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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli.
(Iniziative a favore della libertà di espressione con riferimento alle reazioni seguite a recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI - n. 3-00224)
PRESIDENTE. L'onorevole Catone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la suaPag. 37interrogazione n. 3-00224 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, pochi giorni fa il Santo Padre Benedetto XVI, in un suo discorso in Germania, ha affrontato un tema di elevato spessore teologico. Le sue affermazioni, subito chiarite in varie sedi, sono state fraintese e stigmatizzate da alcuni paesi islamici, con reazioni clamorose che hanno anche provocato, secondo notizie di stampa, l'uccisione di suor Leonella, un'italiana impegnata in Somalia come operatrice di pace. Questo gruppo parlamentare non intende chiedere una difesa del Governo a favore del Papa, ma intervenire per la salvaguardia di un diritto costituzionalmente garantito, quello della libertà di espressione.
Vorremmo sapere se il Governo, al di là di semplici dichiarazioni di alcuni suoi esponenti, intenda prendere una posizione ufficiale sull'accaduto, esprimendo una dura condanna verso una reazione violenta come risposta ad un sacrosanto diritto, che il nostro paese ha conquistato nei secoli, quale la libertà, compresa quella religiosa.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, premetto che, essendo state presentate quattro distinte interrogazioni vertenti sullo stesso argomento, cercherò di svolgere gli argomenti in modo da riferirmi agli interroganti ma anche in maniera tale da non ripetermi, formulando le risposte alle differenti questioni che saranno illustrate all'Assemblea. Prendendo spunto dalla interrogazione dell'onorevole Catone, vorrei informare l'Assemblea che, nuovamente questa mattina, il Papa è ritornato sulla questione della gravissima polemica che si è aperta nei suoi confronti e vi è tornato con alcune dichiarazioni ancora piene di umiltà e di responsabilità.
Passando alla vicenda terribile di suor Leonella, vorrei che i colleghi presenti in quest'Assemblea avessero un momento di attenzione e di riflessione ulteriore rispetto a quello che già l'Assemblea, i Presidenti delle nostre Camere ed il Governo hanno dedicato nei confronti di una esistenza che è stata strappata in modo profondamente ingiusto. Si trattava di una donna - cito una sua consorella - che non aveva paura di nulla che riguardasse la sua vita; aveva anche considerato la possibilità di un simile esito, era cosciente di correre questo rischio e non guardava a se stessa; ha dato in dono la propria vita a chi ne aveva bisogno, ha dato tutto e lo ha dimostrato fino alla fine. Era nata a Gazzola, in provincia di Piacenza - perdonatemi se riferisco l'esperienza di vita di Rosa Sgorbati - aveva 65 anni, quaranta dei quali li ha trascorsi tra i più poveri tra i poveri del mondo, in una città che è quasi impossibile frequentare - qual è oggi Mogadiscio - nella quale non ci sono più rappresentanze diplomatiche e nella quale, ormai, le condizioni minime di sicurezza sono state sostanzialmente rimosse.
Vorrei ricordare, a questo proposito, anche l'esperienza di Annalena Tonelli, laica, che, sempre in Somalia, lasciò la sua vita, nel 2003. Sono tanti, signor Presidente i nostri concittadini, donne e uomini, che avvertono un dovere di solidarietà anche nelle situazioni più difficili del mondo, con una ispirazione religiosa o con una motivazione civile.
Onorevole Catone, svilupperò il seguito della risposta alla sua domanda, per non perdere tempo, quando mi rivolgerò agli altri colleghi; tuttavia, mi consenta di aver preso spunto dalla sua interrogazione per esprimere un messaggio che ritengo giunga coralmente sia dalla Camera dei deputati, sia dal Governo in favore di questa generosità straordinaria.
Si tratta, infatti, di una generosità che non guarda in faccia neanche il pericolo che può correre la propria stessa vita pur di andare dove nessuno vuole recarsi, per offrire ai bambini servizi...
PRESIDENTE. Grazie...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...che neppure le istituzioni locali sono in grado di prestare.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, avevo rivolto una richiesta ben precisa, chiedendo di sapere quale posizione intenda assumere il Governo a difesa della libertà di pensiero, di quella di parola e, soprattutto, della libertà religiosa.
Credo che l'Esecutivo non abbia risposto a tale quesito; ritengo, invece, che abbia tergiversato e che abbia semplicemente espresso alcuni suoi pensieri sull'ordine morale dell'accaduto. Vorrei tuttavia dire che, fondamentalmente, noi un po' ce lo aspettavamo, dal momento che dobbiamo considerare che quando l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, era anche Presidente della Commissione europea non è riuscito, nonostante gli accorati appelli di Sua Santità Giovanni Paolo II, a far inserire nella fondamentale Carta europea il riferimento alle radici cristiane dell'Europa.
Rinnoviamo, quindi, la nostra più convinta solidarietà al Papa Benedetto XVI; tuttavia, crediamo che il Governo debba esprimersi concretamente ed assumere una posizione sulla libertà di parola, su quella di pensiero e su quella religiosa (Applausi dei deputati dei gruppi della Democrazia Cristiana-Partito Socialista e di Forza Italia).
(Misure volte a proteggere il Papa e la Santa Sede da attentati di matrice islamica - n. 3-00225)
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00225 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, alcuni passaggi del recente intervento di Sua Santità Benedetto XVI all'università di Ratisbona sono stati il pretesto per scatenare una nuova, vile ondata di ostilità e di violenza contro le comunità cattoliche nel mondo e contro l'Occidente. Sono apparsi su diversi siti Internet, infatti, proclami e messaggi che invitano apertamente ad attaccare il Vaticano, ad uccidere il Papa e ad invadere e conquistare l'Europa.
Malgrado le parole distensive e concilianti pronunciate dallo stesso Pontefice sia domenica scorsa, in occasione dell'angelus, sia anche oggi, continuano ad udirsi voci, nel mondo islamico, che invocano ulteriori scuse e spiegazioni, minacciando violente reazioni in caso contrario.
Ebbene, per noi tutto questo è inaccettabile. Chiediamo al Governo, pertanto, quali provvedimenti abbia assunto per proteggere il Vaticano, il Santo Padre ed i nostri luoghi di culto, nonché quali provvedimenti abbia adottato per monitorare e vigilare le moschee e le comunità islamiche presenti nel nostro paese.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ho precedentemente accennato al fatto che, ancora questa mattina, il Santo Padre ha pronunciato ulteriori parole sulla vicenda. Le leggo: «La citazione del dialogo medievale contenuto nel discorso pronunciato a Ratisbona» - afferma Benedetto XVI - «purtroppo si è prestata ad essere fraintesa. Risulta chiaro che non volevo in nessun modo farne mio il contenuto polemico».
Il Pontefice aggiunge: «Spero che, nelle diverse occasioni della visita, sia apparso con chiarezza la volontà dell'invito al dialogo della fede cristiana con il mondo moderno e con tutte le religioni e il rispetto profondo per le religioni, in particolare per i musulmani, con i quali adoriamo l'unico Dio e collaboriamo per difendere diritti, pace e libertà».
GUIDO DUSSIN. Rispondi!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. È bene ricordare ciò, ad onore di un atteggiamento, ispirato ad equilibrio e saggezza, che è stato non solo frainteso, ma anche strumentalmente utilizzato da frange irresponsabili e pericolose per esprimersi ed agire in modi intollerabili quanto alle espressioni, inaccettabili e da respingere con la più grande fermezza quanto agli atti.
Tornerò ancora su questo punto perché, come affermato precedentemente, essendo quattro le interrogazioni presentate su tale materia, approfitterò anche delle prossime risposte per approfondire la questione.
Quanto alla materia della sicurezza, vorrei informarvi che, alla luce delle minacce cui lei ha fatto riferimento, vi è stata una riunione del comitato di analisi strategica antiterrorismo il 15 settembre scorso. Sono in programma altri approfondimenti in questa sede e sono state sensibilizzate - comunica il ministro dell'interno - tutte le questure per ogni approfondimento investigativo, per intensificare le attività informative ed operative, per adottare le più opportune misure di salvaguardia anche con il monitoraggio di luoghi di aggregazione delle comunità islamiche.
