tutti i cittadini stranieri, essere in possesso di un visto di ingresso, rilasciato da una rappresentanza diplomatica consolare italiana. Siamo, quindi, fuori dal discorso dei flussi e rientriamo nel caso specifico dell'articolo 27.
Se tutto ciò è già previsto, come consacrato nel fascicolo del Servizio studi, secondo cui si tratta di una procedura estremamente semplificante e semplificata, come ben sappiamo, non si può che trarre la convinzione che la norma della quale stiamo parlando possa riguardare anche coloro che si trovano in Italia senza il permesso e, quindi, in condizione di clandestinità (sono entratiPag. 91per ragioni di turismo o, comunque, si sono resi clandestini).
Quindi, le nostre sono obiezioni estremamente fondate, perché, poi, ad una norma si deve dare, come noto, un'interpretazione letterale.
Se anche si vuol dare un'interpretazione sistematica, occorre fare riferimento all'articolo 27 del testo unico in materia, affermando che, se sussiste già tale previsione, secondo l'articolo cui mi riferivo, questa nuova normativa, se deve prevedere qualcosa di nuovo per giustificarsi, riguardando persone che dispongono di un particolare titolo o di una particolare qualifica, permette di assumere tali soggetti, anche se sono entrati in Italia clandestinamente o sono diventati clandestini, con tutte le riserve delle quali parlava il collega Gibelli.
Con questa norma si apre un vulnus incredibile nel sistema posto in essere dalla legge Turco-Napolitano, come integrata dalla legge Bossi-Fini, perché, questa volta, si parlerà di ammissione di cittadini a fini di ricerca scientifica. Badate bene: non si parla di ricercatori scientifici o di professori, ma si fa riferimento genericamente ai fini di ricerca scientifica; in tale espressione può rientrare di tutto (il giudizio su questi fini generici di ricerca scientifica si capisce chi lo darà) ed, in tal modo, si continuerà ad aprire tale vulnus, andando a ricomprendere altre categorie, fino ad arrivare al vostro obiettivo: regolarizzare i clandestini, senza prevedere la procedura di afflusso dall'estero previo lavoro, con permesso di soggiorno a fini lavorativi, come viene stabilito correttamente in seguito all'integrazione da parte della legge Bossi-Fini della legge Turco-Napolitano. In questo modo, si scassa completamente il sistema, riempiendo il nostro paese di irregolari.
Questo vi fa capire come la nostra posizione e la nostra opposizione non siano cervellotiche, ma fondate su logiche ben precise.
Pertanto, quando ci viene chiesto il motivo per cui ci si preoccupa dell'articolo 8-bis, rispondo al caro e stimatissimo amico Boato, facendo riferimento a quelle ragioni che, forse, egli non ha potuto considerare a fondo. Quindi, questo articolo concepito in questo modo non può andare: o si aggiunge, come è stato detto, il termine «regolarmente» oppure saremo costretti ad esprimere un voto contrario.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, la Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere favorevole sull'emendamento Pini 8-bis.42, che prevede l'inserimento del termine «regolarmente». Tuttavia, si tratta di un pleonasmo, anzi è peggio. Infatti, le figure del ricercatore scientifico sono tante e così diverse che la formulazione che avevamo adottato mirava a risolvere il problema di colui che era già regolarmente presente sul territorio dello Stato italiano e che era costretto a recarsi all'estero per assumere un contratto. Come sapete - nella precedente legislatura abbiamo discusso per un determinato periodo di tempo sulla riforma dell'università - le figure contrattuali sono tantissime, ma quelle a tempo indeterminato sono pochissime.
In ogni caso, poiché vogliamo dimostrare (e chiedo al Governo la stessa disponibilità) che non è la «regolarità» che ci crea problemi, ma che avevamo trovato una formula tecnica che desse continuità ad alcuni tipi di figure, accettiamo l'espressione «regolarmente», anche se è puramente pleonastica.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, se tutti si sentono più tranquilli, non c'è problema. Il Governo lo dava per scontato.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.Pag. 92
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti soppressivi Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8-bis.42, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 457
Hanno votato no 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 459
Astenuti 15
Maggioranza 230
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Dovremmo ora passare all'articolo 8-ter.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, anch'io avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Onorevole Pini, lei non l'ha specificato subito e ormai ho dato la parola all'onorevole La Russa.
