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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative nei confronti di quei paesi che maggiormente hanno consentito manifestazioni intimidatorie nei confronti del Papa - n. 3-00226)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00226 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come già ricordato, nel discorso a Ratisbona di Benedetto XVI si rifletteva sul rapporto tra fede e ragione. A tale discorso vi sono state reazioni giudicate da molti di noi, in quest'aula, barbare e violente da parte di tutti i paesi islamici, non solo di quelli cosiddetti moderati o di quelli estremisti.
Diceva Thomas Moore, il patrono dei politici, che Dio non vuole che si usi la persecuzione per mantenere e accrescere la fede tra il popolo, ma non si vede perché i cristiani debbano sopportare che il popolo cristiano sia oppresso dai turchi o dagli eretici peggio che dai turchi.
Ad ascoltare le parole del ministro Di Pietro, suo collega, le cui dimissioni sarebbero un gesto naturale in un Governo normale, ed i silenzi indegni del Governo del nostro paese dobbiamo dire che forse Thomas Moore aveva veramente ragione.
Qual è la posizione del Governo e cosa intende fare? Intende convocare gli ambasciatori, sospendere i rapporti commerciali? Insomma, vi chiediamo come il Governo italiano vuole rappresentare la difesa dei diritti di libertà e di opinione, la laicità del crocifisso, la tutela delle radici religiose e la salvaguardia presente degli ideali della nazione italiana.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, nelle precedenti dichiarazioni dei colleghi Catone e Bricolo, come nell'interrogazione in esame, si fa riferimento a un dato non vero, ossia al fatto che il Governo sia rimasto in silenzio. Il Governo si è espresso dalla Cina, dove si trovava fisicamente il Presidente del Consiglio, con parole molto chiare ed inequivoche, riportate dalle agenzie di stampa, dalla televisione e dai giornali, che vi posso mettere a disposizione. Lo stesso hanno fatto il ministro degli affari esteri, onorevole D'Alema, ed autorevoli esponenti del Governo. Sottolineo, ad esempio, le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Sentinelli, che ha espresso sdegno e il suo impegno in questa vicenda, e le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Danieli, che pure ha definito criminali gli atti che hanno colpito tutta una serie di situazioni e che sono stati universalmente giudicati intollerabili.
Le espressioni che ho usato prima - e che lei avrà ben udito - le ho pronunciate a nome del Governo e non certamente a titolo personale. Ritengo che siano espressioni non soltanto condivise dall'intero Governo, bensì dall'intera comunità italiana. Peraltro, la lectio magistralis del Papa a Ratisbona è stata una riflessione profonda sul rapporto tra fede e ragione. Il Papa ha affermato che la violenza è contraria a Dio e all'amore e che non può essere giustificata da un motivo religioso.
Venendo a riflessioni che non riguardano le autorità religiose, bensì noi politici, dobbiamo sforzarci sempre di capire con attenzione ed umiltà l'altro da noi. Dobbiamo cercare sempre di farci capire, dobbiamo evitare di attaccare, anche con le parole, e dobbiamo respingere con assoluta fermezza chi ci aggredisce.
Debbo dire che dell'esperienza del XX secolo fa parte l'avere appreso la tragedia infinita della violenza dell'uomo contro l'uomo. Abbiamo conosciuto il nazismo e i campi di concentramento, i gulag e il totalitarismo sovietico; abbiamo conosciuto i morti della prima e della seconda guerra mondiale: decine di milioni diPag. 41morti. Per questo motivo, abbiamo costruito una civiltà di convivenza. Proprio per questo motivo, per gli errori che abbiamo compiuto nei secoli come europei, abbiamo conquistato, grazie al sacrificio dei nostri genitori e di molte persone che si trovano in quest'aula, la consapevolezza che non solo non si deve tornare alle guerre di religione, ma anche a considerare la violenza contro persone innocenti come qualcosa di tollerabile per qualunque motivazione.
Ecco perché respingiamo con assoluta fermezza le dichiarazioni rivolte soprattutto all'espressione di un'opinione in campo religioso. E respingiamo le dichiarazioni in tutte le direzioni di coloro che pensano o immaginano che la paura possa assumere cittadinanza. La forza della democrazia è anche nel rigettare la paura, a partire dalle sofferenze che abbiamo conosciuto nel XX secolo e dal troppo sangue versato. Non vogliamo più conoscere quelle pagine (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, che il Santo Padre fosse stato frainteso l'avevamo capito e lei ce lo ha ricordato. L'UDC non ha sollevato tale questione per dividere il Parlamento. Noi vogliamo unirlo nella difesa dell'identità cristiana del nostro paese, nella difesa delle nostre radici, delle nostre tradizioni e della nostra storia.
Noi abbiamo visto troppa timidezza tra i responsabili istituzionali di questo paese, troppa subalternità psicologica. Per sostenere il confronto con gli altri - che noi vogliamo, vicepresidente Rutelli - bisogna avere ben chiara l'idea di chi siamo noi, dove vogliamo andare e da dove veniamo. Questo rischia di mancare nella società italiana. Respingere con fermezza chi ci aggredisce - lei ha detto -, noi siamo d'accordo: vogliamo che il Governo italiano abbia più coraggio. Difendete anche noi e quell'identità cristiana dell'Italia e dell'Europa, che non siamo riusciti a difendere nemmeno all'atto di compilazione della Costituzione europea, perché quel richiamo è mancato: ma esso unisce e deve sempre più unire laici e cattolici.
Infine, onorevole Rutelli, questa mattina il Presidente della Baviera, Stoiber, ha chiesto all'Unione europea di sospendere le trattative di adesione della Turchia all'Unione medesima. Io credo che sia incompatibile la richiesta di scuse ufficiali che il premier Erdogan, da parte della Turchia, ha rivolto al Sommo Pontefice, con la richiesta di adesione all'Unione europea. Chi viene nella nostra casa, nell'Unione europea, non può dimostrare questa subalternità psicologica e politica nei confronti non dell'islam - che rispettiamo -, ma del fanatismo islamico che dobbiamo contrastare con forza [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia]!