Per dare un'idea, si ricorda che nel corso dell'anno sono stati controllati 5.364 obiettivi, identificate 17.342 persone: di queste 430 sono state denunciate e 166 arrestate. Sono state avviate 486 procedure di espulsione, elevate 392 contravvenzioni per irregolarità amministrative.
Nella capitale sono stati potenziati tutti i servizi a tutela della persona del Santo Padre, della Santa Sede e dei principali luoghi di culto.
Oggi stesso il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sta valutando l'adozione di ulteriori misure di sicurezza.
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione, ha facoltà di replicare.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, innanzitutto vogliamo esprimere la massima solidarietà e vicinanza al Santo Padre ed anche a quei sacerdoti e quelle suore che in questo momento, a rischio della loro vita - è giusto ricordarlo -, stanno portando avanti la loro opera missionaria nel mondo. La stessa solidarietà, devo dire, non è arrivata da questo Governo, dal Presidente Prodi, dalla maggioranza dei partiti del centrosinistra che, di fatto, si dimostra essere sempre più filoislamico e anticattolico.
Ieri il ministro D'Alema diceva che ci dobbiamo abituare a convivere con il terrorismo. Ebbene, noi della Lega nord non vogliamo convivere con il terrorismo, noi vogliamo combatterlo, vogliamo contrastarlo e, soprattutto, vogliamo evitare che venga direttamente a casa nostra. Per fare questo dobbiamo agire sul territorio. Sbaglia chi pensa che chinando la testa si eviti il problema del confronto con l'integralismo islamico. Dobbiamo far capire a chi viene a casa nostra che questa è casa nostra e chi viene qui deve rispettare le nostre leggi, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione, la libertà di pensiero che è garantita in questo paese.
Caro ministro Rutelli, lei diceva del monitoraggio delle comunità islamiche, le moschee. Sappiamo che in molte moschee, purtroppo, non si va solo a pregare: sono centri dove si predica l'odio contro l'Occidente. Devono essere monitorate, ma devono essere anche chiuse. Dobbiamo dare un segnale forte nel nostro paese a tutti quegli islamici che pensano di venire a casa nostra e fare quello che vogliono.
Infine, le comunità islamiche presenti nel nostro paese sono già troppo numerose. La gente ci ferma per strada e ci chiede di non fare più entrare islamici nel nostro paese. Nel decreto flussi che ogni anno emana il Governo bisogna evitare l'entrata nel nostro paese di chi proviene dai paesi islamici.
PIETRO MARCENARO. È una vergogna questa!
FEDERICO BRICOLO. Bisogna azzerare le quote di ingresso per chi viene daiPag. 40paesi islamici e preferire, invece, quei cittadini che sono andati anni fa in giro per il mondo a lavorare e che vogliono tornare nel nostro paese e possono essere utili ed integrarsi nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
(Iniziative nei confronti di quei paesi che maggiormente hanno consentito manifestazioni intimidatorie nei confronti del Papa - n. 3-00226)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00226 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come già ricordato, nel discorso a Ratisbona di Benedetto XVI si rifletteva sul rapporto tra fede e ragione. A tale discorso vi sono state reazioni giudicate da molti di noi, in quest'aula, barbare e violente da parte di tutti i paesi islamici, non solo di quelli cosiddetti moderati o di quelli estremisti.
Diceva Thomas Moore, il patrono dei politici, che Dio non vuole che si usi la persecuzione per mantenere e accrescere la fede tra il popolo, ma non si vede perché i cristiani debbano sopportare che il popolo cristiano sia oppresso dai turchi o dagli eretici peggio che dai turchi.
Ad ascoltare le parole del ministro Di Pietro, suo collega, le cui dimissioni sarebbero un gesto naturale in un Governo normale, ed i silenzi indegni del Governo del nostro paese dobbiamo dire che forse Thomas Moore aveva veramente ragione.
Qual è la posizione del Governo e cosa intende fare? Intende convocare gli ambasciatori, sospendere i rapporti commerciali? Insomma, vi chiediamo come il Governo italiano vuole rappresentare la difesa dei diritti di libertà e di opinione, la laicità del crocifisso, la tutela delle radici religiose e la salvaguardia presente degli ideali della nazione italiana.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, nelle precedenti dichiarazioni dei colleghi Catone e Bricolo, come nell'interrogazione in esame, si fa riferimento a un dato non vero, ossia al fatto che il Governo sia rimasto in silenzio. Il Governo si è espresso dalla Cina, dove si trovava fisicamente il Presidente del Consiglio, con parole molto chiare ed inequivoche, riportate dalle agenzie di stampa, dalla televisione e dai giornali, che vi posso mettere a disposizione. Lo stesso hanno fatto il ministro degli affari esteri, onorevole D'Alema, ed autorevoli esponenti del Governo. Sottolineo, ad esempio, le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Sentinelli, che ha espresso sdegno e il suo impegno in questa vicenda, e le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Danieli, che pure ha definito criminali gli atti che hanno colpito tutta una serie di situazioni e che sono stati universalmente giudicati intollerabili.
Le espressioni che ho usato prima - e che lei avrà ben udito - le ho pronunciate a nome del Governo e non certamente a titolo personale. Ritengo che siano espressioni non soltanto condivise dall'intero Governo, bensì dall'intera comunità italiana. Peraltro, la lectio magistralis del Papa a Ratisbona è stata una riflessione profonda sul rapporto tra fede e ragione. Il Papa ha affermato che la violenza è contraria a Dio e all'amore e che non può essere giustificata da un motivo religioso.
Venendo a riflessioni che non riguardano le autorità religiose, bensì noi politici, dobbiamo sforzarci sempre di capire con attenzione ed umiltà l'altro da noi. Dobbiamo cercare sempre di farci capire, dobbiamo evitare di attaccare, anche con le parole, e dobbiamo respingere con assoluta fermezza chi ci aggredisce.
Debbo dire che dell'esperienza del XX secolo fa parte l'avere appreso la tragedia infinita della violenza dell'uomo contro l'uomo. Abbiamo conosciuto il nazismo e i campi di concentramento, i gulag e il totalitarismo sovietico; abbiamo conosciuto i morti della prima e della seconda guerra mondiale: decine di milioni diPag. 41morti. Per questo motivo, abbiamo costruito una civiltà di convivenza. Proprio per questo motivo, per gli errori che abbiamo compiuto nei secoli come europei, abbiamo conquistato, grazie al sacrificio dei nostri genitori e di molte persone che si trovano in quest'aula, la consapevolezza che non solo non si deve tornare alle guerre di religione, ma anche a considerare la violenza contro persone innocenti come qualcosa di tollerabile per qualunque motivazione.
Ecco perché respingiamo con assoluta fermezza le dichiarazioni rivolte soprattutto all'espressione di un'opinione in campo religioso. E respingiamo le dichiarazioni in tutte le direzioni di coloro che pensano o immaginano che la paura possa assumere cittadinanza. La forza della democrazia è anche nel rigettare la paura, a partire dalle sofferenze che abbiamo conosciuto nel XX secolo e dal troppo sangue versato. Non vogliamo più conoscere quelle pagine (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, che il Santo Padre fosse stato frainteso l'avevamo capito e lei ce lo ha ricordato. L'UDC non ha sollevato tale questione per dividere il Parlamento. Noi vogliamo unirlo nella difesa dell'identità cristiana del nostro paese, nella difesa delle nostre radici, delle nostre tradizioni e della nostra storia.
Noi abbiamo visto troppa timidezza tra i responsabili istituzionali di questo paese, troppa subalternità psicologica. Per sostenere il confronto con gli altri - che noi vogliamo, vicepresidente Rutelli - bisogna avere ben chiara l'idea di chi siamo noi, dove vogliamo andare e da dove veniamo. Questo rischia di mancare nella società italiana. Respingere con fermezza chi ci aggredisce - lei ha detto -, noi siamo d'accordo: vogliamo che il Governo italiano abbia più coraggio. Difendete anche noi e quell'identità cristiana dell'Italia e dell'Europa, che non siamo riusciti a difendere nemmeno all'atto di compilazione della Costituzione europea, perché quel richiamo è mancato: ma esso unisce e deve sempre più unire laici e cattolici.