Prego, onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, questa fase di votazioni, che ha visto sostanzialmente l'approvazione all'unanimità di tanti articoli, fa giustizia rispetto all'ipotesi che vi fosse un'opposizione preconcetta a questo provvedimento. Ora siamo giunti ad punto che ci divide, ma ci divide non per propaganda, bensì perché su questo non si è trovata una posizione comune.
Lo sforzo, più volte ribadito, della maggioranza di volere individuare punti di incontro in quest'aula, specie su un provvedimento di recepimento di direttive comunitarie, mi sembra debba essere espresso in questo momento. Vorrei avanzare, Presidente, una proposta concreta.
Presidente, parlerò quando catturerò la sua attenzione, ma non ho fretta...
PRESIDENTE. Lei ha sempre la mia attenzione.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, è troppo buono, ed io non so come ringraziarla.
Vorrei avanzare una proposta concreta.
La proposta è quella di accantonare, al momento, l'articolo 8-ter e le relative proposte emendative, e di procedere, con la stessa serenità, rapidità e senza tensione, alle votazioni successive. In altri termini, si tratta di lasciare per ultima la votazionePag. 93sull'articolo 8-ter e di concludere i lavori, questa sera, prima di procedere alla votazione di tale articolo. In questo modo, la Commissione ha il tempo, se vuole, di approfondire la possibilità di trovare un punto d'incontro. Domani mattina, si potrebbe concludere tutto in un quarto d'ora, perché resterebbero soltanto una votazione, le dichiarazioni di voto finale - che saranno necessariamente brevi, in quanto i gruppi hanno esaurito il tempo a disposizione - e il voto finale.
Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che vuole evitare una dura contrapposizione che, altrimenti e inevitabilmente, si creerebbe se anche questa cortese richiesta fosse considerata ostruzionistica o priva di valore. Sono certo della valutazione serena di questa proposta, signor Presidente.
PRESIDENTE. C'è, dunque, una proposta di accantonamento dell'articolo 8-ter, sulla quale la Commissione si deve pronunciare. L'onorevole La Russa propone di accantonare l'articolo 8-ter, di procedere alla votazione di tutti gli altri articoli entro questa sera e di rinviare a domattina la trattazione dell'articolo accantonato e la votazione finale sul provvedimento. In proposito, ascoltiamo il parere della Commissione e darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro, prima di procedere al voto.
Prego, onorevole Bimbi.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. La Commissione è favorevole all'accantonamento, purché si voti questa sera l'articolo 8-ter, sul quale abbiamo già discusso abbastanza.
PRESIDENTE. Quindi, il parere della Commissione non è favorevole.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Siamo favorevoli ad un accantonamento, nel senso che lo esamineremo alla fine, votando però tutti gli articoli questa sera.
PRESIDENTE. La proposta non è questa. Lei deve esprimersi sulla proposta dell'onorevole La Russa, il quale ha chiesto di procedere nella seduta di domani alla votazione dell'articolo 8-ter.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Io ho formulato un'altra proposta.
PRESIDENTE. Lei deve pronunciarsi, però, su una proposta che è già stata avanzata.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Allora, nella forma in cui è stata presentata dall'onorevole La Russa, sono contraria.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che la Commissione stia ancora valutando...
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Mi pare di aver compreso che l'onorevole La Russa propone di rinviare la votazione dell'articolo 8-ter a domattina. La Commissione è contraria su questo, per cui non accediamo alla proposta dell'onorevole La Russa.
PRESIDENTE. Presidente Bimbi, formalmente la proposta è quella di un accantonamento e, quindi, si deve porre in votazione la proposta di accantonamento. Poi, vedremo come disciplinare l'ordine dei lavori, come procedere.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Sull'accantonamento, allora, la Commissione esprime una valutazione favorevole.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta, avanzata dall'onorevole La Russa, di accantonare l'esame dell'articolo 8-ter.
(Segue la votazione).
La Camera approva per 342 voti di differenza.
Pag. 94(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 13), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 456
Hanno votato no 5).
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 14), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 466).
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.040 è inammissibile e che l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.041 è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo, pertanto, all'esame dell'articolo 12
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 15), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 469).
