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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1042.
(Esame dell'articolo 8-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi non siamo contrari all'introduzione diPag. 89norme che semplificano le procedure di ingresso nel nostro paese di soggetti che si occupano di ricerca scientifica. Oggettivamente in passato è accaduto che nella gestione di tale tipologia di personale, le cui problematiche sono diverse da quelle dei flussi di ingresso di immigrati, vi siano stati problemi oggettivi di carattere generale. In linea di principio non siamo neanche contrari alla circostanza che la domanda possa essere accolta anche quando il soggetto si trova già in Italia, per evitare di incorrere nel meccanismo presente nella legge Bossi-Fini e consistente nell'uscita, nel successivo reingresso e così via.
Ciò che invece non riesco a comprendere è il motivo in base al quale la relatrice ha espresso parere contrario sull'emendamento Pini 8-bis.42. In esso infatti si specifica che il meccanismo di uscita e di reingresso per tali lavoratori addetti alla ricerca non si applica in caso di soggetti che risiedono e lavorano sul territorio nazionale in forza di un titolo di soggiorno valido e regolare.
Certamente non voglio immaginare che attraverso l'approvazione dell'articolo 8-bis si intenda introdurre una sanatoria camuffata, cioè a dire che i ricercatori presenti in Italia senza permesso di soggiorno vengono sanati addirittura non a seguito dell'approvazione della delega, perché la norma presente all'ultimo capoverso dell'articolo 8-bis ha contenuto immediatamente precettivo e quindi non è rivolta soltanto all'azione normativa del Governo.
Pertanto, ritengo opportuno che la relatrice, il Governo e la Commissione modifichino il parere sull'emendamento Pini 8-bis.42 per metterci nella condizione di votare tale norma che sul piano del merito condividiamo.
Se così non fosse, visto che l'interpretazione possibile è quella di una sanatoria camuffata, saremmo costretti a votare in senso contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, è stato già spiegato che tale fattispecie non ha nulla a che fare con quella di cui abbiamo parlato in precedenza. Infatti, si tratta di numeri limitatissimi e relativi ai ricercatori. Semplicemente vogliamo sottolineare l'importanza che il Governo si avvalga della possibilità di cui all'articolo 14, comma 3, della direttiva, che già prevede il requisito che le domande presentate dai cittadini di Stati terzi, già presenti sul territorio, siano conformi alla legislazione nazionale.
Quindi, non serve assolutamente a nulla aggiungere il termine «regolarmente» perché così è già pienamente stabilito dalla direttiva. Pertanto, esso risulta perfettamente pleonastico. È chiaro che la domanda verrebbe respinta se chi la presenta si trovasse in situazioni di irregolarità. Ripeto che si tratta di ricercatori per i quali sono previsti una serie di criteri che limitano moltissimo i casi di cui all'articolo 14, comma 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, chiedo al Governo di fornire spiegazione più puntuali sul fatto che non si voglia approvare l'emendamento Pini 8-bis.42.
Evidentemente, tutte le considerazioni fatte prima dal ministro Bonino cadono su questo emendamento per il semplice motivo che si sta configurando realmente il tentativo di demolire la legge Bossi-Fini. Abbiamo sentito prima l'onorevole Boato spiegarci che vi è una sorta di accanimento nei confronti di cittadini extracomunitari che chiedono di entrare nel nostro paese per fini di ricerca scientifica.
Il principio generale non è contestabile, anzi ben vengano persone che possano concorrere al miglioramento delle nostre conoscenze scientifiche. Ciò che è contestabile è il modo in cui è scritto il principio di delega e l'applicazione in concreto che noi ravvisiamo. È attraverso questa fattispecie che riteniamo venga mostrata realmente la volontà di demolire la leggePag. 90Bossi-Fini aggirandola. Ciò per il semplice motivo che all'estero esistono fior fiori di titoli di studio falsi, costruiti appositamente per aggirare la normativa attuale, dove sono contenute delle attestazioni da parte di inesistenti istituti che consentono di avere titoli assolutamente aleatori, attraverso, ad esempio, dei non riconoscimenti quando questi titoli di studio fanno riferimento a degli studi di ingegneria, di architettura o di ricerca privata, che vanno considerati come carta straccia.