Infine, onorevole Rutelli, questa mattina il Presidente della Baviera, Stoiber, ha chiesto all'Unione europea di sospendere le trattative di adesione della Turchia all'Unione medesima. Io credo che sia incompatibile la richiesta di scuse ufficiali che il premier Erdogan, da parte della Turchia, ha rivolto al Sommo Pontefice, con la richiesta di adesione all'Unione europea. Chi viene nella nostra casa, nell'Unione europea, non può dimostrare questa subalternità psicologica e politica nei confronti non dell'islam - che rispettiamo -, ma del fanatismo islamico che dobbiamo contrastare con forza [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia]!
(Iniziative diplomatiche a seguito delle reazioni suscitate da recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI - n. 3-00227)
PRESIDENTE. L'onorevole Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00227 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ELIO VITO. Onorevole Rutelli, come vede anche altri gruppi parlamentari hanno ritenuto che, rispetto alle gravi distorsioni del discorso fatto dal Papa Benedetto XVI sulla cristianità e sulla crisi che c'è oggi tra il mondo occidentale e la religione musulmana, la reazione del nostro Governo sia stata timida, incerta, troppo prudente.
Invece, noi ci aspettavamo che proprio il Governo dell'Italia, il Governo della città di Roma e il Governo che ospita il Papa e lo Stato del Vaticano, il Governo della capitale della cristianità avesse ben presente come una delle cause delle tragedie del ventesimo secolo, alle quali lei si è richiamato, sia stata l'incertezza delle risposte delle democrazie parlamentari.Pag. 42
Rispetto a quanto accaduto, rispetto alla distorsione delle parole del Pontefice, rispetto ad attacchi, minacce, accuse provenienti da Governi di Stati con i quali noi intratteniamo normali relazioni diplomatiche, il nostro Governo non può permettersi queste incertezze. Lei ha avuto il pudore di non ricordare le parole «cinesi» del Presidente Prodi: sa bene che quelle parole non sono sufficienti. Se lei ritiene che possano essere sufficienti le parole del viceministro Sentinelli - che qui ha risposto - e che queste diano il senso e la risposta adeguata al nostro paese: ebbene, esse non ci soddisferanno.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Senza annoiare i colleghi perché, come avevo premesso, sono quattro le interrogazioni - questa è l'ultima sull'importante e delicata materia in oggetto -, credo di avere dato nelle diverse risposte il senso della posizione del Governo; e, francamente, onorevole Vito, quanto ho espresso come Vicepresidente del Consiglio l'ho pronunciato - ripeto - a nome del Governo e con sufficiente chiarezza.
Noi non abbiamo paura dei terroristi: li dobbiamo combattere, contrastare e prevenire la loro attività dissennata, quale che ne sia l'ispirazione (in questo caso il fondamentalismo criminale), ma allo stesso tempo siamo fautori del dialogo verso l'islam moderato e vorrei si cogliessero questi accenti anche nelle parole che, invece, finora non ho sentito in quest'aula.
Ho personalmente apprezzato, per esempio, la visita - non per la verità presso un esponente moderato - che ha svolto il presidente Casini, che ha appena parlato, recandosi opportunamente a visitare il presidente iraniano Ahmadinejad, il quale si è anche espresso con accortezza a proposito delle minacce recenti (mentre altri esponenti del regime iraniano hanno parlato con tutt'altri toni). Bisogna ricordare che c'è, accanto alla fermezza e all'assoluta intransigenza, alla prevenzione e alle misure di sicurezza di cui ho parlato prima, un'azione politico-diplomatica che il nostro Governo sta svolgendo ed intende sviluppare.
Il Governo, nella persona del viceministro Intini, ha da poco incontrato gli ambasciatori dei paesi arabi; inoltre, abbiamo avviato una serie di iniziative che hanno fatto riscontro alle tante dichiarazione concilianti e responsabili venute da esponenti dei Governi dei paesi di professione musulmana.
Non ci nascondiamo una questione, che ha bisogno di tempo per essere sciolta, ma anche di reciproca comprensione: la distanza tra il momento civile, istituzionale, e quello religioso, per noi acquisita nel tempo dopo molti secoli, non è acquisita in altri paesi, in cui accade che, di fronte ad un fatto specificamente religioso, è un'autorità statuale che si pronuncia. Noi non dobbiamo cadere nello stesso errore: quello di rispondere, come autorità statuali, a esponenti religiosi o su materie che riguardano la religione: noi dobbiamo essere garanti dei valori fondamentali che sono alla base della nostra Costituzione, dei quali è elemento costitutivo l'ispirazione cristiana. Questa è stata all'origine di tanta parte della vita della nostra Repubblica, assieme ad altre culture, e del pluralismo, che il nostro paese considera condizione basilare della sua libertà e della sua democrazia. Dialogando con il resto del mondo, non lo trasformeremo in quello che non è: dobbiamo dialogare per avere relazioni corrette e rispettose e affinché l'Italia, come ha dimostrato con la missione in Libano, votata dalla gran parte di questo Parlamento, svolga, come sa di poter svolgere - concludo, signor Presidente -, una funzione fondamentale negli equilibri internazionali, rispettando e facendosi rispettare.
PRESIDENTE. Il deputato Bondi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
SANDRO BONDI. Lei, onorevole Rutelli, non ha compreso, o ha fatto finta diPag. 43non comprendere, le ragioni più profonde delle nostre interrogazioni. Onorevole Rutelli, io sono personalmente convinto che il Santo Padre non abbia bisogno della solidarietà del mondo politico, soprattutto quando questa solidarietà è tardiva, è ambigua e, in alcuni casi, persino ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Io credo che milioni di cristiani in tutto il mondo, in questi giorni, abbiano pregato e preghino, in silenzio, per il Santo Padre e per la Chiesa tutta.
Il problema non è del Santo Padre, onorevole Rutelli: il problema è nostro - questo lei ha mostrato di non comprendere -, il problema è del nostro paese, il problema è dell'Europa, il problema è il modo in cui noi siamo disposti a difendere i nostri valori [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], i valori in cui crediamo. Purtroppo, le reazioni di esponenti religiosi e di Governo dei paesi musulmani ed il silenzio colpevole di una parte dell'Europa, in particolare dell'Italia - è tanto più grave questo silenzio in quanto l'Italia è la depositaria dei valori più profondi della cristianità - sono proprio la conferma più eloquente della giustezza del messaggio spirituale del Santo Padre, che ci ricorda che siamo minacciati sia dal fondamentalismo islamico, dal terrorismo, sia dall'odio che abbiamo verso noi stessi, che è la ragione più importante con la quale dobbiamo fare i conti in questo momento.
Onorevole Rutelli, quando un Governo ha una linea comune - se lei mi ascoltasse sarebbe anche un segno di educazione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia) - sulle grandi scelte di politica estera, economica, che trova ispirazione in valori condivisi, allora ogni membro del Governo, anche se appartenente a partiti diversi, può illustrare e difendere credibilmente la linea del Governo: ciò che lei non può fare oggi, perché lei, nel migliore dei casi, può parlare a titolo personale! Noi apprezziamo anche i suoi buoni sentimenti, la sua apprezzabile ispirazione, ma il suo punto di vista, sia pure molto ambiguo...
PRESIDENTE. Deputato Bondi...
SANDRO BONDI. ... non è quello, ad esempio, dell'onorevole Di Pietro, il quale ha offeso il nostro paese, ha offeso la Chiesa. Io mi sarei aspettato da parte sua, che fa della questione cattolica una questione importante, una parola, una parola [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] per scindere le sue responsabilità.
Veda, onorevole Rutelli, e concludo...
PRESIDENTE. Grazie...
SANDRO BONDI. ... il problema è che lei può parlare soltanto a titolo personale, non a nome dell'intero Governo! Grazie [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni].
(Orientamenti del Governo in ordine all'eventuale riconversione della società Stretto di Messina - n. 3-00228)
PRESIDENTE. Il deputato Licandro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00228 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Vicepresidente del Consiglio, ieri, com'è noto, si è svolta, a pochi metri da questa istituzione, dinanzi a Palazzo Chigi, una manifestazione a favore del ponte sullo Stretto.
Secondo la nostra opinione si è trattato più di una carnevalata fuori calendario o di una «goliardata», che di una cosa seria.
Da tempo sosteniamo l'inutilità e l'eccessiva dispendiosità dell'opera, nonché la sua pericolosità; vogliamo però che da questo momento il Governo sia forte in un'opera di demistificazione e pronunci,Pag. 44attraverso la sua persona, parole chiare per uscire con un profilo alto, netto e dignitoso su un tormentone insopportabile, iniziando a fare chiarezza dalla società Stretto di Messina che è una concessionaria del Ministero dell'economia e delle finanze e che, protagonista di spese pazze e ingiustificabili, ha un deficit che finisce per gravare sui contribuenti.
PRESIDENTE. Invito i colleghi che intendono uscire dall'aula a farlo in modo non rumoroso.
Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Avendo avuto l'autorizzazione dell'onorevole Bondi a rispondere a titolo personale (Commenti del deputato Antonio Leone), assicuro che anche in questo caso risponderò a nome del Governo. Vorrei dire al collega Licandro che la sua questione è seria e posta molto correttamente.
È evidente che il Governo è formato da una coalizione di partiti tra i quali vi sono anche opinioni sulla realizzazione del ponte, alcune delle quali assolutamente contrarie, altre non pregiudizialmente tali - tra le quali pongo la mia personale posizione -, però abbiamo trovato una linea comune nel Governo, che è chiara e che terremo con grande fermezza nell'intera legislatura. Il ponte non rappresenta una priorità per l'attività di questa legislatura, cosa che emerge in modo ancora più clamoroso se si considera il bilancio delle risorse che ereditiamo dalla passata legislatura.
Ha ragione il ministro delle infrastrutture Di Pietro a sottolineare come, in tutte le circostanze in cui deve incontrare amministratori nel territorio italiano che gli chiedono conto di programmi varati dal CIPE, di accordi di programma, di documenti sottoscritti riguardanti questa o quella opera pubblica, egli si trovi nella condizione di dover dire che i documenti sono stati firmati ma che non c'erano i soldi e che oggi ci troviamo, quanto a disponibilità finanziaria, con una montagna di promesse ed una gigantesca voragine.
Ancora di più in questo contesto la realizzazione del ponte sfila e slitta decisamente indietro, anche tra coloro che condividono la bontà dell'obiettivo, a maggior ragione contrastata da coloro che non lo condividono. La posizione del Governo è dunque molto chiara: nell'arco di questa legislatura non daremo corso a questa realizzazione, perché ben altre sono le priorità esistenti.
Segnalo l'importanza del fatto che la società Stretto di Messina - debbo correggere alcuni dei dati riportati sull'articolo del settimanale cui lei si riferiva perché i costi sono certamente inferiori, mentre in quell'articolo si riferiscono alla somma dei valori dagli anni 2002-2005 (se vuole le do una scheda specifica su questo stesso argomento) -, preso atto dell'orientamento del Governo a non considerare prioritaria la realizzazione del ponte, sta perseguendo con l'ATI (il contraente generale che ha come capogruppo Impregilo) le intese volte a ridefinire le prestazioni oggetto dell'affidamento senza onere per lo Stato. Anche a tal fine l'ingegnere Ciucci, che è a capo della società, può operare efficacemente ed attualmente il responsabile dell'ANAS sta certamente lavorando con la possibilità di sfruttare attraverso sinergie le strutture presenti in quella società per porle al servizio di opere pubbliche veramente prioritarie per il nostro Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Licandro ha facoltà di replicare.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, mi ritengo sostanzialmente soddisfatto. Sono d'accordo con lei sul carattere non ideologico che il dibattito sull'opera deve avere.
Tuttavia, mi preme ricordare che la destra governa la Sicilia da oltre un decennio, governa le più grandi città, le province e i siciliani chiedono altro: altro che popolo, ieri abbiamo visto molta clientela! I siciliani chiedono occupazione vera,Pag. 45infrastrutture vere, strade, ferrovie, autostrade, una tutela dell'ambiente non di comodo, né strumentale, a giorni alterni o a temi alterni. Ricordiamo come il Governo regionale abbia consentito le trivellazioni nella Val di Noto che appartiene al patrimonio dell'Unesco! I siciliani vogliono, desiderano, pretendono l'acqua corrente nelle proprie case, ospedali pubblici puliti, efficienti, dove non si rischi di morire per banalità.
I siciliani pretendono che il denaro pubblico, a cominciare da quello che spende la società Stretto di Messina, sia speso bene e di essere aiutati da questo Governo a ridiventare cittadini e non sudditi.
(Misure per contrastare il fenomeno della riduzione in schiavitù degli immigrati che lavorano nel settore agricolo - n. 3-00229)
PRESIDENTE. L'onorevole Lombardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Folena n. 3-00299 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
ANGELA LOMBARDI. Signor Presidente, Foggia, Borgo libertà, Rosarno, Palazzo San Gervasio, molte città siciliane e tante altre meridionali, alcune delle quali ho visitato, sono luoghi dove la raccolta dei prodotti ortofrutticoli si trasforma in una vera e propria riduzione in schiavitù dei lavoratori migranti: bassi salari, lunghe giornate di lavoro, spesso al sole e senza acqua, caporalato, violenze e soprusi. Non pensiamo che debba cominciare la caccia al clandestino per affrontare il tema come una mera questione di ordine pubblico. Piuttosto, sarebbe opportuno, signor Vicepresidente, mettere in agenda le risposte ad importanti domande.
Quali i luoghi pubblici dove si raccolgono le disponibilità al lavoro stagionale e in agricoltura? Come approntare una politica di flussi che tenga conto della struttura stagionale dell'agricoltura meridionale? Come fornire, con il contributo di agricoltori ed enti locali, accoglienza e diritti a quante e quanti incrociano il lavoro stagionale? Le risposte a queste domande servono all'agricoltura meridionale, che rimane uno dei più importanti settori produttivi, e servono soprattutto a dare cittadinanza a quanti oggi sono invisibili e quindi facili prede di violenza e criminalità.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, devo ammettere che, effettivamente, quella inchiesta giornalistica era agghiacciante (dico ciò sapendo che l'interrogazione del collega Buglio, tra breve, verte sullo stesso argomento). Cercherò di rispondere in modo auspicabilmente completo. In considerazione di questa situazione, ricordo una serie di proposte ed iniziative contro lo sfruttamento del lavoro delle persone che vengono da altri paesi annunciate dal ministro Ferrero. Per quanto concerne questa situazione specifica, sono state avviate dal Ministero dell'interno delle indagini che hanno promesso di identificare e deferire all'autorità giudiziaria le persone ritenute responsabili degli abusi citati in quel servizio.
In particolare, nelle prime ore di ieri sono state arrestate dalla squadra mobile di Foggia due persone ritenute coinvolte negli episodi citati e che nel luglio scorso si sarebbero rese responsabili di lesioni gravi a carico del cittadino rumeno colpito con una spranga di ferro. Sono peraltro in corso ulteriori indagini per individuare tutti i profili penali connessi alle vicende.
Nella provincia di Foggia, a seguito delle determinazioni assunte dal prefetto il 16 luglio scorso, è stato definito un piano di interventi coordinati delle Forze di polizia e dal locale ispettorato del lavoro per il contrasto del lavoro in nero con extracomunitari irregolari e contro il fenomeno del caporalato nelle aziende agricole della provincia.
In attuazione di questo piano, dalla metà di luglio al 17 settembre, sono statePag. 46controllate 214 aziende agricole e 1471 lavoratori.
Di essi 97 italiani e 256 extracomunitari, per un totale di 353, sono stati trovati a lavorare in nero. Sono stati denunciati all'autorità giudiziaria 110 imprenditori e i servizi di controllo nella campagna della Capitanata, da parte delle Forze dell'ordine e dell'ispettorato del lavoro, a partire dal mese di settembre, sono stati raddoppiati e sono ancora in corso. Aggiungo, sfruttando appieno gli ultimi trenta secondi a mia disposizione, che il Governo intende adottare misure per sradicare la schiavitù - cui correttamente si fa riferimento in entrambe le interrogazioni: alcuni di questi fenomeni non possono che essere definiti con questa espressione! - e garantire diritti giuridici e sociali fondamentali. Il ministro dell'interno ha creato, inoltre, una commissione presieduta dal prefetto Panza, il vicedirettore generale della Polizia, che include esperti del dipartimento della pubblica sicurezza, le Forze di polizia interessate e rappresentanti del Ministero del lavoro per affrontare, possibilmente con energia, questo gravissimo problema.