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 16), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 414).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 17).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bellotti 14.40, mentre accetta l'articolo aggiuntivo 14.0100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bellotti 14.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, non so se l'emendamento da me presentato, il quale propone di sopprimere alcune parole del testo dell'articolo in esame, sia stato letto con attenzione. Se l'articolo 14 venisse approvato nella sua attuale versione, infatti, creerebbe una discriminazione tra prodotti identici nella formulazione, ma che presentano una diversa denominazione commerciale. Ciò, di fatto, penalizzerebbe le uniche imprese che investono in ricerca ed innovazione scientifica, specie laddove tali prodotti trovano applicazione, vale a dire quelle operanti nel comparto dell'agricoltura biologica.
Se non dovesse essere approvato il mio emendamento, dunque, una parte consistente dei formulati impiegati nell'agricoltura biologica (vorrei ricordare, al riguardo, che in tale ambito il nostro paese è il primo in Europa ed il terzo nel mondo) incontrerebbe costi assolutamente incompatibili e insopportabili per il settore.
Pertanto, dal momento che la nostra agricoltura biologica è la prima in Europa, votando contro la mia proposta emendativa si delibererà contro l'impiego di mezzi tecnici nell'ambito dell'agricoltura biologica stessa (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellotti 14.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 470
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.0100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 402
Hanno votato no 71).
(Esame dell'articolo 15-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 18).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Quartiani 15-bis.42 e Saglia 15-bis.43.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione e parere contrario sugli emendamenti Quartiani 15-bis.42 e Saglia 15-bis.43.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'importanza di questo argomento. Per lungo tempo in Parlamento si è discusso, nelle Commissioni competenti, sul tema degli incentivi alle fonti rinnovabili. All'interno di questi ultimi si insidiano molto spesso incentivi ingiustificati e superiori a quanto previsto dalla normativa. Quindi, un intervento legislativo in questo senso potrebbe essere positivo. Al contrario, non è auspicabile che vi sia un intervento che non distingue tra le diverse fonti che vengono incentivate. In particolare, si tratta del problema relativo alle cosiddette fonti assimilate.
Pertanto, credo sia una scelta saggia quella compiuta da parte della Commissione di rinviare questo argomento alla normativa di settore, soprattutto per salvaguardare quelle fonti rinnovabili che possano essere riscontrate per quanto attiene all'attività di efficienza energetica e di risparmio energetico. Mi riferisco soprattutto al tema della cogenerazione e del teleriscaldamento urbano, attività che consentono di raggiungere gli obiettivi relativi al protocollo di Kyoto e di ridurre, quindi, le sostanze inquinanti emesse in atmosfera, mettendo in condizione l'Italia di rispettare la normativa relativa all'inquinamento atmosferico ed ai cambiamenti climatici, che l'Italia fa molta fatica a rispettare.
Dunque, credo sia importante rinviare la discussione alla sede più propria, quella degli interventi in campo energetico, e non trattarla nel contrasto della legge comunitaria, sede in cui necessariamente un tema così complesso e delicato sarebbe affrontato in maniera non adeguata (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Avverto che dall'eventuale approvazione degli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, soppressivi dell'articolo 15-bis, risulteranno preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 15-bis, nonché la votazione del medesimo articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 461
Hanno votato no 6).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1 perché riteniamo più utile una maggiore flessibilità, collega Pini, e mi sembra che la nostra formulazione presenti margini di flessibilità maggiori.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 16.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei sottolineare che lo scopo dell'emendamento in esame è proprio quello di evitare strumentalizzazioni nella formazione dei cosiddetti tavoli ai quali il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe fare riferimento nello svolgimento della sua funzione. Ormai è una consuetudine che tali forme stabili di collaborazione diventino costi ed oneri accessori, soprattutto a carico degli enti locali - e sappiamo benissimo quali sono state le diatribe politiche sugli eventuali tagli agli enti locali -, che non riteniamo assolutamente necessari in questo momento.
Quindi, il mio emendamento 16.1, che prevede genericamente il termine «collabora», senza stabilire forme stabili di collaborazione, va nella direzione di una gestione della finanza pubblica il più possibile oculata.