La necessità di fare riferimento almeno a persone che si trovano regolarmente sul nostro territorio rappresenta una condizione minima indispensabile che pone il ministro al riparo da tutte le precisazioni fatte prima, che cadono rispetto all'applicazione in concreto. Ancora una volta si vuole utilizzare la legge comunitaria per aggirare delle norme in contraddizione con quanto dichiarato prima dal ministro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Intervengo anzitutto per aggiungere la mia firma all'emendamento 8-bis. 42 del collega Pini, illustrato dal collega D'Alia. Ritengo che in quel «regolarmente» vi sia il minimo di buon senso per introdurre una norma di questo tipo che eviti i sospetti che il collega Gibelli ha prima illustrato. Credo che aggiungere questa parola non tolga alcunché alla logica dell'articolo 8-bis, ma renda invece più chiara l'indicazione della acquisizione di capacità scientifiche effettive da parte di gente che già regolarmente vive sul territorio del nostro paese. Ritengo pertanto che questo emendamento debba essere approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, mi associo anch'io a questa richiesta, che mi sembra di buon senso. Per quanto ci riguarda, voteremo naturalmente a favore di questo articolo 8-bis che recepisce la direttiva. Se noi scriviamo che la domanda di ammissione può essere accettata anche quando il cittadino in questione si trova in Italia a titolo di studio, di turismo, di soggiorno temporaneo, ci sta bene. Non voglio fare processi alle intenzioni, ma se togliamo il termine «regolarmente» in teoria la domanda potrebbe essere accolta anche se il soggetto si trova in Italia senza alcun titolo, il che mi sembra una forzatura. Del resto lo stesso relatore e gli stessi colleghi della maggioranza hanno detto che si intende comunque che egli deve trovarsi in Italia con un titolo valido di permanenza sul nostro territorio; non vedo cosa costi allora accettare di inserire il termine «regolarmente» in modo da fugare ogni dubbio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, vorrei ricordare che esiste già l'articolo 27 del testo unico in materia che, al comma 1, prevede le modalità che consentono l'ingresso in Italia, sulla base di una specifica procedura e fuori quota, dei professori universitari e dei ricercatori destinati a svolgere in Italia un incarico accademico o un'attività retribuita di ricerca presso università, istituti di istruzione e di ricerca operanti in Italia. Per entrare in Italia i ricercatori non comunitari devono, come tutti i cittadini stranieri, essere in possesso di un visto di ingresso, rilasciato da una rappresentanza diplomatica consolare italiana. Siamo, quindi, fuori dal discorso dei flussi e rientriamo nel caso specifico dell'articolo 27.
Se tutto ciò è già previsto, come consacrato nel fascicolo del Servizio studi, secondo cui si tratta di una procedura estremamente semplificante e semplificata, come ben sappiamo, non si può che trarre la convinzione che la norma della quale stiamo parlando possa riguardare anche coloro che si trovano in Italia senza il permesso e, quindi, in condizione di clandestinità (sono entratiPag. 91per ragioni di turismo o, comunque, si sono resi clandestini).
Quindi, le nostre sono obiezioni estremamente fondate, perché, poi, ad una norma si deve dare, come noto, un'interpretazione letterale.
Se anche si vuol dare un'interpretazione sistematica, occorre fare riferimento all'articolo 27 del testo unico in materia, affermando che, se sussiste già tale previsione, secondo l'articolo cui mi riferivo, questa nuova normativa, se deve prevedere qualcosa di nuovo per giustificarsi, riguardando persone che dispongono di un particolare titolo o di una particolare qualifica, permette di assumere tali soggetti, anche se sono entrati in Italia clandestinamente o sono diventati clandestini, con tutte le riserve delle quali parlava il collega Gibelli.
Con questa norma si apre un vulnus incredibile nel sistema posto in essere dalla legge Turco-Napolitano, come integrata dalla legge Bossi-Fini, perché, questa volta, si parlerà di ammissione di cittadini a fini di ricerca scientifica. Badate bene: non si parla di ricercatori scientifici o di professori, ma si fa riferimento genericamente ai fini di ricerca scientifica; in tale espressione può rientrare di tutto (il giudizio su questi fini generici di ricerca scientifica si capisce chi lo darà) ed, in tal modo, si continuerà ad aprire tale vulnus, andando a ricomprendere altre categorie, fino ad arrivare al vostro obiettivo: regolarizzare i clandestini, senza prevedere la procedura di afflusso dall'estero previo lavoro, con permesso di soggiorno a fini lavorativi, come viene stabilito correttamente in seguito all'integrazione da parte della legge Bossi-Fini della legge Turco-Napolitano. In questo modo, si scassa completamente il sistema, riempiendo il nostro paese di irregolari.
Questo vi fa capire come la nostra posizione e la nostra opposizione non siano cervellotiche, ma fondate su logiche ben precise.
Pertanto, quando ci viene chiesto il motivo per cui ci si preoccupa dell'articolo 8-bis, rispondo al caro e stimatissimo amico Boato, facendo riferimento a quelle ragioni che, forse, egli non ha potuto considerare a fondo. Quindi, questo articolo concepito in questo modo non può andare: o si aggiunge, come è stato detto, il termine «regolarmente» oppure saremo costretti ad esprimere un voto contrario.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, la Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere favorevole sull'emendamento Pini 8-bis.42, che prevede l'inserimento del termine «regolarmente». Tuttavia, si tratta di un pleonasmo, anzi è peggio. Infatti, le figure del ricercatore scientifico sono tante e così diverse che la formulazione che avevamo adottato mirava a risolvere il problema di colui che era già regolarmente presente sul territorio dello Stato italiano e che era costretto a recarsi all'estero per assumere un contratto. Come sapete - nella precedente legislatura abbiamo discusso per un determinato periodo di tempo sulla riforma dell'università - le figure contrattuali sono tantissime, ma quelle a tempo indeterminato sono pochissime.