PRESIDENTE. L'onorevole Folena ha facoltà di replicare.
PIETRO FOLENA. Non c'è dubbio, ministro Rutelli, che se esistesse una sorta di premio Pulitzer in Italia andrebbe riconosciuto a Fabrizio Gatti, che già lo scorso anno, fingendosi clandestino a Lampedusa, raccontò e scoperchiò la vergogna dei centri di permanenza temporanea di questo nostro paese permettendoci, quest'anno, di venire a conoscenza dell'inchiesta alla base della nostra interrogazione.
Debbo dire, però, con chiarezza che vi è stata una grande sottovalutazione ed anche una certa dose di omertà in modo trasversale nelle istituzioni, nel mondo sociale e politico. Noi, assieme a pochi altri, abbiamo svolto in questi anni un'azione di denuncia, ma non possiamo dimenticare che alla prima riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, dedicata a questi temi dopo l'inchiesta, il prefetto di Foggia neppure si è presentato. Io sono stato eletto in quel territorio e di questa sottovalutazione sono in qualche modo testimone.
Vanno bene le iniziative sul versante repressivo che ora cominciano e che dovrà portare avanti anche la nuova Commissione parlamentare antimafia: stiamo parlando di 119 desaparecidos polacchi, di cui il 50 per cento nella provincia di Foggia. Quattordici cadaveri di polacchi sono stati rinvenuti nelle campagne del foggiano nel corso dell'ultimo periodo; è un'emergenza di dimensione più generale di cui Foggia, come ha detto la collega Lombardi, rappresenta solo la punta più emergente.
Bisogna procedere con coerenza sulla strada della radicale riforma e revisione della legge Bossi-Fini, con la chiusura dei centri di permanenza temporanea in cui abbiamo rinchiuso le vittime di quelle persone che, con il caporalato e la mafia, riducevano quei lavoratori in schiavitù. Io ho parlato con loro nel CPT di Bari e sono testimone di come le vittime di quelle violenze siano state espulse dal nostro paese.
Bisogna che sul terreno del lavoro vi sia un grande recupero di dignità; a noi piacerebbe che questo Governo, assieme alla regione Puglia, promuovesse nelle prossime settimane degli stati generali sulla lotta al lavoro nero degli immigrati in agricoltura a Foggia per dare il segno che la repressione è importante, ma bisogna cambiare l'economia, il consumo e difendere il lavoro.
(Misure per assicurare condizioni di lavoro e di vita dignitose agli immigrati che lavorano nei campi - n. 3-00230)
PRESIDENTE. L'onorevole Buglio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00230 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
SALVATORE BUGLIO. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente, intanto voglio ringraziare il settimanale L'espresso ed il bravissimo giornalista Fabrizio Gatti.Pag. 47Egli ha riempito un vuoto, poiché ricordo che negli anni Quaranta-Cinquanta i problemi del caporalato di intere zone, in cui lo sfruttamento e l'abbruttimento somigliavano a ciò che oggi viene denunciato, non emersero grazie ai giornalisti, ma al sindacato, alle sezioni socialista e comunista, ai movimenti che, ad esempio, univano Danilo Dolci e tanti intellettuali della sinistra meridionale. Oggi vi è un vuoto che produce lo sfruttamento infame in cui vive una parte rilevante degli immigrati.
Le TV ci hanno mostrato immagini della Puglia - proprio la Puglia di Di Vittorio - che non possiamo dimenticare: lavoratori immigrati sfruttati, sottopagati, alloggiati in posti luridi, massacrati di botte se protestano, qualche volta scomparsi nel nulla. Questa è la condizione di migliaia di braccianti in Puglia!
Penso, come lei, signor Vicepresidente del Consiglio, che un paese civile non può ignorare lo sfruttamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Buglio!
SALVATORE BUGLIO. Concludo, chiedendo al Vicepresidente del Consiglio dei ministri - successivamente entrerò maggiormente nel merito - se il Governo ha già predisposto - lei, signor Vicepresidente, ha già detto qualcosa in merito in precedenza, ma non mi pare esaustivo; credo che ci si trovi ancora nella parte iniziale - concrete soluzioni per combattere questa piaga sociale.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei integrare quanto detto in precedenza, rafforzando un giudizio di estrema condanna, ma anche un impegno riguardo a circostanze che non hanno possibilità di esistere in principio e, quindi, debbono essere perseguite in un paese civile in cui si rispettano le regole fondamentali della legalità e della convivenza. Vorrei fare riferimento al tema dell'agricoltore, perché non vi è dubbio che è allo sfruttamento di manodopera immigrata in agricoltura che si riferisce questa eccellente - dal punto di vista dell'efficacia - inchiesta giornalistica cui si richiamano gli interroganti.
Episodi come questi non possono, naturalmente, portare ad una colpevolizzazione generale del mondo del lavoro agricolo e, a maggior ragione, debbono spingere ad identificare quelle aree dove simili comportamenti si protraggono. Ciò vale per le molte zone del paese in cui l'agricoltura sa offrire risposte ai bisogni delle imprese, che ne hanno una necessità assoluta, e favorire l'integrazione economica e sociale anche degli immigrati extracomunitari, che sono una componente ormai strutturale, indispensabile per molte situazioni del paese. La ricerca della Caritas, Migrantes, indice di integrazione degli immigrati in Italia, indica, a sua volta, che in agricoltura lavorano circa 120 mila immigrati, con una percentuale che si attesta attorno all'11 per cento.
Il Governo è impegnato a promuovere una linea di azione, come ho già detto, ed anche il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali è impegnato in prima linea e sarà pronto a rispondere alle vostre interrogazioni, ai richiami, alle sollecitazioni e alle proposte per contrastare i fenomeni di illegalità e adottare misure che vanno dal nuovo provvedimento sui flussi dei lavoratori extracomunitari alla lotta al lavoro nero. Tra queste misure si evidenzia l'individuazione degli indici di congruità, l'obbligo di comunicazione dell'assunzione il giorno antecedente l'effettivo impiego del lavoratore e il documento unico di regolarità contributiva previsto dall'INPS. Quindi, oltre alle misure di prevenzione, di sicurezza e di repressione, oltre alle misure di natura correlata all'integrazione, segnalo tali aspetti amministrativi, che non sono meno importanti ed utili.
PRESIDENTE. L'onorevole Buglio ha facoltà di replicare.
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SALVATORE BUGLIO. Signor Vicepresidente del Consiglio, lei ha dimostrato grande sensibilità e piena conoscenza del problema. Sono fiducioso. Mi permetta, tuttavia, un suggerimento ed una riflessione. Il Governo prenda un'iniziativa per un tavolo di concertazione tra la regione Puglia, gli imprenditori, i sindacati e lo stesso Governo, per evitare di degradare a fatto episodico queste disumane visioni dei rapporti sociali.
Signor ministro, lo dico francamente, sono pessimista. Il prossimo anno, quando visiterò quei luoghi, sono convinto che non sarà cambiato moltissimo, anzi nulla. Questa forma di schiavismo moderno si nutre di indifferenza, di razzismo e di un'idea distorta e malata del mercato. È fatto anche culturale.
Si pone attenzione ai più garantiti e si dimenticano centinaia di migliaia di persone che non hanno diritti, che non fanno notizia e soprattutto non votano.
Le do alcune informazioni, signor Vicepresidente del Consiglio. Il compenso per gli stranieri varia da 2,50 a 3 euro l'ora, da cui devono essere tolti tutti i servizi per il «caporale». Anche per questo motivo gli italiani sono scomparsi da tale tipo di lavoro. La legge prevede una retribuzione ordinaria di 35 euro al giorno. Per favorire le assunzioni regolari il Governo ha fatto qualcosa. In particolare, ha abbassato i contributi che gli imprenditori devono versare di circa il 75 per cento, mentre il contributo dell'8,54 per cento che il bracciante deve pagare all'INPS è rimasto inalterato.
Signor Vicepresidente del Consiglio, i controlli sono inesistenti. Nell'ultimo anno in provincia di Foggia soltanto un imprenditore è stato arrestato per sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Oggi si è avuta la novità che lei ci ha evidenziato poc'anzi, che indubbiamente ci fa piacere e per la quale ringrazio la questura di Foggia. Però, questa situazione rappresenta un vero scandalo, un mare di indifferenza e di complicità. Si tratta di una battaglia difficile, ma un Governo di centrosinistra ha il dovere morale di sconfiggere questo schiavismo per consentire una vera rinascita del nostro paese.