Pertanto, rivolgo nuovamente un appello alla sinistra, visto che si tratta di temi che stanno a cuore anche ai suoi esponenti (mi riferisco al risparmio e ai tagli agli sprechi della finanza pubblica), affinché voti a favore del mio emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo brevissimamente, dopo aver ascoltato la motivazione espressa dal collega Pini poco fa. Vorrei annunciare il mio voto contrario sull'emendamento in esame, come del resto suggeriscono la Commissione e il Governo. Tuttavia, vorrei suggerire al collega Pini di considerare il fatto che il suo emendamento produrrebbe esattamente l'effetto opposto. Mentre il testo del disegno di legge stabilisce che, per lo svolgimento dei suoi compiti, il Ministero dello sviluppo economico può avvalersi delle camere di commercio e può definire forme stabili di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni, il suo emendamento ricomprende tutto ciò nella parola «collabora». Ovviamente, l'indicativo nel testo di legge diventa un obbligo di legge. Quindi, si prevede che il ministero collabora con altre pubbliche amministrazioni. Tuttavia, proprio perché si tratta di un testo elastico - come ha detto poco fa il ministro -, le altre pubbliche amministrazioni non sono indicate: vi è un obbligo di collaborare con altre pubbliche amministrazioni. Ma sarebbe paradossale: un obbligo da una parte e una totale indeterminatezza dall'altra!
Pertanto, senza nessun pregiudizio di carattere ideologico, mi sembra che nel merito l'emendamento sia inadeguato a risolvere il problema che ha posto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 244).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 458
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 20).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.201. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Misuraca 17.3, perché il contenuto di tale emendamento è già stato ricompreso, su richiesta della XIII Commissione, nell'emendamento 17.201 della Commissione. Infine, il parere è contrario sull'emendamento Misuraca 17.40.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 17.201 della Commissione. Per quanto concerne l'emendamento Misuraca 17.3, esso sarebbe assorbito nel caso di approvazione dell'emendamento 17.201 della Commissione.
Il Governo, infine, esprime parere contrario sull'emendamento Misuraca 17.40.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.201 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 13).
Avverto che, con l'approvazione di questo emendamento, risulta assorbito l'emendamento Misuraca 17.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misuraca 17.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 264).Pag. 99
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 448
Hanno votato no 13).
(Esame dell'articolo 18-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 21).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Anche il Governo esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 213).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 218).
(Esame dell'articolo 18-ter - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18-ter e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18-ter.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 386
Hanno votato no 19).Pag. 100
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi presentati.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Pini 18-ter.04 e Pini 18-ter.05.
Il parere è, altresì, contrario sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.06, mentre è favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo, nonché sugli articoli aggiuntivi 18-ter.0101, 18-ter.0102, 18-ter.0103 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi Pini 18-ter.04, 18-ter.05 e 18-ter.06. L'articolo aggiuntivo D'Agrò 18-ter.040 è stato dichiarato inammissibile. Il parere è favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo e il Governo raccomanda altresì l'approvazione dei suoi articoli aggiuntivi 18-ter.0101, 18-ter.0102 e 18-ter.0103.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, intervengo per annunciare il ritiro del mio articolo aggiuntivo 18-ter.06 e per sottolineare il mantenimento dei miei articoli aggiuntivi 18-ter.04 e 18-ter.05, che riguardano una discussione che in Parlamento e in XIV Commissione viene fatta già da tempo, cioè quella relativa al ruolo delle istituzioni, quali il Parlamento italiano nella fase sia ascendente sia discendente, nel recepimento delle direttive dell'ordinamento comunitario.
Anche queste sono proposte emendative che non hanno un colore politico, ma semplicemente vogliono dare un ruolo al Parlamento, oltre che alla Commissione di cui noi facciamo parte, più importante, più pesante rispetto a quelle che sono le decisioni che vengono prese a Bruxelles. Dunque, la richiesta di esame parlamentare, che deve essere non solo discrezionale da parte del Governo, ma deve rappresentare una pratica abbastanza diffusa qualora si tocchino temi importantissimi come la ricerca e la bioetica, è legata al fatto che il Parlamento abbia la possibilità di porre questa riserva di esame parlamentare in maniera molto più snella di come si prevede adesso.
PRESIDENTE. Avverto i colleghi della Lega Nord Padania che con questo intervento hanno esaurito il tempo a loro disposizione, già integrato di un terzo concesso dal Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Intervengo anzitutto per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05. Mi sembra che sia utile a tutta l'Assemblea fare una riflessione su questa proposta emendativa. Non voglio tornare su una vicenda che ha visto contrapposte opinioni e condivisioni etiche diverse al Senato e ci ha visto su fronti diversi, sul piano politico, nel commentare gli atti di un ministro della Repubblica di qualche mese fa.
