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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative diplomatiche a seguito delle reazioni suscitate da recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI - n. 3-00227)
PRESIDENTE. L'onorevole Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00227 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ELIO VITO. Onorevole Rutelli, come vede anche altri gruppi parlamentari hanno ritenuto che, rispetto alle gravi distorsioni del discorso fatto dal Papa Benedetto XVI sulla cristianità e sulla crisi che c'è oggi tra il mondo occidentale e la religione musulmana, la reazione del nostro Governo sia stata timida, incerta, troppo prudente.
Invece, noi ci aspettavamo che proprio il Governo dell'Italia, il Governo della città di Roma e il Governo che ospita il Papa e lo Stato del Vaticano, il Governo della capitale della cristianità avesse ben presente come una delle cause delle tragedie del ventesimo secolo, alle quali lei si è richiamato, sia stata l'incertezza delle risposte delle democrazie parlamentari.Pag. 42
Rispetto a quanto accaduto, rispetto alla distorsione delle parole del Pontefice, rispetto ad attacchi, minacce, accuse provenienti da Governi di Stati con i quali noi intratteniamo normali relazioni diplomatiche, il nostro Governo non può permettersi queste incertezze. Lei ha avuto il pudore di non ricordare le parole «cinesi» del Presidente Prodi: sa bene che quelle parole non sono sufficienti. Se lei ritiene che possano essere sufficienti le parole del viceministro Sentinelli - che qui ha risposto - e che queste diano il senso e la risposta adeguata al nostro paese: ebbene, esse non ci soddisferanno.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Senza annoiare i colleghi perché, come avevo premesso, sono quattro le interrogazioni - questa è l'ultima sull'importante e delicata materia in oggetto -, credo di avere dato nelle diverse risposte il senso della posizione del Governo; e, francamente, onorevole Vito, quanto ho espresso come Vicepresidente del Consiglio l'ho pronunciato - ripeto - a nome del Governo e con sufficiente chiarezza.
Noi non abbiamo paura dei terroristi: li dobbiamo combattere, contrastare e prevenire la loro attività dissennata, quale che ne sia l'ispirazione (in questo caso il fondamentalismo criminale), ma allo stesso tempo siamo fautori del dialogo verso l'islam moderato e vorrei si cogliessero questi accenti anche nelle parole che, invece, finora non ho sentito in quest'aula.
Ho personalmente apprezzato, per esempio, la visita - non per la verità presso un esponente moderato - che ha svolto il presidente Casini, che ha appena parlato, recandosi opportunamente a visitare il presidente iraniano Ahmadinejad, il quale si è anche espresso con accortezza a proposito delle minacce recenti (mentre altri esponenti del regime iraniano hanno parlato con tutt'altri toni). Bisogna ricordare che c'è, accanto alla fermezza e all'assoluta intransigenza, alla prevenzione e alle misure di sicurezza di cui ho parlato prima, un'azione politico-diplomatica che il nostro Governo sta svolgendo ed intende sviluppare.
Il Governo, nella persona del viceministro Intini, ha da poco incontrato gli ambasciatori dei paesi arabi; inoltre, abbiamo avviato una serie di iniziative che hanno fatto riscontro alle tante dichiarazione concilianti e responsabili venute da esponenti dei Governi dei paesi di professione musulmana.
Non ci nascondiamo una questione, che ha bisogno di tempo per essere sciolta, ma anche di reciproca comprensione: la distanza tra il momento civile, istituzionale, e quello religioso, per noi acquisita nel tempo dopo molti secoli, non è acquisita in altri paesi, in cui accade che, di fronte ad un fatto specificamente religioso, è un'autorità statuale che si pronuncia. Noi non dobbiamo cadere nello stesso errore: quello di rispondere, come autorità statuali, a esponenti religiosi o su materie che riguardano la religione: noi dobbiamo essere garanti dei valori fondamentali che sono alla base della nostra Costituzione, dei quali è elemento costitutivo l'ispirazione cristiana. Questa è stata all'origine di tanta parte della vita della nostra Repubblica, assieme ad altre culture, e del pluralismo, che il nostro paese considera condizione basilare della sua libertà e della sua democrazia. Dialogando con il resto del mondo, non lo trasformeremo in quello che non è: dobbiamo dialogare per avere relazioni corrette e rispettose e affinché l'Italia, come ha dimostrato con la missione in Libano, votata dalla gran parte di questo Parlamento, svolga, come sa di poter svolgere - concludo, signor Presidente -, una funzione fondamentale negli equilibri internazionali, rispettando e facendosi rispettare.
PRESIDENTE. Il deputato Bondi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
SANDRO BONDI. Lei, onorevole Rutelli, non ha compreso, o ha fatto finta diPag. 43non comprendere, le ragioni più profonde delle nostre interrogazioni. Onorevole Rutelli, io sono personalmente convinto che il Santo Padre non abbia bisogno della solidarietà del mondo politico, soprattutto quando questa solidarietà è tardiva, è ambigua e, in alcuni casi, persino ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Io credo che milioni di cristiani in tutto il mondo, in questi giorni, abbiano pregato e preghino, in silenzio, per il Santo Padre e per la Chiesa tutta.
Il problema non è del Santo Padre, onorevole Rutelli: il problema è nostro - questo lei ha mostrato di non comprendere -, il problema è del nostro paese, il problema è dell'Europa, il problema è il modo in cui noi siamo disposti a difendere i nostri valori [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], i valori in cui crediamo. Purtroppo, le reazioni di esponenti religiosi e di Governo dei paesi musulmani ed il silenzio colpevole di una parte dell'Europa, in particolare dell'Italia - è tanto più grave questo silenzio in quanto l'Italia è la depositaria dei valori più profondi della cristianità - sono proprio la conferma più eloquente della giustezza del messaggio spirituale del Santo Padre, che ci ricorda che siamo minacciati sia dal fondamentalismo islamico, dal terrorismo, sia dall'odio che abbiamo verso noi stessi, che è la ragione più importante con la quale dobbiamo fare i conti in questo momento.
Onorevole Rutelli, quando un Governo ha una linea comune - se lei mi ascoltasse sarebbe anche un segno di educazione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia) - sulle grandi scelte di politica estera, economica, che trova ispirazione in valori condivisi, allora ogni membro del Governo, anche se appartenente a partiti diversi, può illustrare e difendere credibilmente la linea del Governo: ciò che lei non può fare oggi, perché lei, nel migliore dei casi, può parlare a titolo personale! Noi apprezziamo anche i suoi buoni sentimenti, la sua apprezzabile ispirazione, ma il suo punto di vista, sia pure molto ambiguo...
PRESIDENTE. Deputato Bondi...
SANDRO BONDI. ... non è quello, ad esempio, dell'onorevole Di Pietro, il quale ha offeso il nostro paese, ha offeso la Chiesa. Io mi sarei aspettato da parte sua, che fa della questione cattolica una questione importante, una parola, una parola [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] per scindere le sue responsabilità.
Veda, onorevole Rutelli, e concludo...
PRESIDENTE. Grazie...
SANDRO BONDI. ... il problema è che lei può parlare soltanto a titolo personale, non a nome dell'intero Governo! Grazie [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni].