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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative volte alla predisposizione di una riforma del processo penale - n. 3-00233)
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00233 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
FEDERICO PALOMBA. Onorevole Vicepresidente del Consiglio, la questione dell'indulto ha visto in quest'aula e fuori di qui la contrapposizione tra chi, come noi, lo considerava una resa dello Stato ed un colpo di spugna su alcuni dei più gravi reati e chi, invece, invocava uno stato di necessità, assicurando comunque l'impegno verso le riforme strutturali del sistema penale, compreso l'ordinamento e l'organizzazione penitenziaria. Ora ci troviamo ad affrontare gli effetti del condono. Da notizie di stampa sembra che da allora si siano verificati alcuni dei rischi da noi denunciati: un numero di scarcerazioni superiore a quello annunciato e l'aumento della criminalità indotto dal condono. Non abbiamo notizie circa il processo di riorganizzazione ed ampliamento delle strutture penitenziarie affinché possa evitarsi un nuovo sovraffollamento e, magari, un nuovo indulto. Soprattutto, non vorremmo che si spegnesse la spinta alla riforma organica e strutturale del complessivo sistema normativo penale. Non vogliamo che si riveli fondato l'interrogativo di chi temeva che la prospettazione della riforma del sistema penale formulata in aula fossePag. 52solo funzionale ad ottenere comunque la scarcerazione di detenuti. Le chiedo perciò, signor Vicepresidente, di conoscere gli intendimenti del Governo.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole Palomba solleva una serie di questioni molto importanti, che legano l'effettività dell'indulto, che ha portato alla scarcerazione di un numero di detenuti superiore a quelli stimati all'atto dell'approvazione del provvedimento da parte del Parlamento, alla sicurezza dei cittadini.
Nel momento in cui il Parlamento, pur con il rispettabile dissenso di alcune forze parlamentari, e tuttavia con la maggioranza costituzionalmente prescritta, ha varato l'indulto per venire incontro alla drammatica situazione delle carceri e per onorare degli impegni, che, ove non rispettati, avrebbero potuto ulteriormente peggiorare la convivenza civile, ha tenuto conto di quell'altra metà della luna rappresentata dalla sicurezza dei cittadini.
È evidente che il nostro paese in prospettiva non può pensare che le carceri siano sufficienti per coloro che vengono riconosciuti responsabili di reati, anche se la nostra speranza è che vi sia sempre meno carcerazione preventiva e sempre più persone che scontano una condanna nelle carceri italiane. Come paese civile dobbiamo disporre di un numero di carceri con un numero di posti corrispondente agli esiti delle attività dei nostri tribunali. Non possiamo immaginare quindi che vi siano in futuro scarcerazioni a causa del sovraffollamento; semmai dobbiamo pensare a condizioni delle carceri decenti, dignitose e civili.
Vorrei informarla che sono oggi in costruzione nove nuovi istituti penitenziari: Rieti, Marsala, Savona, Rovigo, Sassari, Cagliari, Tempio Pausania, Oristano e Forlì. Sono state altresì espletate le procedure di gara per l'esecuzione di interventi di ristrutturazione presso venti istituti, i cui lavori saranno appaltati entro la fine del corrente anno. Per gli altri la fase di progettazione è già perfezionata ed i lavori sono stati appaltati o sono in corso.
Per quanto riguarda le iniziative legislative mirate ad evitare che si ripetano i fenomeni lamentati - la richiesta principale della sua interrogazione è infatti una riforma strutturale del procedimento penale - in data 27 luglio il ministro della giustizia ha costituito una commissione per la riforma del codice penale presieduta dall'avvocato Giuliano Pisapia.
Uno dei temi è proprio la ridefinizione del sistema sanzionatorio per irrogare pene anche diverse da quelle carcerarie, ma in grado di assicurare il massimo di effettività della sanzione inflitta.
Infine - concludo - sul versante processuale in pari data è stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale, presieduta dal professor Giuseppe Riccio, volta a trovare un punto di equilibrio tra ragionevole durata del processo e giusto processo per assicurare finalmente al nostro paese un sistema processuale rapido, efficiente e garantito.
Le due commissioni hanno già iniziato a lavorare e dovranno concludere entro il 31 luglio 2007 il loro lavoro, stendendo i rispettivi schemi di legge delega e provvedendo alla stesura degli schemi dei decreti legislativi di attuazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di replicare.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, abbiamo preso atto delle sue dichiarazioni. Non abbiamo ragione di dubitare della serietà dell'impegno del Governo. A dire la verità, avevamo chiesto che la riforma precedesse o accompagnasse l'approvazione di un provvedimento di clemenza, ma così non è stato. Ciò genera il rischio che possa essere percepita una certa incoerenza delle istituzioni.
Il 29 agosto ultimo scorso è stato celebrato il quindicesimo anniversario della morte di Libero Grassi, eroico imprenditorePag. 53siciliano assassinato dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato, come si legge nella lapide che ricorda il sacrificio.
In questa circostanza, molte autorità politiche si sono affrettate a magnificare le virtù di questa persona che ha dato la vita, ma si tratta delle stesse persone che hanno voluto approvare l'indulto ed hanno voluto bocciare la nostra richiesta di escludere proprio il delitto di estorsione, insieme ai delitti di corruzione, ai reati finanziari e di voto di scambio mafioso, dall'indulto stesso. Così i condannati per il racket mafioso sono tornati tra le gente, a schernire la polizia, la magistratura e, magari, a minacciare le stesse vittime! In questo modo, le istituzioni rischiano di magnificare le virtù dei martiri, ma, dall'altra parte, di renderne vani i frutti.
In particolare, il bonus di tre anni, onorevole Vicepresidente, rappresenta uno scoraggiamento a concludere le indagini soprattutto nei confronti delle vittime, le quali pensano che esporsi in prima persona possa rappresentare un grave rischio, soprattutto perché alla condanna non seguirà l'esecuzione della pena.
Concludo, dicendo che l'allarme dell'opinione pubblica, la paura delle vittime, le delusioni delle Forze di polizia e della magistratura per la vanificazione del difficile lavoro svolto dovranno trovare una risposta seria nel Governo che, attraverso la riforma del sistema penale, deve dare la certezza di voler ripristinare la legalità di cui fa parte la certezza della pena ed, insieme, la sicurezza dei cittadini, anche per evitare che resti minata la fiducia nelle istituzioni.