In ogni caso, poiché vogliamo dimostrare (e chiedo al Governo la stessa disponibilità) che non è la «regolarità» che ci crea problemi, ma che avevamo trovato una formula tecnica che desse continuità ad alcuni tipi di figure, accettiamo l'espressione «regolarmente», anche se è puramente pleonastica.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, se tutti si sentono più tranquilli, non c'è problema. Il Governo lo dava per scontato.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.Pag. 92
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti soppressivi Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8-bis.42, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 457
Hanno votato no 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 459
Astenuti 15
Maggioranza 230
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Dovremmo ora passare all'articolo 8-ter.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, anch'io avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Onorevole Pini, lei non l'ha specificato subito e ormai ho dato la parola all'onorevole La Russa.
Prego, onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, questa fase di votazioni, che ha visto sostanzialmente l'approvazione all'unanimità di tanti articoli, fa giustizia rispetto all'ipotesi che vi fosse un'opposizione preconcetta a questo provvedimento. Ora siamo giunti ad punto che ci divide, ma ci divide non per propaganda, bensì perché su questo non si è trovata una posizione comune.
Lo sforzo, più volte ribadito, della maggioranza di volere individuare punti di incontro in quest'aula, specie su un provvedimento di recepimento di direttive comunitarie, mi sembra debba essere espresso in questo momento. Vorrei avanzare, Presidente, una proposta concreta.
Presidente, parlerò quando catturerò la sua attenzione, ma non ho fretta...
PRESIDENTE. Lei ha sempre la mia attenzione.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, è troppo buono, ed io non so come ringraziarla.
Vorrei avanzare una proposta concreta.
La proposta è quella di accantonare, al momento, l'articolo 8-ter e le relative proposte emendative, e di procedere, con la stessa serenità, rapidità e senza tensione, alle votazioni successive. In altri termini, si tratta di lasciare per ultima la votazionePag. 93sull'articolo 8-ter e di concludere i lavori, questa sera, prima di procedere alla votazione di tale articolo. In questo modo, la Commissione ha il tempo, se vuole, di approfondire la possibilità di trovare un punto d'incontro. Domani mattina, si potrebbe concludere tutto in un quarto d'ora, perché resterebbero soltanto una votazione, le dichiarazioni di voto finale - che saranno necessariamente brevi, in quanto i gruppi hanno esaurito il tempo a disposizione - e il voto finale.
Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che vuole evitare una dura contrapposizione che, altrimenti e inevitabilmente, si creerebbe se anche questa cortese richiesta fosse considerata ostruzionistica o priva di valore. Sono certo della valutazione serena di questa proposta, signor Presidente.
PRESIDENTE. C'è, dunque, una proposta di accantonamento dell'articolo 8-ter, sulla quale la Commissione si deve pronunciare. L'onorevole La Russa propone di accantonare l'articolo 8-ter, di procedere alla votazione di tutti gli altri articoli entro questa sera e di rinviare a domattina la trattazione dell'articolo accantonato e la votazione finale sul provvedimento. In proposito, ascoltiamo il parere della Commissione e darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro, prima di procedere al voto.
Prego, onorevole Bimbi.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. La Commissione è favorevole all'accantonamento, purché si voti questa sera l'articolo 8-ter, sul quale abbiamo già discusso abbastanza.
PRESIDENTE. Quindi, il parere della Commissione non è favorevole.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Siamo favorevoli ad un accantonamento, nel senso che lo esamineremo alla fine, votando però tutti gli articoli questa sera.
PRESIDENTE. La proposta non è questa. Lei deve esprimersi sulla proposta dell'onorevole La Russa, il quale ha chiesto di procedere nella seduta di domani alla votazione dell'articolo 8-ter.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Io ho formulato un'altra proposta.
PRESIDENTE. Lei deve pronunciarsi, però, su una proposta che è già stata avanzata.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Allora, nella forma in cui è stata presentata dall'onorevole La Russa, sono contraria.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che la Commissione stia ancora valutando...
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Mi pare di aver compreso che l'onorevole La Russa propone di rinviare la votazione dell'articolo 8-ter a domattina. La Commissione è contraria su questo, per cui non accediamo alla proposta dell'onorevole La Russa.
PRESIDENTE. Presidente Bimbi, formalmente la proposta è quella di un accantonamento e, quindi, si deve porre in votazione la proposta di accantonamento. Poi, vedremo come disciplinare l'ordine dei lavori, come procedere.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Sull'accantonamento, allora, la Commissione esprime una valutazione favorevole.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta, avanzata dall'onorevole La Russa, di accantonare l'esame dell'articolo 8-ter.
(Segue la votazione).
La Camera approva per 342 voti di differenza.
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