Mi riferisco alla decisione del ministro Mussi, poi certificata come decisione del Governo, di ritirare la firma dal cosiddetto blocco di minoranza.
L'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05 non soltanto va incontro all'esigenza, rimarcata dall'onorevole Pini, di dare un ruolo maggiore al Parlamento ma, in ogni caso, qualunque fosse la maggioranza in futuro, darebbe anche la possibilità, attraverso gli organi parlamentari, di discutere e di decidere prima che, chiunque vinca le elezioni, qualche ministro possa prendere una decisione su temi che - lo ricordo all'Assemblea - tutti definiscono eticamente sensibili e sui quali volutamente, nell'ultima campagna elettorale, ognuno ha espresso le sue opinioni, che non sono parte integrante ed esplicita dei programmi elettorali.
Quale migliore occasione dell'esame del disegno di legge comunitaria per modificarePag. 101il procedimento e per accrescere i poteri del Parlamento, ed il dibattito, su un tema che nei mesi scorsi, poco prima della chiusura estiva, ci ha visti discutere così intensamente, dopo una decisione presa (che il Parlamento, in qualche modo, con il voto del Senato sulle mozioni, poteva anche modificare ove si consideri che tra le due posizioni vi era una differenza di quattro o cinque voti)?
Mi sembra che, rispettando qualsiasi tipo di maggioranza, la procedura rispetti anche, su questioni eticamente sensibili, la volontà del Parlamento, indipendentemente dalla volontà personale di un singolo ministro o di un singolo Governo. Per questo, invito chiunque, indipendentemente dalle convinzioni etiche, morali (sui temi della bioetica, distinte dalle mie), a considerare positivamente l'emendamento in esame, che tutela il Parlamento e, nel contempo, fa realmente in modo che questioni eticamente sensibili restino fuori dalle costrizioni, dai recinti di ogni singola coalizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, posto che sono sicuramente condivisibili alcune delle considerazioni svolte dall'onorevole Volontè, desidero sottolineare che già oggi il Parlamento ha la possibilità di apporre la riserva parlamentare su qualunque tema si discuta in sede di Consiglio dei ministri. Quindi, si tratta di una possibilità che il Parlamento può esercitare già oggi (Commenti del deputato Volontè). È perfettamente inutile, è pleonastico, stabilire che su qualunque aspetto della ricerca si debba obbligatoriamente apporre la riserva parlamentare, perché possiamo già farlo!
Non si tratta neppure di aumentare le prerogative del Parlamento. Sono d'accordo sul fatto che il Parlamento debba vedere accresciuto il suo ruolo in materia nella fase ascendente; tuttavia, la legge approvata dalla precedente maggioranza lo prevede già. Quindi, non vediamo l'utilità di una previsione specifica.
LUCA VOLONTÈ. È l'attuazione della procedura che è diversa, come lei sa!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, mi sembra che le osservazioni del collega Volontè siano di normale buon senso. Ricordando l'ambiguità e, spesso, il burocratismo che caratterizzano le scelte del Consiglio dei ministri dell'Unione europea e, ancor prima, dei membri della Commissione europea, credo che, di fronte a temi di estrema delicatezza (relativamente ai quali si sono verificati episodi certamente non commendevoli, anche all'inizio di questa legislatura), sia opportuno ribadire il principio dell'intervento, nella fase ascendente come in quella discendente, del Parlamento nazionale, in particolare del Parlamento italiano.
Pertanto, aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, anch'io desidero aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame, esprimendo in tal modo il mio favore per un emendamento che, a mio avviso, comincerebbe ad instaurare una nuova cultura: quella secondo la quale certi temi, che sono precisamente le sfide che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni, vanno trattati con assoluta libertà di coscienza.
Io credo che sia fondamentale separare qualsiasi scelta di questo tipo da logiche che, inevitabilmente, talvolta pesano nelle decisioni di ciascuno di noi. Lo ritengo un argomento fondamentale, che pone una questione di metodo - e mi rivolgo anche al Governo - che è quella di riportare in Parlamento per fare in modo che i rappresentanti, in senso più ampio, del popolo possano affrontare temi così delicati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 444
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 228).