(Misure per contrastare il fenomeno degli atti vandalici commessi in occasione dei cosiddetti rave party - n. 3-00231)
PRESIDENTE. L'onorevole Adenti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00231 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, circa un mese fa per ben cinque giorni un pezzo del territorio della provincia di Pavia, compresa un'area abitata, è stato letteralmente occupato illegalmente da migliaia di giovani e di meno giovani provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa che si sono ritrovati per suonare.
Nel corso di questa manifestazione si sono verificati danni ed aggressioni a pubblici ufficiali e cittadini (fra cui una troup della redazione regionale della RAI che è stata picchiata); sono state danneggiate proprietà pubbliche e private di alcuni comuni; è stata gravemente disturbata la quiete pubblica ed è stato documentato un diffuso fenomeno di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. È stata addirittura interrotta la principale strada statale della provincia di Pavia.
Con la presente interrogazione si chiede di conoscere se, a parere del Governo, siano state poste in essere, rispetto a questa manifestazione, tutte le misure per una corretta prevenzione e se il Governo intenda aiutare le amministrazioni comunali colpite da questo prolungato atto vandalico, che in alcun modo può e deve essere tollerato.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la modalità di svolgimento di questiPag. 49appuntamenti - rave party - è molto difficilmente prevedibile perché, come riferisce il Ministero dell'interno, in questo caso circa ottomila giovani, in prevalenza francesi, tedeschi, spagnoli ed olandesi, sono giunti nel territorio della provincia di Pavia nella tarda serata dello scorso 11 agosto senza preavviso.
Solo successivamente si è accertato che la manifestazione era stata pubblicizzata su siti Internet francesi nei quali erano state indicate le date di svolgimento, ma non il luogo della riunione, individuato in una località non meglio specificata del nord Italia. Solo con comunicazioni telefoniche e con SMS intercorsi nella stessa giornata dell'11 agosto i partecipanti si sono scambiate le informazioni per il luogo dell'appuntamento.
Non c'è dubbio che occorre rafforzare l'attività di collaborazione internazionale con le Polizie degli altri paesi sia con riguardo alle informazioni sui siti Internet frequentati da coloro che sono interessati a questi appuntamenti, sia, sempre in termini di informazione, sui movimenti che queste persone interessate realizzano. In questo senso noi dobbiamo chiedere - condivido pertanto l'opinione dell'onorevole interrogante - una maggiore attività di prevenzione alle autorità di pubblica sicurezza.
Ho qui tutti i dati riguardanti gli interventi che sono stati posti in essere dopo l'inizio dell'evento con le unità di rinforzo e con attività investigative. Faccio riferimento, in particolare, al sequestro di sostanze stupefacenti, al deferimento all'autorità giudiziaria di nove cittadini francesi, a due arresti per possesso di sostanze stupefacenti a fini di spaccio, porto illegale di arma, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Solo il 16 agosto, nella tarda serata, i partecipanti hanno tolto il «disturbo», credo non con grande rammarico dei residenti e dei cittadini locali. Ritengo sia difficile trovare degli eventi che riscuotano minore consenso fra le popolazioni. Questi appuntamenti debbono essere, e su ciò concordo con l'onorevole interrogante, assolutamente prevenuti e scoraggiati.
Infatti, i partecipanti pur con la loro mobilità spesso difficile da localizzare, hanno tuttavia bisogno di alcune strutture; si spostano a loro volta velocemente quando vengono identificati, ma questo non giustifica - e condivido con la sua posizione, onorevole - la valutazione preoccupata e l'esigenza di intervenire con maggiore fermezza.
PRESIDENTE. L'onorevole Adenti ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO ADENTI. Sono abbastanza soddisfatto della risposta del Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Vorrei solo ricordare che in quel giorno oltre mille automezzi - tra auto, moto e autocaravan - hanno attraversato le strade della provincia di Pavia, per cui mi sembra veramente molto strano che nessuno se ne sia accorto. Sono, invece, assolutamente d'accordo con l'onorevole Rutelli quando dice che vanno scoraggiati anche sotto il profilo legislativo perché, comunque, esiste una lacuna nel testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che noi vorremmo aiutare a modificare con una proposta di legge volta a impedire che in futuro accadano questi episodi.
Bisognerebbe, quindi, modificare questa norma, come giustamente la legge francese ha previsto, considerando illegali questi raduni. Quindi, una linea dura contro le più morbide scelte di altri paesi europei, perché è inammissibile riconoscere legittimità alcuna ad eventi che celebrano la cultura dell'eccesso, della droga, dell'alcool, della violenza e del mancato rispetto delle norme di convivenza sociale, in nome di una presunta libertà che risiederebbe nello «sballo». Credo che anche attraverso un provvedimento di questo tipo, quindi normativo, possa essere mandato un importante messaggio alle giovani generazioni del nostro paese sull'idea di libertà, combattendo il modello degli eccessi, che porta sicuramente ad un benessere momentaneo, ma anche alla distruzione di se stessi e degli altri.
(Intenti del Governo rispetto al progetto di estensione della rete Alta Velocità con il quadruplicamento della linea Salerno-Battipaglia - n. 3-00232)
PRESIDENTE. Il deputato Rotondo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Iannuzzi n. 3-00232 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, è evidente che non si può parlare di sviluppo del Meridione, sapendo che la crescita economica dell'intero paese dipende prevalentemente dalla crescita del sud, se in quell'area non si crea un sistema infrastrutturale adeguato. È la stessa Unione europea, fra l'altro, che ci indica di puntare prevalentemente sulla rete ferroviaria e su un moderno sistema di trasporto marittimo. Vogliamo ricordare che con il passato Governo di centrodestra non ha operato in questa direzione: ormai è evidente, si è accentuato lo squilibrio nord-sud. I pochi fondi impegnati per le grandi opere - ricordo solo i 58 miliardi di euro sui 173 previsti - sono stati utilizzati prevalentemente per il nord: il 70 per cento delle opere già avviate è localizzato al nord e solo il 10 per cento al sud.
Chiediamo perciò al Governo come intenda agire per potenziare, modernizzare e mettere in sicurezza la rete ferroviaria meridionale e siciliana (ricordo, fra l'altro, l'importanza delle tratte Messina-Palermo e Messina-Catania-Siracusa).
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il tratto di linea Napoli-Palermo è la parte terminale dell'asse transeuropeo ad alta capacità nord-sud, che da Berlino porta al Mezzogiorno d'Italia (il cosiddetto progetto prioritario n. 1 di Essen). È una priorità anche per il Governo Prodi e lo voglio dire con estrema chiarezza, dopo essermi espresso sulla posizione dell'esecutivo riguardante altre infrastrutture, alla luce della situazione che ereditiamo quanto all'effettiva distanza tra progetti stabiliti, varati e risorse disponibili. A questo proposito, vorrei esporre due cifre che i colleghi interroganti possono naturalmente ben apprezzare, essendo la stima complessiva del progetto pari a 1.855 milioni di euro e solo 55 di essi sono disponibili.
Quindi, è evidente che il Governo, nell'ambito delle priorità cui il ministro delle infrastrutture è fortemente impegnato, dedicherà un'attenzione particolare ad un'opera che prevede un ulteriore intervento. Infatti, il potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea Battipaglia-Reggio Calabria impegna 230 milioni di euro, di cui è disponibile un milione per studi e progettazioni, mentre la trasformazione ad alta capacità della linea Battipaglia-Reggio Calabria, con tempi naturalmente molto più lunghi, prevede un costo di circa 3.270 milioni di euro, di cui ne sono disponibili appena dieci.
Riferisco all'Assemblea che il Governo intende riaffermare la priorità degli interventi infrastrutturali per il Mezzogiorno. Il collega D'Antoni in proposito è fortemente impegnato insieme ai ministri competenti perché sappiamo che ciò urge, a maggior ragione se consideriamo che perfino i cantieri di alcuni lotti del tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria, sono fermi a causa dell'interruzione nei mesi passati dell'erogazione delle risorse necessarie per il loro completamento. Vorrei ricordare che due anni fa vi fu la presentazione di lavagne nel corso di alcune trasmissioni televisive e si parlò del completamento dell'opera.