Prendo atto che il deputato Trupia ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 444
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Prendo atto che l'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.06 è stato ritirato.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo D'Agrò 18-ter.040 è stato dichiarato inammissibile.
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Intervengo a titolo personale. Vorrei far presente che l'approvazione di questo emendamento, e la conseguente cancellazione della legge n. 250 del 2000, significherebbe consentire che il latte destinato ad uso di alimentazione umana non venga segnalato e che quindi possa finire, con frodi che non sono nuove in questo paese, nella catena alimentare umana.
Occorre quindi fare attenzione (è vero che è una norma che difficilmente trova applicazione per problemi tecnici in quanto comunque significherebbe togliere una garanzia per i consumatori di latte e quindi anche per i bambini) al fatto che alcuni prodotti caseari, soprattutto in polvere, non destinati all'alimentazione umana, finiscano comunque in qualche mozzarella o nel latte in polvere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo, accettati dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 201).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
ANTONIO ATTILI. Ho chiesto di parlare, Presidente!
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Attili, ormai ho indetto la votazione; lePag. 103darò la parola subito dopo la chiusura della votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 398
Astenuti 13
Maggioranza 200
Hanno votato sì 391
Hanno votato no 7).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Mi scusi, onorevole Attili, non l'avevo vista prima di dichiarare aperta la votazione. Le do la parola, anche se ormai la votazione è chiusa (Commenti). Prego, onorevole Attili, le ho dato la parola... Mi scuso perché ancora non ci conosciamo tutti personalmente ed è avvenuto un inconveniente di cui mi assumo tutta la responsabilità. Chiedo scusa all'onorevole Attili e le chiedo di intervenire adesso per lasciare agli atti la sua dichiarazione, anche se nel frattempo abbiamo già proceduto all'approvazione dell'emendamento su cui intendeva intervenire.
ANTONIO ATTILI. Presidente, mi scuso per l'incidente, però ci tengo ad esprimere la mia valutazione sull'emendamento appena votato, che è pesante perché, Presidente, scardina la clausola di protezione sociale, che ha rappresentato uno strumento importante per gestire i problemi sociali seri, che si sono generati al momento della liberalizzazione dei servizi di handling negli aeroporti italiani.
Faccio notare al Presidente e al ministro che la IX Commissione, su questo emendamento, all'unanimità si è espressa in senso contrario e che il rappresentante del Governo, in quel contesto, si è rimesso al parere della Commissione, per cui con una certa sorpresa e inopinatamente ritrovo nel fascicolo questo emendamento presentato dal Governo.
L'articolo 14 del codice della navigazione è stato modificato due volte, nel 2005 e nel 2006, per rispondere ad una sentenza della Corte di giustizia, che ritenne la prima formulazione incompatibile con la direttiva recepita dal Governo italiano. Il Parlamento, con intervento molto importante - anche in questo caso unitario -, lo ha novellato due volte per rispondere a quelle obiezioni. Adesso, su un parere motivato della Commissione europea, il Governo, sostanzialmente, scardina questo importante strumento di governo dei processi di liberalizzazione all'interno degli aeroporti, eliminando nel contempo la funzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile che, per legge, certifica gli handler che lavorano negli aeroporti, affidando questa importante questione congiuntamente al ministro dei trasporti e a quello del lavoro: non si capisce però con quali strumenti e con quali persone si dovrebbero effettuare questi controlli.
Ecco perché ritengo che il voto favorevole poc'anzi espresso sia un errore grave, un danno per le imprese serie, per i lavoratori e per il nostro paese. Quindi, essendosi già votato, spero che rimanga agli atti la mia posizione.
PRESIDENTE. Onorevole Attili, rimarrà agli atti la sua posizione. Nel Parlamento europeo, affinché non si avverta la frustrazione di una dichiarazione di voto svolta dopo il voto, accade sempre così: abbiamo applicato casualmente una norma del Parlamento europeo (Commenti).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0102 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 252
Astenuti 191
Maggioranza 127
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 2).Pag. 104
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0103 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 256
Astenuti 188
Maggioranza 129
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 1).
Colleghi, anche in considerazione dell'ora, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
È altresì rinviata ad altra seduta la trattazione dei restanti punti inseriti all'ordine del giorno.