Colleghi deputati, non vogliamo ripetere tale errore, perché intendiamo affermare con estrema chiarezza tale priorità, che riguarda anche la prospettiva siciliana. Lo sottolineo ulteriormente e sono pronto a trasmettere tutti i dati e la scheda predisposta dal Ministero delle infrastrutture dove si indicano alcuni degli interventi prioritari da realizzare lungo questa linea così complessa. Infatti, questa è laPag. 51chiara intenzione e volontà del Governo. Troppe opere sono previste all'interno della legge obiettivo, mentre poche sono effettivamente perseguite. Ebbene, tra le priorità che intendiamo inserire vi è certamente la ferrovia che da Salerno-Battipaglia porta verso la Calabria e poi verso la Sicilia.
PRESIDENTE. Il deputato Iannuzzi ha facoltà di replicare.
TINO IANNUZZI. Onorevole Vicepresidente del Consiglio, la ringraziamo per la risposta e prendiamo atto con soddisfazione degli impegni assunti dal Governo. La modernizzazione delle infrastrutture nel Mezzogiorno deve essere al centro dell'azione del Governo Prodi, ma dopo gli anni del Governo Berlusconi, ricchi di promesse e proclami ma poveri di cantieri e finanziamenti, come hanno evidenziato anche i dati da lei forniti poc'anzi, occorre voltare pagina. Condividiamo l'operazione-verità avviata dal Governo sullo stato effettivo delle opere e dei fondi e concordiamo sulla necessità di definire una griglia effettiva e ristretta di grandi priorità nella politica delle infrastrutture. Tra di esse, in pole position, vi è lo sviluppo della rete ferroviaria del Mezzogiorno, in Campania, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, in considerazione della generale arretratezza del sistema ferroviario meridionale rispetto al resto del paese. Basti pensare alle tante tratte ferroviarie siciliane, ancora non elettrificate ed ancora a binario unico.
Per tale ragione occorre procedere con determinazione nel progetto e nella costruzione dell'estensione dell'alta velocità ed alta capacità dal nodo napoletano verso Salerno e Battipaglia, quale primo passo e primo segmento di un progetto più generale di velocizzazione, potenziamento, adeguamento tecnologico e messa in sicurezza della linea ferroviaria verso Reggio Calabria, Catania e Palermo. Lo sviluppo ferroviario nel sud è atteso da quelle comunità, ma ha un'indubbia valenza nazionale e nei provvedimenti che il Governo si appresta a varare per la crescita del Mezzogiorno deve rientrare anche il compito dello Stato di realizzare esclusivamente con fondi pubblici le grandi opere che servono al sud, come ha sostenuto il viceministro D'Antoni.
Noi continueremo nella nostra azione e nella nostra funzione con passione e determinazione. Sarà un'azione di sostegno pieno, ma anche di impulso, di stimolo positivo, attivo e propositivo, al Governo, persuasi che il rilancio del sistema Italia si incrocia con una grande speranza ed una grande prospettiva per il Meridione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Iniziative volte alla predisposizione di una riforma del processo penale - n. 3-00233)
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00233 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
FEDERICO PALOMBA. Onorevole Vicepresidente del Consiglio, la questione dell'indulto ha visto in quest'aula e fuori di qui la contrapposizione tra chi, come noi, lo considerava una resa dello Stato ed un colpo di spugna su alcuni dei più gravi reati e chi, invece, invocava uno stato di necessità, assicurando comunque l'impegno verso le riforme strutturali del sistema penale, compreso l'ordinamento e l'organizzazione penitenziaria. Ora ci troviamo ad affrontare gli effetti del condono. Da notizie di stampa sembra che da allora si siano verificati alcuni dei rischi da noi denunciati: un numero di scarcerazioni superiore a quello annunciato e l'aumento della criminalità indotto dal condono. Non abbiamo notizie circa il processo di riorganizzazione ed ampliamento delle strutture penitenziarie affinché possa evitarsi un nuovo sovraffollamento e, magari, un nuovo indulto. Soprattutto, non vorremmo che si spegnesse la spinta alla riforma organica e strutturale del complessivo sistema normativo penale. Non vogliamo che si riveli fondato l'interrogativo di chi temeva che la prospettazione della riforma del sistema penale formulata in aula fossePag. 52solo funzionale ad ottenere comunque la scarcerazione di detenuti. Le chiedo perciò, signor Vicepresidente, di conoscere gli intendimenti del Governo.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole Palomba solleva una serie di questioni molto importanti, che legano l'effettività dell'indulto, che ha portato alla scarcerazione di un numero di detenuti superiore a quelli stimati all'atto dell'approvazione del provvedimento da parte del Parlamento, alla sicurezza dei cittadini.
Nel momento in cui il Parlamento, pur con il rispettabile dissenso di alcune forze parlamentari, e tuttavia con la maggioranza costituzionalmente prescritta, ha varato l'indulto per venire incontro alla drammatica situazione delle carceri e per onorare degli impegni, che, ove non rispettati, avrebbero potuto ulteriormente peggiorare la convivenza civile, ha tenuto conto di quell'altra metà della luna rappresentata dalla sicurezza dei cittadini.
È evidente che il nostro paese in prospettiva non può pensare che le carceri siano sufficienti per coloro che vengono riconosciuti responsabili di reati, anche se la nostra speranza è che vi sia sempre meno carcerazione preventiva e sempre più persone che scontano una condanna nelle carceri italiane. Come paese civile dobbiamo disporre di un numero di carceri con un numero di posti corrispondente agli esiti delle attività dei nostri tribunali. Non possiamo immaginare quindi che vi siano in futuro scarcerazioni a causa del sovraffollamento; semmai dobbiamo pensare a condizioni delle carceri decenti, dignitose e civili.
Vorrei informarla che sono oggi in costruzione nove nuovi istituti penitenziari: Rieti, Marsala, Savona, Rovigo, Sassari, Cagliari, Tempio Pausania, Oristano e Forlì. Sono state altresì espletate le procedure di gara per l'esecuzione di interventi di ristrutturazione presso venti istituti, i cui lavori saranno appaltati entro la fine del corrente anno. Per gli altri la fase di progettazione è già perfezionata ed i lavori sono stati appaltati o sono in corso.
Per quanto riguarda le iniziative legislative mirate ad evitare che si ripetano i fenomeni lamentati - la richiesta principale della sua interrogazione è infatti una riforma strutturale del procedimento penale - in data 27 luglio il ministro della giustizia ha costituito una commissione per la riforma del codice penale presieduta dall'avvocato Giuliano Pisapia.
Uno dei temi è proprio la ridefinizione del sistema sanzionatorio per irrogare pene anche diverse da quelle carcerarie, ma in grado di assicurare il massimo di effettività della sanzione inflitta.
Infine - concludo - sul versante processuale in pari data è stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale, presieduta dal professor Giuseppe Riccio, volta a trovare un punto di equilibrio tra ragionevole durata del processo e giusto processo per assicurare finalmente al nostro paese un sistema processuale rapido, efficiente e garantito.
Le due commissioni hanno già iniziato a lavorare e dovranno concludere entro il 31 luglio 2007 il loro lavoro, stendendo i rispettivi schemi di legge delega e provvedendo alla stesura degli schemi dei decreti legislativi di attuazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di replicare.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, abbiamo preso atto delle sue dichiarazioni. Non abbiamo ragione di dubitare della serietà dell'impegno del Governo. A dire la verità, avevamo chiesto che la riforma precedesse o accompagnasse l'approvazione di un provvedimento di clemenza, ma così non è stato. Ciò genera il rischio che possa essere percepita una certa incoerenza delle istituzioni.
Il 29 agosto ultimo scorso è stato celebrato il quindicesimo anniversario della morte di Libero Grassi, eroico imprenditorePag. 53siciliano assassinato dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato, come si legge nella lapide che ricorda il sacrificio.
In questa circostanza, molte autorità politiche si sono affrettate a magnificare le virtù di questa persona che ha dato la vita, ma si tratta delle stesse persone che hanno voluto approvare l'indulto ed hanno voluto bocciare la nostra richiesta di escludere proprio il delitto di estorsione, insieme ai delitti di corruzione, ai reati finanziari e di voto di scambio mafioso, dall'indulto stesso. Così i condannati per il racket mafioso sono tornati tra le gente, a schernire la polizia, la magistratura e, magari, a minacciare le stesse vittime! In questo modo, le istituzioni rischiano di magnificare le virtù dei martiri, ma, dall'altra parte, di renderne vani i frutti.
In particolare, il bonus di tre anni, onorevole Vicepresidente, rappresenta uno scoraggiamento a concludere le indagini soprattutto nei confronti delle vittime, le quali pensano che esporsi in prima persona possa rappresentare un grave rischio, soprattutto perché alla condanna non seguirà l'esecuzione della pena.
Concludo, dicendo che l'allarme dell'opinione pubblica, la paura delle vittime, le delusioni delle Forze di polizia e della magistratura per la vanificazione del difficile lavoro svolto dovranno trovare una risposta seria nel Governo che, attraverso la riforma del sistema penale, deve dare la certezza di voler ripristinare la legalità di cui fa parte la certezza della pena ed, insieme, la sicurezza dei cittadini, anche per evitare che resti minata la fiducia nelle istituzioni.
(Iniziative concernenti la sepoltura delle vittime di omicidi commessi dai familiari, con particolare riferimento al caso della giovane pakistana Saleem Hina - n. 3-00234)
PRESIDENTE. La deputata Garnero Santanché ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00234 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11) di cui è cofirmatario.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Signor Presidente, abbiamo presentato questa interrogazione a proposito della ragazza, la giovane donna pakistana, che è stata uccisa dai suoi stessi familiari perché aveva deciso di vivere una vita all'occidentale. Aveva un fidanzato italiano; lavorava in una pizzeria e stava con i nostri ragazzi italiani.
Volevo chiedere al Governo quali sono ancora oggi, dopo ormai quaranta giorni dalla sua morte, le ragioni che ostano ad un funerale così come è stato richiesto dal fidanzato, che era anche il suo convivente.
Vi è bisogno di questo funerale, perché deve rendere omaggio alla memoria della giovane donna pakistana innocente e trucidata in modo barbaro. Un funerale ancora più necessario per riparare a quell'assordante silenzio, che ci ha accompagnato in tutto questo periodo, di troppe coscienze che, in altre occasioni, abbiamo visto mobilitarsi, scendere in piazza, fare le fiaccolate. Ne abbiamo, quindi, bisogno.
Chiedo, pertanto, se non ritenga il Governo di adottare iniziative, anche normative, volte ad evitare in questo ed in altri simili casi il pericolo che il corpo della vittima di un omicidio venga riconsegnato proprio ai familiari che lo hanno commesso.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, prima di rispondere a quest'ultima interrogazione, vorrei informare l'Assemblea in merito alla volontà del Governo di essere presente in maniera significativa in occasione del question time.
Si tratta di una forma di rispetto nei confronti del Parlamento. Credo che ne abbiamo dato prova e ci tengo ad informare anche la Presidenza che, mentre nella precedente legislatura il Presidente del Consiglio, su 138 sedute del questionPag. 54time (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale), vi ha partecipato zero volte...
GIANNI MANCUSO. Risponda all'interrogazione!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... ed i Vicepremier hanno partecipato sei volte, in appena nove sedute è venuto già il Presidente del Consiglio (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
MANLIO CONTENTO. Risponda all'interrogazione! Rispetti il regolamento!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, state calmi, poi l'onorevole ha la possibilità di replicare!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Non vedo perché vi dobbiate innervosire. Precedentemente avete parlato del riconoscimento dei diritti civili e dei diritti di espressione. Lasciateli pure al Governo in quest'aula, se ci consentite (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Onorevoli di Alleanza Nazionale, vorrei ricordare che in 138 sedute, sei volte è venuto il Vicepremier. In questa legislatura, in nove sedute sono venuti una volta il Presidente del Consiglio (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
ANGELA NAPOLI. Risponda all'interrogazione!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...e tre volte i Vicepresidenti del Consiglio, dimostrando il rispetto del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. La prego, onorevole Rutelli...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... che vorrei voi apprezzaste, anziché reagire a male parole, come state facendo!
Quanto all'interrogazione (se me lo consentite, rispondo, perché si è di fronte ad un tema di grande importanza e rilevanza), si tratta una vicenda agghiacciante.
Se il Parlamento vuole assumere un'iniziativa legislativa, come ha detto correttamente alla fine del suo intervento l'onorevole Santanchè, credo vi sia la disponibilità del Governo a confrontarsi per modificare il quadro legislativo.
Vorrei spiegare il problema giuridico che è complesso, ma cercherò di farlo in poche parole. In questa terribile, orrenda vicenda che ha visto come vittima Saleem Hina abbiamo misurato tutta questa difficoltà. Oggi, l'istanza relativa al nulla osta per il seppellimento del cadavere presentata dalla mamma della vittima è stata rigettata, perché le indagini devono attendere il deposito della relazione della consulenza per l'autopsia. Quindi, la questione è sottoposta al vaglio dell'autorità giudiziaria e anche il TAR della Lombardia, come lei sa, se ne sta occupando, su istanza del convivente, che invoca il diritto a disporre lui della salma, come atto di pietà nei confronti della vittima di questo gesto spaventoso che ha colpito tutto il nostro paese.
Tuttavia, come lei ha giustamente ricordato, si tratta di trovare una strada legislativa, poiché, ad oggi, il codice di procedura penale stabilisce che, quando la persona offesa sia deceduta in conseguenza di reato, le facoltà e i diritti previsti dalla legge siano esercitati dai prossimi congiunti. Normalmente, quindi, la salma della persona uccisa viene riconsegnata ai congiunti. Per quanto riguarda il caso di specie, tutti conveniamo su quanto sia stato orrendo. Conveniamo sul fatto che consegnare la salma a coloro che, con questa barbarie, si sono resi responsabili della sottrazione della vita ad una ragazza che cercava di vivere in libertà sia un modo per peggiorare ancora di più tale situazione. Tutto ciò induce ad assumere un'iniziativa. Auspicherei che venisse presa in Parlamento con il più ampio consenso possibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Santanchè, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Signor Presidente, devo dire che non posso essere soddisfatta delle parole pronunciate del Vicepresidente del Consiglio.
Innanzitutto, mi dispiace che abbia usato il tempo previsto per rispondere alla mia interrogazione per citare dati e quant'altro...
ROBERTO GIACHETTI. La verità!
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Benissimo, allora voglio ricordare a questo Parlamento che Prodi è stato obbligato, attraverso un voto espresso ieri al Senato, a venire a parlare (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Padana) e che Prodi, sin dall'altro ieri, ha detto che qui siamo tutti matti! Questo è il rispetto che voi avete nei confronti del Parlamento! Quindi, non era oggetto del question time! Ma lasciamo perdere tale questione.
Per ritornare all'oggetto della interrogazione di cui sono cofirmataria, non posso essere soddisfatta della risposta, Vicepresidente Rutelli. Sono contenta che lei la pensi come me e concordi sul fatto che tutto ciò non dovrebbe avvenire. Tuttavia, lei rimanda al Parlamento l'iniziativa legislativa e lei sa bene che i tempi del Parlamento, per approvare una legge, sono almeno di un anno o un anno e mezzo, sempre che siamo tutti d'accordo e non ci sia alcunché su cui discutere. Perché l'esecutivo di questo paese, perché il Governo che lei rappresenta non è in grado di predisporre, per questo caso, un decreto-legge che eviti che questa ragazza sia ammazzata due volte (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)? Dovete decidere! Ci ha stancato questo «buonismo», questo politically correct quando si parla di immigrazione! Si tratta di una giovane donna pakistana che voleva vivere alla maniera occidentale, che aveva ben presente che cosa fosse l'integrazione, che usciva con i nostri ragazzi e amava un italiano.
Allora, le chiedo, vicepresidente Rutelli: come posso essere soddisfatta del fatto che lei ha scaricato il problema sul Parlamento - con i tempi del Parlamento, e sappiamo quanto siano lunghi - e che l'Esecutivo della mia nazione non prende la decisione di approvare un decreto-legge per mettere fine alla questione e per non ammazzare Hina Saleem due volte, come voi state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Padania - Congratulazioni)?
IGNAZIO LA RUSSA. Brava! Brava!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30.
La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,35.